Sermone sulla Natività di Cristo. Tenuto nell’anno 1698 a Cenihiv, nel giorno 5 di Dicembre. Tema: Un mistero strano io vedo e glorioso: Il cielo che è una caverna. Dio ha rivelato i Suoi segreti, i Suoi misteri, o ascoltatore ortodosso! E non è meraviglia: Egli è venuto fra gli uomini, si è manifestato sulla terra e con gli uomini è vissuto. E fra gli uomini cosa mai può tenersi nascosto? Niente resta nascosto. Finché Dio sedeva in cielo nella Sua divina Maestà, seduto nella gloria sul trono divino (Baruc, III, 38)1, nessuno, neppure gli angeli santi, nessuno conosceva i Suoi segreti… Ma allorché Egli scese dal cielo sulla terra … presso la gente, dei Suoi segreti, dei Suoi misteri, non solo gli uomini devoti, come il santo Giuseppe e la giusta Solomija2 non solo le persone importanti quali furono i tre re orientali, ma anche il semplice popolino, un qualsiasi pastore discorre, parla, diffonde i segreti: Dicevano della parola che era stata detta loro di quel bambino (Lu. 2,17). Sono soltanto il bue e l’asino che tacciono, anche se hanno le lingue lunghe. Quello che sapeva, l’asino, se avesse avuto intendimento umano, forse che non avrebbe pensato – stando presso la greppia: “Se qui ci fosse il mio antenato, l’asino che portava il profeta Balaam e che parlava come gli uomini, certamente qui non sarebbe stato zitto, qualcosa avrebbe detto, poiché sentiva bene con i suoi orecchi quello che il profeta seduto sulla sua groppa diceva: ‘Splenderà la stella di Davide e sorgerà un uomo da Israele’ (Num. 4, 17)”. E il bue? Se avesse avuto intendimento umano, certamente avrebbe pensato: “Se qui ci fosse quel bue che vide il profeta Ezechiele fra le sei ali dei cherubini, la testa di vitello ?, quello di sicuro non solo avrebbe parlato, ma avrebbe anche innalzato canti sul mistero dell’incarnazione di Dio: ‘Cantarono i quattro animali’ (Ez. I)”. In una parola, si sono manifestati i segreti di Dio, … tutto il cielo col sole, la luna, le stelle, ed anche con tutta la maestà di Dio si è infilato in un’unica grotta, la stretta grotta di Betlemme: il cielo che è una grotta. Tutto il coro dei Cherubini, ineffabile nel numero, di migliaia di migliaia di milioni, sul quale siede Dio, ha ceduto la sua funzione ad un’unica vergine, alla purissima e beatissima Vergine Maria, il trono dei cherubini è una vergine. … … Piovoso è allora il cielo nella grotta di Betlemme, e il neonato fanciullino nella nostra natura ne è prova chiara: come dal cielo scende la pioggia o la rugiada, così dai sacrosantissimi occhi di Cristo, fanciullescamente piangenti, sgorgano le lacrime… Quando scende una pioggia dal cielo, …la gente che cammina si ferma un po’, qui, sotto il tetto. Vedendo la pioggia della mente, dal cielo della mente, le lacrime dagli occhi di Cristo vedendo, fermiamoci qui un pochino, sulla materia e sul cielo, ma una materia molto vicina al cielo: sulle lacrime di Cristo3. … il Signore nostro nacque con l’intelletto perfetto, dunque egli già sa perché piange. Cerchiamo dunque le cause del suo pianto. … doveva per la sua natura umana il fanciullo Gesù soffrire … Sentivano freddo le sue sottili piccole membra, ed era legato nelle fasce, ed aveva bisogno del seno materno: natura fanciullesca, fanciullesche lacrime sgorgavano dai suoi occhi; ma l’intelletto suo divino non è fanciullesco, bensì virile, e non senza ragione dalle sue sacrosantissime pupille lasciava scorrere le lacrime. Ma non piangeva tanto per qualsiasi sua sofferenza, … quanto per le nostre miserie e i nostri mali. Appena volse lo sguardo sul mondo, di ogni male pieno …immediatamente s’inondò di 1 Il riferimento non è letterale, anche se tutto il capitolo di Baruc è dedicato ai misteri della conoscenza di Dio. Donna pia ?? che, nella tradizione ortodossa avrebbe assistito al parto della beata Vergine (??). 3 Segue una decina di righe sulla natura straordinaria della nascita di Cristo e quindi sull’opportunità di fare ancora delle considerazioni sulle sue lacrime. 2 lacrime; e queste sue lacrime versate nei primi giorni della sua vita, sono pari a quelle lacrime che poi avrebbe versato a trentatre anni e mezzo su Gerusalemme4. Vediamo le cause delle lacrime di Cristo: … Non appena egli apre gli occhi sul mondo (come in un qualche fumoso tugurio), egli vede nel mondo gl’innumerevoli peccati degli uomini, come un cumulo preparato per il rogo: tronchi, fieno, rametti; e quello fuma bruciando con gli ardori peccaminosi. E vede i dolori, le miserie che vengono da lì, come fumi, vede le vendette di Dio che dalla giusta ira divina provengono. E vede anche l’ingratitudine e l’animo duro dei peccatori, (Tuttavia)… Questo nostro cielo, Verbo del Padre incarnato, ci dà ora la pioggia del mattino versando lacrime nella sua fanciullezza e il sangue nella circoncisione; E poi darà anche la pioggia della sera sulla croce, quando la luce si farà tenebra, e lui stillerà sangue con acqua. Ma non disperiamo. Poiché ecco, come il suo sangue, così anche le sue lacrime, non invano, ma per il nostro bene e per la nostra salvezza vengono versate (…)5. Ma questo con gli occhi del corpo non è dato vedere, né penetrare, poiché è segreto: un segreto vedo. Forse con l’occhio particolare della fede, secondo l’apostolo: “La fede è prova delle cose che non si vedono” (Ebr. XI, 1). Amen. Bibliografia: Bednarsky D., Ex abundantia enim cordis os loquitur: Dymytrij Tuptalo’s Ukrainian Sermons and the Kievan Rhetorical Model, “Journal of Ukrainian Studies”, 17, N.1-2 (Summer-Winter 1992), 217-243. Testo: Titov A., Propovedi Svjatitelja Dimitrija, Mitropolita Rostovskogo, na ukrainskom narecii, M. 1909. 4 Nelle seguenti 26 righe l’A. descrive l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme e spiega che il suo pianto non era causato dalla visione degli strumenti della Passione, ma dal dolore per il futuro di Gerusalemme. 5 Ancora per una decina di pagine si susseguono variazioni sul tema delle lacrime e del sangue. Viene interpretato il significato del latino “coelum” da “celare”, in quanto nella nascita di Gesù si nasconde un grande segreto. Così l’A. si avvia ad una breve, quanto rapida conclusione.