Corso Avanzato II
Scuola di Etologia Relazionale®
www.etologiarelazionale.it
Test Corso Avanzato II
Questo Test è stato studiato per confrontarci sul livello di “comprensione” del corso. Le
domande, che richiedono alcune righe di risposta, hanno una duplice finalità: verificare
che abbiate compreso e integrato dentro di voi alcuni principi fondamentali
dell’approccio proposto; creare un momento di scambio, cercando di approfondire gli
argomenti durante questa verifica ed offrirci nuove intuizioni o punti di vista che
provengano da entrambe le parti.
1) Prendiamo per esempio un tipico comportamento del gatto domestico: quando un gatto
cattura una piccola preda viva (come un uccellino o un topo) sappiamo che spessissimo
ritarda l'uccisione della preda e prima impiega un tempo variabile giocando ed esponendo
in qualche modo la preda alla visione del partner umano o di altri conspecifici. Analizza
questo comportamento secondo i quattro perché di Tinbergen.
2) Nel corso abbiamo proposto il circuito CCERABIO (Curiosità-Conoscenza-EmpatiaRispetto-Ammirazione per la Biodiversità) come una possibile chiave di formazione e
sviluppo di un approccio positivo e consapevole al mondo vivente: la curiosità e la
biofilia, strumenti istintivi ma spesso latenti della natura umana, se nutriti da una
divulgazione/conoscenza corretta, e non più privata del coinvolgimento
emotivo/empatico, creano un circuito che ci avvicina a tutti i livelli al mondo circostante,
in tutte le sue forme. Prova a descrivere questo processo con parole tue, raccontaci se e
come sia stato descrittivo del tuo percorso e individuane la forza e le potenzialità dal tuo
punto di vista.
3) Durante questo corso abbiamo introdotto l'empatia operante come risposta alla pet
therapy tradizionale e come approccio alla sfera coterapica con gli animali. L'abbiamo
descritta attraverso il principio della triangolazione come strumento di conoscenza,
crescita e potenziale coterapia (nello specifico caso delle malattie da demenza senile). Tre
protagonisti o vertici del triangolo: l'etologo relazionale, il paziente e l'animale. Prova a
descrivere con parole tue quello che ritieni un valore aggiunto in questa modalità di
approccio e prova a ripercorrere le tre dinamiche fondamentali che si incrociano durante
la triangolazione (di nuovo immagina un triangolo e le tre linee che collegano i tre punti).
4) Grazie agli studi degli ultimi 20 anni (a partire dalla scoperta dei neuroni specchio),
oggi quando parliamo di empatia, non ci riferiamo più a qualcosa di astratto e
'romantico' ma ad una vera e propria dotazione a se stante, poggiata su specifiche classi
di neuroni, analizzabile da un punto di vista funzionale ed evolutivo che ne descrive
l'origine, i possibili step del suo sviluppo, caratteristiche e benefici che ne hanno escluso
l'estinzione e che ne hanno via via specializzato e raffinato funzioni e manifestazioni
comportamentali. Pensa alla Spirale evolutiva dell'empatia da noi proposta e cerca di
riflettere su quali siano i motivi che ci spingono a ricercare l'origine di questa dotazione
nelle cure parentali. Quali sono, secondo te, le caratteristiche dei comportamenti di cura
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parentale che avrebbero potuto avvantaggiare maggiormente la presenza e lo sviluppo di
un cervello dotato di empatia (e quindi anche di emozioni)?
5) Dalla nascita dell'etologia cognitiva ad oggi le evidenze che hanno dimostrato la
presenza di altre menti animali sono innumerevoli e come abbiamo visto, a più step anche
i grandi baluardi dell'unicità cognitiva umana sono stati smentiti o ridimensionati
dall'osservazione etologica. Allora quali credi che siano, nella percezione comune, gli
ostacoli che ancora oggi frenano l'accettazione di dotazioni cognitive (quindi anche
emotive ed empatiche) negli altri animali (soprattutto all'infuori di cani/gatti)? Perchè
secondo te è ancora così difficile diffondere questa consapevolezza spesso ingiustamente
tacciata di essere fantasiosa, disneyana e attributiva? (Riflessione libera)
6) L'approccio cognitivo nell'osservazione etologica ha evidenziato caratteristiche del
gioco un tempo ignorate ed incomprese: oggi vedere un animale giocare, grazie a questa
lettura interpretativa, ci suggerisce qualcosa di più di una mera pulsione ad eseguire
attività motorie preparatorie dei comportamenti futuri (tanto più quando queste sono
protratte in età adulta, laddove i comportamenti non richiedono certamente ulteriore
preparazione). Parla degli aspetti sociali e cognitivi che emergono da questa particolare
classe comportamentale e se vuoi raccontaci una scena di gioco animale, di cui sei stato
osservatore e/o partecipante, evidenziandone le caratteristiche emotive, empatiche,
sociali e cognitive, oppure spiega come hai potuto/visto utilizzare il gioco per
innescare/modificare positivamente un momento relazionale.