Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Museo dell'ITIS “G.Peano” Sezione Informatica 1/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Autori Fabrizio Aragno Stefano Compierchio Serena Fiermonte Marco Luppino Andrea Monticone Fabrizio Sanfilippo Alfonso Salvatore Luca Scardina Raffaele Spina Marco Zecchin 2/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Indice HP 9100B.......................................................................................................4 Apple II.........................................................................................................8 Commodore PET 2001..................................................................................13 Apple compatibile 6502................................................................................16 Commodore PET 8032..................................................................................18 Commodore PET 3040 .................................................................................20 Floppy Disk..................................................................................................20 DEC VT100...................................................................................................22 PC Intel 286.................................................................................................24 Olivetti M24.................................................................................................27 3/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica HP 9100B Scheda tecnica Oggetto: computer calcolatore Fornitore: Hewlett Packard Data della fabbricazione: 1969 Prezzo originale: $4900 Peso: circa 40 libbre Misure: larghezza: 19", profondità: 16", altezza: 8 1/4 " Display: A tubo catodico. una resa di 7 segmenti su 3 linee Periferiche: stampante HP 9120, lettore schede ottico HP Brevetto: numero 3.623.156 degli Stati Uniti Descrizione L’ HP-9100 è basato su un prototipo di calcolatore a virgola fissa progettato da Malcolm McMillan che poteva calcolare alcune delle più comuni funzioni in pochi secondi ed un prototipo di calcolatore a virgola mobile progettata da Tom Osborne. L’HP 9100B è in grado di calcolare: • numeri in virgola mobile con un intervallo di 10^-98 a 10^99 • logaritmo (naturale e base 10) • antilogaritmo (naturale) • radice quadrata • funzioni trigonometriche (iperbole compresa) • somma e sottrazione vettoriale • operazioni varie come 1/x, il pi-greco ecc. • un sistema di logica che potrebbe maneggiare le espressioni complesse1 1 RPM: Reverse Polish Notation (notazione polacca inversa). Supponendo dover effettuare un'operazione di moltiplicazione quale 3x7, in notazione algebrica vengono premuti in successione 3, x,7,=; in notazione polacca inversa 3, 7, x. 4/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica La parte anteriore del calcolatore è formata da una grande tastiera. I tasti sono stati separati in quattro gruppi: funzioni scientifiche, funzioni di memoria e della pila, matematica di base e funzioni di programmazione. Alla destra dei tasti si trova una ruota zigrinata per la selezione del numero di cifre visualizzate dopo il punto decimale. Un ulteriore tasto consente di specificare il tipo di periferica collegata al calcolatore. Sopra i tasti si trovano le levette per i gradi/radianti, virgola mobile/fissa, acceso/spento e programma/esecuzione. Sopra la tastiera alla destra c’è il lettore di schede. Un angolo della scheda potrebbe essere tagliato affinché questa venga protetta da scritture accidentali. Una scheda viene inserita nella scanalatura del lettore e viene espulsa dalla stessa scanalatura dopo la lettura o la scrittura. Sopra la tastiera a sinistra c’è il display verde a tubo catodico( 3.25" x 4.75" ). L'HP 9100B è programmabile fino ad un massimo di 392 linee di codice e con l'utilizzo di 32 registri. Linea di assemblaggio dell'HP 9100A in Loveland, Colorado circa 1968. Tom Osborne 5/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica 6/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica 7/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Apple II Scheda tecnica CPU: MOS Technology 6502 Velocità della CPU: 1,8 Mhz RAM su scheda madre: 48 kByte (con chip da 16kx1) RAM massima: 64 k ROM: 12 k Velocità del BUS: 1 Mhz Slot: 8 slot proprietari Porte Seriali: scheda di espansione opzionale Porta giochi per 4 input analogici integrata (joystick) Floppy: opzionale HD: nessuno Video: 6 colori a 280x192, colori a 4-bit at40x48 Uscita suono: altoparlante incorporato Data di introduzione: 1977 Data di ritiro: 1980 Caratteristiche L'Apple II è considerato il primo personal computer prodotto su scala industriale. Steve Jobs e Steve Wozniak già nel 1976 avevano costruito nel loro garage l'Apple I, un computer che però poteva essere appetibile solo ad un pubblico di appassionati di elettronica. Steve Jobs desiderava rendere l'informatica accessibile a tutti e quindi decise di sviluppare il progetto dell'Apple I. L’idea geniale fu quella di proporre l'elettronica ad un pubblico più vasto: l’Apple II aveva un alimentatore ed una tastiera incorporata ed era racchiuso in un case di plastica - una rarità al tempo che fu colorato di beige, in altre parole la prima forma del personal computer che utilizziamo ancora oggi. 8/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Wozniak lavorò fin da subito per migliorare l' Apple I e presto fu introdotto il nuovo Apple II con ben 8 slot di espansione, la possibilità di espandere la RAM originale di 4Kb fino a 48Kb, la possibilità di mostrare grafici a colori, un case plastico ed una tastiera prodotte in serie. Buona parte del successo commerciale dell' Apple II fu dovuto proprio alla presenza di molti slot di espansione che rendevano questo computer particolarmente versatile a livello di hardware al contrario dei suoi diretti concorrenti (Commodore PET e TRS-80) che non brillavano certo in fatto di espandibilità. Ospitava nelle ROM il BASIC in versione intera per una più facile programmazione e includeva due palette di giochi e una cassetta demo per 1.298 $. Nell'Aprile del 1978 la Apple rilasciò un drive, uno dei meno costosi del tempo. Rimase tra i prodotti Apple sino al 1980. Fu anche equipaggiato con un case nero e venduto nei mercati educational da Bell & Howell. L’ Apple IIe uscì nel gennaio del 1983 e fu il terzo modello della serie Apple II di personal computer (successore dell’Apple II Plus). Apple IIe ebbe due revisioni, chiamate A e B. Nella revisione B venne introdotta la "doppia alta risoluzione" di 580x192 pixel in 16 colori. 9/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Steve Jobs 10/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Steve Wozniak 11/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica 12/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Commodore PET 2001 Scheda tecnica Nome: PET 2001 Costruttore: Commodore Tipo: calcolatore professionale Origine: U.S.A. Anno: 1977 Linguaggio di programmazione: Commodore Basic 1.0 Tastiera: 73 tasti con tastierino numerico CPU: MOS 6502, 1 MHz RAM: 4 KB (PET 2001-4), 8 KB (PET 2001-8) VRAM: 1 KB ROM: 14 KB Modalità testo: 40 colonne, 25 righe Colori: monocromatico Interfacce I/O: IEEE 488, porta parallela, porta I/O ad 8 bit Supporti incorporati: registratore di nastri Gruppo di alimentazione: gruppo di alimentazione incorporato 13/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Storia Il PET (Personal Electronic Transactor) è famoso in tutto il mondo per essere uno tra i primi personal computer della storia. Venne prodotto dall’azienda americana di Jack Tramiel, la Commodore, che negli anni settanta fu una delle prime a investire nell’informatica di largo consumo; 25 anni dopo la fondazione della Commodore, Tramiel acquisì la MOS Technology, l’azienda che aveva sviluppato il microprocessore MOS 6502 a 1 MHz, e progettò così un computer in grado di utilizzarlo. Il Commodore PET 2001 fu presentato per la prima volta al CES (Consumer Electronic Show) di Chicago nel 1977, e ciò che lo rendeva particolare era la sua estetica, dato che aveva monitor, tastiera e registratore di nastri incorporati nello stesso case. Le potenzialità di questo computer (una memoria di 4 kb espandibile fino a 8 kb, ed un sistema operativo residente sulla ROM) gli garantirono un rapido successo, basti pensare che in Europa coprì l'80% del mercato; il PET divenne presto obsoleto a causa dell'incompatibilità con le periferiche di altri produttori, e questo generò un particolare fenomeno: ogni computer era circondato dalle sue periferiche Commodore, tra cui il colossale lettore CBM 8280 per floppy da 8 pollici e la grossa e rumorosa stampante ad aghi CBM 3022. 14/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica 15/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Apple compatibile 6502 Scheda tecnica Anno di apparizione: giugno 1980 Dismissione: 1985 Costo: 2.000.000 lire it. + 1.000.000 lire it. per due floppy CPU: Synetek 6502A Frequenza CPU: 2 Mhz Bus: 2 Mhz Slot : 4 proprietari (compatibili con Apple II) Ram: 128 Kb, massima 256 kB tramite scheda Video: 80 X 24 Porte: Altoparlante Floppy Disk : 5.25" 143 KB Rom : 4 KB Caratteristiche Sistema operativo: è il primo sistema operativo chiamato (Sophisticated Operating System) cioè a consentire l’organizzazione gerarchica del file sistem. E’ compatibile con l’Apple II Plus attraverso l’emulazione. Grafica: display a 80 colonne. Dischi: è dotato di un floppy disk da 5" 1/4 con capacità di gestire fino a tre floppy disk esterni e supporta anche un hard disk esterno opzionale chiamato Profile. CPU: il processore dell'Apple III è un 6502 a 2 Mhz. La CPU a 8-bit che come altre macchine dell'Apple utilizza la tecnica del dividere la memoria in blocchi e attivare il blocco solo quando un programma deve accedere ad essa. Questa tecnica è necessaria dato che il processore 6502 non è in grado di indirizzare direttamente tutta la memoria dell'Apple III. 16/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Storia L'Apple III fu il primo computer professionale progettato da Apple Computer. La Apple è una società con sede a Cupertino (Silicon Valley in California) conosciuta in tutto il mondo grazie alla produzione di computer Macintosh, al famoso lettore di musica digitale iPod ed al negozio di musica online iTunes Store. Il progetto dell'Apple III fu avviato nel 1978 sotto la guida del dott. Wendell Sander. Il nome in codice del progetto era "Sara". L'Apple III venne presentano nel maggio del 1980 come computer da ufficio. Il computer fu un disastro commerciale poichè era molto costoso, non erano disponibili programmi che sfruttassero adeguatamente le sue potenzialità ed era soggetto a molti problemi tecnici sia software che hardware. Il problema principale era il surriscaldamento: il cofondatore dell’Apple Steve Jobs era contrario alle ventole poichè riteneva che il computer dovesse essere un oggetto silenzioso, quindi utilizzò una struttura in metallo pieno che non raffreddava adeguatamente e guastava l'hardware per l’eccessiva temperatura interna. Un famoso aneddoto sull’Apple III racconta che una nota tecnica consigliava l’utente in caso di blocco della macchina di sollevare il computer di 75 millimetri e di lasciarlo andare. L’impatto con il tavolo avrebbe prodotto il reset di alcuni componenti della scheda madre che tendevano a bloccarsi. Una versione migliorata, l'Apple III Plus, venne presentata nel dicembre 1983 al costo di 2995 dollari. L'Apple III Plus risolse i problemi hardware del predecessore e portò la memoria interna a 256 Kbyte oltre a utilizzare una tastiera simile a quella dell'Apple IIe. Tuttavia nemmeno questa versione ebbe successo e quindi Apple ritirò il computer dal mercato nel 1985. 17/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Commodore PET 8032 Scheda tecnica Anno di apparizione: 1979 Nome: CBM PET 8032 Casa produttrice: Commodore Business Machine Origine: Stati Uniti Anno: 1980 CPU: MOS 6502 Velocità: 1MHz RAM: 32K ROM: 16kb Grafica: 80 colonne x 24 righe, monocromatico Porte di I/O: IEEE 488, Parallel, Serial, Cassette Prezzo: 1500$ Caratteristiche Presentato alla Fiera di Hannover nel 1979, il Commodore CBM 8032 fu il modello più innovativo della nuova serie 8000 della Commodore. Tra le caratteristiche più significative ricordiamo l'estensione della grandezza della schermata, dalle 40 colonne del PET 2001 alle 80 colonne e l'espansione della memoria a 1MB. proprio per questo venne proposto al mercato come un modello della categoria “Business” della casa produttrice americana. Le analogie con le altre macchine precedenti sta nel medesimo utilizzo del BASIC versione 4.0. (utilizzato sempre in simbiosi con il Kernel I/O del sistema). Dal punto di vista estetico, il CBM 8032 presenta un restyling totale (dallo schermo 18/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica alla dimensione dei tasti della tastiera) e permette, tramite l’utilizzo del protocollo IEEE 488 o delle porte seriali e parallele di cui dispone, il collegamento con altre periferiche esterne, come una stampante o il Dual Drive Floppy Disk PET 3040. 19/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Commodore PET 3040 Floppy Disk Scheda tecnica Anno di apparizione: 1979 Descrizione: Drive doppio (2 Floppy Disk) Processore: MO 6502 Formato del dischetto: 5,25 , DSSD Capacità: 170 KByte formattato Codifica: GCR Formattazione: 35 tracce (17-21 settori per traccia) 256 byte per settore Protocollo standard utilizzato: IEEE 488 Frequenza: ~1 MHz RAM: 4 KByte ROM: 4 KByte Caratteristiche Il 3040 è un dischetto dual drive con un meccanismo di immagazzinamento. E’ usato principalmente come una periferica atta alla duplicazione di dati, contenuti in floppy (la parte hardware della macchina ne può contenere 2) e alla loro formattazione. E' composto da un controllo di lettura e scrittura, una guida elettronica motoria, due meccanismi guida, due centri lettura e scrittura, meccanismi di posizione e dischetti rimovibili. Il 3040 non ha bisogno di spazi di memoria nel p.c. Ciò significa che si ha tanta memoria libera nel computer come quando si ha il 3040 collegato. 20/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Pannello frontale Consiste in un pannello in cui è possibile inserire due dischetti con chiusura automatica dopo l’ inserimento degli stessi. Quando si chiude “la porta”, il dischetto è fissato al suo interno. Inoltre, sui pannelli frontali ci sono tre LED: • • • la prima sulla destra è chiamata indicatore attivo guida 0, si illumina quando è attivo il LED sulla sinistra fa lo stesso per il drive 1 l’ indicatore nel mezzo si illumina ogni volta che vi è un errore. Pannello retrostante Il retro del 3040 contiene i tasti per la sua alimentazione. Vicino al bordo inferiore del pannello c’è un interruttore per accendere e spegnere la macchina. Configurazione interna All’interno del 3040 ci sono due dischi guidatori Shougart 390. La parte meccanica è per la maggior parte localizzabile sotto la parte hardware stessa dei dischetti. Il dischetto Il dischetto, conosciuto anche come floppy disk, è simile al dischetto standard flessibile. Le dimensioni sono notevoli e si avvicinano alla grandezza di 5/4 di pollice. 21/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica DEC VT100 Scheda tecnica Il VT100 è un video terminale prodotto dalla Digital Equipment Corporation (DEC) e che è lo standard “de facto” utilizzato per gli emulatori terminali. Il VT100 è stato introdotto sul mercato nell’agosto del 1978, dopo il predecessore VT52. Il VT100 comunica con il sistema host cui è collegato tramite linee seriali utilizzando la codifica di caratteri ASCII e le sequenze di controllo (escape sequence) standardizzate dall’ANSI. Il VT100 è stato il primo terminale Digital disponibile al mercato degli utilizzatori finali ad incorporare funzionalità grafiche quali grassetto, blink, sottolineatura, così come una videata selezionabile da 80 o 132 colonne. • • • • Tutte le impostazioni del VT100 sono accessibili tramite un menù interattivo visualizzato sullo schermo; le impostazioni vengono memorizzate in una memoria non-volatile all’interno del terminale stesso. Il VT100 offre anche un insieme aggiuntivo di caratteri che consentono di disegnare form sullo schermo. Le sequenze di controllo utilizzate dalla famiglia VT100 si basano sullo standard ECMA-48 (ISO/IEC 6429 and ANSI X3.64) e spesso sono indicate come codici di escape ANSI. Il VT100 non è stato il primo terminale basato su X3.64: la Heath Company produceva un video terminale basato su microprocessore che implementava un sottoinsieme dello standard proposto dalla ANSI in X3.64. Il VT100 è stato anche il primo terminale della Digital basato su un microprocessore standard (in questo caso l’Intel 8080). E’ possibile aggiungere delle opzioni per far sì che il terminale supporti una stampante esterna e memoria grafica aggiuntiva (detta "AVO" 'Advanced' Video Option — senza questa opzione il VT100 non può visualizzare testi di 24 linee a 132 colonne). 22/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Il VT101 e VT102 sono i prodotti successivi a minor costo non espandibili,: il VT102, ad esempio, include le opzioni AVO e la possibilità di una porta seriale per la stampante. Prodotti successivi • • • • • • • Il VT100 è stato la piattaforma su cui la Digital ha costruito gli altri prodotti successivi: VT105: contiene un sottosistema a grafica semplice che lo rende più compatibile con i primi Vt55 VT125: aggiunge un’implementazione del ReGIS Remote Graphic Instruction Set. VT103: include il processore LSI-11 VT278: include il processore del PDP-8, consentendo al terminale di poter eseguire il software di elaborazione testi WPS-8 VT180: (nome in codice "Robin") integra il single-board microcomputer utilizzando lo Zilog Z80 per eseguire CP/M Nel 1983 il VT100 venne sostituito dalla serie più potente di terminali VT200, quali il VT220. Nell’agosto del 1995 il settore della Digital che si occupava di terminali venne venduto alla Boundless Technologies. 23/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica PC Intel 286 Scheda tecnica Nome esteso: PC Intel 286 Produttore: Intel Anno: 1985 Processore: 80286 Frequenza: 4.77 MHz Hard Disk: 35 MB FDD: 1 MB RAM: 1 MB - 16 MB Sistema Operativo: DOS Descrizione Nel 1983, Intel lanciò sul mercato il suo primo PC con installato un processore 8086/88. Due anni dopo esce l'Intel 286. Tra le caratteristiche principali di quest'ultima macchina vanno ricordati l’hard disk opzionale da 20 MB ( 5 ¼ “) preinstallato, il drive per floppy disk ( 5 ¼ “) fino ad 1,2 MB e la capacità, da parte della CPU, di poter gestire fino a 16 MB di RAM. In ogni caso, i PC Intel 286 difficilmente arrivarono a montare più di 1 MB di RAM, poiché una quantità superiore poteva essere gestita solo attraverso emulazione di memoria estesa da parte del sistema operativo DOS, installato in maggioranza su tali macchine. Tra le nuove caratteristiche vanno ricordati anche cinque nuovi registri per la gestione della memoria in modalità multitasking e la possibilità di poter lavorare in modalità reale o protetta per mantenere la compatibilità verso il basso. 24/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Processore Intel 286 Scheda tecnica Nome esteso: Intel 80286, iAPX 286 Produttori principali: Intel, AMD, Harris Corp. Anno: 1982 - 1986 Frequenza di Clock: 6 MHz - 25 MHz Architettura: x86 Coprocessore: 287 Bit registro: 16 bit Caratteristiche L’Intel 286 fu la prima CPU ad essere pienamente retrocompatibile, ossia a supportare completamente il software scritto per i suoi predecessori (tra cui 8080, 8088, 8086). Era in grado di indirizzare ben 2 byte di memoria, grazie alla sua architettura a 16 bit, e opzionalmente era integrabile un coprocessore chiamato 287. Per quanto concerne la frequenza di clock, le prime versioni rilasciate lavoravano fino ad 8 MHz, una velocità abbastanza bassa se si considera che AMD è riuscita ad overcloccare il processore fino a 25 MHz, ma comunque doppia rispetto al predecessore 8086, che lavorava a 4,7 MHz. Tra le nuove caratteristiche vanno ricordati anche cinque nuovi registri per la gestione della memoria in modalità multitasking e la possibilità di poter lavorare in modalità reale o protetta per mantenere la compatibilità verso il basso. Nella modalità reale, il 286 si comporta come l'8086 e non utilizza i nuovi registri: è quindi compatibile con il suo predecessore, col vantaggio di essere molto più veloce. Nella modalità protetta consente invece il multitasking (cioè l'esecuzione contemporanea di più programmi) e la gestione della memoria virtuale (garantendo anche la protezione delle zone di memoria occupate dalle varie applicazioni in esecuzione). La modalità protetta non ebbe inizialmente successo. La difficoltà di gestire il multitasking rese necessario lo sviluppo del modello successivo il 386. Solo nel 1987 verrà sviluppato l'OS/2, un sistema operativo in grado di operare completamente in questa modalità. Va comunque ricordato che questa novità non venne mai sfruttata completamente, probabilmente a causa di problemi di calcolo (o di progettazione) della CPU che 25/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica rendevano instabile il passaggio tra le 2 modalità. Non era infatti possibile passare da una modalità all’altra indifferentemente ma ad ogni passaggio era necessario un reset della CPU. Solo con l’avvento del 386, a 32 bit, si ebbe un supporto più adeguato. Note storiche Il processore Intel 80286, conosciuto anche come 286, appartiene alla famiglia di processori x86. Questo processore venne lanciato sul mercato da Intel agli inizi del 1982, più precisamente il 1 febbraio. Le prime versioni commercializzate avevano ben 134000 transistor ed una frequenza di clock di 6 e 8 MHz. Durante i primi anni 80 uscirono versioni più performanti, con frequenze di clock superiori. Si passò da 8 a 12,5 MHz per arrivare in seguito fino a 16, 20 e 25 MHz. Le velocità più elevate non furono però raggiunte da Intel, ma da 2 case produttrici concorrenti, AMD e Harris Corporation. Il 286 fu infatti il primo processore ad essere “copiato” da AMD che ne acquistò i diritti di produzione da Intel e creò un 286 competitivo per prestazioni e conveniente per prezzo. Questo microprocessore costituì di fatto una grande svolta per i Personal Computer. Secondo alcune stime, entro 6 anni dall'introduzione del processore 286, i personal computer basati su di esso erano 15 milioni in tutto il mondo. Con il 286, il PC uscì dalla categoria dei sistemi batch (sistemi che eseguono i processi in sequenza) per entrare a fare parte dei sistemi multitasking (sistemi nei quali i processi possono avanzare in parallelo). 26/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica Olivetti M24 Scheda tecnica CPU: INTEL 8086 Velocità di clock: 8 MHz RAM: 128 Kb (espandibile fino a 640 Kb) ROM: 16 Kb Porte diI/O: parallela (Centronics), RS232c, IEEE 488, Mouse , Tastiera Sistema operativo: MSDOS, CP/M 86 (CPM per processori Intel) , UCSD-P, PCOS, Minix (sistema operativo simile a Unix) in versione XT. Grafica: 320 x 200 con 4 colori / 640 x 200 monocromatico / 640 x 400 monocromatico Dischi: Hard-Disk 11.5MB Winchester (opzionale), floppy-disk: 2 x 5,25" 360 o 720 KB Storia L’Olivetti M24 è il primo personal computer dell’Olivetti prodotto nel 1983 presso lo stabilimento di Scarmagno. L’M24 nacque come clone del PC IBM, compatibile quindi con il sistema MSDOS, e quindi aperto a tutti i software disponibili sul mercato. La scelta fu necessaria dopo l’insuccesso dell’Olivetti M20, il primo personal computer della casa italiana, progettato sul sistema operativo proprietario PCOS sviluppato dall’Olivetti e totalmente incompatibile con i software applicativi comunemente utilizzati. Dopo l’alleanza firmata dalla Olivetti con la AT&T, il colosso americano delle telecomunicazioni le vendite dell' Olivetti M-24 aumentarono rapidamente Nel 1986 l’Olivetti produce e vende sul mercato mondiale quasi mezzo milione di PC, di cui 220mila in Europa e quasi altrettanti negli USA, diventando il terzo produttore mondiale e il primo europeo. Il ciclo di vita dell’M24 dura quasi 3 anni e si protrae fino a tutto il 1986. L’M24 costava circa sei milioni di lire alla data del gennaio 1986; veniva fornito a corredo un manuale utente, l'interprete Gw-Basic Olivetti con manuale ed un sistema operativo MS-DOS in versione 3.10. 27/28 Museo dell'ITIS “G.Peano” Torino – Sezione Informatica 28/28