Obesità e demenza senile - Istituto Santa Chiara Merine Lecce

Istituto Santa Chiara
Obesità e demenza senile
Valori di indice di massa corporea e circonferenza addominale nella norma aiutano a invecchiare meglio. Infatti, secondo
uno studio condotto presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e pubblicato su Obesity Reviews, gli
individui non in sovrappeso hanno un rischio di soffrire di demenza senile ridotto dell’80 per cento rispetto a
coloro che sono obesi e del 30 per cento rispetto a chi è in sovrappeso.
Cosa hanno in comune obesità e demenza senile? Un soggetto obeso ha spesso un quadro clinico complesso e presenta
dei disturbi correlati quali l’ipertensione, l'ipercolesterolemia, l’insulino-resistenza, l’iper-produzione
di cortisolo, che in elevate quantità è tossico per i neuroni. Questi disturbi sono, al tempo stesso, dei fattori di rischio per lo
sviluppo della demenza senile e in particolare della malattia di Alzheimer.
"Prevenire o curare l’obesità sin dalla giovane età può essere la carta vincente per la sanità del futuro. Ridurre i
pazienti obesi vuol dire avere una popolazione più sana. Il nostro studio dimostra che una prevenzione e una gestione
mirata dell’obesità possono ridurre la comparsa di comorbilità, come per esempio la demenza senile", ha dichiarato
Youfa Wang, uno degli autori dello studio. Uno stile di vita sano, basato su un'alimentazione varia ma ricca di verdure e
povera di grassi, può quindi aiutare a invecchiare in salute proteggendo il cuore e anche il cervello.
Fonte: Beydoun MA et al. Obesity and central obesity as risk factors for incident dementia and its subtypes: a systematic
review and meta-analysis. Obes Rev 2008; 9(3):204-18.Maria Rosaria Tamborrino
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