Consolidamento degli edifici storici a.a. 2012 – 2013 Prof. Paolo Faccio coll. arch. Elisa Fain- arch Paola Scaramuzza orario : mercoledì 9.00-14.00 S. Basilio, mag. 6 aule 0.5-0.7 lezione n. 1 presentazione del corso 20 febbraio Presentazione corso 27 febbraio Costruzioni in muratura 6 marzo Costruzioni in legno 13 marzo Danno e dissesto: lettura e restituzione 20 marzo Il sisma 27 marzo Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico INDICE DELLE LEZIONI 3 aprile Sopralluogo a Palazzo Ducale Mantova 10 aprile Sopralluogo a Palazzo Ducale Mantova 17 aprile Progetto di consolidamentotecniche (a) 24 aprile Progetto di consolidamentotecniche (b) 8-9 maggio Seminario: materiali e tecnologie dell'architettura moderna 15 maggio Revisioni • BIBLIOGRAFIA Letture sulla meccanica delle murature storiche, Antonino Giuffrè, Edizioni Kappa, Roma, 1991 Sicurezza e conservazione dei centri storici, Il caso Ortigia, a cura di Antonino Giuffrè, Editori Laterza, Bari, 1993 Il manuale del legno strutturale, AA.VV., Coord. Gen. Luca Uzielli, Mancosu Editore, Roma, 2001 Restauro e consolidamento, AA.VV., a cura di Aldo Aveta, Stella Casiello, Francesco La Regina, Renata Picone, Mancosu Editore, Roma, 2003 Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, Allineamento alle nuove Norme tecniche per le costruzioni, Circolare n. 26 del 2 Dicembre 2010, Editore Gangemi, Roma, 2010 Atti del convegno “Archeologia dell’Architettura: temi e prospettive di ricerca”, a cura di Gian Pietro Brogiolo, svoltosi presso la Sala Conferenze del Forte di Gavi (AL) dal 23 al 25 settembre 2010 in Archeologia dell'Architettura, XV, 2010 NUMEROXV 2011 Manuale delle murature storiche, AA.VV., dirett. Scientifico Antonio Borri, a cura di Chiara Donà e Alessandro De Maria, D.E.I. tipografia del Genio Civile, Roma, 2011 Schema di Linee Guida per la conservazione delle architetture di interesse archeologico. Conoscenza, prevenzione, manutenzione. in Interventi per la tutela e la fruizione del patrimonio archeologico, Terzo Rapporto. a cura di Roberto Cecchi, Edizioni Electa, Milano, 2011. Veduta di palazzo Ducale nel XVII secolo L’esercitazione IL CASO STUDIO : LA RUSTICA A PALAZZO DUCALE A MANTOVA La Rustica La Camera degli Sposi Palazzo Ducale, castello di S. Giorgio La Rustica Il Cortile della Cavallerizza chiamato anche prato della Mostra, fu realizzato dall'architetto Giovan Battista Bertani, che nel 1556 uniformò le costruzioni che lo definiscono secondo gli stilemi di Giulio Romano che caratterizza la preesistente palazzina detta "La Rustica" che vi si affaccia. Era il luogo dove erano mostrati i cavalli gonzagheschi pronti per la vendita, cavalli che erano considerati dai Gonzaga, insieme ai cani e ai falchi, gli animali più fedeli all'uomo. Il cortile è caratterizzato dal basamento in un bugnato rustico tipico di Giulio Romano e dal soprastante ordine costituito da semicolonne tortili. L’attività consisterà nell’approfondimento di un rilievo materico costruttivo e del danno con ipotesi interpretative sul dissesto e interventi di consolidamento Sezione della Rustica. Rilievo di M. Annaloro, . Caramaschi, R. Lomellini, A. Roversi, tratto da AA.VV. Giulio Romano, Electa, Milano 1989 Particolare della facciata e delle volte a piano terra La costruzione Il modo di eseguire una costruzione consiste tutto nel ricavare da diversi materiali, disposti in un certo ordine e congiunti ad arte ( pietre squadrate, malte, legnami, etc ) una struttura compatta e nei limiti del possibile – integra e unitaria. Si dirà integro e unitario quel complesso che non contenga parti scisse o separate dalle altre o fuori dal loro posto, bensì in tutta l’estensione delle sue linee dimostri coerenza e necessità” L.B. Alberti L’Architettura, De re aedificatoria, Libro III – L’esecuzione dell’opera Bisogna, dunque ricercare, nella struttura, quali siano le parti fondamentali, quali il loro ordinamento, quali le linee di cui si compongono. L.B. Alberti L’Architettura, De re aedificatoria, Libro III – L’esecuzione dell’opera Danneggiamento, invecchiamento e coefficiente di sicurezza ENTI RESISTENTI CON MODELLO INTERPRETATIVO ADEGUATO PUNTO C : COINCIDENZA DEGLI ENTI RESISTENTI CON ENTICON SOLLECITANTI : ILDICOEFFICIENTE DI RESISTENZA PROGRAMMI MANUTENZIONE SICUREZZA E’ PARI A 1 COEFFICIENTE DI SICUREZZA AL TEMPO T ENTI SOLLECITANTI CON CORRETTA VALUTAZIONE DELL’USO COSTRUZIONE ESISTENTE DANNI DISCONTINUI INVECCHIAMENTO DANNI CONTINUI MODIFICA DELLE CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI MATERIALI TRASFORMAZIONI ANTROPICHE EVENTI CALAMITOSI DANNEGGIAMENTO MODIFICA DELLE NORMATIVE SULLA SICUREZZA RIDUZIONE DEL COEFFICIENTE DI SICUREZZA S= R/S CHE DEVE ESSERE > 1 CON R = ENTI RESISTENTI ED S = ENTI SOLLECITANTI MODIFICA DELLE PRESTAZIONI DELL’ORGANISMO RESISTENTE PER ASSENZA DI MANUTENZIONE DANNI CONTINUI : INVECCHIAMENTO DEI MATERIALI - 1 decadimento continuo delle caratteristiche meccaniche del materiale La trave anche solo per peso proprio si deforma per fluage del legno DANNI CONTINUI : INVECCHIAMENTO DEI MATERIALI - 2 decadimento continuo delle caratteristiche meccaniche del materiale I resti della Torre Civica di Pavia La torre civica di Pavia, crollata nel 1989 per un probabile collasso per fatica della muratura. Lunghi tempi di sforzo di compressione elevato, nel caso peso proprio, riducono la resistenza limite del materiale. DANNI CONTINUI : DEGRADO DEI MATERIALI - 1 decadimento della funzionalità strutturale per assenza di manutenzione Il degrado che colpisce parti di muratura esposte agli agenti atmosferici, consiste prevalentemente nella soluzione della matrice del legante, disgregando il masso murario Il degrado per erosione dei giunti e alveolizzazione, scagliatura e polverizzazzione del blocco inducono riduzione della superficie resistente e un peggioramento della diffusione dei carichi, con possibile innesco di eccentricità dei carichi. L’assenza, o carenza, di manutenzione accelera i fenomeni DANNI CONTINUI : DEGRADO DEI MATERIALI - 2 decadimento della funzionalità strutturale per assenza di manutenzione Il degrado del nodo puntone catena, induce un abbassamento del colmo ( ) e una spinta orizzontale sulle imposte, trasformando una struttura chiusa in un cavalletto con implicazioni sulle murature Abazia di Praglia – PD. Rilievo del degrado delle capriate DANNI DISCONTINUI : EVENTI CALAMITOSI - 1 eventi sismici, alluvioni, eventi atmosferici eccezionali Il sisma L’Aquila, il danneggiamento della Prefettura per il terremoto del 2009. L’edificio è strategico. Santa Barbara a Mantova 2012 Prefettura a L’Aquila 2009 DANNI DISCONTINUI : EVENTI CALAMITOSI - 2 eventi sismici, alluvioni, eventi atmosferici eccezionali L’alluvione di Firenze del 1966, l’azione dell’acqua perpendicolare al piano degli arconi, induce uno sforzo negativo per la struttura, notoriamente efficiente per azioni appartenenti al piano stesso DANNI DISCONTINUI : EVENTI CALAMITOSI - 3 eventi sismici, alluvioni, eventi atmosferici eccezionali …pur essendo il carico neve previsto e stimato secondo normativa, eventi eccezionali come la nevicata del 2012 possono mettere in crisi le strutture DANNI DISCONTINUI : TRASFORMAZIONI ANTROPICHE - 1 modifiche planoaltimetriche , destinazioni d’uso e aggiornamenti tecnologici Inserimento di pluviale entro la compagine muraria in prossimità di un nodo a martello della muratura, che indebolisce il nodo costruttivo DANNI DISCONTINUI : TRASFORMAZIONI ANTROPICHE - 2 modifiche planoaltimetriche , destinazioni d’uso e aggiornamenti tecnologici Ripetute trasformazioni d’uso comportano modifiche degli elementi costruttivi spesso non coordinati, sporadici che implicano una variazione del comportamento strutturale con esiti a a volte imprevedibile DANNI DISCONTINUI : TRASFORMAZIONI ANTROPICHE - 3 modifiche planoaltimetriche , destinazioni d’uso e aggiornamenti tecnologici Trasformazione del sistema costruttivo nel tempo. Sopraelevazioni, accorpamenti, modifiche della forometria. Variazione dei carichi sia come entità che distribuzione e modifica della consistenza della compagine strutturale Tratto da G. Scalora, G. Monti La conservazione dei centri storici in zona sismica. Academia Universa Press, Milano 2010 DANNI DISCONTINUI : MODIFICA NORMATIVE SULLA SICUREZZA Classificazione sismica del territorio italiano. Fonte (SSN) Al 1909 Al 1984 Al 1927 Al 2003 Al 1937 Al 2006 Incertezza nella definizione delle azioni Incertezza nella definizione delle caratteristiche meccaniche dei materiali Incertezza della definizione del comportamento strutturale dell’architettura VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ RESIDUA DELLA COSTRUZIONE Incertezza nella definizione di R e S Indeterminatezza di R e S IL PERCORSO DELLA CONOSCENZA Procedure per la riduzione delle incertezze Incertezza dell’assetto geometrico Incertezza delle caratteristiche tecnologiche Incertezza sulla efficienza in relazione al livello di degrado IL PERCORSO DELLA CONOSCENZA Procedure per la riduzione delle incertezze La riduzione delle aleatorietà – incertezze - consente di definire un modello interpretativo della costruzione che, una volta validato, può divenire anche modello previsionale IPOTESI DI FUNZIONAMENTO MECCANICO DELL’EDIFICIO MODELLO INTERPRETATIVO A- MODELLO QUALITATIVO B- MODELLO ANALITICO O NUMERICO VALUTAZIONE DEL GRADO DI COMPATIBILITA’ CON LA DESTINAZIONE D’USO LA DEFINIZIONE DEL MODELLO INTERPRETATIVO CONSENTE LE VALUTAZIONI DELLA CAPACITA’ RESIDUA PER MEZZO DI PROCEDURE PRELIMINARMENTE QUALITATIVE E SUCCESSIVAMENTE ANALITICHE E/O NUMERICHE IL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO RAPPRESENTA UN INSIEME DI OPERAZIONI CHE, DEFINITO IL COMPORTAMENTO STRUTTURALE ACCERTABILE DELL’EDIFICIO, DOPO LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA RESIDUA , MODIFICA, SE NECESSARIO, LA RELAZIONE TRA ENTI SOLLECITANTI E ENTI RESISTENTI UNA VOLTA DEFINITA LA CAPACITA’ RESIDUA DELLA STRUTTURA SI PUO’ CONDIZIONARNE LA QUALITA’ DEL COMPORTAMENTO IL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO IL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO RAPPRESENTA UN INSIEME DI INTERVENTI IN GRADO DI MODIFICARE, SE NECESSARIO, IL COEFFICIENTE DI SICUREZZA S<R INTERVENTO PASSIVO S<R INTERVENTO ATTIVO S<R INTERVENTO MISTO INTERVENTO PASSIVO : INNALZAMENTO DELLE RESISTENZE E DELLE RIGIDEZZE INTERVENTO ATTIVO : RIDUZIONE E/O CONDIZIONAMENTO DELLE SOLLECITAZIONI INTERVENTO MISTO : UTILIZZO DI UNA COMBINAZIONE DELLE TIPOLOGIE PRECEDENTI INTERVENTO PASSIVO : INCREMENTO DELLE RESISTENZE E DELLE RIGIDEZZE INTERVENTO ATTIVO : INTRODUZIONE DI FORZE NEL SISTEMA ESISTENTE PER UNA CONFIGURAZIONE DEGLI ENTI SOLLECITANTI PIU’ COERENTE CON L’ORGANISMO RESISTENTE INTERVENTO ATTIVO SALA DELLA TROMBA A TRENTO : SISTEMA DI MIGLIORAMENTO DELL’ORDITURA LIGNEA PRINCIPALE DELLA COPERTURA Manutenzione e restauro capacità residua Limite di sicurezza Manutenzione programmata Intervento di restauro 0 tempo Perdita di capacità prestazionale in relazione al danneggiamento SCHEMA DI RELAZIONE TRA PROGETTO DI RESTAURO E CAPACITA’ RESIDUA. L’intervento di restauro comporta una trasformazione con perdita di materia storica molto elevata IL CONSOLIDAMENTO NEGLI EDIFICI APPARTENENTI AL PATRIMONIO TUTELATO L’ALEATORIETA’ NELLA DEFINIZIONE DEGLI ENTI RESISTENTI SI RIDUCE DEFINENDO E AFFINANDO I MODELLI INTERPRETATIVI . UNO DEGLI ELEMENTI FONDAMENTALI PER LA VALIDAZIONE DEL MODELLO E’ IL RILIEVO DEL DANNO Tutte le manifestazioni descritte – danni continui e danni discontinui- implicano la possibilità di comparsa di danneggiamenti che riducono la capacità della struttura. L’insieme di segni che caratterizzano il danno, debbono essere pertanto letti e restituiti alfine di poter giungere ad una interpretazione dei fenomeni che hanno generato lo stato di conservazione della costruzione. L’INSIEME DI FENOMENI CHE CARATTERIZZANO IL DANNO STRUTTURALE E’ DEFINITO DISSESTO DISSESTI DEFORMAZIONI LESIONI FESSURAZIONI MANIFESTAZIONI DEL DANNO STRUTTURALE 1- Il superamento in un punto della coesione del materiale definisce la fase originaria di rottura (soluzione di continuità del solido che si propaga sotto forma di fessura) 2- Il rilievo del dissesto deve descrivere le manifestazioni di danno strutturale 3- L’interpretazione del dissesto da origine alla definizione di possibili cause perturbatrici e pertanto ad ipotesi del comportamento meccanico della costruzione La rappresentazione del danno trova una particolare cura e metodologia collegata al principio di relazionare la manifestazione al tipo architettonico e alla causa possibile della perturbazione L’andamento dei plessi fessurativi può indicare possibili meccanismi di danno IL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO : ESEMPI NELLA STORIA Il progetto di consolidamento era inteso prevalentemente come riparazione. E’ evidente comunque come l’intervento fosse sempre accompagnato da un preciso rilievo del danno Progetto di intervento per la sostituzione di una colonna d’angolo. Si può osservare come la colonna presenti il danneggiamento che comporta la sostituzione, il sistema di provvedimenti per l’esecuzione delle opere e elementi di rafforzamento, cerchiature e catene interne Interventi di riparazione per il governo dei plessi fessurativi Illustrazione della inefficacia delle catene estradossali in presenza di ridotto carico verticale sui piedritti. A dx incatenamento di muri contrapposti e uso del solaio come catena. L’azione ridotta sul piedritto consente una rotazione con cerniera al di sotto del capochiave Figure 1, 2, 3 e 7, 8, 9 - Della maniera di rafforzare i puntoni, attraverso la controspinta operata da pezzi orizzontali e, in presenza di un monaco, attraverso contraffissi commessi al monaco. Tratto da : J. Rondelet Trattato teorico e pratico dell’arte di edificare., Mantova, Il disegno illustra una tradizionale modalità di consolidamento delle strutture lignee a molte aste, costituita dall’aggiunta di elementi atti a ridurre lunghezze, condizionare giunzioni e unioni mediante l’aggiunta di elementi Figure 9, 10 e 11 - Raddrizzamento dei muri ottenuto con il solo sforzo della contrazione del ferro delle catene realizzate con ancore esterne a disco di ferro fuso, poste in opera e sperimentate da Molard, direttore del Conservatorio delle Arti e Mestieri, nel locale dell'antica Abbazia di Saint-Martin-des-Champs, a Parigi; elevazione, sezione, profilo della superficie della volta; e prospetto del muro dalla parte del giardino e dettagli della ferramenta Tratto da : J. Rondelet Trattato teorico e pratico dell’arte di edificare., Mantova, Il restauro del Colosseo : Valadier Realizzazione dello sperone in laterizio dopo il terremoto del 1806 Il restauro del Colosseo : Stern e Valadier Margine superiore dell’ordine corinzio dopo il restauro dello Stern nel 1806. Lo Stern sostiene i blocchi fratturati con tamponamenti e staffe R. Stern (1806) : restauro del Colosseo a Roma Stern, sperone e orbonatura dei fornici al di sotto della dislocazione dei conci nel settore orientale R. Stern (1806) R. Stern (1806) Il restauro del Colosseo : Valadier Capitelli e basi sono duplicati mentre la struttura è laterizia. La struttura in laterizio è scialbata mediante una patina a fresco generale. VALADIER (1824 – 1829) : INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL COLOSSEO A ROMA Valadier ( 1824 – 1829) IL TEMPIO DI CASTORE E POLLUCE A CORI - LATINA Il tempio dei Dioscuri era invece situato nei pressi del foro. Costruito tra il IV secolo a.C. e il II secolo a.C. l'edificio venne restaurato, come testimoniato da un'iscrizione sull'architrave, verso il I secolo a.C. da due magistrati, che utilizzarono parte del tesoro del tempio ricostruendo l'edificio in stile corinzio. L'edificio venne inglobato e sulle sue rovine sorsero diversi edifici privati e una chiesa, che venne dedicata a San Salvatore. Ciò che resta della struttura sono due colonne in stile corinzio che sorreggono un tratto di architrave attraverso cui è stato possibile risalire ai committenti dell'opera e alle divinità a cui il tempio era dedicato e parte del podio. Altri resti sono inglobati in un edificio moderno adiacente ai resti visibili. Le colonne sono alte 10 metri e rivestite di stucco in modo da sembrare di marmo, hanno un diametro di 90 centimetri e distano tre metri l'una dall'altra. Originariamente il tempio era esastilo, ossia con sei colonne sul fronte principale. Durante il periodo medievale l'intera area del tempio era stata occupata da abitazioni, le stesse colonne erano state inglobate nelle murature poi isolate nel secolo scorso G.B. Piranesi Antichità di Cora descritte ed incise da Giovambat Piranesi , Roma 1764 Il tempio di Castore e Polluce a Cori (LT). E’ evidente come la trasformazione in epoca medioevale in abitazioni abbia comportato una serie di dissesti, in particolare il cedimento di una angolata probabilmente per eccesso di carico sulla fondazione originale. Il danno, documentato dalla fessurazione rappresentata dal Piranesi è stato condizionato con il posizionamento di un contrafforte RILIEVO, ANALISI, INTERPRETAZIONE E PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO ESEMPI Chiesa di San Lorenzo di Tenno TN Rilievo geometrico dell’edificio L’analisi del dissesto e del degrado suggerisce l’esecuzione di un programma di monitoraggio Analisi termografiche per definire le discontinuità, in questo caso derivanti dal tenore di umidità nelle murature e da distacchi di intonaco La chiesa di San Lorenzo a Tenno presenta una conformazione ad aula unica con copertura a falda realizzata mediante travi principali in appoggio ad arconi interni. L’analisi stratigrafica mette in luce la presenza di interventi di consolidamento appartenenti ad una unica fase. Gli interventi di rinforzo sono localizzati in punti critici nel caso di evento sismico, in particolare il ribaltamento delle pareti laterali Tratto da : scheda per il rilevamento del danno ai beni culturali – chiese. DPC e MIBAC L’analisi stratigrafica identifica due fasi di intervento chiaramente collegabili ad eventi sismici pregressi Interventi di miglioramento che riducono la vulnerabilità. Realizzazione di piano rigido in falda e cordolo monobarra anulare con malta di calce idraulica con metacaolino “Casa degli Affreschi”, Ossana, TN. Caso studio con applicazione completa della metodologia di rilievo, analisi, valutazione della vulnerabilità, interventi di messa in sicurezza e miglioramento Caratterizzazione materico costruttiva e del danno I meccanismi di danno individuati sono correlati alle fasi di trasformazione e ai rapporti costruttivi: la presenza di fasi di trasformazione possono consentire un affinamento delle cause del danno e di possibili evoluzioni Accostamento e posizione di rilievo del fuori piombo La valutazione dei meccanismi di collasso possibili si relaziona con le caratteristiche materico costruttive e con l’analisi stratigrafica. Questo rende possibile un affinamento del rilievo calibrato Valutazione speditiva degli impalcati : L’analisi a vista consente di apprezzare grandezze e caratteristiche rilevanti per la valutazione del danneggiamento e una prima programmazione dell’intervento. SI NO Le indicazioni dei rapporti macrostratigrafici e considerazioni sulle caratteristiche materico costruttive consentono di evidenziare il macroelemento specifico con il relativo meccanismo di collasso probabile. Il progetto Il progetto Messa in sicurezza e protezione della parete affrescata Cavalletto di rinforzo della trave rompitratta della copertura Messa in sicurezza dei fori finestra Messa in sicurezza del meccanismo di ribaltamento della facciata 2013 : ABACO DEGLI INTERVENTI, interventi sulle coperture 2013 : ABACO DEGLI INTERVENTI, interventi su murature e impalcati lignei Localizzazione degli interventi Localizzazione degli interventi Localizzazione degli interventi INTERVENTI PUNTUALI