IL CONSENSO VINO SALUTE - SOCIETÀ Jean-Paul David Membro del gruppo di esperti "Nutrizione e Salute" dell'O.LV. Estratto da "Bulletin de l'O.I.V." VoI. 68 38 Questo rapporto nasce in seguitoalla richiesta dell'Dffice International de la Viq"ne et du Vin (D.L v.) e della FA. D. per la 6a sessione del gruppo intergove11'11ativo dei p11'odotti della vigna e del vino che si è svolta dal 5 al 9 settembre 1994 a Santiago del Cile. Durante la sa sessione nel 1992, a Sienne, il gruppo si è preoccupato dei fattori che influenzano il consumo di vino. In effetti, si evidenzia un abbassamento globale del consumo di vino nel mondo nel momento in cui il consumo di alcol aumenta. In numerosi paesi, delle campagne dissuasive tendono a scoraggiare il consumo di alcol. I fondamenti scientifici di tali azioni non sono tuttavia chiaramente stabiliti. I mezzi adottati sembrano poco appropriati, generando delle astinenze senza discernimento. I governi si trovano dunque di fronte ad una doppia sfida. Da una parte devono preservare la ricchezza economica, sociale e culturale del settore viti-vinicolo, dall'altra devono trovare gli strumenti per comprendere e i mezzi per prevenire i danni sociali ed umani generati da un consumo eccessivo di alcol, fonte di spese importanti. n presente rapporto tenta di collocare ,il problema del consumo di alcol alla luce di lavori scientifici, nel quadro di una riflessione più globale, comprendente la preoccupazione della salute pubblica. Alcuni studi provengono da organismi ufficiali e da strutture universitarie, altri sono stati condotti da organismi non governativi che hanno collaborato con l'O.LV. (Associazione Vino-Salute-Piacere di Vivere). Per uscire dalla contraddizione apparente dei discorsi tenuti all'interno di società spesso fondate su un corporativismo smisurato, bisogna fare il punto su un argomento tanto vasto quanto complesso. Già nel 1989, il professor Jacques Mirouze evocava l'estensione e la complessità del soggetto in una comunicazione il cui titolo è, da solo, un riassunto: "n Vino: alimento di consumo abituale, bevanda di lusso o droga lecita?". Consumato soprattutto durante i pasti, il vino rientra nella classe degli alimenti. Deve quindi rispondere a delle esigenze di sicurezza alimentare studiate nel rapporto della professoressa Brun. Dando per scontata questa tappa, rimane il problema della determinazione dei limiti ragionevoli per quanto riguarda l'alcol. Quale può essere il contributo medico in questa situazione? Da una decina d'anni, molte pubblicazioni mediche riportano gli effetti favorevoli sulla salute di un consumo moderato di alcol. A dosi moderate, ed inserite in un equilibrio nutrizionale ed uno stile di vita equilibrato, 1'- IL CONSENSO CHARDONNAY 1,2 1 0,8 .!lI 0,6 'I:i (li E - 0,4 ,!!! -§ 0,2 '.;:: ~ O l/) -0,2 -0,4 -0,6 Figura 2 - Istogrammi relativi alla degustazione con scheda per le analisi quantitative descrittive. ..l....-_ _ _ _ _1....-_ _ _ _--L.._ _ _ _ _-1--_ _ _ _- l ALL 50% TEST 1 5 =TABACCO FIENO =FLOREALE DOLCE 2 6 INV.25% =VEGETALE COTTO =CALORE per capire e valutare tutte le operazioni che si svolgono in azienda. Una azienda che si propone di migliorare i propri prodotti effettuando scelte tecniche colturali e agronomiche il più corrette possibile, non può prescindere da una corretta valutazione sensoriale e organolettica del vino prodotto, l'ultima parola spetta al vino e alla sua complessità. Resta comunque un dato di fatto, che "... molti vini mediocri scomparirebbero dal mercato se i loro produttori sapessero degustare.". 3 7 =FRUTTA SECCA =STRUTTURA INV.50% 4 8 =LIMONE =SAPIDITÀ BIBLIOGRAFIA Pompei c., Lucisano M. - 1991 - Introduzione all'analisi sensoriale degli alimenti. Edizioni Tecnos - Milano. Monetti A -1991 - Nuovi orientamenti nell'analisi sensoriale delle bevande alcoliche - Il Corso di Analisi Sensoriale. S.Michele aiA Aprile-Maggio 1991. Peynaud E. - 1985 - Enologia e tecnica del vino - Edizioni AEB Brescia. Valenti L., Brancadoro L., Mastromauro F., Bogoni M., Failla O., Giongo A, Scienza A - 1991 - Il ruolo del diradamento dei grappoli nel miglioramento delle caratteristiche sensoriali dei vini di Chardonnay e Riesling renano in Oltrepò pavese. Vignevini 7-8, 71-78. 37 IL. CONSENSO alcol e il vino sembrano, al contrario, essere benefici per la salute. Questi studi sottolineano gli effetti favorevoli di un consumo moderato di alcol e suppongono acquisita la nozione stessa di moderazione. Da questo punto di vista, la medicina può esprimere il suo punto di vista, fondato su conoscenze metaboliche, cliniche o alcologiche. Per molto tempo limitata al trattamento ed alla prevenzione delle complicazioni del consumo eccessivo di alcol, l'alcologia prendeva a volte la forma di "alcolismologia". Da qualche tempo si assiste ad una maggiore apertura. Dare il giusto posto al vino, senza sottovalutare i disordini generati da un consumo eccessivo e non personalizzato, converge con gli obiettivi della salute pubblica. Si può restituire al vino il suo posto legittimo tra i prodotti alimentari superando i discorsi talvolta contraddittori o di parte sull'argomento? Alcuni affermano che il vino non è un alcolico, altri affermano al contrario che è un flagello da combattere a causa dell'alcol che contiene. C'è spazio per un discorso ragionevole senza cadere nella doppia trappola dello spirito neoproibizionista che sottolinea ancora troppo spesso i regolamenti e le leggi da una parte, ed una promozione a senso unico dei prodotti dall'altra? Sorgono d"l;le difficoltà: l. Il vino è un prodotto naturale ottenuto attraverso la fermentazione alcolica del mosto fresco di uva. La molteplicità dei territori, dei vitigni, del suolo e dei metodi di elaborazione determinano la singolarità di ogni vino. Non si ha un vino ma diversi vini. La ricca composizione del vino (più di 1000 composti) non facilita il compito degli scienziati sul piano metodologico. 2. Il secondo componente del vino dopo l'acqua, è l'alcol. Questo componente importante dei vini (tra 1'8 e il 18%) evidenzia la difficoltà della posizione medica al riguardo. Stabiliamo innanzitutto la questione della soluzione idroalcolica. Si avverte una lenta evoluzione delle posizioni mediche a questo riguardo alla luce di studi epidemiologici effettuati nel mondo ed una migliore conoscenza dei processi che intervengono nei comportamenti eccessivi. La domanda posta può quindi essere cosÌ riformulata: 1. Quali sono i rischi di malattia attualmente studiati per un consumo moderato di alcol? 2. Quali sono gli effetti positivi di Wl consmno moderato di alcol sull'incidenza di certe malattie? 3. Quali sono le caratteristiche organolettiche del vino considerandolo una bevanda alcolica particolare? 4. Di questi risultati quale lettm·a critica può 39 '~----""--'-- IL CONSENSO fare il medico ("colui che se ne prende cura")? 5. Quali sono i meccanismi che intervengono nei comportamenti di eccesso patologico che conducono all'alcolismo? 6. Quali sono le conseguenze della conoscenza di questi meccanismi? 7. Limiti e difficoltà delle raccomandazioni alla moderazione. 8. Risoluzioni internazionali. I. ALCOL E RISCHI DI MALATIIE 1.1 Alcol e longevità. Molti rislùtati ed un parere relativamente unanime della comunità medica internazionale permettono di dire che la relazione tra consumo di alcol e tasso di mortalità globale si esprime attraverso una curva che prende l'aspetto di una U. Ciò significa che la mortalità globale delle persone che ne consumano moderatamente è più bassa di quella delle persone astemie o di quelle che bevono eccessivamente. 1.2 Alcol e cirrosi epatica. Il fegato è l'organo vitale nel quale avviene l'essenziale della trasformazione dei nostri alimenti, i processi di eliminazione degli ormoni, dei residui e dei farmaci. Il metabolismo dell'etanolo è elettivamente epatico. Il fegato è particolarmente sensibile agli eccessi di alcol. Il metabolismo dell'alcol mette in gioco molti 40 sistemi, dei quali il principale è quello dell'alcol deidrogenasi. Il corredo degli enzimi epatici determinato geneticamente è molto differente tra uomo e donna ed è molto variabile da una popolazione all'altra. Alcuni studi pubblicati nel British MedicaI Journal, nel John Hopkins MedicaI Journal, nella Revue d'Alcoologie e dal College Royal des Psychiatres della Gran Bretagna incitano alla prudenza per preservare questo organo vitale. L'American COlmciI on Science and Health indica, nel suo docmnento "L'uso responsabile dell'alcol. Defmire il parametro di moderazione", che il rischio di malattie epatiche è più basso con un consumo d'alcol inferiore a 24 g/g nell'uomo e a 16 g/g nella donna, cioè due bicchieri di vino per l'uomo e 1 bicchiere e mezzo per la donna. Questo rischio aumenta moderatamente tra i 60 e i 40 g/g per l'uomo e tra i 20 e i 40 g/g per la donna. Al di sopra degli 80 g/g per l'uomo e dei 40/60 g/g per la donna, il rischio il malattie epatiche nell'individuo aumenta considerevolmente. Negli Stati Uniti, dal 12 al 14% dei bevitori abimali diventano dei bevitori con problemi. Il 5% diventa alcolista. In Francia, verifichiamo generalmente che il 10% della popolazione ha delle difficoltà con l'alcol. Il 5% è alcol-dipendente. Tuttavia, uno studio del Haut Comité d'Étude et d'Information sur 1'Alcoolisme indica molto IL CONSENSO chiaramente che le regioni viticole della Francia non sono quelle maggiormente toccate dalle complicazioni dell'alcolismo. 1.3 Alcol e cancro. Il fenomeno della curva ad U si osserva anche per il cancro. Alcuni studi, tra i quali quello di Boston indicano tuttavia un aumento del risclùo del cancro al seno nella dOlU1a. Questi risultati devono essere oggetto di studi complementari. 1.4 Alcol e vitamine. Ferro Luzi ha studiato una popolazione della terza età nella quale la razione di alcol rappresenta dal 6 al 12% la razione calorica globale. A questo livello di consumo non si osserva alcuna carenza di vitamina A, di acido folico e di vitamina BI, salvo alclliù pazienti considerati forti bevitori (consllino superiore a 48 g/g nell'uomo e 28 g/g nella donna). 1.5 Alcol e alimentazione. A digillilo, l'alcol viene eliminato in 6-8 ore. L'assllilZione di alimenti diminuisce il picco di alcolemia massima dopo l'assorbimento e ne accelera l'eliminazione. Questo effetto è tanto più marcato quando il cibo assorbito è di natura glucidica. L'alcol apporta 7 calorie per ogni grammo ingerito. Numerosi studi indicano che nel limite di 45 g/g, l'alcol viene utilizzato dal fegato come fonte di energia. In altri termini l'alcol ottimizza il metabolismo della cellula. Al di là dei 45 grammi, la via del sistema microsomiale d'ossidazione, o via MEOS si disinnesta. L'energia generata viene allora dispersa in calore. Questa via metabolica genera la formazione di radicali liberi ossigenati che conducono ad una lipoperossidazione delle cellule responsabili di uno stress ossidativo che comporta la degenerazione e la morte cellulare. OglÙ consiglio riguardante l'ingestione di alcol deve dunque essere formulato in funzione di questi dati. Una precedente malattia come l'epatite deve portare a llila maggiore riduzione del consumo. 1.6 Alcol e ipertensione arteriosa. Anche se l'ingestione di alcol non è considerata come un fattore che favorisca l'ipertensione, lo studio di Klastky effettuato su 66.510 persone evidenzia una relazione di dipendenza tra alcol e ipertensione. Ciò indica che il rischio di sviluppare una ipertensione aumenta con il consumo di alcol, anche se esistono altri fattori nutrizionali responsabili. D'altro canto l'ipertensione favorisce la comparsa di attacchi cerebrali. II - EFFETTI POSITIVI DEL CONSUMO MODERATO DI ALCOL E/O DI VINO Questo capitolo riguarda la diminuzione dell'incidenza di malattie cardio-vascolari (infarto o 41 IL CONSENSO 42 attacchi di ischemia vascolare) ma anche la diminuzione dell'incidenza del diabete. 2.1 Alcol e/o Vino e malattia coronarica. Il rapportodell'O.M.S., pubblicato nel 1994 sulle malattie cardiovascolari, dedica un paragrafo al ruolo dell'alcol e del vino. 2.1.1 Curva ad U e malattie coronariche. La comunità scientifica internazionale è abbastanza unanime nel dire che la curva di relazione tra la mortalità globale e il consumo di alcol è una curva a forma di U. Ciò indica che gli astemi come i grandi bevitori hanno una mortalità più elevata dei bevitori moderati. Per la malattia coronarica e la malattia ischemica, il rischio di vedere sviluppare un danno vascolare atero-trombotico è più elevato tra gli astemi e i forti bevitori che tra i bevitori moderati. D'altronde, osserviamo una maggiore frequenza di lesioni degenerative del cuore (o miocardiopatie) e di aritmie tra i grandi bevitori. Dopo la pubblicazione iniziale di Saint-Léger nel 1979, sono stati realizzati numerosi altri studi. Gli studi epidemiologici sul soggetto sono dominati dai risultati della Scuola di Salute Pubblica di Harvard che indicano un abbassamento del rischio di malattie ischemiche (infarto o attacchi di ischemia vascolare) del 30-40% a secondo del livello di consumo. Dobbiamo sottolineare che questa protezione appare per delle dosi davvero piccole, rispettivamente da 5 a 30 grammi al giorno per l'uomo e da 5 a 15 grammi al giorno per la donna. Bisogna tuttavia precisare che questo studio si rivolge al personale sanitario (medici, infermieri, cinesiterapisti) con tm livello di educazione elevato, il che rappresenta una scappatoia per estendere queste conclusioni incondizionatamente nelle circostanze attuali, a tutte le popolazioni. 2.1.2 La posizione dell'O.M.S. è tuttavia la seguente: Qualunque sia la realtà e il peso degli altri fattori come il tabagismo, i fattori sociali, le abitudini alimentari e le imprecisioni stilla diminuzione dei consumi o stùle abitudini riguardanti le bevande, sembra tuttavia esistere una maggiore mortalità coronarica tra gli astemi. Tra i lO e i 30 g/g - vale a dire da l a tre bicchieri di vino - il rischio di mortalità per malattie coronariche diminuisce rispetto agli astemi e ai grandi bevitori. 2.1.3 I meccanismi che spiegano questa protezione: - aumento del colesterolo HDL o "colesterolo buono". Esistono ancora numerose controversie sui sottogruppi del colesterolo HDL (HDL 2 protettore o HDL 3 non protettore) aumentati con l'assunzione di alcoL Sembra esistere una relazione dipendente dalla dose per questo parametro indicante che solamente il consumo moderato di alcol da lO a 40 grammi, a seconda del sesso, favorisce l'aumento del colesterolo HDL 2; IL CONSENSO - riduzione del fibrogeno plasmatico; diminuzione dell'aggregazione piastrinica considerata come l'elemento che spiega il Paradosso francese. Una recente pubblicazione di Lancet ridimensiona questi risultati. D'altro canto, si è attribuito questo effetto alla presenza nel vino di derivati dell'aspirina; - diminuzione del colesterolo LD L e dei trigliceridi; - diminuzione dell'insulina. 2.1.4 Durata della protezione. L'O.M.S. precisa che "l'effetto protettivo sui bevitori moderati si perde rapidamente nel momento in cui si interrompe l'assunzione della bevanda" suggerendo che la protezione si rivolge soprattutto alla componente trombotica della malattia vascolare (ultimo stadio dell'ostruzione dell'arteria malata) piuttosto che alla componente aterogenica (fattori responsabili dello sviluppo di anomalie della parete arteriosa). 2.2 Alcol e diabete. Gli studi del gruppo di Boston della Scuola di Salute Pubblica di Harvard valutano il rischio di diabete fatto sulla popolazione femminile. Il rischio relativo accordato agli altri fattori di rischio è 0,8 per un consumo che va da5 a 15 g/g e di 0,6 per un consumo superiore a 15 g/g, mentre il glUppO degli astemi ha il rischio uguale a l. Questi risultati suggeriscono un effetto protettore del consumo moderato di alcol in rapporto al rischio di comparsa di diabete della maturità o di diabete insulinodipendente. Un altro studio indica che il bisogno di insulina dei diabetici non viene modificato dall'assunzione di vino durante i pasti. L'utilizzo del vino in queste circostanze patologiche esige tuttavia di tenere sotto controllo il livello lipidico delle persone, specialmente quello dei trigliceridi. 2.3 Alcol e attacchi cerebro-vascolari. Secondo lo studio di Boston, diminuisce il rischio di attacchi ischemici vascolari. Al contrario, aumenta il rischio di attacchi vascolari emorragic!. III - CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE PARTICOLARI DEL VINO 3.1 I risultati sin qui descritti. si applicano al vino considerandolo una soluzione idro-alcolica. 3.2 TI vino non è solo una soluzione idro-alcolica. Infatti, il vino possiede numerosi altri componenti come i polifenoli, le procianidine, il glicerolo, il potassio ... sono stati descritti più di mille componenti (cf. rapporto della professoressa Brun). 43 IL CONSENSO 44 3.3 Le procianidine. Tra questi componenti, lmo spazio particolare deve essere dedicato alle procianidine. Le prime applicazioni mediche sono state considerate in seguito ai lavori del professor Masquelier di Bordeaux. I lavori che si riferivano alla loro struttura sono stati perseguiti in Francia dall'I.N.R.A. di Pech Rouge. Questi composti hanno delle proprietà antiossidative attualmente ben conosciute. Sono potenti ricevitori dei radicali liberi in vitro (superiori alla vitamina E), e una pubblicazione del N ew England Journal of Medecine indica il loro possibile ruolo come agenti protettivi della malattia ischemica (ossidazione del LDL). Gli studi in questo ambito rappresentano uno degli strumenti del futuro. Le reazioni di ossidazione entrano in opera nei processi di invecchiamento e più generalmente nei meccanismi inizialmente riscontrati in molte malattie (malattie immunitarie, re attività agli agenti batterici o virali, cancro e fenomeni di perdita della memoria, ecc.). Anti-infiammatori, protettori vascolari, ricevitori dei radicali liberi, protettori dalle radiazioni ionizzanti, agenti anti-virali, anti-carie, antiistaminiche, anti -carcinogene, protettori solari, tutti questi effetti sono stati considerati da Masquelier. Recentemente la loro azione anti-radiazioni ionizzanti è stata studiata da lma équipe dell'Ucraina sulle vittime della catastrofe di TchernobyLQuesti temi meritano 1m lùteriore approfondimento. 3.4 I derivati polifenolici non flavonoidi. Gli stilbeni e gli idrossicinnamati hanno azioni anti-virali, anti-carcinogene, immunoregolatrici. Ma notiamo che il resveratrolo è una risposta della vigna all'aggressione di un parassita che si sviluppa in atmosfera mnida (botrytis). 3.5 Prospettive future. Numerosi lavori svolti su tutte queste sostanze non alcoliche del vino sono ancora da portare a termine. Alcune stnttture devono ancora essere definite. I fattori che favoriscono il loro assorbimento e che condizionano il loro metabolismo sono ancora poco conosciuti. La loro biodisponibilità deve essere valutata in rapporto alla presenza o meno di alcol. Ma quali che siano le proprietà positive dei derivati non alcolici del vino (polifenoli flavonoidi o non flavonoidi, glicerolo, potassio ... ) essi sono incorporati all'alcoL Dall'uso all'abuso e dall'abuso allogorìo fisico non ci sono che due passi, due passi facilmente superabili da un consumatore non preparato, che apre quindi la strada ai problemi di insicurezza o di dipendenza .. IL CONSENSO IV - QUALE LETTURA CRITICA DI QUESTI RISULTATI PUÒ FARE IL MEDICO? 4.1 TI Paradosso francese: definizione. Il Paradosso francese è la constatazione di un tasso di mortalità coronarica basso, malgrado un forte conswno di grassi saturi. Questa constatazione viene meno se nel calcolo viene inserito il conswno di vino. Per il dottor Renaud ed i suoi collaboratori, questa constatazione suggerisce un effetto protettivo del vino. Il meccanismo addotto è piastrinico, (diminuzione dell'aggregabilità piastrinica, primo passo della formazione del coagulo che conduce all'ostl'uzione delI'arteria e alla necrosi). Questo effetto è stato attribuito all'alcol da alcuni autori. Altri lo imputano alla presenza nel vino di derivati dell'acido salicilico. 4.2 I fattori di rischio per la malattia coronarica sono molteplici. 4.2.1 Fattori alimentari. Tutti i seguenti fattori alimentari influiscono sulla malattia vascolare: acidi grassi saturi (che favoriscono l'ateroma) e non saturi (in particolare l'acido alfa linolenico protettivo), la ricchezza di fibre e verdure, i fattori antiossidanti naturali come le vitamine C, E, beta carotene e i composti flavani possono avere degli effetti protettivi. 4.2.2 Fattori metabolici. L'ipercolesterolemia e l'ipertrigliridemia sono due fattori di rischio ben conosciuti. L'insulino-resistenza o resistenza all'azione dell'insulina che genera un'accentuazione della sua secrezione, viene osservata nell'obesità (iperinsulinismo), che porta al diabete grasso e quindi alla degenerazione del pancreas. Uno studio effettuato su alcune donne inglesi dimostra che dosi che vanno da 15 a 25 grammi diminuiscono tutti questi fattori e conducono a una diminuzione del peso corporeo. 4.2.3 Fattori emobiologici. Il cattivo funzionamento della cellula endoteliale dei vasi, l'iperattività delle piastrine sanguinee (piccole cellule circolanti responsabili della formazione del coagulo sanguigno), l'ipercoagulabilità del sangue reso più vischioso da un awnento del fibrogeno, la diminuzione dell'attività fibrinolitica (attività responsabile della distruzione del coagulo dopo un'emorragia o un ematoma) partecipano alla malattia ischemica. I fattori piastrinici sono influenzati favorevolmente dall'assunzione di alcol. Si stalIDO conducendo degli studi per giudicare l'influenza dei derivati non alcolici del vino su questi parametri. 4.2.4 Gli altri fattori. Il livello di attività fisica, i fattori genetici, 1'ormonoterapia della menopausa, i fenomeni psico-sociali costituiscono gli altri fattori. Non 45 IL CONSENSO 46 tutti sono stati considerati negli studi che hanno condotto alla nascita del "Paradosso francese". Per Renaud e la sua équipe, la pubblicazione iniziale suggeriva un effetto protettivo del vino nel quadro di una alimentazione mediterranea. Questi autori hanno pubblicato recentemente uno studio che evidenzia il ruolo molto importante dell'acido alfa linolenico, composto delPolio di oliva. 4.3 Paradosso francese e/o dieta mediterranea? Gli studi condotti dall'O.M.S., in particolare la WHO Monica Study, tentano di valutare il nlolo dei fattori alimentari nella malattia ischemica vascolare. La mortalità per attacchi cardio-vascolari è più alta a Lille e Strasbourg, a nord e ad est della Francia, piuttosto che a Toulouse, a sud-ovest della Francia. Alcuni hanno avuto la tendenza di attribuire questo effetto alle sole proprietà del vino, bevanda alcolica utilizzata di preferenza a Toulouse allo stesso modo in cui la birra è maggiormente bevuta a Lille o Strasbourg. È veramente l'unica causa o più probabilmente è uno dei numerosi parametri della dieta e dell'arte di vivere mediterranei che spiegano il Paradosso francese? In effetti, ci sono altre differenze alimentari che caratterizzano le popolazioni studiate. I mediterranei (di Toulouse nello studio Monica francese) hanno un'alimentazione più ricca di fibre, verdure, frutta, meno ricca di grassi sa- turi, particolarmente di carne, più ricca di acidi grassi mono-insaturi (olio di oliva che contiene l'acido oleico, l'acido alfa linolenico). Gli abitanti di Lille e Strasbourg hanno un minor consumo di fibre ed un apporto piil sostanzioso di grassi saturi. Con dosi da 30 a 35 grammi di alcol al giorno, il rischio di malattie epatiche~ soprattutto la cirrosi, non è aumentato. Lo studio di Jost precisa che, restando tra i 30 e i 35 grammi di alcol consumati al giorno, il rischio di cirrosi sarà di l caso a T01ùouse ogni 3 casi a Lille e 4 a Strasbourg. Si tratta di 1m calcolo di inferenza fondato sui dati dell'Alto Comitato di Studio e di Informazione sull'Alcolismo. A pari consumo di alcol, i fattori alimentari giocano dunque un ruolo fondamentale, soprattutto la ricchezza di grassi saturi nell'alimentazione. L'alcol non è il solo elemento in causa in queste patologie epatiche. 4.4 Posizione dell'O.M.S.: malattie coronariche e alimentazione. 4.4.1 Gli acidi grassi. Quelli mono-insaturi tra i quali l'acido oleico (olio di oliva) e gli acidi grassi poli-insaturi sono generatori di calo del colesterolo LDL e di calo della aggregabilità piastrinica, addirittura di una attività anti-aritmica. 4.4.2 Una alimentazione ricca di vegetali protegge dalle malattie coronariche. Il livello di carboidrati complessi, la ricchezza IL. CONSENSO di fibre, il grado di insaturazione dei principali acidi grassi trovati nelPalimentazione vegetale, la ricchezza di vitamine antiossidanti (vitamina C e E), spiegano in parte il ruolo di questi alimenti nella protezione. D'altra parte, il debole contenuto di sodio e il grande contenuto di potassio dei vegetali hanno un effetto benefico sul controllo della tensione arteriosa. Esistono anche numerosi composti flavonoidi nei vegetali e nella frutta fresca, il che complica ancora di più il compito degli scienziati sul piano metodologico. 4.4.3 Sintesi alcol/vino e alimentazione. I risultati qui riportati indicano chiaramente che l'alcol ha un rublo protettivo nella misura in cui si inserisce in una alimentazione equilibrata di tipo mediterraneo. Non si possono attribuire a lui solo tutti gli effetti osservati. Una pubblicazione molto recente di Lancet indica molto chiaramente il ruolo dell'acido alfa linolenico, componente importante della dieta mediterranea. Può la dieta mediterranea essere un modello per il mondo intero? v - FATTORI DETERMINANTI NEI CO~ORTAMrnNTIDIECCESSO Un nuovo approccio all'alcolismo. 5.1 L'alcolismo. Il concetto è nato nel 1849 con la prima pub- blicazione di Magnus Huss, medico svedese. L'alcolismo è un concetto che ha reso molti servizi proprio a causa delle sue ambiguità che sono apparse solo verso il 1950. Quali che siano le sue ambiguità, il termine di alcolismo ha avuto un significato chiaro. Questo concetto racchiude tuttavia i malati, il loro ambiente ed i prodotti. Si imponeva quindi una evoluzione concettuale. 5.2 Alcolismo o comportamenti alcolisti. "Tutto è tossico, niente è tossico, tutto sta nella dose'! Paracelso, XVI secolo. L'alcol e/o il vin~ non sono di per sè né benefici né malefici. E l'uso che se ne fa che li rendono pericolosi o positivi per la salute. In un processo di prevenzione, ci si deve interessare dei comportamenti alcolistici. Parlare di abuso e mostrarlo non basta ad evitarlo. Questa distinzione tra alcolismo e comportamenti alcolistici apre la strada ad una gestione differenziata dei rischi, che necessita di una evoluzione delle mentalità. 5.3 Alcolis~o e genetica. Numerosi autori si sono occupati del determinismo genetico dell'alcolismo. Esistono delle prove in tal senso, ma in generale non si possono addebitare le cause ad esso solamente, vista la diversità e la complessità del problema. 5.4 Meccanismi. neurobiologici della dipendenza. Il luolo delle endorfine e delle bio ammine è ben conosciuto, ma la sofferenza osservata nel- 47 IL CONSENSO 48 la complessità lunana potrà trovare lma risposta nella sola ricerca biomedica, seppur così importante? Anche il mondo della vigna e del vino devono comprendere meglio i processi che intervengono nei comportamenti d'eccesso così come sono stati descritti da certi medici in un approccio più globale. 5.5 Due concetti "chiave": l'''incomunicabili" tà" e "il malato di veder bere" 5.5.1 L'incomunicabilità. 5.5.1.1 Quando la comunicazione tra le persone non raggilUlge il suo scopo, i medici descrivono lm deficit affettivo che si installa nelle relazioni lunane. Questo deficit affettivo è responsabile di lma sofferenza. Ciò è l'incomunicabilità. 5.5.1.2 Questa sofferenza conduce ad un comportamento di ripiego o comportamento indotto (dal termine inglese addict) o comportamento d'eccesso. 5.5.1.3 L'ambiente, che non sempre capisce ciò che succede, incrimina allora la volontà del malato e/o dei prodotti che sono i supporti della tossicomania o dell'intossicazione, all'occorrenza le bevande alcoliche o il vino, ma non la loro causa. 5.5.2 TI malato di veder bere. Poco a poco si insedia nell'ambiente circostante il bevitore eccessivo una paura del ricorso al prodotto o alla bevanda, creando nei familiari o nei parenti, secondo Marie-Claire Lejosne, lma reale malattia "di veder bere", cioè dei malati alcolici non dipendenti dall'alcol. Queste persone oppresse dalla paura, possono divenire dei militanti dell'astinenza o dissuadere, senza discernimento, ogni persona dal conslunare bevande alcoliche. VI " DUE CONCETTI CHIAVE PER GLI STRUMENTI DEL FUTURO 6.1 L'incomunicabilità. È una diagnosi che riguarda tutte le patologie della vita quotidiana che si ritrova in fenomeni come l'alcolismo, la tossicomania, il suicidio, l'indebitamento eccessivo, la bulimia, l'anoressia, l'abuso di psicofarmaci, i comportamenti sessuali costrittivi, fenomeni che conducono al vagabondaggio, all'insicurezza, alla violenza, infine all'esclusione. 6.2 TI malato di veder bere. Può, per altro, spiegare i fenomeni di diminuzione del consmTIO secondario attraverso le attitudini del parente o del familiare che soffra dei comportamenti anormali osservati. 6.3 Due strumenti del futuro: educazione e prevenzione. Questi due concetti,che tengono conto della vulnerabilità e della singolarità di ciascuna persona e indicano il ruolo possibile del gruppo e dell'ambiente, non possono essere dimenticati IL CONSENSO nell'educazione. Sapere non è sufficiente, bisogna educare! Un tale approccio apre uno spazio di libertà, luogo privilegiato della prevenZlOne. Possano queste poche righe illuminare i responsabili dei governi per ottimizzare l'utilizzo delle risorse sia sul piano della promozione dei prodotti che della gestione dei rischi di malattia in Wla dimensione etica! VII - LIMITI E DIFFICOLTÀ DELLE RACCOMANDAZIONI ALLA MODERAZIONE 7.1 Difficoltà e limiti delle raccomandazioni. La variabilità genetica del corredo degli individui in alcol deidrogenasi (principale enzima responsabile del metabolismo dell'alcol) spiega la diversità della tolleranza all'alcol. Le circostanze delPalcolizzazione, Pinterazione etanolo-nutrimenti complicano il compito dei medici in un processo scientifico biomedico. In un'ottica bio-psico-sociale, la ripetizione delle situazioni di incomunicabilità, che bisogna allora mettere in evidenza, può condurre ad un comportamento di eccesso responsabile del logorio o della dipendenza. Anche i risultati degli studi medici, epidemiologici o biologici sono limitati nel loro contributo alla questione posta. Nondimeno molte istanze mediche famlo delle raccomandazioni con una grande pludenza in ragione della complessità umana. 7.2 Le raccomandazioni. A seconda che si sia medico, produttore o negoziante, abbiamo la tendenza a raccomandare delle quantità di vino più o meno grandi. In assenza di dati più precisi tanto sul ruolo protettivo dei derivati non alcolici del vino, quanto sugli effetti nocivi di dosi più grandi di alcol sulle cellule umane (produzione di radicali liberi), gli organismi ufficiali danno delle indicazioni, espresse in grammi d'alcol per giorno, che possono apparire ad alcuni un po' limitativi. Tuttavia: - nel Regno Unito, PAccademie Royale de Médécine conviene che non esistono prove sufficienti per dichiarare categoricamente la quantità d'alcol da consumare in tutta sicurezza dall'individuo. I giudizi sulla sicurezza poggiano in effetti sulla combinazione vulnerabilità individuale e circostanze nelle quali la bevanda alcolica è consumata; - in Francia, malgrado le forti reticenze influenzate dal potere dell'alcologia, PAccademie N ationale de Médécine raccomanda da tre a cinque bicchieri di vino per Puomo, e da 1,5 a 3 bicchieri di vino per la donna. Questi dati sono variabili in funzione dell'attività fisica dell'individuo e della sua razione calorica. 49 IL CONSENSO 50 Sembra tuttavia che le dosi considerate moderate si ritrovino simili da un paese all'altro. Queste cosiddette dosi moderate si basano su lavori scientifici che calcolano dei rischi molto deboli di scatenare lilla patologia, in particolare quella epatica. Esse prendono in considerazione la suscettibilità genetica legala al sesso. Le donne sono più sensibili all'effetto dell'alcol perchè meno equipaggiate in alcol deidrogenasi. Queste raccomandazioni non possono non tenere conto della suscettibilità e della vulnerabilità individuale. Nel Regno Unito, la Reath Educational Authority considera che le misure ragionevoli sono di 24 grammi di alcol al giorno per l'uomo e di 16 grammi per la donna. Tra 24 e 57 grammi al giorno per l'uomo e tra 16 e 40 grammi al giorno per la donna, il consumo è considerato rischioso. Al di là di questi limiti il consumo diventa pericoloso. Basandosi sull'organo più sensibile all'alcol, cioè il fegato, l'American Council on Science and Realth indica che delle dosi inferiori a 24 grammi al giorno per l'uomo e 16 grammi al giorno per la donna sono poco rischiose. Da 24 a 60 grammi al giorno per l'uomo e da 16 a 40 grammi al giorno per la donna, il rischio è moderatamente accresciuto. Al di sopra di 80 grammi al giorno per l'uomo e di 40 grammi al giorno per la donna il consumo diventa pericoloso. Ricordiamo che la dose a partire dalla quale l'alcol è metabolizzato sotto forma di calore è di 45 grammi al giorno mettendo in gioco il sistema MEOS che apre la via alla perossidazione e alla degenerescenza cellulare. In un approccio biomedico, l'epidemiologia ci informa degli effetti favorevoli o deleteri. Essa chiarisce le nostre scelte e suscita altre interrogazioni. I complessi fattori dell'atto alimentare devono incitarci a prendere in considerazione degli studi più dettagliati in lill'ottica bio-psico-sociale. 7.3 Tenuto conto dei processi operanti nella determinazione dei comportamenti di eccesso, sapere non è sufficiente, è necessario educare. L'approccio bio-psico-sociale che sostituisce l'approccio biomedico è in conformità con la definizione di salute dell'O.M.S.: "Stato di una persona non solamente indenne da malattia o infermità, ma caratterizzato da un certo stato di benessere fisico mentale e sociale." Condurre l'uomo a prendere decisioni responsabili di fronte ai rischi e alle sollecitazioni dell'ambiente poggia soprattutto sullo sviluppo e il rafforzamento delle sue capacità di analisi dell'ambiente e sullo sviluppo della sua attitudine a gestire queste informazioni attraverso una educazione correttamente fondata. Imparare a bere con discernimento e modera- IL CONSENSO zione fa parte dello sviluppo e dell'educazione dell'individuo. VIII - SOLUZIONI INTERNAZIONALI 8.1 L'O.M.S. Gli obiettivi strategici del plano europeo di lotta contro l'alcolismo definiti a Copenaghen daIPO.M.S. precisano la necessità di: - rafforzare nei settori della produzione e della distribuzione le pratiche che favoriscono la prevenzione dei danni legati all'alcol, - instaurare degli ambienti favorevoli alla salute che rafforzino la motivazione e la capacità dell'individuo di evitare pratiche pericolose in materia di alcol, rafforzare l'appoggio del potere pubblico a favore delle pratiche di consumo moderato di alcol attraverso programmi educativi. 8.2. L'O.I.V. L'OJ.V. ha adottato, all'unanimità degli Stati membri, la Risoluzione CEno 3/93 durante la sua Assemblea Generale di San Francisco nel 199~. Attraverso questa risoluzione PO.LV.: - desidera che si faccia una riflessione sui livelli di consumo moderato, - incoraggia vivamente i Paesi membri a favorire le condizioni che rinforzino le motivazioni e le capacità delPuomo e di evitare pratiche dalU10se in materia d'alcol, - suggerisce che le campagne di lotta contro gli abusi di bevande alcoliche non siano impennate sulla soppressione generale del consumo (proibizione) ma sull'educazione allo scopo di responsabilizzare gli individui, in particolare i giovani, nei confronti di loro stessi e della società. 8.3 Le iniziative private internazionali. In aggiunta a queste informazioni, alcune grandi società private, come il gruppo Portman del Regno Unito e il gruppo Amsterdam per l'D.E. o ancora Difa Forum per la Germania, Aware per gli Stati Uniti, hanno intrapreso diverse Ì1nziative di educazione o di comunicazione sulla moderazione e la sicurezza. L'esperienza più completa in questo settore è senza dubbio quella del Québec dove la Societé des Alcools du Québec ha fmanziato, attraverso il Fond Éduc'alcool, uno strumento pedagogico specificamente adattato ai giovani che si iscrivono al programma di sviluppo personale e sociale dell'Istituto di Educazione nazionale del Québec. Le afferenze neuro-sensoriali contribuiscono alla nostra rappresentazione del mondo e alle relazione che noi Ì11trattelnamo con esso. Questa è una delle ragioni che hanno spinto, in Francia, all'educazione del gusto svolta a scuola. Realizzato da qualche arul0 nel quadro dell'Educazione Nazionale, questo programma contribuisce allo sviluppo del linguaggio e allo svi- I 51 IL CONSENSO luppo della personalità del bambino. Resta ancora da precisare l'incidenza di lma tale pedagogia sulla prevenzione del rischio da alcol. CONCLUSIONI Alla luce di quanto detto, diventa fondamentale continuare i nostri lavori per precisare gli effetti benefici del consumo di vino in funzione delle dosi e delle circostanze di assunzione. Il vino è parte integrante di quel complesso atto che è l'alimentazione. Inoltre, l'alimentazrone si effettua durante i pasti, luogo privilegiato dello scambio e dell'educazione. Tra le caratteristiche determinanti dei pasti per la salute, possiamo citare gli orari, la regolarità, il ritmo e certamente l'equilibrio calorico nutrizionale. L'atto alimentare è essenziale. «Può subire delle riduzioni e delle mutilazioni attraverso le costrizioni metodologiche delle discipline che lo studiano» scriveva A. Richards citato da Claude Fischler. Si impone un approccio interdisciplinare in uno spirito di responsabilità e di solidarietà in un quadro di vero partenariato. Il medico, di fronte alla sofferenza generata dalla complessità umana (E. Morin nel 78) non può da solo risolvere tutti i problemi. L'alcologia, e non l'''alcolismologia'', è una di- 52 sciplina decisamente aperta verso le altre tappe della società. Interessandosi a queste questioni, i responsabili e i professionisti della filiera viti-vinicola daranno maggiore significato ai termini dell'Accordo del 29 novembre 1924 che ha fondato l'OJ.V. Esso definisce la sua missione che è, tra le altre: a) riunire, studiare e pubblicare gli insegnamenti atti a dimostrare gli effetti benefici del vino, b) tracciare un programma indicativo dei nuovi approcci scientifici che converrà intraprendere per mettere in evidenza le qualità igieniche del vino e dare risalto al suo nlOlo in qualità di agente contro l'alcolismo. Con il presente rapporto pensiamo di avere contribuito alla comprensione problema. «L'uso, per un uomo cosciente di ciò che fa, eliminerà sicuramente l'abuso più di tutti i regolamenti» disse Jean Trémolières. e Montaigne affermava: «la temperanza e la moderazione non sono la peste della voluttà ma il suo condimento».