ALVAR AALTO
NOTA BIOGRAFICA
A. Aalto 1898-1976
Ugo Alvar Hendrik Aalto nasce il 3 febbraio 1898 a Kuortane nel sud della Finlandia. A. Aalto passa
la sua infanzia ad Alajarvi, un villaggio al limite occidentale della regione più popolata della Finlandia.
Frequenta il liceo a Jyvaskyla
spostandosi poi a Helsinki per frequentare il Politecnico (Tecknilien
Korkeakoulu) dove diventa allievo di A. Lindgren e dove si laurea in architettura nel 1921. I due anni
successivi si occupa di allestire mostre viaggiando molto in Europa Centrale. Nel 1923 a Jyvaskyla apre il suo
primo studio e nel 1925 sposa Aino Marsio, anche lei architetto, con cui ha una proficua collaborazione fino
alla morte di lei nel 1949. Insieme ad Aino, Aalto condusse esperimenti sulla piegatura del legno e questa
ricerca portò negli anni 30 ai nuovi progetti delle sedie di Aalto. Nel 1927 trasferisce il suo studio a Turku
per poi stabilirsi ad Helsinki definitivamente sei anni dopo. Durante il suo soggiorno a Turku partecipa alla
progettazione della mostra per il settecentesimo anniversario della città: è questa il primo esempio di
modernismo in una pubblica expo scandinava. Nel 1928 partecipa al secondo CIAM a Francoforte e nel
1933 fonda con Aino la fabbrica Artek che produce i suoi mobili in legno.
Nel 1939, in occasione della realizzazione del suo Padiglione Finlandese per la Expo di New York,
visita gli Stati Uniti e riceve un incarico di insegnamento al MIT.
Dopo la seconda guerra mondiale Aalto lavora presso il ‘Centro di Ricostruzione’ ai piani territoriali
della Lapponia. Nel 1952, dopo la morte di Aino, sposa Elsa Makiniemi, anch’essa architetto e inizia con lei
una lunga collaborazione.
Dopo una lunga carriera che ha pesantemente influito, attraverso le numerose opere realizzate in
Europa e in America, sul quadro internazionale dell’architettura, quando ancora è attivo nel suo studio,
Alvar Aalto muore nel 1976.
L’INFLUENZA DEL PAESAGGIO NORDICO NELL’OPERA DI
AALTO
La meravigliosa e continua sinuosità della linea delle opere di Aalto, sia che si parli di lui come
designer o come architetto, rimane sempre una costante. Questa morbidezza e pulizia della forma è
inscindibile dalla figura di Aalto perché deriva dall’analisi e acquisizione del linguaggio del paesaggio
nordico che lo circonda da sempre.
Egli si appropria dell’andamento tortuoso dei fiumi nordici e lo ripropone con un linguaggio proprio
sia a livello formale che a livello concettuale. La rilassatezza che si prova nell’osservare uno di questi
paesaggi si può ritrovare nella linea della sedia Paimio che, indipendentemente dalla comodità, esprime
l’attenzione del designer al design naturale. In Aalto la linea è la padrona assoluta della forma e la natura è
sempre presente, soprattutto nell’uso dei materiali.
Il suo pensiero organico nasce quindi da una naturale formazione e non da una contaminazione di
fattori esterni.
La forza e la convinzione nelle proprie motivazioni è altissima e forse proprio per questo egli
afferma la propria organicità in maniera convincente senza forzature; questo è uno degli aspetti che fa di
Aalto una delle figure più importanti del Movimento Moderno.
ALVAR AALTO ARCHITETTO
Nell’immediato dopoguerra la Finlandia è dominata dall’eccezionale personalità di Alvar Aalto.
Viene conosciuto dalla Finlandia e da tutta l’Europa per l’edificio del giornale ‘Turun Sanomat’ costruito dal
’28 al ’30 in corrette e rigorose forme internazionali e subito dopo vince il primo premio nel concorso per il
sanatorio di Paimio .
In quest’opera gli elementi sono quelli canonici: muri intonacati, zoccolo scuro, finestre orizzontali
continue, camere di degenza tutte uguali e ripetute aritmicamente, ma assumono un significato nuovo per
la sapiente rotazione dei corpi di fabbrica e l’obliquità degli attacchi, impiegati per togliere ai volumi la
fissità geometrica e connetterli con il paesaggio. Nei primi edifici moderni l’uso dell’angolo retto serve per
istituire a priori una relazione fra tutti gli elementi, per cui i contrasti possono essere risolti già in sede
geometrica, con il bilanciamento delle linee, delle superfici e dei volumi. L’uso delle oblique avvia invece un
processo opposto: l’individualizzazione e la concretizzazione delle forme, lasciano esistere scompensi e
tensioni equilibrati dalla consistenza fisica degli elementi o dell’ambiente circostante. L’architettura perde
rigore e acquista calore, ricchezza.
Nella biblioteca di Viipuri (1932-35) Aalto affronta un altro complicato organismo distributivo e lo
risolvono in maniera altrettanto originale, variando continuamente le misure e le altezze. Gli ambienti sono
ravvivati dalla varietà dei particolari, sempre elegantissimi:il soffitto in legno ondulato della sale delle
conferenze, il telaio che permette le impugnatura delle porte d’ingresso, il grosso corrimano sagomato
delle scale, le aperture circolari per l’illuminazione dlla sala di lettura.
Nell’edilizia domestica costruisce la propria casa a Helsinki(1937), nel 1938 la grande villa per
l’industriale Gullichsen, detta Marea. Gli organismi sono geometricamente semplici e raccolti ma animati
dalla varietà delle rifiniture, dai materiali spesso impiegati a contrasto fra loro, dai dislivelli, dalla
straordinaria continuità fra architettura e arredamento.
A differenza di altri Aalto non si preoccupa di giustificare il suo lavoro con discorsi teorici e non
scrive volentieri, ma solo il suo talento e la sua straordinaria originalità lo consacrano come uno dei maestri
del movimento moderno.
ALVAR AALTO DESIGNER
Quando nel 1924 Aalto sposò Aino, iniziò gli esperimenti sulla piegatura del legno che durarono
cinque anni. Questa ricerca portò negli anni trenta ai rivoluzionari design delle sedie di Aalto. Dal 1929 si
dedicò a materiali come il laminato di legno e il compensato e cominciò, insieme ad Otto Korhoner
(direttore di una fabbrica di mobili presso Turku), a svolgere delle ricerche sull’impiallicciatura e sui limiti di
deformazione del compensato. Questi esperimenti ebbero come risultato le famose sedie n. 41 (scheda) e
n. 31, altamente innovativo e inserite entrambe come parti integranti del Sanatorio di Paimio.
Questi design segnarono l’avanguardia internazionale una nuova tendenza nell’uso di materiali
come il compensato e fecero di Aalto uno dei maggiori designer del secolo. Il successo commerciale dei
mobili da lui progettati, come gli sgabelli sovrapponibili, portarono Aalto e la moglie a fondare nel 1935 la
fabbrica Artek.
I design di Aalto sono caratteristici per l’uso di forme organiche. Egli credeva fortemente in un
design ‘umanistico’, per questo rifiutò materiali artificiali come il tubolare metallico nei mobili che secondo
lui non si accordava con la condizione umana.
Durante gli anni ’30 e ’40 la sua opera fu molto apprezzata in Gran Bretagna e in America e, quale
fondatore dell’Organic Design, le sue concezioni ebbero una grande influenza sui designer del dopoguerra
come Charles e Ray Eames. Aalto fu anche uno dei primi oppositori dell’alienante estetica del Modern
Movement e dl suo approccio rigidamente razionalista del design.
Aalto credeva che il design non dovesse avere requisiti di funzionalità, ma dovesse anche rivolgersi
ai bisogni psicologici dell’utente e che ciò si potesse ottenere al meglio tramite l’uso dei materiali naturali,
in particolar modo del legno.
I design organici di Aalto non fornirono solo un nuovo repertorio di forme, essi rappresentarono agli occhi
del pubblico la versione accettabile del Modernismo.
L’USO DEL LEGNO E IL METODO DI PIEGATURA
Aalto era convinto che il suo maggiore contributo al design di mobili consistesse nelle soluzioni da
lui apportate al perenne problema dell’incontro tra piani verticali e piani orizzontali. Sviluppata insieme a
Korhonen, direttore della fabbrica di mobili Huonekalu, la messa a punto delle tecniche di trattamento del
legno, egli attua una lunga ricerca.
Sperimentazione e costruzione; due aspetti fondamentali per comprendere il design di Aalto. Egli
realizzerà alcuni pannelli scultorei con listelli di legno piegati ed incollati che illustrano le possibilità formali
della tecnica della piegatura e laminazione del legno. E’ con queste esercitazioni che si affineranno le idee
che caratterizzeranno poi la produzione industriale.
Uno degli aspetti peculiari nei primi mobili di Aalto e specialmente nelle sedute sarà la curvatura
all’attacco delle gambe con il piano orizzontale (sia esso seduta o piano di appoggio). Questa caratteristica
formale è in realtà una semplificazione del processo costruttivo del mobile che proprio grazie alla piegatura
della gamba ne consente il fissaggio al piano orizzontale con tre comuni viti da legno.
Tecnicamente Aalto introduce una novità nel processo di piegatura del legno; la parte terminale di
questa viene incisa con tagli di diversa lunghezza in cui si inseriscono listelli di legno che vengono incollati
sotto la pressione di una forma e controforma curvate.
‘Nel disegno degli elementi di arredo il problema principale da un punto di vista storico e pratico, è
il modo con cui si uniscono tra loro gli elementi verticali ed orizzontali. Io credo che ciò sia assolutamente
fondamentale per dare allo stile un proprio carattere (…) la gamba della sedia è la sorella piccola delle
colonne negli ordini architettonici’.
CASA DEL POPOLO DI JYVÄSKYLÄ
“I nostri antenati continueranno a essere i nostri maestri” (A:A.)
Nel 1924 il giovane Alvar Aalto è a Firenze, tappa obbligata per un viaggio in Italia destinato a
segnare una svolta decisiva nella carriera dell’architetto finlandese. Svolta di ricerca artistica non certo
nuova alla cultura dei paesi nordici, fondata sul mito del Mediterraneo inteso come culla dell’architettura
classica e origine della civiltà occidentale, capace di dar vita a una nuova forma di classicismo: il classicismo
nordico appunto, occasione e ricerca di un incontro immaginario tra il Baltico e il Mediterraneo.
Secondo quest’ottica la casa del popolo di Jyväskylä è un concreto esempio di cultura italiana
trapiantata in una cittadina nordica. L’edificio, ispirato alla tipologia del palazzo rinascimentale italiano,
viene inteso da Alvar Aalto come opera d’arte totale, svincolato dal contesto urbano che lo circonda e
progettato sin nei minimi dettagli d’arredo e d’illuminazione.
Posta all’angolo di un incrocio viario, la Casa del popolo presenta facciate differenti tra loro, quasi
fossero state trattate per essere guardate autonomamente, connesse esclusivamente da un colonnato
dorico con campate di luce leggermente differenti tra loro, che corre lungo l’affaccio stradale dell’edificio.
Al suo interno trovano luogo la sala del teatro per quattrocento posti, caratterizzata dall’incurvatura del
muro del palcoscenico e della galleria, le sale per il caffè, i servizi igienici, i locali di servizio e un ristorante.
Ma è nella curva della galleria prorompente nello spazio del foyer che Alvar Aalto ricorre ancora e con più
evidenza a una citazione memore del suo soggiorno fiorentino. Lungo la curvatura della parete spicca infatti
una caratteristica decorazione bicroma che prende inevitabilmente a modello il sacello Rucellai di L..B.
Alberti tra il 1461 e il 1467 e custodito in S. Pancrazio a Firenze. Modello inevitabilmente distorto da Aalto,
costretto a misurarsi con la curvatura di un’ampia superficie sulla quale però ricalca alla lettera gli intarsi
marmorei circolari posti al centro dei riquadri policromi del sacello albertiano. Un marcato dialogo con la
storia e con il suo grande deposito di esperienza finisce così per caratterizzare quest’opera giovanile di
Alvar Aalto al punto che, nel progetto per la Casa del popolo di Jyväskylä, la reinterpretazione di un modello
del passato riesce a trasformarsi in un metodo compositivo nuovo e inconsueto.
SANATORIO DI PAIMIO
“Un’architettura veramente funzionale deve essere
funzionale dal punto di vista umano” (A:A.)
Il canone linguistico dell’architettura “organica” viene generalmente distinto dall’architettura
razionale opponendo tra loro i termini di realismo e idealismo, naturalismo e tratto stilistico, tradizione e
innovazione, forme regolari a forme irregolari, geometria chiusa e rigorosa a forme dinamiche in continuo
divenire. Il tutto per descrivere un codice stilistico caratterizzato da una forte tendenza verso forme libere,
regolate dalle leggi di natura e realizzate con un’infinita varietà di ricchezza di materiali. Si è soliti
suddividere l’opera di Aalto in due episodi: quello del costruttivismo e quello dell’organicismo. Al primo
appartengono quelle opere in cui al tipico classicismo nordico viene affiancata una ricerca tecnologica
ispirata al funzionalismo; al secondo le opere in cui il dialogo con la natura e la ricerca di vita armonica
assumono un ruolo fondamentale nella nascita del progetto.
Il sanatorio di Paimio viene a trovarsi nella linea di confine che separa i due periodi della carriera di
Alvar Aalto. Se per un verso, infatti, il sanatorio risponde ai requisiti tipici di un’architettura funzionale
(corretta distribuzione planimetrica, illuminazione naturale e artificiale e ricambio dell’aria). Tre corpi di
fabbrica lineari si snodano liberamente tra loro definendo rispettivamente gli spazi riservati alle camere di
degenza, alle sale da pranzo, alle cucine e ai servizi. L’edificio si adatta all’andamento del suolo e ricerca il
massimo sfruttamento dell’orientamento eliotermico (la mattina glia mmalati si trovano nel lato più caldo,
mentre nel pomeriggio, con il calare del sole verso ovest, è previsto il loro spostamento in un altro edificio
rivolto in tale direzione).
Il progetto di Alvar Aalto non si è fermato alla definizione dei volumi esterni, ma è sceso di scala
spingendosi sino al disegno dei mobili, degli arredi fissi e di ogni minimo dettaglio, offrendo proprio in
questa dimensione una lezione nella ricerca di un miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
BIBLIOTECA DI VIIPURI
“Il problema principale da risolvere nel caso di una
biblioteca è quello relativo all’occhio umano . Una
biblioteca può essere ben costruita e tecnicamente
funzionale anche se questo problema non è affatto
risolto; ma, sul piano architettonico, non sarà risolta
prima di aver affrontato in modo soddisfacente la
principale funzione umana che si esercita in tale edificio,
la lettura.” (A:A.)
Sulla pianta della biblioteca e sul progetto in generale ha influito direttamente il cambiamento di
localizzazione. Il primo progetto basato sulle planimetrie di concorso, era studiato per il sito originale, ma
quando la lunga discussione sulla localizzazione della biblioteca finalmente arrivò alla situazione attuale,
Aalto vide possibilità di migliorare la propria opera e si sentì libero da condizionamenti esterni. I vantaggi
della nuova localizzazione erano due: i due parchi di caratteristiche molto diverse e la strada. Tali elementi
rendevano possibile il raggruppamento delle parti principali dell’edificio senza contraddizioni interne o
esterne. Le variazioni di livello permisero inoltre la collocazione degli ingressi a quote diverse, permettendo
soluzioni normalmente impossibili.
Il progetto è formato da due parti principali: la biblioteca vera e propria con i vari settori e, d’altra
parte, il settore riservato alle attività sociali: la sala riunioni, circoli e clubs.
Nell’esaminare le due parti le due parti principali si comprende come richiedano soluzioni
architettoniche e tecniche molto diverse. Tutte le sezioni della biblioteca propriamente detta sono
indipendenti tra loro e costituiscono la parte centrale dell’edificio.
Questa è destinata a custodire e conservare i libri, ed è anche il luogo dove libri e pubblico si
incontrano, perciò questa parte centrale ha carattere protettivo e chiuso.
La parte dell’edificio riservata alle attività sociali, destinata alla propaganda letteraria e
all’educazione sociale, la sala conferenze, etc… hanno un carattere più aperto a struttura leggera. Nella
parte precedente il fattore decisivo era l’occhio, qui è l’orecchio.
CENTRO CIVICO DI SAYNATSALO
“Ho utilizzato la corte chiusa come motivo principale
perché in qualche modo misterioso, essa risveglia l’istinto
sociale” (A.A.)
La teoria dell’ambientazione ha come presupposto che un edificio sorga in armonia con ciò che gli
sta intorno.
Escluse alcune opere giovanili ispirate ad un marcato linguaggio classicista, la corrispondenza tra
forma architettonica e paesaggio naturale contraddistingue l’intera opera di Alvar Aalto al punto da
divenirne una costante. Il rapporto con il sito articolato in forma di dialogo e l’uso sapiente dei materiali
locali sommati a una certa libertà espressiva portano, infatti, ad assimilare le architetture di Aalto con i
manifesti più rappresentativi della corrente scandinava del “neoempirismo scandinavo” movimento sorto
nel Nord Europa a partire dal 1930 e caratterizzato da un rifiuto del funzionalismo centroeuropeo al cui
rigore contrappone una ricerca della qualità della vita ispirata al recupero di certi valori psicologici e umani.
Tra questi viene a rivestire un ruolo fondamentale il recupero di determinati ideali democratici, base di ogni
aspirazione collettiva e individuale, sintetizzabili nella costruzione di un edificio pubblico. Alvara alto,
sommando un’attenta lettura del sito al ripristino della tipologia a corte centrale, conferisce al Centro civico
di Saynatsalo quella monumentalità propria dei municipi del passato.
L’edificio si presenta come una corte chiusa le cui ali laterali fungono da contenimento dei dislivelli
del terreno circostante. Lo spazio al centro della composizione viene a configurarsi come una piazza civica
al cui livello si trovano la biblioteca e gli uffici comunali e da cui ha origine il lungo percorso che porta alla
sala consiliare, percorso che nella sua sinuosità riassume l’andamento del pendio su cui sorge il municipio e
che ha come traguardo finale l’ingresso nella sala consiliare, alta diciassette metri e rivestita, come tutto il
complesso, di mattoni a vista.
L’edificio per la semplicità dei materiali da costruzione utilizzati e per la connessione dei suoi
volumi, si presenta come una dlle migliori sintesi tra l’adattamento a un paesaggio naturale e l’invenzione
di un paesaggio artificiale.
CARRELLO PORTAVIVANDE
“Una soluzione deve avere una ragione umana…” (A.A.)
1936
Anelli laterali in betulla lamellata e curvata; piani ricoperti in linoleum; ruote in legno laccato con
bordo in gomma.
Dimensioni cm 56.5 x 88 x 47.5.
Il modello originale prevedeva i piani e le ruote in betulla al naturale.
SGABELLO CON GAMBA AD X
“La gamba della sedia è la sorella piccola delle colonne nell’ordine
architettonico” (A.A.)
1954
Sedile in compensato con impiallacciatura in tek; gambe formate da un fascio di legni segati, curvati
ed incollati assieme
Dimensioni cm. 45x45x45.
“Quest’invenzione permette di realizzare un collegamento di elementi di legno ricurvi, tale da originare,
attraverso la piegatura una forma allargata utilizzabile per precisi scopi tecnici”1
1) Stralcio della relazione di brevetto del procedimento di curvatura, incollaggio e combinazione dei singoli elementi di
legno, modello 1954. In W. Blaser, Il design di Alvar Aalto,Electa, Milano 1981.
SGABELLO CON GAMBA AD Y
“ …il miglior comitato di standardizzazione esistente al mondo è la
natura stessa…” (A.A.)
1946-47
Sedile in rotang; gambe composte ciascuna da due pezzi di legno massello di faggio al naturale
intagliati e curvati ad un’estremità.
Dimensioni cm 44 x 42 x 44.
“Il piede si divide in due direzioni e delle impiallacciature vengono introdotte e pressate in
curvature omogenee”1
1) In W. Blaser, Il design di Alvar Aalto,Electa, Milano 1981.
RIFERIMENTI ICONOGRAFICI
ESEMPI DI SGABELLI
ESEMPI DI SEDIE
SEDIA 46, 1946-47
SEDIA 46, PARTICOLARE DEI BRACCIOLI
SEDIA, 1935-36
LEGGIO 112C, 1935-36
PARAVENTO, 1933-36
INTERNI SANATORIO DI PAIMIO
BIBLIOTECA VIIPURI, 1930-35
PARTICOLARE DEL SOFFITTO DELLA SALA CONFERENZE
PARTICOLARE DELLA SCALA DELLA SALA CONSULTAZIONE
SCHIZZI DI STUDIO DEL SOFFITTO DELLA SALA CONFERENZE
BIBLIOTECA OTANIEMI, 1964
PARTICOLARE DEI PANNELLI DIVISORI IN BETULLA
BIBLIOTECA DI SEINAJOKI
BIBLIOTECA DI ROVANIEMI