43 Il “parente” di Aarau IL CAFFÈ 27 ottobre 2013 Il 56enne Simon Gerber, di Aarau, è l’unico svizzero finora ad aver fatto “coming out” ammettendo di essere “parente” di Ötzi. Il test genetico della iGenea di Zugo, infatti ha accertato lo stesso gruppo sanguigno, la stessa rara presenza dell’aplogruppo G e ha pure la stessa allergia al lattosio. Il manager argoviese, scovato da 20Minuten, ha riunito la famiglia per una visita al bisbisnonno al Museo archelelogico di Bolzano. La scienza Genetica e antropologia TRA ‘ VIRGOLETTE Innsbruk AUSTRIA Ötzi N Similaun Brunico Merano Bressanone I TA L I A Bolzano SIAMO TUTTI IPOTINI DELL’UOMO DI GHIACCIO Q © Museo Archeologico dell’Alto Adige LE ORIGINI “È solo il passato a dirci cosa siamo diventati oggi” entre tutti rimangono affascinati e stupiti dalle informazioni che Ötzi, a 5000 anni di distanza, è capace di offrire, per il mondo scientifico rappresenta solo un tassello della conoscenza dell’evoluzione umana. “Intendiamoci, una ‘mummia umida’ come quella dell’uomo di Similaun offre possibilità d’analisi eccezionali dice Filippo Rampazzi direttore del Museo cantonale di storia naturale di Lugano -. Verrà studiato ancora per anni, da un punto di vista scientifico è un’autentica miniera”. Una fonte inesauribile di dati, anche grazie al continuo aggiornamento delle tecnologie che permettono ormai delle datazioni fino a ieri impensabili. “Col carbonio 14 effettivamente si possono ottenere della datazioni assolute su reperti degli anni più vicini - spiega Rampazzi -. E quando parlo di anni ‘recenti’ parlo degli ultimi 5mila anni, che si possono accertare per mese, anno. Ma su certi M chiè uando il faraone egiziano Cheope fa costruire l’omonima grande Piramide, Ötzi riposava già da 600 anni sotto un manto di neve e ghiaccio. Eppure dopo 5mila anni la “mummia umida” più famosa al mondo scopre di avere dei bis-bis-bis nipoti e almeno una ventina di questi sono svizzeri. Tutto grazie ad una piccola ferita rilevata sulla mano della salma preistorica ritrovata nel 1991 sulle Alpi Venoste, al confine tra Italia e Austria. Da un reperto antropologico dell’uomo del Similaun - questo il nome scientifico, anche se per tutti è stato ribattezzato Ötzi - sono stati raccolti altri elementi, campioni di tessuto cicatrizzato intorno a quella piccola ferita. Analizzati dall’Istituto di medicina legale dell’università di Innsbruck con tecnologie fantascientifiche, in grado di rilevare sostanze dello spessore di pochi atomi, sono stati individuati dei globuli rossi. Dal più antico sangue umano mai osservato alla ricostruzione della sequenza del genoma e del suo Dna mitocondriale, quello che Ötzi aveva ereditato dalla madre, il passo è stato breve. “Breve fino ad un certo punto, ma la fortuna è stata riscontrare la presenza dell’aplogruppo G nel cromosoma Y - spiega al Caffè Joëlle Apter, biologa genetista ed antropologa della iGenea, il laboratorio di Zugo in grado di effettuare il test del patrimonio ereditario -. Un gruppo piuttosto raro, che rende quindi più ‘facile’ individuare gli eventuali discendenti dell’Uomo di ghiaccio. Infatti abbiamo scoperto, finora, l’esistenza di 22 cittadini svizzeri ‘parenti’ di Ötzi”. Una ricerca parallela a quella dell’Istituto di medicina legale dell’università di Innsbruck, realizzata dal professor Walther Parson che ha analizzato 3.700 donatori di sangue di sesso maschile. Stabilito il luogo di nascita e la storia della propria famiglia, scartato chi era proveniente da Paesi troppi lontani o erede di famiglie con incroci genetici complessi, solo19 sono risultati portatori della stessa mutazione genetica di Ötzi. Tutti quelli potenzialmente suoi parenti sono risultati abitanti tra Tirolo, Alto Adige e Svizzera. Attualmente conservato al Museo archeologico dell’Alto Adige di Bolzano, l’uomo venuto dal ghiaccio continua, dunque, a fornire un quadro mai tracciato prima d’ora della vita quotidiana e dell’aspetto di un abitante delle Alpi vissuto oltre 5000 anni fa. Come in un profilo tracciato nella fiction C.S.I. di Ötzi si sa tutto: era un cacciatore sui 46 anni alto meno di 160 centimetri, con gli occhi marroni, che aveva mangiato carne di stambecco prima di essere ucciso, era intollerante al lattosio, aveva contratto la malattia di Lyme o borellosi (comune nelle foreste e nei cervi), soffriva di artrite e il suo gruppo sanguigno era di tipo “0”. Assodato, ora, che i suoi nipotini sono svizzeri, resta da scoprire se tra i “parenti” figu- © Museo Archeologico dell’Alto Adige rano dei ticinesi. “Non li abbiamo ancora contattati tutti, e naturalmente per la privacy solo gli interessati possono dichiarare la loro ‘parentela’ - dice Joëlle Apter -. Tra loro, comunque, ci sono grigionesi e anche degli italofoni. Ma la cosa curiosa è che ora, grazie alla mappatura genetica che abbiamo, basta un test del patrimonio ereditario da 239 franchi per scoprire se si è discendenti di Ötzi”. [email protected] Q@EzioRocchiBalbi EZIO ROCCHI BALBI oggetti, manufatti in legno, ad esempio, già li si poteva datare con la dendrocronologia, un po’ come con le tracce lasciate dagli anelli nei tronchi”. Il millenario Ötzi si ritrova così ad essere un “teen ager” rispetto ad altri reperti decisamente più anziani. “I fossili sono certamente più datati aggiunge divertito Rampazzi -. Basta pensare che quelli ritrovati nei nostri campi di scavo sul Monte San Giorgio, che non a caso è considerato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, risalgono a 240 milioni di anni fa”. Per quel tipo di organismi la precisione “anagrafica” diventa meno certa. “In questi casi, che possono essere osservati al nostro Museo dei fossili di Meride le sequenze si misurano in milioni di anni - conclude il direttore -. Ma anche così abbiamo modo di studiare l’evoluzione degli organismi, perchè siamo sì sempre più proiettati nel futuro, ma è il passato che ci dice cosa siamo oggi. Il passato almeno è certezza”. l’età il profilo i tatuaggi Secondo la datazione al radiocarbonio l’Uomo del Similaun, una delle mummie “umide”più famose del mondo, è risalente ad un’epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C. (Età del Rame). Alto 1,59 metri, aveva 46 anni e occhi marroni. Aveva mangiato carne di stambecco prima di essere ucciso, era intollerante al lattosio, soffriva di artrite, e il suo gruppo sanguigno era di tipo “0”. Ötzi aveva il corpo pieno di tatuaggi; ben 36 segni fatti di punti e linee, incisi nella pelle e marcati con la cenere. Secondo alcuni studiosi sono molto vicini ai punti di pressione della medicina orientale. Una ricostruzione Ecco come doveva apparire Ötzi a 46 anni, età della sua morte #+ / "1) /4#. $ $/ % $ $%' . $' ,/ %% $ $%'$ *$ " -$ %'$ * $ '$ *$$/ $ / ' $' ' % *$0 0 / $ $/ , " - #! / "1) /4#. $ $%% " '' # $ " ' $ "'' %" )1!( $ , * '' 00 "+ *$ -- ( )**" ")3" '# $4%# //+ 4 222&0) *-1& " % $ "$"