l`eta` della catastrofe: l`avvento dei totalitarismi

L’ETA’ DELLA CATASTROFE: L’AVVENTO DEI TOTALITARISMI. IL FASCISMO ITALIANO. 1925-1928
M. Salvadori: Le caratteristiche dei fascismi (M. Salvadori, Storia dell’età contemporanea, Loescher, Torino 1990, pp. 654-667.)
1926-1929: IL “MONOPOLIO POLITICO” : LA COSTRUZIONE DELLO STATO “TOTALITARIO”
CRONOLOGIA 1925-1928: leggi “fascistissime” [24 dicembre 1925: legge sulle prerogative del capo del governo; 31 gennaio 1926: legge sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme
giuridiche; 5 novembre 1926: istituzione del Tribunale speciale per la sicurezza dello stato e reintroduzione della pena di morte; 6 novembre 1926: legge liberticida sulla pubblica sicurezza e
istituzione del confino di polizia; 9 dicembre 1928: legge sulle attribuzioni del Gran Consiglio del Fascismo]; 1925: manifesto degli intellettuali antifascisti; 1926: creazione dell’OVRA (Opera
Vigilanza Repressione Antifascismo); politica deflazionistica (quota 90); 1927: Carta del Lavoro; 1928: legge elettorale (elezioni plebiscitarie su lista unica da approvare o respingere);.
Controllo centralizzato
dell’amministrazione dello stato (cariche
elettive sostituite da nomine del partito)
Rafforzamento
dell’esecutivo
Trasformazioni
politico istituzionali
Leggi
“fascistissime”
Svuotamento del
potere legislativo
Emigrazione degli antifascisti
COSTRUZIONE DEL
REGIME TOTALITARIO
Controllo
sociale
Istituzione OVRA e
Tribunale speciale
Politica educativa
Leggi antisindacali
corporativismo
Controllo
dell’economia
(’26-’29)
Consenso dei
ceti medi
Politica monetaria
(quota ’90)
Carta del
lavoro
Soppressione
libertà civili e
politiche
Persecuzione
dell’antifascismo
Organizzazioni giovanili
paramilitari
Consenso degli
imprenditori
Magistratura
del lavoro
Battaglia del grano
Ruralizzazione della
società
Bonifica integrale
Lavori pubblici
Diminuzione della
disoccupazione
L’antifascismo in Italia
L’opposizione silenziosa di alcuni intellettuali
Il percorso di costruzione dello Stato totalitario fascista:
Svolta del 1924:
1. Revisione della legge elettorale (Legge Acerbo, novembre 1923)
2. Elezioni del 1924 (brogli e violenze)
3. Assassinio di Matteotti
1925-1928: smantellamento dello Stato liberale attraverso le leggi fascistissime e costruzione dello Stato totalitario.
A. Viene cancellato l’equilibrio fra i poteri dello Stato (modifica dello Statuto albertino del 1848 – costituzione flessibile):
1. Rafforzamento dell’esecutivo: il Duce, rafforza i propri poteri diventando capo del governo: sceglie e destituisce i ministri, non dipende più dalle maggioranze parlamentari
(meccanismo della fiducia), è responsabile solo di fronte al re, nomina le autorità locali che cessano di essere elettive (i sindaci sono sostituiti dai podestà;
l’amministrazione è centralizzata)
2. Svuotamento delle prerogative del legislativo: il governo legifera attraverso decreti-legge; con la legge elettorale del 1928 (istituzione delle elezioni plebiscitarie) il
Parlamento non è più democraticamente eletto, ma nominato (gli elettori possono approvare o rifiutare in blocco un’unica lista, i cui membri sono scelti da Gran Consiglio
del fascismo).
3. Sottrazione delle competenze al potere giudiziario: istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, che funziona come un tribunale militare e giudica per un
reato indeterminabile come quello di aver “concorso a sminuire il sentimento nazionale”. Il Tribunale di fronte al quale le garanzie dell’imputato sono ridotte al minimo
poteva comminare la pena di morte o il confino di polizia (cioè l’obbligo di residenza in luogo poco accessibile e sotto stretta sorveglianza).
B. Viene realizzato un rigido sistema per il controllo sociale in vista della fascistizzazione della società:
1. Rimodellamento delle relazioni industriali: abolizione dei sindacati sostituita dalle corporazioni (terza via), che raggruppano padroni e operai di ciascun settore produttivo. I
diversi interessi sociali sono mediati all’interno di istituzioni pubbliche, che di fatto aboliscono la conflittualità e realizzano efficacemente il controllo sociale. (NB 1939: la
Camera dei deputati viene abolita e sostituita dalla camera dei Fasci e delle corporazioni, nominata congiuntamente dai vertici del sistema corporativo e da Gran Consiglio:
il potere politico supremo non rappresenta più i cittadini, ma lo Stato come organizzazione politica fascista).
2. Soppressione della libertà di stampa, associazione e insegnamento: ammessi solo i giornali controllati dal regime, sciolti tutti i partiti, imposta a tutti i funzionari pubblici
l’iscrizione al PNF.
3. Creazione dell’associazionismo fascista: organizzazioni giovanili e dopolavoristiche hanno il compito di inculcare i valori del fascismo e la disciplina militare alla
società
L’ETA’ DELLA CATASTROFE: L’AVVENTO DEI TOTALITARISMI. IL FASCISMO ITALIANO
1929- 1943: IL MONOPOLIO POLITICO
CRONOLOGIA. 1929. Patti Lateranensi; 1933: creazione IRI e IMI; tesseramento obbligatorio al PNF; 1935: Produzione bellica; 1935: conferenza di Stresa (funzione mediatrice del fascismo);
guerra d’Etiopia; 1936: inasprimento del protezionismo; politica economica finalizzata all’autarchia; intervento dei fascisti nella guerra civile spagnola; Asse Roma Berlino; 1937: nasce il
ministero della cultura popolare; l’Italia aderisce al patto anticomintern.
Irreggimentazione
della gioventù
1. FASCISTIZZAZIONE
DELLA SOCIETÀ
Integrazione
delle masse
Politiche del consenso
(politicizzazione passiva)
PNF e organizzazioni ad esso collegate (ONB, OND, GUF, gioventù del littorio)
Scuola
Patti Lateranensi **
Politiche sociali
Repressione
Politica demografica
Controllo dei mezzi di
comunicazione di massa
Propaganda
OVRA = polizia politica
Rafforzamento dei
capitalisti
Stato imprenditore e
banchiere
2. DIRIGISMO
ECONOMICO
(CRISI’29)
Modernizzazione
autoritaria della
società
Protezionismo
Corporativismo
IRI e IMI
Ripresa
economica
Autarchia (soprattutto dal ’36)
Ministero delle
Corporazioni
** http://www.davidkertzer.com/it/libri/il-patto-col-diavolo
Concentrazione
industriale
3. POLITICA
ESTERA
Investimenti
nell’industria bellica
Fine della politica
di equilibrio
Guerra d’Etiopia
Asse Roma - Berlino