GIAPPONE. DAI SAMURAI A MAZINGA Treviso, Casa dei Carraresi 11 ottobre 2014 – 22 febbraio 2015 DIDASCALIE IMMAGINI 1) Costume per il teatro Nō Giappone, periodo Edo, XIX secolo Seta ricamata e carta dorata, cm. 160 x 140 Milano, Museo delle Culture L'eleganza, il lusso e lo sfarzo dei costumi utilizzati nel Nō rispecchiano appieno la sofisticatezza tutta aristocratica di questa forma di teatro tradizionale giapponese. Si tratta di capolavori di arte tessile, qui impreziosita con il diffuso utilizzo di oro e argento. 2) Scene dal “Romanzo del Principe Splendente” Giappone, Scuola Tosa, periodo Edo, fine del XVII-inizio del XVIII secolo Paravento a sei ante dipinto a inchiostro e colori su carta, cm. 172 x 375 Brescia, Musei Civici d'Arte e Storia Illustra alcuni brani del “Romanzo del Principe Splendente” (Genji monogatari), l'opera letteraria più importante della storia giapponese, scritta tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu. 3 ) Kannon Giappone, prima metà del XIV secolo Legno e rame dorati, pasta vitrea, h. cm. 155 Torino, Museo d'Arte Orientale Questa spettacolare scultura, raffigurante Kannon (in sanscrito Avalokiteśvara), il bodhisattva della compassione e misericordiosità, era collocata originariamente in un importante tempio buddhista giapponese. La figura, elegante e mistica, posa su un elaborato basamento con finale a fiore di loto. Di straordinaria ricchezza l'ingioiellatura. 4) Leone buddhista Giappone, periodo Edo, ultimo quarto del XVII secolo Porcellana invetriata e dipinta, h. cm 42 Trieste, Museo Storico del Castello di Miramare Questa imponente scultura in porcellana è stata realizzata in Giappone esplicitamente per il mercato europeo. Realizzata nelle fornaci ubicate nell'area di Arita (isola di Kyūshū), è stata dipinta con smalti brillanti della famiglia cosiddetta 'Kakiemon'. Oggetti simili ornavano i palazzi aristocratici più importanti d'Europa, come Burghley House in Inghilterra, che ospita una coppia simile a questo fin dal 1688. 5) Servizio da fumo Giappone, XIX secolo Legno laccato e dorato, metallo, cm. 27 x 28 x 18 Milano, Museo delle Culture L'abitudine di fumare venne in auge in Giappone verso la metà del XVI secolo, diffusa dagli europei. Nel periodo Edo i raffinati abitanti delle principali città, sia uomini sia donne, sfoggiavano completi da fumo molto preziosi, come questo esemplare decorato utilizzando insieme diverse tecniche di laccatura e lavorazione dei metalli. 6) Toyotomi Hideyoshi Giappone, metà del XIX secolo Bambola in legno, carta, tessuto, metallo e gofun, h. cm. 39 Università degli Studi di Padova, Centro di Ateneo per i Musei, Museo di Antropologia Le bambole raffiguranti samurai (musha-ningyō) sono solitamente utilizzate per la Festa dei bambini del 5 maggio. In questo caso si tratta di Toyotomi Hideyoshi, il grande condottiero vissuto nel XVI secolo: vestito di armatura sulla quale si sovrappone il giacchino jinbaori decorato con il suo emblema araldico a forma di paulonia (kiri), porta sulla testa il solito copricapo cerimoniale kōburi, mentre sulle spalle tiene arco e frecce. 7) Modello di portantina Giappone, metà del XIX secolo Legno laccato e dorato, carta dipinta, metallo, cm. 29 x 33 x 24 Università degli Studi di Padova, Centro di Ateneo per i Musei, Museo di Antropologia La portantina da donna fa parte di quegli accessori (dōgu) realizzati per accompagnare le bambole nell'occasione della Festa delle Bambole celebrata nel giorno dedicato alle bambine, che ricorre ogni 3 marzo. Come questa splendida portantina, si tratta di riproduzioni in tutto fedeli degli oggetti reali. 8) Beltà femminile Giappone, metà del XIX secolo Bambola in legno, carta, tessuto e gofun, h. cm. 35,5 Università degli Studi di Padova, Centro di Ateneo per i Musei, Museo di Antropologia Questa bellissima bambola raffigura una tipica beltà femminile. Vestita di abiti lussuosi, si ripara da sole o pioggia con un ombrellino, rivolgendo lo sguardo verso l'alto in una posa seducente. Questo genere di bambola si chiama ishō-ningyō, un termine che fa riferimento proprio alla preziosità dei tessuti. n.9) Mazinger Z Jumbo Machinder con Jet Scrander Giappone, Popy, 1973 Plastica e vinile, cm. 60 x 50,5 x 22 Oltre ai Chōgōkin, giocattoli in lega di metallo, la Popy introdusse sul mercato agli inizi degli anni ’70 un altro nuovo standard di giocattolo ispirato ai robot, i cosiddetti Jumbo Machinder, personaggi in plastica antiurto poco dettagliati e minimamente articolati ma di grande scala, con una altezza media di 60 cm. Mazinger Z e il suo jet alato venivano venduti separatamente. n.10) Grendizer e Spacer Jumbo Machinder Giappone, Popy, 1975 Plastica e vinile, cm. 77 x 88 x 34 Se il Jumbo Machinder di Grendizer è discretamente facile da reperire, non si può dire lo stesso del gigantesco Spacer, estremamente raro e ricercatissimo. Il disco venne concepito come veicolo per i bambini che potevano sedersi sulla plancia, facendolo scivolare sulle ruote. Per questo motivo è dotato di manubri. Il robot è estraibile ed era ovviamente venduto separatamente. n.11) Armatura per samurai Giappone, periodo Edo, XVIII secolo Metallo, cuoio e tessuto Collezione privata n.12) Giant Gorg Jumbo Size Giappone, Takara, 1984 Plastica, cm. 60 x 34 x 17 Collezione Piero Delrivo Con Giant Gorg si chiude l’epoca dei jumbo machinder, salvo sporadiche apparizioni nel decennio successivo. È l’unico robot in questa scala ad avere gli occhi luminosi alimentati a batteria. (F. M.) n.13) Kingdan X10 Jumbo Machinder Giappone, Popy, 1973 Vinile, cm. 52 x 27 x 11 Collezione Piero Delrivo n.14) Utagawa Hiroshige: “Il Giardino dei susini a Kameido” (Kameido Umeyashiki), dalla serie ”Cento Vedute dei Luoghi Celebri di Edo” (Meisho Edo Hyakkei), 1857 n.15) Vincent van Gogh (1887) n.16) Utagawa Hiroshige: “Pioggia serale sul ponte Ohashi ad Atake” (Ohashi Atake no Yпdachi), dalla serie ”Cento Vedute dei Luoghi Celebri di Edo” (Meisho Edo Hyakkei), 1857 n.17) Vincent van Gogh (1887)