C`era una volta una scuola e - Circolo Didattico Silvestro dell`Aquila

C'era una volta una scuola e ….
c'è ancora!
Classe Quinta D
Scuola E. De
Amicis
Direzione Didattica Silvestro dell'Aquila
a.s. 2015/2016
Cosa nascondono questi puntellamenti?
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Nel centro storico dell'Aquila c'è un palazzo nascosto da tante
impalcature: è forse il più puntellato della città.
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Cosa nascondono questi puntellamenti?
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Queste impalcature
nascondono uno degli edifici
più cari agli aquilani: la Scuola
Elementare Edmondo De
Amicis.
Questo edificio, con le sue
vicissitudini, ha attraversato la
storia della città dal 1400 ad
oggi.
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Cosa nascondono questi puntellamenti?
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La Scuola De Amicis rappresenta un simbolo ed un elemento di
riconoscimento di una collettività che tra quelle mura ha
trascorso gli anni migliori dell'infanzia.
Le ferite inferte dal terremoto a questa storica scuola hanno
colpito l'opinione pubblica tanto che subito dopo il 6 aprile 2009,
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ci fu il concerto “Amiche per l'Abruzzo”.
Chi l'ha costruita
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L’ edificio, che fino al 6
aprile 2009 ha ospitato la
scuola elementare Edmondo
De Amicis, è stato fondato
nel 1450 da S. Giovanni da
Capestrano come Ospedale
Maggiore dell'Aquila .
Il frate lavorò personalmente
alla costruzione
dell’ospedale come umile
manovale portando pietre e
calcinacci.
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Chi l'ha costruita: San Giovanni da
Capestrano
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S. Giovanni era nato il 24 giugno
1386 a Capestrano, da un
cavaliere tedesco e una nobile
capestranese.
Studiò a Perugia, si laureò e
divenne un magistrato.
In questa città fu eletto
governatore, ma quando Perugia
venne occupata dai Malatesta,
venne rinchiuso in carcere. In
cella decise di abbracciare la fede
cristiana e, uscito, si fece frate
francescano.
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Chi l'ha costruita: San Giovanni da
Capestrano
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Fu un grande uomo di
cultura, ma anche un
guerriero: fu condottiero della
Crociata contro i Turchi che
minacciavano di invadere
l’Europa.
Costruì molti conventi
(anche quello di S.
Bernardino all’Aquila) e
ospedali in tutta Europa. Morì
il 23 ottobre 1456 in Serbia,
durante una terribile
epidemia di peste.
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Perchè fu costruita
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San Giovanni considerava
L'Aquila come la sua vera
patria e sensibile al dolore e
alla sofferenza della gente, si
adoperò per costruire
l'Hospital Grande.
Questo grande ospedale
poteva accogliere fino a 200
malati e prese il nome di San
Salvatore.
L'ospedale San Salvatore
poi diventò la Scuola
Edmondo De Amicis.
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Come era
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San Giovanni volle che il suo
ospedale fosse accogliente e
arioso, convinto che un
ambiente bello poteva
alleviare le sofferenze degli
ammalati.
L'ospedale presentava ampie
camere con grandi finestre e
un giardino con una fontana
per il passeggio dei
ricoverati.
Dell'antico ospedale rimane
la porta che dà su piazza S.
Bernardino dove
sull'architrave figura la scritta
SAR che vuol dire “Salutis 9
Aquilanorum Refugis”
Come era
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All'interno dell'ospedale c'era
una cappella dedicata
anch'essa a S. Salvatore.
Sull'architrave della porta
della cappella si possono
ammirare quattro angeli che
reggono la scritta SAR e un
affresco nella lunetta
dedicato alla “Madonna con
Bambino.
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Quando fu costruita
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Gridaro tucti insieme la
città facciamo bella
che nulla nello regame
non se apparecchie ad
ella.
[Buccio da Ranallo]
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L'ospedale S. Salvatore fu
costruito circa due secoli dopo la
fondazione dell'Aquila
La città era stata fondata nel
1254 per iniziativa degli abitanti
dei castelli del contado che si
erano ribellati ai baroni e
avevano ottenuto
l'autorizzazione del re Corrado
IV di Svevia per costruire una
nuova città.
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Quando fu costruita
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La ricchezza dell'Aquila dipendeva in gran parte dall'allevamento
delle pecore che davano lana, latticini e pelli. La città
commerciava i tessuti con altri prestigiosi centri tra cui Firenze.
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Quando
fu costruita
●
●
Un'altra importante fonte di
ricchezza della città era lo
zafferano.
Prodotto ricercatissimo in
tutta Europa che attirò
all'Aquila molti mercanti
stranieri.
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Quando fu costruita
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Ben presto L'Aquila divenne una città molto ricca e questo
permise la realizzazione di grandi opere, tra cui molti palazzi, la
cinta delle mura per la difesa della città e l'ospedale S. Salvatore. 14
Dove fu costruita
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L'Hospital Grande venne
costruito su una collina, in
una delle zone più belle della
città, nel quartiere di Santa
Maria Paganica.
Esso sorgeva nelle vicinanze
della vecchia chiesa del
Santissimo Salvatore, un
tempo parrocchia del castello
di Poggio Picenze. Di qui
l'ospedale prese il nome di
San Salvatore che mantiene
ancora oggi nel nuovo
edificio.
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Dove fu costruita
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Insieme alla Basilica di San
Bernardino dette grande
valore al Quartiere che era
ancora spopolato ed era
occupato solo da piccole
case ed orti.
Da allora la zona acquistò
importanza e divenne, in
breve, la più rappresentativa
della città.
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Dove fu costruita
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I due bellissimi edifici furono
costruiti nelle vicinanze delle
mura della città, proprio in
corrispondenza di una delle
dodici porte “Porta Leone”
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Dove fu costruita
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Porta Leone deve il suo nome al Capitano Regio Leone Di Cicco
da Cascia, sotto la cui reggenza venne completata la costruzione
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della cinta muraria
I cambiamenti nel tempo
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Nel corso degli anni
l'ospedale continuò ad
ospitare gli infermi aquilani,
nel 1732 ebbe anche una
corsia destinata ai carcerati
malati, protetta da una
cancellata di ferro e da grate
alle finestre.
Nel 1774 ospitò anche i
militari malati che prestavano
servizio presso il Forte
Spagnolo
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Nel 1854 all'interno
dell'ospedale venne aperto
un piccolo lanificio nel quale
lavoravano 11 “trovatelli” e il
ricavato del loro lavoro
serviva a finanziare
l'ospedale stesso.
Nel 1875 l'ospedale fu
trasferito nell'ex monastero di
S. Agnese e il vecchio
edificio fu ceduto alle autorità
Militari per essere adibito ad
infermeria dell'Esercito
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I cambiamenti nel tempo
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Nel 1909 l'amministrazione comunale rilevò il fabbricato e decise di
ristrutturarlo per destinarlo a scuola, mantenendo il nome di San
Salvatore.
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I cambiamenti nel tempo
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Il cortile venne recintato con
cancellate di ferro in modo che
gli alunni dei due sessi non
potessero comunicare durante
gli spostamenti all'interno della
scuola.
Il piano terra e il primo piano
dell'edificio era destinato alle
femmine e il secondo ai maschi.
Anche gli ingressi erano
separati: le femmine entravano
da Piazza San Bernardino e i
maschi da Piazza del Teatro.
Al piano terra c'erano 4 aule, al
primo 15 e al secondo 16. La
scuola ospitava 1339 alunni.
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Ogni classe, con un solo maestro,
poteva ospitare fino a 70 alunni.
Al piano terra si trovavano anche
le palestre, i refettori e la cucina.
L'edificio inoltre ospitava gli uffici
della Direzione e l'abitazione del
custode. Questi doveva vigilare
sulla sicurezza di alunni e
insegnanti.
Durante i lavori di ristrutturazione
venne eliminato il teatro “S.
Salvatore” che si trovava al
secondo piano del palazzo e che
poi fu ricostruito nella piazza
davanti alla Scuola.
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I cambiamenti nel
tempo: i nomi
della scuola
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La scuola mantenne il nome
del vecchio ospedale SAN
SALVATORE fino al 1938,
quando il Ministero la intitolò
a Costanzo Ciano, uomo
politico del tempo.
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I cambiamenti nel tempo: i nomi della
scuola
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Nel 1946 l'edificio cambiò
ancora nome e venne
dedicato a Edmondo De
Amicis educatore e
scrittore.
Nel cortile della scuola si
legge ancora una frase
tratta dal libro “Cuore” ,
considerato il suo
capolavoro: “PICCOLO
SOLDATO DELL'IMMENSO
ESERCITO, I TUOI LIBRI
SONO LE TUE ARMI”.
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La Scuola di una volta
Prima del 1860 le scuole si trovavano solo nelle città o
grandi paesi. Il maestro era spesso un prete e le persone
che volevano imparare dovevano essere ricche per poter
pagare le lezioni.
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La Scuola di una volta
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L'abbecedario di allora era la Santacroce: un telo con l'alfabeto
ricamato.
Si chiamava così perché l'alfabeto era preceduto da una
croce.
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La Scuola di una volta
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Agli inizi del Novecento la scuola
era ben diversa da quella di oggi:
le classi erano molto numerose
ed erano suddivise in maschili
(con un maestro) e femminili (con
una maestra).
Tutti gli alunni indossavano un
grembiule nero con un colletto
bianco. Lunghe strisce bianche,
cucite sul grembiule, indicavano
la classe di appartenenza.
Negli anni 50 al grembiule si
aggiunse il fiocco: blu per i
bambini e bianco per le bambine.
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La Scuola di una volta: l'organizzazione
scolastica
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I bambini andavano a scuola dalle 8.45 alle 12 e poi dalle
14.15 alle 16.15 per sei giorni la settimana.
La lezione iniziava con la preghiera e il controllo, da parte
dell'insegnante, della pulizia di mani, testa e abiti di ciascun
alunno.
Nel mese di gennaio c'erano i primi esami: chi non li superava
doveva ripetere la classe precedente! A giugno c'erano gli
esami finali: chi non era del tutto preparato veniva rimandato a
settembre.
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La Scuola di una volta: le aule
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Le aule della “De Amicis” erano
molto grandi e con soffitti
altissimi e potevano ospitare
fino a 70 alunni.
I banchi erano di legno, a due
posti, in mezzo c'era un piccolo
buco che ospitava il calamaio.
L'insegnante aveva una
cattedra di legno che poggiava
su una pedana, per poter
vedere tutti gli alunni.
La lavagna era di ardesia
sostenuta da un cavalletto di
legno.
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La Scuola di una volta: la didattica
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I maestri erano severi e curavano molto la disciplina, era molto
importante lo studio ma anche l'igiene e la cura della persona
Tra le materie di studio era molto curata la “calligrafia”.
Leggendo una pagella del 1923 scopriamo le materie di studio di
una classe quinta:
Religione, Canto, Disegno e Bella Scrittura, Lettura espressiva e
Recitazione, Esercizi scritti di Lingua, Aritmetica e Contabilità,
Scienze Fisiche e Naturali e Igiene, Nozioni di Diritto e
Economia, Educazione Fisica, Lavori Domestici e manuali,
Disciplina, Igiene e cura della persona.
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La Scuola di una volta: punizioni e premi
Gli insegnanti erano molto severi, infliggevano tante punizioni e spesso
erano gli stessi genitori che li spingevano verso un maggior rigore.
PREMI
PUNIZIONI
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Gli alunni che no rispettavano
le regole ricevevano
bacchettate sulle mani o
scappellotti.
Quando i bambini sporcavano i
quaderni con l'inchiostro o
quando non avevano studiato
venivano messi in punizione
dietro la lavagna o in ginocchio
sui ceci o sui fagioli.
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Ai bambini più meritevoli veniva
data la “coccarda”, un fiocco
tricolore che veniva applicato
sul grembiule. Il bambino la
portava a casa e il giorno dopo
la restituiva.
I bambini delle quarte e quinte
particolarmente bravi venivano
scelti per la guardia d'onore.
Questo incarico durava una
settimana e consisteva prestare
servizio in piedi presso la targa
del generale Diaz.
Un altro premio era il servizio di
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guardia nei corridoi.
La Scuola di una volta: “la cassetta degli
attrezzi”
●
●
Gli alunni avevano
una cartella di
cartone color cuoio
che conteneva
qualche quaderno
con la copertina
nera, il sillabario e
l'astuccio di legno
con dentro una
cannuccia e alcuni
pennini per scrivere.
L'inchiostro veniva
fornito dalla scuola:
la mattina la bidella
riempiva i calamai
situati sul piano dei
banchi.
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La Scuola di una volta: la “refezione”
●
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Gli alunni più poveri avevano diritto alla refezione gratuita.
Durante l'inverno la sala mensa era ospitata in un locale a
piano terra e, nei mesi più caldi, in cortile.
Accanto alla “Sala della Refezione” c'era una grande cucina
con quattro fornaci alimentate da ciocchi di legna. I caldai di
rame erano talmente grandi che venivano manovrati con
carrucole di ferro. Le stoviglie erano quasi tutte di alluminio.
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La Scuola di una volta: la “refezione”
●
●
●
Si mangiavano prevalentemente minestre a base di
legumi, patate e pasta o riso. Il pane era molto scuro e la
carne veniva servita di rado, i dolci mai.
Le razioni consistevano in circa dieci cucchiai di minestra
che copriva solo il fondo delle scodelle!
I lunghi tavoli del refettorio e le panche su cui sedevano
gli alunni erano in legno grezzo. Non si usavano tovaglie.
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Indagine rivolta agli alunni della 5^ D
Dove hai frequentato la
Scuola dell'Infanzia?
●
●
●
Scuola dell'Infanzia San
Bernardino presso l'edificio in
centro (almeno un anno)
Altra scuola
Non so
Alunni
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
San Bernardino
Altra scuola
Non so
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Indagine rivolta ai genitori degli alunni
della 5^ D
Mamma
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Dove hai frequentato la
Scuola Elementare?
●
Scuola Elementare “E De
Amicis”
●
Altra scuola
●
Non so
20
15
10
5
0
E. De Amicis
Altra scuola
Non so
Papà
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
E. De Amicis
Altra scuola
Non so
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Indagine rivolta ai nonni degli alunni
della 5^ D
Nonne
35
30
Dove hai frequentato la
Scuola Elementare?
●
Scuola Elementare “E De
Amicis”
●
Altra scuola
●
Non so
25
20
15
10
5
0
E. De Amicis
Altra scuola
Non so
Nonni
30
25
20
15
10
5
0
E. De Amicis
Altra scuola
Non so
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Intervista ad un nonno
Abbiamo intervistato il nonno di Annagiulia, il sig. Paolo Ferroni,
che ha frequentato la scuola elementare presso la “De Amicis”
negli anni 1950-60.
L'organizzazione
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All'angolo della lavagna, che era molto grande, c'era la
bacchetta usata per i furbi o per quelli che non studiavano. I
banchi erano in legno grezzo.
C'erano classi molto numerose ma separate in classi maschili e
femminili.
La cattedra era poggiata sulla pedana in modo che l'insegnante
potesse guardare meglio i bambini.
C'era il custode che viveva nella scuola. Le aule erano
riscaldate con la stufa a legna.
Fuori dall'aula c'era una targa con il nome di un maestro
durante la prima guerra mondiale.
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Intervista ad un nonno
La mensa
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●
All'epoca c'era tanta fame e per i bimbi più poveri c'era la
refezione (mensa), mentre i figli delle famiglie ricche
mangiavano nelle loro case.
Al posto del latte ai bambini si dava l'orzo con l'acqua.
I bagni
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I bagni erano alla turca.
L'andata a scuola
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I bambini a quei tempi andavano a scuola a piedi.
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Intervista ad un nonno
Gli alunni
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Gli alunni avevano un grembiule nero con un colletto bianco, il
fiocco azzurro e strisce cucite per indicare la classe.
Avevano libri, quaderni con la copertina nera, astuccio di pezza
fatto dalle mamme.
Usavano le penne di legno con il pennino con l'inchiostro
situato nel calamaio ricavato in un buco del banco. La bidella
riempiva i calamai tutte le mattine.
Non si poteva sbagliare: non c'era il bianchetto.
I primi due anni si facevano solo aste e cerchietti per imparare
a scrivere bene.
Fino in terza i bambini non sapevano leggere e scrivere.
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La De Amicis di oggi
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Il terremoto del 2009 ha
lesionato fortemente l'edificio
storico della De Amicis e noi,
alunni, insegnanti e Direzione,
ci siamo trasferiti in questa
nuova struttura, molto
colorata, comoda e sicura.
La scuola è molto cambiata in
questi ultimi anni; orari,
materie, strumenti e didattica
sono ben diversi da quelli che
hanno caratterizzato i periodi
che abbiamo esaminato, ma i
protagonisti siamo sempre
noi: i bambini aquilani!
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La De Amicis di domani
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Abbiamo saputo che stanno per cominciare i lavori di
ristrutturazione dell'edificio in centro. La nuova De
Amicis sarà un edificio bello come sempre, ma sicuro!!
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Ringraziamenti
Si ringraziano il sig. Paolo Ferroni e la maestra Maria Grazia Coletti
per il loro prezioso aiuto.
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Bibliografia
[1] T. Cepparulo, G. Giamberardini, M. Moretti, M. Nardecchia
Marzolo - Una Scuola nel cuore della città
[2] Insegnanti e alunni della De Amicis – Il nostro archivio racconta
[3] F. Jukic, A. Vaccarelli - Sulle ali dell'Aquila
[4] A. Clementi – Storia dell'Aquila
43
Autori
Thomas Accili
Andrea Natale
Gabriella Antonelli
Kristian Ermir Bendaj
Lorena Ioana Berdiu
Alessandro Bologna
Jacopo Buzzelli
Simone Ferrari
Arianna Perinetti
Claudio Prudente
Ilaria Sofia Ranalli
Francesca Sidoni
Simone Specchioli
Matteo Horia Stratulat
Annagiulia Ferroni
Leonardo Giannangeli
Margherita Mazzenga
Giacomo Miconi
Lorenzo Tennina
Letizia Tripodi
Nicole Trombetta
Larisa Bianca Lapuste
Silvia Miconi
Con la maestra Lucia Cassiani
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