RIFLESSIONI SULLA PASQUA Il tempo pasquale suggerisce pensieri di speranza, di fiducia, ma rischia di risolversi in “buoni” sentimenti slegati alla concretezza della vita quotidiana. Pertanto è necessario porre davanti a se stessi i segni che ci aiutino a prendere posizione e a confrontare con il messaggio del Risorto la nostra vita. Un primo segno della Pasqua è un sepolcro vuoto. Di fronte a questo sepolcro noi ci troviamo con le nostre speranze e le nostre illusioni, i nostri desideri e le nostre paure. Di fronte a questo sepolcro noi possiamo fermarci chiusi nel nostro presente, bloccati dalle nostre ideologie. Possiamo dire che quel sepolcro è una allucinazione o che è il frutto di una illusione. Oppure possiamo lasciarci guidare da un annuncio che ci invita a scoprire una dimensione della vita che è radicata nell’oggi ma è aperta ad un futuro nuovo. Vita oltre la morte, creazione nuova, salvezza. Pasqua è andare oltre il sepolcro vuoto. Un secondo segno è un vero corpo che risorge. Una sottile tentazione è legata all’annuncio cristiano: negare il corporeo per esaltare lo spirito. E’ lo gnosticismo. Ma Gesù annuncia la resurrezione a uomini e donne concreti. Il corpo non è un peso dal quale liberarci ma fa parte della persona chiamata a partecipare al Regno di Dio. Il corpo – e tutto ciò che riguarda il corpo- viene consacrato dalla Pasqua. Coscienza e biologia, individualità e relazioni: tutto acquista un senso nell’esistenza di chi pone la sua fede nel Cristo risorto. Non c’è separazione fra misericordia spirituale e misericordia corporale: il corpo è chiamato a risorgere in Cristo. Un terzo segno è la domenica, il giorno uno dei sabati. L’inizio di una nuova creazione, di una nuova epoca della storia della salvezza. “Senza domenica non siamo”. Affermazione che Enzo Bianchi attribuiva alle chiese copte sotto persecuzione. La domenica è qualcosa di diverso da un giorno definito da una norma. E’ il giorno della nuova umanità che celebra in comunità e nella gioia il giorno del Signore. Il tempo è di Dio e in Lui non esiste più paura, non esistono chiusure, non siamo oppressi dal tempo presente. Segni semplici, forse, ma efficaci perché il tempo pasquale possa essere vissuto nel nostro oggi e ci aiuti ad accogliere il domani di Dio.