Fenomenologia del Modello Standard – Prof. A. Andreazza Lezione 9 Le misure di precisione al LEP La lineshape della Z Il LEP ed il Modello Standard • Il Large Electron-Positron collider fu lo strumento successivo all’SPS nello studio del Modello Standard: – LEP-1: energia nel centro di massa ~mZ – Affiancato dallo SLAC Linear Collider: misure con fasci polarizzati. – LEP-2: energia nel centro di massa >2mW • Grande opera ingegneristica: – tunnel di 27 km, • Stesso tunnel riutilizzato da LHC – intenso uso di cavità RF superconduttrici per accelerare i fasci. • Cambiamento di paradigma nell’approccio al modello standard: – Da misure di scoperta a misure di precisione. – Spostamento della 3a grandezza fondamentale da sin2θW a mZ. • Testo di riferimento: – “Precision electroweak measurements on the Z resonance” Physics Reports 427(2006) 257–454 2 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Proprietà della Z: misure di precisione a LEP • Studio del processo e + e − → Z / γ → f f ad energie nel c.m. vicine a mZ. – Propagatore di una particella massiva instabile – Accoppiamenti alla Z: • Distribuzioni angolari • Interferenza Z/γ • Misura della lineshape: – Determinazione di mZ e ΓZ • Misura di luminosità • Calibrazione dell’energia dei fasci – Determinazione del numero di famiglie di neutrini – Stima della massa del top (esempio) • Accoppiamenti ai fermioni e misura di sin2θW: – Asimmetrie forward-backward dei leptoni – Asimmetrie di polarizzazione: polarizzazione dei fasci e nei decadimenti – Rb=Γbb/Γhad: rivelatori di vertice e b-tagging 3 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misure di precisione a LEP: mZ • • Nel Modello Standard le interazioni possono venire descritte da tre parametri: – g, costante di SU(2)L; – g’, costante di U(1)Y; – v, valore di aspettazione del campo di Higgs. Siccome tutte le osservabili sono definite in base a questi parametri, basta misurarne tre, scelte opportunamente, per prevedere i valori di tutte le altre. • In particolare: ( v = 2 2GF e= gg ! ) −1/2 g 2 + g !2 = 174 GeV mZ = • Introducendo come quantità ausiliaria l’angolo di Weinberg θW, definito come: g g ʹ′ = cos θW = sin θW 2 2 2 2 ʹ′ ʹ′ g +g g +g • otteniamo: sin 2 θW cos2 θW = Le quantità note con maggior precisione • Storicamente le quantità che sono state misurate: e2 α= = 1/ 137.035999679(94) 4π GF = 1.166364(5) ×10−5 GeV -2 2 sin θW GeV/c 2 mZ = 91.1876(21) 4 1 2 g + g !2 v 2 πα 2GF mZ2 • ma per avere accordo con quantità misurate con precisione, bisogna tenere conto delle correzione quantistiche, in particolare il running di α: α (m 2 Z α ( me2 ) ) = 0.94072 ± 0.00012 = 128.911± 0.02 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misure di precisione a LEP: sin2θW Fermione 5 Z gL gR (v=)gV=gL+gR (a=)gA=gL-gR ν 1/2 0 1/2 1/2 e -1/2+sin2θW +sin2θW -1/2+2 sin2θW -1/2 u 1/2-2/3 sin2θW -2/3 sin2θW 1/2-4/3 sin2θW 1/2 d -1/2+1/3 sin2θW 1/3 sin2θW -1/2+2/3 sin2θW -1/2 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La sezione d'urto e+ + e- → γ/Z→ f + f • Ad alta energia la annichilazione di elettroni e positroni procede attraverso due processi: k e- p e+ k e- p e+ f γ f f 1 Mγ = −e 2 q f uk 'γ µ v p' v pγ µ uk s σ γff 4πα 2 q 2f = NC 3 s p' f Z k' k' p' numero di colori M Z = − 2GmZ2 ⋅ uk 'γ µ ( v f − a f γ 5 ) v p' 1 DZ ( s ) v pγ µ ( ve − aeγ 5 ) uk propagatore della Z DZ ( s ) = s − mZ2 + imZ Γ Z • e questo lo rende un processo complementare ai precedenti per lo studio delle costanti di accoppiamento alla Z. 6 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Propagatore di un bosone massivo • La regola generica per il propagatore di un bosone vettore è: −ig µν q 2 − mZ2 Z • Per particelle instabili bisogna tenere conto che possiamo descriverle attraverso una massa complessa: m-iΓ/2. • A denominatore quindi abbiamo: 2 2 ! $ Γ Γ 2 2 Z 2 mZ → # mZ − i & = mZ − Z − imZ Γ Z ≈ mZ − imZ Γ Z 2 % " 4 • Quando si calcola il quadrato dell’elemento di matrice, il propagatore dà un contributo pari a: 2 1 1 = 2 2 2 2 2 q − mZ + imZ Γ Z q − mZ + mZ2 Γ 2Z ( ) – per q2 piccolo, è una costante pari a mZ4 – per q2 grande, ha un andamento asintotico 1/q4, come il fotone – presenta una risonanza a q2~mZ2, dove ha il valore massimo 7 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 σ(e+ + e- → γ/Z→adroni) Tristan CESR Doris B-factories PEP Petra σ [mb] LEP √s [GeV] 8 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 LEP Collisore e+e√s=88-94 GeV (LEP-1 1989-1995) √s=130-209 GeV (LEP-2 1995-2000) L =1031-1032 cm-2s-1 9 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esperimenti LEP: ALEPH ALEPH 10 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esperimenti LEP: DELPHI 11 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esperimenti LEP: L3 12 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esperimenti LEP: OPAL 13 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 LEP dal 1989 al 2000 • • Dal 1989 al 2000 LEP ha raccolto una grande quantità di dati Dal 1989 al 1995 ad energie prossime al picco della risonanza ∫ L dt • • ≈ 160 pb−1 ( s mZ ) Misure di precisione: 0.1 % Dal 1996 in poi a luminosità sempre maggiori Lmax ~ 1032 cm-2 s-1 ∫ L dt • Ad – – – ≈ 500 pb −1 ( s > mZ ) 40 000 W+W- energie sempre maggiori per Misura mW Ricerca bosone di Higgs Ricerca particelle supersimmetriche • Luminosità: 14 18 Milioni Z’s dN = σL dt Higgs? Energia: 88 → 209 GeV Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Campione Z → adroni • • • La tabella mostra i dati raccolti dal 1990 al 1995 quando il LEP ha raccolto dati all’energia della risonanza del bosone Z Nella tabella sono riportati i dati relativi ai decadimenti adronici del bosone Z Per la misura della massa del bosone Z i dati più importanti sono quelli raccolti negli anni 1993, 1994, 1995 Anno 90-91 1992 1993 1994 1995 Totale • • Nel 1993 e nel 1995 si sono raccolti dati a 3 energie per ottimizzare la misura della massa Nel 1994 il LEP è stato ottimizzato per l’intensità per raccogliere una elevata statistica per misure di precisione n. punti pb-1 ALEPH DELPHI L3 OPAL 7 14 451 357 416 454 1 25 680 697 678 733 3 35 640 677 646 646 1 50 1,654 1,241 1,307 1,524 3 30 739 584 311 344 154 4,164 3,556 3,358 3,701 LEP 1,678 2,788 2,609 5,726 1,978 14,779 eventi Z → adroni (migliaia) 15 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Campione Z → leptoni Anno n. Punti pb-1 ALEPH DELPHI L3 OPAL LEP 90-91 7 14 55 36 40 58 189 1992 1 25 82 70 58 88 298 1993 3 35 78 74 64 82 298 1994 1 50 190 135 127 184 636 1995 3 30 80 67 28 42 217 Totale 154 485 382 317 454 1638 eventi Z → leptoni (migliaia) 16 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Vari decadimenti del bosone Z 17 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Il processo e+ + e- → f + f • Consideriamo il processo di annichilazione e+ e− → f f ad alta energia s≫4mf2 – trascuriamo tutte le masse dei fermioni f (k’) e-(k) e+ (p) θ f (p’) • La sezione d’urto è data dalla relazione dσ = M 2 4 ( k ⋅ p )2 − me4 dΦ 2 = s 2 (1 0 0 1) s p= 1 0 0 −1 ) 2 ( s k! = 1 sin θ 0 cosθ ) 2 ( s p! = 1 −sin θ 0 −cosθ ) 2 ( k= 2 1 pf dΩ 2 s 4 ( k ⋅ p )2 − me4 ( 4π ) M • che si può particolarizzare in M2 dσ = dΩ 64π 2 s 18 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Elicità e chiralità ad alta energia • Nel calcolare le sezioni d’urto per questo processo, è utile ricordare due punti: 1. tutte le interazioni di natura vettoriale e/o assiale connettono solo spinori con la stessa chiralità: ⎛ W1, µ + iW2, µ ⎞ ⎞ ⎛ν L ⎞ ⎛ν ⎞ g ⎛ W3, µ Y ʹ′ (ν L , eL )γ µ Dµ ⎜ L ⎟ = (ν L , eL )γ µ ⎜ ∂ µ − i ⎜ − ig B ⎟ µ ⎟ ⎜ ⎟ ⎜⎝ eL ⎟⎠ W − iW − W e 2 2 2, µ 3, µ ⎝ L ⎠ ⎝ 1, µ ⎠ ⎝ ⎠ Y eRγ µ Dµ eR = eR ∂/ eR − ig ʹ′ eRγ µ Bµ eR 2 • ψL contiene gli operatori: – di distruzione di un fermione sinistrorso – di creazione di un anti-fermione destrorso • ψ R contiene gli operatori: – di distruzione di un fermione destrorso – di creazione di un anti-fermione sinistrorso 2. per particelle con massa nulla elicità e chiralità coincidono: • Gli stati di destrorso e sinistrorso corrispondono a diverse orientazioni dello spin: • sono stati distinguibili e quindi non danno interferenza nelle sezioni d’urto; • possiamo quindi calcolare separatemente le sezioni d’urto per i diversi stati di chiralità e sommarle alla fine. 19 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Conservazione dell'elicità ad alte energie e- k e- k' e- k e- k' • In processi in canale t: – un fermione entra ed esce con la stessa elicità uRγ µ uR k e- uLγ µ uL k e- • In processi di canale s: p e+ vLγ µ uR 20 p e+ vRγ µ uL – fermione ed anti-fermione hanno elicità opposta – la collisione avviene con Jz=±1 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 e+ + e- → γ/Z→ f + f : tensore fermionico • Nei diagrammi rilevanti per il processo: k e- p e+ k e- p e+ f γ 1 Mγ = e 2Q f uk 'γ µ v p' v pγ µ uk s p' f f Z0 k' k' p' f # 1 − γ5 1 + γ5 & M Z = −4 2GmZ2 ⋅ uk 'γ µ % gL, f + gR, f v $ 2 2 (' p' # 1 1 − γ5 1 + γ5 & × × v γ g + g uk p µ L,e R,e % ( 2 $ ' 2 2 s − mZ + imZ Γ Z 1±γ 5 • i termini v pγ µ 2 uk danno origine, nel calcolo di M 2 , ad un tensore: ! 1 ± γ5 ν 1 ± γ5 $ µν TR,L = Tr # p/ γ µ k/ γ " 2 2 &% ! 1 ± γ5 $ = Tr # p/ γ µ k/ γ ν " 2 &% = 2 "# pµ k ν + k µ pν − gµν ( pk ) ± iε µνρσ pρ kσ $% • e l’analogo per lo stato finale: µν FL,R = 2 #$ k!µ p!ν + p!µ k!ν − gµν ( p!k! ) ± iε µνρσ kρ! pσ! %& 21 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La sezione d'urto e+ + e- → f + f • Il prodotto dei tensori per le 4 differenti combinazioni possibili delle elicità dei fermioni nello stato iniziale e nello stato finale f e- θ e+ Jz = 1 → Jz = 1 M 2 TRµν FR,µν = 16 ( pk" ) ( p"k ) = s 2 ( 1 + cosθ )2 f f e- θ e+ J z = 1 → J z = −1 M 2 TRµν FL,µν = 16 ( pp# ) ( kk# ) = s 2 ( 1 − cosθ )2 e+ J z = −1 → J z = 1 M 2 TLµν FR,µν = 16 ( pp# ) ( kk# ) = s 2 ( 1 − cosθ )2 e+ J z = −1 → J z = −1 f f e- θ f f e- θ M 2 TLµν FL,µν = 16 ( pk# ) ( p#k ) = s 2 ( 1 + cosθ )2 f 22 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La sezione d'urto e+ + e- → γ → f + f • Moltiplicando per le costanti di accoppiamento e lo spazio delle fasi: M2 dσ = dΩ 64π 2 s 1 e 4Q 2f µν = T Fµν 2 2 64π s s α 2 2 T µν Fµν = Qf 4s s2 f e- θ e+ dσ dΩ e+ dσ dΩ e+ dσ dΩ e+ dσ dΩ R,L→R,L α2 2 Q f ( 1 + cosθ )2 4s R,L→L,R α2 2 = Q f ( 1 − cosθ )2 4s L,R→R,L α2 2 = Q f ( 1 − cosθ )2 4s L,R→L,R α2 2 = Q f ( 1 + cosθ )2 4s = f f e- θ f f e- θ f f e- θ f • 23 Le sezioni d’urto per le coppie di dσ elicità “sbagliate”sono tutte nulle: dΩ = R,R→R,R dσ dΩ = L,L→R,R dσ dΩ = R,R→L,L dσ dΩ =0 L,L→L,L Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La sezione d'urto e+ + e- → γ → f + f • La sezione d'urto si ottiene sommando sulle polarizzazioni non osservate dello stato finale e mediando sulle polarizzazioni dello stato iniziale nel caso di fasci non polarizzati dσ = dΩ 1 # dσ % 4 $ dΩ + R,L→R,L dσ dΩ + R,L→L,R dσ dΩ + L,R→R,L dσ dΩ & ( L,R→L,R ' • 10 dσ α 2 2 " = Q f #1 + cos2 θ $% dΩ 4s 1 integrando su tutto l'angolo solido si ottiene la sezione d'urto totale σ [nb] dσ α 2 2 1 " = Q f # 4 + 4 cos2 θ $% dΩ 4s 4 sdσ/d Ω [nb GeV2/sr] dσ α 2 2 1 # = Q f $ ( 1 + cosθ )2 + ( 1 − cosθ )2 + ( 1 − cosθ )2 + ( 1 + cosθ )2 %& dΩ 4s 4 0.1 0.01 2 4πα 2 σ= Qf 3s 24 10 20 30 s [GeV] 40 cos θ Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 e+ + e- → γ/Z→ f + f : propagatori • • Nei diagrammi rilevanti per il processo: k e- p e+ k e- p e+ f γ k' p' f f Z k' p' f "1 + γ5 1 − γ5 % 1 Mγ = e 2Q f uk 'γ µ v p' v pγ µ uk e 2Q f uk 'γ µ $ + v # 2 s 2 '& p' "1 + γ5 1 − γ5 % 1 × v pγ µ $ + u # 2 s 2 '& k # 1 − γ5 1 + γ5 & M Z = −4 2GmZ2 ⋅ uk 'γ µ % gL, f + gR, f v $ 2 2 (' p' # 1 1 − γ5 1 + γ5 & × × v γ g + g u p µ L,e R,e %$ 2 2 (' k s − mZ2 + imZ Γ Z i termini dei propagatori e relative costanti di accoppiamento danno un contributo: e 2Q f 4 2GmZ2 gL(R), f gL(R),e Mγ + M Z ∝ − s s − mZ2 + imZ Γ Z Mγ + M Z 2 = Mγ 2 + 2ℜ ( Mγ*M Z ) + M Z 2 2 % e 2Q 4 2Gm 2 g ( 32G 2 m 4 g 2 e 4Q 2f f Z L(R), f gL(R),e Z L(R), f gL(R),e ** + ∝ 2 − 2ℜ '' 2 s s s − m + im Γ ( Z Z Z ) ) ( s − mZ2 )2 + mZ2 Γ 2Z & spesso abbreviata con: 25 1$ 4 2 2 2 & e Q f − 128πℜ ( e 2Q f gL(R), f gL(R),e χ ( s ) ) + 32 ⋅128π 2 χ ( s ) 2 gL(R), f gL(R),e ' 2% s GmZ2 s χ (s) = 8π 2 s − mZ2 + imZ Γ Z Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La sezione d'urto e+ + e- → γ/Ζ → f + f ' T µν Fµν dσ 1 $ α 2Q 2f 2 2 2 = & − 8ℜ ( αQ f gL(R), f gL(R),e χ ( s ) ) + 64 χ ( s ) gL(R), f gL(R),e ) 2 dΩ s % 4 ( s f e- θ e+ dσ dΩ f f e- θ e+ dσ dΩ e+ dσ dΩ e+ dσ dΩ R,L→R,L ( 1 % α 2Q 2f 2 2 2 = ' − 8ℜ ( αQ f gR, f gR,e χ ( s ) ) + 64 χ ( s ) 2 gR, g f R,e *( 1 + cosθ ) s& 4 ) R,L→L,R ( 1 % α 2Q 2f 2 2 2 = ' − 8ℜ ( αQ f gL, f gR,e χ ( s ) ) + 64 χ ( s ) 2 gL, g f R,e *( 1 − cosθ ) s& 4 ) L,R→R,L ( 1 % α 2Q 2f 2 2 2 = ' − 8ℜ ( αQ f gR, f gL,e χ ( s ) ) + 64 χ ( s ) 2 gR, g f L,e *( 1 − cosθ ) s& 4 ) L,R→L,R ( 1 % α 2Q 2f 2 2 2 = ' − 8ℜ ( αQ f gL, f gL,e χ ( s ) ) + 64 χ ( s ) gL, f gL,e *( 1 + cosθ )2 s& 4 ) f f e- θ f f ef 26 θ Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La sezione d'urto e+ + e- → γ/Z → f + f • La sezione d'urto si ottiene sommando sulle polarizzazioni non osservate dello stato finale e mediando sulle polarizzazioni dello stato iniziale nel caso di fasci non polarizzati dσ = dΩ 1 # dσ % 4 $ dΩ + R,L→R,L dσ dΩ + R,L→L,R dσ dΩ + L,R→R,L dσ dΩ & ( L,R→L,R ' 1 dσ α 2 2 = Q f ( 1 + cos2 θ ) N C, f dΩ 4s 2αQ f ℜχ ( s )$% ( gR, f + gL, f ) ( gR,e + gL,e ) ( 1 + cos2 θ ) + 2 ( gR, f − gL, f ) ( gR,e − gL,e ) cosθ &' s 16 2 2 2 2 2 2 2 2 2 & + χ ( s ) 2 $% ( gR, f + gL, f ) ( gR,e + gL,e ) ( 1 + cos θ ) + 2 ( gR, f − gL, f ) ( gR,e − gL,e ) cosθ ' s − α2 2 = Q f ( 1 + cos2 θ ) 4s =σγ 2αQ f ℜχ ( s )#$ gV, f gV,e ( 1 + cos2 θ ) + 2gA, f gA,e cosθ %& s 4 2 2 2 2 2 # + χ ( s ) 2 !" ( gV, f + gA, f ) ( gV,e + gA,e ) ( 1 + cos θ ) + 8gV, f gA, f gV,e gA,e cosθ $ s − • 27 = σ γZ =σ Z Si noti che la suddivisione in sezioni d’urto parziali è puramente convenzionale: – l’unico oggetto che ha senso fisico è la somma di tutti i termini – σγZ potrebbe anche essere negativa Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 MISURA DELLA LINESHAPE DELLA Z 28 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Risonanza • Integrando la parte di σZ, si ottiene: • + − σ (e e → Z → f f ) = = N C, f = N C, f • ) Z Z = N C, f Γ f f = N C, f • • 2 2 2 2 G 2 mZ4 ( gV, f + gA, f ) ( gV,e + gA,e ) 6π Γ 2Z • • 4π 2J + 1 Γ in Γ out / 4 2 2S + 1 2S + 1 k ( 1 ) ( 2 ) ( E − E0 )2 + Γ 2tot / 4 – k = momento delle paricelle entranti nel sistema del c.m. Si = spin delle particelle incidenti – J = spin della risonanza. GmZ3 2 2 gV, ( f + gA, f 6 2π ) Nota 1: la misura di sezioni d’urto fornisce la combinazione di accoppiamenti: 2 2 gV, f + gA, f dove: – 29 Z confrontandola con la tradizionale formula delle risonanze, σ= • ( che al picco dà la sezione d’urto σ 0ff • 64π 2 2 2 2 χ ( s ) 2 ( gV, f + gA, f ) ( gV,e + gA,e ) 3s 2 2 2 2 G 2 mZ4 s ( gV, f + gA, f ) ( gV,e + gA,e ) 2 6π s − m2 + m2 Γ2 si ottiene l’espressione delle larghezze di decadimento parziali: • Nota 2: una forma migliore del termine del propagatore che viene spesso usata è GmZ2 s χ (s) = 2 8π 2 s − mZ + isΓ Z / mZ in cui si tiene conto che la “larghezza” aumenta con s, a causa del maggiore spazio delle fasi. Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La risonanza • • Nella zona della risonanza la sezione d'urto è dominata dal termine della Z e tutti gli altri termini sono in prima approssimazione trascurabili È conveniente riscrivere la sezione d'urto relativa alla Z nel seguente modo σ ff ( s ) = σ 0ff • • sΓ 2Z ( 2 s − mZ2 ) + mZ2 Γ 2Z = σ 0ff H ( s ) La funzione H(s) determina la forma della curva di risonanza I termini σ 0ff = 12π Γ e Γ f mZ2 Γ 2Z 0 σ had = ΓZ 12π Γ e Γ had mZ2 Γ 2Z rappresentano la sezione d'urto al picco – ΓX → larghezza di decadimento parziale nella coppia di fermioni ff – ΓZ → larghezza di decadimento totale 30 mZ • la larghezza di decadimento in adroni Γ had = ∑ ΓX X=u,d,s,c,b Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misura della lineshape • • Per studiare la risonanza si misurano le sezioni d’urto adronica e leptoniche in funzione della energia le 4 curve vengono parametrizzate 0 σ had ( s ) = σ had H (s) • dove σ0 Γ had R = had = 0 Γ σ • 0 σ ( s ) = σ had H ( s ) / R H (s) = sΓ 2Z ( s − mZ2 ) 2 + mZ2 Γ 2Z a questo punto si costruisce la funzione 2 2 2 (" h µ e " % % " % " σ iτ − σ ττ ( Ei ) %2 + σ − σ E σ − σ E σ − σ E ( ) ( ) ( ) µµ i i had i i ee i i 2 χ = ∑* $ ' +$ ' +$ ' +$ ' h e µ τ * δ δ δ δi & # & # & -, & # i i i i )# 0 χ 2 = χ 2 ( mZ , Γ Z , σ had , Re, Rµ , Rτ ) • 31 errori di misura e si minimizza χ2 in funzione dei 6 parametri Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Parentesi: radiazione di stato iniziale • Gli elettroni e positroni del fascio hanno una probabilità non trascurabile di irraggiare un fotone prima dell’interazione: f Z e+ p • k' γ k e- f p' La sezione d’urto misurata è in realtà la convoluzione di quella elementare per la probabilità di irraggiamento: σ ( s) = ∫ 1 4m2f /s ( ) ( ) dzH QED z, s σ e+e− →γ /Z→ f f zs – deformazione della curva di risonanza – ad energie sopra il picco della Z, compare la possibilità di un ritorno radiativo sulla risonanza 32 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La misura delle sezioni d’urto • • • • La sezione d’urto può essere misurata dai dati sperimentali mediante la relazione σ= N sel − N back ε ∫ L dt δσ ≈ 0.1% • Il background viene stimato mediante simulazioni Montecarlo e mediante studi sperimentali: Nback/Nsel = 0.3% ± 0.1% Anche l’efficienza viene stimata con studi Montecarlo: ε = 99% ± 0.1% dove – Nsel è il numero di eventi selezionati mediante opportuni criteri (tagli) per individuare un campione (ad esempio adroni o coppie di muoni) – Nback è il numero di eventi di fondo che contaminano il campione – ε è l’efficienza della selezione – l’integrale è la luminosita integrata che corrisponde agli eventi selezionati gli errori sulla sezione d’urto si calcolano mediante la propagazione degli errori – l’errore statistico su Nsel è molto piccolo: per ALEPH Nsel ≈ 3 106; δ N sel 1 Trascurabile! 33 • N sel = N sel ≈ 0.06% Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misura della luminosità • Per misurare la luminosità si utilizza un processo X di cui è possibile calcolare teoricamente la sezione d’urto σX con elevata precisione: – nel corso di un periodo di tempo (RUN) si osservano NX eventi – per definizione la luminosità integrata relativa a quel RUN è • Risultano invece trascurabili i diagrammi e- e- Z • e- γ,Z e- e+ e+ e+ e+ per misurare questo processo si utilizzano due rivelatori posizionati vicino al fascio N ∫ L dt = σ XX • • A LEP il processo utilizzato è lo scattering Bhabha e+ e- → e+ eA piccoli angoli il processo è dominato dal diagramma e- e- γ e+ 34 e+ Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misura della luminosità • 35 LCAL: calorimetro piombo e tubi proporzionali • SICAL: calorimetro silicio e tungsteno θ min = 45 mrad θ max = 155 mrad θ min = 24 mrad θ max = 58 mrad Rmin = 9.2 cm Rmax = 30 cm Rmin = 6.1 cm Rmax = 14.4 cm Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misura della luminosità • Nella regione di interesse ( θ << 1 ) la sezione d’urto al primo ordine è • Per renderci conto dell’importanza dello angolo minimo approssimiamo dσ 32α 2 1 = dθ s θ3 • L ∝ NL ∝ σ L ≈ Si registrano tutti gli eventi compresi in un intervallo angolare θmin θmax • θmax • " 1 1 % σ L = 0.125$ 2 − 2 ' nb # θ min θ max & • 36 da cui θ min = per mantenere l’errore sistematico sulla misura della luminosità entro 10-3 occorre controllare Rmin ΔRmin = 0.5 × 61 ×10−3 mm = 30 µ m Il parametro più critico è θmin 2 θ min ΔL Δθ ΔR = −2 min = −2 min L θ min Rmin θmin • k Rmin L L’errore sistematico sulla luminosità per ALEPH era 0.05% Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La misura di mZ • • • Lo “scan” in energia fatto negli anni 1993,1994, 1995 ha concentrato la presa dati a 3 energie – dati al picco, cioè nel punto di massima sezione d’urto: ~ 91.2 GeV – dati in due punti, circa equidistanti, distanti ciascuno circa 1.8 GeV dal picco Questi punti sono stati scelti con una procedura di ottimizzazione: – i punti P+2 e P-2 determinano molto bene la posizione del picco – i punti P+2 e P-2 hanno una sezione d’urto circa 3 volte inferiore e quindi minore precisione statistica Ovviamente, per una misura di precisione occorre conoscere con estrema precisione l’energia dei fasci P-2 • P P+2 Ecm = Eb1+Eb2 L’errore sulla massa della Z dovuto all’errore sull’energia del fascio è circa ΔmZ ≈ 0.5Δ ( EP−2 + EP+2 ) • Analogamente l’errore sulla larghezza ΔΓ Z ≈ 0.7Δ ( EP−2 − EP+2 ) 37 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Risultati del fit • Il fit delle sezioni d’urto con la formula della risonanze produce i valori dei 6 parametri. In particolare, la massa del bosone Z dominato dall’errore sull’energia del energia LEP 38 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Risultati del fit • Analogamente i risultati relativi alla larghezza del bosone Z mH at LHC L’errore dominato dall’errore sistematico sulla luminosità e l’incertezza punto-punto dell’energia • 39 La dipendenza della previsione teorica della larghezza dalla massa del bosone di Higgs dipende dalla inclusione delle correzioni radiative Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Risultati del fit • I risultati per del fit della “lineshape” per l’esperimento ALEPH sono i seguenti 91.1893 ± 0.0031 mZ ( GeV ) 91.1876 ± 0.0021 Γ Z ( GeV ) 2.4959 ± 0.0043 Γ Z ( GeV ) 2.492 ± 0.0023 σ h0 ( nb ) 41.559 ± 0.057 σ h0 ( nb ) 41.541 ± 0.050 Re0 20.690 ± 0.075 Re0 20.804 ± 0.050 Rµ0 20.801 ± 0.056 Rµ0 20.785 ± 0.033 Rτ0 20.708 ± 0.062 Rτ0 20.764 ± 0.045 La parte dominante degli errori su mZ e ΓZ è stata discussa precedentemente • L’errore sulla sezione d’urto adronica σh0 è dominato dall’errore sulla calibrazione assoluta della luminosità Questi errori sono correlati e sono comuni ai 4 esperimenti 40 I risultati combinati per i 4 esperimenti mZ ( GeV ) • • • • per grafici e risultati aggiornati: http://cern.ch/LEPEWWG Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Moto in campo magnetico • • • L’equazione del moto di una particella carica in un campo magnetico è dp = ev × B dt • in relatività ristretta la quantità di moto si può scrivere come pc = ε v/c con – ε l’energia della particella – v la sua velocità moltiplicando per p si ottiene (εv è perpendicolare a v×B ) 2 dp 1d p v ⋅p = = e( v × B ) ⋅ ε = 0 dt 2 dt c • • 41 se v è perpendicolare a B la traiettoria della particella è una circonferenza percorsa in un tempo T = 2π/Ωv Per trovare il raggio della circonferenza vT 2π R v =v →R= = 2π T Ωv vε p R= R = eB eBc 2 • esprimendo il momento in GeV, il raggio in metri e il campo magnetico in Tesla p = 0.3R B ritroviamo il risultato che il campo magnetico non fa lavoro e l’energia ed il momento totale si conservano. l’equazione del moto diventa pertanto dv = v × Ωv dt • • Ωv = eB 2 c ε cioè la velocità precede con velocità angolare Ωv z s x da R ds=Rda Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Energia e Campo Magnetico • La relazione fra momento e campo magnetico è (per gli elettroni di LEP p = E) p = 0.3 ⋅ B ⋅ R • Tenendo condo delle variazioni di B lungo l’orbita ds p = 0.3 ⋅ B ( s ) ⋅ dα ∫ p dα = 0.3∫ B ( s ) ds • Definendo il momento medio p ≡ 1 2π E = p = • 42 ∫ p dα • • • • • • 0.3 ∫ B ( s ) ds 2π Il sistema magnetico di LEP (dipoli, quadrupoli, sestupoli) è conosciuto con elevata precisione (relativa): – Modelli per la variazione del campo nelle varie posizioni • I dipoli forniscono il 99.9% del campo magnetico Il campo magnetico dei dipoli è ~0.05 T con una corrente di eccitazione di circa 2000 A La corrente è la stessa per tutti i dipoli (dipoli connessi in serie) La corrente di alimentazione è controllata con una precisione di circa 10-5 In 8 dipoli sono installate sonde NMR per la misura del campo magnetico Durante il funzionamento dell’acceleratore vengono registrate continuamente: – la corrente dei magneti – la temperatura dei magneti – le letture delle sonde NMR – … molto altro … Se in una data condizione conosciamo ⟨E⟩ possiamo poi correggere l’energie tramite le informazioni registrate Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Polarizzazione • • Un elettrone in un’orbita circolare … … emette radiazione • La sezione d’urto di emissione di fotone con variazione di spin da up a down B σ+ • • • • In un acceleratore circolare un fascio di elettroni (o positroni) si polarizza spontaneamente (effetto Sokolov–Ternov) Si sceglie come asse di quantizzazione z la direzione del campo magnetico B Inizialmente il fascio di elettroni non è • polarizzato – 50% di elettroni polarizzati up – 50% di elettroni polarizzati down 43 • La sezione d’urto di emissione di fotone con variazione di spin da down a up σ− Le due sezioni d’urto non sono uguali σ − >σ + Pertanto col passare del tempo il fascio si polarizza con spin up Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misura della Polarizzazione • Per misurare la polarizzazione di un fascio di elettroni si utilizza lo scattering Compton con fotoni polarizzati circolarmente • • • • L’apparato utilizzato è il seguente Polarizzatore Specchio I fotoni vengono deflessi indietro in un cono di apertura circa 1/γ intorno alla direzione del fascio di elettroni Il rivelatore è posto a circa 250 m di distanza La distribuzione della posizione di ingresso del fotone sul rivelatore è asimmetrica – Dipende dalla polarizzazione del fotone ξ ( ±1 ) – Dipende dalla polarizzazione dell’elettrone Pe Laser Rivelatore 1000 elettroni Specchio 0 -10 y = kPeξ 44 0 10 mm k = 500 ± 30 µ m Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Misura della Polarizzazione • Il limite alla polarizzazione sono gli effetti depolarizzanti, principalmente irregolarità dei campi magnetici 50 t # − P ( t ) = P∞ %% 1 − e τ $ & (( ' P (%) Accensione dei solenoidi degli esperimenti 40 Accensione solenoidi di compensazione 30 20 10 Il magnete di L3 non ha un giogo di ritorno per contenere il campo 0 0:00 2:00 4:00 6:00 8:00 10:00 12:00 ore 45 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Precessione dello spin • Ricordiamo l’equazione di Bargmann, Michel e Telegdi ds µ = m F µν sν − uµm "F νλ uν sλ 2 dτ • e la definizione del momento magnetico e del momento magnetico anomalo m= • • e m2 m! = dξ = ξ × Ωξ dt • • g−2 e 2 m 2 per una particella di Dirac g–2=0 Nel caso in cui E = 0 e v·B = 0, espressa in termini del vettore di polarizzazione nel sistema di riposo della particella l’equazione diventa • eBc 2 Ωξ = ( 1 + aγ ) ε il vettore spin precessa intorno al campo magnetico supponiamo per il momento che a=0: la velocità angolare con cui precessa lo spin è uguale alla velocità di precessione della velocità supponiamo che ad un dato istante lo spin abbia una proiezione non nulla sul piano B dξ e # 1 g − 2 & = % + (ξ × B dt m $ γ 2 ' • 46 introducendo il vettore Ωξ e l’anomalia magnetica dell’elettrone a = ( g - 2 )/2 • L’angolo fra lo spin e la velocità rimane costante Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Precessione dello spin • Supponiamo adesso che l’anomalia magnetica sia diversa da zero dξ = ξ × Ωξ dt • • eBc 2 Ωξ = ( 1 + aγ ) ε ν= le due velocità di precessione sono adesso diverse • 47 L’anomalia magnetica e la massa dell’elettrone sono note con estrema precisione ae = 1.15965218076 ± 0.00000000027 ×10−3 2.2×10-8 me = 0.510998928 ± 0.000000011MeV 2.2×10-8 lo spin ruota rispetto alla velocità con velocità 2 eBc Ω0 = aγ ε Ω0 = aγ Ωv 2.3×10-10 • • Il numero di rotazioni per orbita è dato dallo spin tune, cioè il rapporto • pertanto, se si misura con precisione ν si determina con precisione γ cioè l’energia dell’elettrone (in MeV) misura assoluta ν = ae Eb Eb = mec 2 440.64844 ± 0.00001 Per realizzare questa misura si adopera la depolarizzazione risonante Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Depolarizzazione Risonante • • • • Si installa sull’orbita un magnete veloce “kicker” in grado cioè di rispondere velocemente ad una eccitazione sinusoidale il campo magnetico oscillante Bk è diretto • lungo un raggio dell’orbita Quando la particella entra nel magnete il • suo spin precessa intorno alla direzione del campo radiale Lo spin oscilla casualmente in media nessun effetto • B Bk A questo punto lo spin ha una componente sul piano perpendicolare al campo magnetico che guida le particella sull’orbita circolare Lo spin comincia a precedere intorno al campo guida B Supponiamo che la frequenza di precessione dello spin intorno alla velocità e la frequenza di oscillazione del campo magnetico Bk siano diverse: – quando la particella ripasserà nel magnete lo spin avrà una direzione non correlata con la direzione del campo Bk (che oscilla) Se le due frequenze sono uguali (o una multipla dell’altra) – la componente orizzontale dello spin e il campo magnetico Bk sono in fase e lo spin precessa ulteriormente Depolarizzazione Risonante 48 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Depolarizzazione Risonante • • Per verificare il principio è stata fatta una • La frequenza del magnete veniva fatta misura continua della polarizzazione variare in funzione del tempo, uniformemente. Allo stesso tempo era in funzione il magnete “kicker” inversione della polarizzazione Sokolov - Ternov 49 f Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Depolarizzazione Risonante • • Alcuni dati: Ebeam [MeV] – il magnete “kicker” ruota lo spin di 140 µrad per attraversamento – per ruotare lo spin fino al piano orizzontale occorrono 104 rivoluzioni – Alla energia del picco della Z pari a Eb = 45.6 GeV lo spin tune è circa ν =103 La condizione di risonanza è ( [ν] è la parte frazionaria di ν, k = 0, 1 ) • Ebeam ≈ 44.7 GeV ν = 101 fdep = ( k + [ ν ] ) frev • • • 50 La precisione di misura su [ν] è ~0.5×10-3 alla quale corrisponde una precisione sulla energia del fascio di 0.22 MeV In questo modo si conosce l’energia del fascio per una data condizione Per ottenere ⟨E⟩ nelle altre condizioni si usa un modello che calcola l’energia utilizzando tutti i dati registrati [ν] – – – – – correnti, temperature, NMR posizione del fascio … fase della luna … … previsioni del tempo … … orario ferroviario … Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 La misura dell’energia del fascio • • • Con il metodo della depolarizzazione risonante si riuscì a calibrare il modello della dipendenza dell’energia del fascio dai parametri dei magneti Fu iniziato uno studio per determinare l’errore sistematico del metodo In particolare vennero installate numerose sonde NMR con le quali misurare il valore assoluto del campo magnetico • • • Il grafico mostra la differenza fra – l’energia prevista dalla misura di B con le sonde NMR – l’energia misurata con la depolarizzazione risonante L’errore della singola misura è molto piccolo Dato che però le singole misure non sono concordi bisogna concludere che l’errore sistematico è molto elevato errore della singola misura errore sistematico indice delle misure: k=1,2,…n 51 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 LEP e la Luna • • • • Non fu subito chiara quale fosse l’origine di un errore sistematico così elevato La conoscenza del comportamento dei magneti era molto buona e continuamente verificata da misure di laboratorio Dopo molte ipotesi e ragionamenti si capì che l’effetto osservato dipendeva dalle fasi lunari La Luna esercita una forza gravitazionale che deforma la terra ΔR • ΔR • • M 3cos2 θ − 1 ) 3( 2a Localmente la variazione di raggio a Ginevra è ± 12 cm Una variazione di raggio della terra comporta la variazione della distanza fra due punti ΔL M ΔL ΔR = L R a • 52 La variazione locale del raggio della terra dovuta alla forza gravitazionale è La variazione di ΔR può essere calcolata partendo da modelli geologici e tenendo conto delle posizioni di Luna e Sole Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Appendice: stabilità di fase • Una particella circola con energia costante se, quando passa per la cavità a radio-frequenza RF, trova un campo elettrico che compensa l’energia persa in un giro. Il periodo deve essere un multiplo del periodo dell’RF: T0 = • Una particella più energetica: – – – – • 53 Raggio R maggiore Impiega più tempo Arriva più tardi Sente un campo inferiore: perde energia Una particella meno energetica: – – – – • 2π R0 2π 1 = p0 = N c 0.3Bc f RF • (particelle relativistiche) Raggio R minore Impiega meno tempo Arriva più presto Sente un campo maggiore: guadagna energia L’orbita di equilibrio è stabile! Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 LEP e la Luna • • Ricordiamo che la circonferenza del fascio è fissata dalla RF Il fascio è posizionato in modo da passare al centro dei quadrupoli • Il fascio non passa più per il centro dei magneti z S N ΔL ≈ 2 mm N • • modello geologico E= • 54 S x L’integrale del campo cambia – intervengono anche i quadrupoli Esperimento: misura di E con la Depolarizzazione Risonante in funzione del tempo 0.3 ∫ B ( s ) ds 2π La forza gravitazionale della Luna cambia le dimensioni dell’acceleratore Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 LEP e la pioggia • Un fenomeno analogo a quello provocato dalla forza gravitazionale della Luna è provocato dal livello delle acque del lago di Ginevra • Utilizzando la Depolarizzazione Risonante si è studiata la correlazione fra l’energia del LEP e il livello dell’acqua nel lago Si sono anche evidenziate brusche variazioni dell’energia (o della circonferenza) in occasione di abbondanti piogge • 55 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 TGV per Parigi • • 56 Nel 1995 le misure del campo magnetico con le sonde NMR mostravano un comportamento inatteso – Un continuo aumento del campo durante il fill – Molto rumore durante le misure che scompariva durante la notte dalle 00:00 alle 5:00 L’utilizzo della Depolarizzazione Risonante per la misura dell’energia rivelò che si trattava di un effetto reale e non di un errore di misura Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 TGV per Parigi • La variazione di campo misurata era molto piccola " ΔB ( t ) % B ( t ) = Bo $ 1 + ' Bo & # • Fu inoltre notato che il valore istantaneo di ΔB/B era anticorrelato nei punti di misura 4 e8 10 NMR 8 ΔB 10−5 Bo -10 0 ΔB ≈ 10−5 B0 -10 0 10 NMR 4 57 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 TGV per Parigi • • • 58 Dopo molte discussioni e congetture fu compreso che le fluttuazioni di corrente erano dovute al passaggio dei treni sulla linea Ginevra – Bellegarde In particolare il TGV Ginevra – Parigi • • • La corrente entra nell’anello in corrispondenza di IP1 Ritorna fuori a Versoix Si tratta di una corrente parassita di ~1 A Circa il 20% della corrente non ritorna a terra tramite le rotaie ma si disperde nel terreno Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 TGV per Parigi • • • • La corrente media parassita in sè non ha influenza sull’energia I brevi e intensi impulsi di corrente hanno effetto sul ferro dei magneti Infatti, a causa del’isteresi del ferro, il magnete non ritorna al valore di campo che aveva prima dell’impulso Gli effetti si sommano e danno luogo alla crescita in funzione del tempo Questo effetto si somma ad un altro effetto simile causato dall’aumento della temperatura dei magneti durante il funzionamento 14 12 8 6 4 2 0 59 totale 10 ΔB/B [10-5] • Corretto per Temperatura 0 10 Tempo [ore] 20 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 In conclusione ΔmZ = 1.7MeV ΔΓ Z = 1.2 MeV 60 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Universalità dei leptoni • • • • Il modello standard prevede che i leptoni abbiano gli stessi accoppiamenti alla Z0 La conseguenza è che le larghezze Γ ( o le Rl ) siano tutte uguali Con questa ipotesi si può rifare il fit della lineshape con un numero inferiore di parametri liberi: 4 Il risultato ( GeV,GeV,nb,1 ): • Γ Z = Γ had + 3Γ + Γ inv • • • mZ ΓZ σ h0 Rl 61 91.1875±0.0021 2.4952±0.0023 41.540±0.037 20.767±0.025 mZ 1.00 -0.23 -0.045 0.033 correlazione ΓZ σ h0 La larghezza della Z si può scrivere come Rl 1.00 -0.297 1.00 0.004 0.183 1.00 dove Γinv, la larghezza invisibile, è dovuta al decadimento della Z in neutrini: I neutrini ovviamente non sono visibili ma determinano parte della larghezza di decadimento della Z dagli ultimi 3 parametri della tabella si possono ricavare le 3 larghezze correlazione Γ inv Γ had Γ ll 499.0±1.5 1.00 1744.4±2.0 -0.29 1.00 83.984±0.086 0.49 0.39 1.00 Width [MeV] Γ inv Γ had Γ ll Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Il numero di specie di neutrini • • Come abbiamo detto la larghezza invisibile Γinv è dovuta la decadimento della Z in neutrini Abbiamo calcolato teoricamente la larghezza di decadimento Γνν • GF mZ3 = 12 2π Si può calcolare pertanto il numero di neutrini prodotti a LEP nei decadimenti della Z e che contribuiscono a Γinv come Nν = Γ inv Γνν • si trova • Si noti anche che, data la relazione Nν = 2.984 ± 0.009 0 σ had = 12π Γ e Γ had mZ2 Γ 2Z la sezione d’urto adronica è molto sensibile a Γinv. 62 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esercizio 11.1 Determinazione di αs • La larghezza di decadimento in adroni riceve una correzione dovuta alle interazioni forti: Γ had GmZ3 " α s % 2 2 =3 + gA,q $ 1 + ' ∑ ( gV,q ) π & q≠t 6 2π # • Considerando il valore di sin2θW=0.23149±0.00013: – Calcolare il valore atteso di Rl=Γhad/Γll. – Confrontarlo con quello misurato di 20.767±0.025 e ricavare αs – Confrontare con il valore riportato sul PDG: αs(mZ) = 0.1184(07) 63 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esercizio 11.2 Ottimizzazione scan della Z • Supponiamo di voler pianificare uno scan della lineshape della Z. • I vincoli sono: – la luminosità integrata raggiungibile è di 150 pb-1 – l’acceleratore funziona per 80 GeV < √s < 100 GeV • La strategia è utilizzare una frazione f della luminosità sul massimo del picco Em ed il resto in parti uguali sui punti Em±ΔE • Si misura la sezione d’urto nei tre punti e si parametrizza con la forma della risonanza: σ ff ( s ) 64 = σ 0ff sΓ 2Z ( 2 s − mZ2 ) + mZ2 Γ 2Z 1. Determinare i valori f e ΔE che minimizzano gli errori su ΓZ, in presenza dei soli errori statistici sul numero di eventi osservati. 2. Dare in questa situazione la stima degli errori su σ0 e mZ. 3. Stimare le incertezze sui parametri, dopo aver aggiunto l’effetto di un errore sull’energia di 0.5 MeV correlato tra i diversi valori dell’energia nel centro di massa ed uno di 2.3 MeV indipendente tra i diversi punti. • Si usino i parametri: mZ = 91.2 GeV Γ Z = 2.5 GeV 0 σ had = 40 nb Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esercizio: ottimizzazione scan della Z • Per prima cosa, scriviamoci una libreria di RooT con un po’ dati di utilità // Generatore di numeri casuali TRandom2 gen(0); // Funzione della lineshape // parametro 0: sezione d'urto al picco // parametro 1: massa della Z // parametro 2: larghezza della Z double risonanza(double *x, double *p) { double s=x[0]*x[0]; double M2=p[1]*p[1]; double G2=p[2]*p[2]; return p[0]*s*G2/((s-M2)*(s-M2)+M2*G2); } TF1 lineshape("lineshape",risonanza, 80.,100.,3); // Altri dati dell'esercizio const double MZ=91.2, GZ=2.5, sigma0=40.; const double lumint = 150000.; // 150 nb-1 65 • Poi scriviamo la funzione più importante: quella che simula l’esito di un esperimento: TGraphErrors* scan(double f, double DeltaE, double sEc=0, double sEu=0) { TGraphErrors* myGraph = new TGraphErrors(3); lineshape.SetParameter(0,sigma0); lineshape.SetParameter(1,MZ); lineshape.SetParameter(2,GZ); double err_corr = gen.Gaus(0.,sEc); double sigmaE = sqrt(sEc*sEc+sEu*sEu); for (int i=-1; i<=1; i++) { double E=MZ+i*DeltaE; double sigma=lineshape.Eval(E); double lumi; if (i) lumi=0.5*(1-f)*lumint; else lumi=f*lumint; int NE=lumi*sigma; NE = gen.Gaus(NE,sqrt(NE)); E += (err_corr+gen.Gaus(0.,sEu)); sigma = NE/lumi; myGraph->SetPoint(i+1,E,sigma); myGraph->SetPointError(i+1, sigmaE,sqrt(NE)/lumi); } myGraph->Fit(&lineshape); return myGraph; } Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esercizio: ottimizzazione scan della Z • Chiamata senza errori sull’energia dei fasci: • scan(0.5,2.) 66 • Chiamata con errori (esagerati) sull’energia dei fasci: • scan(0.5,2.,0.5,0.5) Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esercizio: ottimizzazione scan della Z Ora ripetiamo diverse volte lo scan per ottenere un istogramma dei residui rispetto al valore vero: double* multiscan(int N, double f, double DeltaE, double sEc=0, double sEu=0) { TH1F *residuiS = new TH1F("residuiS", "#epsilon(#sigma^{0})",100,-.1,0.1); TH1F *residuiM = new TH1F("residuiM", "#epsilon(M_{Z})",100,-10.,10.); TH1F *residuiG = new TH1F("residuiG", "#epsilon(#Gamma_{Z})",100,-10.,10.); TGraphErrors *grafico; for (int i=0; i<N; i++) { grafico=scan(f,DeltaE,sEc,sEu); residuiS->Fill( lineshape.GetParameter(0)-sigma0); residuiM->Fill( (lineshape.GetParameter(1)-MZ)*1000.); residuiG->Fill( (lineshape.GetParameter(2)-GZ)*1000.); delete grafico; } double *results= new double[3]; results[0]=residuiS->GetRMS(); results[1]=residuiM->GetRMS(); results[2]=residuiG->GetRMS(); return results; } 67 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esercizio: ottimizzazione scan della Z Vediamo l’errore per diversi ΔE void optimizeDE(double frac, double sEc=0, double sEu=0) int npoints=20.; double Emin=0.1; double Emax=6.; double h=(Emax-Emin)/npoints; TGraph *errorsS = new TGraph(npoints+1); TGraph *errorsM = new TGraph(npoints+1); TGraph *errorsG = new TGraph(npoints+1); for(int i=0; i<=npoints; i++) { double DE=Emin+h*i; double *results=multiscan(1000, frac, DE, sEc, sEu); errorsS->SetPoint(i,DE,results[0]); errorsM->SetPoint(i,DE,results[1]); errorsG->SetPoint(i,DE,results[2]); } TCanvas *myCanvas=new TCanvas( "myCanvas","Fit residues",600,800); myCanvas->Divide(1,3); myCanvas->cd(1); errorsS->Draw("AC*"); myCanvas->cd(2); errorsM->Draw("AC*"); myCanvas->cd(3); errorsG->Draw("AC*"); return; } 68 { Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15 Esercizio: ottimizzazione scan della Z ...e per diversi valori di f: void optimizef(double DeltaE, double sEc=0, double sEu=0) { int npoints=20.; double fmin=0.01; double fmax=0.99; double h=(fmax-fmin)/npoints; TGraph *errorsS = new TGraph(npoints+1); TGraph *errorsM = new TGraph(npoints+1); TGraph *errorsG = new TGraph(npoints+1); for(int i=0; i<=npoints; i++) { double frac=fmin+h*i; double *results=multiscan(1000, frac, DeltaE, sEc, sEu); errorsS->SetPoint(i,frac,results[0]); errorsM->SetPoint(i,frac,results[1]); errorsG->SetPoint(i,frac,results[2]); } TCanvas *myCanvas=new TCanvas( "myCanvas","Fit residues",600,800); myCanvas->Divide(1,3); myCanvas->cd(1); errorsS->Draw("AC*"); myCanvas->cd(2); errorsM->Draw("AC*"); myCanvas->cd(3); errorsG->Draw("AC*"); return; } 69 Fenomenologia del Modello Standard delle Particelle Elementari Lezione 9- A. Andreazza - a.a. 2014/15