La Menta, dalla leggenda alla farmacia La Menta (Herba Mentha Haplocalycis) è una pianta già nota nell'antica Grecia dove godeva di un'immagine non proprio rassicurante; si narra che la ninfa Mintha già concubina di Ade, in seguito al tentativo di quest'ultimo di sostituirla con la più referenziata Persefone, si sia abbandonata ad un ira talmente violenta da indurre Persefone stessa a punirla e trasformarla in un'erba di cui prese il nome. Da allora, la sua immagine rimase legata ad aspetti ctoni e inferi. Nei secoli, tuttavia essa fu associata anche ad aspetti più positivi quali simbolo di fecondità (per assonanza fonetica con mentula) fino ad entrare nella leggenda secondo la quale la Sacra Famiglia in fuga dall'Egitto, abbia tratto conforto dal suo infuso, mentre vagava per il deserto [1]. La tradizione in occidente le attribuisce un potere antiemetico e rinfrescante in tisana. Attualmente la droga è rappresentata dalle foglie essiccate e dalle sommità fiorite (la temperatura di essiccamento non deve superare i 45°C [2]. L'olio essenziale contiene prevalentemente mentolo; presenta un'attività balsamica (fluidificazione delle secrezioni catarrali delle vie aeree, aumentandone la componente acquosa); si ricorda che il mentolo è potenzialmente tossico per via interna e per via inalatoria può produrre broncospasmo. Controindicato in presenza di ernia iatale e esofagite, gravidanza e allattamento. In gastroenterologia presenta un'indicazione clinica di grado A nel trattamento del colon-irritabile a carico dell'olio essenziale con meccanismo di tipo spasmolitico-irritativo [3-4]. In Cina è conosciuta con il nome di Bo He: di sapore piccante e natura fredda, agisce sui meridiani di Polmone e Fegato; espelle il vento calore; purifica il capo e schiarisce la vista, tratta la stasi di Qi di fegato e tratta la dismenorrea. Tratta la penetrazione di Vento-Calore (cefalea, occhi rossi, faringodinia, con stasi del Qi del Fegato). Controindicato nel deficit di yin e sintomi da risalita dello yang [5]. 1. Cattabani A. Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante. Oscar Saggi Mondatori. 2009 2. Bruni A. Nicoletti M. Dizionario ragionato di erboristeria e fitoterapia. Piccin 2003 3. Firenzuoli F. Fitoterapia. Guida all'uso clinico delle piante medicinali. Quarta Ed. Elsevier 4. Firenzuoli F. Interazioni fra erbe alimenti e farmaci. Tecniche nuove. 2007 5. Bensky D, Clavey S, Stoger E. Materia Medica Chinese Herbal medicine. 3RD edition. Vittorio Mascherini Centro di Medicina Naturale Ospedale S. Giuseppe, Empoli Dal fieno polline per la prostata Il Loglio, rye-grass, (Lolium perenne) è una graminacea ad uso tradizionalmente foraggiero del quale l'uso umano è correlato a segnalazioni aneddotiche di intossicazioni. Tali eventi, in verità, sono secondari all'infestazione che la pianta subisce da parte di funghi con relativa produzione di alcaloidi tossici. Dal polline di questa pianta è stato estratto un derivato idro-alcolico (Cernilton) contenente carboidrati, lipidi, amminoacidi, vitamine che ha dimostrato una spiccata azione antinfiammatoria soprattutto a livello del tessuto prostatico. Sulla base dei questi promettenti lavori sperimentali, sono stati condotti alcuni studi sull'efficacia di questo estratto sui sintomi urinari correlati con l'ipertrofia prostatica benigna e con le prostatiti abatteriche. Per quanto riguarda quest'ultima affezione nel 2009 un RCT in doppio ceco multicentrico, Cernilton versus placebo, della durata di 12 settimane, ha dimostrato una significativa riduzione dei sintomi, quali il dolore pelvico sia secondo l'IPP (International Prostate Symptom Score) che secondo il NIH-CPSI (National Istitute of Health Chronic Prostatitis Symptom Index) che registra anche un significativo miglioramento della QoL (Quality of Life).( 1) Un vantaggio sia pur non significativo, a favore di Cernilton, è stato anche dimostrato per quanto riguarda la soddisfazione nella sfera sessuale dei pazienti. Più recentemente una review della Cochrane Collaboration ha verificato l'efficacia del Cernilton sui sintomi correlati all'ipertrofia prostatica. Sono stati individuati 4 studi (2 trial contro placebo e 2 comparativi con estratto di Pyogenum africanum e una formulazione a base di ac. Glutammico e a.a., comprendenti un totale di 444 pazienti. I risultati hanno dimostrato che il trattamento con l'estratto di polline di Loietto migliora i sintomi complessivi, senza tuttavia raggiungere una significatività statistica. Inoltre gli autori sottolineano che i lavori presi in esami oltre a presentare un numero limitato di pazienti, non sono omogenei nè nella definizione degli outcome, né nella standardizzazione degli estratti; per tali motivi considerano questi risultati come non definitivi.(2) 1. Florian M.E. Wagenlehner et al. A Pollen extract (Cernilton) in Patients with Inflammatory Chronic Prostatitis-Chronic Pelvic Pain Syndrome: A Multicentre, Randomized, Prospective, Double-Blind, Placebo-Controlled Phase III Study. European Urology 56 (2009) 544-551. 2. Wilt TJ et al. Cernilton for Benign prostatic hyperplasia. Cochrane Database Syst Rev. 2011 May 11;5. Vittorio Mascherini Centro di Medicina Integrativa AOU Careggi, Firenze