Basile Roberta napoletana laureata in filosofia versatile intellettuale

Asilo Filangieri
con il patrocinio
Comune di Napoli
Assessorato alla Cultura
Fondazione Forum Universale delle Culture 2013
l’arte tra parole ed immagini
Roberta
Basile,
versatile
intellettuale
napoletana laureata in filosofia, esprime la
propria creatività in vari ambiti artistici, dalla
poesia alla critica letteraria. Ha esposto le sue
opere a Berlino, Ancona , Bruxelles, Roma,
Brugge, New York, Palermo, Basilea, Napoli.
Di lei Rosi Ranieri ha scritto: Contemplative
rinascite:” La grafia segnico-espressiva di
Roberta Basile riscontra contenuti che
appartengono alla sfera pittorica delle arti
visive e della scrittura, da lei elevata verso
una forma spirituale comunicativa. E’ una
conoscenza rivolta ad esplorare gli aspetti
fenomenologici dell’esistenza scegliendo idiomi
espressivi nei quali esprimere visivamente tali
-verità- e rappresentazioni mentali. Linguaggi
incisivi si stagliano così su nitidi e puliti sfondi
tonali, per delinearsi nel movimento della
stesura grafica, dove la potenza artistica della
scrittura si equivale alla forza rappresentativa
della pittura. Si manifestano contenuti sociali
e riflessioni esistenziali, recuperando antichi
valori e tradizioni, con particolare attenzione
ai diritti della condizione umana. Simboli,
tracce e impronte gestuali, esprimono la forza
chiara di un colore diretto e vibrante,
contrapponendosi a realtà calligrafiche che
sviluppano il loro andamento all’interno dello
spazio compositivo. I dipinti si diversificano
anche mediante la scelta delle dimensioni (che
acquistano caratteri allegorici) e visioni
prospettiche,
laddove,
rivolgendosi
prevalentemente alla
scelta
dell’acrilico,
utilizzato in nitidi rapporti tonali, la scrittura
ha la possibilità di costruire, di evolversi.
Sembrano
realizzazioni
di
opere
architettoniche realizzate dalla grafia stessa
del linguaggio e dalla bellezza estetica
espressa dal carattere segnico. Nella serie
oltre in particolare, materializza in forme
cromatiche concetti e simbologie tramite la
gestualità
dei
segni
e
delle
tonalità
cromatiche. Determinante ed esemplare è in
tal modo l’equilibrio formale dei segni
sovrapposti sulla tela. Il carattere grafico è
racchiuso in forme geometriche, scelte come
modelli arcani di perfezione. Sono opere che
raccontano emozioni e sentimenti: pace,
rivoluzioni, misure e dismisure, Corsi e ricorsi.
Talvolta, soprattutto nei lavori con riferimenti
platonici prevalgono strutture sferiche pronte
a racchiudere il carattere concentrico della
grafia, per evidenziarne l’infinità e la rinascita.
La forma piramidale prevale nei riferimenti più
religiosi, dove si incontrano credenze e
immaginazioni: il bene e il male che governa
l’eternità. Roberta Basile esamina le coscienze
della massa, come anche del singolo uomo,
mediante una visione binaria globale dove
ascesi e concretezza diventano i punti di
unione e di forza della sua ricerca espressiva:
la capacità di saper cercare quel -qualcosa
d’altro- all’interno della realtà stessa, in un
percorso segnato da leggi e libertà, origini e
progresso, senso e non senso, misticismo e
divenire”.
Nei lavori della Basile, in cui colori acidi sono
alternati a sfondi chiari o brillanti, nulla passa
sotto silenzio: dalla polemica socio-politica, ai
più
recenti
riferimenti
naturalistici
e
ambientalistici, fino all’invito a usare la
ragione per rimanere a galla, sottraendosi al
caos.
Impronte del proprio corpo, si susseguono in
segni che sviluppano l’involucro di un’essenza
di nascita-morte e ri-nascita. Figure, colori e
assiomi di visioni escogitano motivi di insoliti o
inusuali paradigmi. Domande sull’evasione di
un’arte che, nell’insieme del suo essere, è
principio commisto di poesia, filosofia e
religione che ricerca, dunque, di un archetipo
(di stampo junghiano). Nella serie filosofia
l’artista pone la domanda sull’essenza
dell’essere, giungendo così ad una visione
d’insieme: inter-relazione e inter-disciplinarità
dei sistemi culturali.
Un’opera che cerca di trascendere il corpo
emozionale per giungere ed acquisire il corpus
formale di un’arte che si narra attraverso
immagini e scrittura. Nel gioco linguistico la
pittrice esprime l’essenza di uno scorrere
temporale, l’espressione che attraversa il
tempo storico: da un lato dunque rappresenta
la contemporaneità d’immagini, dall’altro la
ciclicità di un tempo che lascia basiti.
Le creazioni dell’artista napoletana vanno
oltre, facendo rivivere e diffondendo stralci
significativi del pensiero di filosofi come
Platone, Heiddeger, Hegel e poeti come Laing.
Nella serie religione si assiste alla ricerca del
risveglio di un uomo nuovo che ricorda il bene
comune della terra e dell’intero universo, delle
energie che rieducano ad un’emancipazione
verso il bene. Utopia che diviene realtà, e che
ricorda quanto la vita sia un bene prezioso.
Lascia così allo spettatore porre la domanda
sulla inter-comunicabilità delle religioni, che
nella loro evoluzione hanno come unico scopo
il raggiungimento della pace, là dove oggi
l’uomo è ancora soggiogato in una lotta alla
sopravvivenza. I suoi lavori portano ad una
riflessione sugli insegnamenti del Buddismo:
non vi è separazione tra l’individuo e il suo
ambiente; sono sempre necessari sforzi per
aprirsi
maggiormente
al
dialogo,
alla
metamorfosi dell’individuo come rinascita,
attraverso il coraggio di una nuova lotta
spirituale: una rivoluzione umana.
Nella serie africa l’artista vuole analizzare
l’essere di una civiltà che, nella sua evoluzione
di un’alacre beffa del destino dell’uomo in lotta
tra bene e male, tra polo positivo e negativo,
è in realtà ancora asservito al gioco di una
globalizzazione, in un’equazione di potenza e
economia autodistruttiva.
responsabilità o destino?
L’uomo: individuo unico e completamente in
balia del proprio sfrenato individualismo in
una corsa al consumismo che sembra non
temere nulla. Guerre, distruzioni, natura
stravolta… in preda al delirio di onnipotenza,
l’uomo ancora non arresta la sua sfrenata
ascesa al potere per un’ipotetica superiorità.
Superiore a chi? Superiore agli altri?
Dimenticando completamente di essere in una
collettività
e
che
tutto
dipende
dall’interazione; non ricorda di essere attivo
responsabile di tutto ciò che accade. Non
esiste un destino ineluttabile, ma uomini che
agiscono…
La storia ha dimostrato e dimostra quanto un
singolo individuo possa mutare le sorti del
mondo nel bene o nel male. Sarebbe utile
comprendere
pienamente
il
termine
individualismo; ottenuto dopo secoli di
dipendenza l’individualismo, da un lato restituì
all’uomo il suo centro, dall’altro lo ha condotto
all’odierno puntino di egocentrismo.
Oggi assistiamo ad un nuovo passaggio
epocale, che mira a ricondurre l’uomo, oramai
sicuro del suo egocentrico potere, a baricentro
dell’universo, o meglio risvegliarlo ad un Sé.
I filosofi di ultima generazione ci hanno
avvisato di ciò che sarebbe sopraggiunto se
fosse stata seguita la strada di uno sfrenato
capitalismo e di una velocità dei tempi:l’uomo
non sarebbe riuscito a seguire se stesso.
Asilo Filangieri
17 - 31 maggio 2011
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Napoli
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