AESVI Rassegna Stampa del 29/01/2008 08:26 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE VIDEOGIOCHI 29/01/2008 La Repubblica IL MONDO GRATIS 4 28/01/2008 Computer Idea Il copiatutto 6 28/01/2008 Millionaire Divertimenti casalinghi 11 28/01/2008 Quale Computer Superlativo assoluto 12 28/01/2008 Quale Computer Scegliere Linux per il PC da gioco 13 27/01/2008 Giornale della Logistica Il Re delia logistica 14 VIDEOGIOCHI 6 articoli 29/01/2008 La Repubblica Pag. 23 ED. NAZIONALE La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL MONDO GRATIS CANNES DAL NOSTRO INVIATO ERNESTO ASSANTE Clicco, scarico, non pago. Tre semplici atti che hanno portato alla crisi, in pochi anni, un'intera industria, quella discografica, che inesorabilmente ha visto calare le vendite dei cd e crescere il consumo di musica gratis attraverso la rete. Clicco, scarico e non pago. Funziona anche per il cinema, per la tv, per i giornali, per il telefono, per i videogiochi: tutto quello che nel mondo reale ha un valore, che sia un oggetto o un servizio, qualcosa che può essere venduto e comprato, quando arriva in rete e si smaterializza, perde anche il suo valore economico. E tutto diventa gratuito. Si consuma musica, si fanno telefonate, si leggono giornali, si vedono film e programmi televisivi, si gioca e non si paga. Fino a ieri tutto questo era illegale, era pirateria. Oggi non è più così. I giornali online sono gratuiti, la telefonia via Internet è gratuita, la web tv è gratuita, stanno arrivando anche i primi film pagati interamente dalla pubblicità (il primo è "Voglio la luna", prodotto dal tour operator Hotelplan e da ieri approdato in alcune sale italiane, i biglietti, ovviamente gratuiti si possono prendere soltanto online sul sito del film). Èla tecnologia digitale ad avere liberato questa possibilità. E' l'avvento di Internet e del World Wide Web ad aver reso possibile quello che solo fino a qualche anno fa sembrava assolutamente irrealizzabile. Portare legalmente contenuti gratuiti al pubblico. Offrire legalmente servizi gratuiti. Il primo terreno dove questa rivoluzione è avvenuta è quello della musica. Una rivoluzione vera e propria perché, a differenza della vecchia "pirateria" fisica, quella che ancora oggi porta nelle nostre strade milioni di copie di dischi copiati illegalmente e venduti a pochi euro, ha portato in pochissimo tempo milioni di persone a collegarsi alla rete e a condividere la loro musica in un modo che prima, semplicemente, non era possibile. E senza pagare nulla. Che si tratti di "furto" è evidente, copiare una canzone senza pagare i diritti d'autore significa semplicemente privare i musicisti dei frutti del loro lavoro. Ma ai frequentatori della rete il termine "furto" è sempre sembrato inappropriato. Innanzitutto perché nel "file sharing", nello scambio dei brani on line, non c'è un oggetto fisico, non c'è un disco, non c'è qualcosa che materialmente passa da una mano all'altra, da una persona all'altra, nulla viene tolto a nessuno. E poi perché la copia digitale che viene creata, assolutamente identica all'originale, è frutto di un baratto, di uno scambio di brani, di files. Cosa che "moralmente" ha un'apparenza più accettabile. Per gli "scaricatori" della musica on line il loro gesto non è molto diverso da quello che fanno ogni giorno quando ascoltano la musica, gratuitamente, accendendo la radio. Non sono loro i "ladri", insomma, semmai le aziende che gestiscono le reti, che producono i software, quelli che dai milioni di download quotidiani guadagnano traffico sui loro siti e pubblicità da vendere. E' da questa ipotesi che è partita Qtrax per portare, finalmente, nella legalità decine di milioni di persone che in tutto il mondo scaricano musica utilizzando i software di "file sharing" e le reti "peer to peer", annunciando la nascita del primo servizio legale di download musicale gratuito, interamente sostenuto dalla pubbliità. «La gente non vuole vivere nell'illegalità, la gente vuole la musica gratis», è la disarmante verità che Klepfisz, il boss della Qtrax, ha voluto sottolineare presentando la sua iniziativa. Che, però, ha annunciato troppo in fretta, essendo in realtà ancora priva del via libera definitivo da parte delle major discografiche, come hanno voluto sottolineare ieri sia la Warner, che la Universal che la EMI. Altri servizi già offrono musica gratuitamente, facendo pagare il conto agli investitori pubblicitari. Come Jamendo, che lavora sulla base delle nuove licenze Creative Commons, come We7, un sito realizzato niente di meno che da una delle grandi star del rock, Peter Gabriel, o il VIDEOGIOCHI 4 29/01/2008 La Repubblica Pag. 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ED. NAZIONALE sito italiano Downlovers.it. Il mondo della rete, comunque, marcia in un'unica direzione, quella dei contenuti gratuiti. E non solo per quello che riguarda la musica. Uno degli alfieri di questa rivoluzione è Janus Friis, un giovanotto di Copenhagen che a soli 31 anni si trova ad essere miliardario e, allo stesso tempo, uno dei principali protagonisti dell' "era gratuita". Friis è l'inventore di KaZaA, uno dei più fortunati software di file sharing al mondo, ed è sempre lui ad aver creato Skype, basato sempre sul "peer to peer" ma destinato, in questo caso, a far telefonare gratuitamente gli utenti della rete. "Internet ha cambiato la mentalità della gente", dice Friis, che ora ha lanciato un nuovo sito, Joost, dove ad essere gratis sono i contenuti video. On line tutto diventa gratuito. Così oggi attraverso Internet è possibile leggere gratuitamente i giornali di tutto il mondo, dal New York Times a Wall Street Journal, da Le Monde a El Pais, e la diffusione delle testate on line cresce ogni giorno di più, assieme al numero delle persone che le legge, come conferma il successo di Repubblica.it. Gratis è anche il software, non solo quello necessario al funzionamento di base del computer ma moltissime applicazioni per ogni tipo di necessità, dalla scrittura al disegno, come si può facilmente scoprire visitando il sito O p e r S o u r c e L i v i n g (osliving.com), e grandi aziende come la Microsoft si sono dovute adeguare, diffondendo gratuitamente Explorer o Windows Media. E' gratis anche la televisione, quella di YouTube, con il suo gigantesco archivio di immagini di ogni epoca, e quella in diretta, offerta da siti come Coolstreaming, che attraverso il peer to peer consente di vedere sul computer le tv di mezzo mondo, calcio compreso. E ancora: si può telefonare gratis in tutto il pianeta con Skype, si possono vedere film corti e videoclip su siti come iFilm o film interi come su Joox. E si possono utilizzare centinaia di videogiochi, da quelli vecchi che si trovano su siti di "retrogaming" a quelli recenti che sono reperibili sui principali portali internazionali. Quello del "gratis" è un movimento che è partito dalla rete ma si sta allargando a dismisura. E' sempre il terreno della musica quello dove si sperimentano le soluzioni più innovative, come hanno dimostrato recente- mente i Radiohead e i Nine Inch Nails, distribuendo i loro nuovi album attraverso Internet a offerta libera. Ma l'offerta si allarga di giorno in giorno, anche in ambiti finora non toccati dai cambiamenti, e sono molti i gruppi di pressione che operano in questo senso, da quelli del Free Software Movement, a chi lavora nel campo del "copyleft", ovvero del cambiamento delle leggi sul copyright. «E' il diritto d'autore come fino ad oggi lo abbiamo inteso ad essere messo in discussione», ha detto il professor Lawrence Lessig, presentando al MidemNet di Cannes Creative Commons, il movimento da lui sostenuto per modificare i limiti che le norme del copyright impongono e che virtualmente mettono fuori legge milioni di utilizzatori di files audio e video del mondo: «Nessuno vuole essere un pirata - ha sottolineato Lessig - sono le regole che devono cambiare». Foto: Peter Gabriel, fondatore dei Genesis prima e genio solista poi, "teorico" della world music, ha realizzato il sito We7 che offre musica gratis: il conto lo paga chi fa pubblicità VIDEOGIOCHI 5 28/01/2008 Computer Idea N. 204 - 9 GENNAIO/22 GENNAIO 2008 Il copiatutto La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Programma per masterizzare, ma anche emulatore di lettori ottici: in un unico programma una serie di strumenti per chi vuole fare la copia di riserva di software, musica, giochi e DVD. I CD sono supporti leggeri, poco ingombranti, versatili (su un disco possono esserci canzoni, film, programmi, giochi) e sempre più capienti di generazione in generazione. Questi tipi di dischi sono però poco resistenti all'usura. Non sono supporti delicatissimi, anzi: sono in grado di sopportare anche qualche graffio, ma con il tempo e l'uso costante tendono a rovinarsi, e tutto d'un tratto il lettore fa più fatica a leggerli. Visto che giochi e programmi non sono regalati, bisogna trovare un metodo per proteggere l'investimento fatto. Il rimedio più semplice è quello di farsi una o due copie di ciascun disco che si acquista e utilizzare le copie al posto dei dischi originali. Così si evita lo stress dell'uso, molto marcato nel caso dei videogiochi, dove è spesso richiesta l'inserimento del CD originale che rimarrà a frullare ore e ore durante le sessioni di gioco. Con una copia masterizzata si può sempre stare tranquilli, perché anche se il disco smette di funzionare, l'originale è comunque salvo e basterà farne un'altra copia. Alcohol 120% è un programma che può essere d'aiuto in tutti i casi in cui si deve creare o utilizzare la copia di un CD o DVD. Purtroppo, però, non sempre è così semplice fare la copia di un CD: da anni le software house inseriscono nei loro dischi dei sistemi di protezione fisici e logici che rendono impossibile (o quantomeno molto difficile) crearne delle copie funzionanti. La copia di backup, ricordiamo, è un diritto degli utenti: tuttavia è in vigore una legislazione molto severa che pone dei limiti alla possibilità di creare i duplicati anche solo di backup. Abbiamo approfondito i limiti d'uso legali di Alcohol 120% nel riquadro "La copia privata, la legge": leggetelo con attenzione! Installazione semplice, anche su Vista Le funzioni di Alcohol 120% sono fondamentalmente tre: la creazione e l'utilizzo di file immagine, la gestione di unità virtuali nel sistema, la masterizzazione di CD. Vediamo in dettaglio cosa può offrire questo potente programma, come si utilizza e quali sono i suoi molti segreti. Installare Alcohol 120% non è difficile. Il programma si scarica dal Web all'indirizzo www.alcohol120.he si installa su Windows nel giro dei consueti cinque o sei clic del mouse, più un riavvio del PC. Il pacchetto di installazione è di circa 7 Megabyte, e la versione scaricata dal Web è perfettamente funzionante anche se ha una durata limitata nel tempo; il costo del programma è di 59,99 euro. I sistemi operativi supportati da Alcohol sono tutti quelli della famiglia Windows: le versioni disponibili sono due, una dedicata ai "vecchi" Windows 98 e Me, una rivolta alle edizioni successive di Windows. A proposito di Windows Vista, non possiamo esimerci dal tormentone del momento: "Ma con Vista funziona?". Sì, Alcohol 120% con Vista funziona al 100% (difficile resistere al gioco di parole), ma solo dalla versione 1.9.6.4719 in poi. Con le edizioni precedenti si verificavano problemi piuttosto seri di compatibilita che impedivano di fatto la conclusione del processo di installazione del programma. L'unico accorgimento da avere ali' interno di Windows Vista è di lanciare Alcohol 120% con privilegi di amministratore (basta un clic col tasto destro del mouse anziché il consueto doppio clic sull'icona del programma), o alcune delle sue funzioni resteranno inutilizzabili. Fin da subito, dopo l'installazione completa, appare una nuova icona nelle Risorse del Computer: un lettore CD/DVD che va ad aggiungersi a quelli realmente installati nel PC. Si tratta di una unità virtuale, ossia una unità disco fittizia con cui Alcohol "inganna" Windows facendogli credere che sia un lettore CD/DVD vero e proprio. Alcohol 120% permette di gestire circa una trentina di unità disco virtuali, mentre Alcohol 52% è limitato a un massimo di sei. (vedi riquadro "Dal 120% al 52%"). A titolo di informazione, Alcohol 120% non è ancora in grado (né si parla di aggiornamenti imminenti in questa direzione) di gestire i nuovi supporti ottici ad alta capacità Blu-ray VIDEOGIOCHI 6 28/01/2008 Computer Idea La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N. 204 - 9 GENNAIO/22 GENNAIO 2008 e HD DVD. Se si ha necessità di utilizzare in modo intensivo questo tipo di dischi è necessario installare strumenti specifici, come per esempio AnyDVD HD di SlySoft (www.slysoft.com). Le protezioni queste... conosciute! Le tecnologie di protezione oggi impiegate sono numerose. Ecco un piccolo glossario, per orientarvi. SafeDisc Tecnologia di protezione di cui sono uscite diverse versioni nel tempo, basata sull'utilizzo di un particolare driver (un piccolo software di riconoscimento e gestione) da installare sul PC. Si tratta di un metodo di protezione discusso, che apre il fianco a possibili utilizzi maligni, e per questo è stato praticamente disconosciuto da Microsoft. SecuROM Tecnologia sviluppata da Sony, che impedisce la creazione di copie 1:1 dei dischi installando un driver proprietario sul PC; attualmente non può essere riprodotta su CD registrabili, ma può essere aggirata da driver particolari. È una tecnologia un po' invasiva, che in alcune circostanze ha comportamenti più simili a un virus che a un programma che abbia a cuore la sicurezza dei programmi e del PC. LaserLock Una tecnica che mischia diversi stratagemmi per impedire la copia di un disco: file contenenti errori (che mandano in crash il software di masterizzazione nel tentativo di scrivere i settori incriminati), cifratura di parte dei contenuti e l'utilizzo di un particolare ologramma stampigliato sulla superficie del CD. CD-Cops Una protezione non basata sulla presenza (più o meno nascosta) di determinate informazioni sul disco ottico bensì sulla sua struttura fisica, sulla posizione di determinati dati e sui dettagli della struttura delle informazioni. Non è particolarmente diffuso nel mercato dei giochi. Starforce Metodo basato sulla cifratura degli eseguibili protetti e sulla loro interpretazione all'interno di una macchina virtuale, attraverso il sistema di installazione di un driver proprietario. Extended Copy Protection Tipo di protezione particolare, impiegato da Sony per la protezione di alcuni CD musicali. Anche in questo caso, le polemiche suscitate sono state numerose: il tool di protezione si comporta come un rootkit, un programma (nel 99% dei casi di tipo maligno) eseguito dall'utente e che sfrutta le debolezze del sistema operativo per eseguire processi con privilegi di amministratore. A cosa serve un disco virtuale? Ma alla fin fine, che cosa ci si fa con un lettore CD fittizio? Semplice: si leggono dischi fittizi, quelli chiamati in gergo "file immagine" o "immagini ISO": sono i file che ricalcano bit per bit il contenuto di un CD o di un DVD. Il nome immagine ISO è utilizzato in onore dell'Istituto ISO, creatore e gestore di standard e che ha definito le caratteristiche del formato di memorizzazione dei dati su CD. Poiché Alcohol 120% è anche in grado di creare l'immagine ISO di un qualunque CD in vostro possesso, il primo modo di usare il programma è proprio quello di creare dei backup su hard disk di tutti i dischi più delicati (o più costosi), a patto naturalmente di avere un po' di spazio su sul disco. Un CD può arrivare a pesare qualche centinaio di Megabyte, un DVD è invece spesso nell'ordine dei diversi Gigabyte. I dischi possono poi essere caricati direttamente dall'hard disk, senza bisogno di una reale masterizzazione. Ciò significa che, specie per chi utilizza il computer portatile, Alcohol 120% può rappresentare la fine dell'incubo dell'avere sempre con sé tutti i CD. In questo caso l'attitudine "piratesca" di Alcohol 120% è semplice da intuire: un file immagine si può anche trasferire senza problemi via Internet, attraverso i circuiti peer to peer, con tutto ciò che ne consegue. Da immagine a CD Alcohol 120% permette anche l'operazione inversa di quella appena spiegata, cioè la masterizzazione di un CD o un DVD a partire da un file immagine che avete su hard disk. In questo modo il cerchio si chiude: il signor Rossi ha per le mani un CD che vuole passare al signor Bianchi. Non c'è nulla di male, a meno che il contenuto CD non sia protetto da copyright. Il signor Rossi prende il CD, e con Alcohol 120% (o Alcohol 52%) ne crea l'immagine ISO e la spedisce al signor Bianchi. Il signor Bianchi, ricevuto il file dall'amico, lo apre con Alcohol 120% (o Alcohol 52%) e lo può utilizzare all'interno del suo lettore CD virtuale esattamente come se fosse il disco di partenza; oppure lo può masterizzare su un CD vergine sempre con Alcohol 120% (e questa volta VIDEOGIOCHI 7 28/01/2008 Computer Idea La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N. 204 - 9 GENNAIO/22 GENNAIO 2008 non può usare Alcohol 52%, che non dispone di questa funzione). Stop: ci sono le protezioni I metodi di protezione di CD e DVD sono diversi, e per la maggior parte basati su informazioni non ricavabili dal semplice file System del disco. La protezione, di solito, non è un file, un codice seriale o un qualunque elemento che si possa vedere esplorando il disco direttamente da Windows. I sistemi di protezione sono informazioni nascoste, a volte scritte nei subchannel (dati aggiuntivi che trovano posto in via non troppo ortodossa sul disco), a volte residenti in zone particolari del disco (come l'anello di dati più interno, una posizione determinata in fase di stampa e difficilmente riproducibile con la semplice copia del disco), a volte ancora di natura completamente diversa, sotto forma di piccoli marchi disposti sulla superficie del CD. Comunque siano applicate, le protezioni riescono nel loro scopo, ossia impedire la copia di CD, DVD e software, anche con Alcohol 120%. Il programma, però, è il preferito dai pirati informatici proprio perché, se utilizzato nel modo "giusto", può superare le protezioni. Non scenderemo nel dettaglio per descrivervi un'azione che è illecita dal punto di vista amministrativo e, in alcuni casi, anche penale: tuttavia è curioso capire come agisce Alcohol 120%. Al momento della copia di un disco, il programma tenta di riprodurre le protezioni presenti, leggendo le eventuali informazioni aggiuntive presenti nei subchannel. È da notare che non tutti i formati di file immagine prevedono il salvataggio dei dati dei subchannel (in particolare, non lo prevede il formato standard ISO). Il tipo di copia possibile con Alcohol 120% e con programmi simili prende il nome di "copia 1:1", a indicare che si tratta di un tipo di copia del tutto speculare rispetto l'originale. Per le protezioni non riproducibili, quelle di fronte alle quali anche un professionista della copia rischia di arrendersi, esiste il sistema deH'"emulazione": in pratica Alcohol 120% inganna il programma protetto e l'intero sistema operativo, fornendo ai sistemi anti-copia tutti i dati che vogliono vedere, esattamente come se si trovassero davvero sul disco che si sta usando L'interfaccia di Alcohol 120% I componenti di Alcohol 120% sono due: un modulo residente e un'interfaccia estesa da cui pilotare tutte le funzioni del programma. Il modulo residente si avvia assieme a Windows, piazza l'immancabile icona nella Barra di sistema (nell'angolo destro della Barra delle applicazioni) e si occupa delle unità virtuali gestite dall'applicazione. Per montare in un'unità virtuale l'immagine di un CD basta un clic del tasto destro sull'icona del drive virtuale: una nuova voce nel menu contestuale permette di selezionare il file desiderato e di simularne l'inserimento nel lettore. Nelle opzioni del programma è possibile associare ad Alcohol tutti i tipi di file supportati, per consentirne l'apertura con un doppio clic. La finestra principale del programma riporta da un lato un elenco dei file immagine presenti nel sistema, dall'altro i comandi con cui pilotare l'applicazione. Questi includono la creazione di un file immagine a partire da un CD o DVD reale, la masterizzazione di un file immagine su un supporto registrabile e la copia diretta da disco a disco. Nei passo a passo di queste pagine vi mostriamo come muovere i primi passi con questi comandi e come effettuare una lettura davvero precisa dei vostri dischi. Tra le opzioni del programma, particolare attenzione meritano quelle relative alle unità virtuali. La regione dei DVD Per quanto riguarda la copia dei film su DVD dovete tenere presente un importante dettaglio. A ciascun film su DVD è assegnata una zona del mondo ben precisa in cui può essere riprodotto (per l'Europa è la zona 2, per gli Stati Uniti è la zona 1 ), e se si tenta di guardarlo su un lettore fabbricato per una diversa regione, il DVD non funziona. Tutto questo grazie ad un sistema chiamato CSS: Content Scrambling System. Esiste un algoritmo in grado di rompere la protezione CSS che blocca la zona dei supporti DVD, si chiama DeCSS, ma è stato immediatamente messo al bando. Gli sviluppatori di Alcohol 120% non hanno incluso questo discusso algoritmo nel loro pacchetto. Quindi, tra le tante cose che Alcohol 120% fa, ce n'è una che dichiaratamente non fa: non permette di leggere film su DVD e crearne copie region-free, visibili su qualsiasi lettore DVD del mondo, senza limitazioni. Copiare, che fatica! Dopo queste otto pagine, il VIDEOGIOCHI 8 28/01/2008 Computer Idea La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N. 204 - 9 GENNAIO/22 GENNAIO 2008 commento non può che essere solo uno: fare la copia di un supporto ottico è davvero faticoso. Bisogna districarsi non solo tra gli immancabili problemi tecnici, ma anche tra le maglie di una legislazione che non è per nulla chiara. Il legislatore, infatti, nel tentativo di tenere salvi il diritto alla copia di riserva da una parte, e accontentare le rivendicazioni dei produttori di musica, film e software dall'altra, ha imposto una soluzione che scontenta soprattutto i consumatori. Questo compromesso ha però fatto sorgere una contraddizione del nostro ordinamento giuridico. II risultato è che la copia di riserva annichilisce di fronte alla protezione che non può essere aggirata. Pensate a un software pagato centinaia di euro, a un videogioco che per ore "frulla" dentro il PC o la console ad alte temperature: in questi casi l'usura è il peggiore dei mali, e svantaggia chi i programmi li acquista e non accetta di scaricarli dal Web o copiarli dall'amico. La vera soluzione, a nostro avviso, deve arrivare da chi produce e vende tutti i prodotti multimediali: se "acquistare un software" significa solo "acquistare la licenza d'uso", il programma deve essere reso disponibile a prescindere dal supporto che lo contiene. E se quest'ultimo è rotto, deve essere creato un sistema di distribuzione di copie di riserva tramite i rivenditori, in modo tale che, finalmente, le persone possano utilizzare i CD e i DVD senza temere graffi, alte temperature e guasti improvvisi. Tre anni fa il celebre produttore musicale Claudio Cecchetto lanciò un'idea provocatoria, vendendo il CD di DJ Francesco "II mondo di Francesca" in doppia copia. L'iniziativa non ebbe seguito. Nel mondo del software, qualcosa si muove, ma solo nel settore della vendita dei programmi in versione digitale: in molti casi è possibile acquistare, assieme al prodotto, una "garanzia" per ottenere una copia di riserva nel caso di cancellazione del disco o smarrimento della licenza. Purtroppo questi sono degli esempi isolati: la grande maggioranza delle vendite di film e software è su supporti protetti, e i distributori non vogliono saperne di concederci il permesso di "fare la copia" o di darci un duplicato di riserva. Anzi, cercano di ergere muri sempre più alti: per esempio i recenti formati HD DVD e Blu-Ray sono sicuramente dei nuovi supporti capaci di contenere film ad alta definizione, garantendo un'esperienza visiva migliore. Ma sono anche stati creati per rendere più ^ complicata la loro copia. ISO e i suoi fratelli Nel tempo sono nati diversi formati di file immagine, concettualmente simili tra loro ma ciascuno con le sue peculiarità. Alcuni di questi formati si sono affermati come standard universalmente riconosciuti, altri un po' meno. Vediamo una rapida carrellata dei principati tipi di file immagine, tutti peraltro gestiti senza problemi da Alcohol 120%. I SO Lo standard di fatto, supportato da tutti i programmi di masterizzazione e molto diffuso su Internet (è il formato ufficiale con cui si distribuiscono ad esempio i sistemi operativi su Web) CUE / B I N Un altro formato molto diffuso, quasi un secondo standard, in cui per aprire masterizzare un'immagine sono necessari due file: uno contenente i dati veri e propri (il file BIN) e uno in cui è indicata la struttura delle tracce del disco (il file CUE). È utilizzato in particolar modo per la copia dei CD musicali, con il file CUE che si può utilizzare per memorizzare tutti i dati relativi al brano, all'autore e all'interprete di ciascuna traccia. MDF / M D S II formati nativi di Alcohol 120%. Contengono rispettivamente i dati da scrivere e le informazioni di supporto alla masterizzazione. A differenza dei file ISO e dei file CUE / BIN, i file MDF / MDS offrono pieno supporto alla memorizzazione dei subchannel, tanto importanti nell'industria della protezione dei dischi. CCD, BWT, C D I , N R G , PDI Formati proprietari rispettivamente di CloneCD, BlindRead, DiscJuggler, Nero Burning ROM e Pinnacle InstantCopy, tutti software in grado di creare immagini di CD e DVD. Tutti e quattro i formati sono analoghi al tipo di file ISO, con qualche ovvia variante, e vengono letti senza problemi da Alcohol 120%; inoltre i file di tipo CCD possono essere anche creati direttamente dall'interfaccia di Alcohol 120%. La copia privata, la legge II motivo per cui i produttori di software, CD e DVD introducono le protezioni, è la pirateria, un fenomeno sempre più difficile da arginare. Inutile nascondersi dietro a un VIDEOGIOCHI 9 28/01/2008 Computer Idea La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N. 204 - 9 GENNAIO/22 GENNAIO 2008 dito, Alcohol 120% è ritenuto uno degli strumenti essenziali anche per il pirata informatico "di quartiere". Quali sono i limiti entro cui una persona onesta può utilizzare questo programma senza il timore di sentirsi bussare alla porta dalla Guardia di Finanza o dai Carabinieri? La questione relativa alla copia di backup di CD, DVD e materiale audiovisivo in genere è una tra le più controverse nel panorama del "diritto d'autore". Se fino a qualche tempo fa ogni acquirente (titolare della licenza d'uso del prodotto) aveva diritto a farsi una copia di sicurezza, ora, con l'entrata in vigore della direttiva europea 29/2001 (recepita con decreto legislativo 68 dell'aprile 2003), le cose sono cambiate. Nonostante l'introduzione del cosiddetto "equo compenso" (il balzello antipirateria che chiunque paga su supporti vergini, dischi fissi, masterizzatori e così via), la legge sancisce la possibilità di proteggere le opere con meccanismi anti-copia. Eppure, nonostante queste protezioni, chi acquista l'opera può farne una copia personale, ma solo analogica (ossia il passaggio da CD a musicassetta dell'audio, o da DVD a VHS per il video). Chi supera illegittimamente le protezioni anche solo per farsi una copia privata digitale (senza fini di lucro, quindi), può incorrere in sanzioni amministrative (una multa); mentre chi "cracca" i supporti per copiarli e rivenderli commette un reato, e può incorrere in sanzioni penali (oltre alla multa, anche la detenzione). Il discorso è diverso per quanto concerne i software, anche perché in questo caso non è possibile nessuna copia analogica. Se è previsto il diritto di effettuare una copia privata del programma o del videogioco (purché impiegata solo dal legittimo proprietario), il diritto decade quando vi sono le protezioni. Il superamento delle protezioni è sanzionabile amministrativamente o penalmente (nel caso di fini di lucro). Possiamo quindi riassumere e concludere in un solo modo: superare le protezioni è vietato, anche quando si vuole far valere il proprio diritto alla copia privata di riserva. Esiste un escamotage, di cui abbiamo parlato in Computer Idea N. 119 (non è un numero recente, ma i consigli sono ancora validi): bisogna chiedere in forma ufficiale al distributore del film o del CD, o al produttore del software l'autorizzazione al superamento della protezione per creare la propria, legittima, copia di riserva. In caso di risposta positiva, si può procedere. Dal 120% al 52% Esiste, nella famiglia Alcohol Soft, un altro programma, Alcohol 52%. Come il nome fa intuire, si tratta di una versione ridotta di Alcohol 120%, che dispone di un set ristretto di funzioni (mancano tutte le funzioni di masterizzazione dei CD) e limitato quantitativamente rispetto al fratello maggiore; le funzioni sono cioè identiche ad Alcohol 120%, ma il numero di dischi virtuali utilizzabile in contemporanea è parecchio inferiore. Attenzione, non per tutti gli utenti questo è un problema, anzi: nella maggioranza dei casi, è sufficiente l'uso contemporaneo di uno o al massimo due dischi virtuali. Alcohol 52% è disponibile in due versioni, una delle quali è gratuita ma prevede l'installazione di una toolbar considerata da molti utenti al limite dello spyware. Sbirciando sui forum tecnici pare che la toolbar si possa poi disinstallare senza problemi, quindi Alcohol 52% sarebbe gratuito a tutti gli effetti. Il condizionale però è d'obbligo, la diffidenza verso simili componenti "maliziosi" è dura a morire. VIDEOGIOCHI 10 28/01/2008 Millionaire N. 1 GENNAIO 2008 Divertimenti casalinghi La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I videogame entrano nel videonoleggio. Cosi II Grande cinema da nuova vita alla sua catena e fa rivivere i giochi per console. I videonoleggi affiliati potranno sia vendere i nuovi giochi sia gestire un mercato dell'usato sempre più florido. Per il settore dei videogiochi nuovi, Areafilm realizzerà un software con il quale gli affiliati verranno aggiornati in tempo reale sulle uscite e le loro caratteristiche. Per l'usato, invece, l'azienda organizzerà degli appositi corsi di marketing con i quali i titolari di videonoleggio impareranno a gestire questo mercato, le tecniche per valutare l'usato che verrà proposto dai clienti e le modalità per riproporlo a prezzi convenienti, ma che diano un giusto margine. Naturalmente, nei videonoleggi della catena è sempre possibile trovare anche i dvd di seconda mano, che costituiscono un'ulteriore attrattiva per gli appassionati di cinema che vogliono avere una propria videoteca. IWFO tei. 0445 500610, www.ilarandecinema.com VIDEOGIOCHI 11 28/01/2008 Quale Computer N. 97 - GENNAIO 2008 - MONDO MOBILE Superlativo assoluto La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La PNY GeForce 8800 Ultra non può essere definita in altro modo... Insuperabile! Così come chi acquista una Ferrari non si sofferma sul prezzo, anche per chi acquista una scheda video dotata di GPU 8800 Ultra, deve fare lo stesso. Questa PNY costa quanto una Playstation 3 o una XBox infarcite di accessori e giochi vari. Perché comprarla, dunque? La risposta è semplice: è una tra le più veloci schede grafiche per PC. Chi non vorrebbe una Ferrari in garage? Una GPU... che sembrano due! Il processore grafico, ovvero il GeForce 8800, qui in versione Ultra, è il nonplusultra per gli appassionati di videogiochi. Versione estrema della serie 8, ha frequenze di lavoro già portate al limite dal produttore e per questo poco modificabili dall'utente. La GPU lavora a 612 MHz mentre le memorie a 1080 (ovvero 540x2), contro i 575 e 900 MHz (rispettivamente GPU e memoria) della versione GTX, quella che più le si avvicina per prestazioni. La dotazione di memoria video è esorbitante: i 768 MB di RAM sono di tipo DDR3 con bus a 384 bit, meglio adattabili delle DDR2 alle elevate frequenze di lavoro e meno affamate di corrente. Scontata la compatibilita con DirectX 10 e Shader Model 4, la scheda supporta tutte le tecnologie più avanzate prodotte da NVIDIA, tra cui il PureVideo HD2, che migliora la gestione di filmati in alta risoluzione siano essi BluRay che HD DVD. Buono, seppur ingombrante, il sistema di dissipazione. La ventola radiale preleva aria dall'interno del computer e la espelle dalla griglia sul retro facendola passare attraverso le heatpipe che smaltiscono il calore prodotto dalla GPU e dalle memorie. Anche in condizioni di uso intenso la rumorosità si mantiene entro livelli tutto sommato accettabili, mentre la griglia posteriore si scalda alquanto. Per quanto riguarda le prestazioni non c'è molto da dire. Nessun altro processore grafico è veloce quanto T8800 Ultra adottato dalla PNY. Questa è una delle poche schede video in grado di farvi giocare in scioltezza e con i filtri attivi anche a risoluzioni superiori a 1.600x1.200. È eccezionale poter giocare a Pro Street a 1.920x1.200 con i filtri al massimo (qualche scatto, però, c'è... peccato), o a Gears ofWar o a Crysis. Delude un po' la dotazione. Oltre alla scheda video nella confezione abbiamo trovato un cavo con uscite S-Video e Composito, un adattatore di corrente a sei poli, il CD con i driver ed una succinta guida all'installazione. Nessun gioco. Peccato: con quello che costa la scheda sarebbe stato un gradito plus. Alla cassa... il salasso Se siete fautori convinti dei videogiochi per PC e non volete rinunciare ad avere una "killer-machine" anche a costo di investire una considerevole cifra, la PNY GeForce 8800 Ultra è sicuramente una delle migliori proposte sul mercato. Certo, per sfruttarla al meglio occorre avere un pc di adeguata potenza, meglio se Quad Core, così da essere pronti per qualsiasi sfida (virtuale, s'intende). VIDEOGIOCHI 12 28/01/2008 Quale Computer Pag. 22 N. 95 - DICEMBRE 2007 Scegliere Linux per il PC da gioco La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gentile redazione, vorrei assemblare un PC che sarebbe utilizzato soprattutto per scopi ludici. Mi piacerebbe giocare ai videogame più nuovi a risoluzioni elevate e con i filtri attivi, per ottenere la massima qualità . Avevo quindi pensato alla seguente configurazione: case Aplus Twin-Engine Tower, alimentatore Enermax Liberty PSU ELT620AWT, Intel Core 2 Duo E6750, dissipatore Zalman CNPS8700 Led, scheda madre Asus P5KC, scheda video XFX 8800GTS 320MB XXX, memoria OCZ DDR2 PC2-6400 Reaper Enhanced Bandwidth Edition, due hard disk Western Digital Caviar 250GB 7200 RPM SATA2 configurati in modalità RAIDO, un ulteriore hard disk Western Digital Caviar 500GB 7200 RPM 16MB SATA2 e l'unità ottica Sony AWG170A. Avete un consiglio su un monitor dotato di interfaccia DVI adatto ai videogame, per completare la configurazione descritta? Cosa pensate di questo sistema? Dato che i l prezzo della macchina è abbastanza elevato non sarei intenzionato a comprare anche un sistema operativo e cosi per ovviare al problema installerei Linux. Non essendo molto esperto, però, gradirei un vostro parere su quale versione installare; vorrei che fosse abbastanza intuitiva e compatibile con l'hardware del mio PC. G. Bignamini, via mail VIDEOGIOCHI 13 27/01/2008 Giornale della Logistica N.10 DICEMBRE 2007 4 chiacchiere con Giovanni Leonida - Assologistica Il Re delia logistica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Manager, consulente, imprenditore, docente, scrittore: una carriera straordinaria, un'esperienza di vita totale, una cultura non solo logistica a 360°. Il punto di partenza? Imagination... MAURIZIO PERUZZI Lei vuoi sapere quando e perché mi sono innamorato della logistica? Veramente le domande dovrei (arie io. Questa però in scaletta ce l'avevo... Mi sono laureato in ingegneria chimica al Politecnico di Milano... Che c'entra la chimica con la logistica? L'ingegneria chimica è una splendida materia: ti insegna ad acquisire un metodo in cui la trasformazione degli elementi è legata ad una serie di eventi razionali che devi saper controllare. In poche parole l'ingegneria chimica ti insegna a ragionare "a flussi" ed a quantificare. In teoria intravedo la logistica. Ma in pratica? Decisi di lavorare un'estate in Inghilterra, per aprirmi gli orizzonti e per imparare bene l'inglese. Ho trovato lavoro in Scozia. E lì entrai per la prima volta in un'industria chimica, una fabbrica di esplosivi. E allora? Mi ha fatto letteralmente schifo: era brutta, sporca... Ormai ero alla fine del ciclo di studi e li ho conclusi, ma contemporaneamente riflettevo su che cosa volevo davvero fare. Ho cominciato a guardarmi in giro. Ed è andato all'Olivetti... Feci domanda all'Olivetti e mi presero per lavorare nella produzione elettronica, che era una mia grande passione: la mia competenza di allora su tale materia era praticamente identica a quella sulla chimica ed a 28 anni ero responsabile della produzione elettronica, che produceva i primi PC al mondo. Siamo agli inizi degli anni '70, quando avviene il passaggio dalla meccanica all'elettronica... Esatto: il grande Ottorino Beltrami, allora amministratore delegato, capi che per l'elettronica era importante la logistica e mi pose a capo della squadra che doveva introdurre in azienda questa nuova "tecnologia"... Temo me la debba spiegare meglio... Si passava da un'era in cui erano necessari pochi materiali, reperibili sotto casa, ad un'altra era dove erano indispensabili molti materiali da acquisire nei posti più lontani, talora disorganizzati, e quindi con tempi di approvvigionamento molto lunghi. La logistica diventava decisiva e si imponeva all'attenzione di qualunque manager dovesse gestire un processo produttivo. Ma lei aveva solo trent'anni! Come fu che Beltrami affidò proprio a lei un progetto di tale importanza? Gli fui consigliato da Arthur V. Feigenbaum, un consulente ex General Electric di cui Beltrami si fidava. Voleva qualcuno che ne capisse di produzione elettronica e parlasse* bene l'inglese. Ero l'unico sottomano con queste caratteristiche... Quello in Olivetti fu un periodo bellissimo, mi sentivo padrone del mondo, la mia produzione utilizzava il 5% della produzione mondiale di circuiti integrati, conoscevo bene quelli che "costruivano il futuro", come Gordon Moore e Robert Noyce, i fondatori della Intel, ma soprattutto su 850 dipendenti 780 erano donne; lo scriva pure, sono felicemente sposato da 40 anni... Cosa ancora più importante, sul piano professionale, l'organizzazione della logistica era fondamentale, decisiva. Magnifici quegli anni, e quell'impresa... Era un'azienda che giustamente viene ricordata come un modello: l'Italia era il 24% del nostro fatturato. La logistica fu inquadrata nel progetto "Material Flow and Logistics", di cui ero responsabile: l'obiettivo era creare i processi per gestire tutti i flussi, oggi si direbbe di SCM. Mi ci buttai a capofitto, mi recai spesso negli Stati Uniti per imparare e mese dopo mese k materia mi appassionava sempre di più. Lentamente da superspecialista di elettronica di produzione mi trasformavo in logistico... Intatti nella sua sterminata pubblicistica ci sono anche articoli e libri di elettronica Si, un mio testo di elettronica è stato per 10 anni il testo di elettronica più venduto nel mondo (a 300 dollari!). Un altro (informatica per ragazzi, in italiano) ha venduto 50.000 copie. La logistica allora era ritenuta ancora una tecnologia essenzialmente militare, tant'è vero che il trasferimento di certe conoscenze richiese l'approvazione VIDEOGIOCHI 14 27/01/2008 Giornale della Logistica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N.10 DICEMBRE 2007 del Dipartimento della Difesa americano. E ve la diedero? Stento a crederlo... Eravamo stimati e ben conosciuti: il più grande cliente in assoluto della mia produzione era la NASA! Inoltre Olivetti possedeva la Underwood, una grande azienda americana ed aveva la sede a 500 Park Avenue. Ma naturalmente in simili contesti ti spiegano solo quello che ritengono utile spiegarti. Non ti aprono certo gli armadi... Alla fine feci miei e sviluppai i principi della gestione integrata dei flussi, dai fornitori ai prodotti finiti, comprese le strategie di approvvigionamento e pianificazione della produzione e gestione del rischio nella supply chain. Credo che aver imparato a lavorare e gestire in un'azienda come l'Olivetti di allora sia stata una scuola straordinaria. Tanto è vero che fu la prima in Italia a dotarsi di una logistica efficiente. E che cos'è una logistica efficiente? Un processo chimico a flusso continuo, che assicura una elevata efficienza di tutte le risorse per far si che il cliente sia sempre soddisfatto e che i magazzini siano...vuoti. Insomma lei era un direttore Operations da un lato e logistica dall'altro in tempi in cui tali termini erano ancora di là da venire... No, i due lavori furono in sequenza; man mano che si sviluppava il progetto logistica ho abbandonato la produzione. Finito questo fui incaricato di creare e dirigere la business unit "Tastiere e display", la prima b.u. che doveva sperimentare un modello organizzativo su cui l'azienda intendeva ristrutturare la sua attività. Il problema era che, più passava il tempo, più sentivo nostalgia della logistica e avevo voglia di mettermi alla prova con la logistica di altre aziende... Lei è un manager che fonda e crea i processi più che l'uomo che li deve manutenere... Qualcosa del genere; il mio capo in Olivetti diceva che ero un marine. Per farla breve mi buttai nella consulenza, in A.T. Kearney, altra grande scuola visto che ho avuto l'opportunità di lavorare con IVECO, Fiat Auto, Daimler Benz, General Motors e altri sempre su problemi connessi alla riorganizzazione della produzione e del flusso integrato dei materiali e prodotti finiti, che era il mio modo di intendere la logistica... Decisivo fu soprattutto il passaggio in Zanussi, nei primi anni '80... Mi affidarono la responsabilità degli Acquisti e della Logistica della divisione "Bianchi" (Sono così definiti gli elettrodomestici quali frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie ecc. per distinguerli dai "Bruni ": televisori, videoregistratori ecc. - N.cLRJ. Inoltre ero responsabile degli acquisti dei prodotti/base (acciaio, rame, plastica, alluminio, ecc.) per tutto il Gruppo. Cominciai a viaggiare in tutto il mondo per acquistare, cogliere opportunità, organizzare... Un'attività frenetica per cambiare un'azienda molto particolare, dove, per banale esempio, la mia segretaria era "scandalizzata" dal fatto che in ufficio lavoravo in maniche di camicia. Per lei un "dirigente" e la sua giacca/cravatta erano indissolubili... Risultati ottenuti? Riduzione delle scorte del 52%. Ciclo dall'ordine alla consegna ridotto da 26 a 5 giorni... Costi di distribuzione - 27%... Introduzione dei primi treni blocco ad orario in Europa... Punto di partenza? Il problema è sempre la conoscenza, capire dove sei capitato, cogliere l'aspetto umano. Capire la cultura dell'azienda: la scorta a magazzino, per esempio, dava sicurezza. I magazzini pieni rassicuravano produzione e commerciali. Inoltre bisogna essere consapevoli che introdurre il cambiamento costa e genera conflitti ed insicurezze. E il tutto va capito e governato con intelligenza, pazienza, determinazione. Agendo soprattutto sulla cultura. Va bene. Ma in pratica? Cambiare la cultura di un'azienda è un processo che in primo luogo deve essere costruito sulla formazione. In quel periodo tutti i quadri dell'azienda, si sottoposero a 280 ore di formazione sulla logistica. Un investimento doppio rispetto a quello fatto per i sistemi informativi. Tutti felici e contenti? Consapevoli dell'utilità e della necessità di cambiamento, il che è fondamentale. E in Zanussi che ho capito l'importanza della formazione permanente, grazie anche a docenti eccezionali, quali Massimo Merlino (Oggi docente all'Università di Bergamo e famoso consulente del settore - N.d.R.), con cui condivisi quell'esperienza. Lei ha cumulato un patrimonio eccezionale (vedi Carta d'Identità - N.tLR.) di esperienze come manager, consulente, docente, imprenditore. Qual è la prima lezione che ne ha tratto e che oggi trasmette ai VIDEOGIOCHI 15 27/01/2008 Giornale della Logistica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N.10 DICEMBRE 2007 giovani nei corsi che tiene alla Bocconi o al Politecnico? Per anni gli scienziati hanno fatto studi per dimostrare che i bombi (Insetto caratterizzato da un corpo tozzo, poco aerodinamico e sproporzionato rispetto alle dimensioni delle ali - N.dR) non possono volare, ma i bombi non lo sapevano e continuavano a volare. Cosa c'entrano i bombi con la formazione? Imagination. Poni al centro del tuo pensiero, del tuo modo di porti di fronte al mondo e ai problemi l'immaginazione. Non lasciarti soggiogare dai luoghi comuni, dalle comode certezze. Abbi la capacità di ricombinare le esperienze passate, le conoscenze, le competenze per sviluppare prodotti o processi nuovi ed originali. Se ci riflette un attimo giungerà alla conclusione che noi raramente inventiamo cose davvero nuove. Più spesso ricombiniamo. Quello di cui lei parla è il cosiddetto "pensiero laterale" (Con il termine pensiero laterale si intende una modalità di risoluzione dei problemi che prevede un approccio indiretto ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema - N.d,R.). Pensate diversamente: se vi dico che una cosa è impossibile, non credeteci. Spesso è vero che una cosa è impossibile in certe condizioni, ma spesso nessuno vieta di cambiare le condizioni al contorno e renderla possibile. Si fa più fatica a fare per anni sempre le stesse cose che non ad immaginare qualcosa di creativo, nuovo, mai sperimentato. L'atteggiamento mentale è fondamentale... Esempio banale; un asino non volerà mai. Falso: lo metti su un aereo e l'asino vola. Chi le vuole bene dice che lei è un monumento della logistica nazionale, chi non la ama la accusa di essere un presenzialista onnipresente e pure presuntuoso. Chi ha ragione? Suscito odio o amore senza vie di mezzo perché sono un uomo libero e fuori dagli schemi. Me lo posso permettere perché mi documento su tutto con tutte le fatiche del caso. Quando mi invitano ad un convegno non copio le slides degli altri e se lo faccio mi limito all'indispensabile e cito la fonte, senza appropriarmi delle idee altrui. Ai convegni io parlo per chi investe tempo e fatica per venire ad ascoltarmi, non parlo per me. Bisogna evitare di essere banali o ripetitivi, oppure di farsi belli parlando in pratica solo a se stessi o cercando l'applauso della platea. Lei è considerato un docente ed un oratore eccezionale. Come si prepara? Devi sapere che tipo di uditorio hai davanti e calibrare il tono, il linguaggio e i contenuti a quello specifico uditorio. Non devi poi essere né troppo didattico né troppo banale. E comunque occorre evitare in assoluto di essere "oscuri". L'esperienza poi aiuta: personalmente posso contare su un patrimonio di quasi 30 giga di slides... Come si distinguono i convegni utili da quelli inutili? Bisogna saper essere selettivi, valutando intanto chi li organizza e chi sono i relatori. I convegni sono uno strumento in declino. Un anno fa abbiamo creato Assologistica Cultura e Formazione che non a caso organizza pochi convegni e molti corsi di formazione. I convegni funzionano se si concentrano su temi molto pratici e condivisi come per esempio l'interscambio pallet, evento su cui abbiamo avuto oltre 300 presenze. I corsi, se offrono docenti del calibro per esempio di Pietro Pedone e Giuseppe CufFaro, sono una garanzia di aggiornamento e tempo ben speso. Lei insiste molto sulla cultura. Perché il più grosso problema della logistica nel nostro Paese è la mancanza di cultura. Manca una laurea in logistica, mancano gli Istituti Tecnici che formano i diplomati, che sono ancora più preziosi dei laureati e dei master perché l'Italia è fatta per I'80% di piccole e medie imprese che, se devono assumere un laureato, assumono un ingegnere per la produzione, non un logistico. Ecco perché ci vogliono tanti periti ed ecco perché aver bloccato il Liceo Tecnico in Trasporti e Logistica, come prevedeva la riforma Moratti, è stato un grave danno. All'estero è diverso? L'esempio più vicino viene dalla Francia dove la cultura logistica è molto più alta perché ci sono vari corsi di laurea e di diploma e perché tutti i laureati e i diplomati hanno fatto l'ufficiale e quindi hanno fatto tutti un corso di logistica sotto le armi. E questo il motivo per cui in Italia l'outsorcing è meno sviluppato che altrove? In Italia le PMI fanno fatica ad esternalizzare perché outsourcing significa in certo qual modo "spezzare" VIDEOGIOCHI 16 27/01/2008 Giornale della Logistica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N.10 DICEMBRE 2007 l'azienda, e l'imprenditore italiano ama tenere tutto sotto controllo... ... ma il trasporto è in gran parte terziarizzato! Il trasporto non è outsourcing: il trasporto è una mera esecuzione, come far zincare un pezzo da una galvanica. La logistica invece... Nella logistica c'è una parte di governo del sistema. Qualunque flusso logistico è composto infatti da quattro flussi: fisico, informatico, documentale e di responsabilità. Affidare a terzi un'operazione spot o uno solo di questi flussi non è fare outsourcing. Se invece affidi a terzi l'intera gestione del magazzino e l'evasione ordini allora è diverso: esternalizzi un processo complesso che mantieni sotto controllo grazie alla condivisione dei dati e degli strumenti informatici. Ma che cos'è la logistica oggi? Un videogioco. Un videogioco? Devi avere i riflessi pronti, capire le situazioni, reagire e interagire velocemente a molte variabili in continua e dinamica mutazione, grazie anche alle tue azioni. Dove vedi e intuisci solo una parte degli elementi utili a prendere le decisioni. Dove devi avere una strategia ma allo stesso tempo reagire tatticamente a situazioni e problemi immediati e improvvisi. Questa francamente non l'avevo mai sentita... Imagination. La logistica significa da un lato il possesso di informazioni di buona qualità e dall'altro capacità di agire velocemente avendo chiaro lo schema con cui interagisconono tutti i fattori in gioco (produzione, scorte, clienti, trasporti, ecc.) e puntando ad obiettivi precisi. Ovvero possedere gli strumenti adeguati per gestire contemporaneamente molte variabili complesse ed interagenti. Il primo a capirlo è stato Alfred Sloan nel lontano 1923... Sono curioso di avere la sua opinione sul just-intime... Tutti parlano di just-in-time ma intanto (lo dicono i dati Mediobanca) le scorte restano altissime perché in Italia del just-in-time ci siamo solo riempiti la bocca; tante parole e pochi fatti. E una bella espressione, fa sembrare istruiti e competenti ma i risultati si devono vedere nei bilanci dell'azienda. Quando nella mia esperienza ho applicato questa tecnica ho analizzato i flussi in tutti i loro aspetti e infine ho preso le decisioni che servivano per far fronte ad una domanda molto variabile e poco prevedibile: rifare tutti i prodotti per avere comunanza elevata, rifare le linee di produzione per renderle flessibili, pianificare la produzione a lotti di 16 pezzi bloccati e avere un piano di produzione esecutivo solo per la settimana prossima. Avevamo un catalogo di 160 prodotti base e ne potevamo fare 80 ogni giorno. Così ci siamo finanziati lo sviluppo riducendo quasi a zero il magazzino: ci siamo persino venduti l'edificio per fare cassa. Molti parlano di lei legandola alla sua esperienza in Tecnologistica. Come mai non me l'ha ancora citata? L'idea di Tecnologistica nacque a fine 1991 da tre intuizioni che divennero obiettivi: costruire per acquisizioni un grande 3PL italiano, fecalizzato sull'attività e non sulla proprietà dei magazzini, che avesse da subito mentalità e organizzazione internazionali. La società GLE, Gruppo Logistico Europeo, fu costituita il 2 aprile 1992 con 6,5 miliardi di vecchie lire di capitale sociale e un buon credito bancario. Entro l'estate dello stesso anno eravamo già ad un fatturato di 110 miliardi di lire. Forse non tutti sanno che cos'è stata Tecnologistica, in che settore operava... GLE nasce come operazione di venture capitai tra Schroder FVF, Chase Manhattan Bank e Gemina. Poi contattammo Pirelli, che aveva una azienda di logistica (Fintrasporto) ma desiderava concentrarsi sul core business, i pneumatici, e abbiamo unito le forze; Pirelli è entrata nel capitale e cambiammo il nome in Tecnologistica. A quattro anni dalla fondazione Tecnologistica era l'azienda leader del sud Europa per la logistica a valore aggiunto con 630 miliardi di lire di fatturato, un milione e 200.000 metri quadri coperti di magazzini, 2.000 dipendenti diretti e 4.000 indotti. Poi fu ceduta con un'ottima plusvalenza al fondo Advent e da questo passò alle banche e poi a TNT Logistics, oggi Ceva Logistic Un bell'esempio di outsourcing ante-litteram, quello di Pirelli... Abbastanza anomalo perché Pirelli acquistò il suo fornitore di servizi e lo sviluppò. Purtroppo, parlo in generale, l'outsourcing in Italia è nato nel modo sbagliato e ha pagato questa malsana origine. Perché, come avvenne? Avvenne a metà degli anni '70 e non per una logica industriale, ma per ragioni sindacali. Erano gli anni degli "scioperi a scacchiera" per cui pochi lavoratori, scioperando VIDEOGIOCHI 17 27/01/2008 Giornale della Logistica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N.10 DICEMBRE 2007 a piccoli gruppi uno dopo l'altro, erano in grado di bloccare un'azienda. L'outsorcing, purtroppo, nacque in chiave anti-sindacale e non per offrire una prestazione di servizio specializzato a costi inferiore e maggiore efficienza- La solita miopia dell'imprenditoria italiana... Erano i tempi in cui nel magazzino si cacciavano "gli scemi del villaggio" e i rompiscatole. Uno bravo non l'avrebbero mai messo in magazzino. Adesso invece... Oggi è completamente diverso perché è cambiato tutto: la catena del valore, i luoghi, anche fisici, dove si genera il valore aggiunto, il ruolo e l'importanza dell'assemblatore finale, la divisione mondiale del lavoro. Oggi una buona logistica permette di ottenere risparmi clamorosi, anche del 18/20%, partendo da una normale situazione di una qualunque piccola 0 media impresa. Certo bisogna saper fare i conti, e conoscere la logistica... Un suo collega mi ha detto che gli imprenditori italiani non sanno letteralmente quanti codici di produzione hanno a magazzino o quanto li costa trasportare un chilo della loro mercé. Ci credo. Ma la logistica è spesso trasversale rispetto alla contabilità e ricostruirne i costi può essere un lavoraccio. Non tutti gli imprenditori vogliono capire che oggi il mercato è scarso e l'offèrta abbonda, quindi la logistica è uno dei "pezzi" più importanti del prodotto, che incide pesantemente sul valore finale del prodotto reso al cliente. E che se la esternalizzo sto affidando ad un terzo un problema complesso e vitale, per cui devo scegliere con oculatezza, selezionare un partner veramente "tosto". Saperlo controllare e saper collaborare. Ma prima di tutto devo saper fare i conti, conoscere davvero la mia azienda. Altrimenti con quale logica esternalizzo? Lei nei suoi interventi pubblici non pare aver paura della globalizzazione. Come mai? Nella globalizzazione ci sono effetti negativi ed altri positivi. L'aspetto più negativo è che sta avvenendo troppo rapidamente e le nostre aziende fanno fatica a tenere il ritmo. Un altro è la "competizione ambientale": chi ha "libertà di inquinare" ha un vantaggio competitivo, anche se il pianeta è di tutti. E quelli positivi? Nelle aree coinvolte dalla globalizzazione si è prodotto uno straordinario incremento del benessere e della qualità della vita. Un dato: vent'anni fa il 90% degli esseri umani viveva con meno di 2 dollari al giorno. Oggi tale percentuale è scesa al 40%: la globalizzazione è una cura enorme per la povertà di interi continenti. La vecchia e cara Europa invece... La globalizzazione diventa un problema in quei Paesi dove non ci si tira su le maniche con intelligenza e lungimiranza. Non può sfuggire alla domanda: quale è la sua definizione di logistica? Non esiste una definizione universale di logistica. Esistono tante definizioni quante sono 1 contesti e le situazioni. Direi che per ogni impresa, stante i suoi prodotti, la sua organizzazione del lavoro, i suoi flussi di distribuzione, è necessario creare una definizione di logistica "su misura". Ad esempio: tutte le definizioni dimenticano che logistica è anche riuscire a lavorare con poche risorse fisiche... È evidente che lei mantiene una grande passione per questi temi. Che cosa invece le da più fastidio? Mi danno fastidio tutte le mitologie: il mondo è pieno di miti, uno più falso dell'altro. Soprattutto sui temi ambientali, ai quali mi sono dedicato molto negli ultimi anni. Ad esempio il mito dei biocarburanti, produrli dai semi (e non dagli scarti) significa occupare campi, far esplodere i prezzi dei prodotti alimentari (grano, mais, ecc. ed i derivati come latte e carne) e forse fare addirittura un danno ambientale maggiore del beneficio. Basterebbe aumentare del 10% la saturazione dei camion (che nei vari paesi va dal 40 al 60%) per avere un effetto enormemente migliore. Altro mito: il trasporto marittimo è "amico dell'ambiente". Non è vero: siccome non c'è alcuna norma internazionale sui carburanti marittimi, le navi ne usano di così sporchi che inquinano l'atmosfera più di tutti gli altri trasporti messi insieme. È più facile introdurre la logistica in una piccola o in una grande impresa? E falso affermare che le piccole e medie imprese italiane non possano avere una logistica efficiente. Ma è altrettanto falso sostenere che una PMI abbia un'organizzazione più semplice per il solo fatto di essere piccola. Che consiglio darebbe ad una PMI che desidera innovare con la logistica? Di puntare sulla semplicità e, come primo obiettivo, di mettersi in condizione di possedere VIDEOGIOCHI 18 27/01/2008 Giornale della Logistica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N.10 DICEMBRE 2007 dati e informazioni veritiere, in real time, affidabili e coerenti. E ad una grande? La stessa cosa, non c'è una ricetta diversa. La conoscenza è la base del cambiamento. E la conoscenza si basa sui numeri. Meglio se in real time! Inoltre: ragionare da ingegnere chimico, vedendo sempre un processo continuo, dove le scorte sono un incidente. Lei cita spesso la Storia, porta esempi che spaziano dai Sumeri alla guerra di Corea. Passione per la storia? La Storia insegna. Capire chi e perché ha operato in un certo modo in un determinato contesto, i perché dei suoi successi ed insuccessi porta alla conoscenza, e magari a individuare soluzioni valide ancora oggi. Il primo ERP è stato introdotto in GM nel 1924! A proposito di conoscenza, qual è l'ultimo libro che ha letto? Ho riletto "I miei anni alla General Motors", di Alfred Sloan. Lo consiglio caldamente come testo di logistica e di management in generale. Per finire la nostra domanda di rito. Qual è il suo maggior pregio? E il peggior difetto? Il pregio: pensare con la mia testa ed essere ancora molto curioso di conoscere persone, aziende, ambienti e situazioni. E il difètto? Le sembrerà paradossale, ma è l'essere troppo umile. Quando parlo con qualcuno parto sempre dal presupposto che ne sappia più di me... Poi magari mi delude. ...Grazie. • Copyright II Giornale della Logistica Dicembre 2007 Carta d'identità • Nome e Cognome: Giovanni Leonida • Luogo e data di nascita: Bobbio (PC) il 16 gennaio 1944 • Curriculum di Studi: Laurea in ingegneria chimica (100/100) Politecnico Milano. Studi successivi in elettronica ed in logistica • Incarichi istituzionali • Vicepresidente (e Past President) di Assologistica (Associazione Italiana delle Imprese di Logistica, Magazzini Generali, Magazzini Frigoriferi, Terminal Operators Portuali, Interportuali ed Aeroportuali) • Consigliere della Fondazione Piacenza e Vigevano; membro della Giunta Assolombarda e vicepresidente del Gruppo Trasporti • Membro del Comitato Direttivo e docente del Master in Trasporti e Logistica del Politecnico di Milano; docente al Master in Logistica della Università Bocconi • In passato: Responsabile del Centro Studi Confetra (Confederazione Italiana del Trasporto e delle Logistica); Consigliere di Federtrasporto (Confindustria); membro della Giunta Confetra; responsabile dell'area Operations e Logistica c/o ISTUD Istituto di Studi Direzionali di Stresa; professore a contratto c/o il Politecnico di Milano. • Pubblicazioni e studi Autore di libri tecnici e di oltre 100 articoli su giornali e riviste tecniche. Relatore e docente presso Convegni e corsi di formazione • Esperienze professionali 1969-1977: Olivetti Vari incarichi nella produzione elettronica, fino a responsabile della stessa produzione (850 dipendenti), che produceva fra l'altro il primo PC del mondo. Responsabile del progetto "Materials Flow and Logistics", il primo progetto italiano di Logistica Integrata (acquisti, programmazione produzione, gestione scorte, distribuzione fisica). Responsabile della Business Unit "tastiere e display". 19771979: A.T. Kearney Management Consultants Senior Consultant (poi Manager per i beni durevoli) presso l'ufficio italiano. Impostato e diretto vari lavori di logistica e di strategia logistica in Italia, USA, Francia, UK, Germania e Olanda per aziende soprattutto nel settore "automotive" (Alfa Romeo, Fiat, Iveco, Magirus-Deutz, Daimler Benz, General Motors, Unic, ecc). 1980-1985: Gruppo Zanussi Materials Manager, Direttore degli Acquisti di Gruppo (72% del valore della produzione) e, per la divisione Elettrodomestici, di tutta la logistica o supply chain (programmazione della produzione, gestione scorte, magazzini, distribuzione fisica, trasporti). Risultati principali: scorte -52%, costi distribuzione - 27%, tempi consegna - 77%. Prima azienda in Europa ad organizzare treni blocco ad orario ed ampio uso della ferrovia (97% dell'export via terra). A seguito della crisi finanziaria, Direttore Pianificazione e Sviluppo del Gruppo con l'incarico di sviluppare ed attuare il piano di ristrutturazione (da 47 stabilimenti a 21 ecc). Partecipazione alle trattative per la cessione ad Electrolux e successivo sviluppo del piano di integrazione delle operations Electrolux-Zanussi sia per l'elettrodomestico che per gli altri settori. 1985-1988: Seleco SpA (partecipata Zanussi-Electrolux e Ministero Industria) Direttore Generale con ampi poteri (AD mai nominato) dal momento della costituzione per fusione fra VIDEOGIOCHI 19 27/01/2008 Giornale della Logistica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N.10 DICEMBRE 2007 Indesit Elettonica e Zanussi Elettronica. Risultati principali: lancio del nuovo marchio, diversificazione prodotti (confluiti poi in Seleco Multimedia o SIM2), introduzione JIT spinto in produzione, fatturato da 135 a 285 mld Lire, utile da -17 a +4 mld Lire per crescita interna. 1989-1991: Occam srl (consulenza) Co-fondatore e partner della società. Impostato e diretto vari lavori di logistica, di strategia logistica e manufacturing per grandi aziende (Bull, Euromereato, GFT, Merloni, Olivetti, Standa, ecc), in Italia, Francia, Azerbaijan e Russia bianca. In parallelo responsabile dell'area Operations e Logistica c/o ISTUD Istituto di Studi Direzionali (Stresa). 1992-1996: Tecnologistica SpA Co-fondatore ed Amministratore Delegato della GLE - Gruppo Logistico Europeo, nata nell'aprile 1992 come operazione di venture capitai di Schroder IVF, Chase Manhattan Bank e Gemina e diventata Tecnologistica a seguito dell'ingresso della Pirelli nel capitale. In parallelo: presidente di Domenichelli (gruppo Tecnologistica, poi fusa nella holding). 1997-2/2001: Malpensa Logistica Europa SpA Co-fondatore ed Amministratore Delegato della società (azionisti SEA, Fiat-Sinport e Tecnologistica per 1/3 ciascuno, poi acquisita da SEA al 100%). Progetto della Cargo City Malpensa. Avviamento della società MLE - Malpensa Logistica Europa per lo handling merci aeroportuale. 3/2001 : Imprenditore e consulente Libero professionista (logistica e strategia) ed imprenditore Giovanni Leonida, oggi consulente ed imprenditore, una delle figure più note ed autorevoli della logistica non solo italiana: "Suscito odio o amore senza vie di mezzo perché sono un uomo libero e fuori dagli schemi. Me lo posso permettere...". E ancora: "Non bisogna lasciarsi soggiogare dalle comode certezze. Bisogna avere la capacità di ricombinare le esperienze per sviluppare prodotti o processi nuovi ed originali" "Cambiare la cultura di un'azienda è un processo che in primo luogo deve essere costruito sulla formazione" "La logistica significa da un lato il possesso di informazioni di buona qualità e dall'altro capacità di agire velocemente puntando su obiettivi precisi" VIDEOGIOCHI 20