Rassegna Stampa del 29/01/2008 08:26

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Rassegna Stampa del 29/01/2008 08:26
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INDICE
VIDEOGIOCHI
29/01/2008 La Repubblica
IL MONDO GRATIS
4
28/01/2008 Computer Idea
Il copiatutto
6
28/01/2008 Millionaire
Divertimenti casalinghi
11
28/01/2008 Quale Computer
Superlativo assoluto
12
28/01/2008 Quale Computer
Scegliere Linux per il PC da gioco
13
27/01/2008 Giornale della Logistica
Il Re delia logistica
14
VIDEOGIOCHI
6 articoli
29/01/2008
La Repubblica
Pag. 23
ED. NAZIONALE
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IL MONDO GRATIS
CANNES DAL NOSTRO INVIATO ERNESTO ASSANTE Clicco, scarico, non pago. Tre semplici atti
che hanno portato alla crisi, in pochi anni, un'intera industria, quella discografica, che inesorabilmente
ha visto calare le vendite dei cd e crescere il consumo di musica gratis attraverso la rete. Clicco,
scarico e non pago. Funziona anche per il cinema, per la tv, per i giornali, per il telefono, per i
videogiochi: tutto quello che nel mondo reale ha un valore, che sia un oggetto o un servizio, qualcosa
che può essere venduto e comprato, quando arriva in rete e si smaterializza, perde anche il suo
valore economico. E tutto diventa gratuito. Si consuma musica, si fanno telefonate, si leggono
giornali, si vedono film e programmi televisivi, si gioca e non si paga. Fino a ieri tutto questo era
illegale, era pirateria. Oggi non è più così. I giornali online sono gratuiti, la telefonia via Internet è
gratuita, la web tv è gratuita, stanno arrivando anche i primi film pagati interamente dalla pubblicità (il
primo è "Voglio la luna", prodotto dal tour operator Hotelplan e da ieri approdato in alcune sale
italiane, i biglietti, ovviamente gratuiti si possono prendere soltanto online sul sito del film). Èla
tecnologia digitale ad avere liberato questa possibilità. E' l'avvento di Internet e del World Wide Web
ad aver reso possibile quello che solo fino a qualche anno fa sembrava assolutamente irrealizzabile.
Portare legalmente contenuti gratuiti al pubblico. Offrire legalmente servizi gratuiti. Il primo terreno
dove questa rivoluzione è avvenuta è quello della musica. Una rivoluzione vera e propria perché, a
differenza della vecchia "pirateria" fisica, quella che ancora oggi porta nelle nostre strade milioni di
copie di dischi copiati illegalmente e venduti a pochi euro, ha portato in pochissimo tempo milioni di
persone a collegarsi alla rete e a condividere la loro musica in un modo che prima, semplicemente,
non era possibile. E senza pagare nulla. Che si tratti di "furto" è evidente, copiare una canzone senza
pagare i diritti d'autore significa semplicemente privare i musicisti dei frutti del loro lavoro. Ma ai
frequentatori della rete il termine "furto" è sempre sembrato inappropriato. Innanzitutto perché nel
"file sharing", nello scambio dei brani on line, non c'è un oggetto fisico, non c'è un disco, non c'è
qualcosa che materialmente passa da una mano all'altra, da una persona all'altra, nulla viene tolto a
nessuno. E poi perché la copia digitale che viene creata, assolutamente identica all'originale, è frutto
di un baratto, di uno scambio di brani, di files. Cosa che "moralmente" ha un'apparenza più
accettabile. Per gli "scaricatori" della musica on line il loro gesto non è molto diverso da quello che
fanno ogni giorno quando ascoltano la musica, gratuitamente, accendendo la radio. Non sono loro i
"ladri", insomma, semmai le aziende che gestiscono le reti, che producono i software, quelli che dai
milioni di download quotidiani guadagnano traffico sui loro siti e pubblicità da vendere. E' da questa
ipotesi che è partita Qtrax per portare, finalmente, nella legalità decine di milioni di persone che in
tutto il mondo scaricano musica utilizzando i software di "file sharing" e le reti "peer to peer",
annunciando la nascita del primo servizio legale di download musicale gratuito, interamente
sostenuto dalla pubbliità. «La gente non vuole vivere nell'illegalità, la gente vuole la musica gratis», è
la disarmante verità che Klepfisz, il boss della Qtrax, ha voluto sottolineare presentando la sua
iniziativa. Che, però, ha annunciato troppo in fretta, essendo in realtà ancora priva del via libera
definitivo da parte delle major discografiche, come hanno voluto sottolineare ieri sia la Warner, che la
Universal che la EMI. Altri servizi già offrono musica gratuitamente, facendo pagare il conto agli
investitori pubblicitari. Come Jamendo, che lavora sulla base delle nuove licenze Creative Commons,
come We7, un sito realizzato niente di meno che da una delle grandi star del rock, Peter Gabriel, o il
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29/01/2008
La Repubblica
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ED. NAZIONALE
sito italiano Downlovers.it. Il mondo della rete, comunque, marcia in un'unica direzione, quella dei
contenuti gratuiti. E non solo per quello che riguarda la musica. Uno degli alfieri di questa rivoluzione
è Janus Friis, un giovanotto di Copenhagen che a soli 31 anni si trova ad essere miliardario e, allo
stesso tempo, uno dei principali protagonisti dell' "era gratuita". Friis è l'inventore di KaZaA, uno dei
più fortunati software di file sharing al mondo, ed è sempre lui ad aver creato Skype, basato sempre
sul "peer to peer" ma destinato, in questo caso, a far telefonare gratuitamente gli utenti della rete.
"Internet ha cambiato la mentalità della gente", dice Friis, che ora ha lanciato un nuovo sito, Joost,
dove ad essere gratis sono i contenuti video. On line tutto diventa gratuito. Così oggi attraverso
Internet è possibile leggere gratuitamente i giornali di tutto il mondo, dal New York Times a Wall
Street Journal, da Le Monde a El Pais, e la diffusione delle testate on line cresce ogni giorno di più,
assieme al numero delle persone che le legge, come conferma il successo di Repubblica.it. Gratis è
anche il software, non solo quello necessario al funzionamento di base del computer ma moltissime
applicazioni per ogni tipo di necessità, dalla scrittura al disegno, come si può facilmente scoprire
visitando il sito O p e r S o u r c e L i v i n g (osliving.com), e grandi aziende come la Microsoft si sono
dovute adeguare, diffondendo gratuitamente Explorer o Windows Media. E' gratis anche la
televisione, quella di YouTube, con il suo gigantesco archivio di immagini di ogni epoca, e quella in
diretta, offerta da siti come Coolstreaming, che attraverso il peer to peer consente di vedere sul
computer le tv di mezzo mondo, calcio compreso. E ancora: si può telefonare gratis in tutto il pianeta
con Skype, si possono vedere film corti e videoclip su siti come iFilm o film interi come su Joox. E si
possono utilizzare centinaia di videogiochi, da quelli vecchi che si trovano su siti di "retrogaming" a
quelli recenti che sono reperibili sui principali portali internazionali. Quello del "gratis" è un movimento
che è partito dalla rete ma si sta allargando a dismisura. E' sempre il terreno della musica quello
dove si sperimentano le soluzioni più innovative, come hanno dimostrato recente- mente i Radiohead
e i Nine Inch Nails, distribuendo i loro nuovi album attraverso Internet a offerta libera. Ma l'offerta si
allarga di giorno in giorno, anche in ambiti finora non toccati dai cambiamenti, e sono molti i gruppi di
pressione che operano in questo senso, da quelli del Free Software Movement, a chi lavora nel
campo del "copyleft", ovvero del cambiamento delle leggi sul copyright. «E' il diritto d'autore come
fino ad oggi lo abbiamo inteso ad essere messo in discussione», ha detto il professor Lawrence
Lessig, presentando al MidemNet di Cannes Creative Commons, il movimento da lui sostenuto per
modificare i limiti che le norme del copyright impongono e che virtualmente mettono fuori legge
milioni di utilizzatori di files audio e video del mondo: «Nessuno vuole essere un pirata - ha
sottolineato Lessig - sono le regole che devono cambiare».
Foto: Peter Gabriel, fondatore dei Genesis prima e genio solista poi, "teorico" della world music, ha
realizzato il sito We7 che offre musica gratis: il conto lo paga chi fa pubblicità
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28/01/2008
Computer Idea
N. 204 - 9 GENNAIO/22 GENNAIO 2008
Il copiatutto
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Programma per masterizzare, ma anche emulatore di lettori ottici: in un unico programma una serie
di strumenti per chi vuole fare la copia di riserva di software, musica, giochi e DVD.
I CD sono supporti leggeri, poco ingombranti, versatili (su un disco possono esserci canzoni, film,
programmi, giochi) e sempre più capienti di generazione in generazione. Questi tipi di dischi sono
però poco resistenti all'usura. Non sono supporti delicatissimi, anzi: sono in grado di sopportare
anche qualche graffio, ma con il tempo e l'uso costante tendono a rovinarsi, e tutto d'un tratto il
lettore fa più fatica a leggerli. Visto che giochi e programmi non sono regalati, bisogna trovare un
metodo per proteggere l'investimento fatto. Il rimedio più semplice è quello di farsi una o due copie di
ciascun disco che si acquista e utilizzare le copie al posto dei dischi originali. Così si evita lo stress
dell'uso, molto marcato nel caso dei videogiochi, dove è spesso richiesta l'inserimento del CD
originale che rimarrà a frullare ore e ore durante le sessioni di gioco. Con una copia masterizzata si
può sempre stare tranquilli, perché anche se il disco smette di funzionare, l'originale è comunque
salvo e basterà farne un'altra copia. Alcohol 120% è un programma che può essere d'aiuto in tutti i
casi in cui si deve creare o utilizzare la copia di un CD o DVD. Purtroppo, però, non sempre è così
semplice fare la copia di un CD: da anni le software house inseriscono nei loro dischi dei sistemi di
protezione fisici e logici che rendono impossibile (o quantomeno molto difficile) crearne delle copie
funzionanti. La copia di backup, ricordiamo, è un diritto degli utenti: tuttavia è in vigore una
legislazione molto severa che pone dei limiti alla possibilità di creare i duplicati anche solo di backup.
Abbiamo approfondito i limiti d'uso legali di Alcohol 120% nel riquadro "La copia privata, la legge":
leggetelo con attenzione! Installazione semplice, anche su Vista Le funzioni di Alcohol 120% sono
fondamentalmente tre: la creazione e l'utilizzo di file immagine, la gestione di unità virtuali nel
sistema, la masterizzazione di CD. Vediamo in dettaglio cosa può offrire questo potente programma,
come si utilizza e quali sono i suoi molti segreti. Installare Alcohol 120% non è difficile. Il programma
si scarica dal Web all'indirizzo www.alcohol120.he si installa su Windows nel giro dei consueti cinque
o sei clic del mouse, più un riavvio del PC. Il pacchetto di installazione è di circa 7 Megabyte, e la
versione scaricata dal Web è perfettamente funzionante anche se ha una durata limitata nel tempo; il
costo del programma è di 59,99 euro. I sistemi operativi supportati da Alcohol sono tutti quelli della
famiglia Windows: le versioni disponibili sono due, una dedicata ai "vecchi" Windows 98 e Me, una
rivolta alle edizioni successive di Windows. A proposito di Windows Vista, non possiamo esimerci dal
tormentone del momento: "Ma con Vista funziona?". Sì, Alcohol 120% con Vista funziona al 100%
(difficile resistere al gioco di parole), ma solo dalla versione 1.9.6.4719 in poi. Con le edizioni
precedenti si verificavano problemi piuttosto seri di compatibilita che impedivano di fatto la
conclusione del processo di installazione del programma. L'unico accorgimento da avere ali' interno
di Windows Vista è di lanciare Alcohol 120% con privilegi di amministratore (basta un clic col tasto
destro del mouse anziché il consueto doppio clic sull'icona del programma), o alcune delle sue
funzioni resteranno inutilizzabili. Fin da subito, dopo l'installazione completa, appare una nuova icona
nelle Risorse del Computer: un lettore CD/DVD che va ad aggiungersi a quelli realmente installati nel
PC. Si tratta di una unità virtuale, ossia una unità disco fittizia con cui Alcohol "inganna" Windows
facendogli credere che sia un lettore CD/DVD vero e proprio. Alcohol 120% permette di gestire circa
una trentina di unità disco virtuali, mentre Alcohol 52% è limitato a un massimo di sei. (vedi riquadro
"Dal 120% al 52%"). A titolo di informazione, Alcohol 120% non è ancora in grado (né si parla di
aggiornamenti imminenti in questa direzione) di gestire i nuovi supporti ottici ad alta capacità Blu-ray
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28/01/2008
Computer Idea
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N. 204 - 9 GENNAIO/22 GENNAIO 2008
e HD DVD. Se si ha necessità di utilizzare in modo intensivo questo tipo di dischi è necessario
installare strumenti specifici, come per esempio AnyDVD HD di SlySoft (www.slysoft.com).
Le protezioni queste... conosciute! Le tecnologie di protezione oggi impiegate sono numerose. Ecco
un piccolo glossario, per orientarvi. SafeDisc Tecnologia di protezione di cui sono uscite diverse
versioni nel tempo, basata sull'utilizzo di un particolare driver (un piccolo software di riconoscimento
e gestione) da installare sul PC. Si tratta di un metodo di protezione discusso, che apre il fianco a
possibili utilizzi maligni, e per questo è stato praticamente disconosciuto da Microsoft. SecuROM
Tecnologia sviluppata da Sony, che impedisce la creazione di copie 1:1 dei dischi installando un
driver proprietario sul PC; attualmente non può essere riprodotta su CD registrabili, ma può essere
aggirata da driver particolari. È una tecnologia un po' invasiva, che in alcune circostanze ha
comportamenti più simili a un virus che a un programma che abbia a cuore la sicurezza dei
programmi e del PC. LaserLock Una tecnica che mischia diversi stratagemmi per impedire la copia di
un disco: file contenenti errori (che mandano in crash il software di masterizzazione nel tentativo di
scrivere i settori incriminati), cifratura di parte dei contenuti e l'utilizzo di un particolare ologramma
stampigliato sulla superficie del CD. CD-Cops Una protezione non basata sulla presenza (più o meno
nascosta) di determinate informazioni sul disco ottico bensì sulla sua struttura fisica, sulla posizione
di determinati dati e sui dettagli della struttura delle informazioni. Non è particolarmente diffuso nel
mercato dei giochi. Starforce Metodo basato sulla cifratura degli eseguibili protetti e sulla loro
interpretazione all'interno di una macchina virtuale, attraverso il sistema di installazione di un driver
proprietario. Extended Copy Protection Tipo di protezione particolare, impiegato da Sony per la
protezione di alcuni CD musicali. Anche in questo caso, le polemiche suscitate sono state numerose:
il tool di protezione si comporta come un rootkit, un programma (nel 99% dei casi di tipo maligno)
eseguito dall'utente e che sfrutta le debolezze del sistema operativo per eseguire processi con
privilegi di amministratore.
A cosa serve un disco virtuale? Ma alla fin fine, che cosa ci si fa con un lettore CD fittizio? Semplice:
si leggono dischi fittizi, quelli chiamati in gergo "file immagine" o "immagini ISO": sono i file che
ricalcano bit per bit il contenuto di un CD o di un DVD. Il nome immagine ISO è utilizzato in onore
dell'Istituto ISO, creatore e gestore di standard e che ha definito le caratteristiche del formato di
memorizzazione dei dati su CD. Poiché Alcohol 120% è anche in grado di creare l'immagine ISO di
un qualunque CD in vostro possesso, il primo modo di usare il programma è proprio quello di creare
dei backup su hard disk di tutti i dischi più delicati (o più costosi), a patto naturalmente di avere un po'
di spazio su sul disco. Un CD può arrivare a pesare qualche centinaio di Megabyte, un DVD è invece
spesso nell'ordine dei diversi Gigabyte. I dischi possono poi essere caricati direttamente dall'hard
disk, senza bisogno di una reale masterizzazione. Ciò significa che, specie per chi utilizza il computer
portatile, Alcohol 120% può rappresentare la fine dell'incubo dell'avere sempre con sé tutti i CD. In
questo caso l'attitudine "piratesca" di Alcohol 120% è semplice da intuire: un file immagine si può
anche trasferire senza problemi via Internet, attraverso i circuiti peer to peer, con tutto ciò che ne
consegue. Da immagine a CD Alcohol 120% permette anche l'operazione inversa di quella appena
spiegata, cioè la masterizzazione di un CD o un DVD a partire da un file immagine che avete su hard
disk. In questo modo il cerchio si chiude: il signor Rossi ha per le mani un CD che vuole passare al
signor Bianchi. Non c'è nulla di male, a meno che il contenuto CD non sia protetto da copyright. Il
signor Rossi prende il CD, e con Alcohol 120% (o Alcohol 52%) ne crea l'immagine ISO e la spedisce
al signor Bianchi. Il signor Bianchi, ricevuto il file dall'amico, lo apre con Alcohol 120% (o Alcohol
52%) e lo può utilizzare all'interno del suo lettore CD virtuale esattamente come se fosse il disco di
partenza; oppure lo può masterizzare su un CD vergine sempre con Alcohol 120% (e questa volta
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28/01/2008
Computer Idea
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non può usare Alcohol 52%, che non dispone di questa funzione). Stop: ci sono le protezioni I metodi
di protezione di CD e DVD sono diversi, e per la maggior parte basati su informazioni non ricavabili
dal semplice file System del disco. La protezione, di solito, non è un file, un codice seriale o un
qualunque elemento che si possa vedere esplorando il disco direttamente da Windows. I sistemi di
protezione sono informazioni nascoste, a volte scritte nei subchannel (dati aggiuntivi che trovano
posto in via non troppo ortodossa sul disco), a volte residenti in zone particolari del disco (come
l'anello di dati più interno, una posizione determinata in fase di stampa e difficilmente riproducibile
con la semplice copia del disco), a volte ancora di natura completamente diversa, sotto forma di
piccoli marchi disposti sulla superficie del CD. Comunque siano applicate, le protezioni riescono nel
loro scopo, ossia impedire la copia di CD, DVD e software, anche con Alcohol 120%. Il programma,
però, è il preferito dai pirati informatici proprio perché, se utilizzato nel modo "giusto", può superare le
protezioni. Non scenderemo nel dettaglio per descrivervi un'azione che è illecita dal punto di vista
amministrativo e, in alcuni casi, anche penale: tuttavia è curioso capire come agisce Alcohol 120%.
Al momento della copia di un disco, il programma tenta di riprodurre le protezioni presenti, leggendo
le eventuali informazioni aggiuntive presenti nei subchannel. È da notare che non tutti i formati di file
immagine prevedono il salvataggio dei dati dei subchannel (in particolare, non lo prevede il formato
standard ISO). Il tipo di copia possibile con Alcohol 120% e con programmi simili prende il nome di
"copia 1:1", a indicare che si tratta di un tipo di copia del tutto speculare rispetto l'originale. Per le
protezioni non riproducibili, quelle di fronte alle quali anche un professionista della copia rischia di
arrendersi, esiste il sistema deH'"emulazione": in pratica Alcohol 120% inganna il programma protetto
e l'intero sistema operativo, fornendo ai sistemi anti-copia tutti i dati che vogliono vedere,
esattamente come se si trovassero davvero sul disco che si sta usando L'interfaccia di Alcohol 120%
I componenti di Alcohol 120% sono due: un modulo residente e un'interfaccia estesa da cui pilotare
tutte le funzioni del programma. Il modulo residente si avvia assieme a Windows, piazza
l'immancabile icona nella Barra di sistema (nell'angolo destro della Barra delle applicazioni) e si
occupa delle unità virtuali gestite dall'applicazione. Per montare in un'unità virtuale l'immagine di un
CD basta un clic del tasto destro sull'icona del drive virtuale: una nuova voce nel menu contestuale
permette di selezionare il file desiderato e di simularne l'inserimento nel lettore. Nelle opzioni del
programma è possibile associare ad Alcohol tutti i tipi di file supportati, per consentirne l'apertura con
un doppio clic. La finestra principale del programma riporta da un lato un elenco dei file immagine
presenti nel sistema, dall'altro i comandi con cui pilotare l'applicazione. Questi includono la creazione
di un file immagine a partire da un CD o DVD reale, la masterizzazione di un file immagine su un
supporto registrabile e la copia diretta da disco a disco. Nei passo a passo di queste pagine vi
mostriamo come muovere i primi passi con questi comandi e come effettuare una lettura davvero
precisa dei vostri dischi. Tra le opzioni del programma, particolare attenzione meritano quelle relative
alle unità virtuali. La regione dei DVD Per quanto riguarda la copia dei film su DVD dovete tenere
presente un importante dettaglio. A ciascun film su DVD è assegnata una zona del mondo ben
precisa in cui può essere riprodotto (per l'Europa è la zona 2, per gli Stati Uniti è la zona 1 ), e se si
tenta di guardarlo su un lettore fabbricato per una diversa regione, il DVD non funziona. Tutto questo
grazie ad un sistema chiamato CSS: Content Scrambling System. Esiste un algoritmo in grado di
rompere la protezione CSS che blocca la zona dei supporti DVD, si chiama DeCSS, ma è stato
immediatamente messo al bando. Gli sviluppatori di Alcohol 120% non hanno incluso questo
discusso algoritmo nel loro pacchetto. Quindi, tra le tante cose che Alcohol 120% fa, ce n'è una che
dichiaratamente non fa: non permette di leggere film su DVD e crearne copie region-free, visibili su
qualsiasi lettore DVD del mondo, senza limitazioni. Copiare, che fatica! Dopo queste otto pagine, il
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commento non può che essere solo uno: fare la copia di un supporto ottico è davvero faticoso.
Bisogna districarsi non solo tra gli immancabili problemi tecnici, ma anche tra le maglie di una
legislazione che non è per nulla chiara. Il legislatore, infatti, nel tentativo di tenere salvi il diritto alla
copia di riserva da una parte, e accontentare le rivendicazioni dei produttori di musica, film e software
dall'altra, ha imposto una soluzione che scontenta soprattutto i consumatori. Questo compromesso
ha però fatto sorgere una contraddizione del nostro ordinamento giuridico. II risultato è che la copia
di riserva annichilisce di fronte alla protezione che non può essere aggirata. Pensate a un software
pagato centinaia di euro, a un videogioco che per ore "frulla" dentro il PC o la console ad alte
temperature: in questi casi l'usura è il peggiore dei mali, e svantaggia chi i programmi li acquista e
non accetta di scaricarli dal Web o copiarli dall'amico. La vera soluzione, a nostro avviso, deve
arrivare da chi produce e vende tutti i prodotti multimediali: se "acquistare un software" significa solo
"acquistare la licenza d'uso", il programma deve essere reso disponibile a prescindere dal supporto
che lo contiene. E se quest'ultimo è rotto, deve essere creato un sistema di distribuzione di copie di
riserva tramite i rivenditori, in modo tale che, finalmente, le persone possano utilizzare i CD e i DVD
senza temere graffi, alte temperature e guasti improvvisi. Tre anni fa il celebre produttore musicale
Claudio Cecchetto lanciò un'idea provocatoria, vendendo il CD di DJ Francesco "II mondo di
Francesca" in doppia copia. L'iniziativa non ebbe seguito. Nel mondo del software, qualcosa si
muove, ma solo nel settore della vendita dei programmi in versione digitale: in molti casi è possibile
acquistare, assieme al prodotto, una "garanzia" per ottenere una copia di riserva nel caso di
cancellazione del disco o smarrimento della licenza. Purtroppo questi sono degli esempi isolati: la
grande maggioranza delle vendite di film e software è su supporti protetti, e i distributori non vogliono
saperne di concederci il permesso di "fare la copia" o di darci un duplicato di riserva. Anzi, cercano di
ergere muri sempre più alti: per esempio i recenti formati HD DVD e Blu-Ray sono sicuramente dei
nuovi supporti capaci di contenere film ad alta definizione, garantendo un'esperienza visiva migliore.
Ma sono anche stati creati per rendere più ^ complicata la loro copia.
ISO e i suoi fratelli Nel tempo sono nati diversi formati di file immagine, concettualmente simili tra
loro ma ciascuno con le sue peculiarità. Alcuni di questi formati si sono affermati come standard
universalmente riconosciuti, altri un po' meno. Vediamo una rapida carrellata dei principati tipi di file
immagine, tutti peraltro gestiti senza problemi da Alcohol 120%. I SO Lo standard di fatto, supportato
da tutti i programmi di masterizzazione e molto diffuso su Internet (è il formato ufficiale con cui si
distribuiscono ad esempio i sistemi operativi su Web) CUE / B I N Un altro formato molto diffuso,
quasi un secondo standard, in cui per aprire masterizzare un'immagine sono necessari due file: uno
contenente i dati veri e propri (il file BIN) e uno in cui è indicata la struttura delle tracce del disco (il
file CUE). È utilizzato in particolar modo per la copia dei CD musicali, con il file CUE che si può
utilizzare per memorizzare tutti i dati relativi al brano, all'autore e all'interprete di ciascuna traccia.
MDF / M D S II formati nativi di Alcohol 120%. Contengono rispettivamente i dati da scrivere e le
informazioni di supporto alla masterizzazione. A differenza dei file ISO e dei file CUE / BIN, i file MDF
/ MDS offrono pieno supporto alla memorizzazione dei subchannel, tanto importanti nell'industria
della protezione dei dischi. CCD, BWT, C D I , N R G , PDI Formati proprietari rispettivamente di
CloneCD, BlindRead, DiscJuggler, Nero Burning ROM e Pinnacle InstantCopy, tutti software in grado
di creare immagini di CD e DVD. Tutti e quattro i formati sono analoghi al tipo di file ISO, con qualche
ovvia variante, e vengono letti senza problemi da Alcohol 120%; inoltre i file di tipo CCD possono
essere anche creati direttamente dall'interfaccia di Alcohol 120%.
La copia privata, la legge II motivo per cui i produttori di software, CD e DVD introducono le
protezioni, è la pirateria, un fenomeno sempre più difficile da arginare. Inutile nascondersi dietro a un
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28/01/2008
Computer Idea
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dito, Alcohol 120% è ritenuto uno degli strumenti essenziali anche per il pirata informatico "di
quartiere". Quali sono i limiti entro cui una persona onesta può utilizzare questo programma senza il
timore di sentirsi bussare alla porta dalla Guardia di Finanza o dai Carabinieri? La questione relativa
alla copia di backup di CD, DVD e materiale audiovisivo in genere è una tra le più controverse nel
panorama del "diritto d'autore". Se fino a qualche tempo fa ogni acquirente (titolare della licenza
d'uso del prodotto) aveva diritto a farsi una copia di sicurezza, ora, con l'entrata in vigore della
direttiva europea 29/2001 (recepita con decreto legislativo 68 dell'aprile 2003), le cose sono
cambiate. Nonostante l'introduzione del cosiddetto "equo compenso" (il balzello antipirateria che
chiunque paga su supporti vergini, dischi fissi, masterizzatori e così via), la legge sancisce la
possibilità di proteggere le opere con meccanismi anti-copia. Eppure, nonostante queste protezioni,
chi acquista l'opera può farne una copia personale, ma solo analogica (ossia il passaggio da CD a
musicassetta dell'audio, o da DVD a VHS per il video). Chi supera illegittimamente le protezioni
anche solo per farsi una copia privata digitale (senza fini di lucro, quindi), può incorrere in sanzioni
amministrative (una multa); mentre chi "cracca" i supporti per copiarli e rivenderli commette un reato,
e può incorrere in sanzioni penali (oltre alla multa, anche la detenzione). Il discorso è diverso per
quanto concerne i software, anche perché in questo caso non è possibile nessuna copia analogica.
Se è previsto il diritto di effettuare una copia privata del programma o del videogioco (purché
impiegata solo dal legittimo proprietario), il diritto decade quando vi sono le protezioni. Il superamento
delle protezioni è sanzionabile amministrativamente o penalmente (nel caso di fini di lucro).
Possiamo quindi riassumere e concludere in un solo modo: superare le protezioni è vietato, anche
quando si vuole far valere il proprio diritto alla copia privata di riserva. Esiste un escamotage, di cui
abbiamo parlato in Computer Idea N. 119 (non è un numero recente, ma i consigli sono ancora
validi): bisogna chiedere in forma ufficiale al distributore del film o del CD, o al produttore del software
l'autorizzazione al superamento della protezione per creare la propria, legittima, copia di riserva. In
caso di risposta positiva, si può procedere.
Dal 120% al 52% Esiste, nella famiglia Alcohol Soft, un altro programma, Alcohol 52%. Come il
nome fa intuire, si tratta di una versione ridotta di Alcohol 120%, che dispone di un set ristretto di
funzioni (mancano tutte le funzioni di masterizzazione dei CD) e limitato quantitativamente rispetto al
fratello maggiore; le funzioni sono cioè identiche ad Alcohol 120%, ma il numero di dischi virtuali
utilizzabile in contemporanea è parecchio inferiore. Attenzione, non per tutti gli utenti questo è un
problema, anzi: nella maggioranza dei casi, è sufficiente l'uso contemporaneo di uno o al massimo
due dischi virtuali. Alcohol 52% è disponibile in due versioni, una delle quali è gratuita ma prevede
l'installazione di una toolbar considerata da molti utenti al limite dello spyware. Sbirciando sui forum
tecnici pare che la toolbar si possa poi disinstallare senza problemi, quindi Alcohol 52% sarebbe
gratuito a tutti gli effetti. Il condizionale però è d'obbligo, la diffidenza verso simili componenti
"maliziosi" è dura a morire.
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28/01/2008
Millionaire
N. 1 GENNAIO 2008
Divertimenti casalinghi
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
I videogame entrano nel videonoleggio. Cosi II Grande cinema da nuova vita alla sua catena e fa
rivivere i giochi per console. I videonoleggi affiliati potranno sia vendere i nuovi giochi sia gestire un
mercato dell'usato sempre più florido. Per il settore dei videogiochi nuovi, Areafilm realizzerà un
software con il quale gli affiliati verranno aggiornati in tempo reale sulle uscite e le loro caratteristiche.
Per l'usato, invece, l'azienda organizzerà degli appositi corsi di marketing con i quali i titolari di
videonoleggio impareranno a gestire questo mercato, le tecniche per valutare l'usato che verrà
proposto dai clienti e le modalità per riproporlo a prezzi convenienti, ma che diano un giusto margine.
Naturalmente, nei videonoleggi della catena è sempre possibile trovare anche i dvd di seconda
mano, che costituiscono un'ulteriore attrattiva per gli appassionati di cinema che vogliono avere una
propria videoteca. IWFO tei. 0445 500610, www.ilarandecinema.com
VIDEOGIOCHI
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28/01/2008
Quale Computer
N. 97 - GENNAIO 2008 - MONDO MOBILE
Superlativo assoluto
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La PNY GeForce 8800 Ultra non può essere definita in altro modo... Insuperabile!
Così come chi acquista una Ferrari non si sofferma sul prezzo, anche per chi acquista una scheda
video dotata di GPU 8800 Ultra, deve fare lo stesso. Questa PNY costa quanto una Playstation 3 o
una XBox infarcite di accessori e giochi vari. Perché comprarla, dunque? La risposta è semplice: è
una tra le più veloci schede grafiche per PC. Chi non vorrebbe una Ferrari in garage? Una GPU...
che sembrano due! Il processore grafico, ovvero il GeForce 8800, qui in versione Ultra, è il
nonplusultra per gli appassionati di videogiochi. Versione estrema della serie 8, ha frequenze di
lavoro già portate al limite dal produttore e per questo poco modificabili dall'utente. La GPU lavora a
612 MHz mentre le memorie a 1080 (ovvero 540x2), contro i 575 e 900 MHz (rispettivamente GPU e
memoria) della versione GTX, quella che più le si avvicina per prestazioni. La dotazione di memoria
video è esorbitante: i 768 MB di RAM sono di tipo DDR3 con bus a 384 bit, meglio adattabili delle
DDR2 alle elevate frequenze di lavoro e meno affamate di corrente. Scontata la compatibilita con
DirectX 10 e Shader Model 4, la scheda supporta tutte le tecnologie più avanzate prodotte da
NVIDIA, tra cui il PureVideo HD2, che migliora la gestione di filmati in alta risoluzione siano essi BluRay che HD DVD. Buono, seppur ingombrante, il sistema di dissipazione. La ventola radiale preleva
aria dall'interno del computer e la espelle dalla griglia sul retro facendola passare attraverso le
heatpipe che smaltiscono il calore prodotto dalla GPU e dalle memorie. Anche in condizioni di uso
intenso la rumorosità si mantiene entro livelli tutto sommato accettabili, mentre la griglia posteriore si
scalda alquanto. Per quanto riguarda le prestazioni non c'è molto da dire. Nessun altro processore
grafico è veloce quanto T8800 Ultra adottato dalla PNY. Questa è una delle poche schede video in
grado di farvi giocare in scioltezza e con i filtri attivi anche a risoluzioni superiori a 1.600x1.200. È
eccezionale poter giocare a Pro Street a 1.920x1.200 con i filtri al massimo (qualche scatto, però,
c'è... peccato), o a Gears ofWar o a Crysis. Delude un po' la dotazione. Oltre alla scheda video nella
confezione abbiamo trovato un cavo con uscite S-Video e Composito, un adattatore di corrente a sei
poli, il CD con i driver ed una succinta guida all'installazione. Nessun gioco. Peccato: con quello che
costa la scheda sarebbe stato un gradito plus. Alla cassa... il salasso Se siete fautori convinti dei
videogiochi per PC e non volete rinunciare ad avere una "killer-machine" anche a costo di investire
una considerevole cifra, la PNY GeForce 8800 Ultra è sicuramente una delle migliori proposte sul
mercato. Certo, per sfruttarla al meglio occorre avere un pc di adeguata potenza, meglio se Quad
Core, così da essere pronti per qualsiasi sfida (virtuale, s'intende).
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28/01/2008
Quale Computer
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N. 95 - DICEMBRE 2007
Scegliere Linux per il PC da gioco
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Gentile redazione, vorrei assemblare un PC che sarebbe utilizzato soprattutto per scopi ludici. Mi
piacerebbe giocare ai videogame più nuovi a risoluzioni elevate e con i filtri attivi, per ottenere la
massima qualità . Avevo quindi pensato alla seguente configurazione: case Aplus Twin-Engine
Tower, alimentatore Enermax Liberty PSU ELT620AWT, Intel Core 2 Duo E6750, dissipatore Zalman
CNPS8700 Led, scheda madre Asus P5KC, scheda video XFX 8800GTS 320MB XXX, memoria
OCZ DDR2 PC2-6400 Reaper Enhanced Bandwidth Edition, due hard disk Western Digital Caviar
250GB 7200 RPM SATA2 configurati in modalità RAIDO, un ulteriore hard disk Western Digital
Caviar 500GB 7200 RPM 16MB SATA2 e l'unità ottica Sony AWG170A. Avete un consiglio su un
monitor dotato di interfaccia DVI adatto ai videogame, per completare la configurazione descritta?
Cosa pensate di questo sistema? Dato che i l prezzo della macchina è abbastanza elevato non
sarei intenzionato a comprare anche un sistema operativo e cosi per ovviare al problema installerei
Linux. Non essendo molto esperto, però, gradirei un vostro parere su quale versione installare;
vorrei che fosse abbastanza intuitiva e compatibile con l'hardware del mio PC. G. Bignamini, via mail
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27/01/2008
Giornale della Logistica
N.10 DICEMBRE 2007
4 chiacchiere con Giovanni Leonida - Assologistica
Il Re delia logistica
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Manager, consulente, imprenditore, docente, scrittore: una carriera straordinaria, un'esperienza di
vita totale, una cultura non solo logistica a 360°. Il punto di partenza? Imagination...
MAURIZIO PERUZZI
Lei vuoi sapere quando e perché mi sono innamorato della logistica? Veramente le domande dovrei
(arie io. Questa però in scaletta ce l'avevo... Mi sono laureato in ingegneria chimica al Politecnico di
Milano... Che c'entra la chimica con la logistica? L'ingegneria chimica è una splendida materia: ti
insegna ad acquisire un metodo in cui la trasformazione degli elementi è legata ad una serie di eventi
razionali che devi saper controllare. In poche parole l'ingegneria chimica ti insegna a ragionare "a
flussi" ed a quantificare. In teoria intravedo la logistica. Ma in pratica? Decisi di lavorare un'estate in
Inghilterra, per aprirmi gli orizzonti e per imparare bene l'inglese. Ho trovato lavoro in Scozia. E lì
entrai per la prima volta in un'industria chimica, una fabbrica di esplosivi. E allora? Mi ha fatto
letteralmente schifo: era brutta, sporca... Ormai ero alla fine del ciclo di studi e li ho conclusi, ma
contemporaneamente riflettevo su che cosa volevo davvero fare. Ho cominciato a guardarmi in giro.
Ed è andato all'Olivetti... Feci domanda all'Olivetti e mi presero per lavorare nella produzione
elettronica, che era una mia grande passione: la mia competenza di allora su tale materia era
praticamente identica a quella sulla chimica ed a 28 anni ero responsabile della produzione
elettronica, che produceva i primi PC al mondo. Siamo agli inizi degli anni '70, quando avviene il
passaggio dalla meccanica all'elettronica... Esatto: il grande Ottorino Beltrami, allora amministratore
delegato, capi che per l'elettronica era importante la logistica e mi pose a capo della squadra che
doveva introdurre in azienda questa nuova "tecnologia"... Temo me la debba spiegare meglio... Si
passava da un'era in cui erano necessari pochi materiali, reperibili sotto casa, ad un'altra era dove
erano indispensabili molti materiali da acquisire nei posti più lontani, talora disorganizzati, e quindi
con tempi di approvvigionamento molto lunghi. La logistica diventava decisiva e si imponeva
all'attenzione di qualunque manager dovesse gestire un processo produttivo. Ma lei aveva solo
trent'anni! Come fu che Beltrami affidò proprio a lei un progetto di tale importanza? Gli fui consigliato
da Arthur V. Feigenbaum, un consulente ex General Electric di cui Beltrami si fidava. Voleva
qualcuno che ne capisse di produzione elettronica e parlasse* bene l'inglese. Ero l'unico sottomano
con queste caratteristiche... Quello in Olivetti fu un periodo bellissimo, mi sentivo padrone del mondo,
la mia produzione utilizzava il 5% della produzione mondiale di circuiti integrati, conoscevo bene
quelli che "costruivano il futuro", come Gordon Moore e Robert Noyce, i fondatori della Intel, ma
soprattutto su 850 dipendenti 780 erano donne; lo scriva pure, sono felicemente sposato da 40
anni... Cosa ancora più importante, sul piano professionale, l'organizzazione della logistica era
fondamentale, decisiva. Magnifici quegli anni, e quell'impresa... Era un'azienda che giustamente
viene ricordata come un modello: l'Italia era il 24% del nostro fatturato. La logistica fu inquadrata nel
progetto "Material Flow and Logistics", di cui ero responsabile: l'obiettivo era creare i processi per
gestire tutti i flussi, oggi si direbbe di SCM. Mi ci buttai a capofitto, mi recai spesso negli Stati Uniti
per imparare e mese dopo mese k materia mi appassionava sempre di più. Lentamente da superspecialista di elettronica di produzione mi trasformavo in logistico... Intatti nella sua sterminata
pubblicistica ci sono anche articoli e libri di elettronica Si, un mio testo di elettronica è stato per 10
anni il testo di elettronica più venduto nel mondo (a 300 dollari!). Un altro (informatica per ragazzi, in
italiano) ha venduto 50.000 copie. La logistica allora era ritenuta ancora una tecnologia
essenzialmente militare, tant'è vero che il trasferimento di certe conoscenze richiese l'approvazione
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Giornale della Logistica
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del Dipartimento della Difesa americano. E ve la diedero? Stento a crederlo... Eravamo stimati e ben
conosciuti: il più grande cliente in assoluto della mia produzione era la NASA! Inoltre Olivetti
possedeva la Underwood, una grande azienda americana ed aveva la sede a 500 Park Avenue. Ma
naturalmente in simili contesti ti spiegano solo quello che ritengono utile spiegarti. Non ti aprono certo
gli armadi... Alla fine feci miei e sviluppai i principi della gestione integrata dei flussi, dai fornitori ai
prodotti finiti, comprese le strategie di approvvigionamento e pianificazione della produzione e
gestione del rischio nella supply chain. Credo che aver imparato a lavorare e gestire in un'azienda
come l'Olivetti di allora sia stata una scuola straordinaria. Tanto è vero che fu la prima in Italia a
dotarsi di una logistica efficiente. E che cos'è una logistica efficiente? Un processo chimico a flusso
continuo, che assicura una elevata efficienza di tutte le risorse per far si che il cliente sia sempre
soddisfatto e che i magazzini siano...vuoti. Insomma lei era un direttore Operations da un lato e
logistica dall'altro in tempi in cui tali termini erano ancora di là da venire... No, i due lavori furono in
sequenza; man mano che si sviluppava il progetto logistica ho abbandonato la produzione. Finito
questo fui incaricato di creare e dirigere la business unit "Tastiere e display", la prima b.u. che
doveva sperimentare un modello organizzativo su cui l'azienda intendeva ristrutturare la sua attività.
Il problema era che, più passava il tempo, più sentivo nostalgia della logistica e avevo voglia di
mettermi alla prova con la logistica di altre aziende... Lei è un manager che fonda e crea i processi
più che l'uomo che li deve manutenere... Qualcosa del genere; il mio capo in Olivetti diceva che ero
un marine. Per farla breve mi buttai nella consulenza, in A.T. Kearney, altra grande scuola visto che
ho avuto l'opportunità di lavorare con IVECO, Fiat Auto, Daimler Benz, General Motors e altri sempre
su problemi connessi alla riorganizzazione della produzione e del flusso integrato dei materiali e
prodotti finiti, che era il mio modo di intendere la logistica... Decisivo fu soprattutto il passaggio in
Zanussi, nei primi anni '80... Mi affidarono la responsabilità degli Acquisti e della Logistica della
divisione "Bianchi" (Sono così definiti gli elettrodomestici quali frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie ecc.
per distinguerli dai "Bruni ": televisori, videoregistratori ecc. - N.cLRJ. Inoltre ero responsabile degli
acquisti dei prodotti/base (acciaio, rame, plastica, alluminio, ecc.) per tutto il Gruppo. Cominciai a
viaggiare in tutto il mondo per acquistare, cogliere opportunità, organizzare... Un'attività frenetica per
cambiare un'azienda molto particolare, dove, per banale esempio, la mia segretaria era
"scandalizzata" dal fatto che in ufficio lavoravo in maniche di camicia. Per lei un "dirigente" e la sua
giacca/cravatta erano indissolubili... Risultati ottenuti? Riduzione delle scorte del 52%. Ciclo
dall'ordine alla consegna ridotto da 26 a 5 giorni... Costi di distribuzione - 27%... Introduzione dei
primi treni blocco ad orario in Europa... Punto di partenza? Il problema è sempre la conoscenza,
capire dove sei capitato, cogliere l'aspetto umano. Capire la cultura dell'azienda: la scorta a
magazzino, per esempio, dava sicurezza. I magazzini pieni rassicuravano produzione e commerciali.
Inoltre bisogna essere consapevoli che introdurre il cambiamento costa e genera conflitti ed
insicurezze. E il tutto va capito e governato con intelligenza, pazienza, determinazione. Agendo
soprattutto sulla cultura. Va bene. Ma in pratica? Cambiare la cultura di un'azienda è un processo
che in primo luogo deve essere costruito sulla formazione. In quel periodo tutti i quadri dell'azienda,
si sottoposero a 280 ore di formazione sulla logistica. Un investimento doppio rispetto a quello fatto
per i sistemi informativi. Tutti felici e contenti? Consapevoli dell'utilità e della necessità di
cambiamento, il che è fondamentale. E in Zanussi che ho capito l'importanza della formazione
permanente, grazie anche a docenti eccezionali, quali Massimo Merlino (Oggi docente all'Università
di Bergamo e famoso consulente del settore - N.d.R.), con cui condivisi quell'esperienza. Lei ha
cumulato un patrimonio eccezionale (vedi Carta d'Identità - N.tLR.) di esperienze come manager,
consulente, docente, imprenditore. Qual è la prima lezione che ne ha tratto e che oggi trasmette ai
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giovani nei corsi che tiene alla Bocconi o al Politecnico? Per anni gli scienziati hanno fatto studi per
dimostrare che i bombi (Insetto caratterizzato da un corpo tozzo, poco aerodinamico e
sproporzionato rispetto alle dimensioni delle ali - N.dR) non possono volare, ma i bombi non lo
sapevano e continuavano a volare. Cosa c'entrano i bombi con la formazione? Imagination. Poni al
centro del tuo pensiero, del tuo modo di porti di fronte al mondo e ai problemi l'immaginazione. Non
lasciarti soggiogare dai luoghi comuni, dalle comode certezze. Abbi la capacità di ricombinare le
esperienze passate, le conoscenze, le competenze per sviluppare prodotti o processi nuovi ed
originali. Se ci riflette un attimo giungerà alla conclusione che noi raramente inventiamo cose davvero
nuove. Più spesso ricombiniamo. Quello di cui lei parla è il cosiddetto "pensiero laterale" (Con il
termine pensiero laterale si intende una modalità di risoluzione dei problemi che prevede un
approccio indiretto ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla
tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema - N.d,R.).
Pensate diversamente: se vi dico che una cosa è impossibile, non credeteci. Spesso è vero che una
cosa è impossibile in certe condizioni, ma spesso nessuno vieta di cambiare le condizioni al contorno
e renderla possibile. Si fa più fatica a fare per anni sempre le stesse cose che non ad immaginare
qualcosa di creativo, nuovo, mai sperimentato. L'atteggiamento mentale è fondamentale... Esempio
banale; un asino non volerà mai. Falso: lo metti su un aereo e l'asino vola. Chi le vuole bene dice che
lei è un monumento della logistica nazionale, chi non la ama la accusa di essere un presenzialista
onnipresente e pure presuntuoso. Chi ha ragione? Suscito odio o amore senza vie di mezzo perché
sono un uomo libero e fuori dagli schemi. Me lo posso permettere perché mi documento su tutto con
tutte le fatiche del caso. Quando mi invitano ad un convegno non copio le slides degli altri e se lo
faccio mi limito all'indispensabile e cito la fonte, senza appropriarmi delle idee altrui. Ai convegni io
parlo per chi investe tempo e fatica per venire ad ascoltarmi, non parlo per me. Bisogna evitare di
essere banali o ripetitivi, oppure di farsi belli parlando in pratica solo a se stessi o cercando
l'applauso della platea. Lei è considerato un docente ed un oratore eccezionale. Come si prepara?
Devi sapere che tipo di uditorio hai davanti e calibrare il tono, il linguaggio e i contenuti a quello
specifico uditorio. Non devi poi essere né troppo didattico né troppo banale. E comunque occorre
evitare in assoluto di essere "oscuri". L'esperienza poi aiuta: personalmente posso contare su un
patrimonio di quasi 30 giga di slides... Come si distinguono i convegni utili da quelli inutili? Bisogna
saper essere selettivi, valutando intanto chi li organizza e chi sono i relatori. I convegni sono uno
strumento in declino. Un anno fa abbiamo creato Assologistica Cultura e Formazione che non a caso
organizza pochi convegni e molti corsi di formazione. I convegni funzionano se si concentrano su
temi molto pratici e condivisi come per esempio l'interscambio pallet, evento su cui abbiamo avuto
oltre 300 presenze. I corsi, se offrono docenti del calibro per esempio di Pietro Pedone e Giuseppe
CufFaro, sono una garanzia di aggiornamento e tempo ben speso. Lei insiste molto sulla cultura.
Perché il più grosso problema della logistica nel nostro Paese è la mancanza di cultura. Manca una
laurea in logistica, mancano gli Istituti Tecnici che formano i diplomati, che sono ancora più preziosi
dei laureati e dei master perché l'Italia è fatta per I'80% di piccole e medie imprese che, se devono
assumere un laureato, assumono un ingegnere per la produzione, non un logistico. Ecco perché ci
vogliono tanti periti ed ecco perché aver bloccato il Liceo Tecnico in Trasporti e Logistica, come
prevedeva la riforma Moratti, è stato un grave danno. All'estero è diverso? L'esempio più vicino viene
dalla Francia dove la cultura logistica è molto più alta perché ci sono vari corsi di laurea e di diploma
e perché tutti i laureati e i diplomati hanno fatto l'ufficiale e quindi hanno fatto tutti un corso di logistica
sotto le armi. E questo il motivo per cui in Italia l'outsorcing è meno sviluppato che altrove? In Italia le
PMI fanno fatica ad esternalizzare perché outsourcing significa in certo qual modo "spezzare"
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Giornale della Logistica
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l'azienda, e l'imprenditore italiano ama tenere tutto sotto controllo... ... ma il trasporto è in gran parte
terziarizzato! Il trasporto non è outsourcing: il trasporto è una mera esecuzione, come far zincare un
pezzo da una galvanica. La logistica invece... Nella logistica c'è una parte di governo del sistema.
Qualunque flusso logistico è composto infatti da quattro flussi: fisico, informatico, documentale e di
responsabilità. Affidare a terzi un'operazione spot o uno solo di questi flussi non è fare outsourcing.
Se invece affidi a terzi l'intera gestione del magazzino e l'evasione ordini allora è diverso: esternalizzi
un processo complesso che mantieni sotto controllo grazie alla condivisione dei dati e degli strumenti
informatici. Ma che cos'è la logistica oggi? Un videogioco. Un videogioco? Devi avere i riflessi pronti,
capire le situazioni, reagire e interagire velocemente a molte variabili in continua e dinamica
mutazione, grazie anche alle tue azioni. Dove vedi e intuisci solo una parte degli elementi utili a
prendere le decisioni. Dove devi avere una strategia ma allo stesso tempo reagire tatticamente a
situazioni e problemi immediati e improvvisi. Questa francamente non l'avevo mai sentita...
Imagination. La logistica significa da un lato il possesso di informazioni di buona qualità e dall'altro
capacità di agire velocemente avendo chiaro lo schema con cui interagisconono tutti i fattori in gioco
(produzione, scorte, clienti, trasporti, ecc.) e puntando ad obiettivi precisi. Ovvero possedere gli
strumenti adeguati per gestire contemporaneamente molte variabili complesse ed interagenti. Il primo
a capirlo è stato Alfred Sloan nel lontano 1923... Sono curioso di avere la sua opinione sul just-intime... Tutti parlano di just-in-time ma intanto (lo dicono i dati Mediobanca) le scorte restano altissime
perché in Italia del just-in-time ci siamo solo riempiti la bocca; tante parole e pochi fatti. E una bella
espressione, fa sembrare istruiti e competenti ma i risultati si devono vedere nei bilanci dell'azienda.
Quando nella mia esperienza ho applicato questa tecnica ho analizzato i flussi in tutti i loro aspetti e
infine ho preso le decisioni che servivano per far fronte ad una domanda molto variabile e poco
prevedibile: rifare tutti i prodotti per avere comunanza elevata, rifare le linee di produzione per
renderle flessibili, pianificare la produzione a lotti di 16 pezzi bloccati e avere un piano di produzione
esecutivo solo per la settimana prossima. Avevamo un catalogo di 160 prodotti base e ne potevamo
fare 80 ogni giorno. Così ci siamo finanziati lo sviluppo riducendo quasi a zero il magazzino: ci siamo
persino venduti l'edificio per fare cassa. Molti parlano di lei legandola alla sua esperienza in
Tecnologistica. Come mai non me l'ha ancora citata? L'idea di Tecnologistica nacque a fine 1991 da
tre intuizioni che divennero obiettivi: costruire per acquisizioni un grande 3PL italiano, fecalizzato
sull'attività e non sulla proprietà dei magazzini, che avesse da subito mentalità e organizzazione
internazionali. La società GLE, Gruppo Logistico Europeo, fu costituita il 2 aprile 1992 con 6,5 miliardi
di vecchie lire di capitale sociale e un buon credito bancario. Entro l'estate dello stesso anno
eravamo già ad un fatturato di 110 miliardi di lire. Forse non tutti sanno che cos'è stata
Tecnologistica, in che settore operava... GLE nasce come operazione di venture capitai tra Schroder
FVF, Chase Manhattan Bank e Gemina. Poi contattammo Pirelli, che aveva una azienda di logistica
(Fintrasporto) ma desiderava concentrarsi sul core business, i pneumatici, e abbiamo unito le forze;
Pirelli è entrata nel capitale e cambiammo il nome in Tecnologistica. A quattro anni dalla fondazione
Tecnologistica era l'azienda leader del sud Europa per la logistica a valore aggiunto con 630 miliardi
di lire di fatturato, un milione e 200.000 metri quadri coperti di magazzini, 2.000 dipendenti diretti e
4.000 indotti. Poi fu ceduta con un'ottima plusvalenza al fondo Advent e da questo passò alle banche
e poi a TNT Logistics, oggi Ceva Logistic Un bell'esempio di outsourcing ante-litteram, quello di
Pirelli... Abbastanza anomalo perché Pirelli acquistò il suo fornitore di servizi e lo sviluppò. Purtroppo,
parlo in generale, l'outsourcing in Italia è nato nel modo sbagliato e ha pagato questa malsana
origine. Perché, come avvenne? Avvenne a metà degli anni '70 e non per una logica industriale, ma
per ragioni sindacali. Erano gli anni degli "scioperi a scacchiera" per cui pochi lavoratori, scioperando
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a piccoli gruppi uno dopo l'altro, erano in grado di bloccare un'azienda. L'outsorcing, purtroppo,
nacque in chiave anti-sindacale e non per offrire una prestazione di servizio specializzato a costi
inferiore e maggiore efficienza- La solita miopia dell'imprenditoria italiana... Erano i tempi in cui nel
magazzino si cacciavano "gli scemi del villaggio" e i rompiscatole. Uno bravo non l'avrebbero mai
messo in magazzino. Adesso invece... Oggi è completamente diverso perché è cambiato tutto: la
catena del valore, i luoghi, anche fisici, dove si genera il valore aggiunto, il ruolo e l'importanza
dell'assemblatore finale, la divisione mondiale del lavoro. Oggi una buona logistica permette di
ottenere risparmi clamorosi, anche del 18/20%, partendo da una normale situazione di una
qualunque piccola 0 media impresa. Certo bisogna saper fare i conti, e conoscere la logistica... Un
suo collega mi ha detto che gli imprenditori italiani non sanno letteralmente quanti codici di
produzione hanno a magazzino o quanto li costa trasportare un chilo della loro mercé. Ci credo. Ma
la logistica è spesso trasversale rispetto alla contabilità e ricostruirne i costi può essere un lavoraccio.
Non tutti gli imprenditori vogliono capire che oggi il mercato è scarso e l'offèrta abbonda, quindi la
logistica è uno dei "pezzi" più importanti del prodotto, che incide pesantemente sul valore finale del
prodotto reso al cliente. E che se la esternalizzo sto affidando ad un terzo un problema complesso e
vitale, per cui devo scegliere con oculatezza, selezionare un partner veramente "tosto". Saperlo
controllare e saper collaborare. Ma prima di tutto devo saper fare i conti, conoscere davvero la mia
azienda. Altrimenti con quale logica esternalizzo? Lei nei suoi interventi pubblici non pare aver paura
della globalizzazione. Come mai? Nella globalizzazione ci sono effetti negativi ed altri positivi.
L'aspetto più negativo è che sta avvenendo troppo rapidamente e le nostre aziende fanno fatica a
tenere il ritmo. Un altro è la "competizione ambientale": chi ha "libertà di inquinare" ha un vantaggio
competitivo, anche se il pianeta è di tutti. E quelli positivi? Nelle aree coinvolte dalla globalizzazione
si è prodotto uno straordinario incremento del benessere e della qualità della vita. Un dato: vent'anni
fa il 90% degli esseri umani viveva con meno di 2 dollari al giorno. Oggi tale percentuale è scesa al
40%: la globalizzazione è una cura enorme per la povertà di interi continenti. La vecchia e cara
Europa invece... La globalizzazione diventa un problema in quei Paesi dove non ci si tira su le
maniche con intelligenza e lungimiranza. Non può sfuggire alla domanda: quale è la sua definizione
di logistica? Non esiste una definizione universale di logistica. Esistono tante definizioni quante sono
1 contesti e le situazioni. Direi che per ogni impresa, stante i suoi prodotti, la sua organizzazione del
lavoro, i suoi flussi di distribuzione, è necessario creare una definizione di logistica "su misura". Ad
esempio: tutte le definizioni dimenticano che logistica è anche riuscire a lavorare con poche risorse
fisiche... È evidente che lei mantiene una grande passione per questi temi. Che cosa invece le da più
fastidio? Mi danno fastidio tutte le mitologie: il mondo è pieno di miti, uno più falso dell'altro.
Soprattutto sui temi ambientali, ai quali mi sono dedicato molto negli ultimi anni. Ad esempio il mito
dei biocarburanti, produrli dai semi (e non dagli scarti) significa occupare campi, far esplodere i prezzi
dei prodotti alimentari (grano, mais, ecc. ed i derivati come latte e carne) e forse fare addirittura un
danno ambientale maggiore del beneficio. Basterebbe aumentare del 10% la saturazione dei camion
(che nei vari paesi va dal 40 al 60%) per avere un effetto enormemente migliore. Altro mito: il
trasporto marittimo è "amico dell'ambiente". Non è vero: siccome non c'è alcuna norma
internazionale sui carburanti marittimi, le navi ne usano di così sporchi che inquinano l'atmosfera più
di tutti gli altri trasporti messi insieme. È più facile introdurre la logistica in una piccola o in una grande
impresa? E falso affermare che le piccole e medie imprese italiane non possano avere una logistica
efficiente. Ma è altrettanto falso sostenere che una PMI abbia un'organizzazione più semplice per il
solo fatto di essere piccola. Che consiglio darebbe ad una PMI che desidera innovare con la
logistica? Di puntare sulla semplicità e, come primo obiettivo, di mettersi in condizione di possedere
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dati e informazioni veritiere, in real time, affidabili e coerenti. E ad una grande? La stessa cosa, non
c'è una ricetta diversa. La conoscenza è la base del cambiamento. E la conoscenza si basa sui
numeri. Meglio se in real time! Inoltre: ragionare da ingegnere chimico, vedendo sempre un processo
continuo, dove le scorte sono un incidente. Lei cita spesso la Storia, porta esempi che spaziano dai
Sumeri alla guerra di Corea. Passione per la storia? La Storia insegna. Capire chi e perché ha
operato in un certo modo in un determinato contesto, i perché dei suoi successi ed insuccessi porta
alla conoscenza, e magari a individuare soluzioni valide ancora oggi. Il primo ERP è stato introdotto
in GM nel 1924! A proposito di conoscenza, qual è l'ultimo libro che ha letto? Ho riletto "I miei anni
alla General Motors", di Alfred Sloan. Lo consiglio caldamente come testo di logistica e di
management in generale. Per finire la nostra domanda di rito. Qual è il suo maggior pregio? E il
peggior difetto? Il pregio: pensare con la mia testa ed essere ancora molto curioso di conoscere
persone, aziende, ambienti e situazioni. E il difètto? Le sembrerà paradossale, ma è l'essere troppo
umile. Quando parlo con qualcuno parto sempre dal presupposto che ne sappia più di me... Poi
magari mi delude. ...Grazie. • Copyright II Giornale della Logistica Dicembre 2007
Carta d'identità • Nome e Cognome: Giovanni Leonida • Luogo e data di nascita: Bobbio (PC) il 16
gennaio 1944 • Curriculum di Studi: Laurea in ingegneria chimica (100/100) Politecnico Milano. Studi
successivi in elettronica ed in logistica • Incarichi istituzionali • Vicepresidente (e Past President) di
Assologistica (Associazione Italiana delle Imprese di Logistica, Magazzini Generali, Magazzini
Frigoriferi, Terminal Operators Portuali, Interportuali ed Aeroportuali) • Consigliere della Fondazione
Piacenza e Vigevano; membro della Giunta Assolombarda e vicepresidente del Gruppo Trasporti •
Membro del Comitato Direttivo e docente del Master in Trasporti e Logistica del Politecnico di Milano;
docente al Master in Logistica della Università Bocconi • In passato: Responsabile del Centro Studi
Confetra (Confederazione Italiana del Trasporto e delle Logistica); Consigliere di Federtrasporto
(Confindustria); membro della Giunta Confetra; responsabile dell'area Operations e Logistica c/o
ISTUD Istituto di Studi Direzionali di Stresa; professore a contratto c/o il Politecnico di Milano. •
Pubblicazioni e studi Autore di libri tecnici e di oltre 100 articoli su giornali e riviste tecniche. Relatore
e docente presso Convegni e corsi di formazione • Esperienze professionali 1969-1977: Olivetti Vari
incarichi nella produzione elettronica, fino a responsabile della stessa produzione (850 dipendenti),
che produceva fra l'altro il primo PC del mondo. Responsabile del progetto "Materials Flow and
Logistics", il primo progetto italiano di Logistica Integrata (acquisti, programmazione produzione,
gestione scorte, distribuzione fisica). Responsabile della Business Unit "tastiere e display". 19771979: A.T. Kearney Management Consultants Senior Consultant (poi Manager per i beni durevoli)
presso l'ufficio italiano. Impostato e diretto vari lavori di logistica e di strategia logistica in Italia, USA,
Francia, UK, Germania e Olanda per aziende soprattutto nel settore "automotive" (Alfa Romeo, Fiat,
Iveco, Magirus-Deutz, Daimler Benz, General Motors, Unic, ecc). 1980-1985: Gruppo Zanussi
Materials Manager, Direttore degli Acquisti di Gruppo (72% del valore della produzione) e, per la
divisione Elettrodomestici, di tutta la logistica o supply chain (programmazione della produzione,
gestione scorte, magazzini, distribuzione fisica, trasporti). Risultati principali: scorte -52%, costi
distribuzione - 27%, tempi consegna - 77%. Prima azienda in Europa ad organizzare treni blocco ad
orario ed ampio uso della ferrovia (97% dell'export via terra). A seguito della crisi finanziaria, Direttore
Pianificazione e Sviluppo del Gruppo con l'incarico di sviluppare ed attuare il piano di ristrutturazione
(da 47 stabilimenti a 21 ecc). Partecipazione alle trattative per la cessione ad Electrolux e successivo
sviluppo del piano di integrazione delle operations Electrolux-Zanussi sia per l'elettrodomestico che
per gli altri settori. 1985-1988: Seleco SpA (partecipata Zanussi-Electrolux e Ministero Industria)
Direttore Generale con ampi poteri (AD mai nominato) dal momento della costituzione per fusione fra
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27/01/2008
Giornale della Logistica
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
N.10 DICEMBRE 2007
Indesit Elettonica e Zanussi Elettronica. Risultati principali: lancio del nuovo marchio, diversificazione
prodotti (confluiti poi in Seleco Multimedia o SIM2), introduzione JIT spinto in produzione, fatturato da
135 a 285 mld Lire, utile da -17 a +4 mld Lire per crescita interna. 1989-1991: Occam srl
(consulenza) Co-fondatore e partner della società. Impostato e diretto vari lavori di logistica, di
strategia logistica e manufacturing per grandi aziende (Bull, Euromereato, GFT, Merloni, Olivetti,
Standa, ecc), in Italia, Francia, Azerbaijan e Russia bianca. In parallelo responsabile dell'area
Operations e Logistica c/o ISTUD Istituto di Studi Direzionali (Stresa). 1992-1996: Tecnologistica SpA
Co-fondatore ed Amministratore Delegato della GLE - Gruppo Logistico Europeo, nata nell'aprile
1992 come operazione di venture capitai di Schroder IVF, Chase Manhattan Bank e Gemina e
diventata Tecnologistica a seguito dell'ingresso della Pirelli nel capitale. In parallelo: presidente di
Domenichelli (gruppo Tecnologistica, poi fusa nella holding). 1997-2/2001: Malpensa Logistica
Europa SpA Co-fondatore ed Amministratore Delegato della società (azionisti SEA, Fiat-Sinport e
Tecnologistica per 1/3 ciascuno, poi acquisita da SEA al 100%). Progetto della Cargo City Malpensa.
Avviamento della società MLE - Malpensa Logistica Europa per lo handling merci aeroportuale.
3/2001 : Imprenditore e consulente Libero professionista (logistica e strategia) ed imprenditore
Giovanni Leonida, oggi consulente ed imprenditore, una delle figure più note ed autorevoli della
logistica non solo italiana: "Suscito odio o amore senza vie di mezzo perché sono un uomo libero e
fuori dagli schemi. Me lo posso permettere...". E ancora: "Non bisogna lasciarsi soggiogare dalle
comode certezze. Bisogna avere la capacità di ricombinare le esperienze per sviluppare prodotti o
processi nuovi ed originali"
"Cambiare la cultura di un'azienda è un processo che in primo luogo deve essere costruito sulla
formazione"
"La logistica significa da un lato il possesso di informazioni di buona qualità e dall'altro capacità di
agire velocemente puntando su obiettivi precisi"
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