DALLA_UIL_POLIZIA_SU_CONTRATTO_E_RIORDINO

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Segreteria nazionale
Baratti, burattini e burattinai
«Quanta fretta, ma dove corri, dove vai? Lui è il gatto, ed io la volpe, siamo in società, di noi ti puoi fidar…»
Le parole di questa sempreverde canzone di Bennato hanno accompagnato l’adolescenza di molti di noi,
mettendoci in guarda dalle lusinghe dei tanti furboni degni della celebre coppia che abbiamo incontrato
sulla nostra strada, tutti intenzionati a portarci verso un Eden dove finalmente saremo tutti felici.
A seconda dei tempi e dei luoghi cambia il nome di questo Eden, ma non la sostanza, perché si tratta
sempre ed inevitabilmente del Paese dei balocchi, dove tutto appare a prima vista bello e luccicante,
mentre è amarissimo il risveglio quando, a chi ci casca, cominciano a crescere le orecchie d’asino.
Per i corpi e le amministrazioni militarmente organizzate questo paese della cuccagna da sempre porta il
nome di Riordino delle carriere: una parola magica che fa brillare gli occhi a quasi tutti noi, perché ciascuno
di noi immagina che la sua vita cambierà in meglio un po’ da tutti i punti di vista.
Raramente però la realtà coincide con l’immaginazione e, proprio come accadeva per i ragazzi di Collodi, chi
si lasciava trascinare dall’immaginazione non solo faceva la figura dell’asino, ma anche una brutta fine e noi
non possiamo permettere che ai poliziotti capiti né l’una, né l’altra cosa.
Oggi sul tappeto c’è la legge di stabilità e noi al Governo chiediamo insieme a Cgil Cisl Uil stanziamenti per il
rinnovo contrattuale di tutti i lavoratori e, come sempre avvenuto per i rinnovi contrattuali del passato, in
più anche il riconoscimento della nostra specificità, come previsto da una Legge dello Stato.
Ci viene prospettata la possibilità di fare un riordino che, innanzitutto, non sarebbe basato su stanziamenti
governativi, ma sulle economie di spesa di corpi ed amministrazioni: più avanti vedremo se si tratta di un
riordino o del Paese dei balocchi, ma va detto subito che in ogni caso non lo baratteremo con il contratto.
Il rinnovo del contratto di lavoro è l’essenza stessa dell’azione sindacale, il motivo che legittima la nostra
esistenza come rappresentanti dei poliziotti e, se ci rinunciassimo o lo rimandassimo, li tradiremmo.
Il contratto collettivo di lavoro è l’unico strumento che garantisce di distribuire le risorse in maniera
uniforme e proporzionale, cosa assolutamente indispensabile in un momento di crisi come questo, mentre
il concetto stesso di riordino presuppone che ci sia qualcuno che riceve qualcosa ed altri che invece no!
Apprezziamo i segnali di apertura dell’Esecutivo, ma abbiamo già detto forte e chiaro che i soldi ce li
devono dare per il nostro contratto perché, anche per il delicato momento che vive la Sicurezza, il Paese
senz’altro capirà se a noi venissero date più risorse che ad altri.
Solo dopo aver ottenuto le risorse necessarie ad un rinnovo contrattuale serio potremo benissimo parlare
di riordino e tra poco vedremo quali sono i requisiti essenziali perché sia tale e non Pese dei balocchi.
Prima però dobbiamo evidenziare che, al momento, le risorse che ci fanno intravedere per cosiddetta
riorganizzazione della Sicurezza sono prese sempre dalla Sicurezza, un po’ come le assunzioni straordinarie
che vengono però effettuate nell’ambito degli stanziamenti ordinari, tanto per intenderci.
Domani finalmente l’Amministrazione dovrebbe scoprire le carte e farci capire in cosa consiste questo
Bengodi di cui hanno parlato per mesi in gran segreto con i vertici dell’Arma e della Guardia di finanza ed, a
scanso di equivoci, riteniamo essenziale chiarire sin d’ora quale sarà la nostra posizione.
La prima cosa da chiarire è la filosofia dell’intervento: se vogliamo restituire ruolo e dignità all’Istituzione
che ci onoriamo di servire la bisognerà chiarire prima di tutto in maniera chiara ed inequivocabile che, in
tutte le sedi, da tutti i punti di vista e su tutti i tavoli, esiste e deve esistere una sola Polizia di Stato, non le
due entità distinte e separate del passato sognate da alcuni, come in alcune società orientali.
La seconda - indissolubilmente legata alla prima - è che la valorizzazione dovrà riguardare tutti i ruoli con
modalità analoghe e coerenti, vale a dire che il miglioramento dovrà riguardare sia la situazione attuale e le
prospettive di tutti in maniera simmetrica e proporzionale, cominciando quindi, naturalmente, dalla base.
Enunciati i principi cardine veniamo ai dettagli: gli appartenenti all’attuale ruolo degli assistenti ed agenti
dovranno ricevere miglioramenti economici immediati ed avere prospettive di carriera migliori nel
concreto, non solo sulla carta, altrimenti non sarebbe Riordino ma Paese dei balocchi.
Si tratta semplicemente di riconoscere che questi due ruoli non sono in realtà esecutivi, come si legge oggi
nel nostro vetusto Ordinamento, ma di concetto e, coerentemente con questo assunto, in futuro dovrà
essere obbligatorio il possesso del diploma per accedere alla qualifica di agente.
Analogamente deve accadere che gli attuali sovrintendenti, ormai tutti vincitori di concorso, per i quali
dovrà pertanto essere prevista l’immissione nel ruolo degli ispettori, che dovrà essere considerato come
ruolo direttivo di base, analogamente a quanto accade per l’area C del pubblico impiego.
In realtà non si tratta di promozioni, ma solo di riconoscere la reale natura delle funzioni, che andranno
meglio precisate elaborando dei profili professionali adeguati, anche perché solo così può avere
fondamento anche giuridico l’idea di riconoscere funzioni dirigenziali all’attuale ruolo dei commissari.
Chi giustamente afferma che i commissari di oggi sono nella sostanza dirigenti non può non riconoscere
che, allora, gli ispettori sono nella sostanza direttivi e non avrebbe alcun senso chiedere a quelli apicali di
affrontare un concorso (un altro!) per restare esattamente quello che sono con la stessa paga.
Peraltro la nostra beneamata Amministrazione ha già dato ampia prova di sé in merito ai concorsi…
In definitiva il concetto è semplice: o si riconosce qualcosa a tutti o questo Pese dei balocchi altro non è che
un grimaldello per dare poco a pochi agenti assistenti sovrintendenti ed ispettori e moltissimo a pochissimi.
Meglio, molto meglio la situazione attuale, basterà fare effettivamente i concorsi previsti dalla Legge che
l’Amministrazione preposta a far rispettare la Legge fino ad oggi non ha fatto, a cominciare da quello per il
Ruolo direttivo speciale, che è infinitamente meglio di quello “nuovo” che ci viene prospettato.
A quel punto i soldi che economizzeranno Corpi ed Amministrazioni non li utilizzeremo per comprare la
Fontana di Trevi da Totò e saranno distribuiti molto meglio dal tavolo contrattuale.
Riassumendo: se i soldi non bastano per contratto e riordino allora facciamo solo il contratto; se ci
proporranno il Paese dei balocchi smaschereremo il baratto, i burattinai ed i pinocchi.
Roma, 24 novembre 2015
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