15 - Niguarda.eu

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AMICI
A 4 ZAMPE
Era la sera di Santo Stefano e in
tv trasmettevano il film: “8 amici
da salvare”, una straordinaria storia di amicizia, ispirato a una vera
avventura (Walt Disney). L’ho rivisto per la quinta volta e mi è piaciuto ancora… Con la mente sono
tornata al 16 dicembre e all’incontro, fuori da un supermercato in
zona, con Stella di 5 anni, una bellissima Husky (vedi foto 1) che attendeva il resto della famiglia per
tornare a casa. Ho parlato con
Aldo, il papà di Stella e mi ha riferito che erano in attesa di Enzo
che stava facendo la spesa. Mi sono resa conto che Stella era di nome e di fatto una “stella di bontà”:
sdraiata, con uno sguardo dolce, si
è fatta accarezzare e mi ha trasmesso una sorta di serenità. Noi
che amiamo i cani, che abbiamo
vissuto con uno o due cani, ci comprendiamo e così ho iniziato a conversare. Aldo mi ha raccontato di
alcune persone che, se potessero,
farebbero del male a Stella e lui
non vuole. Lui sa come comportarsi quando Stella fa i suoi bisogni e,
quindi, cosa hanno da dire o da fare quelle persone? Poi ho conosciuto il figlio Enzo che mi ha spiegato
alcune cose di una associazione
per gli animali e mi ha detto che
mi scriverà via e-mail. Il Natale è
passato e ho pensato che loro non
si sono ricordati di me… Allora ho
lasciato un attimo di vedere il film
che conosco quasi a memoria e ho
scritto tutto questo. Chissà forse
Aldo o Enzo mi scriveranno o forse mi dovrò accontentare di quell’incontro così ricco di amicizia,
proprio come il film di Walt
Disney! Comunque, se mi leggete,
sappiate che so cosa vuol dire avere un cane per 15 anni o anche
meno e… se volete fatevi “vivi” per
una storia da raccontare!
Beatrice Corà (dicembre)
VIVA IL PANE
DEL FORNAIO NELLO
Sono una Vostra affezionata lettrice di “Zona Nove” e mi congratulo
che finalmente siano state messe
in evidenza la bravura e la dedizione del fornaio Nello, che fa tutto meravigliosamente con amore e
soprattutto con infinita passione
e onestà. Egli ha generato una famiglia meravigliosa che lo sostiene e continua i suoi insegnamenti
intrisi di am ore e fede. Nascono
così gli ingredienti più buoni per
un pane meraviglioso.
Teresa Bassi (dicembre)
IL FURBETTO
DEL QUARTIERE
Ecco, nella foto 2, all’angolo tra via
Cicerone angolo Sant’Agostino, il
furbo del quartiere.
Lettera e foto firmate (dicembre)
VIA PIANELL
PIENA DI CACCHE
Sono nato e residente in zona nonché affezionato vostro lettore ma è
la prima volta che vi scrivo. Vengo
rapidamente al punto ovvero all’ormai insostenibile e ingiustificabile
sporcizia derivante dalle deiezioni
canine (o meglio dall’inciviltà dei
padroni dei cani stessi) riscontrabile purtroppo quasi ovunque. Nello
specifico vorrei però sottolineare il
caso del marciapiede di fronte alla
scuola elementare Carlo Poerio
(Via Pianell 40) che ogni giorno noi
genitori percorriamo per accompagnare i nostri bimbi alle lezioni. Le
“cacche” dei cagnolini, e cagnoloni,
sono disseminate dovunque, anche
davanti al cancello di ingresso della
scuola, e vi lascio immaginare le
conseguenze. Penso con queste poche righe di poter esprimere l’indignazione di moltissimi genitori della scuola ma anche di tutte le mamme che hanno bambini nei passeggini, delle persone che hanno i cani
ma che si comportano in modo appropriato, dei turisti che alloggiano
nei molti B&B limitrofi, senza di-
1
molto preparate, cui auguro di
cuore un buon 2017.
Gianni Paolo Fumagalli (dicembre)
Buon Anno!
NATALE AL GELO
IN VIA PONALE
Vorrei rendere noto a tutti che per
dodici giorni, a partire da lunedì 19
dicembre, lo stabile di via Ponale 66
è stato al freddo totale con i riscaldamenti non funzionanti. Far passare
il giorno di Natale come degli accampati nelle case gelide è vergognoso e incivile e ci sono anche molte persone anziane in difficoltà. Dall’Aler ci è stato comunicato che la situazione è complicata... Intanto noi
ci siamo fatti le feste in una ghiacciaia e nessuno ha pensato di rifornirci nemmeno di una stufa.
Orazio Vitagliano (dicembre)
Tanti Auguri al Nuovo Anno
con l’istinto di un bambino,
con speranza e tenerezza
e con gli occhi sul futuro!
Perché il sorgere del sole
di ogni giorno parallelo,
faccia proseguire il giro
con la voglia di un colore...
sempre acceso ed e vidente
e sostenga l’operato
ottenuto con sudore
in un bel tempo dedicato!
Perché ancora lo stupore
possa attraversare il mondo
è sia Pace Solidale
in ogni mente e in ogni cuore,
per accogliere con garbo
ogni storia e il suo destino,
col coraggio e l’attenzione
che ci possa far gioire!
Antonella Gattuso (dicembre)
menticare chi ha difficoltà visive o è
costretto a muoversi in sedia a rotelle. Mi piacerebbe che Zona nove, da
sempre attenta alle problematiche
del quartiere, si facesse portavoce di
una campagna di sensibilizzazione
volta a contrastare il menefreghismo di alcune persone che sta
creando molto disagio.
Andrea (dicembre)
IL GIROLA
UNA FORTUNA
Vorrei che tutti sapessero la fortuna che abbiamo noi niguarde-
si. Vicino a noi c’è il centro Girola che era stato costruito come
orfanotrofio. Dopo alcuni anni fu
chiuso, e per molto tempo rimase abbandonato. Fu rimesso a
nuovo e ora è un centro per anziani. Ci sono anche quattro palestre per la riabilitazione, pure
per esterni, della Fondazione
Don Carlo Gnocchi. Io sono circa dieci anni che, una volta all'anno, faccio una ventina di sedute, e mi sono servito quasi
tutte le fisioterapiste/i, e devo
dire che sono tutte persone
IL LAVORO
RENDE LIBERI
Seguo con simpatia i vostri articoli sempre intelligenti e ben documentati. Ho trovato invece inappropriata la vignetta in prima pagina nel numero di dicembre.
Apprezzo le capacità grafiche di
Gero Urso, ma accostare la Pirelli
ai campi di concentramento di
Auschwitz mi è parso assolutamente fuori luogo.
La Shoa è una delle più grandi
vergogne della storia europea, conta milioni di morti in un genocidio
che ha ben pochi eguali. La Pirelli
invece è un'azienda frutto di quella grande stagione dell’imprenditoria milanese che ha fatto grande
la nostra città e ha trascinato fuori dal sottosviluppo il nostro Paese.
Con Pirelli, Falck, Marelli, Borletti, Motta, Crespi, Borghi, Romeo e
2
molti altri in tutti i campi, dalla
finanza al terziario, ma soprattutto nell’industria si è sviluppata una classe dirigente di altissima qualità e professionalità (ormai un ricordo del passato), che
ha condotto il Paese ad essere
una delle grandi potenze economiche mondiali. Pirelli, in particolare, ha fatto molto per i suoi
lavoratori: ha costruito case, asili, servizi, secondo concetti del
tutto scomparsi oggi, quando il
lavoro non è più considerato un
patrimonio da tutelare, ma qualcosa da sbeffeggiare e umiliare.
Le classi lavoratrici hanno lottato per condizioni migliori di lavoro e salari più equi e hanno dato
un contributo fondamentale all’eccellenza dell'industria italiana. Ma senza investimenti non si
può ripartire e se trattiamo le
aziende serie come se fossero una
banda di delinquenti non possiamo aspettarci altro se non la disoccupazione cronica e l’esodo dei
nostri giovani. Il problema dell’amianto è certamente reale e fa
bene Michelino a puntare il dito e
cer-care responsabilità e colpe,
ma che la Pirelli sia e sia stata
una realtà positiva per la città e
per il Paese è fuor di dubbio e il
fatto che invece queste aziende
cerchino altrove il loro destino è
un grave indizio della nostra decadenza. Scusate lo sfogo.
Paolo Bellagamba (dicembre)
• È vero, la Pirelli ha contribuito,
con i suoi imprenditori e i suoi lavoratori, alla grandezza dell’industria italiana e ha fatto molto per i
propri dipendenti in termini di
servizi sociali. Ma c’è un rovescio
della medaglia inquietante che
non può essere ignorato. L’azienda
è stata venduta pochi mesi fa ai cinesi e questo non gioca certo a favore dell’industria nazionale, anzi.
E poi la mancanza per anni di
controlli e misure precauzionali
contro le emissioni di amianto che
hanno ucciso molti, troppi, lavoratori nessuna assoluzione la potrà
mai giustificare. Forse in questa
ottica la metafora della nostra vignetta potrebbe essere giustificata:
“Il lavoro rende liberi di essere venduti e di morire”... L.A.
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ONA FRANCA
a cura di Sandra Saita
Le mamme guerriere del Niguarda
are lettrici, cari lettori,
buon 2017! Ogni volta
che lasciamo il vecchio anno
ci auguriamo che il tempo
che verrà sia per tanti migliore di quello passato. Zona
Franca ve lo augura di cuore.
Sia, specialmente per tutti
coloro che soffrono, un anno
di buone aspettative, nella
salute, negli affetti, nel lavoro. L’anno appena lasciato mi
ha dato grandi lezioni di vita.
Saper ascoltare gli altri ci pone ad aprire il cuore e solo aprendo il cuore potremo dare risposta a tutti i perché altrimenti avremo solo udito e scorderemo.
Una lezione di vita è stato l’incontro con le “mamme
guerriere del Niguarda”. Era giorno di volontariato
per me, di solito sono frettolosa quando vado in mensa, blocco nord, ospedale Maggiore di Niguarda, ed ero
con due amiche. Quel giorno mi soffermai a guardare
tre giovani donne e un ragazzo che stavano parlando
tra di loro e mi colpì la luce che avevano negli occhi e
la loro cordialità. Mi chiedevo se fossero infermiere o
tirocinanti e, quando i nostri sguardi incrociati ce lo
permisero, fui felice di conversare con loro. Erano le
mamme (e un papà) di bimbi ricoverati in terapia intensiva neo-natale. Erano scese per un pasto frugale,
poi tornavano dai loro bimbi, per rientrare poi a sera
in altre città della Lombardia perché avevano altri figli che le aspettavano. Mi hanno raccontato la loro storia: Laura, mamma di Vasco, nato a otto mesi, bimbo
cardiopatico, ora ha due mesi ma soffre della sindrome di Charge ed abita a Varese. Fatima, nata a
Casablanca, sposata con un italiano, ha avuto
Youssra, una bimba nata a 6 mesi con peso di 5 chili e
70 grammi e, dopo 3 mesi, è un chilo e 4 etti. La terza
C
mamma, Laura, ha avuto
due gemelli eterozigoti
settimini, maschio e femmina, Fatima Leila e
Jordan Akim, prematuri e
cardiopatici, e ha come
compagno Yaya (era a pranzo con loro) nativo del
Burkina Faso ma venuto
in Italia a 7 anni.
Parlano dei medici, degli infermieri e dei progressi che,
ogni giorno, vedono sui loro
bambini. Certo ci sono momenti in cui sono in preda
alla tristezza ma sanno anche che oggi, grazie alle ricerche e a bravi medici, alle nuove tecnologie e alle
strumentazioni, si possono fare miracoli. La loro luce
è la speranza di ogni giorno. Dico a loro di un grande
santo, Padre Leopoldo Mandic, che diceva sempre:
“Dio è medicina e Fede”, perché la preghiera, quella
che apre il cuore, permette di ricevere la forza di accettare il momento e di andare sempre avanti con la luce negli occhi. Dico loro che tengo una rubrica su “Zona
Nove” e vorrei raccontare le loro storie per farla diventare “portavoce” di tutte le mamme. Il giorno dopo mi
hanno scritto: “Tutte noi non vediamo l’ora di leggere
l’articolo! Ne parliamo ancora oggi del nostro incontro
con le altre mamme della terapia intensiva neo-natale. È stato bello incontrarci sabato, è stato un po’ come
una boccata d’aria in questa struttura ospedaliera che
consideriamo come la nostra seconda casa, in considerazione soprattutto del fatto che sono quasi tre mesi
che ci stiamo. Grazie per i minuti di spensieratezza
che ci avete donato. È stato veramente un piacere
grande. Le mamme guerriere del Niguarda”.
E allora a tutte le mamme guerriere d’amore,
buon anno!
Dondi, la storica cartoleria chiude
dopo ottant’anni di attività
Riccardo Degregorio
egli anni trenN
ta del secolo
scorso la periferia
Nord di Milano,
attorno viale Zara,
era in espansione.
Niguarda, come altri piccoli Comuni,
era stato annesso
alla grande città, i
tram facevano capolinea in piazzale Istria, la scuola
elementare “Antonio Locatelli” era
stata appena costruita in via Veglia. E nel
1937 Luigia Dondi apriva la cartoleria in viale Zara 145.
La famiglia era originaria di Novara, il marito
di Luigia lavorava alla Manifattura Tabacchi
in viale Fulvio Testi e con l’apertura del negozio si è trasferita da questa parte della città,
dapprima in via Fiuggi e poi in viale Zara al
civico 145, nello stesso stabile dove si trova la
cartoleria. Alcuni anni all’angolo con via Ala e
poi nell’attuale vetrina. Il detto “casa e bottega” per Luigia Dondi non potrebbe essere più
appropriato.
Luigia Dondi ha iniziato l’attività da sola, poi
con una commessa e infine con la figlia Annamaria Aina. Luigia è mancata nel 2010 ma fino a pochi anni prima la si trovava ancora in
negozio, condotto fino ad oggi dalla figlia con
la cognata Rosangela Girotti.
Un’attività che ha attraversato la storia di
Milano e ha seguito lo sviluppo della zona, accompagnando i bambini a scuola di generazione in generazione: vicino all’elementare è poi
sorta, a metà degli anni sessanta, la media
Niccolò Tommaseo. Il fascismo, e poi la guerra:
anni duri ma la cartoleria non ha mai chiuso.
Poi la ricostruzione e gli anni del boom economico, sicuramente i migliori per l’attività. E
ancora le crisi economiche, la fine del secolo e
il nuovo millennio.
“Il negozio - ci dice Annamaria - è sempre rimasto fedele alla tradizione di una classica
cartoleria: quindi tutto ciò che serve per scrivere, ma anche libri, non solo di scuola, e giocattoli. Sapendo distinguersi, proponendo anche oggetti particolari, in un ambiente semplice e molto ordinato, sinonimo di cura e amore
per il nostro lavoro.” E reggendo bene alla concorrenza di nuove cartolerie sorte nella zona e
poi dei supermercati e dei centri commerciali.
L’impegno di Luigia Dondi ha visto svariati riconoscimenti. “Il più importante - ricorda Annamaria Aina - è senz’altro la medaglia d’oro
ricevuta dal Comune di Milano negli anni ottanta. Ma ci sono state anche diverse onoreficenze dalla Camera di Commercio. Mia mamma ha fatto anche parte del Consiglio dell’Unione Commercianti ed è stata tra i fondatori della Cooperativa dei Cartolibrai, importante esperienza di mutualità, oggi terminata,
con indubbi vantaggi per la nostra categoria
ma anche per i clienti finali.”
Alla fine dell’anno scorso, proprio alla vigilia
degli ottant’anni di attività, la cartoleria ha
chiuso e così non potremo più dire agli amici
“prova ad andare dalla Dondi” per cercare
qualcosa che altrove non abbiamo trovato.
Problemi di salute e di età, uniti al fatto di non
aver trovato qualcuno interessato a rilevare
l’esercizio, hanno portato a questa scelta. Ci
mancherà, la Dondi.
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