Iscriviti all’Associazione Amici di Per la vostra pubblicità su questo giornale telefonate a Flaviano Sandonà Tel/Fax/Segr. 02/39662281 Cell. 335.1348840 ONA NOVE Socio ordinario Euro 15, Sostenitore Euro 25. Per iscriversi rivolgersi presso la sede del giornale in via Val Maira 4. AMICI A 4 ZAMPE Era la sera di Santo Stefano e in tv trasmettevano il film: “8 amici da salvare”, una straordinaria storia di amicizia, ispirato a una vera avventura (Walt Disney). L’ho rivisto per la quinta volta e mi è piaciuto ancora… Con la mente sono tornata al 16 dicembre e all’incontro, fuori da un supermercato in zona, con Stella di 5 anni, una bellissima Husky (vedi foto 1) che attendeva il resto della famiglia per tornare a casa. Ho parlato con Aldo, il papà di Stella e mi ha riferito che erano in attesa di Enzo che stava facendo la spesa. Mi sono resa conto che Stella era di nome e di fatto una “stella di bontà”: sdraiata, con uno sguardo dolce, si è fatta accarezzare e mi ha trasmesso una sorta di serenità. Noi che amiamo i cani, che abbiamo vissuto con uno o due cani, ci comprendiamo e così ho iniziato a conversare. Aldo mi ha raccontato di alcune persone che, se potessero, farebbero del male a Stella e lui non vuole. Lui sa come comportarsi quando Stella fa i suoi bisogni e, quindi, cosa hanno da dire o da fare quelle persone? Poi ho conosciuto il figlio Enzo che mi ha spiegato alcune cose di una associazione per gli animali e mi ha detto che mi scriverà via e-mail. Il Natale è passato e ho pensato che loro non si sono ricordati di me… Allora ho lasciato un attimo di vedere il film che conosco quasi a memoria e ho scritto tutto questo. Chissà forse Aldo o Enzo mi scriveranno o forse mi dovrò accontentare di quell’incontro così ricco di amicizia, proprio come il film di Walt Disney! Comunque, se mi leggete, sappiate che so cosa vuol dire avere un cane per 15 anni o anche meno e… se volete fatevi “vivi” per una storia da raccontare! Beatrice Corà (dicembre) VIVA IL PANE DEL FORNAIO NELLO Sono una Vostra affezionata lettrice di “Zona Nove” e mi congratulo che finalmente siano state messe in evidenza la bravura e la dedizione del fornaio Nello, che fa tutto meravigliosamente con amore e soprattutto con infinita passione e onestà. Egli ha generato una famiglia meravigliosa che lo sostiene e continua i suoi insegnamenti intrisi di am ore e fede. Nascono così gli ingredienti più buoni per un pane meraviglioso. Teresa Bassi (dicembre) IL FURBETTO DEL QUARTIERE Ecco, nella foto 2, all’angolo tra via Cicerone angolo Sant’Agostino, il furbo del quartiere. Lettera e foto firmate (dicembre) VIA PIANELL PIENA DI CACCHE Sono nato e residente in zona nonché affezionato vostro lettore ma è la prima volta che vi scrivo. Vengo rapidamente al punto ovvero all’ormai insostenibile e ingiustificabile sporcizia derivante dalle deiezioni canine (o meglio dall’inciviltà dei padroni dei cani stessi) riscontrabile purtroppo quasi ovunque. Nello specifico vorrei però sottolineare il caso del marciapiede di fronte alla scuola elementare Carlo Poerio (Via Pianell 40) che ogni giorno noi genitori percorriamo per accompagnare i nostri bimbi alle lezioni. Le “cacche” dei cagnolini, e cagnoloni, sono disseminate dovunque, anche davanti al cancello di ingresso della scuola, e vi lascio immaginare le conseguenze. Penso con queste poche righe di poter esprimere l’indignazione di moltissimi genitori della scuola ma anche di tutte le mamme che hanno bambini nei passeggini, delle persone che hanno i cani ma che si comportano in modo appropriato, dei turisti che alloggiano nei molti B&B limitrofi, senza di- 1 molto preparate, cui auguro di cuore un buon 2017. Gianni Paolo Fumagalli (dicembre) Buon Anno! NATALE AL GELO IN VIA PONALE Vorrei rendere noto a tutti che per dodici giorni, a partire da lunedì 19 dicembre, lo stabile di via Ponale 66 è stato al freddo totale con i riscaldamenti non funzionanti. Far passare il giorno di Natale come degli accampati nelle case gelide è vergognoso e incivile e ci sono anche molte persone anziane in difficoltà. Dall’Aler ci è stato comunicato che la situazione è complicata... Intanto noi ci siamo fatti le feste in una ghiacciaia e nessuno ha pensato di rifornirci nemmeno di una stufa. Orazio Vitagliano (dicembre) Tanti Auguri al Nuovo Anno con l’istinto di un bambino, con speranza e tenerezza e con gli occhi sul futuro! Perché il sorgere del sole di ogni giorno parallelo, faccia proseguire il giro con la voglia di un colore... sempre acceso ed e vidente e sostenga l’operato ottenuto con sudore in un bel tempo dedicato! Perché ancora lo stupore possa attraversare il mondo è sia Pace Solidale in ogni mente e in ogni cuore, per accogliere con garbo ogni storia e il suo destino, col coraggio e l’attenzione che ci possa far gioire! Antonella Gattuso (dicembre) menticare chi ha difficoltà visive o è costretto a muoversi in sedia a rotelle. Mi piacerebbe che Zona nove, da sempre attenta alle problematiche del quartiere, si facesse portavoce di una campagna di sensibilizzazione volta a contrastare il menefreghismo di alcune persone che sta creando molto disagio. Andrea (dicembre) IL GIROLA UNA FORTUNA Vorrei che tutti sapessero la fortuna che abbiamo noi niguarde- si. Vicino a noi c’è il centro Girola che era stato costruito come orfanotrofio. Dopo alcuni anni fu chiuso, e per molto tempo rimase abbandonato. Fu rimesso a nuovo e ora è un centro per anziani. Ci sono anche quattro palestre per la riabilitazione, pure per esterni, della Fondazione Don Carlo Gnocchi. Io sono circa dieci anni che, una volta all'anno, faccio una ventina di sedute, e mi sono servito quasi tutte le fisioterapiste/i, e devo dire che sono tutte persone IL LAVORO RENDE LIBERI Seguo con simpatia i vostri articoli sempre intelligenti e ben documentati. Ho trovato invece inappropriata la vignetta in prima pagina nel numero di dicembre. Apprezzo le capacità grafiche di Gero Urso, ma accostare la Pirelli ai campi di concentramento di Auschwitz mi è parso assolutamente fuori luogo. La Shoa è una delle più grandi vergogne della storia europea, conta milioni di morti in un genocidio che ha ben pochi eguali. La Pirelli invece è un'azienda frutto di quella grande stagione dell’imprenditoria milanese che ha fatto grande la nostra città e ha trascinato fuori dal sottosviluppo il nostro Paese. Con Pirelli, Falck, Marelli, Borletti, Motta, Crespi, Borghi, Romeo e 2 molti altri in tutti i campi, dalla finanza al terziario, ma soprattutto nell’industria si è sviluppata una classe dirigente di altissima qualità e professionalità (ormai un ricordo del passato), che ha condotto il Paese ad essere una delle grandi potenze economiche mondiali. Pirelli, in particolare, ha fatto molto per i suoi lavoratori: ha costruito case, asili, servizi, secondo concetti del tutto scomparsi oggi, quando il lavoro non è più considerato un patrimonio da tutelare, ma qualcosa da sbeffeggiare e umiliare. Le classi lavoratrici hanno lottato per condizioni migliori di lavoro e salari più equi e hanno dato un contributo fondamentale all’eccellenza dell'industria italiana. Ma senza investimenti non si può ripartire e se trattiamo le aziende serie come se fossero una banda di delinquenti non possiamo aspettarci altro se non la disoccupazione cronica e l’esodo dei nostri giovani. Il problema dell’amianto è certamente reale e fa bene Michelino a puntare il dito e cer-care responsabilità e colpe, ma che la Pirelli sia e sia stata una realtà positiva per la città e per il Paese è fuor di dubbio e il fatto che invece queste aziende cerchino altrove il loro destino è un grave indizio della nostra decadenza. Scusate lo sfogo. Paolo Bellagamba (dicembre) • È vero, la Pirelli ha contribuito, con i suoi imprenditori e i suoi lavoratori, alla grandezza dell’industria italiana e ha fatto molto per i propri dipendenti in termini di servizi sociali. Ma c’è un rovescio della medaglia inquietante che non può essere ignorato. L’azienda è stata venduta pochi mesi fa ai cinesi e questo non gioca certo a favore dell’industria nazionale, anzi. E poi la mancanza per anni di controlli e misure precauzionali contro le emissioni di amianto che hanno ucciso molti, troppi, lavoratori nessuna assoluzione la potrà mai giustificare. Forse in questa ottica la metafora della nostra vignetta potrebbe essere giustificata: “Il lavoro rende liberi di essere venduti e di morire”... L.A. tel. e fax. 02/39662281 – e-mail: [email protected] ONA FRANCA a cura di Sandra Saita Le mamme guerriere del Niguarda are lettrici, cari lettori, buon 2017! Ogni volta che lasciamo il vecchio anno ci auguriamo che il tempo che verrà sia per tanti migliore di quello passato. Zona Franca ve lo augura di cuore. Sia, specialmente per tutti coloro che soffrono, un anno di buone aspettative, nella salute, negli affetti, nel lavoro. L’anno appena lasciato mi ha dato grandi lezioni di vita. Saper ascoltare gli altri ci pone ad aprire il cuore e solo aprendo il cuore potremo dare risposta a tutti i perché altrimenti avremo solo udito e scorderemo. Una lezione di vita è stato l’incontro con le “mamme guerriere del Niguarda”. Era giorno di volontariato per me, di solito sono frettolosa quando vado in mensa, blocco nord, ospedale Maggiore di Niguarda, ed ero con due amiche. Quel giorno mi soffermai a guardare tre giovani donne e un ragazzo che stavano parlando tra di loro e mi colpì la luce che avevano negli occhi e la loro cordialità. Mi chiedevo se fossero infermiere o tirocinanti e, quando i nostri sguardi incrociati ce lo permisero, fui felice di conversare con loro. Erano le mamme (e un papà) di bimbi ricoverati in terapia intensiva neo-natale. Erano scese per un pasto frugale, poi tornavano dai loro bimbi, per rientrare poi a sera in altre città della Lombardia perché avevano altri figli che le aspettavano. Mi hanno raccontato la loro storia: Laura, mamma di Vasco, nato a otto mesi, bimbo cardiopatico, ora ha due mesi ma soffre della sindrome di Charge ed abita a Varese. Fatima, nata a Casablanca, sposata con un italiano, ha avuto Youssra, una bimba nata a 6 mesi con peso di 5 chili e 70 grammi e, dopo 3 mesi, è un chilo e 4 etti. La terza C mamma, Laura, ha avuto due gemelli eterozigoti settimini, maschio e femmina, Fatima Leila e Jordan Akim, prematuri e cardiopatici, e ha come compagno Yaya (era a pranzo con loro) nativo del Burkina Faso ma venuto in Italia a 7 anni. Parlano dei medici, degli infermieri e dei progressi che, ogni giorno, vedono sui loro bambini. Certo ci sono momenti in cui sono in preda alla tristezza ma sanno anche che oggi, grazie alle ricerche e a bravi medici, alle nuove tecnologie e alle strumentazioni, si possono fare miracoli. La loro luce è la speranza di ogni giorno. Dico a loro di un grande santo, Padre Leopoldo Mandic, che diceva sempre: “Dio è medicina e Fede”, perché la preghiera, quella che apre il cuore, permette di ricevere la forza di accettare il momento e di andare sempre avanti con la luce negli occhi. Dico loro che tengo una rubrica su “Zona Nove” e vorrei raccontare le loro storie per farla diventare “portavoce” di tutte le mamme. Il giorno dopo mi hanno scritto: “Tutte noi non vediamo l’ora di leggere l’articolo! Ne parliamo ancora oggi del nostro incontro con le altre mamme della terapia intensiva neo-natale. È stato bello incontrarci sabato, è stato un po’ come una boccata d’aria in questa struttura ospedaliera che consideriamo come la nostra seconda casa, in considerazione soprattutto del fatto che sono quasi tre mesi che ci stiamo. Grazie per i minuti di spensieratezza che ci avete donato. È stato veramente un piacere grande. Le mamme guerriere del Niguarda”. E allora a tutte le mamme guerriere d’amore, buon anno! Dondi, la storica cartoleria chiude dopo ottant’anni di attività Riccardo Degregorio egli anni trenN ta del secolo scorso la periferia Nord di Milano, attorno viale Zara, era in espansione. Niguarda, come altri piccoli Comuni, era stato annesso alla grande città, i tram facevano capolinea in piazzale Istria, la scuola elementare “Antonio Locatelli” era stata appena costruita in via Veglia. E nel 1937 Luigia Dondi apriva la cartoleria in viale Zara 145. La famiglia era originaria di Novara, il marito di Luigia lavorava alla Manifattura Tabacchi in viale Fulvio Testi e con l’apertura del negozio si è trasferita da questa parte della città, dapprima in via Fiuggi e poi in viale Zara al civico 145, nello stesso stabile dove si trova la cartoleria. Alcuni anni all’angolo con via Ala e poi nell’attuale vetrina. Il detto “casa e bottega” per Luigia Dondi non potrebbe essere più appropriato. Luigia Dondi ha iniziato l’attività da sola, poi con una commessa e infine con la figlia Annamaria Aina. Luigia è mancata nel 2010 ma fino a pochi anni prima la si trovava ancora in negozio, condotto fino ad oggi dalla figlia con la cognata Rosangela Girotti. Un’attività che ha attraversato la storia di Milano e ha seguito lo sviluppo della zona, accompagnando i bambini a scuola di generazione in generazione: vicino all’elementare è poi sorta, a metà degli anni sessanta, la media Niccolò Tommaseo. Il fascismo, e poi la guerra: anni duri ma la cartoleria non ha mai chiuso. Poi la ricostruzione e gli anni del boom economico, sicuramente i migliori per l’attività. E ancora le crisi economiche, la fine del secolo e il nuovo millennio. “Il negozio - ci dice Annamaria - è sempre rimasto fedele alla tradizione di una classica cartoleria: quindi tutto ciò che serve per scrivere, ma anche libri, non solo di scuola, e giocattoli. Sapendo distinguersi, proponendo anche oggetti particolari, in un ambiente semplice e molto ordinato, sinonimo di cura e amore per il nostro lavoro.” E reggendo bene alla concorrenza di nuove cartolerie sorte nella zona e poi dei supermercati e dei centri commerciali. L’impegno di Luigia Dondi ha visto svariati riconoscimenti. “Il più importante - ricorda Annamaria Aina - è senz’altro la medaglia d’oro ricevuta dal Comune di Milano negli anni ottanta. Ma ci sono state anche diverse onoreficenze dalla Camera di Commercio. Mia mamma ha fatto anche parte del Consiglio dell’Unione Commercianti ed è stata tra i fondatori della Cooperativa dei Cartolibrai, importante esperienza di mutualità, oggi terminata, con indubbi vantaggi per la nostra categoria ma anche per i clienti finali.” Alla fine dell’anno scorso, proprio alla vigilia degli ottant’anni di attività, la cartoleria ha chiuso e così non potremo più dire agli amici “prova ad andare dalla Dondi” per cercare qualcosa che altrove non abbiamo trovato. Problemi di salute e di età, uniti al fatto di non aver trovato qualcuno interessato a rilevare l’esercizio, hanno portato a questa scelta. Ci mancherà, la Dondi.