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IL CONTESTO DEL VANGELO DOMENICALE
AnnoC
DOMENICA 12.05.2013 ASCENSIONE
LUCA 24,46-53
Il racconto dell’Ascensione del Signore pone termine al racconto del Vangelo di Luca e costituirà
l’inizio dell’opera successiva dell’evangelista, gli Atti degli Apostoli; Vangelo ed Atti descrivono la
storia della salvezza dal punto di vista teologico lucano, secondo il quale, la vicenda terrena di Gesù
costituisce, non la fine della storia umana, bensì il centro del tempo; infatti, dopo Cristo, viene la
Chiesa.
Luca scrive negli anni 70-80 dopo Cristo; diverse generazioni cristiane stanno passando ed è ormai
evidente che la Parusia, cioè il ritorno del Signore, va allontanandosi nel tempo. La Parusia era la
speranza centrale del primo cristianesimo; essa era ”ultimo giorno”, “ giorno del Cristo”, la fine del
mondo, il ritorno del Cristo sulla terra per risuscitare i morti, fare il giudizio e stabilire definitivamente
il Regno di Dio. Al tempo di Luca, questa speranza si sta modificando: Cristo, certo, verrà a giudicare,
ma il tempo non è precisabile, sta nelle mani di Dio; attualmente, il Cristo è asceso al cielo, è al di
sopra dell’umanità, siede alla destra del Padre e la storia umana continua come storia della Chiesa,
fondata e assistita dallo Spirito Santo, donato a Pentecoste.
E’ chiaro, dunque, che Luca storicizza l’evento Gesù, cioè fa di Gesù un brano, anche se centrale, della
storia; questa è intesa come azione di Dio nelle vicende umane, per cui la storia stessa, propriamente,
non è ciò che fanno gli uomini ma ciò che Dio fa per la loro salvezza.
Quindi, Luca vede in un modo suo, originale, la vicenda di Gesù, un modo così originale da catturare,
poi, nei secoli, il pensiero dei cristiani e da influenzare, nelle radici, l’atteggiamento della Chiesa verso
l’umanità in cammino. Luca, nello snodarsi del suo racconto, ha la proprietà di focalizzare l’attenzione
del lettore su alcuni aspetti del Gesù terreno, cioè su determinate fasi della sua vita, su momenti
rivelativi della stessa e su significati particolari della sua Passione.
Luca vede, nella vicenda storica di Gesù, tre fasi essenziali: 1) la raccolta dei testimoni in Galilea
Lc.4,14- 9,50. 2) l’itinerario verso il tempio Lc 9,51- 19,27. 3) l’insegnamento a Gerusalemme
Lc.18,28- 21,37, dominato dalla consapevolezza del proprio destino.
Inoltre, Luca intravede, nell’evento Gesù, tre momenti rivelativi, che sono: 1) il Battesimo, Lc 3,
(D13.01.2013 ): esso rivela che Gesù è il Figlio di Dio destinato ad essere pellegrino del mondo 2)la
Trasfigurazione, Lc 9 (D II QUARESIMA 24.02.2013): essa rivela che il destino di Gesù è la sofferenza 3)
l’ingresso a Gerusalemme: esso rivela l’ingresso nella Passione e nella dimensione divina.
Luca, ancora, attribuisce alla Passione del Signore tre significati, che sono: 1) il ritorno tentatore di
Satana, che aveva lasciato Gesù dopo la tentazione nel deserto 2) Gesù resterà per sempre coi suoi
discepoli, presente nella Eucaristia, istituita da Lui, per il tempo di lotta, che attende la Chiesa 3) la
sofferenza di Gesù avrà una efficacia perenne nella lotta contro il male, durante il tempo successivo a
Gesù; quel tempo, oltre che della Chiesa, sarà tempo dello Spirito, donato a Pentecoste, giorno di
nascita ufficiale della Chiesa, come comunità dei credenti.
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L’Ascensione del Signore in cielo, stando al Vangelo di Luca, avvenne la sera stessa di Pasqua mentre,
negli Atti degli Apostoli, è detto esplicitamente che Gesù salì in cielo quaranta giorni dopo.
L’Ascensione rappresenta il commiato di Gesù dal nostro mondo; dopo alcune manifestazioni sensibili
( le apparizioni) Egli scomparve per sempre dagli occhi dei suoi discepoli; il Risorto, il Figlio dell’Uomo,
venne intronizzato alla destra del Padre. Tale è la nostra fede, espressa nel Credo, che recitiamo la
Domenica a Messa.
E’ arrivato il momento di approfondire la conoscenza dell’evangelista Luca, cercando di capire chi egli
sia, da che ambiente proviene, a quale chiesa si rivolge, in che epoca scrive, che idea ha della persona
di Gesù e che tipo di fede ha in Dio. Luca, nel prologo del Vangelo ( Lc.1 ; domenica 27.01.2013 ),dà
una immagine esauriente di sé: uomo colto, parla una lingua greca classica e possiede un buon stile
letterario; è scrupoloso nel valutare le testimonianze, le tradizioni orali e le fonti scritte su Gesù. E’ un
pagano convertito, dapprima al giudaismo, poi a Cristo. Conosce, infatti, benissimo la Bibbia, nella
versione greca dei LXX, tanto da comporre inni ( per esempio, il Magnificat ) fondendo brani di
diversa provenienza dai libri sacri ( Salmi, Profeti, Libri storici); conosce la dottrina e le usanze dei
giudei, ma non ha vissuto da giudeo; in Lc2,22 incorre in un vero e proprio lapsus freudiano; dice
infatti: “quando si compirono i giorni della loro purificazione”, intendendo purificazione di marito e
moglie; è evidente che chi scrive ignora il fatto pratico che la purificazione competeva solo alla moglie
e madre e non anche al padre. La tradizione, a partire dal II secolo, identifica Luca con il compagno di
viaggio di Paolo; i critici dei testi pensano che possa essere lui lo stenditore, in forma di diario, di
quella parte degli Atti degli Apostoli, che parla di “noi”, che usa cioè la prima persona plurale. Luca
scrive per una chiesa di origine pagana; infatti, l’evangelista tende a tralasciare, di Marco e della fonte
Q, tutto ciò che è troppo “giudaico” e, quindi, poco comprensibile per dei lettori di origine pagana (
ad esempio i brani del discorso della montagna che riguardano il giuramento, l’elemosina e il digiuno,
tipiche opere pie giudaiche; inoltre, ignora le tradizioni degli antichi, su cui, invece, Marco si dilunga).
Il Vangelo è stato redatto sicuramente molti anni dopo la morte di Paolo, quindi, verso l’80 d. Cr. La
cristologia e la teologia lucane sono caratterizzate da alcuni pilastri:
- la vita di Gesù è inserita nella storia della salvezza, di cui costituisce il centro, il centro del tempo. Il
piano divino di salvezza prevede, prima di Gesù, Israele e, dopo di Lui, la Chiesa.
- Gesù ha il titolo di Signore, elevato alla destra di Dio, glorificato.
- il regno di Dio è un regno futuro, anticipato nell’oggi dalla presenza dello Spirito Santo, donato alla
Pentecoste ( la dottrina dello Spirito Santo è simile a quella paolina).
- Gesù è salvatore di tutti i popoli e la buona novella è rivolta a tutti i diseredati del mondo: poveri,
peccatori, pubblicani, prostitute, vedove, bambini, ladroni, malati.
Ruggero Orlandi
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