Rubrica AL n femmi ile AURORA – n. 4 – Anno II – marzo 2009 HYPATIA DI ALESSANDRIA (Alessandria 370? - 415) Ovvero il primo 8 marzo della storia di Claudia Cimini Dedicato a tutte le donne ordinarie e straordinarie rese invisibili dagli storici, dimenticate dalla storia e perse negli eventi, oscurate dallo splendore delle luci delle nuove stelle della mondanità, la storia di una donna straordinaria per il suo ed il nostro tempo, vittima della cieca violenza maschile cristiana che ancora oggi non smette di condannare, terrorizzare, discriminare, decidere sul corpo, sulle scelte, sulla storia di noi donne. T ra le donne più conosciute in ambito scientifico, Ipazia di Alessandria occupa sicuramente un posto preminente. Nata ad Alessandria d´Egitto, figlia del matematico e astro­ nomo Teone, visse e pagò con la morte l´eccezionalità della sua condizione di donna, studiosa, filosofa, matematica e astronoma. Fu l´ultima scienziata pagana dell´an­ tichità, la sua morte coincise con gli ultimi anni dell´Impero romano. Sulla sua vita, molto ha costruito la leggenda, non si conosce con precisione la data della sua nascita, gli storici la pongono approssimantivamente intor­ no al 370 d.C. In quel periodo l´Impero romano si stava convertendo al cristianesimo. Allora, annebbiati dalle credenze e dalle superstizioni religiose, molti vedevano nella matematica e nelle scienze, solo eresia e malvagità. Teofilo, patriarca della città, fu tra gli aizzatori dei violenti conflitti che si svol­ gevano a quei tempi tra pagani, cristiani e ebrei. Secondo la leg­ genda, Teone voleva che sua figlia diven­ tasse un essere umano perfetto, (ricordiamo che in quel perio­ do le donne erano considerate ben al di sotto degli esseri umani, ossia degli “uomini”!) una mente sublime in un corpo sano e forte. Ipazia venne educata nella conoscenza delle varie religioni, apprese l´arte dell´oratoria, le scienze e la filosofia. Viaggiò, venne conosciuta e apprezzata per le sue doti ad Atene e Roma, tornò ad Alessandria e, in un periodo in cui le scuole erano divise rispetto all´appertenenza a credenze religiose diverse, insegnò matematica, astronomia, meccanica e filosofia ad allievi che professavano religioni e cre­ denze differenti. La sua casa divenne un punto di riferimento per studiosi e filosofi. La maggior parte dei suoi scritti erano libri di testo per studenti che pur­ troppo però, a causa dell´intolleranza della chiesa nei confronti di chi fosse sostenitore di idee diverse, andarono perduti. È probabile però che alcuni di essi siano stati incorporati da Teone stesso nelle sue opere. 9 AURORA – n. 4 – Anno II – marzo 2009 Il suo lavoro più importante fu realizzato nell´ambito dell´algebra. Tra le opere attribuitele il Commentario in 13 libri sull´Aritmetica di Diofanto (matematico del III secolo considerato il padre dell´algebra), nel campo della geometria, il Commentario in 8 libri sulle Coniche di Apollonio di Perga (studioso di geometria alessandrino del III secolo). È probabile che Ipazia abbia collaborato alla stesura dell´opera di Teone sugli Elementi di geometria di Euclide, testo tuttora utilizzato. Molto probabilmente fu l´autrice di almeno uno dei libri scritti da Teone su Tolomeo. Oltre alla filosofia e alla matemati­ ca, si occupò di tecnica. Disegnò vari strumenti scientifici quali l´astrolabio, utilizzato per misurare la posizione delle stelle, del sole e dei pianeti. Si occupò inoltre di migliorare uno strumento per la distillazione dell´acqua, per misurarne il livello e la densità. la modestia della sua mente, come ci racconta Socrate Scolastico, storico cri­ stiano del V secolo, ma era al momento stesso, elemento di disturbo in una città che stava diventando sempre più intol­ lerante e sempre più ostentatrice di un incontrollato fanatismo cristiano. Donna, pagana, sostenitrice del ra­ zionalismo scientifico greco, conosciuta nell´ambito politico della città, filosofa neoplatonica, tutto ciò faceva di lei una persona amata e ammirata anche per Quando San Cirillo divenne patriar­ ca di Alessandria, dopo aver persegui­ tato gli ebrei, si preoccupò di liberare la città dai neoplatonici. Nonostante l´opposizione di Oreste, prefetto im­ AL femmi nile periale, allievo di Ipazia e suo grande amico, si accanì contro la scienziata. Ipazia rifiutò la conversione al cristanesimo, non si fece intimidire dall´ondata di violenza oscurantista che stava caratterizzando in quel momento la sua città, pagò per le sue scelte in un giorno di marzo del 415. Sorpresa mentre rientrava a casa da un gruppo di fanatici cristiani probabil­ mente mandati da Cirillo, fu trascinata in una chiesa e uccisa brutalmente.