La Scuola Matematica Alessandrina La città di Alessandria fu fondata sul delta del Nilo nel 332 a.C. da Alessandro Magno, pochi anni dopo la conquista dell’Egitto da parte di suo padre Filippo il Macedone. Alla morte di Alessandro, l’Egitto divenne un regno indipendente sotto Tolomeo I Soter (il “salvatore”), che scelse Alessandria come capitale, la arricchì di palazzi e monumenti, e volle farne un importante centro per la diffusione della cultura ellenistica. Egli fondò l’Università e la Biblioteca, che richiamarono molti studiosi dagli ex-territori dell’Impero alessandrino. Il suo successore al trono Tolomeo II Filadelfo (“l’amante della sorella”, Arsinoe, che sposò in seconde nozze), proseguì brillantemente l’opera, portando a più di 500.000 il numero di papiri complessivamente presenti nella Biblioteca e nel tempio di Serapide. Nel 30 a.C., a seguito della sconfitta di Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio, l’Egitto divenne parte dell’Impero Romano. Questo evento segnò l’inizio del declino della città, che fu accelerato, prima dall’avvento del Cristianesimo, e poi dall’ascesa di Bisanzio. La Biblioteca fu distrutta a più riprese: secondo la leggenda subì ben quattro incendi, l’ultimo dei quali, avvenuto nel 640 d.C. a seguito della conquista da parte degli arabi, la cancellò per sempre: si narra che, per ordine del califfo Omar I, gli ultimi libri furono destinati al riscaldamento dei bagni pubblici, circostanza che, però, non è mai stata storicamente accertata. Nel periodo di massimo splendore, ad Alessandria fiorirono varie scuole, tra cui una di matematica, fondata da Euclide. Altri celebri esponenti furono: Pappo, Apollonio, Menelao, Eratostene, Diofanto, Tolomeo, Erone, Teone, Ipazia. Curiosità Dopo tanti secoli, la biblioteca di Alessandria è stata finalmente ricostruita ed inaugurata nel 2000.