Dr'oops attack Relatrice D.ssa Jessica Ferrini Medico Specializzando in Medicina dello Sport Università degli Studi di Padova Caso clinico: Uomo 31 aa Ingegnere elettronico Sportivo amatoriale Anamnesi (1) ! A. Familiare Padre: di 66 affetto da diabete mellito tipo II. Madre: di 61 anni in buone condizioni di salute. Nega patologie di carattere internistico o neuropsichiatrico nel gentilizio. A. Fisiologica Non è stato esposto a sostanze pericolose. Autonomo nelle mansioni ordinarie. Non ha dimorato in zone tropicali. ! Anamnesi (2) Screening nutrizionale: Peso 130 Kg, Altezza 185 cm BMI 38, obesità di classe II. Non ha perso peso negli ultimi tre mesi. Non ha ridotto l’introito alimentare nell’ultima settimana. Non malattie gravi. Astemio. Non fumatore. Alvo e diuresi e minzione: nella norma. Allergie: nel 2011 in seguito a somministrazione di beta-lattamico non meglio precisato, comparsa di gonfiore a entrambi le mani e al viso, senza concomitanti problemi respiratori né cardiocircolatori. Terapia assunta a domicilio: nessuna. Anamnesi (3) ! A. Patologica remota Ricorda i comuni esantemi infantili. Nega di soffrire di diabete mellito, ipertensione arteriosa o altre importanti patologie internistiche. Nega traumi cranici, perdite di coscienza, fratture. Nel dicembre 2010 ricovero presso le Malattie Infettive per epatite acuta in sindrome mononucleosica. In maggio 2011 ricovero in ambiente chirurgico per sindrome dolorosa addominale e iperpiressia e in tale occasione sottoposto ad accertamenti strumentali tra cui ecografia addominale ed Rx-torace. In luglio 2011 sottoposto a intervento di colecistectomia per via laparoscopica. Non inconvenienti chirurgici. Anamnesi (4) ! A. Patologica prossima Progressiva calo della performance sportiva. Sensazione di debolezza a entrambi gli arti inferiori con difficoltà nel mantenimento della stazione eretta e della deambulazione e associato dolore di tipo crampiforme ad ambo le cosce e al collo. Nega disturbi della sensibilità, dell’oculomozione, della deglutizione e della funzione sfinterica. Circa dieci giorni prima fugaci sintomi da raffreddamento. Non iperpiressia. Non recenti morsi d’animale. Non recenti traumatismi cranioencefalici. Per il persistere di tali disturbi il paziente accede in PS, viene sottoposto a valutazione neurologica con riscontro di ipostenia agli arti inferiori e lieve prevalenza dei riflessi patellare ed achilleo a sinistra. Il paziente esegue successivamente TC cerebrale, negativa per fatti acuti ed esami ematochimici con riscontro di iperCK-emia (265 U/L). Anamnesi (5) Nelle ore successive il paziente riferisce un progressivo miglioramento spontaneo dei sintomi per cui se ne dispone l’osservazione intensiva in PS programmando l’esecuzione di RM midollo cervico-dorsale. Alla rivalutazione neurologica l’esame obiettivo neurologico evidenzia unicamente un lieve deficit stenico contro massimo sforzo nella flessione della coscia sul bacino a sinistra e nell’estensione dell’alluce bilateralmente nonché un riflesso stilo radiale policinetico a sinistra. Si programma quindi il ricovero in regime di DH per sottoporre il paziente agli accertamenti e alle cure del caso. Esame obiettivo " " " " " Obesità I grado. Cute e mucose visibili normocromiche e normoidratate. Esame obiettivo torace, cuore, addome ndp. Non segni di scompenso cardiaco, non soffi arteriosi. Ipostenia agli arti inferiori e lieve prevalenza dei riflessi patellare ed achilleo a sinistra. Nella notte episodio di intenso dolore nucale risolto dopo assunzione in mattinata di paracetamolo. Non diabetico. Nega terapie in atto o cefalea in atto. Allergico alla penicillina. Recente sindrome parainfluenzale risolta circa 10 giorni prima. Esami di laboratorio ! ! ! ! Colesterolo totale = 215 mg Frazione HDL = 39 mg CK = 673 U/L (V.N 60-190 U/L) VES = 27 mm/ora (V.N. 0-22 uomini) Successiva normalizzazione: ! CK = 188 U/L ! VES = 10 mm/ora ! ! ! Anticorpi antiborrelia burgdorferi: negativi Anticorpi antiCMV: negativi Anticorpi antiEBV: positivi; IgG antiVCA 146 U/mL (vn < 20) IgG antiEBNA 133 U/mL (vn < 5), IgM Early Antigen: 17 U/mL (vn < 10); IgM VCA 43.9 (vn < 20) EBV: diagnosi sierologica ! ! ! ! Test VCA-IgM positivo: probabile infezione da EBV, stadio precoce. Se sintomi associati alla mononucleosi, diagnosi di mononucleosi, anche se monotest negativo. Test VCA-IgG e EA-D IgG positivi: probabile infezione da EBV in corso o recente. Test VCA-IgM negativi ma VCA-IgG e anticorpi EBNA positivi: probabile infezione pregressa da EBV. Test VCA-IgG negativo e assenza di sintomi: non c'è ancora stata esposizione, vulnerabilità all’infezione. In generale un aumento della concentrazione di VCA-IgG tende ad indicare un’infezione da EBV attiva, mentre concentrazioni decrescenti tendono ad indicare un’infezione recente da EBV, in via di risoluzione. D’altra parte deve essere posta attenzione nell’interpretazione dei test della concentrazione degli anticorpi da EBV poiché l’ammontare degli anticorpi presenti non correla con la severità dell’infezione o con la quantità di tempo passato dall’infezione. Anticorpi VCA-IgG possono essere presenti e persistenti ad alte concentrazioni per il resto della vita di una persona. Esami strumentali (1) " ECG: Ritmo sinusale, turba intraventricolare ripolarizzazione precoce. " aspecifica della conduzione, TC cerebrale: Nei limiti l'ampiezza delle cisterne della base, delle cavità ventricolari e degli spazi subaracnoidei periencefalici. Non sono evidenti alterazione della densità delle strutture encefaliche in esame. Linea mediana in asse. Esami strumentali (2) RM encefalo e midollo spinale: Esame acquisito sul piano sagittale mediante sequenze TSE pesate in T1, T2, STIR, sequenze FFE T1. Sono state inoltre acquisite sequenze T1 SPIR sia sul piano sagittale che assiale dopo iniezione e.v. di MdC paramegnetico (13 cc di gadobutrolo). In relazione al quesito clinico non si osservano alterazioni morfostrutturali nè dell'intensità di segnale a carico del midollo nel tratto indagato (C1-D8). Nei limiti per morfologia, altezza ed intensità di segnale i corpi vertebrali. Conservato l'allineamento dei muri vertebrali posteriori. Nei limiti l'intensità di segnale dei dischi intervertebrali che appaiono di spessore conservato. Accenno a protrusione discale posteriore in sede mediana a livello C5-C6. Conservata l'ampiezza del canale vertebrale. Non evidenti anomali enhancement dopo MdC. ! ENG-EMG arti inferiori: Reperti nella norma all’elettroneurogramma. L’esame EMG è suggestivo di lieve sofferenza neurogena cronica a verosimile origine radicolare in territorio L3L4; restanti reperti EMG nella norma. ! Consulenza cardiologica Asintomatico dal lato cardiologico conducendo vita attiva; nulla da segnalare agli esami ematochimici (aumento CPK senza componente MB secondario a miopatia); all'ECG del 12/2 turbe minori della conduzione IV, ripolarizzazione precoce, tracciato normale. Esame Obiettivo: Dolore (0-10): 0. PA 110/70 mmHg; cuore ndp; torace chiaro, non SCC; polsi normoisosfigmici, non soffi carotidei. Sintesi: non sintomi o segni di cardiopatia. Diagnosi Miopatia parainfettiva in corso di verosimile riattivazione endogena di EBV. Terapia " Regolare attività fisica aerobica con obiettivo di calo ponderale sino alla normalizzazione del BMI. " Non necessaria terapia neurologica specifica. " Utile assunzione di Nuroxx 1 cp x 2 per 30 giorni. Follow-up ! ! ! ! Controllo degli indici di danno muscolare tra 15 giorni circa, comprensivo di CK totale, aldolasi, LDH e funzionalità renale (creatinina sierica, sodio, potassio, osmolarità plasmatica). Follow-up sierologico. Utile rideterminazione dell’assetto lipidico dopo periodo di restrizione calorica e adeguata attività fisica. Utile, se ricomparsa della sintomatologia agli arti inferiori (dolenzia e deficit muscolare) ripetizione di ENG ed EMG arti inferiori. Debolezza e astenia (1) Molti pazienti che si lamentano di debolezza non sono oggettivamente deboli quando la forza muscolare è formalmente testata. Accurati anamnesi ed esame obiettivo permetteranno la distinzione tra astenia, caratterizzata da disturbi motori a causa di dolore o disfunzione articolare, e vera debolezza. I pazienti con una varietà di disturbi sistemici possono interpretare le difficoltà di eseguire alcuni compiti come debolezza. Sono incluse in questo gruppo malattie cardiopolmonari, malattie articolari, anemia, cachessia da neoplasia o malattia infettiva o infiammatoria cronica e/o depressione. I pazienti affetti da una di queste condizioni possono essere funzionalmente limitati (astenici), ma non realmente deboli. Inoltre, un'attenta discussione rivelerà che il paziente è limitato da mancanza di respiro, dolore al petto, dolori articolari, stanchezza, scarsa tolleranza allo sforzo, parestesie o spasticità piuttosto che una vera e propria diminuzione della forza muscolare. Debolezza e astenia (2) I pazienti affetti da astenia spesso si lamentano che sono deboli. In confronto, quelli con la vera debolezza muscolare in genere si lamentano che non sono in grado di svolgere compiti specifici, come ad esempio salire le scale o pettinare i capelli, o che hanno una sensazione di "pesantezza" o "rigidità" degli arti. Il dolore muscolare è relativamente raro in i pazienti affetti da diversi tipi di miopatia o vera debolezza. Analogamente, i pazienti con polimialgia reumatica, nonostante il nome applicato erroneamente del disturbo, sono limitati da dolore e rigidità ma hanno normale forza muscolare. Accertamenti diagnostici (1) Chimica e analisi sangue e urine Aumento degli enzimi muscolari plasmatici (CK, aldolasi, LDH, transaminasi) è altamente suggestivo di malattie muscolari. Tali indici possono, tuttavia, essere elevati anche nelle malattie del motoneurone o essere indotti da un intenso esercizio fisico, iniezioni intramuscolari o trauma muscolare in assenza di malattia muscolare generalizzata. ! La presenza di sangue nelle urine, in assenza di globuli rossi nel sedimento, è indicativa di mioglobinuria. Test sierologici Anticorpi antinucleo, anticorpi contro antigeni nucleari estraibili (antiRo/SSA, Antila/SSB, antiSm, e antiRNP), e antigeni miosite-specifici nel sospetto di una miopatia infiammatoria o una malattia del tessuto connettivo. ! Anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA), sierologia per epatite B e C e crioglobuline nel sospetto di una vasculite. Accertamenti diagnostici (2) Studio elettrofisiologico: EMG nel sospetto di patologie del sistema nervoso periferico, neuromuscolari o del muscolo stesso. ! Risonanza magnetica: La risonanza magnetica (MRI) può essere utile nella scelta di un muscolo per la biopsia. ! Biopsia muscolare: La biopsia muscolare può essere necessaria per identificare la forma precisa di miopatia. Al microscopio ottico possono essere individuate, infatti, le caratteristiche specifiche di dermatomiosite, polimiosite, miosite a corpi inclusi, distrofie muscolari, vasculiti. ! Test genetici: I test genetici stanno diventando sempre più utili nella conferma e la classificazione di pazienti con distrofie muscolari e miopatie ereditarie. ! Miosite virale (1) Lo spettro clinico delle sindromi muscolari associate a infezioni virali varia da benigne mialgie a quadri acuti di rabdomiolisi con insufficienza renale mioglobinurica. Mialgia Da lievi a moderate mialgie diffuse si verificano frequentemente durante il prodromo o fase iniziale di qualsiasi infezione virale acuta. Sono comunemente coinvolte le estremità inferiori e prossimali e si può manifestare lieve dolorabilità muscolare senza debolezza o alterazioni di laboratorio suggestive di infiammazione muscolare o necrosi. Queste mialgie autolimitantesi sono probabilmente dovute all'effetto di citochine infiammatorie virali sul tessuto muscolare, piuttosto che all'invasione virale diretta del muscolo stesso. ! Miosite acuta benigna infantile Talvolta, nei bambini, si osserva una sindrome muscolare che accompagna infezioni virali acute, frequentemente influenza A o B. Si caratterizza per marcate dolorabilità e debolezza muscolari, di solito localizzate ai polpacci, associate a sintomi influenzali (febbre, tosse, rinite). Gli enzimi muscolari sono elevati fino a 20 a 30 volte la quantità normale. Assenti mioglobinuria e insufficienza renale acuta. Segue un recupero totale tipicamente in 3-10 giorni, con la normalizzazione degli enzimi muscolari elevati entro tre settimane. ! Miosite virale (2) All'altra estremità dello spettro clinico vi è la miosite virale accompagnata da una massiccia rabdomiolisi e le sue gravi conseguenze. Miosite acuta con rabdomiolisi Questa complicanza è stata segnalata in corso di infezione dai seguenti virus: #Virus Epstein Barr #Virus dell'influenza A e B (compreso H1N1) #Coxsackievirus #Virus dell'Herpes Simplex #Virus parainfluenzali #Adenovirus #Echovirus #Cytomegalovirus #Virus della Varicella - Virus Herpes Zoster #Virus dell'Immunodeficienza Umana #Dengue ! Patogenesi Il meccanismo della necrosi muscolare in corso di miosite virale acuta non è stata definita con precisione. Sono stati proposti i seguenti eventi patogenetici: Invasione diretta del tessuto muscolare da parte dell'agente virale. Tuttavia, l'evidenza della presenza del virus nel muscolo colpito non è costante. ! Danno da citochine miotossiche rilasciate in risposta all'infezione virale. E' stato segnalato un caso di rabdomiolisi secondaria a miosite da Coxsackievirus in cui il siero del paziente presentava elevati livelli di TNF, capace di indurre disgregazione muscolare scheletrica in modelli animali. ! Processi immunologici indotti dall'infezione virale, che potrebbe tradursi in un danno muscolare. ! Manifestazioni cliniche (1) I pazienti presentano una storia di precedente infezione del tratto respiratorio superiore seguita da febbre alta, mialgie diffuse e anoressia. Talvolta si associano anche sintomi gastrointestinali e/o storia di sforzo fisico. Questo prodromo di sintomi virali si verifica da 1 a 14 giorni prima della comparsa dei segni e sintomi di rabdomiolisi: !Forti dolori muscolari diffusi !Gonfiore muscolare !Pigmenturia !Aritmie cardiache !Alterazione dello stato mentale come conseguenza di alterazioni metaboliche Il coinvolgimento dei muscoli è più diffuso rispetto alla sindrome intermedia, in cui è limitato agli arti inferiori. Sono coinvolti entrambe le estremità superiori e inferiori, così come muscoli del tronco. Alcuni pazienti presentano dolore addominale a causa del coinvolgimento dei muscoli addominali. Manifestazioni cliniche (2) I muscoli sono teneri ed edematosi. Il corso della miosite virale acuta complicata da massiccia rabdomiolisi è molto variabile e si riferisce al corso delle complicanze causate dalla rabdomiolisi, tra cui insufficienza renale, alterazioni di liquidi ed elettroliti e aritmie cardiache. Altre complicanze che possono verificarsi includono insufficienza respiratoria secondaria a necrosi delle vie respiratorie e debolezza muscolare, infezioni ed embolia polmonare. Nella maggior parte dei casi, ci è un recupero completo della forza muscolare e della funzione renale recuperare, di solito entro una o due settimane dall'insorgenza della rabdomiolisi. Diagnosi (1) La diagnosi di miosite virale acuta come causa di rabdomiolisi va prima sospettata sulla base clinica. La storia di un'infezione virale precedente o la presenza di altre manifestazioni di infezione virale acuta come meningite asettica, miocardite, o un esantema, in assenza di un'altra causa di necrosi muscolare, può indicare la presenza di una miosite virale acuta. Gli aumenti elevati della creatina chinasi (CK) nella miosite virale acuta variano da meno di 10.000 U/L a più di 500.000 U/L. Si possono inoltre osservare aumento delle transaminasi, così come diversi gradi di disfunzione renale. La presenza di sangue nelle urine, in assenza di globuli rossi, può essere causata dalla mioglobinuria, la quale può essere distinta clinicamente dall'emoglobinuria per la presenza di plasma chiaro. La biopsia muscolare può essere del tutto normale o può mostrare diversi gradi di necrosi che vanno da sparse fibre muscolari necrotiche a diffusa necrosi variabile. Si possono osservare aspecifica degenerazione delle fibre muscolari, diffusa vacuolizzazione delle cellule muscolari ed edema. Anche in presenza di necrosi estesa, di solito c'è poca o nessuna infiltrazione di cellule infiammatorie. Poiché non ci sono risultati diagnostici specifici, la biopsia muscolare è raramente eseguita in sospetto miosite virale, se non per escludere altre cause di rabdomiolisi, come una miopatia metabolica ereditaria o polimiosite. Diagnosi (2) Il laboratorio può fornire la prova di conferma o di supporto nella diagnosi di infezione virale acuta. L'isolamento del virus durante la fase acuta della malattia è un metodo rapido e specifico per confermare la diagnosi di infezione virale acuta. La probabilità di isolare con successo un patogeno virale è più alta nelle prime fasi dell'infezione: Se il titolo iniziale è negativo, un aumento di quattro volte implica una infezione primaria con il virus. ! Se gli anticorpi sono presenti in basso titolo inizialmente e se vi è un aumento significativo durante la convalescenza l'infezione è probabilmente una riattivazione. ! Diagnosi differenziale La rabdomiolisi secondaria a miosite virale acuta deve essere distinta da altre cause di rabdomiolisi non traumatica. Queste includono: !Miopatie metaboliche ereditarie tipicamente causano episodi ricorrenti di mioglobinuria sotto sforzo !Carenza di Carnitina palmitoil transferasi (CPT), a differenza delle prime, causa episodi di mioglobinuria in assenza di sforzo !Miopatie infiammatorie (dermatomiosite e polimiosite) !Miopatie drug-induced (statine) !Anomalie elettrolitiche, come iperosmolalità e ipopotassiemia !Miopatie metaboliche ereditarie !Ipotiroidismo !Piomiosite !Sepsi batterica Grazie per l'attenzione! Infezione da Virus di Epstein-Barr Relatrice Dott.ssa Michela Brogi Medico Specializzando in Medicina dello Sport Università degli Studi di Padova EBV Virus a DNA a doppia elica lineare appartenente alla famiglia Herpesviridae sottofamiglia Gammaherpesvirinae. Capside icosaedrico circondato da un involucro contenente 3 proteine glicosilate e una non glicosilata. Recettore principale è il recettore per la componente C3d del sistema del complemento (CR2 o CD21) (linfociti B dell’uomo e dei primati e cellule epiteliali dell’orofaringe e del rinofaringe). Possibile replicazione in cellule epiteliali e linfociti B permissivi con produzione di specifiche proteine virali (antigene precoce EA, antigene del capside virale VCA e glicoproteine dell’antigene di membrana MA) Infezione latente dei linfociti B in presenza di linfociti T competenti. Espressi solo alcuni geni virali (antigeni virali di Epstein-Barr EBNA 1, proteina latente di membrana LMP 2). Possibilità di stimolazione ed immortalizzazione dei linfociti B (EBNA-2, proteine di membrana latenti ad attività simil-oncogena LMP). (Murray PR al. in: Microbiologia Medica, 6h edition 2010 p. 490-494) Epidemiologia dell’infezione da EBV Infezione ubiquitaria In tutto il mondo, 90-95% degli adulti è positivo Nei paesi industrializzati (50% entro i primi 5 anni), infezione tipica di adolescenza ed età giovane adulta. Nei paesi in via di Sviluppo infezione precoce (90% entro i primi 5 anni). Modalità di trasmissione Saliva: bacio (scuole, collegi, caserme) Contatto indiretto (stoviglie, giocattoli, premasticamento del cibo). Sangue Patogenesi Penetrazione dell’orofaringe Infezione dei linfociti B e delle cellule epiteliali Replicazione (fase d’incubazione) e disseminazione attraverso il SRE. Interessamento di linfonodi, milza, fegato e altri organi (cuore, reni, SNC). Coehn JI. “Epstein-Barr Virus Infesction. New England Journal of Medicine (2000), 343 (7): 481-92 Sindromi cliniche Mononucleosi Infettiva Infezione cronica attiva da EBV Tumori associati ad EBV Leucoplachia orale a cellule capellute Mononucleosi Infettiva Incubazione 4-6 settimane 50% delle forma inapparenti (bambini più spesso forma asintomatica) Triade clinica: febbre-angina-linfoadenopatia Nel 10% dei pazienti esantema maculo-papuloso diffuso, particolarmente frequente e pronunciato in pz trattati con penicilline semisintetiche. Altri segni clinici frequenti: epatosplenomegalia, ittero Rash cutaneo da Betalattamine in corso di MI Transitoria comparsa di anticorpi eterofili e permanente di anticorpi specifici Linfomonocitosi periferica (cellule atipiche o cell di Downey o virociti). DD: epatite virale acuta, angina batterica, infezione retrovirale acuta, leucemia linfoblastica acuta, mononucleosi da CMV, toxoplasmosi acuta e rosolia. Complicanze: rottura di milza, anemia emolitica autoimmune, trombocitopenia, neutropenia, anemia aplastica, nefrite interstiziale acuta, rabdomiolisi, miocardite o disturbi della conduzione, encefalite, meningite, paralisi dei nervi cranici, mononeuropatie, sindrome di Guillain Barré, neurite retrobulbare, ostruzione vie aeree superiori e polmonite interstiziale, sindrome da fatica cronica. Esami di laboratorio Leucocitosi con linfomonocitosi assoluta e relativa Linfomonociti atipici: grosse cellule con citoplasma basofilo vacuolizzato e nucleo periferico lobato Neutropenia assoluta e relativa Piastrinopenia di grado lieve Lieve aumento di transaminasi, LDH, ALP, gammaGT, bilirubinemia. Infezione cronica attiva da EBV Molto rara 3 caratteristiche: Malattia grave di durata > 6 mesi Evidenza istologica di malattia d’organo come polmonite, epatite, ipoplasia midollare, uveite. Dimostrazione di Antigeni di EBV o EBV-DNA nei tessuti (spesso con titoli anticorpi elevati). Tumori associati a EBV Malattia linfoproliferativa X-linked: malattia familiare, recessiva, molto rara (assenza di controllo dei linfociti T sulla proliferazione dei linfociti B). Linfoma di Burkitt: linfoma a piccole cellule B, endemico in Africa dove è presente la malaria da P. falciparum. Linfoma di Hodgkin: EBV+ in 60-70 % dei casi nei PVS, 30-35% dei casi in USA. Carcinoma nasofaringeo: diffuso in Cina meridionale ed Esquimesi dell’Alaska Malattia linfoproliferativa: si presenta in soggetti immunocompromessi. Altri tumori (linfoma nasale a cellule T/NK, piotorace associato a linfoma, granulomatosi linfomatoide, linfoadenopatia angioimmunoblastica, linfoma SNC in immunocompetente, tumori smooth-muscle in trapiantati, carcinoma gastrico) Leucoplachia orale a cellule capellute Presentazione poco frequente dell’infezione produttiva da EBV di cellule epiteliali Lesioni bianche corrugate della mucosa orale specialmente ai bordi laterali della lingua. Colpisce in genere pazienti con AIDS (o in presenza di altri stati d’immunodepressione) EBV e SM Diversi studi hanno evidenziato un ruolo di EBV nello sviluppo della SM: “Individuals with a History of infectious mononucleosis have an increased risk of developing MS (Thacker et al. 2006) “Risk of MS in EBV-negative individuals is very low (levin et al., 2010) “A biomarker of Ebstein-Barr virus (anti-EBNA IgG seropositivity), infectious mononucleosis and smoking showed the strongest consistent evidence of an association” (Belbasis et al, 2015) Sierologia Anticorpi eterofili Descritti da Paul e Bunnell come agglutinine di eritrociti di montone (anche di eritrociti di cavallo ed emolisine di eritrociti di bue). Eccellente marker d’infezione negli adulti, mentre bambini <12 anni spesso negativi. Evidenziabili con monospot test alla fine della prima settimana di malattia. IgM anti-capside virale (VCA IgM): comparsa all’esordio e persistenza 1-2 mesi IgG anti-capside virale (VCA IgG) compaiono all’esordio e persistono per tutta la vita Ab anti-antigeni precoci (EA) positivi dopo 1 mese e persistono per 3-6 mesi. Odumade et al. “Progress and problems in understanding and managing primary Epstein-Barr virus infections”. Clinical microbiology reviews (2010), 24 (1): 193-209. Ab anti-antigene nucleare (anti EBNA 1) positivi dopo 1-2 mesi, persistono tutta la vita. Non tutti gli individui producono VCA IgM nelle infezioni primarie Hess et al. “Routine Epstein-Barr Virus Diagnostics from the laboratory perspective: still challenging after 35 years”Journal of clinical microbiology (2004), 42 (8): 3381- 3387 Non tutti gli individui producono EBNA-1 IgG e in alcune condizioni d’immunodepressione posso negativizzarsi. (Murray PR al. in: Microbiologia Medica, 6h edition 2010 p. 490-494) Riattivazione EBV e sport La riattivazione di EBV e il riscontro di EBV nella saliva è stato riportato in diversi gruppi di soggetti sani esposti a stress ambientali e fisici tra cui il 79-100% degli esploratori dell’Antartide in inverno, 91% degli astronauti durante la preparazione prima della missione spaziale e nel 64% dei nuotatori di elite con pregressa infezione da EBV durante sedute di allenamenti di elevata intensità (in quest’ultimi è stato riscontrata una riduzione di concentrazione di IgA nella saliva). In uno studio su atleti che lamentavano astenia associata a ricorrenti infezioni e declino delle performance è stata evidenziata ridotta produzione di IFN-gamma da parte dei T CD4 rispetto ai controlli sani. Bibliografia Johannsen EC and Kaye KM. Ebstein Barr Virus (infectious mononucleosis). In Mandell Douglas and Bennett’s Principles of infectious disease. Seventh Churchill Livingston, 2010. Chapter 139, pg 1989-2010 Murray PR et al. in: Microbiologia Medica, 6h edition 2010, p 490-494. Odumade et al. “Progress and problems in understanding and managing primary Epstein-Barr virus infections”. Clinical microbiology reviews (2010), 24 (1): 193-209. Hess et al. “Routine Epstein-Barr Virus Diagnostics from the laboratory perspective: still challenging after 35 years”- Journal of clinical microbiology (2004), 42 (8): 3381- 3387. Coehn JI. “Epstein-Barr Virus Infesction. New England Journal of Medicine (2000), 343 (7): 481-92 Belbasis et al. “Environmental risk factors and multiples sclerosis: an umbrella review of systematic reviews and meta-analyses”. Lancet Neurol (2015): 14:263-73 Erdur at al. “EBNA 1 antigen-specific CD8+ T cells in cerebrospinal fluid of patients with multiple sclerosis”. Neuroimmunology (2016). Cox et al. “ValtrexTM Therapy for Epstein-Barr Virus Reactivation and Upper Respiratory Symptoms in Elite Runners”. Medicine e Science in Sport and exercise (2004), 36 (7): 1104-1110 Gleeson M at al. “Epstein-Barr virus reactivation and upper-respiratory illness in elite swimmers”. Medicine e Science in Sport and exercise (2002), 34 (3): 411-417 Clancy RL et al. “Reversal in fatigued athletes of a defect in interferon c secretion after administration of Lactobacillus acidophilus”. Br J Sports Med (2006);40:351–354. Grazie per l’attenzione