Relatrice D.ssa Jessica Ferrini Medico Specializzando in Medicina

Dr'oops attack
Relatrice D.ssa Jessica Ferrini
Medico Specializzando in Medicina dello Sport
Università degli Studi di Padova
Caso clinico:
Uomo
31 aa
Ingegnere elettronico
Sportivo amatoriale
Anamnesi (1)
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A. Familiare
Padre: di 66 affetto da diabete mellito tipo II.
Madre: di 61 anni in buone condizioni di salute.
Nega patologie di carattere internistico o neuropsichiatrico nel gentilizio.
A. Fisiologica
Non è stato esposto a sostanze pericolose.
Autonomo nelle mansioni ordinarie.
Non ha dimorato in zone tropicali.
!
Anamnesi (2)
Screening nutrizionale:
Peso 130 Kg, Altezza 185 cm BMI 38, obesità di classe II.
Non ha perso peso negli ultimi tre mesi.
Non ha ridotto l’introito alimentare nell’ultima settimana.
Non malattie gravi.
Astemio. Non fumatore.
Alvo e diuresi e minzione: nella norma.
Allergie: nel 2011 in seguito a somministrazione di beta-lattamico non meglio
precisato, comparsa di gonfiore a entrambi le mani e al viso, senza concomitanti
problemi respiratori né cardiocircolatori.
Terapia assunta a domicilio: nessuna.
Anamnesi (3)
!
A. Patologica remota
Ricorda i comuni esantemi infantili.
Nega di soffrire di diabete mellito, ipertensione arteriosa o altre importanti
patologie internistiche.
Nega traumi cranici, perdite di coscienza, fratture.
Nel dicembre 2010 ricovero presso le Malattie Infettive per epatite acuta in
sindrome mononucleosica.
In maggio 2011 ricovero in ambiente chirurgico per sindrome dolorosa
addominale e iperpiressia e in tale occasione sottoposto ad accertamenti
strumentali tra cui ecografia addominale ed Rx-torace.
In luglio 2011 sottoposto a intervento di colecistectomia per via laparoscopica.
Non inconvenienti chirurgici.
Anamnesi (4)
!
A. Patologica prossima
Progressiva calo della performance sportiva.
Sensazione di debolezza a entrambi gli arti inferiori con difficoltà nel
mantenimento della stazione eretta e della deambulazione e associato
dolore di tipo crampiforme ad ambo le cosce e al collo.
Nega disturbi della sensibilità, dell’oculomozione, della deglutizione e della
funzione sfinterica.
Circa dieci giorni prima fugaci sintomi da raffreddamento. Non iperpiressia.
Non recenti morsi d’animale. Non recenti traumatismi cranioencefalici.
Per il persistere di tali disturbi il paziente accede in PS, viene sottoposto a
valutazione neurologica con riscontro di ipostenia agli arti inferiori e lieve
prevalenza dei riflessi patellare ed achilleo a sinistra. Il paziente esegue
successivamente TC cerebrale, negativa per fatti acuti ed esami
ematochimici con riscontro di iperCK-emia (265 U/L).
Anamnesi (5)
Nelle ore successive il paziente riferisce un progressivo miglioramento
spontaneo dei sintomi per cui se ne dispone l’osservazione intensiva in PS
programmando l’esecuzione di RM midollo cervico-dorsale.
Alla rivalutazione neurologica l’esame obiettivo neurologico evidenzia
unicamente un lieve deficit stenico contro massimo sforzo nella flessione della
coscia sul bacino a sinistra e nell’estensione dell’alluce bilateralmente nonché
un riflesso stilo radiale policinetico a sinistra.
Si programma quindi il ricovero in regime di DH per sottoporre il paziente agli
accertamenti e alle cure del caso.
Esame obiettivo
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"
"
Obesità I grado.
Cute e mucose visibili normocromiche e normoidratate. Esame obiettivo
torace, cuore, addome ndp. Non segni di scompenso cardiaco, non soffi
arteriosi.
Ipostenia agli arti inferiori e lieve prevalenza dei riflessi patellare ed
achilleo a sinistra. Nella notte episodio di intenso dolore nucale risolto
dopo assunzione in mattinata di paracetamolo.
Non diabetico. Nega terapie in atto o cefalea in atto. Allergico alla
penicillina.
Recente sindrome parainfluenzale risolta circa 10 giorni prima.
Esami di laboratorio
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Colesterolo totale = 215 mg
Frazione HDL = 39 mg
CK = 673 U/L (V.N 60-190 U/L)
VES = 27 mm/ora (V.N. 0-22 uomini)
Successiva normalizzazione:
! CK = 188 U/L
! VES = 10 mm/ora
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Anticorpi antiborrelia burgdorferi: negativi
Anticorpi antiCMV: negativi
Anticorpi antiEBV: positivi; IgG antiVCA 146 U/mL (vn < 20) IgG
antiEBNA 133 U/mL (vn < 5), IgM Early Antigen: 17 U/mL (vn < 10);
IgM VCA 43.9 (vn < 20)
EBV: diagnosi sierologica
!
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!
!
Test VCA-IgM positivo: probabile infezione da EBV, stadio precoce. Se
sintomi associati alla mononucleosi, diagnosi di mononucleosi, anche se
monotest negativo.
Test VCA-IgG e EA-D IgG positivi: probabile infezione da EBV in corso o
recente.
Test VCA-IgM negativi ma VCA-IgG e anticorpi EBNA positivi: probabile
infezione pregressa da EBV.
Test VCA-IgG negativo e assenza di sintomi: non c'è ancora stata
esposizione, vulnerabilità all’infezione.
In generale un aumento della concentrazione di VCA-IgG tende ad
indicare un’infezione da EBV attiva, mentre concentrazioni decrescenti
tendono ad indicare un’infezione recente da EBV, in via di risoluzione.
D’altra parte deve essere posta attenzione nell’interpretazione dei test
della concentrazione degli anticorpi da EBV poiché l’ammontare degli
anticorpi presenti non correla con la severità dell’infezione o con la
quantità di tempo passato dall’infezione. Anticorpi VCA-IgG possono
essere presenti e persistenti ad alte concentrazioni per il resto della vita
di una persona.
Esami strumentali (1)
"
ECG:
Ritmo sinusale, turba intraventricolare
ripolarizzazione precoce.
"
aspecifica
della
conduzione,
TC cerebrale:
Nei limiti l'ampiezza delle cisterne della base, delle cavità ventricolari e degli
spazi subaracnoidei periencefalici. Non sono evidenti alterazione della densità
delle strutture encefaliche in esame. Linea mediana in asse.
Esami strumentali (2)
RM encefalo e midollo spinale:
Esame acquisito sul piano sagittale mediante sequenze TSE pesate in T1, T2,
STIR, sequenze FFE T1. Sono state inoltre acquisite sequenze T1 SPIR sia sul
piano sagittale che assiale dopo iniezione e.v. di MdC paramegnetico (13 cc di
gadobutrolo). In relazione al quesito clinico non si osservano alterazioni
morfostrutturali nè dell'intensità di segnale a carico del midollo nel tratto
indagato (C1-D8). Nei limiti per morfologia, altezza ed intensità di segnale i
corpi vertebrali. Conservato l'allineamento dei muri vertebrali posteriori. Nei
limiti l'intensità di segnale dei dischi intervertebrali che appaiono di spessore
conservato. Accenno a protrusione discale posteriore in sede mediana a
livello C5-C6. Conservata l'ampiezza del canale vertebrale. Non evidenti
anomali enhancement dopo MdC.
!
ENG-EMG arti inferiori:
Reperti nella norma all’elettroneurogramma. L’esame EMG è suggestivo di lieve
sofferenza neurogena cronica a verosimile origine radicolare in territorio L3L4; restanti reperti EMG nella norma.
!
Consulenza
cardiologica
Asintomatico dal lato cardiologico conducendo vita attiva;
nulla da segnalare agli esami ematochimici (aumento CPK
senza componente MB secondario a miopatia); all'ECG del 12/2
turbe minori della conduzione IV, ripolarizzazione precoce,
tracciato normale.
Esame Obiettivo: Dolore (0-10): 0. PA 110/70 mmHg; cuore
ndp; torace chiaro, non SCC; polsi normoisosfigmici, non soffi
carotidei.
Sintesi: non sintomi o segni di cardiopatia.
Diagnosi
Miopatia parainfettiva in
corso di verosimile
riattivazione endogena di
EBV.
Terapia
"
Regolare attività fisica aerobica con obiettivo di calo ponderale
sino alla normalizzazione del BMI.
"
Non necessaria terapia neurologica specifica.
"
Utile assunzione di Nuroxx 1 cp x 2 per 30 giorni.
Follow-up
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!
!
!
Controllo degli indici di danno muscolare tra 15 giorni circa,
comprensivo di CK totale, aldolasi, LDH e funzionalità renale
(creatinina sierica, sodio, potassio, osmolarità plasmatica).
Follow-up sierologico.
Utile rideterminazione dell’assetto lipidico dopo periodo di
restrizione calorica e adeguata attività fisica.
Utile, se ricomparsa della sintomatologia agli arti inferiori
(dolenzia e deficit muscolare) ripetizione di ENG ed EMG arti
inferiori.
Debolezza e astenia (1)
Molti pazienti che si lamentano di debolezza non sono
oggettivamente deboli quando la forza muscolare è formalmente
testata. Accurati anamnesi ed esame obiettivo permetteranno la
distinzione tra astenia, caratterizzata da disturbi motori a causa di
dolore o disfunzione articolare, e vera debolezza.
I pazienti con una varietà di disturbi sistemici possono interpretare le
difficoltà di eseguire alcuni compiti come debolezza. Sono incluse in
questo gruppo malattie cardiopolmonari, malattie articolari, anemia,
cachessia da neoplasia o malattia infettiva o infiammatoria cronica
e/o depressione. I pazienti affetti da una di queste condizioni
possono essere funzionalmente limitati (astenici), ma non realmente
deboli. Inoltre, un'attenta discussione rivelerà che il paziente è
limitato da mancanza di respiro, dolore al petto, dolori articolari,
stanchezza, scarsa tolleranza allo sforzo, parestesie o spasticità
piuttosto che una vera e propria diminuzione della forza muscolare.
Debolezza e astenia (2)
I pazienti affetti da astenia spesso si lamentano che sono deboli. In
confronto, quelli con la vera debolezza muscolare in genere si
lamentano che non sono in grado di svolgere compiti specifici, come
ad esempio salire le scale o pettinare i capelli, o che hanno una
sensazione di "pesantezza" o "rigidità" degli arti.
Il dolore muscolare è relativamente raro in i pazienti affetti da
diversi tipi di miopatia o vera debolezza. Analogamente, i pazienti
con polimialgia reumatica, nonostante il nome applicato
erroneamente del disturbo, sono limitati da dolore e rigidità ma
hanno normale forza muscolare.
Accertamenti
diagnostici (1)
Chimica e analisi sangue e urine
Aumento degli enzimi muscolari plasmatici (CK, aldolasi, LDH, transaminasi) è
altamente suggestivo di malattie muscolari. Tali indici possono, tuttavia,
essere elevati anche nelle malattie del motoneurone o essere indotti da un
intenso esercizio fisico, iniezioni intramuscolari o trauma muscolare in
assenza di malattia muscolare generalizzata.
!
La presenza di sangue nelle urine, in assenza di globuli rossi nel sedimento, è
indicativa di mioglobinuria.
Test sierologici
Anticorpi antinucleo, anticorpi contro antigeni nucleari estraibili (antiRo/SSA,
Antila/SSB, antiSm, e antiRNP), e antigeni miosite-specifici nel sospetto di una
miopatia infiammatoria o una malattia del tessuto connettivo.
!
Anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA), sierologia per epatite B e C e
crioglobuline nel sospetto di una vasculite.
Accertamenti
diagnostici (2)
Studio elettrofisiologico:
EMG nel sospetto di patologie del sistema nervoso periferico, neuromuscolari o
del muscolo stesso.
!
Risonanza magnetica:
La risonanza magnetica (MRI) può essere utile nella scelta di un muscolo per la
biopsia.
!
Biopsia muscolare:
La biopsia muscolare può essere necessaria per identificare la forma precisa di
miopatia.
Al microscopio ottico possono essere individuate, infatti, le caratteristiche
specifiche di dermatomiosite, polimiosite, miosite a corpi inclusi, distrofie
muscolari, vasculiti.
!
Test genetici:
I test genetici stanno diventando sempre più utili nella conferma e la
classificazione di pazienti con distrofie muscolari e miopatie ereditarie.
!
Miosite virale (1)
Lo spettro clinico delle sindromi muscolari associate a infezioni virali varia da benigne
mialgie a quadri acuti di rabdomiolisi con insufficienza renale mioglobinurica.
Mialgia
Da lievi a moderate mialgie diffuse si verificano frequentemente durante il prodromo
o fase iniziale di qualsiasi infezione virale acuta. Sono comunemente coinvolte le
estremità inferiori e prossimali e si può manifestare lieve dolorabilità muscolare senza
debolezza o alterazioni di laboratorio suggestive di infiammazione muscolare o
necrosi.
Queste mialgie autolimitantesi sono probabilmente dovute all'effetto di citochine
infiammatorie virali sul tessuto muscolare, piuttosto che all'invasione virale diretta del
muscolo stesso.
!
Miosite acuta benigna infantile
Talvolta, nei bambini, si osserva una sindrome muscolare che accompagna infezioni
virali acute, frequentemente influenza A o B. Si caratterizza per marcate dolorabilità e
debolezza muscolari, di solito localizzate ai polpacci, associate a sintomi influenzali
(febbre, tosse, rinite). Gli enzimi muscolari sono elevati fino a 20 a 30 volte la quantità
normale. Assenti mioglobinuria e insufficienza renale acuta. Segue un recupero totale
tipicamente in 3-10 giorni, con la normalizzazione degli enzimi muscolari elevati entro
tre settimane.
!
Miosite virale (2)
All'altra estremità dello spettro clinico vi è la miosite virale accompagnata da una
massiccia rabdomiolisi e le sue gravi conseguenze.
Miosite acuta con rabdomiolisi
Questa complicanza è stata segnalata in corso di infezione dai seguenti virus:
#Virus Epstein Barr
#Virus dell'influenza A e B (compreso H1N1)
#Coxsackievirus
#Virus dell'Herpes Simplex
#Virus parainfluenzali
#Adenovirus
#Echovirus
#Cytomegalovirus
#Virus della Varicella - Virus Herpes Zoster
#Virus dell'Immunodeficienza Umana
#Dengue
!
Patogenesi
Il meccanismo della necrosi muscolare in corso di miosite virale acuta
non è stata definita con precisione. Sono stati proposti i seguenti eventi
patogenetici:
Invasione diretta del tessuto muscolare da parte dell'agente virale.
Tuttavia, l'evidenza della presenza del virus nel muscolo colpito non è
costante.
!
Danno da citochine miotossiche rilasciate in risposta all'infezione virale.
E' stato segnalato un caso di rabdomiolisi secondaria a miosite da
Coxsackievirus in cui il siero del paziente presentava elevati livelli di
TNF, capace di indurre disgregazione muscolare scheletrica in modelli
animali.
!
Processi immunologici indotti dall'infezione virale, che potrebbe
tradursi in un danno muscolare.
!
Manifestazioni cliniche (1)
I pazienti presentano una storia di precedente infezione del tratto
respiratorio superiore seguita da febbre alta, mialgie diffuse e anoressia.
Talvolta si associano anche sintomi gastrointestinali e/o storia di sforzo
fisico.
Questo prodromo di sintomi virali si verifica da 1 a 14 giorni prima della
comparsa dei segni e sintomi di rabdomiolisi:
!Forti dolori muscolari diffusi
!Gonfiore muscolare
!Pigmenturia
!Aritmie cardiache
!Alterazione
dello stato mentale come conseguenza di alterazioni
metaboliche
Il coinvolgimento dei muscoli è più diffuso rispetto alla sindrome
intermedia, in cui è limitato agli arti inferiori. Sono coinvolti entrambe le
estremità superiori e inferiori, così come muscoli del tronco. Alcuni pazienti
presentano dolore addominale a causa del coinvolgimento dei muscoli
addominali.
Manifestazioni cliniche (2)
I muscoli sono teneri ed edematosi.
Il corso della miosite virale acuta complicata da massiccia rabdomiolisi è
molto variabile e si riferisce al corso delle complicanze causate dalla
rabdomiolisi, tra cui insufficienza renale, alterazioni di liquidi ed elettroliti e
aritmie cardiache. Altre complicanze che possono verificarsi includono
insufficienza respiratoria secondaria a necrosi delle vie respiratorie e
debolezza muscolare, infezioni ed embolia polmonare.
Nella maggior parte dei casi, ci è un recupero completo della forza
muscolare e della funzione renale recuperare, di solito entro una o due
settimane dall'insorgenza della rabdomiolisi.
Diagnosi (1)
La diagnosi di miosite virale acuta come causa di rabdomiolisi va prima sospettata
sulla base clinica. La storia di un'infezione virale precedente o la presenza di altre
manifestazioni di infezione virale acuta come meningite asettica, miocardite, o un
esantema, in assenza di un'altra causa di necrosi muscolare, può indicare la
presenza di una miosite virale acuta.
Gli aumenti elevati della creatina chinasi (CK) nella miosite virale acuta variano da
meno di 10.000 U/L a più di 500.000 U/L. Si possono inoltre osservare aumento
delle transaminasi, così come diversi gradi di disfunzione renale.
La presenza di sangue nelle urine, in assenza di globuli rossi, può essere causata
dalla mioglobinuria, la quale può essere distinta clinicamente dall'emoglobinuria
per la presenza di plasma chiaro.
La biopsia muscolare può essere del tutto normale o può mostrare diversi gradi di
necrosi che vanno da sparse fibre muscolari necrotiche a diffusa necrosi variabile. Si
possono osservare aspecifica degenerazione delle fibre muscolari, diffusa
vacuolizzazione delle cellule muscolari ed edema. Anche in presenza di necrosi
estesa, di solito c'è poca o nessuna infiltrazione di cellule infiammatorie. Poiché non
ci sono risultati diagnostici specifici, la biopsia muscolare è raramente eseguita in
sospetto miosite virale, se non per escludere altre cause di rabdomiolisi, come una
miopatia metabolica ereditaria o polimiosite.
Diagnosi (2)
Il laboratorio può fornire la prova di conferma o di supporto nella diagnosi di
infezione virale acuta. L'isolamento del virus durante la fase acuta della malattia
è un metodo rapido e specifico per confermare la diagnosi di infezione virale
acuta. La probabilità di isolare con successo un patogeno virale è più alta nelle
prime fasi dell'infezione:
Se il titolo iniziale è negativo, un aumento di quattro volte implica una infezione
primaria con il virus.
!
Se gli anticorpi sono presenti in basso titolo inizialmente e se vi è un aumento
significativo durante la convalescenza l'infezione è probabilmente una
riattivazione.
!
Diagnosi
differenziale
La rabdomiolisi secondaria a miosite virale acuta deve essere distinta
da altre cause di rabdomiolisi non traumatica. Queste includono:
!Miopatie
metaboliche ereditarie tipicamente causano episodi
ricorrenti di mioglobinuria sotto sforzo
!Carenza di Carnitina palmitoil transferasi (CPT), a differenza delle
prime, causa episodi di mioglobinuria in assenza di sforzo
!Miopatie infiammatorie (dermatomiosite e polimiosite)
!Miopatie drug-induced (statine)
!Anomalie elettrolitiche, come iperosmolalità e ipopotassiemia
!Miopatie metaboliche ereditarie
!Ipotiroidismo
!Piomiosite
!Sepsi batterica
Grazie per
l'attenzione!
Infezione da Virus di
Epstein-Barr
Relatrice Dott.ssa Michela Brogi
Medico Specializzando in Medicina dello Sport
Università degli Studi di Padova
EBV
Virus a DNA a doppia elica lineare
appartenente alla famiglia
Herpesviridae sottofamiglia
Gammaherpesvirinae.
Capside icosaedrico circondato da
un involucro contenente 3 proteine
glicosilate e una non glicosilata.
Recettore principale è il recettore per
la componente C3d del sistema del
complemento (CR2 o CD21) (linfociti
B dell’uomo e dei primati e cellule
epiteliali dell’orofaringe e del
rinofaringe).
Possibile replicazione in cellule epiteliali e linfociti
B permissivi con produzione di specifiche proteine
virali (antigene precoce EA, antigene del capside
virale VCA e glicoproteine dell’antigene di
membrana MA)
Infezione latente dei linfociti B in presenza di
linfociti T competenti. Espressi solo alcuni geni
virali (antigeni virali di Epstein-Barr EBNA 1,
proteina latente di membrana LMP 2).
Possibilità di stimolazione ed immortalizzazione
dei linfociti B (EBNA-2, proteine di membrana
latenti ad attività simil-oncogena LMP).
(Murray PR al. in: Microbiologia Medica, 6h edition 2010 p. 490-494)
Epidemiologia
dell’infezione da EBV
Infezione ubiquitaria
In tutto il mondo, 90-95% degli adulti è positivo
Nei paesi industrializzati (50% entro i primi 5 anni),
infezione tipica di adolescenza ed età giovane
adulta.
Nei paesi in via di Sviluppo infezione precoce
(90% entro i primi 5 anni).
Modalità di trasmissione
Saliva: bacio (scuole, collegi, caserme)
Contatto indiretto (stoviglie, giocattoli,
premasticamento del cibo).
Sangue
Patogenesi
Penetrazione dell’orofaringe
Infezione dei linfociti B e
delle cellule epiteliali
Replicazione (fase
d’incubazione) e
disseminazione attraverso il
SRE.
Interessamento di linfonodi,
milza, fegato e altri organi
(cuore, reni, SNC).
Coehn JI. “Epstein-Barr Virus Infesction. New England Journal of Medicine (2000), 343 (7): 481-92
Sindromi cliniche
Mononucleosi Infettiva
Infezione cronica attiva da EBV
Tumori associati ad EBV
Leucoplachia orale a cellule capellute
Mononucleosi Infettiva
Incubazione 4-6 settimane
50% delle forma inapparenti (bambini più spesso forma
asintomatica)
Triade clinica: febbre-angina-linfoadenopatia
Nel 10% dei pazienti esantema maculo-papuloso diffuso,
particolarmente frequente e pronunciato in pz trattati con
penicilline semisintetiche.
Altri segni clinici frequenti: epatosplenomegalia, ittero
Rash cutaneo da Betalattamine in corso di MI
Transitoria comparsa di anticorpi eterofili e permanente di
anticorpi specifici
Linfomonocitosi periferica (cellule atipiche o cell di Downey o
virociti).
DD: epatite virale acuta, angina batterica, infezione retrovirale
acuta, leucemia linfoblastica acuta, mononucleosi da CMV,
toxoplasmosi acuta e rosolia.
Complicanze: rottura di milza, anemia emolitica autoimmune,
trombocitopenia, neutropenia, anemia aplastica, nefrite
interstiziale acuta, rabdomiolisi, miocardite o disturbi della
conduzione, encefalite, meningite, paralisi dei nervi cranici,
mononeuropatie, sindrome di Guillain Barré, neurite
retrobulbare, ostruzione vie aeree superiori e polmonite
interstiziale, sindrome da fatica cronica.
Esami di laboratorio
Leucocitosi con linfomonocitosi assoluta e relativa
Linfomonociti atipici: grosse cellule con citoplasma
basofilo vacuolizzato e nucleo periferico lobato
Neutropenia assoluta e relativa
Piastrinopenia di grado lieve
Lieve aumento di transaminasi, LDH, ALP,
gammaGT, bilirubinemia.
Infezione cronica attiva da
EBV
Molto rara
3 caratteristiche:
Malattia grave di durata > 6 mesi
Evidenza istologica di malattia d’organo come polmonite, epatite, ipoplasia
midollare, uveite.
Dimostrazione di Antigeni di EBV o EBV-DNA nei tessuti (spesso con titoli
anticorpi elevati).
Tumori associati a EBV
Malattia linfoproliferativa X-linked: malattia familiare, recessiva, molto rara
(assenza di controllo dei linfociti T sulla proliferazione dei linfociti B).
Linfoma di Burkitt: linfoma a piccole cellule B, endemico in Africa dove è presente
la malaria da P. falciparum.
Linfoma di Hodgkin: EBV+ in 60-70 % dei casi nei PVS, 30-35% dei casi in USA.
Carcinoma nasofaringeo: diffuso in Cina meridionale ed Esquimesi dell’Alaska
Malattia linfoproliferativa: si presenta in soggetti immunocompromessi.
Altri tumori (linfoma nasale a cellule T/NK, piotorace associato a linfoma,
granulomatosi linfomatoide, linfoadenopatia angioimmunoblastica, linfoma SNC in
immunocompetente, tumori smooth-muscle in trapiantati, carcinoma gastrico)
Leucoplachia orale a cellule capellute
Presentazione poco frequente
dell’infezione produttiva da EBV
di cellule epiteliali
Lesioni bianche corrugate della
mucosa orale specialmente ai
bordi laterali della lingua.
Colpisce in genere pazienti con
AIDS (o in presenza di altri stati
d’immunodepressione)
EBV e SM
Diversi studi hanno evidenziato un ruolo di EBV nello sviluppo della
SM:
“Individuals with a History of infectious mononucleosis have an increased
risk of developing MS (Thacker et al. 2006)
“Risk of MS in EBV-negative individuals is very low (levin et al., 2010)
“A biomarker of Ebstein-Barr virus (anti-EBNA IgG seropositivity),
infectious mononucleosis and smoking showed the strongest consistent
evidence of an association” (Belbasis et al, 2015)
Sierologia
Anticorpi eterofili
Descritti da Paul e Bunnell come agglutinine di
eritrociti di montone (anche di eritrociti di cavallo
ed emolisine di eritrociti di bue).
Eccellente marker d’infezione negli adulti, mentre
bambini <12 anni spesso negativi.
Evidenziabili con monospot test alla fine della
prima settimana di malattia.
IgM anti-capside virale
(VCA IgM): comparsa
all’esordio e persistenza
1-2 mesi
IgG anti-capside virale
(VCA IgG) compaiono
all’esordio e persistono
per tutta la vita
Ab anti-antigeni precoci
(EA) positivi dopo 1 mese
e persistono per 3-6 mesi.
Odumade et al. “Progress and problems in understanding and managing primary Epstein-Barr virus
infections”. Clinical microbiology reviews (2010), 24 (1): 193-209.
Ab anti-antigene nucleare
(anti EBNA 1) positivi
dopo 1-2 mesi, persistono
tutta la vita.
Non tutti gli individui
producono VCA IgM
nelle infezioni primarie
Hess et al. “Routine Epstein-Barr Virus Diagnostics from the laboratory perspective: still challenging after 35 years”Journal of clinical microbiology (2004), 42 (8): 3381- 3387
Non tutti gli individui
producono EBNA-1
IgG e in alcune
condizioni
d’immunodepressione
posso negativizzarsi.
(Murray PR al. in: Microbiologia Medica, 6h edition 2010 p. 490-494)
Riattivazione EBV e sport
La riattivazione di EBV e il riscontro di EBV nella saliva è stato
riportato in diversi gruppi di soggetti sani esposti a stress ambientali
e fisici tra cui il 79-100% degli esploratori dell’Antartide in inverno,
91% degli astronauti durante la preparazione prima della missione
spaziale e nel 64% dei nuotatori di elite con pregressa infezione da
EBV durante sedute di allenamenti di elevata intensità (in
quest’ultimi è stato riscontrata una riduzione di concentrazione di
IgA nella saliva).
In uno studio su atleti che lamentavano astenia associata a ricorrenti
infezioni e declino delle performance è stata evidenziata ridotta
produzione di IFN-gamma da parte dei T CD4 rispetto ai controlli
sani.
Bibliografia
Johannsen EC and Kaye KM. Ebstein Barr Virus (infectious mononucleosis). In Mandell Douglas and Bennett’s Principles of infectious
disease. Seventh Churchill Livingston, 2010. Chapter 139, pg 1989-2010
Murray PR et al. in: Microbiologia Medica, 6h edition 2010, p 490-494.
Odumade et al. “Progress and problems in understanding and managing primary Epstein-Barr virus infections”. Clinical microbiology
reviews (2010), 24 (1): 193-209.
Hess et al. “Routine Epstein-Barr Virus Diagnostics from the laboratory perspective: still challenging after 35 years”- Journal of clinical
microbiology (2004), 42 (8): 3381- 3387.
Coehn JI. “Epstein-Barr Virus Infesction. New England Journal of Medicine (2000), 343 (7): 481-92
Belbasis et al. “Environmental risk factors and multiples sclerosis: an umbrella review of systematic reviews and meta-analyses”.
Lancet Neurol (2015): 14:263-73
Erdur at al. “EBNA 1 antigen-specific CD8+ T cells in cerebrospinal fluid of patients with multiple sclerosis”. Neuroimmunology (2016).
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Grazie per l’attenzione