Responsabile: Dott. Massimo Valsecchi Redazione: NEWSLETTER N. 1 - 2011 D.ssa Giuseppina Napoletano [email protected] Dott. Federico Gobbi [email protected] Dott.ssa Emma Conti [email protected] LE ARBOVIROSI Dott.ssa Chiara Postiglione Recapiti: tel. 045 8075918 – 5956 tel. 045 601 3563 La presente newsletter e le edizioni precedenti sono reperibili nel sito della Regione del Veneto al seguente indirizzo: http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla +Persona/Sanita/Prevenzione/Stili+di+vit a+e+salute/Malattie+viaggiatori+interna zionali/Newsletter.htm Nel sito del Dipartimento di Prevenzione ULSS 20 all’indirizzo: http://prevenzione.ulss20.verona.it/viagn ews.html Casi clinici Primo caso. Venerdì 18 febbraio 2011 una famiglia di Verona rientra da un soggiorno nelle Filippine: Mario di 60 anni e sua moglie di 53 sono al loro quarto viaggio nel Paese asiatico dove si recano periodicamente per visitare i loro bambini adottati a distanza. In quest’ultimo viaggio sono stati accompagnati anche dalla figlia con il marito. La domenica successiva Mario manifesta febbre a 40°C con cefalea intensa e fortissimi dolori muscolari; presenta anche diarrea, nausea e vomito che regrediscono dopo una giornata. Rimane, tuttavia, una sensazione di amaro in bocca che gli impedisce di riconoscere i sapori. Il giorno successivo anche la figlia manifesta febbre con diarrea, forti dolori lombari e cefalea. Il lunedì, la moglie del signor Mario accompagna il marito e la figlia al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sacro Cuore di Negrar e si rende conto anch'essa di “non sentirsi troppo bene….". “Certo, si vede che siete appena tornati da una vacanza in un Paese caldo", commentano gli altri utenti del Pronto Soccorso, "che abbronzatura!" In realtà, al momento dell’esame obiettivo, il medico rileva nei tre pazienti un evidente rash maculo-papuloso confluente, sul viso e sul tronco. Il vetrino per la diagnosi di malaria eseguito ai tre pazienti risulta negativo. Gli esami ematochimici generali evidenziano: leucopenia, piastrinopenia (<100.000 ml) e alterazione degli indici di flogosi. Gli esami strumentali, Rx del torace ed ecografia addominale, risultano negativi. Supporto tecnico: Lucrezia Tognon Andrea Comin I tre pazienti sono quindi ricoverati nel reparto di Malattie Tropicali, dove vengono raggiunti dal marito della figlia, rientrato anticipatamente da un viaggio di lavoro per comparsa di febbre con intensi dolori artro-muscolari. Durante il ricovero i genitori hanno presentato positività degli indici di citolisi epatica con transaminasi elevate fino a 10 volte la norma, mentre la figlia ha mostrato diffusione del rash anche al palmo delle mani. Gli esami sierologici eseguiti nei quattro pazienti confermano la positività di IgM anti-dengue. Una finestra sul mondo Secondo caso. Nell’agosto 2010 un turista tedesco attraversa l’Austria e la Slovenia e raggiunge la costa croata dove trascorre 15 giorni sulla penisola Peljesac (Fig. 1). Il giorno successivo il rientro in Germania manifesta febbre, cefalea, dolori artro-muscolari e rash maculo-papuloso diffuso a tutto il corpo. Il medico curante, sospettando la Dengue in base alla sintomatologia, benché non fossero riportati casi autoctoni in Europa dal 1928, ha prescritto al suo assistito gli esami sierologici specifici per tale malattia dai quali è emersa positività delle IgM anti-dengue. Fig. 1 Mappa della Croazia Il Robert Koch Institute (RKI) notifica il caso e tramite l’International Health Regulations (IHR information network) l’informazione giunge all’OMS. Nelle località croate di Peljesac e Korcula viene effettuata un’indagine epidemiologica, estesa poi a tutto il litorale croato. Inoltre viene diffusa una lettera informativa, con la descrizione dei sintomi di Dengue, ai servizi di epidemiologia e alle cliniche di malattie infettive dei villaggi visitati dal turista tedesco; nella lettera si chiede di segnalare i casi sospetti anche in persone che non avevano viaggiato. Il 22 ottobre una signora cinquantenne, che viveva nel villaggio visitato dal turista tedesco e non aveva effettuato recentemente alcun viaggio, si reca in ospedale per comparsa di febbre elevata (39°C), rash cutaneo, cefalea, intensi dolori muscolari. Al momento del ricovero la sierologia per Dengue, Chikungunya e West Nile è risultata negativa. Dopo 19 giorni, però, vengono ripetuti gli esami che evidenziano IgM e IgG positive per Dengue. Si tratta del secondo caso di Dengue autoctona in Croazia, nello stesso villaggio. Sono stati pertanto analizzati i sieri di 14 persone, che vivevano nei pressi dell’abitazione della donna, con i seguenti risultati: 9 persone sono risultate positive per IgG anti-dengue e 7 positive o border line per IgM anti-dengue. L’indagine è stata estesa, con l’analisi di 112 sieri raccolti nel mese di ottobre 2010 e stoccati per varie ragioni negli ospedali della zona, con risultati degni di nota: 6 sieri sono risultati positivi per IgG anti-dengue e di questi, 5 positivi anche per IgM. 1 - 2011 – Le arbovirosi 2 Una finestra sul mondo ARBOVIROSI: DENGUE, CHIKUNGUNYA, WEST-NILE Cosa sono. Le arbovirosi sono infezioni virali trasmesse dagli animali all’uomo tramite artropodi vettori. Tra le arbovirosi più importanti la Dengue (DEN), la Chikungunya (CHIK) e la West Nile fever (WNF) si presentano con sintomatologia febbrile poco differenziata, spesso accompagnata da manifestazioni esantematiche. Il vettore è rappresentato da zanzare di diverse specie. Per queste infezioni non esistono farmaci o vaccini preventivi; i metodi diagnostici sono sierologici e molecolari e la terapia è sintomatica e di supporto. Dengue, Chikungunya e WNF presentano diffusione endemo-epidemica nelle regioni tropicali e sub-tropicali, ma la presenza di zanzare del genere Aedes in Italia e in altri Paesi europei, dovuta all’aumento degli scambi internazionali, ed i recenti eventi infettivi avvenuti in Europa, dimostrano che queste malattie non possono più essere considerate “tropicali” bensì un problema di “salute globale”. Dengue È diffusa in gran parte dell’America Latina, Sud-Est Asiatico, Africa e Oceania (Fig. 2). Fig. 2 Paesi o aree a rischio di Dengue (WHO, 2010). Il vettore è la zanzara del genere Aedes, soprattutto A. aegypti ma anche A. albopictus (o zanzara tigre) ad attività prevalentemente diurna (Fig. 3). Il virus fa parte del genere Flavivirus e ne esistono 4 sierotipi diversi; l’infezione con un sierotipo conferisce in genere immunità a vita, ma solo nei confronti di quello specifico sierotipo. La trasmissione trans-ovarica sembra avere un ruolo abbastanza importante dal punto di vista epidemiologico. Fig. 3 A. albopictus. Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica. Normalmente la malattia si manifesta con febbre elevata, ad andamento bifasico e ad esordio improvviso, che insorge 5-6 giorni dalla puntura della zanzara. 1 - 2011 – Le arbovirosi 3 Una finestra sul mondo Si associano astenia, cefalea intensa, dolori retro-orbitali, mio-artralgie (viene chiamata per questo febbre “spaccaossa”), rash cutaneo dopo 2-3 giorni. L’uomo rimane infetto per 2-7 giorni dopo la comparsa dei sintomi. La sintomatologia è autolimitantesi e ad evoluzione benigna in quanto il rischio di forma emorragica è estremamente basso durante il primo episodio infettivo. La Dengue emorragica può verificarsi in seguito ad infezioni sequenziali con due differenti sierotipi virali: si formano immunocomplessi tra gli anticorpi della pregressa infezione e il virus. La letalità della Dengue emorragica, nei casi non trattati, può arrivare al 4050%, mentre nei casi adeguatamente sottoposti a terapia scende a livelli inferiori al 2%. Chikungunya È trasmessa dagli stessi vettori della Dengue (genere Aedes) (Fig. 3, 4) con cui condivide, oltre che la distribuzione geografica, le manifestazioni cliniche. Si caratterizza, tuttavia, per la presenza di sintomi quali: mialgie e artralgie/artriti severe, per lo più distali, che possono persistere per diversi mesi; raramente l’infezione può degenerare in una meningo-encefalite con esito fatale. È dovuta a un Togavirus, genere Alphavirus. La viremia nell’uomo è di breve durata e va dai giorni immediatamente precedenti la comparsa dei sintomi (1-12 giorni) a pochi giorni successivi (fase febbrile). La possibilità di trasmissione verticale trans-ovarica è bassa e di importanza trascurabile dal punto di vista epidemiologico. Fig. 4 A. aegypti. Ben nota è la vasta epidemia di Chikungunya che si diffuse tra il 2001 e il 2005 nei Paesi e nelle isole dell’Oceano Indiano (Rèunion, le Comore, Madagascar, Mayotte, Mauritius, Seychelles), che è ancora in corso, e quella che si verificò in Italia (prima volta in Europa), in Emilia-Romagna nell’estate del 2007, con oltre 200 casi umani confermati e 1 decesso. Il caso indice era stato un uomo proveniente dall’India e le analisi filogenetiche del virus di questa epidemia mostrarono una forte similitudine con il virus circolante nelle isole dell’Oceano Indiano. West Nile È causata da un virus appartenente al genere Flavivirus; gli uccelli selvatici e domestici costituiscono il principale serbatoio animale e il cavallo l’ospite definitivo. Il virus è trasmesso dalla puntura di zanzare infette principalmente del genere Culex (Fig. 5) che hanno attività crepuscolare e notturna. Fig. 5 Culex pipiens 1 - 2011 – Le arbovirosi 4 Una finestra sul mondo L’infezione può mantenersi e amplificarsi nell’ambiente mediante un ciclo biologico zanzara-uccello-zanzara che rimane infettante per tutta la vita. Nell’uomo e nel cavallo, ospiti occasionali, i livelli di viremia sono troppo bassi per poter infettare la zanzara. La malattia non si trasmette da persona a persona (Fig. 6). Fig. 6 Ciclo biologico della WNV Nell’uomo l’infezione è asintomatica nella maggioranza dei casi (80%), mentre in circa il 20% dei soggetti infettati si sviluppa una malattia sistemica febbrile, dopo un periodo di incubazione di 2-14 giorni; il quadro clinico si risolve spontaneamente in pochi giorni, ma nei soggetti anziani e nei pazienti immunodepressi può manifestarsi una malattia neuro-invasiva come encefalite, meningo-encefalite, paralisi acuta flaccida (1 su 150 casi), talora fatale (tasso di letalità 3-15%). L’iniziale zona di endemia era limitata ai paesi africani, ma nell’ultimo decennio si è diffusa con episodi epidemici in America, Medio Oriente, India. Negli USA dal 1999 ad oggi, la WN imperversa nella forma umana, prevalentemente negli stati della costa atlantica, con migliaia di casi l’anno e alcune centinaia di decessi (Fig. 7). Fig. 7 Diffusione nel mondo dell'infezione da virus West Nile In Europa meridionale, dal 1997, si sono verificate epidemie che hanno interessato l’uomo e gli equini. In particolare in Italia nel 1998 si è verificato in Toscana (Padule di Fucecchio) un’epidemia di soli casi equini. In seguito a questo focolaio, l’Italia ha adottato un Piano di Sorveglianza Nazionale della malattia in ambito veterinario. Nel 2010 è stata emanata la Circolare Ministeriale sulla “Sorveglianza della malattia da West Nile in Italia” e nel 2011 sulla “Sorveglianza dei casi umani delle malattie trasmesse da vettori con particolare riferimento alla Chikungunya, Dengue e West-Nile Disease 2011”. Nella tab.1. sono sintetizzati i dati sui casi di malattia neuro-invasiva da WN in Italia negli anni 2008-11. Nel Veneto la sorveglianza epidemiologica è stata avviata a partire dal 2008 quando furono segnalate infezioni da virus di WN nei cavalli di un allevamento nella provincia di Rovigo; la sorveglianza rapida permise di identificare, in quell’anno, 5 casi umani di malattia neuro-invasiva nella stessa provincia interessata dai casi equini. 1 - 2011 – Le arbovirosi 5 Una finestra sul mondo Dalla Regione Veneto è stato stilato un Protocollo di Sorveglianza delle Febbri estive iniziato nel 2010 come progetto pilota; il Protocollo è stato aggiornato nel 2011 ed è reperibile a questo indirizzo http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla+Persona/Sanita/Prevenzione/Malattie+In fettive/West+Nile.htm . L’obiettivo del progetto consiste nel: • individuare precocemente i casi importati di Dengue e Chikungunya da aree endemiche; • individuare precocemente casi autoctoni di West Nile Fever, trasmessi da zanzare presenti sul territorio regionale. Il periodo di Sorveglianza si estende dal: • 1 giugno al 31 ottobre; • per le febbri “di importazione” dura tutto l’anno. In una successiva News saranno riportati e commentati i risultati del Protocollo, inserito nel Piano Regionale di Prevenzione 2010-12 come “Progetto per la sorveglianza delle malattie emergenti”. Tab.1. Casi di malattia neuro-invasiva da WN in Italia, Anni 2008-11. Regione 2008 2009 2010 2011 Totale§ Emilia Romagna 3 9 1* 0 13 Veneto 5 7 3 (+1*) 8° 23 Lombardia 0 2 0 0 2 Toscana 0 0 0 1^ 1 Sardegna 0 0 0 2 2 Totale§ 8 18 3 11 41 * importato dalla Romania ° non includono il caso di febbre da WNV segnalato dalla sorveglianza delle febbri estive § non sono inclusi i casi importati ^ caso confermato con IgG positive alla siero neutralizzazione Principali arbovirosi in Europa nel 2010 (Fonte: Promed, Eurosurveillance) Nel 2010 sono stati notificati in Europa numerosi casi di arbovirosi da virus Dengue, Chikungunya e West Nile Fever. In particolare, in Francia del sud si sono verificati due casi di Dengue autoctona (agosto e settembre) e 120 casi di importazione dall’inizio della sorveglianza messa in atto dal 1/3/2010 nei distretti dove il vettore A. albopictus si è adattato. In Europa l’incidenza della Dengue di importazione è passata da 60 casi nel 2001 a 298 casi nel 2009; nel 2010 i casi sono stati 387 nel periodo da gennaio ad ottobre. Un terzo caso di Dengue autoctona europea (primo cronologicamente) è stato notificato nell'ottobre 2010 in Croazia in un turista tedesco. Sempre in Francia, a Fréjus, sono stati notificati in settembre due casi autoctoni di virosi Chikungunya. Pochi giorni prima nella stessa zona era stato segnalato un caso di CHIK importato dall’India. Per quanto riguarda la WN, sono stati segnalati casi umani nell'agosto 2010 per la prima volta in Grecia (Macedonia). Al 21 ottobre 2010 i casi notificati erano 261 con 32 decessi, per la maggior parte soggetti anziani che hanno presentato manifestazioni a carico del sistema nervoso centrale. L’evento rappresenta l’identificazione di una nuova area a rischio in Grecia, anche se non sono stati identificati indicatori della trasmissione del virus in cavalli e uccelli. In Italia le infezioni da malattia neuroinvasiva di WN sono in progressivo aumento; in particolare nel Veneto, grazie alla sorveglianza epidemiologica di WN, sono stati notificati finora tre casi di malattia neuroinvasiva. 1 - 2011 – Le arbovirosi 6 Una finestra sul mondo Commento Le malattie trasmesse da vettori sono un problema di sanità pubblica emergente nei Paesi “sviluppati”, come conseguenza della globalizzazione che rende più rapida e intensa la mobilità internazionale di persone e merci. La patologia da West Nile è una malattia già nota nel bacino del Mediterraneo, ma in Italia le infezioni da malattia neuro-invasiva di WN sono in progressivo aumento, mentre altre arbovirosi, quali Dengue (DEN) e Chikungunya (CHIK), negli ultimi decenni, sono in evidente espansione geografica. Poiché l’aumento della diffusione dei virus è strettamente correlato alla diffusione del corrispettivo vettore zanzara, gli episodi infettivi di questi ultimi anni confermano che le arbovirosi, storicamente confinate nelle zone tropicali e subtropicali, possono diffondersi anche in Europa qualora si vengano a verificare le appropriate condizioni patogenetiche. Infatti, alla luce dell’epidemia di Chikungunya in Italia nel 2007 e dei recenti casi di Dengue autoctona in Francia e Croazia, vi è il rischio di introdurre gli arbovirus in aree non endemiche dove sono presenti i vettori competenti, come A. albopictus, con la possibilità di veri e propri focolai di trasmissione autoctona. In Italia la zanzara A. albopictus fu introdotta all’inizio degli anni ’90; finora, tuttavia, nonostante i numerosi casi Dengue di importazione che vengono registrati annualmente nei viaggiatori in aree endemiche al rientro nel nostro Paese, non si è ancora verificato (o diagnosticato?) un caso di Dengue autoctona. Dal punto di vista clinico è importante pensare a queste malattie (Dengue e Chikungunya) in tutti i soggetti con febbre estiva di ndd e alla WN nelle meningiti asettiche insorte nel periodo di massima circolazione virale (giugno-novembre). Inoltre, in caso di DEN e CHIK, poiché la zanzara nel corso del pasto ematico su paziente in fase viremica può infettarsi e trasmettere il virus ad altri soggetti, è importante proteggere i pazienti dalle punture di zanzara per evitare la diffusione della malattia. Pertanto, oltre ad eseguire una diagnosi precoce dei casi importati, è altrettanto importante effettuare una sorveglianza del vettore per poter monitorare il potenziale rischio di eventuali casi di trasmissione autoctona sul territorio nazionale. Obiettivo della sorveglianza epidemiologica è la tempestiva registrazione di tutti i casi di febbre attribuibili ad arbovirus sia di importazione che autoctoni, sia confermati che sospetti. Gli interventi efficaci per la prevenzione e il controllo della diffusione dell’infezione si basano sulla eliminazione del vettore (soprattutto le zanzare del genere Aedes) e sulle misure di protezione individuale, quali l’uso di repellenti cutanei e zanzariere. BIBLIOGRAFIA 1. Newsletter N.1 gennaio 2009 Dengue 2. Newsletter N.8 ottobre 2008 West Nile Virus 3. Romi R. et al. Linee guida per il controllo di Aedes albopictus e di altri Culicidi potenziali vettori di arbovirus in Italia. Giornale Italiano di Medicina Tropicale Vol. 13 Suppl. 2008 4. Piovesan C. et al. West Nile in Veneto: aggiornamento al 26 ottobre 2010. Epicentro (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) http://www.epicentro.iss.it/ 5. Yellow Book, CDC http://wwwnc.cdc.gov/travel/content/yellowbook 6. WHO Health topics http://www.who.int 7. Circolare del Ministero della Salute per la “Sorveglianza della malattia da West Nile in Italia”, 21 luglio 2010 8. Circolare del Ministero della Salute del 15 giugno 2011 su “Sorveglianza dei casi umani delle malattie trasmesse da vettori con particolare riferimento alla Chikungunya, Dengue e West-Nile Disease 2011”. 9. Protocollo per la sorveglianza passiva delle febbri estive in regione Veneto, Luglio 2010 www.regione.veneto.it 10. Protocollo di sorveglianza delle febbri estive nella Regione Veneto, anni 2011-12. Giugno 2011. 1 - 2011 – Le arbovirosi 7