Economia Applicata
Lezione 8
[email protected]
Giorgia Giovannetti
1
w1
w2
w3
w4
w5
w6
w7
w8
w9
w10
w11
w12
w13
w14
w15
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
28
2
7
9
14
16
21
23
28
30
4
6
11
13
18
20
25
27
2
4
9
Intro
Intro, elasticitá
Il concetto di mercato, esempi
richiami micro, curve dei costi
Domanda, equilibrio di mercato, statica comparata, curve dei costi
Curve dei costi, forme mercato: concorrenza
ESERCIZI/ ancora costi, ricevi e concorrenza, monopolio
forme di mercato: concorrenza imperfetta e economia del benessere
esercizi
forme di mercato concorrenza imperfetta e oligopolio
Benessere, esternalità, beni pubblici
confronto Cournot, Bertrand, Stackelberg
Recupero argomenti
Vacanza pasqua
Vacanza pasqua
Q&A esercizi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
martedi
giovedi
11
16
18
23
25
30
1
6
8
Investimenti pubblici e privati
investimenti e incertezza
investimenti analisi costi benefici
esercizi su investimenti
Q&A
Lezione su crisi
esempi acqua e terra
secondo compito
vacanza
Primo compito
Introduzione alla teoria dei giochi
giochi ripetuti, nozioni
Investimenti
Cosa facciamo oggi
• Riassunto equilibrio in concorrenza e
monopolio
• Cenni all’economia del benessere
• La concorrenza monopolistica
Summary: Le strutture di mercato
Numero di
imprese
Possibilità di Barriere
scegliere il
all’entrata
prezzo
Esempio
Molte
Nessuna
Nessuna
Frutta
Concorrenza
mon.
Molte
Poca
Modeste
Panettie.
Oligopolio
Poche
Elevato
Rilevanti
Auto
Monopolio
Una
Massimo
Assoluta
Ferrovie
Concorrenza
perfetta
Concorrenza
imperfetta
La concorrenza
• La teoria della concorrenza perfetta illustra un
caso estremo di forma di mercato.
• In essa le imprese sono completamente
sottoposte alle forze del mercato e non
hanno alcun potere di influenza sul prezzo del
prodotto.
Concorrenza perfetta
Le caratteristiche del mercato:
• molti acquirenti e venditori
– nessuna azione di un singolo ha effetto sul prezzo di
mercato
• le imprese sono “price taker” (prezzo dato)
– la domanda del prodotto dell’impresa è perfettamente
orizzontale
• il prodotto è omogeneo
• vi è perfetta informazione
• non vi sono barriere all’entrata e all’uscita
Price-taker: parola chiave
Summary: Massimizzazione del profitto (ricavi meno costi)
Pertanto:
Ricavi – Costi
(q) = R(q) - C(q)
dove:
R(q) = P(q)q.
La “condizione del primo ordine” (FOC) richiede
dunque che il profitto marginale ’(q) sia nullo, e
cioè che il ricavo marginale sia uguale al costo
marginale.
La condizione del secondo ordine (SOC) richiede
che il profitto marginale sia decrescente.
8
Graficamente, la situazione è del tipo:

q
q*
’(q*) = 0  R’(q*) = C’(q*)
FOC
’’(q*)  0  R’’(q*)  C’’(q*) SOC
9
Riassunto: Massimizzazione del profitto e impresa
concorrenziale
Costi
e
Ricavi
CM
CMeT
P
0
P = RMe = RM
CMeV
Quantità
10
Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale
L’impresa massimizza
il profitto producendo
la quantità in cui il
costo marginale uguaglia
ricavo marginale
Costi e
Ricavi
CM
CMeT
P
0
P = Rme = RM
CMeV
Q
Quantità
11
Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale
Se
• RM > CM: accrescere Q aumenta il profitto
• RM < CM: accrescere Q diminuisce il profitto
• RM = CM: il profitto è max
(ricordate: in concorrenza perfetta RM
= P)
12
Nel caso di un’impresa competitiva,   , perciò
RM p e p = CM (non c’è potere di mercato)
p
O(p)
CU(q)
p
CU(q*)
C’(q)
q*
q
p = C’(q*), q* = O(p), * = (p - CU(q*)) q*
Vediamo meglio:
13
Profitti di breve periodo
Si ricordi che, come nel caso della domanda:
• La curva di offerta di mercato si ottiene per
aggregazione orizzontale delle curve di offerta delle
singole imprese, e dunque in ciascun punto l’Offerta
riflette il costo marginale delle imprese attive a quel
prezzo.
• Il costo marginale può essere sostituito dalle
funzione di offerta aggregata rilevante (nel caso di
una molteplicità di imprese).
15
La curva di offerta in concorrenza perfetta (1)
AC
MC
P
C
P3
P1
A
• Al di sopra del prezzo P3
(punto C), l’impresa
realizza un profitto
SMC
superiore al costo
opportunità del capitale,
SATC nel breve periodo.
• Al prezzo P3, (punto C),
SAVC
l’impresa realizza
PROFITTI NORMALI
Q1 Q3 Quantità
La curva di offerta in concorrenza perfetta (2)
AC
MC
P
SMC
C
P3
P1
A
Q1 Q 3
• Tra P1 e P3, (A e C), l’impresa
ha delle perdite, ma rimane
nel mercato
• Al di sotto di P1 (PREZZO DI
CHIUSURA), l’impresa non
SATC
riesce nemmeno a coprire i
SAVC
SAVC, ed esce dal mercato
Quantità
La curva di offerta in concorrenza perfetta (3)
AC
MC
P
SMC
C
SATC
P3
P1
SAVC
A
Q1 Q3 Quantità
• Allora la curva SMC al di
sopra del prezzo di
chiusura P1 è la CURVA DI
OFFERTA DI BREVE
PERIODO dell’impresa
• essa mostra quanto
l’impresa desidera
produrre, per ogni livello
del prezzo.
Summary: Concorrenza perfetta, breve periodo
AC
MC
P
Impresa
SMC AC
MC
P
Settore
SRSS
SAC
P
P
D=MR=AR
D
q
Q
Quantità
Quantità
Il prezzo di mercato si forma, dall’incontro tra domanda e offerta
(a livello di settore).
La curva di offerta del settore è costituita dalla somma (orizzontale)
di tutte le curve di offerta individuali; può esserci profitto positivo
L’impresa ed il settore, nel breve periodo, in
concorrenza perfetta (2)
AC
MC
P
Impresa
SMC AC
MC
P
Settore
SRSS
SAC
P
P
D=MR=AR
D
q
Quantità
Q
Quantità
L’impresa “subisce” il prezzo di mercato P
e sceglie quella quantità q per cui SMC=MR avendo come
obiettivo la massimizzazione del profitto
L’impresa ed il settore, nel breve periodo, in
concorrenza perfetta (3)
AC
MC
P
Impresa
SMC AC
MC
P
Settore
SRSS
SRSS1
SAC
P
P
D=MR=AR P
1
D
q
Q
Quantità
Quantità
Al prezzo P, i profitti sono rappresentati dall’area blu.
Questi profitti attraggono nuove imprese nel settore.
Tanto più aumenta il numero di imprese nel settore tanto più la
curva di offerta si sposta verso destra provocando una riduzione
del prezzo
Concorrenza perfetta: riassunto
• Se la curva di domanda è orizzontale e quindi
l’elasticità infinita, il ricavo marginale è pari al
prezzo
• Il profitto dell’impresa concorrenziale sarà positivo
fino a quando la curva del costo medio si trova al di
sotto della curva del ricavo medio, anch’essa
coincidente con la curva di domanda orizzontale.
• La presenza di un profitto positivo è giustificata
dall’impossibilità di entrata nel breve periodo
Lungo periodo: riassunto
• Cosa succede nel lungo periodo?
• Se i profitti ottenuti dalle imprese presenti nel
mercato sono positivi, vi saranno nuove imprese che
entrano nel mercato.
• Inoltre le imprese già operative trovano
conveniente aumentare la produzione.
• L’effetto finale sarà un aumento dell’offerta
aggregata. La curva di offerta si sposta verso destra
Lungo periodo, 2
• Lo spostamento a destra della curva di offerta
provoca un abbassamento del prezzo.
• Fino a quando continua questo processo?
• La caduta del prezzo continua fino a quando questo
non raggiunge il livello minimo dei costi medi di
produzione.
• In quel punto si determinano quantità e prezzo di
equilibrio di lungo periodo
Summary: Concorrenza perfetta, lungo periodo
AC
MC
P
Impresa
AC
SMC
MC
SAC P
Settore
SRSS
LRSS
P*
P*
D=MR=AR
D
q*
Q
Quantità
Quantità
Il mercato raggiunge un equilibrio di lungo quando l’impresa
rappresentativa ottiene solo i profitti normali, ossia nel punto di
minimo della LAC. La curva di offerta di lungo periodo è allora
orizzontale (se i costi sono identici per tutte le imprese).
Se l’espansione del settore facesse aumentare i prezzi dei fattori (ad
esempio il lavoro), allora la curva di offerta di lungo periodo non sarebbe
orizzontale ma inclinata positivamente.
L’effetto di un aumento della domanda di mercato: il
breve periodo
P
D
D'
Supponiamo che un mercato
perfettamente concorrenziale si trovi
in equilibrio in P0Q0.
SRSS
P1
Se la domanda di mercato si
sposta alla D'D' ...
P0
nel breve periodo il nuovo equilibrio
sarà P1Q1 ...
D
Q0
Q1
D'
Quantità
– l’incremento dell’output è dovuto
ad aumenti della produzione delle
singole imprese lungo le proprie
SMC.
L’effetto di un aumento della domanda di mercato: il
lungo periodo
P
D
D'
Nel lungo periodo nuove imprese sono
attratte dagli extraprofitti (il prezzo è
salito)
SRSS
– e le imprese possono variare anche
l’impiego dei fattori fissi
P1
P2
P0
LRSS
D
Q0
Q1 Q2
Se I salari aumentano, a seguito
dell’espansione del settore, la curva di
offerta sarà crescente
D'
Quantità
E il mercato raggiunge un nuovo
equilibrio in P2Q2.
Parola chiave: Concorrenza imperfetta
(concetto ampio)
La concorrenza perfetta è una forma di mercato identificata dalla
presenza di sei requisiti.
Quando manca anche uno solo di quei requisiti il mercato
acquista caratteristiche di concorrenza imperfetta.
Principali esempi di concorrenza imperfetta:
1. Monopolio - una sola (grande) impresa e barriere che
impediscono l’ingresso di altre imprese nel mercato.
2. Concorrenza monopolistica - come la concorrenza perfetta
ma prodotto non omogeneo (differenziato).
3. Oligopolio - poche grandi imprese (ci possono essere o non
essere barriere; il prodotto può non essere omogeneo).
4. Mercato “contendibile” - come il monopolio ma senza
barriere all’ingresso o all’uscita (e presenza di menu costs).
Il monopolio
• Un monopolista:
– è l’unico che offre il prodotto del settore
– è protetto da barriere all’entrata
– la curva di domanda del settore è anche la sua
curva di domanda
– a differenza della concorrenza perfetta, MR è
sempre al di sotto di AR.
Il monopolio
• L’elemento centrale per capire se un’impresa si trova
in condizioni di monopolio è quello del grado di
sostituibilità del suo prodotto. Quanto più questo è
alto tanto maggiore è il potere di monopolio da parte
dell’impresa che lo produce
• Un secondo elemento è la presenza di barriere
all’entrata sufficientemente elevate.
• Queste possono essere dovute a:
Il monopolio
• i) economie di scala: se il costo medio del monopolista
si riduce all’aumentare di Q è possibile che non più di
un produttore sia in grado di rimanere sul mercato
facendo profitti. In questo caso monopolio naturale.
Anche se il mercato fosse in grado di sostenere più di
un’impresa, il monopolista, in presenza di forti
economie di scala, potrebbe praticare prezzi inferiori al
costo medio di produzione per scoraggiare l’entrata
• ii) differenziazione di prodotto e fedeltà del marchio:
in questi caso l’entrata di un nuovo concorrente sul
mercato risulta difficile
Il monopolio
• iii) proprietà e controllo di importanti fattori di
produzione: se un’impresa controlla l’offerta di input
cruciali (ad esempio è proprietaria di un
componente essenziale alla produzione del bene)
può impedire l’entrata di concorrenti potenziali
• iv) protezione legale: la produzione può essere
protetta da brevetti su processi produttivi, da diritti
d’autore o da forme di licenze
Riassunto: Il monopolio
• Nel caso del monopolio per definizione la
curva di domanda dell’impresa coincide con
quella del mercato
• Se il monopolista aumenta il prezzo i
consumatori non hanno alternative: o
comprano il bene a un prezzo maggiore o
rinunciano al prodotto
Domanda P = 6 - Q
R M = 6 - 2Q; infatti:
RP  Q  6Q  Q .......R '  dR
2
dQ
 6  2Q
Per quale motivo R M < P ?
P
RM  P  Q 
Q
P
 0 (è la pendenza della domanda)
Q
quindi RM  P  Q moltiplicato per qualcosa  0
P
R'  P  Q 
Q
Q P
1
R'  P  P 
 PP
P Q
ED

1
1 
  C '
PP
 C ' ovvero P1 
ED
 ED 
P  C'
1

Mark Up
P
ED
C'
P
1 1
ED
Torneremo
Su questa def.
Domanda elastica = mark up basso, e viceversa
Riassunto: Massimizzazione del profitto = RT - CT
Massimizzazione del profitto = (P-CM)Q
Summary: La scelta del monopolista
La scelta del monopolista può essere identificata con lo stesso
procedimento seguito per l’impresa in concorrenza perfetta.
Analiticamente, l’equazione Rm = Cm permette di calcolare
l’incognita Q*, ossia la scelta della quantità prodotta.
Sostituendo questo valore di Q* nella curva di domanda, si trova il
prezzo fissato dall’impresa.
Graficamente, l’ascissa del punto di incontro tra la curva
Rm e la curva Cm è appunto la quantità prodotta Q*.
p
Il prezzo non è l’ordinata del punto di
incontro tra la curva Rm e la curva Cm, ma
Cm
è l’ordinata di Q* sulla curva di domanda
p*
Cu
(Ru).
Il profitto può essere calcolato
Ru
Rm
graficamente come area del rettan0
Q*
y
golo, con base Q* e altezza p*  Cu.
Un esempio: costi marginali costanti
Quando la funzione del costo totale è Ct = k  cy il grafico del
costo marginale è una retta orizzontale con ordinata c.
Il grafico del costo unitario è invece una curva decrescente che si
avvicina sempre più a c senza mai raggiungerlo.
Tutto il ragionamento per determinare l’equilibrio rimane lo
stesso.
Calcoliamo l’equilibrio assumendo che la curva di domanda (Ru)
sia descritta dalla retta p = a  y ; in questo caso
p
il ricavo marginale è Rm = a  2y.
Dalla condizione Rm = Cm si
ottiene l’equazione a  2y = c
p*
che ha come soluzione
Cu
Cm
c
y* = (a  c)/2.
Ru
Rm
Sostituendo y* in Ru si ottiene
0
y*
y
p* = (a  c)/2.
Summary: monopolio
I profitti sono massimi nel punto in cui
MC=MR. La quantità da produrre sarà
Q1 ed il prezzo P1.
P
MC
AC
P1
Per Q1, RMe>CMe e l’impresa
ottiene extra-profitti
(area scura).
AC1
MR
MC=MR
Q1
D = AR
Quantità
Le barriere all’entrata
impediscono a nuove
imprese di entrare nel
settore.
Lungo periodo = breve periodo
Summary: confronto tra monopolio e concorrenza
È meglio il monopolio o la concorrenza perfetta?
Si può provare a rispondere seguendo due strade. La prima è quella
di immaginare che, da un giorno all’altro, qualcuno compri tutte le
imprese di un mercato concorrenziale.
Le scelte cambiano.
Nel breve periodo il monopolista farebbe produrre meno alle
imprese date (in modo da andare nel punto B). Nel lungo periodo
chiuderebbe alcune imprese e sceglierebbe il punto L.
p
p
S
pc
C
SL
pl
pb
L
Cm
B
Cu =
CmL
D
0
Qc
Rm
Q
0
Ql yb
Ru
Q
Il costo del monopolio in termini di
benessere collettivo
• Il monopolio porta ad un’allocazione
inefficiente delle risorse e non massimizza il
benessere economico totale.
• Infatti, il monopolista produce meno della
quantità socialmente efficiente.
Il costo del monopolio in termini di
benessere
• Dal momento che il monopolista pratica un
prezzo superiore al costo marginale, alcuni
potenziali consumatori che si trovano nella
condizione di valutare il bene più del suo costo
marginale, ma meno del prezzo di monopolio,
decidono di non acquistarlo.
Il costo del monopolio in termini di
benessere
• Il prezzo di monopolio impedisce dunque che si
realizzino degli scambi socialmente vantaggiosi.
• Questo però è nell’interesse del monopolista, perché
per far avvenire tali scambi dovrebbe accettare di
diminuire il prezzo su tutte le quantità scambiate,
diminuendo il suo profitto (conflitto di interessi tra il
monopolista e i compratori).
Prezzo
Costo marginale
Valore dei
compratori
Costo del
monopolista
Costo del
monopolista
Domanda
(valore dei compratori)
Valore dei compratori
0
Quantità
Il valore dei
Il valore dei
compratori è
compratori è
superiore al costo inferiore al costo
del venditore.
del produttore.
Quantità
efficiente
La perdita secca
• Poiché il monopolista applica un prezzo
superiore al costo marginale, si crea un
differenziale tra la disponibilità a pagare dei
consumatori e il costo del produttore.
 Questo differenziale provoca una caduta della
quantità prodotta al di sotto del livello socialmente
ottimale.
La perdita secca
Prezzo
Costo marginale
Ricavo
marginale
0
Domanda
Quantità
La perdita secca
Prezzo
Costo marginale
Prezzo di
monopolio
Ricavo
marginale
0
Quantità di
monopolio
Domanda
Quantità
La perdita secca
Prezzo
Costo marginale
Prezzo di
monopolio
Ricavo
marginale
0
Quantità di
monopolio
Quantità
efficiente
Domanda
Quantità
La perdita secca
Prezzo
Perdita secca
di benessere
Costo marginale
Prezzo di
monopolio
Ricavo
marginale
0
Quantità di
monopolio
Domanda
Quantità
socialmente efficiente
Quantità
Monopolio e politica economica
(industriale)
• L’autorità di politica economica risponde al
problema del monopolio in uno di questi
quattro modi:
 Cercando di stimolare la concorrenza nei
settori monopolistici (abbattendo le barriere
all’entrata).
 Regolamentando il comportamento delle
imprese monopolistiche.
 Trasformando alcuni monopoli privati in
imprese pubbliche.
 Restando inattiva.
Stimolare la concorrenza
• Il legislatore/governo può per esempio emanare e
applicare normative antitrust per creare un
mercato più competitivo (es: Sherman Act 1890
(USA), Legge Rossi 1990 (Italia)).
Regolamentazione

L’autorità di politica economica può
regolamentare i prezzi che il
monopolista richiede.
 L’allocazione delle risorse sarà efficiente
se il prezzo eguaglierà il costo marginale.
Regolamentazione
• Ci sono almeno due problemi “pratici”
nell’applicazione del principio di uguaglianza
tra prezzo e costo marginale.
 (1) Se il prezzo è inferiore al costo medio totale
l’impresa subisce una perdita (caso del monopolio
naturale): sono allora potenzialmente necessari dei
sussidi pubblici.
 (2) Non si creano forti incentivi alla riduzione dei
costi per il monopolista.
Uguaglianza tra prezzo e costo
marginale
Prezzo
Costo medio totale
Costo marginale
Domanda
0
Quantità
Uguaglianza tra prezzo e costo
marginale
Prezzo
Costo medio totale
Prezzo
regolamentato
Costo marginale
Domanda
0
Quantità
regolamentata
Quantità
Uguaglianza tra prezzo e costo
marginale
Prezzo
Costo
medio totale
Costo medio totale
Prezzo
regolamentato
Costo marginale
Domanda
0
Quantità
regolamentata
Quantità
Uguaglianza tra prezzo e costo
marginale
Prezzo
Costo
medio totale
Prezzo
regolamentato
Perdita dell’impresa
Costo medio totale
Costo marginale
Domanda
0
Quantità
regolamentata
Quantità
Proprietà pubblica
• L’amministrazione pubblica può trasformare
i monopoli in imprese pubbliche (es: Italia
anni ‘50-’70).
Non agire

L’autorità di politica economica può
rinunciare ad agire se il fallimento del
mercato viene valutato meno
pericoloso delle inevitabili distorsioni
causate dall’intervento pubblico
(fallimento dello Stato).
Discriminazione dei prezzi
• La discriminazione dei prezzi è la pratica di
applicare un prezzo diverso a diversi
compratori del medesimo bene.
 Non è possibile in un mercato
concorrenziale.
Discriminazione dei prezzi
• Due effetti importanti della discriminazione
dei prezzi:
 Fa aumentare i profitti del
monopolista.
 Può far ridurre la perdita secca di benessere
dovuta al monopolio.
Benessere senza discriminazione dei
prezzi
Prezzo
Rendita del
consumatore
Perdita
secca
Prezzo di
monopolio
Profitto
CMa = CMeT
Ricavo
marginale
0
Quantità venduta
Domanda
Quantità
Benessere con perfetta discriminazione dei prezzi: prezzi
“personalizzati” pari alla disponibilità a pagare, niente perdita secca
ma anche rendita dei consuma-tori nulla
Prezzo
Profitto
Prezzo di
monopolio
CMa = CMeT
Ricavo
marginale
0
Domanda
Quantità venduta
Quantità
Esempi di discriminazione
•
•
•
•
•
Biglietti per il cinema
Biglietti aerei
Buoni sconto (supermarket)
Aiuti finanziari a speciali categorie
Sconti sulla quantità
La prevalenza del monopolio
• Quanto sono frequenti i problemi di
monopolio?
 I monopoli sono da un certo punto di vista
abbastanza comuni.
 Le imprese hanno infatti un certo controllo sul
prezzo poiché i beni che producono sono diversi
da quelli delle concorrenti.
 Le imprese con un reale potere monopolistico
sono però rare.
 Pochi beni sono veramente difficili da sostituire.
Summary
• Un’impresa opera in regime di monopolio se è l’unico
venditore presente sul mercato.
• La curva di domanda per il proprio prodotto è
decrescente.
• Come un’impresa concorrenziale, il monopolista
massimizza il profitto producendo la quantità di bene
per il quale il ricavo marginale è uguale al costo
marginale.
• Diversamente da quanto accade in regime di
concorrenza, in regime di monopolio il prezzo è
superiore al ricavo marginale e, quindi al costo
marginale.
Summary
• Il livello di produzione che massimizza il profitto del
monopolista è inferiore a quello che massimizza la somma
della rendita del consumatore e di quella del produttore.
• Il monopolio produce una perdita secca di benessere
collettivo, analoga a quella provocata dall’introduzione di
un’imposta.
• L’amministrazione pubblica può reagire alle inefficienze del
monopolista con una normativa antitrust, con
regolamentazioni dei prezzi, o trasformando i monopoli in
imprese pubbliche.
• Se il fallimento del mercato viene valutato meno pericoloso
delle inevitabili “imperfezioni” della politica economica,
l’amministrazione pubblica può rinunciare ad agire.
Summary
• Il monopolista può aumentare il profitto facendo
pagare per lo stesso bene prezzi diversi a
consumatori diversi, sulla base della loro
disponibilità a pagare.
• La discriminazione dei prezzi può far aumentare il
benessere economico colletivo, e anche eliminare
la perdita secca (ma a scapito della rendita dei
consumatori).
La Concorrenza monopolistica
• Concorrenza monopolistica
– molte imprese che offrono prodotti che sono
stretti sostituti l’uno dell’altro
– ogni impresa ha un limitato grado di potere
decisionale sul prezzo.
• Oligopolio
– poche imprese
– ciascuna delle quali si rende conto che esiste una
forte interdipendenza.
Concorrenza monopolistica: caratteristiche principali
• 1. Il numero di imprese è piuttosto elevato. Ogni impresa
ha una quota relativamente piccola del mercato e quindi le
sue azioni non hanno grossa influenza su quelle dei
concorrenti. Non c’è quindi interazione strategica
• 2. C’è libertà di entrata nell’industria, (= concorrenza
perfetta)
• 3. Ciascuna impresa produce un bene differenziato rispetto
ai concorrenti. Può aumentare il prezzo senza perdere
tutta la domanda.
• Quindi: molte imprese; modeste barriere all’entrata; differenziazione
del prodotto
l’impresa fronteggia un curva di domanda inclinata
negativamente
Concorrenza monopolistica
• Ogni impresa occupa una nicchia del mercato.
C’è una sorta di monopolio locale (è difficile
immaginare due negozi di pane vicini uno
all’altro).
• I consumatori potrebbero essere disposti a
pagare anche un prezzo più elevato pur di non
doversi spostare per acquistare il bene
Concorrenza monopolistica
• In questo contesto come si giunge
all’equilibrio dell’impresa?
• Nel breve periodo l’impresa opera come un
monopolista.
• L’unica sostanziale differenza è che nel caso
della concorrenza monopolistica l’impresa
fronteggia una curva di domanda
mediamente più elastica che nel caso del
monopolio
Concorrenza monopolistica
• Normalmente l’impresa realizza extra-profitti, il cui
ammontare dipende dai parametri della funzione di
domanda
• Se imprese ottengono profitti, nel lungo periodo nuove
imprese cercano di entrare nel mercato. In questo modo le
nuove imprese ridurranno la domanda del bene delle
imprese esistenti.
• Il processo continua fino a quando lo spostamento della
curva di domanda non è tale per cui il prezzo di equilibrio è
uguale al costo medio. In questa situazione gli extra-profitti
sono pari a zero
Cenni sulla concorrenza monopolistica
Caratteristiche della concorrenza monopolistica:
1. Molteplicità di venditori (che competono per lo stesso gruppo di
consumatori)
2. Differenziazione del prodotto: ogni impresa produce un prodotto
leggermente diverso e ha perciò di fronte una curva di domanda
inclinata negativamente.
3. Libertà di entrata. Il n. di imprese si aggiusta fino a fare tendere a
zero il profitto.
Esempi: libri, dischi, film, ristoranti … e in fondo ogni negozio al
dettaglio!
Breve periodo
Max Profitto:
CM = RM
In questo caso l’impresa si
limita a minimizzare la
perdita
Lungo periodo
I profitti fanno entrare nuove imprese  la curva di domanda di ognuna si sposta verso
sinistra  profitto = 0  le entrate si fermano.
Nel caso di perdite le
imprese escono dal mercato
finché profitto = 0
Le curve D e CMeT
sono tangenti
Caratteristiche:
-
Come nel monopolio,
prezzo > costo marginale
-
Come in concorrenza perfetta,
prezzo = costo medio totale
Differenze con la concorrenza
perfetta:
1. Le imprese di concorrenza
monopolistica operano al di sotto
della dimensione efficiente 
capacità produttiva in eccesso.
2. P > CM  Le imprese avrebbero
interesse a espandere la
produzione al prezzo corrente
perché otterrebbero profitti!
Slides aggiuntive con esempi
Due fonti di variazione
stagionale
Gli effetti del sostegno dei prezzi dei semi di
soia sul prezzo e sulla quantità di equilibrio
della carne di manzo
Esempio numerico curve di
domanda e offerta
P=a+bQs
Funzione di offerta
P=a-bQd
Funzione di domanda
Esempio: con P=2+3Qs
P=10-Qd
Per trovare il punto di equilibrio di mercato (P* e Q*),
si eguagliano le due equazioni.
2+3Qs=10-Qd
Algebra delle curve di domanda
e offerta
In equilibrio Qs=Qd e poniamo questa
uguaglianza pari a Q*.
Avremo:
2+3Q*=10-Q*
Da cui:
3Q*+Q*=10-2
Q*=2
P*=8
quando viene introdotta un’imposta sui
produttori pari a T = 10
Questa sposta la curva di offerta verso
l’alto di T unità
Imposta a carico dei
produttori
P *(P1 *T)
tv 
T
Imposta a carico dei
consumatori

P1 *P *
tc 
T
L’effetto di un’imposta pari a
T = 10 sui consumatori
Prezzi e quantità di equilibrio dopo
l’introduzione di un’imposta T = 10 a
carico dei consumatori
(P2*  10) P *
tc 
10
P *  P2*
tv 
10

L’introduzione di un’imposta a carico dei
consumatori produce lo stesso risultato di
un’imposta a carico dei venditori