Economia Applicata Lezione 8 [email protected] Giorgia Giovannetti 1 w1 w2 w3 w4 w5 w6 w7 w8 w9 w10 w11 w12 w13 w14 w15 martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi 28 2 7 9 14 16 21 23 28 30 4 6 11 13 18 20 25 27 2 4 9 Intro Intro, elasticitá Il concetto di mercato, esempi richiami micro, curve dei costi Domanda, equilibrio di mercato, statica comparata, curve dei costi Curve dei costi, forme mercato: concorrenza ESERCIZI/ ancora costi, ricevi e concorrenza, monopolio forme di mercato: concorrenza imperfetta e economia del benessere esercizi forme di mercato concorrenza imperfetta e oligopolio Benessere, esternalità, beni pubblici confronto Cournot, Bertrand, Stackelberg Recupero argomenti Vacanza pasqua Vacanza pasqua Q&A esercizi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi martedi giovedi 11 16 18 23 25 30 1 6 8 Investimenti pubblici e privati investimenti e incertezza investimenti analisi costi benefici esercizi su investimenti Q&A Lezione su crisi esempi acqua e terra secondo compito vacanza Primo compito Introduzione alla teoria dei giochi giochi ripetuti, nozioni Investimenti Cosa facciamo oggi • Riassunto equilibrio in concorrenza e monopolio • Cenni all’economia del benessere • La concorrenza monopolistica Summary: Le strutture di mercato Numero di imprese Possibilità di Barriere scegliere il all’entrata prezzo Esempio Molte Nessuna Nessuna Frutta Concorrenza mon. Molte Poca Modeste Panettie. Oligopolio Poche Elevato Rilevanti Auto Monopolio Una Massimo Assoluta Ferrovie Concorrenza perfetta Concorrenza imperfetta La concorrenza • La teoria della concorrenza perfetta illustra un caso estremo di forma di mercato. • In essa le imprese sono completamente sottoposte alle forze del mercato e non hanno alcun potere di influenza sul prezzo del prodotto. Concorrenza perfetta Le caratteristiche del mercato: • molti acquirenti e venditori – nessuna azione di un singolo ha effetto sul prezzo di mercato • le imprese sono “price taker” (prezzo dato) – la domanda del prodotto dell’impresa è perfettamente orizzontale • il prodotto è omogeneo • vi è perfetta informazione • non vi sono barriere all’entrata e all’uscita Price-taker: parola chiave Summary: Massimizzazione del profitto (ricavi meno costi) Pertanto: Ricavi – Costi (q) = R(q) - C(q) dove: R(q) = P(q)q. La “condizione del primo ordine” (FOC) richiede dunque che il profitto marginale ’(q) sia nullo, e cioè che il ricavo marginale sia uguale al costo marginale. La condizione del secondo ordine (SOC) richiede che il profitto marginale sia decrescente. 8 Graficamente, la situazione è del tipo: q q* ’(q*) = 0 R’(q*) = C’(q*) FOC ’’(q*) 0 R’’(q*) C’’(q*) SOC 9 Riassunto: Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale Costi e Ricavi CM CMeT P 0 P = RMe = RM CMeV Quantità 10 Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale L’impresa massimizza il profitto producendo la quantità in cui il costo marginale uguaglia ricavo marginale Costi e Ricavi CM CMeT P 0 P = Rme = RM CMeV Q Quantità 11 Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale Se • RM > CM: accrescere Q aumenta il profitto • RM < CM: accrescere Q diminuisce il profitto • RM = CM: il profitto è max (ricordate: in concorrenza perfetta RM = P) 12 Nel caso di un’impresa competitiva, , perciò RM p e p = CM (non c’è potere di mercato) p O(p) CU(q) p CU(q*) C’(q) q* q p = C’(q*), q* = O(p), * = (p - CU(q*)) q* Vediamo meglio: 13 Profitti di breve periodo Si ricordi che, come nel caso della domanda: • La curva di offerta di mercato si ottiene per aggregazione orizzontale delle curve di offerta delle singole imprese, e dunque in ciascun punto l’Offerta riflette il costo marginale delle imprese attive a quel prezzo. • Il costo marginale può essere sostituito dalle funzione di offerta aggregata rilevante (nel caso di una molteplicità di imprese). 15 La curva di offerta in concorrenza perfetta (1) AC MC P C P3 P1 A • Al di sopra del prezzo P3 (punto C), l’impresa realizza un profitto SMC superiore al costo opportunità del capitale, SATC nel breve periodo. • Al prezzo P3, (punto C), SAVC l’impresa realizza PROFITTI NORMALI Q1 Q3 Quantità La curva di offerta in concorrenza perfetta (2) AC MC P SMC C P3 P1 A Q1 Q 3 • Tra P1 e P3, (A e C), l’impresa ha delle perdite, ma rimane nel mercato • Al di sotto di P1 (PREZZO DI CHIUSURA), l’impresa non SATC riesce nemmeno a coprire i SAVC SAVC, ed esce dal mercato Quantità La curva di offerta in concorrenza perfetta (3) AC MC P SMC C SATC P3 P1 SAVC A Q1 Q3 Quantità • Allora la curva SMC al di sopra del prezzo di chiusura P1 è la CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO dell’impresa • essa mostra quanto l’impresa desidera produrre, per ogni livello del prezzo. Summary: Concorrenza perfetta, breve periodo AC MC P Impresa SMC AC MC P Settore SRSS SAC P P D=MR=AR D q Q Quantità Quantità Il prezzo di mercato si forma, dall’incontro tra domanda e offerta (a livello di settore). La curva di offerta del settore è costituita dalla somma (orizzontale) di tutte le curve di offerta individuali; può esserci profitto positivo L’impresa ed il settore, nel breve periodo, in concorrenza perfetta (2) AC MC P Impresa SMC AC MC P Settore SRSS SAC P P D=MR=AR D q Quantità Q Quantità L’impresa “subisce” il prezzo di mercato P e sceglie quella quantità q per cui SMC=MR avendo come obiettivo la massimizzazione del profitto L’impresa ed il settore, nel breve periodo, in concorrenza perfetta (3) AC MC P Impresa SMC AC MC P Settore SRSS SRSS1 SAC P P D=MR=AR P 1 D q Q Quantità Quantità Al prezzo P, i profitti sono rappresentati dall’area blu. Questi profitti attraggono nuove imprese nel settore. Tanto più aumenta il numero di imprese nel settore tanto più la curva di offerta si sposta verso destra provocando una riduzione del prezzo Concorrenza perfetta: riassunto • Se la curva di domanda è orizzontale e quindi l’elasticità infinita, il ricavo marginale è pari al prezzo • Il profitto dell’impresa concorrenziale sarà positivo fino a quando la curva del costo medio si trova al di sotto della curva del ricavo medio, anch’essa coincidente con la curva di domanda orizzontale. • La presenza di un profitto positivo è giustificata dall’impossibilità di entrata nel breve periodo Lungo periodo: riassunto • Cosa succede nel lungo periodo? • Se i profitti ottenuti dalle imprese presenti nel mercato sono positivi, vi saranno nuove imprese che entrano nel mercato. • Inoltre le imprese già operative trovano conveniente aumentare la produzione. • L’effetto finale sarà un aumento dell’offerta aggregata. La curva di offerta si sposta verso destra Lungo periodo, 2 • Lo spostamento a destra della curva di offerta provoca un abbassamento del prezzo. • Fino a quando continua questo processo? • La caduta del prezzo continua fino a quando questo non raggiunge il livello minimo dei costi medi di produzione. • In quel punto si determinano quantità e prezzo di equilibrio di lungo periodo Summary: Concorrenza perfetta, lungo periodo AC MC P Impresa AC SMC MC SAC P Settore SRSS LRSS P* P* D=MR=AR D q* Q Quantità Quantità Il mercato raggiunge un equilibrio di lungo quando l’impresa rappresentativa ottiene solo i profitti normali, ossia nel punto di minimo della LAC. La curva di offerta di lungo periodo è allora orizzontale (se i costi sono identici per tutte le imprese). Se l’espansione del settore facesse aumentare i prezzi dei fattori (ad esempio il lavoro), allora la curva di offerta di lungo periodo non sarebbe orizzontale ma inclinata positivamente. L’effetto di un aumento della domanda di mercato: il breve periodo P D D' Supponiamo che un mercato perfettamente concorrenziale si trovi in equilibrio in P0Q0. SRSS P1 Se la domanda di mercato si sposta alla D'D' ... P0 nel breve periodo il nuovo equilibrio sarà P1Q1 ... D Q0 Q1 D' Quantità – l’incremento dell’output è dovuto ad aumenti della produzione delle singole imprese lungo le proprie SMC. L’effetto di un aumento della domanda di mercato: il lungo periodo P D D' Nel lungo periodo nuove imprese sono attratte dagli extraprofitti (il prezzo è salito) SRSS – e le imprese possono variare anche l’impiego dei fattori fissi P1 P2 P0 LRSS D Q0 Q1 Q2 Se I salari aumentano, a seguito dell’espansione del settore, la curva di offerta sarà crescente D' Quantità E il mercato raggiunge un nuovo equilibrio in P2Q2. Parola chiave: Concorrenza imperfetta (concetto ampio) La concorrenza perfetta è una forma di mercato identificata dalla presenza di sei requisiti. Quando manca anche uno solo di quei requisiti il mercato acquista caratteristiche di concorrenza imperfetta. Principali esempi di concorrenza imperfetta: 1. Monopolio - una sola (grande) impresa e barriere che impediscono l’ingresso di altre imprese nel mercato. 2. Concorrenza monopolistica - come la concorrenza perfetta ma prodotto non omogeneo (differenziato). 3. Oligopolio - poche grandi imprese (ci possono essere o non essere barriere; il prodotto può non essere omogeneo). 4. Mercato “contendibile” - come il monopolio ma senza barriere all’ingresso o all’uscita (e presenza di menu costs). Il monopolio • Un monopolista: – è l’unico che offre il prodotto del settore – è protetto da barriere all’entrata – la curva di domanda del settore è anche la sua curva di domanda – a differenza della concorrenza perfetta, MR è sempre al di sotto di AR. Il monopolio • L’elemento centrale per capire se un’impresa si trova in condizioni di monopolio è quello del grado di sostituibilità del suo prodotto. Quanto più questo è alto tanto maggiore è il potere di monopolio da parte dell’impresa che lo produce • Un secondo elemento è la presenza di barriere all’entrata sufficientemente elevate. • Queste possono essere dovute a: Il monopolio • i) economie di scala: se il costo medio del monopolista si riduce all’aumentare di Q è possibile che non più di un produttore sia in grado di rimanere sul mercato facendo profitti. In questo caso monopolio naturale. Anche se il mercato fosse in grado di sostenere più di un’impresa, il monopolista, in presenza di forti economie di scala, potrebbe praticare prezzi inferiori al costo medio di produzione per scoraggiare l’entrata • ii) differenziazione di prodotto e fedeltà del marchio: in questi caso l’entrata di un nuovo concorrente sul mercato risulta difficile Il monopolio • iii) proprietà e controllo di importanti fattori di produzione: se un’impresa controlla l’offerta di input cruciali (ad esempio è proprietaria di un componente essenziale alla produzione del bene) può impedire l’entrata di concorrenti potenziali • iv) protezione legale: la produzione può essere protetta da brevetti su processi produttivi, da diritti d’autore o da forme di licenze Riassunto: Il monopolio • Nel caso del monopolio per definizione la curva di domanda dell’impresa coincide con quella del mercato • Se il monopolista aumenta il prezzo i consumatori non hanno alternative: o comprano il bene a un prezzo maggiore o rinunciano al prodotto Domanda P = 6 - Q R M = 6 - 2Q; infatti: RP Q 6Q Q .......R ' dR 2 dQ 6 2Q Per quale motivo R M < P ? P RM P Q Q P 0 (è la pendenza della domanda) Q quindi RM P Q moltiplicato per qualcosa 0 P R' P Q Q Q P 1 R' P P PP P Q ED 1 1 C ' PP C ' ovvero P1 ED ED P C' 1 Mark Up P ED C' P 1 1 ED Torneremo Su questa def. Domanda elastica = mark up basso, e viceversa Riassunto: Massimizzazione del profitto = RT - CT Massimizzazione del profitto = (P-CM)Q Summary: La scelta del monopolista La scelta del monopolista può essere identificata con lo stesso procedimento seguito per l’impresa in concorrenza perfetta. Analiticamente, l’equazione Rm = Cm permette di calcolare l’incognita Q*, ossia la scelta della quantità prodotta. Sostituendo questo valore di Q* nella curva di domanda, si trova il prezzo fissato dall’impresa. Graficamente, l’ascissa del punto di incontro tra la curva Rm e la curva Cm è appunto la quantità prodotta Q*. p Il prezzo non è l’ordinata del punto di incontro tra la curva Rm e la curva Cm, ma Cm è l’ordinata di Q* sulla curva di domanda p* Cu (Ru). Il profitto può essere calcolato Ru Rm graficamente come area del rettan0 Q* y golo, con base Q* e altezza p* Cu. Un esempio: costi marginali costanti Quando la funzione del costo totale è Ct = k cy il grafico del costo marginale è una retta orizzontale con ordinata c. Il grafico del costo unitario è invece una curva decrescente che si avvicina sempre più a c senza mai raggiungerlo. Tutto il ragionamento per determinare l’equilibrio rimane lo stesso. Calcoliamo l’equilibrio assumendo che la curva di domanda (Ru) sia descritta dalla retta p = a y ; in questo caso p il ricavo marginale è Rm = a 2y. Dalla condizione Rm = Cm si ottiene l’equazione a 2y = c p* che ha come soluzione Cu Cm c y* = (a c)/2. Ru Rm Sostituendo y* in Ru si ottiene 0 y* y p* = (a c)/2. Summary: monopolio I profitti sono massimi nel punto in cui MC=MR. La quantità da produrre sarà Q1 ed il prezzo P1. P MC AC P1 Per Q1, RMe>CMe e l’impresa ottiene extra-profitti (area scura). AC1 MR MC=MR Q1 D = AR Quantità Le barriere all’entrata impediscono a nuove imprese di entrare nel settore. Lungo periodo = breve periodo Summary: confronto tra monopolio e concorrenza È meglio il monopolio o la concorrenza perfetta? Si può provare a rispondere seguendo due strade. La prima è quella di immaginare che, da un giorno all’altro, qualcuno compri tutte le imprese di un mercato concorrenziale. Le scelte cambiano. Nel breve periodo il monopolista farebbe produrre meno alle imprese date (in modo da andare nel punto B). Nel lungo periodo chiuderebbe alcune imprese e sceglierebbe il punto L. p p S pc C SL pl pb L Cm B Cu = CmL D 0 Qc Rm Q 0 Ql yb Ru Q Il costo del monopolio in termini di benessere collettivo • Il monopolio porta ad un’allocazione inefficiente delle risorse e non massimizza il benessere economico totale. • Infatti, il monopolista produce meno della quantità socialmente efficiente. Il costo del monopolio in termini di benessere • Dal momento che il monopolista pratica un prezzo superiore al costo marginale, alcuni potenziali consumatori che si trovano nella condizione di valutare il bene più del suo costo marginale, ma meno del prezzo di monopolio, decidono di non acquistarlo. Il costo del monopolio in termini di benessere • Il prezzo di monopolio impedisce dunque che si realizzino degli scambi socialmente vantaggiosi. • Questo però è nell’interesse del monopolista, perché per far avvenire tali scambi dovrebbe accettare di diminuire il prezzo su tutte le quantità scambiate, diminuendo il suo profitto (conflitto di interessi tra il monopolista e i compratori). Prezzo Costo marginale Valore dei compratori Costo del monopolista Costo del monopolista Domanda (valore dei compratori) Valore dei compratori 0 Quantità Il valore dei Il valore dei compratori è compratori è superiore al costo inferiore al costo del venditore. del produttore. Quantità efficiente La perdita secca • Poiché il monopolista applica un prezzo superiore al costo marginale, si crea un differenziale tra la disponibilità a pagare dei consumatori e il costo del produttore. Questo differenziale provoca una caduta della quantità prodotta al di sotto del livello socialmente ottimale. La perdita secca Prezzo Costo marginale Ricavo marginale 0 Domanda Quantità La perdita secca Prezzo Costo marginale Prezzo di monopolio Ricavo marginale 0 Quantità di monopolio Domanda Quantità La perdita secca Prezzo Costo marginale Prezzo di monopolio Ricavo marginale 0 Quantità di monopolio Quantità efficiente Domanda Quantità La perdita secca Prezzo Perdita secca di benessere Costo marginale Prezzo di monopolio Ricavo marginale 0 Quantità di monopolio Domanda Quantità socialmente efficiente Quantità Monopolio e politica economica (industriale) • L’autorità di politica economica risponde al problema del monopolio in uno di questi quattro modi: Cercando di stimolare la concorrenza nei settori monopolistici (abbattendo le barriere all’entrata). Regolamentando il comportamento delle imprese monopolistiche. Trasformando alcuni monopoli privati in imprese pubbliche. Restando inattiva. Stimolare la concorrenza • Il legislatore/governo può per esempio emanare e applicare normative antitrust per creare un mercato più competitivo (es: Sherman Act 1890 (USA), Legge Rossi 1990 (Italia)). Regolamentazione L’autorità di politica economica può regolamentare i prezzi che il monopolista richiede. L’allocazione delle risorse sarà efficiente se il prezzo eguaglierà il costo marginale. Regolamentazione • Ci sono almeno due problemi “pratici” nell’applicazione del principio di uguaglianza tra prezzo e costo marginale. (1) Se il prezzo è inferiore al costo medio totale l’impresa subisce una perdita (caso del monopolio naturale): sono allora potenzialmente necessari dei sussidi pubblici. (2) Non si creano forti incentivi alla riduzione dei costi per il monopolista. Uguaglianza tra prezzo e costo marginale Prezzo Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Quantità Uguaglianza tra prezzo e costo marginale Prezzo Costo medio totale Prezzo regolamentato Costo marginale Domanda 0 Quantità regolamentata Quantità Uguaglianza tra prezzo e costo marginale Prezzo Costo medio totale Costo medio totale Prezzo regolamentato Costo marginale Domanda 0 Quantità regolamentata Quantità Uguaglianza tra prezzo e costo marginale Prezzo Costo medio totale Prezzo regolamentato Perdita dell’impresa Costo medio totale Costo marginale Domanda 0 Quantità regolamentata Quantità Proprietà pubblica • L’amministrazione pubblica può trasformare i monopoli in imprese pubbliche (es: Italia anni ‘50-’70). Non agire L’autorità di politica economica può rinunciare ad agire se il fallimento del mercato viene valutato meno pericoloso delle inevitabili distorsioni causate dall’intervento pubblico (fallimento dello Stato). Discriminazione dei prezzi • La discriminazione dei prezzi è la pratica di applicare un prezzo diverso a diversi compratori del medesimo bene. Non è possibile in un mercato concorrenziale. Discriminazione dei prezzi • Due effetti importanti della discriminazione dei prezzi: Fa aumentare i profitti del monopolista. Può far ridurre la perdita secca di benessere dovuta al monopolio. Benessere senza discriminazione dei prezzi Prezzo Rendita del consumatore Perdita secca Prezzo di monopolio Profitto CMa = CMeT Ricavo marginale 0 Quantità venduta Domanda Quantità Benessere con perfetta discriminazione dei prezzi: prezzi “personalizzati” pari alla disponibilità a pagare, niente perdita secca ma anche rendita dei consuma-tori nulla Prezzo Profitto Prezzo di monopolio CMa = CMeT Ricavo marginale 0 Domanda Quantità venduta Quantità Esempi di discriminazione • • • • • Biglietti per il cinema Biglietti aerei Buoni sconto (supermarket) Aiuti finanziari a speciali categorie Sconti sulla quantità La prevalenza del monopolio • Quanto sono frequenti i problemi di monopolio? I monopoli sono da un certo punto di vista abbastanza comuni. Le imprese hanno infatti un certo controllo sul prezzo poiché i beni che producono sono diversi da quelli delle concorrenti. Le imprese con un reale potere monopolistico sono però rare. Pochi beni sono veramente difficili da sostituire. Summary • Un’impresa opera in regime di monopolio se è l’unico venditore presente sul mercato. • La curva di domanda per il proprio prodotto è decrescente. • Come un’impresa concorrenziale, il monopolista massimizza il profitto producendo la quantità di bene per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale. • Diversamente da quanto accade in regime di concorrenza, in regime di monopolio il prezzo è superiore al ricavo marginale e, quindi al costo marginale. Summary • Il livello di produzione che massimizza il profitto del monopolista è inferiore a quello che massimizza la somma della rendita del consumatore e di quella del produttore. • Il monopolio produce una perdita secca di benessere collettivo, analoga a quella provocata dall’introduzione di un’imposta. • L’amministrazione pubblica può reagire alle inefficienze del monopolista con una normativa antitrust, con regolamentazioni dei prezzi, o trasformando i monopoli in imprese pubbliche. • Se il fallimento del mercato viene valutato meno pericoloso delle inevitabili “imperfezioni” della politica economica, l’amministrazione pubblica può rinunciare ad agire. Summary • Il monopolista può aumentare il profitto facendo pagare per lo stesso bene prezzi diversi a consumatori diversi, sulla base della loro disponibilità a pagare. • La discriminazione dei prezzi può far aumentare il benessere economico colletivo, e anche eliminare la perdita secca (ma a scapito della rendita dei consumatori). La Concorrenza monopolistica • Concorrenza monopolistica – molte imprese che offrono prodotti che sono stretti sostituti l’uno dell’altro – ogni impresa ha un limitato grado di potere decisionale sul prezzo. • Oligopolio – poche imprese – ciascuna delle quali si rende conto che esiste una forte interdipendenza. Concorrenza monopolistica: caratteristiche principali • 1. Il numero di imprese è piuttosto elevato. Ogni impresa ha una quota relativamente piccola del mercato e quindi le sue azioni non hanno grossa influenza su quelle dei concorrenti. Non c’è quindi interazione strategica • 2. C’è libertà di entrata nell’industria, (= concorrenza perfetta) • 3. Ciascuna impresa produce un bene differenziato rispetto ai concorrenti. Può aumentare il prezzo senza perdere tutta la domanda. • Quindi: molte imprese; modeste barriere all’entrata; differenziazione del prodotto l’impresa fronteggia un curva di domanda inclinata negativamente Concorrenza monopolistica • Ogni impresa occupa una nicchia del mercato. C’è una sorta di monopolio locale (è difficile immaginare due negozi di pane vicini uno all’altro). • I consumatori potrebbero essere disposti a pagare anche un prezzo più elevato pur di non doversi spostare per acquistare il bene Concorrenza monopolistica • In questo contesto come si giunge all’equilibrio dell’impresa? • Nel breve periodo l’impresa opera come un monopolista. • L’unica sostanziale differenza è che nel caso della concorrenza monopolistica l’impresa fronteggia una curva di domanda mediamente più elastica che nel caso del monopolio Concorrenza monopolistica • Normalmente l’impresa realizza extra-profitti, il cui ammontare dipende dai parametri della funzione di domanda • Se imprese ottengono profitti, nel lungo periodo nuove imprese cercano di entrare nel mercato. In questo modo le nuove imprese ridurranno la domanda del bene delle imprese esistenti. • Il processo continua fino a quando lo spostamento della curva di domanda non è tale per cui il prezzo di equilibrio è uguale al costo medio. In questa situazione gli extra-profitti sono pari a zero Cenni sulla concorrenza monopolistica Caratteristiche della concorrenza monopolistica: 1. Molteplicità di venditori (che competono per lo stesso gruppo di consumatori) 2. Differenziazione del prodotto: ogni impresa produce un prodotto leggermente diverso e ha perciò di fronte una curva di domanda inclinata negativamente. 3. Libertà di entrata. Il n. di imprese si aggiusta fino a fare tendere a zero il profitto. Esempi: libri, dischi, film, ristoranti … e in fondo ogni negozio al dettaglio! Breve periodo Max Profitto: CM = RM In questo caso l’impresa si limita a minimizzare la perdita Lungo periodo I profitti fanno entrare nuove imprese la curva di domanda di ognuna si sposta verso sinistra profitto = 0 le entrate si fermano. Nel caso di perdite le imprese escono dal mercato finché profitto = 0 Le curve D e CMeT sono tangenti Caratteristiche: - Come nel monopolio, prezzo > costo marginale - Come in concorrenza perfetta, prezzo = costo medio totale Differenze con la concorrenza perfetta: 1. Le imprese di concorrenza monopolistica operano al di sotto della dimensione efficiente capacità produttiva in eccesso. 2. P > CM Le imprese avrebbero interesse a espandere la produzione al prezzo corrente perché otterrebbero profitti! Slides aggiuntive con esempi Due fonti di variazione stagionale Gli effetti del sostegno dei prezzi dei semi di soia sul prezzo e sulla quantità di equilibrio della carne di manzo Esempio numerico curve di domanda e offerta P=a+bQs Funzione di offerta P=a-bQd Funzione di domanda Esempio: con P=2+3Qs P=10-Qd Per trovare il punto di equilibrio di mercato (P* e Q*), si eguagliano le due equazioni. 2+3Qs=10-Qd Algebra delle curve di domanda e offerta In equilibrio Qs=Qd e poniamo questa uguaglianza pari a Q*. Avremo: 2+3Q*=10-Q* Da cui: 3Q*+Q*=10-2 Q*=2 P*=8 quando viene introdotta un’imposta sui produttori pari a T = 10 Questa sposta la curva di offerta verso l’alto di T unità Imposta a carico dei produttori P *(P1 *T) tv T Imposta a carico dei consumatori P1 *P * tc T L’effetto di un’imposta pari a T = 10 sui consumatori Prezzi e quantità di equilibrio dopo l’introduzione di un’imposta T = 10 a carico dei consumatori (P2* 10) P * tc 10 P * P2* tv 10 L’introduzione di un’imposta a carico dei consumatori produce lo stesso risultato di un’imposta a carico dei venditori