Capitolo II I principali test diagnostici in allergologia Giampiero Patriarca, Domenico Schiavino Eleonora Nucera, Lucilla Pascolini Alessandro Buonomo, Vito Sabato Introduzione L’approccio al paziente con sospetta allergopatia prevede un’accurata anamnesi, esame obiettivo e test diagnostici in vivo/in vitro (tab..) che, guidati dalla storia clinica, permettano di fare una diagnosi eziopatogenetica del disturbo. È bene sottolineare sin da ora che la presenza di IgE specifiche per un determinato allergene permette di definire esclusivamente uno stato di “sensibilizzazione”, la quale assume significato clinico di “allergia” esclusivamente in presenza di una storia clinica probante. Ad esempio, un paziente con storia di rinite esclusivamente nel periodo primaverile e con IgE specifiche per il dermatofagoide non può essere definito “allergico al dermatofagoide” (si veda il capitolo relativo alle allergopatie respiratorie). I diversi test diagnostici possono essere, quindi, schematizzati in test di primo e secondo livello (in base al posto che occupano nella sequenza temporale del processo diagnostico). Inoltre, grazie alla citometria a flusso è possibile studiare marcatori di attivazione extra/intra–cellulari; i test diagnostici basati sulla citofluorimetria non sono disponibili in tutti i laboratori. Anamnesi ed esame obiettivo La peculiarità delle allergopatie è il loro carattere di accessionalità, per cui spesso l’esame obiettivo può risultare del tutto negativo al momento dell’osservazione clinica. Per tale motivo la raccolta e la interpretazione dei dati anamnestici in allergologia assume un significato importantissimo. Patriarca, Schiavino, Nucera, Pascolini, Buonomo, Sabato Tabella . Principali test diagnostici in allergologia Test di primo livello In vivo In vitro Prick test Prick–by–Prick test Intradermoreazioni Patch test Atopy patch test PRIST RAST ECP Tryptasi Dosaggio del Cq– Inibitore In vivo Test di secondo livello Test/Dieta di eliminazione Test di provocazione specifici (nasale, bronchiale, orale,etc.) Test basati su metodiche citofluorimetriche Test di attivazione dei basofili Test di attivazione linfocitaria Test diagnostici di primo livello Test in vivo Prick test Il prick test si esegue ponendo una goccia di soluzione dell’allergene sulla cute della superficie volare dell’avambraccio e praticando una leggera puntura attraverso la goccia, con una lancetta sterile (che penetra per mm nella cute perpendicolarmente). La lettura dei test avviene dopo – min e si considera positivo un pomfo con diametro di mm circondato da eritema. Come test di controllo vengono impiegati l’istamina (controllo positivo) e soluzione fisiologica (controllo negativo). Possono causare false positività: un’iperreattività cutanea (dermografismo positivo), test cutanei positivi troppo vicini (riflesso assonico), estratti eccessivamente concentrati o inquinati. Sono invece causa di false negatività: iporeattività cutanea (dovuta ad assunzione di farmaci antistaminici o anche di cortisonici a dosi massicce oppure a patologie intercorrenti: per es. AIDS o linfoma di Hodgkin), l’uso di . I principali test diagnostici in allergologia estratti allergenici eccessivamente diluiti. Raramente si può assistere ad effetti indesiderati che si manifestano entro – min.; questi possono limitarsi ad un’eccessiva reazione locale (con eritema intenso, edema e talvolta linfangite) ma possono causare anche crisi oculorinitiche fino ad arrivare in casi eccezionali allo shock anafilattico. Prick by prick test Nei casi di sospetta allergia alimentare dopo un prick test negativo eseguito con l’estratto allergenico è possibile eseguire tale test utilizzando l’alimento fresco. Si parla di metodica prick–by–prick in quanto con la lancetta prima si punge l’alimento e successivamente la cute del paziente. Intradermoreazione Si esegue iniettando nel derma piccole quantità (.–. ml) di estratto allergenico, attraverso siringhe con ago sottile orientato quasi parallelamente alla superficie cutanea,. La lettura dei test avviene dopo — min e si considera positivo un pomfo con diametro di mm circondato da eritema. Sono utilizzate nella diagnostica dell’allergia al veleno di imenotteri e nella diagnostica dell’allergia ai farmaci. In questo ultimo campo alla lettura a – minuti (per escludere/ confermare una ipersensibilità di I tipo) fa seguito una lettura a – ore (per escludere/confermare una ipersensibilità di IV tipo). Patch test È comunemente impiegato per la diagnosi delle dermatiti allergiche da contatto e delle reazione di IV tipo ai farmaci. Il test consiste nell’applicazione dell’allergene sospetto sulla pelle del dorso, mediante apposite cellette che vengono fissate con un cerotto. Il patch viene rimosso dopo – e l’eventuale lesione viene classificata secondo la scala “European and North American Contact Dermatitis Group” in: (?) reazione dubbia: eritema (+) reazione debolmente positiva: eritema, infiltrato, eventualmente papule Patriarca, Schiavino, Nucera, Pascolini, Buonomo, Sabato (++) reazione fortemente positiva: eritema, infiltrato, papule, vescicole (+++) reazione estremamente positiva: eritema intenso, infiltrato, vescicole confluenti, reazione bollosa Atopy patch test È una metodica ancora non standardizzata che è stata proposta per la dimostrazione di una allergia alimentare in pazienti affetti da dermatite atopica e disturbi gastrointestinali. Il test si basa sugli stessi principi del patch test. È raccomandato l’impiego dell’alimento fresco, piuttosto che dell’estratto del commercio. Test in vitro Dosaggio delle IgE totali sieriche (PRIST) Il dosaggio delle IgE totali sieriche viene generalmente indicato come PRIST (Paper RadioImmunoSorbent Test) in quanto originariamente esso veniva effettuato mediante tecniche radioimmunologiche. Attualmente il dosaggio viene eseguito attraverso metodiche immunoenzimatiche (ELISA = Enzyme–Linked ImmunoSorben Assay), anche se in realtà il principio del test rimane invariato (un complesso enzima– substrato sostituisce un isotopo radioattivo come marcatore). Il titolo delle IgE totali sieriche viene espresso in kU/L e come tutte le immunoglobuline sieriche ha una cinetica età–dipendente: il titolo è di poche kU/L alla nascita e raggiunge i livelli dell’adulto intorno al ° anno di vita. Nell’adulto è considerato normale un valore < kU/L. Come si apprenderà poi nei capitoli seguenti non è possibile formulare una diagnosi di allergia basandosi sulla sola determinazione delle IgE totali in quanto un valore elevato non è sempre indice di allergia e un valore normale non la esclude. Dosaggio delle IgE specifiche sieriche (RAST) Anche in questo caso l’acronimo RAST (Radio Allergo Sorbent Test) riflette l’originario impiego di metodiche radioimmunologiche per il dosaggio delle IgE specifiche (fig. ).