UNITÀ DIDATTICA 1 LE ORIGINI DI ROMA 1.1

UNITÀ DIDATTICA 1
LE ORIGINI DI ROMA
1.1 - Le origini di Roma
Alla fine del II millennio a. C. immediatamente a sud del Tevere, tra il
mare e i primi rilievi montuosi dell'interno, si era sviluppata la civiltà
latina, che aveva il suo centro sui Colli Albani.
I Colli Albani
In questa regione, il Latium vetus, esistevano piccole comunità rurali che
vivevano di pastorizia, di caccia e di una modesta agricoltura. Il fatto che
questa regione fosse luogo di incrocio del traffico fra Etruria e Campania
e fra la regione appenninica e il mare, stimolò anche forme di artigianato,
che alimentarono gli scambi nella pianura laziale.
In questa fase ebbe una certa preminenza la piccola città di Alba, situata
La città di Alba
sui Colli Albani; ma presto, ancora prima del Mille, acquistò una certa
importanza sul Tevere un abitato, la futura Roma, che aveva il vantaggio
di trovarsi proprio di fronte all'isola Tiberina, che facilitava il superamento del corso d'acqua; di lì passava anche la via del sale, la Via Salaria,
proveniente dal mare.
Secondo la tradizione la città di Roma fu fondata il 21 aprile del 753
Fondazione di Roma
a.C., in realtà, essa sorse a poco a poco, un quartiere alla volta.
I primi insediamenti nella zona della futura città di Roma sorsero sul colle
Palatino, dove si insediò intorno al X secolo, una colonia latina, proprio
su quella parte che guarda il Tevere. In quel punto il fiume è diviso
dall'isola Tiberina, punto di passaggio obbligato non solo per il commercio che si svolgeva tra Nord e Sud, ma anche per quello che dal mare si
sviluppava verso l'interno del Lazio e dell'Italia centrale per via fluviale.
I resti archeologici più antichi ritrovati sul Palatino ci attestano l'esistenza
di un villaggio di capanne circondato da un terrapieno: la Roma qua-
Roma quadrata
drata della tradizione.
È questo il luogo in cui alla metà dell'VIII secolo, secondo la leggenda, fu
Il mito
fondata Roma dal mitico primo re Romolo. Il mito in realtà descrive un
processo in atto che anche qui portava alla nascita della città, dato il mi-
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glioramento dell'agricoltura e l'accumulo di eccedenze alimentari che
consentivano il concentramento della popolazione in un centro urbano
nascente.
Dalla fondazione fino al 509 a. C. Roma sarebbe stata governata da sette
I sette re
re e le molte leggende che circondano questi sovrani hanno una buona
parte di verità; infatti i racconti fantasiosi riguardanti questi re corrispondono al progressivo allargamento dell'influenza di Roma sulle zone circostanti, grazie alla conquista di Alba e alla creazione del porto di Ostia
sulle foci del Tevere.
Non molto tempo dopo il progressivo evolversi di un'economia di
scambio sollecitò la creazione di empori commerciali, in cui confluirono
le merci in arrivo e da cui partivano quelle da esportare. Successivamente
grazie alla conformazione che la natura aveva dato a quel luogo, circondandolo di colli distanti dal mare, esso divenne un punto ideale per stare
sicuri da ogni pericolo.
Il solido fondamento della società romana arcaica era la famiglia che,
La famiglia
legata ad altre famiglie con vincoli di parentela, costituiva la gens, o
gruppo genrilizio.
I maggiori gruppi gentilizi costituivano il patriziato; gli altri, i plebei,
Patrizi e plebei
erano esclusi dai diritti politici.
Il re era assistito da un senato, costituito da un centinaio di anziani rappre-
Il re
sentanti dei maggiori gruppi gentilizi. I comizi curiati, formati da patrizi,
fornivano l'esercito di 3000 fanti e 300 cavalieri; i comizi si riunivano
anche per approvare le decisioni più rilevanti prese dal re e dal senato.
La civiltà romana subì inizialmente la positiva influenza degli Etruschi,
specie per quanto riguarda la religione. Del resto, secondo ogni probabilità, gli ultimi sovrani furono di origine etrusca, e questo starebbe a dimostrare che le città etrusche, interessate allo sviluppo di Roma, cercarono in
qualche modo di controllarla, direttamente o indirettamente. È anche probabile che i re etruschi favorissero l'espansione delle attività commerciali
a scapito dei ceti agrari gentilizi: e ciò spiegherebbe la rivolta del patriziato romano, che nel 509 a.C. determinò la caduta dell'ultimo re, Tacqui-
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L’influenza degli
Etruschi
nio il Superbo, e il trapasso dalla monarchia alla repubblica.
Nel V secolo a. C. la repubblica romana affrontò vittoriosamente gli Etruschi di Chiusi e, più tardi, di Veio, i Latini (che, battuti, strinsero poi con
Roma un patto d'alleanza) e le popolazioni montanare degli Equi e dei
Volsci.
Nel medesimo tempo Roma provvide a modificare profondamente le
proprie strutture politiche, avviandosi a superare la vecchia divisione fra
patrizi e plebei e adottando il cosiddetto ordinamento centuriato, a base
censitaria, che affidava il potere non più ai patrizi, ma alle classi più abbienti in generale (e quindi anche ai plebei arricchiti).
1.2 - Roma regale
Per i primi due secoli e mezzo Roma - secondo la tradizione - fu governa-
I sette re
ta da sette re.
Sempre secondo la tradizione, l'intera popolazione venne divisa in tre
tribù: Ramnènsi o Romani, Tiziènsi o Sabini e Lùceri; ogni tribù in 10
curie (quindi 30 curie) e ogni curia in 10 genti o casate (quindi 300 genti),
ognuna delle quali composta di un numero più o meno grande di famiglie.
Una parte della popolazione, formata da stranieri, non era compresa nelle
tribù e viveva in uno stato d'inferiorità politica e non poteva occuparsi
degli affari dello Stato: essa era costituita dai cosiddetti clienti (da clùere
I clienti
e quindi = coloro che ubbidiscono) ed erano costretti a vivere alle dipendenze di un cittadino.
Naturalmente tutte le leggi dello Stato dovevano ottenere il consenso dei
cittadini, che, per dare il proprio voto, si radunavano per curie dietro
convocazione del Re, alle cui proposte erano tenuti a rispondere o sì o no.
Capo dello Stato era il re (da règere o guidare), magistrato unico e non
Il potere del
re
ereditario, ma eletto dalle curie e scelto da una lista di candidati presentata
dal Senato e gradita agli dei. Egli era capo della religione, arbitro della
pace e della guerra e, in caso di conflitto, comandante supremo delle forze
armate e supremo giudice in ogni causa capitale.
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Il Senato o assemblea degli anziani, aveva il compito di dare consigli al
sovrano.
In origine era composto da 200 membri, 100 Romani e 100 Sabini.
Il primitivo governo della città era dunque una monarchia elettiva costituzionale, i cui poteri erano ripartiti fra il re, il Senato (200 membri) e i Comizi Curiati (30 curie).
1.3 - I 7 Re di Roma
1.3.1 - Romolo
Per i primi due secoli e mezzo, Roma - secondo la tradizione - fu governa-
Romolo
ta da sette re, al primo dei quali, Romolo, venne attribuita la fondazione
della città e il suo popolamento. Si fa inoltre risalire a lui il merito di
avere fuso i Romani con i Sabini e di avere accolto entro le mura un nuovo popolo, anch'esso secondo la critica di origine latina: quello dei Lùceri.
Romolo governò dal 753 al 716 a.C.
Per quanto riguarda la sua morte, ci si rifà alla leggenda, secondo la quale
durante un temporale, egli scomparve rapito in cielo dal dio Marte. I
Romani da quel giorno lo venerarono con il nome di "Dio Quirino".
1.3.2 - Numa Pompilio
Morto Romolo (continua la tradizione), vi fu un interregno di circa un
anno nel corso del quale governarono i senatori, finchè venne eletto un re
sabino: Numa Pompilio. Il re governò 43 anni, dal 715 al 672 a.C.
Il suo governo fu assolutamente pacifico, egli rivolse ogni sua cura non a
fare guerra ai popoli vicini, come aveva fatto Romolo, ma ad educare il
popolo romano alla religione e alla virtù: a tal fine egli innalzò templi e
altari, istituì ordini sacerdotali e stabilì in particolare tutte le cerimonie del
culto.
Sembra che sia stato proprio lui ad attuare una riforma del calendario.
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Numa Pompilio
1.3.3 - Tullio Ostilio
Alla morte di Numa (sempre secondo la tradizione), i cittadini elessero,
Tullio Ostilio
come nuovo re, il romano Tullio Ostilio. Durante il suo governo dal 672
al 640 a.C., il regno fu coinvolto in continue guerre con i popoli vicini.
La più importante fu quella combattuta contro la città di Alba, causata
dalle reciproche incursioni lungo la linea di confine delle due città.
Nel corso di quel conflitto, mentre gli eserciti avversari si trovavano l'uno
di fronte all'altro, venne proposto e accettato da tutti che la contesa continuasse soltanto tra alcuni campioni scelti in entrambi gli eserciti e che la
città, che fosse risultata vincitrice, grazie alla vittoria dei suoi rappresentanti, avrebbe dominato sull'altra.
Ebbe origine così il leggendario duello fra gli Orazi e i Curiazi, che si
concluse con la vittoria dei primi. In conseguenza di ciò Alba venne sotto-
Duello fra Orazi e
Curiazi
messa e dopo poco tempo distrutta. Molti Albani vennero condotti a Roma e i membri delle principali famiglie divennero cittadini romani. Molti
altri invece, considerati plebei, furono esclusi dal godimento di tutti i
diritti di cittadinanza.
1.3.4 - Anco Marzio
Alla morte di Tullio Ostilio fu eletto re Anco Marzio (640-616 a. C.) che
Anco Marzio
fu un re bellicoso come il suo predecessore, ma diversamente da lui Anco
Marzio, considerò la guerra come un mezzo utile per prevenire gli assalti
delle popolazioni vicine.
Egli pensò - come scrive Dione Cassio - che, per godere di una pace sicura, era necessario "rendere inoffensivi i popoli confinanti" e agì secondo il
motto: se vuoi la pace, prepara la guerra!
Secondo la leggenda fu Anco Marzio che, per assicurare a Roma la navigazione sul Tevere e il dominio della costa marittima, fondò il porto di
Ostia.
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1.3.5 - Tarquinio Prisco
La tradizione narra che un ricco mercante di nome Demarato andò a
Tarquinio Prisco
vivere, verso il 655, nella città etrusca di Tarquinia e sposò una donna del
luogo. Suo figlio Lucio Tarquinio, si trasferì a Roma, dove con l'aiuto
delle famiglie etrusche ivi residenti, riuscì a farsi eleggere re.
Tarquinio, detto Prisco (= "antico" rispetto al successivo Tarquinio "il
Superbo"), regnò per circa quaranta anni.
A lui fu attribuita la conquista di tutto il Lazio; con l'aiuto di architetti
etruschi abbellì la città di molti edifici pubblici. Ingrandì e ornò di portici
il Foro Romano per le pubbliche riunioni, costruì il Circo Massimo per i
grandi giuochi, aprì la Cloaca Massima per asciugare le valli interne della
città e convogliare le acque nel Tevere.
Morì tragicamente: fu assassinato dai patrizi che mal tolleravano il suo
dispotismo. La vedova di lui, Tanaquilla, riuscì tuttavia ad assicurare il
trono al figlio Servio Tullio, che fu il primo dei re romani non eletto dal
senato.
1.3.6 - Servio Tullio
Servio Tullio fu uno dei più grandi re dopo Romolo. Gli storici romani gli
attribuirono, oltre la costruzione delle mura di cinta della città, un'importantissima riforma con la quale egli diminuì l'importanza politica della
nobiltà, infatti divise i cittadini in classi distinte in rapporto alla ricchezza.
In tal modo le antiche famiglie aristocratiche persero parte del loro
predominio perché furono costrette a condividere il potere con i ricchi
"non nobili".
Anch'egli morì miseramente: un nuovo Tarquinio, nipote di Prisco, dapprima lo accusò di regnare illegalmente nella speranza che il popolo lo detronizzasse (infatti si era imposto arbitrariamente ai cittadini), poi - non
essendo riuscito nell'intento - lo uccise e si proclamò re al suo posto.
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Servio Tullio
1.3.7 - Tarquinio il Superbo
Tarquinio il Superbo governò tirannicamente. Narra Dione Cassio che
Tarquinio il Superbo
fece crocifiggere nel foro alcuni cittadini, che costrinse uomini liberi a
lavori servili e così "ben presto si attirò l'odio di tutti".
Secondo una leggenda, suo figlio Sesto Tarquinio avrebbe arrecato oltraggio ad una nobile matrona romana: Lucrezia, moglie del patrizio Collatino. Quest'episodio, seguito dal suicidio di Lucrezia che non riuscì a
sopravvivere all'offesa, sarebbe stato la causa di una generale sollevazione
del popolo che, capeggiato da Collatino e dall'amico Giunio Bruto, insorse contro i Tarquini che vennero cacciati dalla città (509 a. C.).
Tarquinio il Superbo fu l'ultimo re di Roma.
Le origini di Roma
1500 ca. a.C.
Nella media e recente età del bronzo, primi insediamenti nel
Lazio primitivo.
1200-1000
Tracce persistenti di insediamenti nella zona, facenti capo a
villaggi di agricoltori.
1000-800
Ruolo rilevante dell'abitato di Alba sui Colli Albani.
753
Data tradizionale della fondazione di Roma.
VII sec.
Roma vive l'età regia arcaica, probabilmente sotto la guida di sovrani di origine sabina.
VI sec.
Roma è governata da sovrani di origine etrusca.
509
Fine dell'influenza etrusca su Roma. Caduta dell'istituto monarchico e inizio della repubblica guidata dai patrizi.
499
Battaglia del lago Regillo.
493
Foedus Cassianum.
490-430
Guerre contro i Volsci, gli Equi e gli Etruschi di Veio.
450-451
Redazione delle leggi delle XII Tavole.
445
Approvazione della legge Canuleia.
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Presa di Veio.
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Test
1. Secondo la tradizione la città di Roma fu fondata nel:
a) 755 a.C.
b) 753 a. C.
c) 573 a.c.
2. Secondo la leggenda Romolo morì:
a) scomparendo in cielo rapito dal dio Marte.
b) Annegato in mare e ritrovato nelle spiagge di Ostia.
c) Ucciso dalla moglie con il veleno.
3. Il leggendario duello fra Orazi e Curazi ebbe come conseguenza:
a) la vittoria dei Curazi.
b) La sconfitta di entrambi.
c) La vittoria degli Orazi.
4. Tarquinio il Superbo governò:
a) in maniera democratica.
b) Tirannicamente.
c) Con rigore.
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