Approccio ergonomico alla gestione della sicurezza in azienda Dr.ssa Valentina Abrami Responsabile editoriale EdiProf Edizioni Professionali AIAS Ergonomia - definizione L’ergonomia è la scienza che integra conoscenze provenienti da aree disciplinari diverse (politecnica, biomedica, psico – sociale per adeguare il lavoro alle caratteristiche fisiche e psichiche, alle limitazioni o alle abilità degli uomini e delle donne. I.E.A. International Ergonomics Association (San Diego 2001) Evoluzione storica dei modelli di gestione: dalla visione tecnica a quella sistemica Era tecnica (anni ‘60-’70): le misure atte a migliorare i processi si traducevano in miglioramenti dell’affidabilità e della qualità delle macchine e degli strumenti di lavoro. Era della componente umana (anni ‘70-’80): il miglioramento del processo era affidato ad un miglioramento dell’addestramento, delle interfacce uomo-macchina, dei luoghi di lavoro, dei sistemi di supporto decisionali, ... Era sistemica (fine anni ‘80) si comincia a prendere in considerazione in modo globale l’interazione tra elementi tecnici, umani, organizzazione del lavoro. Gestire la sicurezza partendo dallo studio dell’uomo e delle sue interazioni con il sistema. La visione sistemica Considerare il processo di lavoro come un processo costituito da diverse componenti: • uomo • artefatti con cui interagisce • procedure e modalità che regolano tali interazioni • ambiente in cui avvengono le interazioni Gestire un processo non consiste nel monitorarne le componenti considerandole isolatamente, ma analizzare ed eventualmente rimuovere le condizioni, all’interno del sistema, che ostacolano una corretta interazione tra le componenti Paradigma teorico Il modello SHEL (Edwards 1972) Software: (algoritmi) rappresenta il codice computazionale, le norme, le pratiche, in generale tutte le regole formali ed informali che determinano le modalità di interazione tra le componenti del sistema. Hardware: (apparecchiature) riguarda ogni componente materiale, fisica, comunque non umana, come strumenti, veicoli, macchinari, attrezzature… Environment: (ambiente) rappresenta l’ambiente fisico, sociale, economico, culturale, politico,.. in cui le componenti si trovano ad interagire. Liveware: (uomo) riguarda il fattore umano nei suoi aspetti relazionali e comunicazionali. Il modello SHEL Nessun processo può essere letto come composto da una sola componente ma è dalla complessa e flessibile interazione tra hardware-liveware-software all’interno di un’ environment che prendono forma i processi. Qualsiasi variazione di una componente provocherà una variazione del processo. Il processo è in continua evoluzione perché le interazioni non sono mai statiche ma sempre dinamiche è proprio questa continua evoluzione che deve essere monitorata al fine di migliorare la qualità globale del processo. Metodologia operativa Il modello SHEL 4 fasi: 1. 2. 3. 4. analisi dell’attività identificazione delle situazioni critiche proposta di soluzioni auditing dei cambiamenti introdotti nel sistema Fase 1: analisi dell’attività L’obiettivo di questa fase consiste nel rappresentare il processo di lavoro scomponendolo in diverse attività per ciascuna delle quali devono essere evidenziati: 1. persone coinvolte (liveware) 2. attrezzature e strumenti di lavoro (hardware) 3. ambiente fisico in cui si svolge l’attività (environment) 4. regolamenti e procedure seguite (software) Strumenti utilizzati: Tecniche di task analysis Fase 2: identificazione delle situazioni critiche L’obiettivo di questa fase consiste nel mettere in luce le situazioni critiche che emergono nelle diverse attività (evidenziate nella fase 1) e ripensarle non in funzione delle singole componenti in astratto ma in funzione delle reali modalità attraverso cui interagiscono. Strumenti utilizzati: • questionario SHEL • moduli di criticità Fase 3: proposta di soluzioni Presentare gli eventi critici selezionati ai lavoratori, stimolare la discussione e il confronto, individuare possibili soluzioni Strumenti SHEL • Problema in una frase (attività in cui è stato rilevato il problema, modo in cui l’attività viene intralciata, persone coinvolte, strumenti e attrezzature utilizzati, regolamenti e procedure) • brainstorming – focus groups Fase 4: auditing dei cambiamenti In seguito all’implementazione delle soluzioni identificate nella fase 3 è necessario organizzare un audit di verifica dei cambiamenti introdotti nel processo di lavoro. • I cambiamenti possono aver risolto il problema • I cambiamenti possono non aver risolto il problema • I cambiamenti possono aver risolto il problema ma averne creato un altro Fase 1: strumenti - task analysis La matrice Workflow attività S1 S2 S3 1. xxx 2. xxx 3. xxx 4. xxx 5. xxx 6. xxx 7. xxx 8. xxx Regolamenti Strumenti pratiche attrezzature ruolo S4 S5 S6 GP R K 3° Gli strumenti analitici di task analysis – la matrice workflow LA MATRICE WORK-FLOW ATTIVITA' Imp. Cam. LIVEWARE Op.s Op.b HARDWARE Est. Op.t Muletto, gru, capre d'appoggio trapano, compressore. D.P.I:… Ragno, compres., cann. acetil. Olio-gas, trapano…D.P.I. Smontaggio bonifica 1 Macchina utile? NO G P R K Op.p Bisarca, ragno, carroattrezzi, camion D.P.I Scarico SOFTWARE (d.v.r.) 1 1 1 3 Due lavoratori insieme (d.v.r.) (d.v.r.) 2 4 4 3 2 8 2 9 Scelta/vendita Bonifica 2 Compattazione Carico Trapano, svitatore, lame, bulloni, chiavi, martello, viti ragno…D.P.I Cann.acetilene, lame, ragno, compressore, svitatore….D.P.I. Pressa, ragno D.P.I. Bisarca, ragno, camion, carroattrezzi Relazione biunivoca (bidirezionale) Relazione univoca (monodirezionale) Relaz. biunivoca mediata da un supporto hardware B Trapano, svitatore, lame, bulloni, chiavi, martello, viti ragno…D.P.I LEGENDA Un singolo lavoratore SI Deposito B: si passa direttamente da bonifica1 a compattazione (d.v.r). 2 1 1 4 2 2 2 6 (d.v.r). Relaz. univoca mediata da un supporto hardware Punto di svolta del processo d.v.r. Documento per la valutazione dei rischi (d.v.r.) 3 2 3 8 ( ) indica la non pertinenza (d.v.r). 2 4 2 8 (d.v.r). 1 2 1 4 R complessità P frequenza G criticità Punteggi da 1 a 5 K stima totale (somma) ENIVRONMENT = tutte le attività si svolgono nel medesimo ambiente: all'aperto, in un piazzale, di conseguenza i fattori climatici incidono sulle procedure di lavoro relativamente a tutte le attività del processo. Anche se in questa fase le problematiche dell' environment non sono state specificate ciò non significa che l'ambiente non è stato considerato. Nella seconda fase della metodologia SHEL-FS (questionario) sono previste delle domande specifiche sui fattori dell'environment. Fase 2: strumenti - questionario Software: S1 - Le conoscenze necessarie a svolgere questa attività sono coperte in maniera esaustiva da regolamenti e istruzioni disponibili in azienda? S2 - Le pratiche operative di svolgimento dell’attività sono aderenti a quanto previsto da regolamenti e istruzioni? S3 - Le conoscenze specifiche per svolgere l’attività sono sufficienti e adeguate? Hardware: H1 - Gli strumenti eseguono la funzione per cui sono stati introdotti in modo affidabile? Fase 2: strumenti - questionario Hardware: H2 - I materiali di sussidio (manuali, prontuari, segnali) sostengono l’esecuzione dell’attività? H3 L’ambiente fisico (fattori climatici, disposizione spaziale, arredi) permette una confortevole esecuzione dell’attività? Liveware: L1 - Il flusso delle informazioni è tempestivo e adeguato a sostenere l’attività? L2 - La distribuzione del lavoro sia nel singolo lavoratore che fra lavoratori é adatta all’ esecuzione dell’attività? Fase 2: strumenti - modulo di criticità Descrizione dell’evento critico Software: S1: S2: S3: Hardware H1 H2 H3 Liveware L1 L2 Strumento utilizzato assieme al questionario, permette all’operatore di: 1) sintetizzare le opinioni dei lavoratori in relazione a software, liveware e hardware 2) fornire una descrizione degli eventi critici emersi dalle risposte al questionario Fase 3: strumenti - il meeting Questa fase consiste in un meeting in cui i lavoratori discutono le criticità individuate attraverso i questionari. L’obiettivo è quello di coinvolgere i lavoratori e renderli consapevoli non solo del problema ma anche dell’opinione degli altri. Fase 3: strumenti - il meeting Il Meeting • Dichiarazione della criticità. Problma in una frase. • Analisi della criticità: ogni singola criticità deve essere correlata dalla descrizione di eventi reali verificatisi di recente o di particolare rilevanza • Proposta di soluzioni: brainstorming e focus groups Fase 4: strumenti - audit Nel breve-medio periodo dall’introduzione delle soluzioni è necessario fare un audit con le stesse persone al fine di monitorare i cambiamenti introdotti. • Identificazione dell’obiettivo da raggiungere • Valutare se l’obiettivo è stato raggiunto • Se non è stato raggiunto o se sono emersi problemi nell’implementazione delle soluzioni bisogna decidere nuove soluzioni (ritornare alla fase 1) Conclusioni • un processo si realizza dalla complessa e flessibile interazione tra le componenti • analizzare un processo significa considerare le attività dipendenti l’una dall’altra • l’ interazione tra le componenti di un processo è sempre dinamica, per questa ragione il processo deve essere monitorato in modo continuativo • gestire la sicurezza significa intervenire sul processo partendo dallo studio dell’uomo e delle sue interazioni con il sistema e progettare le soluzioni sulla base del rapporto uomo processo