Viaggio nell’elettromagnetismo… Introduzione A TUTTO CAMPO Sorprendentemente l'ambra, la resina fossile che spesso conserva intrappolati grani di polline e insetti, offrì agli antichi filosofi greci l'opportunità di osservare un fenomeno elettrico: sapevano, pur ignorando il motivo, che bastava strofinare un pezzo di ambra, perché questo potesse attrarre polvere e altri materiali leggeri. Inoltre essi sapevano che pezzi di magnetite erano in grado di attirare a sé chiodi di ferro. L’ obiettivo di questo lavoro è relizzare alcuni esperimenti ed esporre le riflessioni teoriche che, nei primi anni Venti dell'Ottocento, diedero inizio allo sviluppo dell'elettromagnetismo. E' avvicente ripercorrrere la creatività sperimentale e il lavoro intellettuale di interpretazione di fenomeni nuovi e non riconducibili al quadro teorico precendente: esperimento di Oersted, esperimento di Ampère, prima e seconda legge di Ohm, circuiti elettrici con resistori in serie e in parallelo, esperimenti di Faraday. “La scienza non è una raccolta, un catalogo di fatti senza nesso. E' una creazione dell'inteletto umano. Le teorie fisiche tentano di costruire una rappresentazione della realtà e di determinarne i legami con il vasto mondo. Con l'aiuto delle leggi fisiche cerchiamo di aprirci un varco attraverso il groviglio dei fatti osservati, di ordinare e d'intendere il mondo. Aneliamo a che i fatti osservati discendano logicamente dalla nostra concezione della realtà senza la convinzione che con le nostre cotruzioni teoriche è possibile raggiungere la realtà. In tutti i notri sforzi, in ogni drammatico contrasto fra vecchie e nuove interpretazioni riconosciamo l'eterno anelito d'intendere, nonché l'irremovibile convinzione nell'armonia del nostro mondo, convinzione ognor rafforzata dai crescenti ostacoli che si oppongono alla comprensione. “ A. Einstein, L'evoluzione della fisica, 1938. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 1 Viaggio nell’elettromagnetismo… Un po’ di storia A TUTTO CAMPO Alcuni curiosi e divertenti fenomeni elettrici e magnetici erano noti fin dall'antichità. E'difficile andare a ricavare le prime scoperte in tal senso ma qualcosa si può dire. Intanto la stessa parola elettricità è di origine greca, deriva cioè da λεκτρον (electron ) che vuol dire ambra. L' ambra è una resina fossile che mostra particolari proprietà: se strofinata con un panno attira a sé piccoli corpuscoli posti nelle sue vicinanze. Fenomeni analoghi erano presenti anche in particolari minerali ferrosi noti come pietra di Magnesia, dal nome della città che si trovava alle falde del monte Sipilo, nell'Asia Minore, che presentavano la proprietà di attrarre a sé pezzettini di ferro. E' quindi evidente che da ambra e Magnesia discendono i nomi di due branche della fisica che per iniziare ad essere minimamente comprese richiederanno centinaia e centinaia di anni. Per una prima esposizione dei fenomeni magnetici caratterizzati da un certo rigore scientifico si deve attendere il saggio di William Gilbert (1544-1603). In questo libro è presente un capitolo sui fenomeni elettrici e magnetici che costituisce una sintesi delle poche conoscenze fino ad allora acquisite. La causa dell'attrazione dei corpi, come l'ambra e lo zolfo, era ricondotta a un generico “effluvio” che esse avrebbero emesso quando venivano strofinate e che ad esse tornava, trascinando così i corpi elettrici situati nelle vicinanze, a causa di un'ipotetica “forza specifica” diretta verso l'origine dell'effluvio. Secondo questa ipotesi la forza elettrica poteva essere solo attrattiva. L'idea che potessero esistere forze elettriche repulsive verrà introdotta solo agli inizi del XVIII secolo da Charles F. Du Fay il quale, per spiegare i fenomeni elettrici di attrazione e repulsione, ipotizzò l'esistenza di fluidi elettrici detti “vetroso” e “resinoso”, corrispondenti all'elettricità positiva e negativa rispettivamente: “Ecco dunque due elettricità di natura completamente diversa, cioè quella dei corpi trasparenti e solidi come il vetro e quella dei corpi bituminosi e resinosi come l'ambra. Le une e le altre respingono i corpi che hanno contratto una elettricità dello stesso tipo della loro e attirano al contrario quelli la cui elettricità è di natura differente dalla loro.” OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 2 Viaggio nell’elettromagnetismo… Un po’ di storia A TUTTO CAMPO La teoria dei due fluidi fu portata avanti fino alla fine del XIX secolo e nel frattempo il lavoro di eminenti personalità scientifiche di tutta Europa, quali Henry Cavendish e Charles Coulomb, stava trasformando il confuso e limitato insieme di fenomeni elettrostatici in una scienza dell'elettricità. Questa, da un parte, aveva iniziato a sfruttare macchine elettrostatiche per generare effetti elettrici ben più potenti di quelli prodotti dall'ambra, e dall'altra cominciava a stabilire alcune leggi ben fondate sperimentalmente. In questo percorso teorico-sperimentale svolse un ruolo di fondamentale importanza l'opera di Alessandro Volta che, infatti, nel marzo del 1800, pubblicò il resoconto dell'invenzione di un apparato (ricordato come pila di Volta) capace di generare flussi intensi e continui di corrente. L'invenzione della pila fu all'epoca considerata di straordinaria importanza perché facilitò le ricerche sugli effetti della corrente elettrica consentendo agli scienziati di fare grandi progressi nella comprensione dei fenomeni elettrici e magnetici. In particolare, nel 1820, il danese Hans Oersted mise in evidenza che la corrente prodotta da una pila voltaica è in grado di muovere un ago magnetico. Con questo esperimento dunque i due campi dell'elettricità e del magnetismo, fino ad allora nettamente separati, si unirono in un unico dominio di conoscenze che assunse il nome di elettromagnetismo. Allo sviluppo di questa nuova scienza parteciparono, in maggiore o minore misura, tutti i fisici dell'Ottocento dei quali, facendo sicuramente torto a molti, vogliamo ricordare almeno Andrè Marie Ampère, Georg Simon Ohm e Michael Faraday. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 3 Viaggio nell’elettromagnetismo… La carica elettrica A TUTTO CAMPO In natura esistono due tipi di carica elettrica : le particelle con carica negativa sono gli elettroni e le particelle con carica positiva sono i protoni. Insieme con i neutroni, privi di carica elettrica, i protoni formano i nuclei degli atomi. Gli elettroni in movimento intorno al nucleo, completano la struttura di ciascun atomo. Eccetto il segno, la quantità di carica posseduta da un elettrone e da un protone, detta carica elementare, è la stessa. Perciò allo stato neutro, gli atomi hanno uguale numero di elettroni e protoni. Un atomo può perdere o acquistare elettroni. Se ha degli elettroni in meno rispetto al numero di protoni che risiedono nel loro nucleo, ha una carica elettrica totale positiva ed è chiamato ione positivo. Se ha invece un eccesso di elettroni, la carica totale è negativa e prende il nome di ione negativo. La carica elettrica positiva e quella negativa devono essere trattate come quantità alegbriche: sommando con il proprio segno le quantità di carica possedute da un corpo si trova che la carica complessiva è nulla e si conserva nel tempo, come enunciato da Franklin nel 1750. COME OTTENERE I SOTTOMULTIPLI DI UNA CARICA ELETTRICA? Una sferetta metallica elettrizzata possiede un carica Q. Altre due sferette identiche sono, invece, neutre. Pongo a contatto le tre sferette. La carica Q si distribuisce per simmetria in parti uguali: la carica delle tre sferetta diventa Q/3. Una volta staccate, ciascuna sferetta possiede una carica pari a Q/3 OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 4 Viaggio nell’elettromagnetismo… Interazione fra cariche elettriche A TUTTO CAMPO !"!##$%&&'&%()!*+!$*,()#'##(* Un oggetto elettrizzato è portato a contato con l'estremità di una bachetta conduttrice neutra. La carica del primo oggetto si trasmette in parte al secondo che quindi si elettrizza con una carica dello stesso segno. Un eccesso di carica elettrica di un dato segno, prodotto in un punto della superficie di un corpo conduttore, si espande su tutta la superifcie. %)-.&%()!*!"!##$(/#'#%,'* Avviciniamo un oggetto elettrizzato ad esempio negativamente di un qualsiasi materiale a un oggetto conduttore neutro. Il conduttore si carica positivamente nella parte più vicina, negativamente nella parte più lontana. Il conduttore rimane neutro e il corpo elettrizzato non perde carica. !"!##$(0($(*-%*1("#'* !"!##$(/,(+%(* L'elettroforo di Volta, ideato da Volta nel 1775 è costituito da una base di materiale resinoso e da un disco metallico provvisto di manico isolante. Appogiando il disco sulla base carica negativamente per induzione si genera un eccesso di carica positiva sulla faccia inferiore del disco e se il disco viene toccato con un dito sulla parte superiore gli elettroni si disperdono a terra e il disco rimane carico positivamente. L'elettroscopio è uno strumento che permette di stabilire se un oggetto è elettrizzato. Portando a contatto con il pomello un oggetto metallico eletrizzato, la carica elettrica, tramite la barra, si trasmette alle fog lioline d'oro. Acquistando una carica dello stesso segno, queste esercitano l'una sull'altra una forza repulsiva che le fa divergere. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 5 Seconda legge di Ohm Viaggio nell’elettromagnetismo… A TUTTO CAMPO Sperimentalmente si vede che la resistenza di un conduttore, ad esempio di un filo, è direttamente proporzionale alla lunghezza e inversamente proporzionale alla sezione ( area ). In altre parole la corrente fluisce più facilmente in cavi corti e di grande sezione. Possiamo quindi scrivere: dove ρ è la costante di proporzionalità, chiamata resistività, sezione del filo e ℓ la lunghezza. L'unità di misura della resistività è l'Ohm per metro. A è la L'alimentatore fornisce ai morsetti una differenza di potenziale pari a 5 V che viene mantenuta fissa. Inzialmente la pinza a coccodrillo è posta all'estremo del filo di nichelcromo, che è lungo un metro. Si sposta lentamente il coccodrillo lungo il filo di nichel-cromo osservando come varia la corrente che scorre nel circuito. Lunghezza) filo)(m)) I) (A)) R) (Ohm)) 0,65) 0,7) 0,75) 0,8) 0,85) 0,9) 1) 0,92) 0,87) 0,83) 0,78) 0,72) 5) 5,43) 5,75) 6,02) 6,42) 6,94) OPEN DAY 2015 Alexis Carrel Lunghezza) filo)(m)) I) (A)) R) (Ohm)) 0,65) 0,7) 0,75) 0,8) 0,85) 0,9) 0,52) 0,47) 0,44) 0,42) 0,4) 0,37) 9,62) 10,64) 11,36) 11,9) 12,5) 13,52) Si ripete la precedente operazione disponendo in parallelo al primo, il secondo filo di nichel-cromo, che è identico al primo. Inzialmente la pinza a coccodrillo è posta all'estremo del filo di nichelcromo, che è lungo un metro. Si sposta lentamente il coccodrillo l u n g o i l fi l o d i n i c h e l - c r o m o osservando come varia la corrente che scorre nel circuito. 9 Viaggio nell’elettromagnetismo… Il magnetismo A TUTTO CAMPO Avvicinando un pezzo di magnetite a una barra di acciaio si ottiene un magnete artificiale, o calamita; l'ago magnetico di una bussola è un magnete artificiale. La bussola magnetica si è diffusa nei paesi Occidentali nel XII secolo, ma era usata ancora prima dai cinesi Un ago magnetico libero di ruotare intorno al suo centro orienta una delle sue estremità, sempre la stessa, verso il Nord terrestre e l'altra verso il Sud. Le due estremità del magnete sono chiamate, rispettivamente, polo Nord e polo Sud. Le calamite interagiscono fra loro con forze attrattive o repulsive, che vicino ai poli sono particolarmente intense. Poli magnetici di nome diverso si attraggono, come fanno le cariche di segno opposto, mentre i poli dello stesso nome si respingono, così come le cariche elettriche dello stesso segno. C'è però una notevole differerenza fra i poli magnetici e le cariche elettriche: le cariche di un segno si possono separare da quelle di segno opposto, ma altrettanto non si può fare con i poli. La ricerca del cosidetto monopolo magnetico non ha avuto fino ad ora esito positivo. Ponendo nello spazio una calamita, essa genera una campo magnetico ossia una perturbazione che si propaga nello spazio circostante a velocità finita. Per eplorare un campo magnetico si utilizza un ago magnetico. Infatti in ogni punto in prossimità di un magnete, un ago magnetico assume una determinata orientazione di equilibrio: la direzion lungo la quale si dispone l'ago è la direzione del campo nel punto considerato. Il verso del campo, per convenzione, è quello che va dal polo S al polo N dell'ago. L'intensità di tale perturbazione diminuisce mano a mano che ci si allontana dal magnete. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 10 Viaggio nell’elettromagnetismo… Campo magnetico A TUTTO CAMPO Consideriamo il campo magnetico generato da un filo rettilineo percorso da corrente continua di intensità i. Ponendo nelle sue vicinanze un ago magnetico esso di dispone lungo la direzione del campo magnetico. Le linee di campo sono circonferenze concentriche con centro sul filo stesso. Visualizzazione delle linee di campo di una spira circolare. Con il termine spira si intende un filo conduttore chiuso su sé stesso e di forma circolare. Visualizzazione delle linee di campo di un solenoide. Con il termine solenoide si intende un avvolgimento di spire infinitamente lungo. All'interno le linee sono parallele all'asse del solenoide. AZIONE DI UN MAGNETE SULLA CORRENTE Consideriamo un filo percoso da corrente disposto fra le estremità di una calamita a ferro di cavallo e disponiamo perpendicolare al filo un dinamometro. Facendo variare la corrente che circola e la lunghezza del filo, il valore segnato del dinamometro varia. Indicando con F l'intensità della forza, possiamo scrivere AZIONE RECIPROCA TRA CORRENTI Stimolato dalla scoperte di Oersted sulle interazioni tra correnti e magneti, il francese Andrè-Marie Ampère dimostrò con una serie di esperimenti che due fili paralleli percorsi da corrente esercitano una forza l'uno sull'altro: si attraggono o si respingono a seconda che le correnti scorrano nello stesso verso o in versi opposti. Trovò, inoltre che, a condizione che i due fili siano separati da una distanza piccola rispetto alla loro lunghezza, l'intensità della forza con cui essi interagiscono per unità di lunghezza dipende dalla loro distanza e dalle intesità delle correnti. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 11 Viaggio nell’elettromagnetismo… Induzione elettromagnetica A TUTTO CAMPO Dopo che Oersted, nel 1820, ebbe dimostrato che un filo percorso da corrente genera un campo magnetico, si moltiplicarono le ricerche per verificare se fosse possibile l'effetto simmetrico: ottenere correnti elettriche da campi magnetici. Fu l'inglese Michael Faraday, nel 1831, a scoprire che in particolare condizioni un campo magnetico può generare una corrente elettrica. In figura è riportato un dispositivo utilizzato da Faraday in uno dei suoi esperimenti, costitutito da una calamita e da un circuito di cui fa parte una bobina e un galvanometro, un misuratore di corrente molto sensibile. Il movimento della calamita mette in circolazione una corrente nella bobina e la sua intensità cresce se la calamita è spostata più rapidamente, si annulla se la calamita viene arrestata. La corrente che si produce allontanando dalla bobina il polo N ha verso opposto rispetto a quella che si produce avvicinandolo e avvicinare il polo S ha lo stesso effetto che allontanare il polo N. La corrente che circola nella bobina è detta corrente indotta e la sua produzione è nota come induzione elettromagnetica. Faraday rilevò una corrente indotta anche in un'altra circostanza. Ora l'esperimento è costituito da due bobine avvolte a un anello di ferro. La prima è alimentata da una batteria ed è provvista di un interruttore mentre la seconda è chiusa su un galvanometro. Facendo circolare corrente nella prima bobina, si registra un passaggio di corrente anche nella seconda. Questa corrente cessa quando, terminata la fase transitoria che segue la chiusura dell'interruttore, la corrente nel primo circuito diventa costante. Torna poi a scorrere, per un breve intervallo di tempo, nel momento in cui si riapre l'interruttore. Ma cosa perme+e la produzione di corrente indo+a? In tutti e due i casi, il circuito in cui si produce una corrente è immerso in campo magnetico, generato dalla calamita o dalla bobina percorsa da corrente ma la presenza di un campo magnetico non basta. Ad esempio se la calamita è ferma, nella bobina non scorre corrente. Affinchè nel circuito scorra corrente il campo magnetico deve variare nel tempo. In alternativa, le linee di campo e il circuito devono essere in moto relativo. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 12 Viaggio nell’elettromagnetismo… Conclusioni A TUTTO CAMPO Gli esperimenti di Faraday gettarono le premesse per la teoria dell'elettromagnetismo sviluppata da James Clerk Maxwell. Che un campo magnetico variabile nel tempo producesse un campo elettrico era noto ma si pensava, però, che allo spegnersi del campo magnetico corrispondesse quello del campo elettrico. Invece il campo elettrico e il campo magnetico si propagano nello spazio sostenendosi reciprocamente perché, come previsto da Maxwell, un campo elettrico variabile è sorgente di un campo magnetico. Ha perciò origine la propagazione di un impulso elettromagnetico che viaggia nello spazio. La per turbazione elettr omagnetica ha tutt e le caratteristiche di un'onda : si parla quindi di onda elettromagnetica. Alla fine del XIX secolo, alla maggior parte dei ricercatori sembrava che il quadro teorico della Fisica, fondato sulla teoria del campo elettromagnetico e sulla meccanica, non richiedesse ulteriori completamenti teorici. Così si esprimeva Lord Kelvin nel 1891: “Abbiamo scoperto tutto ciò che si poteva scoprire nel mondo delle scienze fisiche. Il resto non comporta altro che misurazioni sempre più perfezionate.” Questo giudizio si dimostrò però del tutto errato e vent'anni dopo, Max Plank, uno dei fondatori delle nuove teorie del Novecento, affermò: “Chi contempli dall'alto e da una certa distanza lo stato attuale delle teorie fisiche non può sottrarsi all'impressione che i numerosi nuovi reperti sperimentali, in parte del tutto imprevisti, abbiano portato lo scompiglio nel campo dell'indagine teorica, che sembra oramai costretta a camminare a testoni, mentre nel periodo precedente, che ben a ragione fu detto classico, procedeva con tanta tranquilla sicurezza. La fisica teorica odierna può fare l'impressione di un vecchio e venerabile edificio che va in sfacelo, di cui un pezzo dopo l'altro si stacca e cade, mentre gli stessi muri maestri minacciano di vacillare.” I fondamenti di questo nuovo quadro concettuale furono posti durante i primi tre decenni del XX secolo e furono poi sviluppati nei decenni successivi. La loro applicazione consentì di comprendere quei fenomeni che la fisica dell'Ottocento aveva messo in evidenza senza riuscirne a darne una spiegazione soddisfacente. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 13 STRUMENTI DI MISURA Viaggio nell’elettromagnetismo… A TUTTO CAMPO Per misurare l'intensità di corrente in un circuito e la differenza di potenziale fra gli estremi di un generatore si adoperano, rispettivamente, l'amperometro e il voltmetro. Amperometro Gli amperometri misurano la corrente che circola in un circuito e funzionano se gli elettroni fluiscono al loro interno in un verso prestabilito. Perciò il terminale positivo (quello rosso) deve essere collegato con il polo positivo del generatore o della lampadina, il terminale negativo (quello nero) deve essere collegato con il polo negativo del generatore o della lampadina. Voltmetro Il voltmetro rileva la differenza di potenziale fra i propri terminali che è anche l'energia erogata dal generatore. Il terminale positivo (quello rosso) deve essere collegato con il polo positivo del generatore, il terminale negativo (quello nero) deve essere collegato con il polo negativo del generatore. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 14 Viaggio nell’elettromagnetismo… RESISTORI IN SERIE A TUTTO CAMPO Consideriamo il circuito in figura, costituito da due resistori collegati in serie. a) In questo caso abbiamo che la stessa quantità di carica passa, in un dato tempo, sia nel resistore R1 che in R2. Se così non fosse avremmo, nel tempo, un accumulo di carica in uno dei due resistori. b) Questo equivale a dire che la stessa corrente, I, passa per i due resistori. c) La differenza di potenziale, invece, si ripartisce fra i resistori in modo che ΔV1 = I R1 e ΔV2 = I R2. R1# ΔV1 R2# ΔV2 Poichè la differenza di potenziale totale è ΔV = ΔV1 + ΔV2 , si ha che ΔV = I R1 + I R2 = I (R1 + R2) OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 15 Viaggio nell’elettromagnetismo… RESISTORI IN PARALLELO A TUTTO CAMPO Consideriamo il circuito in figura, costituito da due resistori collegati in parallelo. a) In questo caso abbiamo che ai capi di entrambi i resistori vi è applicata la stessa differenza di potenziale, ΔV. b) La corrente, invece, viene ripartita fra i due resistori in modo che: I1 = ΔV / R1 e I2 = ΔV / R2. c) La corrente totale che scorre nel circuito è data da I = I1 + I2. ΔV R1# I1# R2# I2# Poichè la corrente totale è I = I1 + I2 , si ha che OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 16 Viaggio nell’elettromagnetismo… RETI ELETTRICHE A TUTTO CAMPO Predisposto l'alimentatore in modo da avere in uscita una differenza di potenziale pari a 10 V, è possibile montare un circuito il cui schema elettrico è riportato in figura. In esso sono presenti quattro resistori disposti sia in serie che in parallelo. a) Nel resistore da 10 Ω e da 15 Ω circola la stessa corrente di intensità I. Mentre la corrente quando arriva nel punto B, per il teorema dei nodi, si ripartisce in parte sul resistore da 22 Ω e in parte sul resistore da 56 Ω in modo che I = I1 + I2 . b) Per quanto riguarda la differenza di potenziale ai poli dei resistori abbiamo che: ΔV = ΔVA,B + ΔVB,C + ΔVC,D I resistori da 22 Ω e da 56 Ω sono caratterizzati ai loro poli dalla stessa differenza di potenziale denominata nella formula precedente con ΔVB,C. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 17 Viaggio nell’elettromagnetismo… RESISTENZA ELETTRICA E TEMPERATURA A TUTTO CAMPO I conduttori e gli isolanti si distinguono per la loro resistività: per i conduttori la resistività assume valori compresi fra 10-8 e 10-5, mentre i buoni isolanti hanno valori superiori a 1011. Il valore di resistività cambia da un materiale all'altro e, per un dato materiale, aumenta all'aumentare della temperatura. La corrente elettrica è un flusso ordinato di elettroni che grazie al generatore si dirigono dal punto a potenziale più basso verso il punto a potenziale più alto. L'aumento di temperatura crea una maggiore agitazione termica nel reticolo atomico del conduttore e un conseguente aumento dei moti disordinati che si oppongono alla conduzione ordinata. Ciò equivale ad un aumento di resistività. E' possibile sfruttare la corrente elettrica per osservare l'effetto termico cioè la trasformazione di energia elettrica in calore. All'interno del calorimetro è contenuta dell'acqua che deve essere scaldata: ciò avviene per mezzo di una serpentina di rame posta all'interno del recipiente in cui scorre della corrente. Ciò è visibile vedendo come varia la t emper atur a del termometro posto nel calorimetro. OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 18 ESPERIMENTO DI OERSTED Viaggio nell’elettromagnetismo… A TUTTO CAMPO “L'elettromagnetismo fu scoperto nell'anno 1820, dal professore H.C.Oersted dell'università di Copenaghen. Lungo tutta la sua carriera egli aveva persistito nella tesi che gli effetti magnetici sono prodotti dalle stesse forze che producono gli effetti elettrici. Nell'inverno del 1819-1820, tenne una serie di corsi sull'elettricità e gli studi preparatori di tali lezioni lo impegnarono in ricerche molto approffondite. Egli provò per la prima volta un suo esperimento davanti al pubblico: il progetto era di far passare attraverso un filo di platino molto sottile messo sopra una bussola ricoperta da una lastra di vetro, la corrente fornita da un generatore. L'ago magnetico, pur chiuso in una scatola, si agitò ma dato che l'effetto era molto debole e molto irregolare, l'esperimento non fece molta impressione all'uditorio. Sovraccaricato di lavori di routine per parecchi mesi lui stesso non tentò altre esperienze. In luglio ricominciò i suoi espetimenti con un generatore più potente e ora il successo era evidente., malgrado gli effetti rimanessero deboli in quanto egli usava dei fili molto sottili; scoprì in seguito, continuando le esperienze per qualche giorno, la legge fondamentale dell'elettromagnetismo, cioè che l'effetto magnetico della corrente elettrica ha un movimento circolare attorno a questa.” Introduzione alla storia delle Scienze, H.C.Oersted OPEN DAY 2015 Alexis Carrel 19