Homo Viator – Elementi di un`Antropologia Francescana

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Homo Viator – Elementi di un'Antropologia Francescana
La Formazione dipende anche dalla visione antropologica. Il corso vuole offrire la visione
dell'uomo a partire della tradizione francescana, che ci presenta una antropologia in una visione
teologica.
Il posto dell'antropologia nella teologia e nella spiritualità
Come la teologia prende in considerazione la rilevanza della rivelazione Divina per l’esistenza
Domanda fondamentale: Come può l’uomo vivere la sua esistenza concreta alla luce della fede?
Visione della fede non basata su una verifica sperimentale, né su una deduzione razionale, né su
un’intuizione incontrollabile, ma basata sulla libertà umana, (Pesch 32 s.) di voler ricercare una
risposta alle domande esistenziali della vita sulla base della rivelazione divina.
antropologia teologica = deve parlare dell'uomo concreto davanti a Dio. = il tentativo riflesso
dell'uomo volto a raggiungere la comprensione di sé per mezzo della Rivelazione; lo studio del
fenomeno umano alla luce e sotto la guida della parola di Dio, nella cornice di una visione cristiana
del mondo; l’uomo nel suo legame essenziale al mistero di Dio. (Sanna 21)
L'antropologia teologica = mediata dalla cristologia, la quale dà all'uomo la possibilità di conoscere
il senso della sua esistenza nel piano concreto storico della creazione (Sanna 8)
Teologia - Cristologia - Antropologia teologica
Perché un’antropologia teologica: Dio stesso è diventato uomo in Cristo Gesù; Dio stesso vuole
andare incontro alla realtà della vita umana.
Metodo di lavoro
soggetto dell’antropologia teologica = l’uomo
a priori - trascendentale - esistenza davanti a Dio
a posteriori - categoriale - mondo concreto di vita
analisi dell'uomo e della sua situazione storica - riflessione trascendentale (cfr. Müller)
metodo storico - salvifico: l’uomo riflette sul suo essere creatura, dopo il peccato originale, nella
riconoscenza della grazia di Dio. (cfr. Sanna 23, 66 s.)
Disposizione teologica della Rivelazione - processo vivo della tradizione - esame delle stazioni
esemplari della storia in vista di un’affermazione comune - rilevanza pastorale. (cfr. Pesch 40, 44)
a priori (Kant) = ciò che non dipende dall` esperienza e la condiziona; ciò che la ragione ricava dalla
propria interiorità e si fonda su principi
a posteriori = ciò che deriva dalla esperienza, o ne dipende; ciò che la ragione riceve dall’esperienza
empirica
Diversi Gruppi di una Terminologia
Per i francescani il parlare di Dio era sempre legato al parlare dell'uomo = teologia relazionale;
Il linguaggio usato nella tradizione francescana ci offre diversi elementi e dimensione per
poter delineare una antropologia in prospettiva francescana. (Autori principali: Francesco, Chiara,
FF, Antonio, Alessandro di Hales, Bonaventura, Pietro Giovanni di Olivi, Giovanni Duns Scoto).
L'antropologia dei Francescani gira intorno di alcuni termini principali, che fungono da parole
chiave e concettuali; i termini sono presenti nella prima generazione in modo primitivo e
rudimentale e man mano, di generazione in generazione si sviluppa e si approfondisce la
comprensione e i contenuti di questa terminologia. Questa terminologia ci apre i contenuti e gli
elementi di alcune dimensioni dell'antropologia in prospettiva francescana.
La situazione dell’uomo nel tempo di Francesco
Visione teologica e filosofica dell’uomo
Il secolo 1200 porta una rinascita intellettuale. L’interesse si occupa di più dell’umanità.
L’occidente ha assorbito la scienza naturale, la filosofia degli Arabi e della cultura pagana greca.
Inizio delle grandi scuole monastiche, delle cattedrali e le prime università. Non esiste ancora una
scienza autonoma sull’uomo. L’uomo è oggetto di studio solo nel suo rapporto con Dio. Ma
importante diventa una nuova domanda: Cur homo? (Perché Dio ha creato l’uomo? Qual è il suo
posto, qual è il suo ruolo nell’universo?)
scuola di Chartres - platonismo intellettuale (le idee), scienza della mente;
scuola Cistercense - mistica pura (fede e devozione sono più importanti), scienza dell’amore;
scuola di S. Vittore - cerca di creare una sintesi
Un nuovo concetto della natura
La natura, scoperta nella sua realtà profana, assume un valore religioso. L’armonia del cosmo e le
leggi della natura rivelano la presenza di Dio. La nuova teologia comporta un’antropologia in cui
l’economia cristiana s’illumina della conoscenza della natura e dell’uomo.
L’uomo: Macrocosmo - Microcosmo; composto di corpo e di anima; occupa il posto intermedio tra
Dio e il mondo. Creato ad immagine e somiglianza = fondamento dell’antropologia medievale.
Grandezza e miseria dell’uomo
immagine = libero arbitrio - rimane anche dopo il peccato;
somiglianza = le virtù - spariscono per causa del peccato;
punto culmine dell’anima è la mens o l’intelligenza, la dignità dell’uomo è la dignità dell’anima - il
corpo è viltà: Ugo di S. Vittore, S. Bernardo, Innocenzo III.; solo Bruno Artensis (segue
Tertulliano): tutto l’uomo ha una dignità. Dualismo metafisico: l’anima è superiore al corpo. Il
corpo = carcere (Alcherio, I. III), vaso impuro (Guglielmo di Conches), causa del peccato originale,
veste, abito (Ugo di S. V.). Ma l’anima si unisce al corpo in un legame di amicizia (Alchesio),
l’anima è la compagna del corpo in una distanza metafisica (Guglielmo di S. Thierry).
Grandezza e dignità dell’uomo:
creato da Dio a immagine e somiglianza, capo di tutte le creature, redento da Cristo
nell’incarnazione, chiamato alla gloria eterna;
Vanità, debolezza e miseria dell’uomo:
prima caduta, la libertà si realizza nel fare il male, disordine e perdita dell’armonia con il creato;
L’uomo deve ritornare a Dio tramite un itinerarium di virtù e con il disprezzo del mondo e di tutto il
corporale;
I Catari: Dualismo, parte cattiva, materiale (corpo) = opera del demonio; una parte buona, spirituale
= creata da Dio.
Esempio di Lettura: Lotario de Segni (Innocenza III.), De miseria humane conditionis.
La Persona
Boethius:
La persona è la sostanza individuale di una natura razionale. B determina l'essere.
L'essere persona appartiene alla natura, di chi è persona e fa parte dell'essere. Persona non è identico
con Individuo. La Persona è un essere determinato, per se stesso, con ragione e separato da tutti gli
altri esseri. Distinzione di uno dall'altro. La persona indica autonomia e propria identità. Solo un
essere razionale può essere una persona. Alla persona appartiene individualità.
Richard di S. Vittore
La persona è un essere razionale che esiste per se stesso in una determinata e unica forma. R
determina il termine e lo mette in una visione più ampia.
Non-comunicabilità. Essere proprietà di se stesso. Autonomia, libertà interna e chiusura esterna.
Essere un altro. Esistere (ex-sistere) da dono di un altro, ma a modo proprio. Identità e diversità con
un posto nel tutto.
Liberum arbitrium
1 Def. (Anselm von Canterbury): la libera volontà è il potere di mantenere il giusto orientamento
della volontà.
La libera volontà è al servizio dell’ orientamento giusto. La libera volontà e la potenza, con quale
l'uomo sceglie liberamente e non costretto di orientarsi verso il suo proprio vero fine la giustizia di
Dio.
2 Def. (Anselm von Laon): La libera volontà è la capacità della ratio e della volontà con quale
insieme alla grazie si sceglie il bene e senza la grazia il male.
La libertà di scelta è orientata a mantenere il bene nell'uomo, che lui stesso ha scelto liberamente.
Come l'uomo sotto il peccato non è più capace di fare questo soccorre la grazia.
La libera volontà non è orientata al male, ma circondato dal male.
3 Def. (Bernardo di Cl.): Adesione per causa della libertà della volontà, che non si può perdere, e
del giudizio retto della ragione.
La libera volontà viene dalla volontà e dalla ragione. La libera scelta è un agire volontario
accompagnato dalla ragione orientata verso il bene.
4 Def. (la filosofica aristotelica): giudizio libero sulla base della volontà.
Condizione sociale dell’uomo
Struttura feudale - sviluppo commerciale - la prima borghesia - un primo proletariato vicino alle
città;
Majores - Minores
Le guerre cittadine - Assisi contro Perugia - le crociate
A) Immagine (Imago Dei) - Similitudine (Similitudo) [Base teologica –
Termine teologico]
Creatura
Cristologia
Trinità
Individuo = Unità integrale della singola persona
Fraternità
Incarnazione
Corpo (bontà)
Anima (impronta) (integrità, totalità)
(>Cristo incarnato)
La base teologica indica l'origine e la provenienza dell'uomo e include il suo destino. (Ontologia
dinamica: l'essere Immagine e a similitudine deve essere realizzato attraverso un camino vitale; a
questo scopo Dio ha dato le doti e le capacità per natura; inclinazione naturale verso il bene, verso
la felicità, verso la pienezza di vita, verso Dio)
Francesco
Creatura (immagine e somiglianza)
Dio il Padre, santo e giusto, per sua volontà, per il Figlio e con lo Spirito ha creato l’uomo
nell'amore. La creazione è il primo atto dell’economia di salvezza. Dio è il centro, l’inizio e la fine.
Dio è origine, principio di tutta la creazione. Tutto il creato viene dalla bontà di Dio: spirito e corpo/
materia. Non esiste dualismo, pero dualità. Il corpo è mezzo per andare incontro a Dio. La
corporeità: presenza nel mondo, strumento del rapporto e di relazione. Come persona l’uomo è
oggetto di donazione. Gratitudine di Dio. L’uomo è aperto alla Trascendenza. La singola persona è
creata ad immagine e somiglianza di Dio, ma anche il noi è creato ad immagine e somiglianza del
Dio Trino.
Regola non bollata 23, 1
Imago Dei
Creato ad immagine del Figlio di Dio, Gesù Cristo. L’uomo nella sua totalità e nella sua unità è
creato con corpo e spirito ad immagine e somiglianza di Cristo = l’uomo cristico. Con il suo corpo
l'uomo è creato ad immagine del Corpo del Figlio (incarnato). Creato a somiglianza secondo lo
Spirito (che inabita il Figlio). Così per s. Francesco l’Incarnazione non ha come effetto principale la
liberazione dal peccato, ma la stessa esistenza dell’uomo nel Figlio primogenito. Dignità dell'uomo
cristocentrico (Figli e Figlie di Dio in Cristo).
Ammonizione V,1
Destino dell’uomo
L’uomo è chiamato alla convivenza con Dio. Creato e destinato alla salvezza.
Chiara d'Assisi
Le lettere di Chiara ad Agnese di Boemia
Santa Chiara presenta nelle sue lettere un cammino umano che porta dalla vita mondana alla vita di
contemplazione. Troviamo in queste lettere una spiritualità equilibrata, con l’integrazione degli
elementi molteplici della personalità. Tutte le facoltà dell’essere sono orientate verso Cristo. Si
tratta di una mistica della maternità spirituale, che permette di realizzarsi pienamente come donna.
In questo contesto la fecondità umana è concepita come condizione per una più ampia fecondità
spirituale.
1-4 Ag = La presentazione di una vocazione contemplativa: la contemplazione del mistero di Cristo
fatto uomo, le esigenze della sequela, scambio tra i beni terrestri e celesti, la beatitudine della
comunione con Cristo. La contemplazione si fa vita. Si può trovare un processo progressivo
d’identificazione con Cristo nello Spirito, una trasformazione e un’assimilazione offerta dallo
spirito all’immagine, che Dio ci ha dato di sé nel suo figlio. Il fine del cammino spirituale è
diventare immagine vivente della gloria del Padre. Nella contemplazione, l’uomo, nella sua fragilità
umana, riscopre se stesso, si specchia in quel volto che è il suo vero volto ad immagine del qual è
stato creato, e ricompone l’unità del suo essere.
Terza Lettera (12-14)
Scritta probabilmente all’inizio del 1238
Il fine: la dolcezza di portare Cristo nel grembo materno. L’anima ritrova la sua vera dignità come
dimora di Dio - L’inabitazione trinitaria.
Le condizioni: negare la superbia e la vanità.
Mezzo di cammino: lo specchio. Cristo è lo specchio dell’eternità - immagine perfetta - modello
perfetto dell’umanità rinnovata. Lo specchio è l’immagine privilegiata per esprimere il processo
della trasformazione in Cristo nel rapporto sponsale.
Il frutto: sapienza, salute di cuore, conversazione spirituale, solidarietà spirituale.
Quarta Lettera (9-35)
Scritta probabilmente nel 1253
Il fine: sposalizio con l’agnello.
Le condizioni: lasciare la vanità del mondo.
Mezzo di cammino: lo specchio che fa vedere il mistero di Gesù Cristo, la lingua dello spirito, la
risposta alla chiamata di Cristo.
Il frutto: la santa comunione di vita.
Testamento (19-23)
Essere modello, esempio, specchio.
Amore di Dio > specchio: Gesù Cristo < Chiara/Agnese si specchiano in Gesù Cristo e trovando il
loro vero volto in lui loro stesse diventano specchio del Amore di Dio in Cristo < le sorelle si
specchiano nell’esempio di Chiara e Agnese e diventano loro stesse modello e specchio < gli
uomini nel mondo vedano attraverso di loro l'amore divino rispecchiato nel mondo.
Antonio
Creato ad immagine di Dio Trino
Questo stato ontologico di peccato s. Antonio lo confronta con l'origine dell'uomo come creatura
divina. Creato ad immagine del Dio Trino. La realtà interiore umana verrà presentata con il modello
trinitario: la mente ha memoria, intelligenza, amore. In questo s. Antonio vede le vestigia della
Trinità. Dio stesso è causa e fonte di ogni bene. Da questa origine divina deriva il valore e la nobiltà
dell'uomo. Dalla sua creazione l’uomo si trova in due relazioni: naturale e soprannaturale. L'essere
dell'uomo è trascendente per causa della sua origine nella creazione e per causa del suo destino nella
vita eterna.
Cfr. Domenica XXIII d. Pentecoste 10;
Visione dualistica
L'uomo è un animale razionale composto di anima, corpo, spirito e materia. L'uomo ha tre forze con
le quali si manifesta l'anima: la razionalità per distinguere il bene dal male; la concupiscenza per
desiderare il bene; la irascibilità come possibilità di allontanare il male. Dualismo tra cielo e terra,
tra l’anima e il corpo, tra dimensione razionale e dimensione sensuale. Corpo e anima formano
l’uomo completo. Il corpo è la parte oscura dell'uomo. Esiste una forte contrapposizione tra anima,
spirito, ragione (rivolte a Dio) e carne (rivolta verso la terra). Il corpo è la sede della concupiscenza
disordinata e della sensualità; così è visto in lotta con lo spirito o la ragione. La donna è creata dal e
per l’uomo. La sessualità è presentata negativa e pessimista, come strumento di peccato.
Cfr. per l'anima: Domenica XIII d. Pentecoste 11; per il corpo: Domenica di Quinquagesima 10;
Alessandro di Hales
Il Figlio è un’immagine rappresentativa del Padre (imago imaginata). Lo Spirito è l'immagine
operante del Figlio (imago effective). L'essere immagine dello Spirito corrisponde alla grazia che
ristabilisce l'immagine. Il Figlio è immagine del Padre. La creazione è secondo l'immagine, cioè
porta l'immagine in sé. L'immagine è similitudine espressa (expressa similitudo). Similitudine
include due modi di interpretazione: a) una similitudine rappresentativa e b) una similitudine
imitativa. Similitudine include il significato di assimilare sempre di più all’ esempio/modello
originale.
La similitudine umana così da una parte è un dono di Dio dall’ altra parte compito. L'uomo è
signore di questo suo compito.
L'uomo è una creatura razionale e per questo è immagine di Dio. La similitudine si trova nella
ragione che è una parte particolare dell'anima. L'immagine di Dio si ritrova nell’anima.
L'uomo sa di se stesso.
L'essere immagine mira a Dio. Essere immagine non è statico o metafisico, ma dinamico è include
la vita e l'agire dell'uomo.
Imago creationis
AH parte dalla presentazione del Figlio di Dio come immagine perfetta di Dio. L'uomo, come
creatura razionale, è un’immagine imperfetta di Dio secondo la creazione che è chiamata a una
trasformazione progressiva nella somiglianza divina. Così già dalla propria creazione l'uomo è
chiamato ad un continuo rapporto con il suo esemplare Cristo. Mentre la Trinità è l'immagine
increata, l'uomo è creato ad immagine per la sua stessa natura. Così secondo A. si trovano segni di
forme trinitarie nell'uomo. A. non distingue tanto tra immagine e somiglianza, diventano sinonimi.
L'uomo è composto di una natura corporale = il corpo e di una natura spirituale = l`anima.
L'uomo è una creatura composta di anima e corpo. Il corpo rivela la vera natura dell'uomo. L'anima
è il principio attivo, come sede della vita possiede capacità vegetativa, possibilità di percezione
esterna e interna, possiede la capacità dei sensi di mirare/ di tendere verso. La parte alta dell'anima
include le potenze ragionevoli della conoscenza (ratio, intellectus, intelligentia), la volontà e la
libertà (liberum arbitrium), anche la coscienza come istanza del giudizio. L'anima comprende tutto
ciò che fa dell'uomo un uomo, ma non basta a se stessa, perciò mira a Dio. L'anima è in cammino,
mirando il fine ultimo, che non può raggiungere con proprie forze. In questo cammino l'anima è
unità al corpo in una reciproca necessità.
Per A. anche la donna è immagine di Dio. L'uomo rappresenta la ragione, la donna i sensi. La donna
ha la stessa dignità dell'uomo.
L'anima - impronte della Trinità
Nel creato l’anima è l'immagine per eccellenza e la vera immagine si trova nella parte superiore
della ragione. L'anima è immagine in forza della sua possibilità di rivolgersi a Dio mediante la
memoria, l'intelligenza e la volontà. Così l’anima può conoscere Dio. Le tre potenze dell'anima sono
un’immagine della Trinità. L'anima porta in sé un’immagine totalmente distinta da sé, che rivela la
trascendenza e la possibilità dell'uomo di trascendere se stesso con l'aiuto della grazia.
Il corpo - immagine di Cristo incarnato
Per A. il corpo è segno della sensibilità, della esteriorità e della sensualità. Il corpo per la sua stessa
natura possiede armonia, bellezza, potenza, sapienza e bontà divina. L'uomo è immagine di Dio in
quanto è composto di anima e corpo a motivo dell'incarnazione di Cristo. L'incarnazione, l’unione
fra natura divina e umana è considerato punto culmine dell’atto creativo. A presenta anche una
visione positiva della sessualità. La facoltà generativa non è in sé cattiva. Ma la sua orientazione
può esserlo.
Destino dell’uomo
Importante nella visione di A è la dinamicità. La persona è aperta per un proprio sviluppo. Questo
unisce l'uomo a tutta la creazione che è sulla via verso il compimento. L'uomo è chiamato e capace
di percorrere questa via con la propria potenza. Qui si rivela la sua dignità. Lui è chiamato ad
assimilarsi sempre di più alla sua immagine originale.
Bonaventura
Verbum increatum
Cristo il verbo è l’eterna immagine del Padre e l’esempio delle creature, l’arte secondo cui le
creature furono fatte nella creazione. Lui è l’idea originaria in cui si trovano i modelli esemplari
secondo i quali Dio produce tutto. Dal verbo increatum sono prodotte tutte le cose.
Immagine e somiglianza
Immagine: una rappresentazione di Dio distinta e vicina. L’immagine sta in riferimento al suo
modello. Solo l’uomo può conoscere e amare Dio. L’uomo è capace di conoscere, perché è capace
di volere, di scegliere, di discernere tra bene e male.
Somiglianza: la somiglianza si trova nell’anima. La struttura mentale dell’anima può conoscere Dio
con i sensi, l’immaginazione, la ragione e l’intelligenza. La memoria, l’intelligenza, la volontà come
espressione della Trinità. Queste tre forze aiutano per riconoscere e amare Dio. Presenza della
grazia gratuita. Questa grazia naturale forma l’uomo tramite le virtù della fede, speranza e amore
per diventare, in un processo, sempre più simile a Dio e per trovare la piena felicità nell’unione con
lui. Proprio l’anima è istituita nel tempo, ma finalizzata all’eterno. La sua immortalità è legata alla
sapienza.
Creatura intermedia
L’uomo è intimamente unito a tutte le creature, vertice, che affonda le sue radici nella corporeità.
Lui, per la sua stessa natura, è capace di leggere, di interpretare il libro della creazione. Essere
composito: un corpo con le sue membra e passioni, mortale, e un’anima con le sue facoltà spirituali,
immortale. Il corpo ha una sua dignità. Corpo e anima formano un’unità sostanziale fra due realtà,
tutte e due costituite di materia e forma: materia spirituale - forma spirituale, materia corporale forma. Tutte e due da sole sono incomplete e tendono fortemente verso la reciproca unione. Il corpo
doveva essere così perché doveva essere corpo di un’anima ai fini dell’uomo; l’anima, unendosi
essenzialmente al corpo, doveva mantenere il corpo nella sua corporeità e conservare l’uomo nella
natura. Come il corpo è il corpo di un’anima anche lui ottiene di avere un destino metanaturale e
soprannaturale. Un essere intramondano ed extramondano. L’uomo si rivolge in due diverse
direzioni: verso il bene temporale e corporale e verso il bene spirituale ed eterno.
Il Ritorno a Dio
Gli esseri creati hanno una doppia relazione di dipendenza: una relazione di origine = rimanda alla
loro fonte; una relazione finale = tendere a un telos. Per questo tutto l’universo ha un gran
dinamismo. Tutto il creato deve tornare a Dio. Il compito di guidare a Dio tutte le creature spetta
all’uomo perché figura centrale e media della creazione. L’uomo aspira all’infinito, anche se si sente
limitato, ha i desideri della trascendenza, lui tende al Sommo Bene. L’uomo non trova nel mondo il
proprio destino. La creazione si riporta a Dio. La sua ricerca è logicamente l’essenziale forza
motrice. La fine del ritorno è la condivisione della gloria di Dio.
Nella visione di Bonaventura troviamo tre tappe:
1.) L’Emanatio: Il divenire di tutto da Dio
2.) L’Esemplarismo: Il modello divino si rispecchia in tutte le creature
3.) La Consummatio o la reductio: Il ritorno di tutte le cose a Dio, ultimo fine, secondo la propria
natura.
Giovanni Duns Scoto
L’essere dell’uomo
Il Centro della visione di Scoto è l'Homo Assumptus. Tutto il creato si sviluppa in un processo chimicovegetativo, dinamico ed evolutivo verso la natura ragionevole umana alla quale si unisce la persona del
logos. Tutto è destinato in vista di questa unione finale. Scoto usa la terminologia: terminare – terminus. In
Adamo il creato raggiunge il suo terminus e la natura umana termina nella natura umana di Cristo. Nella
natura umana di Gesù termina la natura umana come imagine di Dio, che si unisce al logos, immagine del
padre.
L’essere dell’uomo è, così, intimamente legato al primato di Cristo. La nobiltà e la dignità dell'uomo
dipendono dall’unione ipostatica. Perché in Cristo incarnato è tutto l’uomo. L’uomo è un essere composto
d’anima e di corpo. L’anima è la forma sostanziale dell’uomo perché essa distingue l’uomo di tutte le altre
creature dell’universo. Ma anche il corpo non è solo un’appendice necessaria all’anima, ma piuttosto una
dimensione essenziale e costitutiva dell’uomo. Il corpo è visto nella sua positività. Scoto ci presenta così un
uomo composto nella sua unità e complessità. L’uomo è un ‘ens per se’, unum per sé, cioè, un individuo.
Contributo della Visione Francescana sulla base dell'essere “Imago”
1. Ontologia dinamica: l'essere deve essere realizzato progressivamente in un cammino di
maturazione per raggiungere la sua pienezza;
2. L'ontologia dell'essere “Imago” porta a un Ethos, che si realizza attraverso una vita etica; non si
obbedisce a regole ma si realizza le proprie convinzioni;
3. Visione relazionale: l'essere si realizza attraverso la dinamica di alcune relazioni interpersonali e
trascendentali;
4. Responsabilità per se stesso e gli altri e di fronte a Dio;
5. Visione integrale: l'essere ad immagine e somiglianza include sia la parte spirituale e l'anima, sia
la parte corporale e materiale;
6. Visione teocentrica (Dio Uno-Trino), che determina la fraternità umana, e visione cristocentrica
che delinea l'individuo;
7. Legame “naturale” fra Creatura e Creatore;
8. Visione individuale e non uniforme;
9. L'esser creato ad immagine e somiglianza è legata a un fine e a un destino trascendentale;
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