domande dentale - Scienze e Tecniche Psicologiche

domande dentale
chi parla di incoscio passato?
il criterio di falsificabilità in popper
chi parla di tradizione di ricerca?(laudan)
il paradigma di kuhn
le fasi sessuali in freud(anale fallica genitale)
il complesso di edipo dove porta?(ad odiare il padre e volerlo uccidere)
quando il super io viene danneggiato?
cos'è la libido in fairbairn?(una ricerca dell'oggetto)
winnicot preoccupazione materna primaria questa era la risposta
daniel stern bambino clinico
quanti sono i sistemi motivazionali in lichtenberg?(5)
strelau quali sono le caratteristiche energeniche?(la reattività e l'attività)
la nozione di locus of control chi ne parla (rotter)
in bandura la nozione di "reciproco determinismo triadico"
l'emozione in rapporto alle esperienze implicite ed esplicite
cos'è lo iat
dove sono le rig : se' nucleare
reattivita' e attivita' misurano : il livello energetico
di chi e' la teoria dell'autoefficacia percepita : bandura
di chi e' il concetto di paradigma : kuhn
cosa trattano i big five : personalita'
alessitimia:difficolta' a identificare e verbalizzare le emozioni
chi ha trattato dei bisogni di autorealizzazione: maslow
le pulsioni sessuali
il super-io
bowlby
rogers il sè
allport
kelly
esperienza implicita ed esplicita attinente alle emozioni (libro incoscio)
chi parla di conoscenza tacita(libro inconscio)
sandler (libro inconscio)
RIASSUNTO DENTALE
LEZIONI DI PSICOLOGIA DELLA
PERSONALITA’
PROF. DENTALE
DENTALINO
Operazionalismo
Costrutto  concetto costruito in ambito scientifico per fare aumentare la nostra capacità di
previsione. Si tratta di semplici concetti teorici.
Operazionalizzare significa creare un nesso fra la definizione teoriche e le concrete operazioni di
misura che devo mettere in atto. Per concrete azioni si intende, per esempio, costruire un
questionario per l’ansia (STAI  state-trait ansiety inventory).
Nel momento in cui costruisco uno strumento per rilevare l’ansia il concetto stesso di ansia diventa
la variabile. Ed abbiamo tre tipi di variabile:
- Variabile indipendente  la variabile che non dipende da niente
- Variabile dipendente  se, per esempio, noi pensiamo che l’aggressività dipenda dalla
frustrazione, l’aggressività sarà la variabile dipendente.
- Variabile di disturbo  variabili, di cui possiamo anche non essere a conoscenza, che
potrebbero incidere sul comportamento aggressivo.
JANET
Idea fissa subconscia – automatismo psicologico  le persone che si ammalano di malattie mentali
soffrono di idee che non controllano più.
FREUD
Studi sull’isteria (1896) –
Alla base della patologia c’è la teoria della seduzione infantile, un trauma sessuale che la persona ha
rimosso. Compito della psicoanalisi è far riemergere quello che è stato rimosso, rendere conscio ciò
che è inconscio.
Inizialmente il metodo usato è quello della ipnosi, che Freud presto abbandona per passare alla
talking care.
Uno dei cardini della teoria psicoanalitica è il concetto di trasfert, che si ha nel momento in cui la
persona comincia a proiettare sull’analista, la figura del padre (vedi il caso di Anna O.).
E’ la riproposizione attualizzata di un conflitto passato o di un desiderio passato; è il processo
tramite cui vengono riattualizzati i ricordi.
Interpretazione dei sogni  secondo Freud, attraverso i sogni, i motti, lo spirito, i sintomi, si può
arrivare a capire quali sono i desideri specifici che producono nevrosi.
Nei sogni troviamo:
contenuto manifesto  quello che la persona racconta del sogno
contenuto latente  contenuto nascosto del sogno, che viene trasformato in manifesto attraverso il
lavoro onirico.
Condensazione  l’immagine di un sogno spesso raggruppa tanti significati: figura con la pelle
della madre e la barba del padre.
Spostamento  caso del piccolo Hans che, a livello manifesto, aveva paura del cavallo ma, che in
realtà, aveva paura del padre.
Rappresentabilità  i sogni tendono a presentarsi come immagini.
Elaborazione primaria  fenomeno legato alle libere associazioni, elaborazioni mentali in cui
non ci sono controlli coscienti che tendono a razionalizzare.
Elaborazione secondaria  elaborazione cognitiva controllata. Il racconto che una persona fa del
suo sogno.
E la nevrosi per Freud è dovuta al precoce risveglio della sessualità che viene poi rimosso e produce
nevrosi.
Teoria della terapia:
- ipnosi
- talking care
- ipermnesia
- libere associazioni
- atti mancati, lapsus, “dichiaro chiusa la seduta”
Teoria strutturale  indaga come è fatta la mente dal punto di vista delle strutture.
1° topica: inconscio, preconscio, conscio
- Inconscio  il luogo dove le cose vengono rimosse; si tratta di una elaborazione di tipo primario,
energia libera, non legata.
- Preconscio  un contenitore di ricordi, ricordi che sono accessibili alla memoria, ma non
immediatamente consapevoli. Le modalità con cui l’informazione viene elaborata è quella del
processo secondario: c’è, cioè, attività da parte dell’io cosciente nel controllo dei pensieri che
vengono fuori.
- conscio  in pratica la coscienza, essere consapevoli di una cosa.
Freud descrive la mente con una metafora idraulica: per lui la mente funziona secondo un principio
di costanza; una sovra stimolazione o una sottostimolazione non producono effetti positivi, in
quanto l’organismo tende alla costanza.
Inizialmente il bambino segue il principio di piacere, il principio del tutto e subito. Tende, cioè, a
scaricare immediatamente la tensione per ristabilire la costanza; poi, piano piano, con lo sviluppo, il
bambino impara a gestire questo desiderio con dilazione temporale, inserendo il pensiero tra il
desiderio e l’azione (principio di realtà).
Teoria delle pulsioni
Pulsione  un tedesco Tried, richiesta di lavoro che l’organismo fa all’io coscienza. Si differenzia
dall’istinto che è una cosa molto meccanica, un concetto etologico: di fronte ad un certo stimolo, do
una certa risposta.
La pulsione ha:
una fonte  in genere gli organi sessuali
un oggetto  l’oggetto del desiderio
una meta  se la meta del desiderio sessuale non è sublimata si tratta del desiderio sessuale.
Si distinguono pulsioni sessuali sa pulsioni di autoconservazione, che sono quelle che tendono alla
protezione del proprio corpo, quindi la fame, la sete, ecc.
In una seconda fase, Freud comincia a pensare che le pulsioni sessuali possono essere rivolte sia
verso l’altro, che verso se stessi e parla di narcisismo, che altro non è che l’amore verso se stessi.
All’inizio della sua vita psichica, il bambino è narcisista, cioè investe solo se stesso di amore, poi
comincia ad investire anche oggetti diversi da se stesso, in primo luogo la madre.
2° topica: io, es, super-io
Super –io istanza interna di moralità; una morale che io ho interiorizzato con i processi di
identificazione attraverso i quali sono uscito dal complesso di Edipo (ideali ego- sintonici, ideali
ego-alieni).
Es  una entità impulsiva che tende alla soddisfazione immediata dei desideri; è il calderone
ribollente delle emozioni e dei desideri, un posto dove i desideri devono essere soddisfatti
immediatamente. L’Es segue il principio di piacere.
Io  è un mediatore che sta tra i desideri dell’es, i precetti del super-io e la realtà della realtà
esterna. L’Io risponde al principio della realtà. E’ responsabile anche della messa in atto dei
meccanismo di difesa che servono alla persona per adattarsi all’ambiente.
Complesso di Edipo  o complesso di castrazione: nella fase fallica, il bambino comincia a
desiderare la madre e questo desiderio viene represso dalla presenza del padre, che viene visto come
un rivale.
Rendendosi conto che il padre è troppo forte, il bambino fa una operazione di identificazione ed
erge il padre ad ideale, investendolo di onnipotenza.
In un secondo momento Freud introduce il concetto di pulsione di morte. La morte è un elemento
costantemente presente e Freud ipotizza che i sensi di colpa inconsci sono dovuti ad un desiderio
inconscio di autodistruzione che è una introflessione della pulsione di morte che, quando viene
portata all’esterno, diventa aggressività, quando viene portata all’interno diventa auto distruttività.
Questo fa nascere in Freud l’idea che, oltre al principio di costanza, ci sia un principio di inerzia: da
una parte c’è una tendenza alla costanza di attivazione e dall’altra una tendenza all’azzeramento
totale delle tensioni, cioè la morte. Freud parla di Nirvana: quando, cioè, riesci ad annullare i tuoi
desideri e smetti di avere problemi, ma in questo modo si azzera anche la vita…si ha la morte,
appunto.
La nevrosi si sviluppa o quando le persone non riescono a sublimare e si hanno i disturbi di
identità,o quando la sublimazione avviene ma si ha una frustrazione (perdi il lavoro, per esempio).
Psicologia dinamica  noi siamo mossi da forze che possono andare in sinergia, ma che sono
separate tra loro e possono quindi anche andare in contrasto.
Sublimazione  spostamento di una pulsione inaccettabile nella direzione di una cosa socialmente
accettabile; è un atto adattivo, un meccanismo di difesa.
MELANIE KLEIN
A differenza di Freud, che sosteneva che il super io si formasse alla fine del complesso edipico,
intorno ai sei anni, la Klein sposta l’origine del super io in una fase molto più precoce.
Ed è proprio questa precocità che permette al terapeuta di costruire un rapporto analitico anche con i
bambini (cosa che Anna Freud credeva impossibile).
Come Anna Freud, anche Melanie Klein utilizza il gioco, ma mentre la Freud utilizzava il gioco con
delle finalità psicopedagogiche, la Klein attraverso il gioco interpretava i simboli per poi arrivare ad
interpretare i conflitti interiori.
La Klein pone l’accento sul concetto di pulsione di morte: lei dice che tutti noi abbiamo,
costituzionalmente, una pulsione di morte; che non è solo tendenza all’eterodistruttività, ma è anche
tendenza alla autodistruttività.
Per arginare questa energia negativa, si devono formare subito delle strutture in grado ci
convogliarla, e questa struttura, che è l’Io, deve emergere molto precocemente.
Melanie Klein distingue una posizione schizoparanoide ed una posizione depressiva.
- Schizoparanoide  di fronte all’angoscia di morte, nella vita psichica avviene una scissione,
perché si ha la necessità di conservare la positività scindendola dalla negatività.
Per esempio, il bambino si rapporta ad un seno che vede buono in quanto gli dà piacere nella
suzione, ma che vede anche cattivo perchè non è sempre lì pronto a soddisfarlo.
Parla di proiezione: io mi sento aggressivo nei confronti del seno che non mi soddisfa e proietto
questa mia aggressività sul seno che diventa lui cattivo.
Poi parla di identificazione proiettiva, che è qualcosa di più profondo della stessa proiezione: io ti
metto in ruolo che non è il tuo, ma il mio; se hai avuto, per esempio, un padre trascurante, tenderai a
fare la stessa cosa con il tuo terapeuta.
- Posizione depressiva  quando il bambino si rende conto che gli oggetti non sono scissi, che il
seno è tutto uno, si rende anche conto che non è l’oggetto ad essere cattivo, ma è lui ad essere
cattivo verso l’oggetto. Ed allora il bambino comincia a provare senso di colpa ed angoscia per
paura di poter lui fare male all’oggetto e distruggerlo.
Invidia  a differenza della gelosia che presuppone che tu non voglia il male dell’oggetto
desiderato ma che, anzi, desideri che ti stia sempre vicino, l’invidia presuppone che tu quell’oggetto
lo voglia distruggere. Il bambino che pensa “ se non posso avere quel giocattolo, non lo avrai
neanche tu” e lo rompe.
FAIRBAIRN
È un autore che cerca di sviluppare una teoria delle relazioni oggettuali. Egli afferma che la libido è
intesa come ricerca dell’oggetto e non come ricerca del piacere; io, cioè, cerco il rapporto con
l’oggetto.
All’inizio c’è un io integrato; poi, in seguito ad una relazione insoddisfacente con l’oggetto di
amore (la madre è l’oggetto d’amore primario, non esistendo una madre perfetta in tutto, la
relazione con lei sarà per forze insoddisfacente), si ha la costruzione di oggetti interni compensatori.
Quindi abbiamo un io libidico che si rapporta ad un oggetto gratificante, ed un io antilibidico che
si rapporta ad un oggetto frustrante.
La scissione è la stessa della Klein, ma mentre nella Klein essa avviene come conseguenza della
pulsione di morte, in Fairbairn avviene a causa di una relazione non completamente soddisfacente.
Egli parla di oggetto eccitante/rifiutante che si rapporta all’io antilibidico e di oggetto ideale che
si rapporta con l’io libidico.
BOWLBY
Per Bowlby ciò che produce psicopatologia sono le relazioni reali.
Teoria dell’attaccamento  meccanismo motivazionale su base innata, in base al quale si
regolano i rapporti interpersonali in specie, particolarmente importante all’inizio della vita psichica.
Questa teoria viene basata sull’osservazione dei vari tipi di reazione che il bambino separato dalla
madre ha. Questo tipo di reazione viene studiato anche da due altre autrici, la Ainswart e la Main.
Mary Ainswart: strange situation  il modo in cui un bambino reagisce in questa situazione, mi
dice molto sul modo in cui il bambino reagisce in generale nei confronti della madre e nei confronti
di tutti i rapporti affettivi che avrà.
Main  studia i diversi stili di attaccamento con l’adult attachment interview.
WINNICOTT
Anche lui parte dall’osservazione del rapporto madre/bambino. Egli afferma che nella prima fase
della vita, il bambino è onnipotente: ha bisogno di pensarsi onnipotente per pensare di avere
controllo sulla realtà. La sua onnipotenza arriva al punto da fargli pensare che il seno non sia una
cosa indipendente da lui e che lui possa comandarlo.
Ci deve essere una sincronizzazione tra i bisogni del bambino e quello che fa la mamma; per
Winnicott madre e figlio sono una diade unica; la madre sviluppa una forma di “malattia” che lui
chiama preoccupazione materna primaria: così come ha deformato il suo corpo per accogliere
una nuova vita dentro di lei e per farla nascere, nello stesso modo deforma la sua mente per
sincronizzarsi sui bisogni del bambino.
Quando questa fase finisce la madre procurerà, se pur involontariamente, delle frustrazioni al
bambino e, a questo punto, il bambino non potrà più negare a se stesso il fatto che esiste qualcosa
che è indipendente da lui, scopre, cioè, la realtà.
Questa onnipotenza, a questo punto, prende altre direzioni, non scompare del tutto: in parte diventa
apertura verso la fantasia, l’immaginazione  e l’immaginazione è il luogo dove i bambino prima,
e l’adulto poi, può essere libero.
Winnicott parla di zona intermedia di esperienza, un’area intermedia che il bambino comincia a
costruire che non è completamente una cosa di fantasia, ma neanche una cosa completamente reale.
L’oggetto transazionale è la possibilità di simbolizzare questa realtà: quando il bambino può,
riferendosi all’orsacchiotto preferito, pensare che quell’oggetto è sua madre. L’orsacchiotto esiste,
ma essendo simbolizzato come madre, non esiste semplicemente come orsacchiotto, ma esiste in
quanto il bambino gli dà il significato materno: non è più sola fantasia, ma non è nemmeno solo
realtà.
Questa area intermedia continua ad essere presente anche nella vita adulta, ed è quell’area privata in
cui tutti i nostri interessi, i nostri hobbies, assumono un significato che sta tra il reale e la fantasia.
Winnicott parla di mamma sufficientemente buona, una mamma che, cioè, non deve essere
invasiva, non deve anticipare il gesto spontaneo, ma deve fare in modo che lui possa esplorare,
scoprire le cose da solo: il bambino svilupperà in questo modo un’area intermedia di esperienza che
lo accompagnerà tutta la vita. Se, invece, la madre anticipa il bambino, lui non si sentirà mai libero
di agire.
Ed è in questa fase che si sviluppano vero se e falso se.
Vero se c’è un nucleo della personalità che è vera, che senti più tua. Il vero se è quella zona della
personalità dove ci sono le cose che uno veramente vuole o ciò che veramente uno vuole essere.
Falso se  la struttura falso se è questo se compiacente che si rapporta alla realtà, costruendo
intorno al nucleo del vero se una corazza che è, appunto, compiacente con il resto del mondo.
NEVROSI  si sviluppa a causa di un conflitto interno, tra una tendenza interna ed un’altra
tendenza che va al contrario: non risolvendosi questo conflitto, si sviluppano i sintomi della nevrosi.
KOHUT
Parte dalla constatazione che molti pazienti che si rivolgono al terapeuta non hanno problemi di
conflitto, ma sono persone che lui definisce borderline.
La persona nevrotica è un persona che sviluppa i sintomi, ma è cosciente di essere malato, rimane
comunque ben agganciato alla realtà.
La persona psicotica, invece, ha dei deliri, questo contatto con la realtà lo ha perso, la inventa lui
una sua realtà.
Il borderline è una categoria che comprende tutto quello che non è psicosi, ma non è neanche
nevrosi.
L’individuo borderline è una persona che ha una debolezza di identità, una debolezza del sé.
E per sé la psicologia intende da una parte ciò che uno pensa di se stesso, sono buono, sono cattivo;
dall’altra parte le credenza che uno ha su se stesso, che sono più cognitive, sono un bravo chirurgo.
Kohut è interessato soprattutto alla rappresentazione affettiva che uno ha di se stesso, grazie alla
quale un individuo riesce ad avere un sé coeso, centrato, con una progettualità nei confronti della
vita.
Le patologie più frequenti oggi sono quelle di pazienti che non hanno più chiara questa
progettualità, hanno una identità fragile, un sé poco coeso; sono persone confuse con grandi
oscillazioni della autostima.
I pazienti che Kohut tratta sono pazienti alessitimici, pazienti con poca capacità di meta cognizione,
con poca capacità, cioè, di capire ciò che pensano. Queste persone hanno, secondo Kohut, una senso
di inadeguatezza del sé di base, che parte dalle prime relazioni genitoriali.
Il bambino, nelle prima fasi di sviluppo, ha un sé vulnerabile, poco forte, perché è piccolo ed ha la
sensazione di non avere il controllo della situazione. Compensativamente, quindi, cerca di negare
questa totale mancanza di controllo con dei meccanismo di difesa, come il senso di onnipotenza,
che può andare sia in direzione di un sé grandioso che di una imago parentale idealizzata.
Sé grandioso  io guardo negli occhi di mia madre e devo vedere riflesso il fatto che io vengo
ammirato; il bambino deve, in questa fase, sentire confermato questo suo senso di onnipotenza.
Imago parentale idealizzata  esperienza di oggetto sé idealizzante: se so di non avere controllo
sulle cose, ho la necessità di affidarmi a qualcuno che questo controllo lo abbia e possa
proteggermi. Il bambino vede il proprio genitore come onnipotente, come una montagna; questa
cosa, man mano che lui diventa grande, non corrisponde più alla realtà. Ma questa sicurezza rimane
comunque dentro di noi, idealizzata.
E’ chiaro che se a 18 anni un ragazzo ha ancora desideri di fusionalità con l’oggetto idealizzato,
ciò significa non essere stato soddisfatto dalla relazione genitoriale.
E l’analisi serve proprio a ripassare le tappe evolutive; ripassare, cioè, il processo attraverso cui uno
passa dagli oggetti sé, intesi come esperienza interiorizzata a cui ritornare nei momenti difficili.
In sintesi, una madre buona, soddisfacente dal punto di vista del sé grandioso, rimane interiorizzata
e ad essa si potrà sempre fare riferimento, anche quando non sarà più accanto a noi.
Il processo di disinvestimento di queste cose, passa per il fatto di essere gratificato da queste
esperienze di oggetto sé idealizzante e di oggetto sé grandioso, con questo processo di
interiorizzazione trasmutante, con questa interiorizzazione che, una volta dentro di te, non hai più
bisogno di chiederla all’esterno.
Con Kohut cambia anche il setting psicoterapeutico: la figura del terapeuta neutrale di Freud, cede il
passo ad un’analista che riesce ad avere esperienze affettive correttive con il paziente.
ROGERS
Per Rogers le persone sono spinte naturalmente alla realizzazione, hanno in loro una tendenza
attualizzante; se sono messi nelle giuste condizioni, normalmente arrivano ad uno sviluppo che è
autosviluppativo.
Le persone, attraverso quello che Rogers chiama criterio di valutazione organistico, sono in grado
di capire quello che è meglio per loro, quello che può permettergli di giungere alla propria
realizzazione.
La prima “giusta condizione” è l’accettazione incondizionata della famiglia, che non dovrebbe
avere pregiudizi su ciò che vuole il figlio, ma dovrebbe farlo realizzare per ciò che lui vuole.
Spesso, invece, anche a causa delle forti pressioni sociali, il figlio tende a non sentirsi accettato per
quello che è, ma si sente accettato solo a condizione che faccia determinate cose, sia una
determinata persona.
Questo discorso assomiglia molto a quello del vero sé e del falso sé: io famiglia, faccio in modo che
si sviluppi una parte di te che non è vera, ma è giusta per me, genitore. C’è u quasi una sorta di
perversione rispetto al percorso naturale e per Rogers tutti i problemi nascono da qui.
Nella terapia rogersiana si parla di riformulazione: sempre in base al principio che io non devo dire
quello che devi essere, il terapeuta non dice niente, non interpreta quello che il paziente dice;
semplicemente riformula quello che il paziente dice , rendendo più chiaro al paziente quello che lui
stesso ha detto.
Si parla di terapia centrata sul cliente ed il passaggio necessario è proprio l’empatia con il cliente
perché è solo attraverso di essa il paziente può comprendere profondamente, a livello emotivo, di
essere accettato in toto dal terapeuta.
Empatia  condivisione emotiva con il proprio paziente.
STERN
Stern mette in evidenza queste due “anime” della psicologia, quella del clinico, del teorico e quella
del ricercatore, dell’empirico, e parla di bambino clinico e bambino osservato.
Il clinico è colui il quale vede il bambino che c’è nell’adulto, mentre il ricercatore osserva il
bambino reale ed arriva a determinate conclusioni.
Egli vuole integrare queste due figure e parla della teoria dello sviluppo del sé, basata su quattro
punti:
1) senso del sé emergente
2) senso del sé nucleare
3) senso del sé soggettivo
4) senso del sé verbale
senso del sé emergente  è quello del bambino appena nato; non c’è ancora un senso di sé chiaro,
ma il bambino è già in grado di costruirsi delle aspettative su quello che è buono o cattivo, è in
grado di costruirsi delle aspettative per il futuro. Ha la capacità di categorizzare il mondo e di avere
una percezione amodale; ha la capacità, cioè, di integrare le diverse informazioni sensoriali per
percepire alla fine, una cosa unitaria.
Stern dice che ci sono affetti categoriali, cioè sentimenti, che il bambino comincia già a distinguere
(cosa è buono e cosa è cattivo) e poi ci sono affetti vitali, le dinamiche delle emozioni, che hanno
un inizio, una acme ed una fine.
Capacità di categorizzare,percezione amodale, affetti vitali, affetti categoriali, sono condizioni
essenziali per lo sviluppo del sé.
Senso del sé nucleare  si comincia ad avere un senso del sé più compiuto; io ho la sensazione, la
percezione di un senso del sé che è alla base del sé. Cioè, ho la possibilità di sentirmi agente delle
mie azioni, nel senso che se io faccio una cosa, questa cosa provoca delle conseguenze ed io ho la
sensazione di averle provocate.
Quando il bambino comincia a percepire la possibilità di agire sulla realtà, inizia a sviluppare il sé
nucleare, un sé dotato di coesione, di sé storico, di sé affettivo.
In questa fase comincia a svilupparsi anche la possibilità di costruire degli schemi di relazionecon; il bambino comincia, cioè, a sviluppare delle rappresentazioni generalizzate di interazione,
comincia a costruirsi delle aspettative sulle persone.
Senso di sè soggettivo è un senso intersoggettivo in quanto il bambino comincia a costruire dei
rapporti più attivi con le persone con le quali entra in contatto; il bambino aumenta le possibilità di
interazione e sviluppa la capacità di perseguire scopi insieme agli altri. Attraverso la
compartecipazione all’attenzione: ricordiamo infatti che nelle prime fasi dello sviluppo il bambino
non era in grado di mantenere viva l’attenzione nei confronti di un oggetto per molto tempo.
Senso di sé verbale con lo sviluppo del linguaggio c’è una nuova ridefinizione del sé: fino ad
adesso il senso del sé si basava su percezioni sensoriali, mentre ora il bambino può usare la parola
per comunicare con gli altri e con se stesso. Nello stesso tempo la parola potrebbe anche allontanare
il bambino dalla percezione primitiva, più globale, di se stesso. E, quindi, non è detto che il senso
del sé verbale coincida con il senso del sé inteso come percezione diretta di me stesso.
MASLOW
Autore umanista, famoso per la classificazione dei bisogni. Per Maslow si tratta di cinque bisogni
tendenzialmente in gerarchia tra loro:
1) bisogni fisiologici  legati alle nostre necessità biologiche in senso stretto, il bisogno di
fame, di sete, di respirare, ecc.
2) bisogni di sicurezza  una volta ottenuti i bisogni fisiologici, l’essere umano ha bisogno di
sentirsi sicuro nella soddisfazione di questi bisogni, ha bisogno, cioè, di sapere che
perdurino nel tempo.
3) Bisogno di affetto e sicurezza  gli uomini hanno piacere nel sentire di appartenere a
determinate strutture: ad una famiglia, ad un gruppo sociale, ad un gruppo di lavoro. Noi
desideriamo affiliarci perché ciò ci da protezione.
4) Bisogno di stima  oltre che a sentire di appartenere ad un gruppo, l’uomo ha bisogno di
sentirsi stimato dagli altri.
5) Bisogno di autorealizzazione  una volta che ha soddisfatto il bisogno di stima, l’uomo
cessa di occuparsi di cose contingenti, legate ai bisogni più primitivi, e si occupa della
propria realizzazione, impegnandosi in qualcosa che, magari, trascenda il terreno.
Libro sull’inconscio - capito III e IV
dal punto di vista della concettualizzazione freudiana possiamo distinguere tre fasi:
1) inconscio all’interno della teoria del trauma
2) modello topico
3) teoria strutturale
Weiss e Sampson, danno una interpretazione particolare del pensiero di Freud al riguardo. Essi
pensano che, accanto ad una concezione dell’inconscio come automatismo, c’è anche un
concetto di funzionamento superiore dell’inconscio.
Freud, essendo un lamarkiano, immaginava che anche il super io dovesse avere degli elementi
innati, per lui l’inconscio funziona in modo automatico.
In un secondo momento Freud comincia a pensare al super io come una interiorizzazione di
scambi relazionali con la figura del padre; comincia ad ipotizzare che ci sia un rapporto con il
reale, un rapporto che produce poi rappresentazioni primitive. E questa versione dell’inconscio è
una versione più intelligente dell’inconscio.
Sandler parla di inconscio rappresentazionale; la parte inconscia delle persone non è un vero
calderone ribollente come l’es, ma è un inconscio che assomiglia al modo in cui pensa un
bambino di 5 anni. Cioè, la parte inconscia di un individuo è una parte che pensa in un modo un
po’ magico, un po’ fantasioso, che però sviluppa comunque le sue rappresentazioni.
In Sandler la parte inconscia della nostra mente rimane ad un livello di capacità rappresentativa
simile a quello di un bambino di 5 anni. Ma già si parla di un inconscio più intelligente, non
semplicemente governato dalle pulsioni..
Lo stesso Weiss ha sviluppato una sua teoria sull’inconscio. Egli ipotizza che la patologia
mentale sia legata a convinzioni patogene.
Fino ad adesso, parlando di psicoanalisi delle relazioni oggettuali, abbiamo spesso parlato di
fantasie inconsce e di rappresentazioni inconsce; ora si parla di convinzioni in quanto ci si sta
avvicinando a concettualizzazioni più vicine al cognitivismo, ma sempre di fantasie si tratta:
fantasie non legate solo alle pulsioni, ma fantasie che sono semplicemente una modalità
particolare con cui l’uomo può pensare in fantasia.
La mente umana è in grado di elaborare le informazioni in modo spontaneo: da un lato possiamo
elaborare in modo deliberato, sfruttando tutte le nostre capacità cognitive, ma parallelamente la
nostra mente è in grado di elaborare in modo spontaneo.
La modalità di elaborazione implicita –implicita perché nel cognitivismo non si parla di
inconscio ma di implicito - è una elaborazione spontanea. Quando io parlo di convinzioni
patogene sto parlando comunque di questa modalità di elaborazione spontanea, che però finisce
per influenzare profondamente il comportamento individuale.
Secondo Weiss le convinzioni patogene sono frutto di un inconscio intelligente, di un inconscio
che ha degli scambi con la realtà.
Ci sono delle persone che soffrono della convinzione patogena di castrazione, che è una sorta di
riformulazione del complesso di Edipo. Questa convinzione patogena porta le persone a credere
che se hanno successo, qualcuno che gli è caro morirà; e la convinzione patogena è una
convinzione su cui l’individuo si costruisce, va a toccare la sua identità. Essa può nascere da dei
meta messaggi che i genitori hanno inviato al bambino (per esempio nel caso di più fratelli, far
pensare al più bravo che non deve essere troppo bravo, altrimenti l’altro fratello potrebbe
rimanerci male).
Secondo l’ottica di Weiss, in terapia le persone organizzano dei piani di azione, secondo una
modalità che si chiama test operated test exit: in terapia ci si aspetta che il paziente metta in
atto un piano di azione volto a testare la sua convinzione patogena  il paziente viene in terapia
per vedere se è vero che se ha successo qualcuno potrebbe morire.
Poi c’è la riformulazione del concetto di rimozione sono stati condotti studi sulle difese
percettive e si è dimostrato empiricamente che il riconoscimento delle parole tabù è più lungo
del riconoscimento delle parole neutre.
Dixon dice, a questo proposito, che la rimozione può essere letta come un processo di
disattenzione selettiva inconscia di determinati contenuti, nel senso che tu puoi, verso certi
contenuti mentali, essere disattento involontariamente e senza accorgertene.
Questo concetto è stato usato da Bowlby per spiegare l’attaccamento evitante: ci sono persone
che non si fanno coinvolgere dagli altri e, nell’ottica di Bowlby, sono così perché selettivamente
non danno attenzione a segnali che elicitano l’attivazione del sistema di attaccamento. Per
esempio, un pianto è un segnale che dovrebbe elicitare un sistema di attaccamento, ma ci sono
persone che sono selettivamente disattente a questo segnale, specie specifico, in modo tale che
non si attivi in loro il sistema di attaccamento.
Eagle, amico di Kohut, dice che le convinzioni patogene sono qualcosa che fa parte di noi che
non viene accettata; ci sono credenza che sono egosintoniche, che sono cioè pienamente
accettate all’interno del nostro sé, della nostra identità. Ma ci sono cose che sono proprio
egodistoniche, che fanno sempre parte del nostro sé, ma noi vorremmo che non ne facessero
parte.
Ogni volta che dico devo, sto parlando di qualcosa che non è perfettamente sintonico con la mia
identità.
Egosintonia è tutti ciò che noi vogliamo essere, i nostri ideali; il dovere fa sempre parte del sé,
ma è più egodistonico.
Oggi la rimozione è un processo per il quale determinati desideri vengono posti in una sfera del
sé egodistonica, ed anche questa, secondo Eagle, è rimozione; e le convinzioni patogene
tipicamente sono qualcosa di egodistonico.
Approccio disposizionale
Fino ad adesso ci siamo occupati di capire cosa succede, a livello processuale, all’interno della
mente, sai a livello conscio che inconscio; la prospettiva disposizionale parte da uno scopo
differente, dal fatto, cioè, che possa essere utile avere delle categorie che ci permettano di
prevedere come una persona si comporterà in una determinata circostanza. E questo ha delle
implicazioni importanti per chi fa selezione del personale ed ha la necessità di comprendere
rapidamente se la persona che ha di fronte faccia al caso suo.
e, la psicologia della personalità, da un lato si occupa di comprendere il comportamento
complesso, dall’altro di riuscire a categorizzare le persone in dei sottotipi per poter fare delle
previsioni sul comportamento di queste persone.
ALLPORT
Autore che studia la struttura della personalità
Abitudine comportamento che io tendo a ripetere, per esempio vado spesso al cinema.
Tratto qualcosa che ha a che fare con tutta una serie di abitudini, per esempio il fatto che tu
sia estroverso (e l’estroversione è un tratto) significa che sei estroverso verso una cosa specifica,
ma lo sei rispetto al tuo comportamento in generale. Si riferisce ai contenuti e dipende sia
dal’esperienza ambientale che da variabili di tipo genetico
Temperamento  è qualcosa di decisamente più biologico, è una variabile di personalità che
tende ad rimanere stabile; riguarda gli aspetti formali della condotta, non quello che fai, ma il
come lo fai, come reagisci ad una cosa. Si nasce con determinato temperamento.
Atteggiamento  si rivolge ad un oggetto specifico, uno ha un atteggiamento sempre nei
confronti di qualcosa, mentre il tratto di personalità è generico.
Tratti e tipi sono praticamente la stessa cosa.
Allport si è interessato anche di dinamica della personalità, studiando i processi che avvengono
nella mente e che determinano il comportamento e l’evoluzione della personalità. Ha studiato
due concetti in particolare: il proprio e l’autonomia funzionale dei bisogni.
Proprio  per proprio si intende l’identità della persona, il sé della persona
Autonomia funzionale dei bisogni se dobbiamo fare una cosa, mettiamo in atto determinati
argomenti sulla base della soddisfazione di certi bisogni, poi possiamo strutturare dei
comportamenti che in sé sono solo dei mezzi per arrivare a quei fini.
Il bambino che vuole la caramella e al quale la mamma dice di aggiustare la sua stanza prima di
dargliela, poi aggiusterà la stanza senza pensare di avere in cambio la caramella.
Cioè, ad un certo punto, la finalità di mettere a posto la cameretta diventa autonoma, viene
messa in atto anche senza incentivo: il comportamento diventa un bisogno indipendente dal
rinforzo che c’era in precedenza.
Costituzionalismo  nasce dal tentativo di studiare il rapporto tra la costituzione fisica e le
tipologie caratteriali, pensiamo a Lombroso;
Analisi fattoriale  applicazione di tecniche statistiche che permette di capire, per esempio,
quali possono essere i fattori dell’intelligenza.
Correlazione alta, covariazione alta  ci possono essere delle prove di intelligenza che
variano insieme, nel senso che se tu non rispondi ad una, non dovresti rispondere neanche
all’altra. Ci si deve aspettare, in questo caso, che le due prove siano collegate ad un fattore, che
noi possiamo solo immaginare, in quanto è latente, ma che in qualche modo vanno spiegate tutte
e due con un deficit dello stesso fattore di intelligenza.
Big five  approccio che nasce con l’intento di riassumere una serie di modelli caratteriologici
volti a classificare quali sono i tratti che descrivono meglio la personalità.
Ha un approccio che si chiama lessico-grafico, con l’ipotesi sottostante della sedimentazione
linguistica: si vanno, cioè, a prendere i termini comuni e, attraverso queste tecniche di analisi
fattoriale, si va a vedere quelle che tendono a correlare, ed alla fine escono fuori 5 fattori.
1) estroversione/introversione: definita più specificamente dai due sottofattori del dinamismo
e della dominanza.
2) Gradevolezza/ostilità: definità anche amicalità.
3) Cosciensiosità: che significa scrupolosità/perseveranza.
4) Stabilità emotiva/nevroticismo: si riferisce al concetto di controllo delle emozioni e delgi
impulsi.
5) Apertura all’esperienza, apertura mentale.
Il modello dei Big Five è stato valisato in Italia da Caprara ed è molto utilizzato in ambito di
selezione del personale
STRELAU
Psicologo polacco che studiava, in particolare, il livello di energia delle persone e le caratteristiche
temporali delle reazioni.
Il livello energetico delle persone riguarda la reattività: se uno è irritabile o non è irritabile.
Strelau distingue personalità alto reattive e basso reattive.
Alto reattive  sono quelle persone che tendono ad avere una reazione subito, sono molto irritabili
e non hanno bisogno di forti stimolazioni, quindi sono persone che stanno bene in un ambiente che
non sia eccessivamente stimolante.
Basso reattive  sono persone che tendono a reagire solo di fronte ad una stimolazione massiccia,
Strelau parla di cercatori di emozioni, di sensation seaking,
Una divisione che deriva da questa classificazione è quella che divide i bambini in:ù
bambini difficili  sono quelli alto reattivi, che tendono ad irritarsi subito
bambini facili  che sono quelli che hanno un giusto equilibrio
bambini lenti  sono bambini che hanno bisogno di essere stimolati perché altrimenti tendono a
non reagire, a non comunicare.
Prospettiva comportamentista
Il comportamentismo nasce in America sulla base degli studi di Pavlov sul condizionamento
classico, operante,ecc.
Nel condizionamento classico, inizialmente, si ha un certo tipo di risposta ad un certo stimolo in
quanto l’organismo è deputato a reagire agli stimoli in maniera innata: se io sento un rumore troppo
forte, l’organismo reagisce con certe azioni fisiologiche. Queste reazioni fisiologiche, che
riguardano tutto il corpo, poi tornano al cervello.
Nel condizionamento classico può accadere che io associo a questo, il rumore forte, il suono della
campanella; cioè faccio precedere al rumore forte , il suono della campanella.
Esempio di arancia meccanica……………
In terapia si applica una cosa che prende il nome di desensibilizzazione sistematica  se
prendiamo il caso del piccolo Hans e della sua fobia dei cavalli, il terapeuta comincia prima col
farti vedere una foto del cavallo, poi ti porta allo zoo, fino a farti andare sul cavallo.c’è, in pratica,
una desensibilizzazione allo stimolo condizionato, perché nell’ottica comportamentista, la paura del
cavallo è un apprendimento e non un rinforzo primario in sé.
La terapia comportamentista va a curare il sintomo, non va nella profondità della persona, così
come fa la psicoanalisi; anche se poi il comportamentismo presenta dei vantaggi come quello di una
terapia breve.
In un secondo momento il comportamentismo ha una evoluzione prima con Tolmen che introduce
il concetto di mappe cognitive e poi, soprattutto con ROTTER, che studia come gli elementi
oggettivi vengono percepiti dal soggetto.
A questo punto non è più tanto importante il rinforzo in sé, ma come viene vissuto il rinforzo dal
soggetto; non è tanto importante il comportamento, ma il motivo per cui le persone si
comportamento in un determinato modo. E Rotter incomincia a studiare le aspettative che le
persone si fanno su determinati avvenimenti della propria vita e parla di apprendimento sociale.
Per Rotter le persone imparano ad apprendere anche osservando gli altri.
Rotter parla specificamente di modello motivazionale, di aspettative per valore: una intenzione
dipende da una parte dalla probabilità che certe conseguenze positive avvengano effettivamente e
dall’altra dal valore positivo che io attribuisco a quella conseguenza che mi aspetto.
Se per esempio viene da me una persona che vuole fare il chirurgo, questa persona, dal punto di
vista della tendenza all’azione, sarà motivatissima a studiare per arrivare a fare il chirurgo, ma
mettiamo il caso che lui sia parkinsoniano, io terapeuta dovrò mettere in atto una serie di cose per
de valorizzare questa idea e valorizzarne un’altra; in quanto per questa persona è disfunzionale
pensare di poter diventare un chirurgo.
Altri due concetti importanti di Rotter sono quello di locus of control e di fiducia interpersonale.
Locus of control  letteralmente luogo del controllo; nel senso che ci sono persone che tendono a
pensare che i propri successi ed i propri insuccessi siano da attribuirsi all’esterno, non dipendano da
loro o viceversa (esterno o interno).
Fiducia interpersonale è un indicatore di benessere, di soddisfazione, è una variabile predittiva
di aspetti positivi: le persone che attribuiscono fiducia agli altri, sono generalmente persone che
vivono meglio la propria vita.
BANDURA
Determinismo triadico  Bandura parte dalla constatazione che il comportamento umano dipende
da un determinismo triadico tra persona, ambiente e condotta. Non può esistere un individuo
isolato dal proprio ambiente in quanto c’è una influenza reciproca.
Per Bandura le persone sono in grado di simbolizzare, di produrre idee, di farsi delle anticipazioni,
di crearsi degli obiettivi.
Test operated test exit  modello in base al quale l’uomo pianifica il proprio comportamento,
seguendo principi simili a quelli di un computer.
Prendiamo l’esempio del quadro: quando una persona entra in una stanza e vede un quadro storto,
faccio un primo test e confermo che è storto, poi operated, lo metto diritto, e ricontrollo, test, se è
diritto il problema è risolto, exit.
Si tratta di un modello di pianificazione dell’azione.
Per Bandura una persona si accorge che una cosa va bene o va male in base alla mia esperienza
diretta, ma aggiunge che, spesso, impariamo anche dall’osservazione degli altri. Cioè non è
indispensabile passarci noi direttamente, per sapere se una cosa è sbagliata o giusta: io tenderò ad
imitare quei comportamenti che sono incentivanti e a non imitare quei comportamenti che non sono
incentivanti.
Bandura si concentra molto sulla parte cosciente; per lui la coscienza è un sistema di controllo del
comportamento. I comportamenti sono governati da procedimenti razionali e noi possiamo
riconoscere gli errori in quanto la nostra coscienza, la nostra mente, essendo autocosciente, può fare
un autoriflessione sui comportamenti da adottare, anche attraverso processi metacognitivi.
Puoi, cioè, fare quella che in fenomenologia si chiama, epoche, una sospensione del giudizio e
ragionare sulle cose che vanno e su quelle che non vanno.
Autoefficacia percepita  più che la autostima a Bandura interessava capire quanto le persone si
sentono efficaci in campi specifici.
Costruttivismo
Parte da principi simili a quelli del cognitivismo, ma ha come obiettivo principale l’organizzazione
della conoscenza umana. La mente umana non può non valutare quello che gli accade intorno, in
quanto l’uomo ha una esigenza fortissima di controllo.
KELLY
teoria dei costrutti personali  per Kelly l’uomo è come uno scienziato e costruisce il mondo che
lo circonda attraverso costrutti che sono differenti da persona a persona. Ognuno di noi, cioè ha un
suo modo di interpretare, di anticipare gli eventi che va poi ad influenzare il nostro comportamento.
I processi di una persona sono psicologicamente canalizzati dai modi in cui essa anticipa gli eventi.
Noi abbiamo, entro di noi, degli schemi di interpretazione della realtà che fanno sì che, in qualche
modo, ci differenziamo soggettivamente.
A seconda del modo in cui anticipiamo gli eventi, noi ci comportiamo.
Accanto a questo postulato fondamentale del cognitivismo, abbiamo una serie di corollari:
corollario della costruzione  il modo in cui anticipo l’evento, dipende dal modo in cui replico
mentalmente gli eventi del passato.
Corollario della dicotomia  da una parte posso pensare che un modo di categorizzare le persone
sia considerali maleducati ed educati dall’altra; e questi poli dicotomici sono molto soggettivi.
Corollario del campo  un costrutto è utilizzabile per un numero finito di eventi. Il costrutto
verità/falsità, per esempio, ha un campo di pertinenza molto ampio, poiché può riferirsi all'ambito
giuridico, morale e scientifico. Il costrutto buio/luminoso, invece, ha un campo di pertinenza più
ristretto, seppure non si riferisca unicamente alle tinte che può assumere il cielo, ma anche
all'espressione di un viso o al tono dell'umore. Il costrutto diesel/benzina, invece, ha un campo di
pertinenza limitatissimo, che assume al suo interno solo le tipologie di automobili.
Corollario dell’individualità  ognuno costruisce gli eventi in modo assolutamente unico, ma
allo stesso tempo in un modo che, per molti versi, è simile al modo di costruire gli eventi di qualcun
altro. Se è vero che il costruttivismo ha una concezione quasi solipsistica, è altrettanto vero che
persone che appartengono alla stessa cultura, finiranno per avere costruzioni simili.
Corollario della socialità  l'interazione tra due persone è possibile se vi è una comprensione
reciproca. “afferma che, se due persone sono completamente diverse non significa che non possano
comprendere il modo in cui ciascuna costruisce gli eventi. Perché si possa entrare in relazione con
un'altra persona non è strettamente necessario che questa sia simile a noi. Occorre invece, assumere
il suo punto di vista, "mettersi nei suoi panni", seppur molto diversi dai nostri, guardare il mondo
attraverso i suoi "occhiali” .
Corollario dell’organizzazione  i costrutti sono in una relazione gerarchica: estroverso è un
costrutto generale, astratto, cordiale, empatico sono sottodimensioni più specifiche.
Corollario della modulazione  un costrutto può essere applicabile ad un certo campo di
esperienza; ci sono costrutti che sono molto rigidi e possono essere applicati solo ad un campo
specifico; altri, più lassi, a più campi.
Frammentazione  l’interpretazione di un evento può essere conflittuale, cioè io posso essere
indeciso fra due o più interpretazioni di un evento.
Corollario della scelta  noi scegliamo l’interpretazione che ci permette di spiegare meglio gli
eventi.
Chiaramente i costrutti personali cambiano con la nostra esperienza concreta.
BECK ED ELLIS - terapia cognitivo/comportamentale
Il loro tentativo è quello di semplificare il linguaggio psicoanalitico e di renderlo più vicino
all’esperienza del paziente. Il cognitivismo clinico nasce dall’esigenza di essere più vicino
all’esperienza del paziente.
Si parla di pensieri automatici  ciò che il paziente pensa di sé e del mondo, per il cognitivismo
clinico, può produrre patologia. Attraverso una procedura, che si chiama dialogo socratico, si cerca
di smontare le credenze razionali, che sono quelle che stanno dietro i sintomi. E, poiché, nel
cognitivismo clinico, ciò che produce la malattia sono i pensieri automatici che precedono il
sintomo e che lo accompagnano, se io tolgo i pensieri, tolgo il sintomo.
Bck ha stabilito una procedura di studio che si chiama ABC, che serve ad individuare i pensieri
automatici che sono la fonte della patologia. I pensieri automatici non sono considerati inconsci, ma
sono al di fuori del controllo pieno della coscienza; sono cioè, difficilmente identificabili a livello
introspettivo: si parla di esperienza implicite.
A  evento reale che introduce il sintomo, antecedente al sintomo
B  il pensiero automatico, cioè l’interpretazione che il soggetto fa di quell’evento che poi produce
il sintomo.
C  reazione sintomatico del soggetto.
Capire antecedente, pensiero automatico e conseguenze: se il terapeuta capisce questo, sa dove
centrare l’attenzione per la cura.
Costruttivismo italiano Guidano e Liotta
GUIDANO
Costruttivismo radicale  si approfondisce il concetto di conoscenza tacita; Guidano parla di
una conoscenza tacita dentro la nostra mente che va ad organizzare il modo in cui vengono costruiti
gli eventi. E questa conoscenza tacita deve essere compresa per capire come sia possibile, per
esempio, che una persona arrivi a pensare che al mondo lui è di troppo.
Lui contrappone una elaborazione di tipo più analitico, e quindi più legata ad una memoria di
lavoro, ad una elaborazione di tipo olografico, globale, che è in qualche modo sintetica, associata a
questo modo di conoscere tacito.
Conoscenza tacita  una conoscenza non codificata, non contenuta in testi o manuali, non gestita
attraverso flussi comunicativi strutturati; ma una conoscenza che esiste nella testa degli individui,
che nasce dall'esperienza lavorativa e che - come tale - si collega alla capacità di comprensione dei
contesti di azione, intuizioni, sensazioni che difficilmente possono essere comprese da chi non
condivide tale esperienza.
LIOTTI
Cognitivismo evoluzionista  egli pensa che anche i modelli psicoterapeutici debbano essere
fondati scientificamente.
Liotti è particolarmente interessato a comprendere quali sono le basi evoluzionistiche
dell’organizzazione della conoscenza e le motivazioni umane.
Studia, in particolar modo, la motivazione a base innata, cioè il comportamento umano, ed in
particolare i comportamenti interpersonali. Individua cinque motivazioni:
1) sistema motivazionale interpersonale sessuale
2) sistema motivazionale dell’attaccamento
3) sistema motivazionale dell’accudimento
4) sistema motivazionale agonistico
5) funzione delle cooperazioni verso obiettivi comuni
Liotti distingue tra conoscenza tacita e conoscenza esplicita: la conoscenza implicita deve essere
in qualche modo tradotta in conoscenza esplicita. Lui pensa che la malattia , l’impossibilità a vedere
emozioni che Freud direbbe rimosse, per lui nonsono meccanismo di difesa, ma sono deficit
metacognitivi.
Adult attachment interview 
Killstrome tassonomia dei livelli elaborativi della mente, con tre tipi di processi impliciti
Implicito  o una cosa inconscia o una cosa che è difficilmente identificabile a livello
introspettivo.
Alessitimici  difficoltà ad identificare i sentimenti, difficoltà nel descrivere i sentimenti, persone
che hanno un pensiero orientato all’esterno e non danno attenzione al mondo interno, al mondo
psichico.
Implicit association test – IAT  rileva le differenze individuali rispetto alle dimensioni dei sensi
di colpa, rispetto all’autostima.
Piccolo schema personalità
Janet  idea fissa subconscia – automatismo psicologico
Freud
Elaborazione primaria  libere associazioni
Elaborazione secondaria  racconto che una persona fa del sogno- cognitiva
Inconscio: elaborazione di tipo primario
1° topica preconscio: contenitore di ricordi – processo secondario
Conscio: coscienza
Es: calderone ribollente dei desideri – principio del piacere
2° topica io: mediatore – principio di realtà
Super io: istanza interna di moralità
Klein
Posizione schizoparanoide  l’oggetto si “scompone” in una parte buona ed una parte cattiva
Posizione depressiva  senso di colpa ed angoscia per paura di fare del male all’oggetto di amore
Impulsi distruttivi
Fairbairn
Teoria delle relazioni oggettuali
Libido intesa come ricerca dell’oggetto stesso e non del piacere che esso provoca
Io antilibidico  oggetto frustrante/rifiutante
Io libidico  oggetto ideale/gratificante
Bowlby
Teoria dell’attaccamento
Modelli operativi interni
Winnicott
Bambino onnipotente
Preoccupazione materna primaria
Zona intermedia di esperienza – oggetto transazionale
Vero sé/falso sé
Kohut
Persone borderline  persone con debolezza del sé
Rappresentazione affettiva
Sé grandioso – imago parentale idealizzata come esperienza del sé idealizzante
Rogers
Tendenza attualizzante
Criterio di organizzazione organistico
Riformulazione
Terapia centrata sul cliente
Lichtemberg :
cinque sistemi motivazionali  attaccamento – affiliazione – esplorazione – assertività – avversivo
Stern
Bambino clinico / bambino osservato
Teoria della sviluppo del sé:
1) Emergente  appena nato
2) Nucleare  rappresentazioni generalizzate di interazione RIG
3) Soggettivo  interpersonale
4) Verbale  con il linguaggio
Maslow
Scala gerarchica dei bisogni :
1) fisiologici
2) di sicurezza
3) appartenenza ed affetto
4) stima
5) autorealizzazione
Sendler  inconscio rappresentazionale  la mente umana pensa come un bambino di cinque anni
Weiss
Convinzioni patogene
Modalità di elaborazione implicita  elaborazione spontanea
Piani di azione in terapia
Dixon  disattenzione selettiva inconscia
Eagle  credenze egosintoniche/ego distoniche
Allport
Abitudine  comportamento che tendo a ripetere
Tratto  una serie di abitudini, per esempio l’estroversione che riguarda il comportamento in generale. Dipende
dall’esperienza ambientale e da variabili di tipo genetico
Temperamento  gli aspetti formali della condotta, il come faccio un cosa, come mi comporto. È più specificamente
biologico.
Atteggiamento  si rivolge ad un oggetto specifico
Il proprio  il sé
Autonomia funzionale dei bisogni  il comportamento diventa un bisogno indipendente dal rinforzo in sé che l’aveva
incoraggiato in precedenza
Big Five
1) estroversione/introversione
2) gradevolezza/ostilità
3) coscienziosità
4) stabilità emotiva/nevroticismo (ne parla Eysenc)
5) apertura all’esperienza
Strelau  persona alto reattiva /basso reattiva – grado di energia
Thomas e Chess  bambini facili/difficli/lenti
Rotter
Modello motivazionale
Aspettativa per valore
Locus of control (interno o esterno)
Fiducia interpersonale come indicatore di benessere
Bandura
Determinismo triadico tra persona/ambiente/condotta
Test operated tes exit  modello di pianificazione dell’azione
Autoefficacia percepita  quanto le personae si sentono efficaci in un campo specifico
Kelly Teoria dei costrutti personale e vari corollari
Bech ed Ellis
pensieri automatici  che non sono inconsci, ma che sono difficilmente identificabili a livello introspettivo
procedura ABC:
A evento reale che porta al sintomo
B  il pensiero automatico, cioè l’interpretazione che il soggetto fa dell’evento antecedente il sintomo
C  sintomo
Guidano  conoscenza tacita: conoscenza non codificata che esiste nella testa delle persone
Liotti
Motivazioni a base innata:
1) sessuale
2) attaccamento
3) accadimento
4) agonistico
5) cooperazione verso obiettivi comuni