Monastero S. Susanna - La nostra chiesa

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La nostra chiesa
Santa Susanna
La chiesa di santa Susanna è uno dei Titoli più antichi della città di Roma. La chiesa
paleocristiana, costruita sui resti di tre ville romane sovrapposte, era situata subito al di fuori del
recinto delle Terme di Diocleziano e a ridosso delle mura serviane, le prime mura costruite per
difendere la città. Secondo la tradizione la chiesa è stata eretta sulla casa di Susanna, dove la
stessa santa è stata martirizzata. Nel IV secolo era indicata con la denominazione: Chiesa di
Santa Susanna ad "duas domos" (presso le due ville), infatti sotto il monastero e la chiesa sono
sti rinvenuti preziosi reperti archeologici. La grande basilica a tre navate viene probabilmente
ricostruita sotto il pontificato di Leone III (795-816).
Sisto IV (1475-1477) procedette al rifacimento della Chiesa riducendola, probabilmente ad una
sola navata, con due cappelle laterali.
A partire dal 1588 si colloca l’ ultima grande trasformazione del Cardinale Rusticucci,
cardinale protettore dell’ Ordine Cistercense, che dal 1595 al 1603 la riedifica. Uno degli
obbiettivi perseguiti con maggior impegno dal Rusticucci in qualità di Vicario generale del Papa
Sisto V fu di rinnovare la vita degli ordini religiosi. Un riflesso di tale azione sembra trasparire
dal programma figurativo fatto eseguire nelle pareti della chiesa; i temi principali che si evincono
sono: difesa della castità contro la corruzione dei costumi e la vittoria della vera fede su ogni
tentazione idolatria e eterodossa. Ad essi si assommano l’ esaltazione della scelta verginale di
santa Susanna e della sua attitudine orante: Rusticucci ha voluto evidenziare questi temi anche
per l’ inscindibile legame che la sua chiesa aveva con le monache dell’ Ordine
Cistercense.
Girolamo Rusticucci, amante della “ tradizione” , seppe scegliere quanto di meglio offriva in
quel tempo la pittura scaturita dalla feconda produzione sistina dell’ antiriforma: lo dimostra
anche l’ assegnazione a CARLO MADERNO (1556-1629) degli interventi architettonici compiuti
nella chiesa; egli è pure l’ autore della facciata in travertino.
Gli affreschi dell’ aula centrale (sei scene della vita della casta Susanna) sono del bolognese
Baldassarre Croce (1563-1638).
All’ orvietano Cesare Nebbia (1536-1614) sono da attribuire gli affreschi della curva e della
calotta absidale in cui vengono riprodotte alcune scene della vita della santa.
La pala dell’ altare maggiore, che rappresenta la decapitazione di santa Susanna, è del
palermitano Tommaso Laureti (1530-1602).
Camilla Peretti, sorella di Sisto V, grande benefattrice delle Monache Cistercensi, fece
eseguire la cappella di san Lorenzo, i cui affreschi sono l’ opera più alta di Giovan Battista
Pozzo (1563-1591). La tela dell’ altare raffigurante il martirio del santo diacono è di Cesare
Nebbia.
Nella sacrestia delle Monache, dove si può vedere, sotto il pavimento in vetri, parte della
chiesa paleocristiana e resti della casa romana, che si dice fosse del padre della santa, san
Gabino; in questo luogo, recentemente, è stato scoperto pure un sarcofago romano con dentro
frammenti di intonaco dipinto. L’ accurato lavoro di riassemblaggio ha portato alla luce un
timpano con la raffigurazione dell’ Agnus Dei su un fondo azzurro e con ai lati Giovanni Battista
e Giovanni Evangelista; una Madonna con il Bambino tra le sante Agata e, forse, santa
Susanna; cinque stupendi busti di Santi.
Dietro il presbiterio, separato da una grata in ferro, si apre lo splendido coro monastico,
un’ ampia sala rettangolare. Fu realizzato nel 1596 dal Cardinale Rusticucci, come attesta lo
stemma posto al centro del ricco soffitto, in legno intagliato a cassettoni. Gli stalli del coro
furono eseguiti a cura di Paolo V e si trovano più volte citati nelle guide antiche come uno
dei più bei cori esistenti nei monasteri romani.
Le pareti sono ornate da affreschi raffiguranti santi e scene tratte dall’ Antico Testamento.
L’ autore di queste pitture fu Francesco Mezzetti (1676-1702).
Sempre nel coro, nei quattro sportelli delle due nicchie che conservano i reliquiari compaiono
san Benedetto e santa Scolastica (sulla sinistra) e san Bernardo e santa Susanna (sulla destra)
opera del pittore umbro Avanzino Nucci (1599).
Filippo Fregiotti nel 1719 fu autore degli affreschi di una cappella all’ interno della clausura.
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