Fisica : saperi minimi (onde luminose)– prof. Angelo Vitiello L – 1 La Luce e le onde luminose Nei scorsi due secoli la luce ha avuto una doppia interpretazione, alcuni sostenevano il modello corpuscolare altri il modello ondulatorio: secondo il modello corpuscolare era un flusso di piccole particelle, per quello ondulatorio era un’onda che si propaga come quelle onde che si propagano nell’aria e gli esperimenti confermavano a volte l’uno e a volte l’altro. I raggi di luce dell'ottica geometrica non sono altro che le traiettorie delle particelle di luce ipotizzate dalla teoria corpuscolare I fenomeni di interferenza e diffrazione si possono spiegare soltanto se si ammette che la luce sia un'onda Diffrazione . Se un fascio di luce colpisce un ostacolo che ha dimensioni confrontabili o minori della sua lunghezza d'onda, il fascio di luce aggira l'ostacolo e invade la cosiddetta zona d'ombra. Se incide su una fenditura molto sottile, esso è allargato. Se il fascio di luce è di un solo colore e si pone uno schermo al di là della fenditura, su di esso compaiono delle frange chiare e scure alternate Interferenza Quando le onde emesse da due sorgenti diverse si sovrappongono, i loro effetti si accumulano, in modo tale che in alcuni punti i loro effetti si sommano (interferenza costruttiva), mentre in altri si cancellano (interferenza distruttiva). La luce è un’onda elettromagnetica: la perturbazione è costituita da campi elettrici e magnetici, le cui oscillazioni si propagano anche nel vuoto. Einstein scoprì che la luce, quando incide su un metallo provoca l’emissione di elettroni (effetto fotoelettrico) e quindi si comporta come una pioggia di particelle (i fotoni). Gli studi più recenti tendono di nuovo a correlare le particelle come addensamento di campi. In certe situazioni la luce si comporta come un’onda ed in altre come particella. L' Irradiamento di una superficie misura la quantità di energia che cade perpendicolarmente su 1 m2 di quella superficie in 1 s. Ee = E = A∆t energia _ del _ fascio _ lu min oso Nel Sistema Internazionale Ee si misura in J/(m2s)=W/m2. A parità di potenza della sorgente luminosa l'irradiamento diminuisce in maniera inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra la sorgente e la superficie di impatto ( schermo). area × int ervallo ⋅ di ⋅ tempo Definito angolo solido la parte di spazio compresa all’interno di un cono, esso si misura in steraradianti sr (analogamente alla misura in radianti dell’angolo piatto: angolo giro è 2π , angolo solido totale è 4 π ) L’Intensità di radiazione descrive quanta potenza una sorgente emette nello spazio: nel Sistema Internazionale I si misura in J/(sr s)=W/sr. I = E = Ω∆ t energia _ del _ fascio _ lu min oso angolo _ solido × int ervallo ⋅ di ⋅ tempo (oppure indica quanta energia al secondo è convogliata entro un angolo solido) Flusso raggiante. È l'energia che una sorgente di energia emette in 1 s irradiandola in tutte le direzioni. Nel Sistema Internazionale si misura in watt. È la rapidità con cui la sorgente emette energia. In ogni secondo il Sole emette 3,90 X 1026 J di energia luminosa Le grandezze radiometriche descrivono in modo oggettivo la radiazione luminosa e sono: -Intensità luminosa : che descrive quanto è brillante una sorgente luminosa rispetto all’occhio umano e si misura nel SI in candela (cd) - Flusso luminoso misura la quantità di luce che emette una sorgente in un secondo ne si misura nel SI in lumen (lm) - Illuminamento EL è il rapporto tra il flusso luminoso ΦL e l’area della superfice illuminata e si Φ misura nel SI in lux (lx) EL = L A (queste grandezze sono riferite ad una radiazione di frequenza ed una intensità di riferimento) Fisica : saperi minimi (onde luminose)– prof. Angelo Vitiello L – 2 Interferenza di onde luminose La Interferenza è l'effetto che si ha in ogni punto, nel quale si sovrappongono più onde. Poiché l'oscillazione dovuta a ciascuna onda può avere fase diversa da quella delle altre onde, si danno casi di interferenza costruttiva e distruttiva. Esperimento della doppia fenditura . Se facciamo passare la luce di un solo colore attraverso due fenditure, su uno schermo posto di fronte a esse si alternano delle zone di luce e delle zone scure, ciò mostra che la luce ha natura (anche) ondulatoria. Le due fenditure, colpite da un’onda piana monocromatica , si comportano come sorgenti di luce e generano due onde circolari che sono sempre in fase. Nelle frange luminose (chiare) si ha interferenza costruttiva, in quelle scure interferenza distruttiva. Con questo tipo di esperimento , Thomas Young agli inizi del XVII secolo riuscì a misurare la lunghezza d’onda della luce di vari colori. Chiamando y la distanza tra la frangia luminosa centrale e la prima frangia laterale, d la distanza tra le due fenditure e 1 quella tra il piano delle fenditure e lo schermo, la lunghezza d'onda della luce è data dalla formula, nel caso che d << l , λ= yd l Vedi condizioni di interferenza delle onde in generale Le condizioni di interferenze di questo tipo di onde è dato dalle seguenti condizioni: Due sorgenti identiche danno interferenza costruttiva nei punti P per i quali la differenza delle distanze r dalle sorgenti è uguale ad un multiplo intero (k) della lunghezza d’onda λ v v v r S 1 P − S 2 P = kλ - Due sorgenti identiche danno interferenza distruttiva nei punti Q per i quali la differenza delle distanze r dalle sorgenti è uguale ad un multiplo intero (k) della lunghezza d’onda λ più mezza lunghezza d’onda v r v r λ S 1Q − S 2 Q = k λ + 2 E’ inoltre possibile trovare una relazione tra la lunghezza d’onda e l’angolo tra la linea congiungente la sorgente e il punto di interferenza e la distanza , individuato come αk , che individua la k-esima frangia luminosa d λ= k sen α k Diffrazione La diffrazione è un fenomeno tipico delle onde che non si spiega con il modello corpuscolare della luce; si ha quando la luce non si propaga in linea retta e diffrange , cioè aggira gli ostacoli ed invade quella che dovrebbe essere una zona d’ombra. Se un fascio di luce colpisce un ostacolo che ha dimensioni confrontabili o minori della sua lunghezza d'onda, il fascio di luce aggira l'ostacolo e invade la cosiddetta zona d'ombra. Se incide Fisica : saperi minimi (onde luminose)– prof. Angelo Vitiello L – 3 su una fenditura molto sottile, esso è allargato. Se il fascio di luce è di un solo colore e si pone uno schermo al di là della fenditura, su di esso compaiono delle frange chiare e scure alternate. Per atri tipi di onde, per esempio il suono, viene percepito oltre le porte perché l sua lunghezza d’onda è di circa un metro come larghezza della porta. Velocità della luce Oggi sappiamo che la luce è sia un’onda elettromagnetica, cioè una perturbazione dei campi elettrici e magnetici oscillanti, che si propaga anche nel vuoto (onda che con diverse frequenze diventa anche radio, tv, raggi x, etc), ma anche un tipo di particella chiamata fotone che scoprì Einstein. La velocità della luce nel vuoto è c = 3 x 108 m/s Come per le altre onde la velocità dipende dal mezzo. Nei mezzi trasparenti la velocità della luce è minore: il rapporto tra la velocità nel vuoto e quella v in un mezzo è detto indice di rifrazione n = c/v (nell’acqua ad esempio è n =1,33 quindi la velocità della luce è 2,33 x 108 m/s) . La luce bianca può essere scomposta nei suoi “colori fondamentali” usando un prisma, e sfruttando il fatto che il valore dell’indice di rifrazione cambia al variare della frequenza della radiazione (dispersione cromatica) Ciascun colore corrisponde ad una particolare frequenza e, quindi ad una particolare lunghezza d’onda. . Gli esperimenti sulla diffrazione della luce permettono di verificare che a ciascun colore della luce corrisponde una particolare lunghezza d’onda, e quindi una c particolare frequenza, dell’onda luminosa λ= f Colore : la sensazione visiva del colore dipende dalla particolare lunghezza d'onda (o frequenza) della luce che colpisce l'occhio. La luce visibile ha lunghezze d'onda che sono comprese tra 380 e 750 nm. Per esempio, la luce violetta ha lunghezze d'onda comprese tra 380 e 430 nm: la luce rossa ha lunghezze d'onda comprese tra 610 e 750 nm. Assorbimento della luce : ogni oggetto assorbe la luce di determinate lunghezze d'onda e diffonde la luce che non assorbe. Il suo colore corrisponde a quello che esso diffonde in misura maggiore. Un maglione che ci appare rosso assorbe tutti i colori tranne il rosso. Un foglio di carta bianca diffonde tutti i colori. Una lavagna nera li assorbe praticamente tutti. Emissione della luce. I corpi solidi portati all'incandescenza emettono uno spettro continuo che appare come una striscia luminosa continua di vari colori. I gas riscaldati ad alta temperatura o attraversati da una corrente elettrica emettono invece uno spettro a righe, che appare come un insieme di righe brillanti e separate. I colori dell'arcobaleno non sono altro che lo spettro continuo emesso dal Sole, rifratto dalle goccioline di pioggia che si trovano in aria in particolari condizioni atmosferiche Fisica : saperi minimi (onde luminose)– prof. Angelo Vitiello L – 4 Spettri di emissione e di assorbimento. Ogni sostanza emette le stesse radiazioni che è in grado di assorbire. Studiando la luce emessa da un corpo è possibile sapere quali sono le sostanze che lo compongono. Gli spettri di righe emessi da gas monoatomici sono caratteristici del particolare elemento chimico di cui il gas è costituito. Buona parte delle osservazioni astronomiche si basano sull'ipotesi che le sostanze emettono e assorbono lo stesso spettro luminoso in modo indipendente dal luogo dell'Universo in cui si trovano. È così che sono determinate le composizioni chimiche delle galassie più lontane. Leggi della riflessione, rifrazione e cenni di ottica Nella disciplina che chiamiamo Ottica, semplifichiamo la luce interpretando il raggio luminoso come una retta. I corpi che emettono la luce sono detti sorgenti di luce. La luce si propaga in modo retto e se incontra un corpo può generare un’ombra ed una penombra le cui dimensioni dipendono dalla distanza alla quale si trova la sorgente luminosa. In questa disciplina si studia la riflessione e gli specchi, la rifrazione e le lenti. Le leggi della riflessione sono: prima legge : il raggio incidente, il raggio riflesso e la perpendicolare alla superfice riflettente giacciono nello stesso piano; seconda legge: l’angolo di incidenza è uguale all’angolo di riflessione, Un raggio di luce che incide su uno specchio si comporta come una palla da biliardo che colpisce una sponda e rimbalza. La rifrazione è la deviazione di un raggio luminoso quando attraversa mezzi diversi. (esempio del cucchiaino che appare spezzato se immerso nell’acqua). Le leggi della rifrazione sono: prima legge : il raggio incidente, il raggio rifratto e la perpendicolare alla superfice di separazione dei mezzi (aria ed acqua ed esempio ) giacciono nello stesso piano; seconda legge: il rapporto tra gli angoli incidente e rifratto è uguale al rapporto degli indici di rifrazione dei due mezzi. Leggi della rifrazione. 1) II raggio incidente, il raggio rifratto e la normale alla superficie di separazione dei due mezzi giacciono nello stesso piano. 2) Il rapporto tra i segmenti OP' e OQ' della figura rimane costante qualunque sia l'angolo di incidenza: Il rapporto tra il seno dell'angolo di incidenza S e il seno dell'angolo di rifrazione P è costante: sen iˆ = n AB sen rˆ Indice di rifrazione relativo : È la costante che compare nella seconda legge della rifrazione. Dipende dai due mezzi trasparenti che si trovano a contatto e dalla direzione in cui si muove la luce: se questa non passa dal mezzo A al mezzo B, ma da B ad A, si trova: n BA = 1 n AB L'indice di rifrazione relativo per un raggio di luce che passa dall'acqua al plexiglas è 1,12. Se il raggio passa dal plexiglas all'acqua l'indice di rifrazione relativo è 1/1,12 = 0,89. Indice di rifrazione assoluto di un mezzo: Si calcola come l'indice di rifrazione relativo, con la condizione che la luce entri nel mezzo trasparente provenendo dal vuoto. Se n,, e ue sono gli indici di rifrazione assoluti di due materiali. si dimostra che vale la relazione: Gli specchi piani riflettono un’immagine riflessa in posizione simmetrica all’oggetto. Gli specchi curvi possono essere concavi e convessi: gli specchi concavi riflettono immagini in posizioni che dipendono dalla posizione dell’oggetto e dalla loro curvatura. Le lenti sono corpi trasparenti delimitati da due superfici sferiche che producono immagini ingrandite o rimpicciolite, a secondo della loro particolare curvatura. Variamente disposte possono diventare cannocchiali o microscopi.