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22/02/2016
La qualità dei sogni è una questione di chimica
2
19/02/2016
RICERCA: QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO
ITALIANO SVELA MECCANISMO
4
Adnkronos.com/IGN
19/02/2016
SVELATO PERCHE' ALCUNI SOGNI SEMBRANO DEI FILM, E' UNA
QUESTIONE CHIMICA
5
Affaritaliani.it
19/02/2016
RICERCA: QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO
ITALIANO SVELA MECCANISMO
6
Adnkronos.com/IGN
19/02/2016
QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO ITALIANO SVELA
MECCANISMO
7
Focus.it
19/02/2016
RICERCA: QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO
ITALIANO SVELA MECCANISMO
8
Iltempo.it
19/02/2016
RICERCA: QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO
ITALIANO SVELA MECCANISMO
10
Ilfattoquotidiano.it
19/02/2016
SOGNI, NON DIPENDONO SOLO DALL'INCONSCIO: E' ANCHE UNA
QUESTIONE DI CHIMICA
11
Padovanews.it
19/02/2016
RICERCA: QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO
ITALIANO SVELA MECCANISMO
13
Corriereadriatico.it
19/02/2016
I SOGNI SEMBRANO DEI FILM. ECCO LA SPIEGAZIONE: QUESTIONE
DI CHIMICA
14
Tiscali.it
19/02/2016
RICERCA: QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO
ITALIANO SVELA MECCANISMO
15
Agi.it
19/02/2016
CERVELLO: MECCANISMO NEUROCHIMICO DIETRO RICORDO E
QUALITA' SO
16
Consumatrici.it
19/02/2016
SOGNI VIVIDI COME IN UN FILM: E' QUESTIONE DI CHIMICA (DEL
CERVELLO)
17
Quotidianodipuglia.it
19/02/2016
NON SOLO INCONSCIO, LA QUALITA' DEI SOGNI DIPENDE ANCHE
DALLA CHIMICA
18
Gds.it
20/02/2016
NON SOLO INCONSCIO: LA QUALITA' DEI SOGNI E' QUESTIONE
ANCHE DI CHIMICA
19
Ultima-ora.zazoom.it
20/02/2016
E' LA CHIMICA PRESENTE NEL CERVELLO A FAR RICORDARE E
RENDERE I SOGNI BELLI COME FILM
21
Baritalianews.it
20/02/2016
SVELATO IL MISTERO PERCHE' ALCUNI SOGNI SEMBRANO COME DEI 23
FILM
Italianews.it
21/02/2016
SOGNI, SCOPERTA LA SOSTANZA CHIMICA RESPONSABILE: LA
DOPAMINA
25
Intelligonews.it
21/02/2016
LA CHIMICA MANDA IN PENSIONE FREUD: "I SOGNI? TUTTO
DIPENDE DALLA DOPAMINA"
27
Ilprimatonazionale.it
21/02/2016
SOGNI: NON CENTRA LINCONSCIO, E' SOLO DOPAMINA
28
Lastampa.it
22/02/2016
LA QUALITA' DEI SOGNI E' QUESTIONE DI CHIMICA
29
Leonardo.it
22/02/2016
SOGNI: ALTRO CHE INCONSCIO, TUTTO MERITO DELLA DOPAMINA
31
Ambulatoriprivati.it
22/02/2016
LA QUALITA' DEI SOGNI E' QUESTIONE DI CHIMICA - LA STAMPA
33
Newsitaliane.it
22/02/2016
I SOGNI BELLI E REALI COME SE FOSSERO NEI FILM, TUTTO MERITO 34
DELLA DOPAMINA E NON DELL'INCONSCIO
Farmacia.it
22/02/2016
UN SOGNO CHE SEMBRA REALTA'? TUTTO MERITO DELLA CHIMICA
36
Ilpuntontc.com
22/02/2016
I SOGNI SON DESIDERI E QUESTIONE DI CHIMICA
38
Tuttoperlei.it
22/02/2016
DOPAMINA, IL SEGRETO DI SOGNI BELLI E TRANQUILLI
39
Comunicato stampa
Sapienza Università di Roma
Rubrica
13:38
Rubrica
Sapienza - agenzie
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Sapienza - web
Roma, 17/02/2016
COMUNICATO STAMPA
La qualità dei sogni è una questione di chimica
Individuato un meccanismo neurochimico che determina il ricordo e la
qualità dei sogni notturni.
La ricerca coordinata per la Sapienza da Luigi De Gennaro, è pubblicata
sulla rivista Human Brain Mapping
Finalmente svelato l’enigma della chimica dei sogni notturni?
I ricercatori del Dipartimento di Psicologia della Sapienza, del Dipartimento di Neurologia
clinica e comportamentale dell’IRCCS Santa Lucia e dell’Università dell’Aquila hanno
scoperto le ragioni per le quali gli uomini sognano in maniera diversa: alcuni non ricordano
affatto i loro sogni, mentre altri ne conservano un ricordo molto dettagliato, quasi “filmico”.
Allo stesso modo, tra coloro che ricordano con regolarità i sogni, alcuni riportano narrazioni
di estrema incongruenza e bizzarria o con una forte componente emotiva, altri invece
forniscono descrizioni assai povere di eventi e scene.
Grazie a una strategia innovativa che sfrutta l’elevata risoluzioni delle tecniche di
neuroimmagine, i ricercatori hanno potuto misurare il comportamento “microstrutturale” di
alcune aree del cervello, dimostrando che esiste una diretta implicazione del
neurotrasmettitore dopamina negli aspetti salienti dell’esperienza onirica. In particolare
l’attenzione degli studiosi si è focalizzata sulle strutture cruciali del sistema dopaminergico
di rinforzo e gratificazione cerebrale: la sostanza grigia della corteccia prefrontale mediale e
l’amigdala.
Per lo studio, pubblicato sulla rivista Human Brain Mapping, il gruppo di ricerca coordinato
da Luigi De Gennaro per la Sapienza e da Gianfranco Spalletta per l’IRCCS Santa Lucia, ha
scelto come modello di riferimento la malattia di Parkinson che è caratterizzata da una
evidente carenza di dopamina. In questo modo i ricercatori hanno potuto scoprire che
pazienti colpiti, il comportamento di specifiche strutture del sistema di gratificazione
cerebrale e, soprattutto, il dosaggio dei farmaci dopaminergici assunti, influiscono
diversamente sugli aspetti qualitativi dei loro sogni.
Sapienza Università di Roma
CF 80209930587 PI 02133771002
Capo Ufficio Stampa: Alessandra Bomben
Addetti Stampa: Christian Benenati - Marino Midena - Barbara Sabatini - Stefania Sepulcri
Addetti Comunicazione: Valentina Alvaro - Danny Cinalli
Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma
T (+39) 06 4991 0035 - 0034 F (+39) 06 4991 0399
[email protected] [email protected] www.uniroma1.it
Pag 2
Le implicazioni di tale scoperta possono aprire prospettive completamente innovative per
l’approccio neuroscientifico allo studio del sogno. L’esame delle alterazioni dei sogni in
pazienti affetti da malattia di Parkinson mette direttamente in relazione il bilancio di
dopamina nella corteccia prefrontale mediale e nell’amigdala con la vivezza dei sogni
ricordati. Tutto questo apre prospettive completamente innovative. “Potremmo dire –
dichiara Luigi De Gennaro - di avere inaugurato una nuova stagione dello studio della
neurochimica del ricordo dei sogni”.
Human Brain Mapping - Dopaminergic system and dream recall: An MRI study in
Parkinson's disease patients - Luigi De Gennaro, Olimpia Lanteri, Fabrizio Piras, Serena
Scarpelli, Francesca Assogna, Michele Ferrara, Carlo Caltagirone, Gianfranco Spalletta- DOI:
10.1002/hbm.23095
Info:
Luigi De Gennaro- Dipartimento di Psicologia Sapienza Università di Roma
T (+39) 06 49917647
[email protected]
19-02-2016
13:38
Canale CRO
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RICERCA: QUALITA' SOGNI E' QUESTIONE CHIMICA, STUDIO ITALIANO SVELA
MECCANISMO =
Finalmente svelato 'enigma' della chimica delle esperienze
notturne
Roma, 19 feb. (AdnKronos Salute) - La qualità dei sogni è una
questione di chimica. E' la scoperta fatta dai ricercatori del
dipartimento di Psicologia dell'Università Sapienza di Roma, del
dipartimento di Neurologia clinica e comportamentale dell'Irccs Santa
Lucia di Roma e dell'Università dell'Aquila. Lo studio, pubblicato su
'Human Brain Mapping', ha individuato un meccanismo neurochimico che
determina il ricordo. I ricercatori hanno scoperto le ragioni per le
quali gli uomini sognano in maniera diversa: alcuni non ricordano
affatto i loro sogni, mentre altri ne conservano un ricordo molto
dettagliato, quasi 'filmico'.
Allo stesso modo, tra coloro che ricordano con regolarità i sogni,
alcuni riportano narrazioni di estrema incongruenza e bizzarria o con
una forte componente emotiva, altri invece forniscono descrizioni
assai povere di eventi e scene. Grazie a una strategia innovativa che
sfrutta l'elevata risoluzioni delle tecniche di neuroimmagine, i
ricercatori hanno potuto misurare il comportamento 'microstrutturale'
di alcune aree del cervello, dimostrando che esiste una diretta
implicazione del neurotrasmettitore dopamina negli aspetti salienti
dell'esperienza onirica. In particolare l'attenzione degli studiosi si
è focalizzata sulle strutture cruciali del sistema dopaminergico di
rinforzo e gratificazione cerebrale: la sostanza grigia della
corteccia prefrontale mediale e l'amigdala.
((AdnKronos Salute) - Per lo studio, il gruppo di ricerca coordinato da
Luigi De Gennaro per la Sapienza e da Gianfranco Spalletta per il
Santa Lucia, ha scelto come modello di riferimento la malattia di
Parkinson che è caratterizzata da una evidente carenza di dopamina. In
questo modo i ricercatori hanno potuto scoprire che pazienti colpiti,
il comportamento di specifiche strutture del sistema di gratificazione
cerebrale e, soprattutto, il dosaggio dei farmaci dopaminergici
assunti, influiscono diversamente sugli aspetti qualitativi dei loro
sogni.
Le implicazioni di tale scoperta possono aprire prospettive
completamente innovative per l'approccio neuroscientifico allo studio
del sogno. L'esame delle alterazioni dei sogni in pazienti affetti da
malattia di Parkinson mette direttamente in relazione il bilancio di
dopamina nella corteccia prefrontale mediale e nell'amigdala con la
vivezza dei sogni ricordati. Tutto questo apre prospettive
completamente innovative. "Potremmo dire - conclude De Gennaro - di
avere inaugurato una nuova stagione dello studio della neurochimica
del ricordo dei sogni''.
(Com-Frm/AdnKronos)
ISSN 2465 – 1222
19-FEB-16 13:38
Sapienza - agenzie
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Ricerca: qualità sogni è questione
chimica, studio italiano svela
meccanismo
19 febbraio 2016- 13:33
Finalmente svelato 'enigma' della chimica delle esperienze notturne
Roma, 19 feb. (AdnKronos Salute) - La qualità
dei sogni è una questione di chimica. E' la
scoperta fatta dai ricercatori del dipartimento di
Psicologia dell'Università Sapienza di Roma, del
dipartimento di Neurologia clinica e
comportamentale dell’Irccs Santa Lucia di Roma
e dell’Università dell’Aquila. Lo studio,
pubblicato su 'Human Brain Mapping', ha
individuato un meccanismo neurochimico che
determina il ricordo. I ricercatori hanno
scoperto le ragioni per le quali gli uomini
sognano in maniera diversa: alcuni non
ricordano affatto i loro sogni, mentre altri ne
conservano un ricordo molto dettagliato, quasi
'filmico'. Allo stesso modo, tra coloro che
ricordano con regolarità i sogni, alcuni riportano narrazioni di estrema incongruenza e bizzarria o con una forte
componente emotiva, altri invece forniscono descrizioni assai povere di eventi e scene. Grazie a una strategia
innovativa che sfrutta l’elevata risoluzioni delle tecniche di neuroimmagine, i ricercatori hanno potuto misurare
il comportamento 'microstrutturale' di alcune aree del cervello, dimostrando che esiste una diretta
implicazione del neurotrasmettitore dopamina negli aspetti salienti dell’esperienza onirica. In particolare
l’attenzione degli studiosi si è focalizzata sulle strutture cruciali del sistema dopaminergico di rinforzo e
gratificazione cerebrale: la sostanza grigia della corteccia prefrontale mediale e l’amigdala.Per lo studio, il
gruppo di ricerca coordinato da Luigi De Gennaro per la Sapienza e da Gianfranco Spalletta per il Santa Lucia,
ha scelto come modello di riferimento la malattia di Parkinson che è caratterizzata da una evidente carenza di
dopamina. In questo modo i ricercatori hanno potuto scoprire che pazienti colpiti, il comportamento di
specifiche strutture del sistema di gratificazione cerebrale e, soprattutto, il dosaggio dei farmaci dopaminergici
assunti, influiscono diversamente sugli aspetti qualitativi dei loro sogni.Le implicazioni di tale scoperta
possono aprire prospettive completamente innovative per l’approccio neuroscientifico allo studio del sogno.
L’esame delle alterazioni dei sogni in pazienti affetti da malattia di Parkinson mette direttamente in relazione il
bilancio di dopamina nella corteccia prefrontale mediale e nell’amigdala con la vivezza dei sogni ricordati. Tutto
questo apre prospettive completamente innovative. "Potremmo dire – conclude De Gennaro - di avere
inaugurato una nuova stagione dello studio della neurochimica del ricordo dei sogni”.
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Roma, 19 feb. (Adnkronos Salute) - Studio italiano svela l''enigma' della chimica dei sogni.
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19/02/2016 13:40
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Ricerca: qualità sogni è
questione chimica, studio italiano svela
meccanismo
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Finalmente svelato 'enigma' della chimica delle esperienze notturne
Roma, 19 feb. (AdnKronos Salute) - La qualità dei sogni
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è una questione di chimica. E' la scoperta fatta dai
ricercatori del dipartimento di Psicologia dell'Università
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Sapienza di Roma, del dipartimento di Neurologia clinica
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e comportamentale dell’Irccs Santa Lucia di Roma e
dell’Università dell’Aquila. Lo studio, pubblicato su
'Human Brain Mapping', ha individuato un meccanismo neurochimico che determina il ricordo. I ricercatori hanno
scoperto le ragioni per le quali gli uomini sognano in maniera diversa: alcuni non ricordano affatto i loro sogni,
mentre altri ne conservano un ricordo molto dettagliato, quasi 'filmico'. Allo stesso modo, tra coloro che ricordano
con regolarità i sogni, alcuni riportano narrazioni di estrema incongruenza e bizzarria o con una forte componente
emotiva, altri invece forniscono descrizioni assai povere di eventi e scene. Grazie a una strategia innovativa che
sfrutta l’elevata risoluzioni delle tecniche di neuroimmagine, i ricercatori hanno potuto misurare il comportamento
'microstrutturale' di alcune aree del cervello, dimostrando che esiste una diretta implicazione del neurotrasmettitore
dopamina negli aspetti salienti dell’esperienza onirica. In particolare l’attenzione degli studiosi si è focalizzata sulle
strutture cruciali del sistema dopaminergico di rinforzo e gratificazione cerebrale: la sostanza grigia della corteccia
prefrontale mediale e l’amigdala.Per lo studio, il gruppo di ricerca coordinato da Luigi De Gennaro per la Sapienza e
da Gianfranco Spalletta per il Santa Lucia, ha scelto come modello di riferimento la malattia di Parkinson che è
caratterizzata da una evidente carenza di dopamina. In questo modo i ricercatori hanno potuto scoprire che
pazienti colpiti, il comportamento di specifiche strutture del sistema di gratificazione cerebrale e, soprattutto, il
dosaggio dei farmaci dopaminergici assunti, influiscono diversamente sugli aspetti qualitativi dei loro sogni.Le
implicazioni di tale scoperta possono aprire prospettive completamente innovative per l’approccio neuroscientifico
allo studio del sogno. L’esame delle alterazioni dei sogni in pazienti affetti da malattia di Parkinson mette
direttamente in relazione il bilancio di dopamina nella corteccia prefrontale mediale e nell’amigdala con la vivezza
dei sogni ricordati. Tutto questo apre prospettive completamente innovative. "Potremmo dire – conclude De
Gennaro - di avere inaugurato una nuova stagione dello studio della neurochimica del ricordo dei sogni”.
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Un gruppo di ricercatori italiani ha misurato il comportamento
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di F. Q. | 19 febbraio 2016
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I sogni? È tutta una questione di chimica. Ed è questa che spiega il
perché a volte si ricordino nel dettaglio, altre svaniscono senza
lasciare traccia. Oppure a volte ripercorrono fedelmente situazioni
vissute, desiderate o temute, altre invece sono incongruenti ed
enigmatici. Sin dalle origini l’uomo si è interrogato sulla propria
vita onirica, attribuendogli, di volta in volta, funzioni predittive
del futuro, disvelatrici di numeri magici o, dal Novecento, rivelatrici
dell’inconscio. Ora, invece, uno studio italiano ha individuato un
meccanismo neurochimico che determina la qualità dei sogni.
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1961 per il romanzo “Il buio oltre
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Un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma La Sapienza,
dell’IRCCS Santa Lucia e dell’Università dell’Aquila, ha misurato il
comportamento di alcune aree del cervello, dimostrando che
esiste una diretta implicazione del neurotrasmettitore dopamina
nell’esperienza onirica. Questo spiega la ragione per cui gli uomini
sognano in maniera diversa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Human Brain Mapping, ha
scelto come modello la malattia di Parkinson, caratterizzata da
un’elevata carenza di dopamina curata con farmaci. I ricercatori
hanno così scoperto che, nei 27 pazienti parkinsoniani presi in
esame, il diverso dosaggio dei farmaci dopaminergici era collegato
alla vividezza dei loro sogni, ovvero il dettaglio visivo era
proporzionale alla quantità di dopamina assunta.
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Sogni, non dipendono solo
dall’inconscio: è anche una
questione di chimica
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Inoltre tecniche di neuroimmagine hanno permesso di ottenere
informazioni su due strutture cerebrali dopaminergiche collegate
all’attività onirica: la corteccia prefrontale mediale e l’amigdala. La
ricerca apre a molte prospettive di studio innovative. “Tra i prossimi
passi – dichiara all’Ansa Luigi De Gennaro, professore di
Psicobiologia de La Sapienza – capire quali sono le aree del cervello
che generano i sogni e da che dipende la loro presenza o assenza e
numerosità”.
DIRETTORE TESTATA ONLINE: PETER
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di F. Q. | 19 febbraio 2016
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Pubblicato: Venerdì, 19 Febbraio 2016 12:33
Scritto da Redazione
Roma, 19 feb. (AdnKronos Salute) - La qualita' dei
sogni e' una questione di chimica. E' la scoperta
fatta dai ricercatori del dipartimento di Psicologia
dell'Universita' Sapienza di Roma, del
dipartimento di Neurologia clinica e
comportamentale dell'Irccs Santa Lucia di Roma
e dell'Universita'
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dell'Aquila. Lo studio, pubblicato su 'Human Brain
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neurochimico che determina il ricordo. I
ricercatori hanno scoperto le ragioni per le quali
gli uomini sognano in maniera diversa: alcuni
non ricordano affatto i loro sogni, mentre altri ne conservano un ricordo molto dettagliato, quasi 'filmico'.
Allo stesso modo, tra coloro che ricordano con regolarita' i sogni, alcuni riportano narrazioni di estrema
incongruenza e bizzarria o con una forte componente emotiva, altri invece forniscono descrizioni assai povere
di eventi e scene. Grazie a una strategia innovativa che sfrutta l'elevata risoluzioni delle tecniche di
neuroimmagine, i ricercatori hanno potuto misurare il comportamento 'microstrutturale' di alcune aree del
cervello, dimostrando che esiste una diretta implicazione del neurotrasmettitore dopamina negli aspetti salienti
dell'esperienza onirica. In particolare l'attenzione degli studiosi si e' focalizzata sulle strutture cruciali del
sistema dopaminergico di rinforzo e gratificazione cerebrale: la sostanza grigia della corteccia prefrontale
mediale e l'amigdala.
Per lo studio, il gruppo di ricerca coordinato da Luigi De Gennaro per la Sapienza e da Gianfranco Spalletta per
il Santa Lucia, ha scelto come modello di riferimento la malattia di Parkinson che e' caratterizzata da una
evidente carenza di dopamina. In questo modo i ricercatori hanno potuto scoprire che pazienti colpiti, il
comportamento di specifiche strutture del sistema di gratificazione cerebrale e, soprattutto, il dosaggio dei
farmaci dopaminergici assunti, influiscono diversamente sugli aspetti qualitativi dei loro sogni.
Le implicazioni di tale scoperta possono aprire prospettive completamente innovative per l'approccio
neuroscientifico allo studio del sogno. L'esame delle alterazioni dei sogni in pazienti affetti da malattia di
Parkinson mette direttamente in relazione il bilancio di dopamina nella corteccia prefrontale mediale e
nell'amigdala con la vivezza dei sogni ricordati. Tutto questo apre prospettive completamente innovative.
"Potremmo dire – conclude De Gennaro - di avere inaugurato una nuova stagione dello studio della
neurochimica del ricordo dei sogni - .
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a cura di Adnkronos Salute
Roma, 19 feb. (AdnKronos Salute) - La qualità dei sogni è una questione di chimica. E' la
scoperta fatta dai ricercatori del dipartimento di Psicologia dell'Università Sapienza di
Il circuito per
addominali tonici a
casa tua
Roma, del dipartimento di Neurologia clinica e comportamentale dell’Irccs Santa Lucia di
Roma e dell’Università dell’Aquila. Lo studio, pubblicato su 'Human Brain Mapping', ha
individuato un meccanismo neurochimico che determina il ricordo. I ricercatori hanno
scoperto le ragioni per le quali gli uomini sognano in maniera diversa: alcuni non ricordano
affatto i loro sogni, mentre altri ne conservano un ricordo molto dettagliato, quasi
Melanzana, bordeaux,
vinaccia: colori di
tendenza dei…
'filmico'. Allo stesso modo, tra coloro che ricordano con regolarità i sogni, alcuni riportano
narrazioni di estrema incongruenza e bizzarria o con una forte componente emotiva, altri
invece forniscono descrizioni assai povere di eventi e scene. Grazie a una strategia
innovativa che sfrutta l’elevata risoluzioni delle tecniche di neuroimmagine, i ricercatori
Sei sovrappeso? Te lo
dice l'IMC
hanno potuto misurare il comportamento 'microstrutturale' di alcune aree del cervello,
dimostrando che esiste una diretta implicazione del neurotrasmettitore dopamina negli
aspetti salienti dell’esperienza onirica. In particolare l’attenzione degli studiosi si è
focalizzata sulle strutture cruciali del sistema dopaminergico di rinforzo e gratificazione
cerebrale: la sostanza grigia della corteccia prefrontale mediale e l’amigdala. Per lo studio, il
gruppo di ricerca coordinato da Luigi De Gennaro per la Sapienza e da Gianfranco Spalletta
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La qualità dei sogni è questione di chimica
Individuato un meccanismo neurochimico che determina il ricordo.
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22/02/2016
La qualità dei sogni è una questione di chimica. È la scoperta fatta dai ricercatori
del dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza di Roma, del dipartimento
di Neurologia clinica e comportamentale dell’Irccs Santa Lucia di Roma e
dell’Università dell’Aquila.
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Il gruppo di ricercatori ha misurato il comportamento di alcune aree del
cervello, dimostrando che esiste una diretta implicazione del
neurotrasmettitore dopamina nell’esperienza onirica. Questo spiega la ragione
per cui gli uomini sognano in maniera diversa. A volte i sogni si ricordano nel
dettaglio, altre svaniscono senza lasciare traccia, a volte ripercorrono
fedelmente situazioni vissute, desiderate o temute, altre invece sono
incongruenti ed enigmatici.
Lo studio ha scelto come modello la malattia di Parkinson, caratterizzata da
un’elevata carenza di dopamina curata con farmaci. I ricercatori hanno così
scoperto che, nei 27 pazienti parkinsoniani presi in esame, il diverso dosaggio
dei farmaci dopaminergici era collegato alla vividezza dei loro sogni, ovvero il
dettaglio visivo era proporzionale alla quantità di dopamina assunta. Inoltre
tecniche di neuroimmagine hanno permesso di ottenere informazioni su due
strutture cerebrali dopaminergiche collegate all’attività onirica: la corteccia
prefrontale mediale e l’amigdala.
La ricerca apre a molte prospettive di studio innovative. «Tra i prossimi passi dichiara all’Ansa Luigi De Gennaro, professore di Psicobiologia de La Sapienza capire quali sono le aree del cervello che generano i sogni e da che dipende la
loro presenza o assenza e numerosità».
Alcuni diritti riservati.
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Sogni: altro che inconscio, tutto
merito della dopamina
DI BARBARA VELLUCCI, 22 FEBBRAIO 2016
Dimentichiamo tutte le teorie
sull’inconscio formulate da Freud: i sogni, e la loro qualità, sarebbero
soltanto merito della chimica. Lo a ermano alcuni ricercatori del
dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, del
dipartimento di Neurologia clinica e comportamentale dell’Irccs Santa
Lucia di Roma e dell’Università dell’Aquila che avrebbero individuato il
meccanismo neurochimico che determina il ricordo che porta poi ai
sogni.
Insomma, il processo onirico sarebbe molto meno “romantico” di
quello che sembra. Questa ricerca, inoltre, avrebbe messo in luce i
motivi per cui i sogni possono avere qualità diversa e le ragioni per cui
alcuni ricordano i propri sogni perfettamente, come se avessero visto
un
lm, mentre altri no oppure li ricordano con grande fatica.
Tutti i segreti dei sogni, del loro meccanismo e della loro qualità
sembrano dunque essere stati svelati grazie alle innovative tecniche di
neuroimmagine, grazie alle quali i ricercatori hanno potuto in qualche
modo andare a misurare il comportamento microstrutturale di
determinate aree del cervello interessate da questi processi. E grazie a
ciò, sarebbero arrivati alla conclusione che esisterebbe una diretta
implicazione del neurotrasmettitore dopamina in quelli che sono gli
aspetti più salienti del sogno.
I ricercatori, avrebbero quindi notato che nei pazienti malati di
Parkinson (malattia neurodegenerativa), ad esempio, vi sia una grande
carenza di dopamina e che in essi l’assunzione di farmaci
Data
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dopaminergici in uiscano in modo diverso sulla qualità dei sogni fatti.
Si tratta di una scoperta che potrebbe certamente in uire in modo
consistente sullo studio dei meccanismi onirici, dando il via allo studio
della neurochimica del ricordo dei sogni.
Sognare | Shutterstock
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dopamina inserisci la tua e-mail nel box qui sotto
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C.F. e CCIAA di Milano IT06933670967 – REA MI-1924178 Società sottoposta alla direzione e coordinamento di Triboo Media Spa – all rights reserved
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Per giungere a queste conclusioni, il gruppo di ricerca
coordinato da Luigi De Gennaro per la Sapienza e da
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Gianfranco Spalletta per il Santa Lucia, ha scelto come modello
di riferimento la malattia di Parkinson (ecco come riconoscerlo)
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che è caratterizzata da una evidente carenza di dopamina (pigri
o iperattivi? Il segreto sta in un neurotrasmettitore). In questo
modo i ricercatori hanno potuto scoprire che nei pazienti colpiti,
il comportamento di specifiche strutture del sistema di
Sistema nervoso
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gratificazione cerebrale e, soprattutto, il dosaggio dei farmaci
dopaminergici assunti, influiscono diversamente sugli aspetti
qualitativi dei loro sogni. Inoltre, grazie a una strategia
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innovativa che sfrutta l’elevata risoluzioni delle tecniche di
neuroimmagine, hanno potuto misurare il comportamento
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'microstrutturale' di alcune aree del cervello, dimostrando che
esiste una diretta implicazione del neurotrasmettitore dopamina
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negli aspetti salienti dell’esperienza onirica.
In particolare l’attenzione degli studiosi si è focalizzata sulle
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strutture cruciali del sistema dopaminergico di rinforzo e
gratificazione cerebrale, la sostanza grigia della corteccia
prefrontale mediale e l’amigdala. Secondo i ricercatori, ciò
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spiegherebbe perchè alcuni non ricordano affatto i loro sogni,
mentre altri ne conservano un ricordo molto dettagliato, quasi
filmico. Allo stesso modo, tra coloro che ricordano con
regolarità i sogni, alcuni riportano narrazioni di estrema
incongruenza e bizzarria o con una forte componente emotiva,
altri invece forniscono descrizioni assai povere di eventi e
scene.
Dunque, le implicazioni di tale scoperta possono aprire
prospettive completamente innovative per l’approccio
neuroscientifico allo studio del sogno. L’esame delle alterazioni
dei sogni in pazienti affetti da malattia di Parkinson mette
direttamente in relazione il bilancio di dopamina nella corteccia
prefrontale mediale e nell’amigdala con la vivezza dei sogni
ricordati. "Potremmo dire – conclude De Gennaro - di avere
inaugurato una nuova stagione dello studio della neurochimica
del ricordo dei sogni”.
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cervello che gestisce le emozioni e in particolar modo la paura.
A livello anatomico scientifico viene definita anche come un
gruppo di strutture interconnesse, di sostanza grigia facente
parte del sistema limbico, posto sopra il tronco cerebrale, nella
regione rostromediale del lobo temporale, al di sotto del giro
uncinato (uncus) e anteriormente alla formazione
dell'ippocampo. Ha una struttura ovoidale situata nel punto più
basso della parete superiore del corno inferiore di ogni
ventricolo laterale. È in continuità con il putamen, dietro alla
coda del nuclueo caudato.
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