Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.1. Aspetti morfosintattici: stile nominale Le lingue speciali sono caratterizzate dalla tendenza a concentrare l’informazione nel sintagma nominale, in modo da rendere il discorso conciso, concettualmente ricco, nonché sintetico e compatto a livello sintattico. Ciò avviene grazie a meccanismi quali: l’elisione di articoli e preposizioni, la nominalizzazione, ossia la trasformazione di un sintagma verbale in uno nominale, l’uso particolarmente intenso di pre- e postmodificazione. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.1. Aspetti morfosintattici: stile nominale: elisione di articoli e preposizioni Esempio (inglese informatico): “Player application can copy selected portions of text track and current visuals to clipboard”. Mancano quattro articoli determinativi e un articolo partitivo (any selected portions). Esempi di elisione delle preposizioni in sintagmi nominali in italiano sono trasferimento dati anziché trasferimento di/dei dati e cassetta nastro messaggi anziché cassetta del nastro per i messaggi. L’omissione articoli e preposizioni non è propria di tutte le microlingue ma solo di quelle scientifiche, tecniche e giuridico-burocratiche. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.1. Aspetti morfosintattici: stile nominale: nominalizzazione È la trasformazione di un sintagma verbale in uno nominale. Rende il discorso più tecnico; permette di tematizzare le informazioni nuove all’inizio della frase e di conferire una maggiore oggettività al punto di vista dell’emittente. Esempio: Lingua standard «Fleming scoprì la penicillina e questo permise di sconfiggere le affezioni batteriche». Linguaggio scientifico «La scoperta della penicillina da parte di Fleming permise di sconfiggere le affezioni batteriche». Inglese (struttura ancor più semplificata grazie al gen. sass.) «Fleming’s discovery of penicillin allowed to defeat bacterial infections». Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.1. Aspetti morfosintattici: stile nominale: nominalizzazione Un fenomeno simile alla nominalizzazione è l’eliminazione delle frasi relative e la loro sostituzione con aggettivi affiancati al nome. Esempio: «Una procedura che può creare pericoli» «Una procedura pericolosa» Entrambe le versioni sono possibili nella lingua standard, ma nelle lingue speciali la seconda è preferita, per eliminare le possibili ambiguità insite nel pronome relativo. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.1. Aspetti morfosintattici: stile nominale: nominalizzazione Altre strategie per evitare il ricorso alle preposizioni relative: uso di locuzioni preposizionali. Es. in medicina: patients with (= who suffer from) single-vessel coronary artery disease; patients at discharge (= who were discharged) from hospital. uso degli aggettivi in -ble in inglese e -bile in italiano. Es. in fisica: reversible change (= change which can be reversed); codice convertibile (= che si può convertire). uso di participi passati. Es. updated error correction code (= code of correction of errors which has been updated); la distanza effettivamente percorsa (= la distanza che è stata effettivamente percorsa); atto secretato (= atto che è stato sottoposto al segreto processuale). uso della forma verbale in -ing per l’inglese e del participio presente in italiano. Es. lesions involving (= which involve) peripheral nerve axons; un’asta isolante (= che isola). Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.1. Aspetti morfosintattici: stile nominale: pre- e postmodificazione Un sostantivo “testa” (head noun) può subire una premodificazione o postmodificazione per mezzo di aggettivi, sostantivi, avverbi e forme nominali del verbo. Il fenomeno interessa soprattutto il tedesco e l’inglese. Esempi: - root mean square error (statistica) - energy-level full-employment budget surplus (economia) - an easy to carry stackable 3.5 pound heavy 2 inch wide 2 pole AC-DC lythium leadless battery (tecnologia) Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.1. Aspetti morfosintattici: stile nominale: pre- e postmodificazione L’alta percentuale di elementi lessicali che caratterizza lo stile nominale può talora nuocere alla chiarezza e alla facilità di comprensione del testo. In questi casi, errori di traduzione possono essere evitati solo sulla base della conoscenza della materia da parte del traduttore. Esempio tratto da un manuale che descrive punte di trapano per la perforazione di materiali molto duri: concrete drilling = “trapanare dentro il cemento” diamond drilling ≠ “trapanare dentro un diamante” ma = “punta di diamante che serve per trapanare nel cemento” Nel primo caso la premodificazione indica una caratteristica costitutiva intrinseca dell’oggetto; nel secondo, indica la funzione dell’oggetto. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.2. Aspetti morfosintattici: semplificazione periodo Nelle lingue speciali la struttura del periodo tende a essere semplificata perché l’attenzione di chi legge esige una costruzione sintattica semplice per potersi concentrare completamente sulle conoscenze e informazioni che vengono trasmesse. Meccanismi: andamento paratattico del discorso riduzione del periodo a proposizioni del tipo sintagma nominale + verbo + sintagma nominale potenziamento del ruolo svolto dal sostantivo e conseguente riduzione del verbo a copula Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.2. Aspetti morfosintattici: semplificazione periodo Il verbo subisce processi che sono più frequenti nelle lingue speciali che nella lingua comune. In inglese, la forma in -ing, permette la creazione di costrutti che conferiscono alla sintassi una notevole compattezza: è usata nei sintagmi nominali con funzione aggettivale (changing humidity) o sostantivale (careful sampling); può essere usata all’inizio di una frase (Applying the loop rule,…); può essere retta da una preposizione (by experimenting); può essere usata in subordinate introdotte da with (But with monetary policy decisions being made frequently, fine tuning of monetary policy is indeed possible). Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.3. Aspetti morfosintattici: forme passive e impersonali La preferenza per le forme passive e impersonali è dovuta alla necessità di tematizzare, spersonalizzare e oggettivizzare ciò che viene scritto, evidenziando il fatto, il processo illustrato e non l’agente. Inoltre, l’estensore del testo tende a restare in secondo piano perché ciò che conta di più sono le informazioni. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.3. Aspetti morfosintattici: forme passive e impersonali Esempio: New strings may be created by combining old ones; this operation is called “concatenation”. Forma tematica del sintagma nominale this operation coesione testuale tramite la compattazione del concetto espresso nella prima frase. Passivo is called oggettivizzazione del contenuto trasmesso e collocazione in posizione tematica del processo, del fatto, dell’azione che sono stati descritti nella frase precedente. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.3. Aspetti morfosintattici: forme passive e impersonali Forma passiva deagentivata: The heat exchanger assembly is lowered from the compartment. Forme verbali stative, senza agente: The RS5-system is composed of an undersea acoustic beacon,… Agente menzionato esplicitamente per sottolineare che un’azione è compiuta da quel determinato agente e non da altri: The platform is lowered and raised by the hoist crank. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.3. Aspetti morfosintattici: forme passive e impersonali Forme impersonali per ampliare la portata delle affermazioni e presentarle come dati oggettivi, es.: it is clear that, it follows that, it is apparent that. I riferimenti a se stesso da parte dell’autore sono, soprattutto in italiano, nella terza persona singolare (l’autore, chi scrive). Voce attiva e passiva diversa funzione pragmatica: - passivo (is used) per illustrare una procedura standardizzata di uso comune o per menzionare studi compiuti da altri di cui l’autore del testo accetta i risultati; - attivo (we used) per indicare una scelta procedurale unica o per evidenziare che la propria posizione è in contrasto con quella di altri studiosi. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.4. Aspetti morfosintattici: uso più ristretto di modi e tempi verbali Indicativo presente/present simple: tempo più utilizzato nella comunicazione scientifica per presentare fatti, teorie, osservazioni, definizioni, processi, formulazioni di leggi scientifiche, ecc. Esempi di differenze italiano/inglese: - microlingua della medicina: le riviste in inglese impongono un rigido uso dei tempi verbali che non c’è in italiano: il simple present per indicare l’ipotesi da verificare e le conoscenze già acquisite, il simple past per descrivere l’esperimento, il present perfect per descrivere il risultato. - inglese tecnico-scientifico: nella descrizione di un macchinario, il tempo è il present tense se l’oggetto della descrizione è ancora in uso, mentre si usa il past tense se non lo è più. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.4. Aspetti morfosintattici: uso più ristretto di modi e tempi verbali Inglese: - imperativo per istruzioni dirette ed esemplificazioni con la funzione di chiarire concetti e teorie (Assume the electron is moving in a relativistic way) - costrutto imperativo let us + infinito senza to (Let us take the direction of motion to be the x direction) per guidare il lettore nell’argomentazione. Italiano: - infinito per istruzioni dirette (Digitare una misura per i margini della pagina dispari), anche se per influsso dell’inglese si sta diffondendo la seconda persona singolare dell’imperativo; - congiuntivo esortativo per esemplificazioni (Si consideri…, Si prenda…). Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.5. Aspetti morfosintattici: modalità Modalità = atteggiamento dell’emittente del messaggio verso ciò che viene detto (necessità, probabilità, possibilità, ecc.). Nelle lingue speciali, la scelta dei verbi modali inglesi can, will, would, should e may può essere dettata da motivazioni diverse dalla scelta degli stessi modali nella lingua comune. Si può avere l’uso del modale will per esprimere non l’aspetto temporale del futuro, bensì la quasi inevitabilità di un dato evento in determinate circostanze (The image will not appear on a screen […] because the light does not converge there) o l’impegno dell’autore a cercare una soluzione al problema esposto (We will maintain that there has been a fundamental misunderstanding of how in this respect the economy in which we live actually works). Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 2.5. Aspetti morfosintattici: modalità Si può verificare un cambiamento del significato di should e may, che possono assumere una funzione comunicativa performativa o prescrittiva. Se nella lingua comune tali modali esprimono un suggerimento più che un comando, nelle istruzioni indirette should e may possono invece assumere il valore di must, ossia di obbligo senza possibilità di scelta. Esempio di testo in cui vengono fornite istruzioni sul funzionamento di una macchina o sulla corretta esecuzione di un’operazione: “Steel weld backing should be sufficiently thick so that the molten metal will not burn through the backing. […] For steel thicknesses other than gage material, a relief groove may be necessary”. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 3.1. Aspetti lessicali e terminologici: lessico tecnico e subtecnico termini specifici di una disciplina normalmente usati dai soli specialisti (es. neo-formazioni assolute o parole della lingua comune rideterminate semanticamente) lessico tecnico; parole della lingua comune che vengono usate nelle lingue speciali senza variazione di significato a) trasversalmente a tutte le discipline oppure b) limitatamente a un singolo ambito specialistico (es. raffreddare, bollire, mescolare in chimica) lessico subtecnico; parole della lingua comune che vengono usate con un’accezione ristretta, o comunque modificata, in un singolo ambito specialistico (es. analisi in chimica designa l’indagine sperimentale che permette di determinare la composizione delle sostanza, mentre in matematica identifica una branca che comprende l’algebra superiore e il calcolo differenziale) lessico subtecnico. Le lingue speciali: aspetti macro- e microlinguistici 3.2. Aspetti lessicali e terminologici: monoreferenzialità e stabilità I termini (unità lessicale puramente denotative, prive di ambigue connotazioni culturali e individuali) sono: Monoreferenziali, o tendenzialmente non ambigui: usati per designare un solo oggetto, concetto, processo, privo di sinonimi. La monoreferenzialità non è un fattore assoluto ma una tendenza delle lingue speciali. Tendenzialmente stabili: una volta accettati dalla comunità scientifica o professionale, è difficile cambiarli. Ciò accade soprattutto in discipline come la botanica, la zoologia, la chimica, la medicina, la mineralogia, ecc., che hanno adottato nomenclature internazionali di base neolatina. In altri settori, es. l’informatica e l’economia, la stabilità è minacciata dalla progressiva internazionalizzazione della ricerca scientifica e dalla mancanza di standardizzazione terminologica.