(27 feb 2012) - Lingua e traduzione inglese I

Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.1.
Aspetti
morfosintattici:
stile
nominale
Le
lingue
speciali
sono
caratterizzate
dalla
tendenza
a
concentrare
l’informazione
nel
sintagma
nominale,
in
modo
da
rendere
il
discorso
conciso,
concettualmente
ricco,
nonché
sintetico
e
compatto
a
livello
sintattico.
Ciò
avviene
grazie
a
meccanismi
quali:
 l’elisione
di
articoli
e
preposizioni,
 la
nominalizzazione,
ossia
la
trasformazione
di
un
sintagma
verbale
in
uno
nominale,
 l’uso
particolarmente
intenso
di
pre-
e
postmodificazione.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.1.
Aspetti
morfosintattici:
stile
nominale:
elisione
di
articoli
e
preposizioni
Esempio
(inglese
informatico):
“Player
application
can
copy
selected
portions
of
text
track
and
current
visuals
to
clipboard”.
Mancano
quattro
articoli
determinativi
e
un
articolo
partitivo
(any
selected
portions).
Esempi
di
elisione
delle
preposizioni
in
sintagmi
nominali
in
italiano
sono
trasferimento
dati
anziché
trasferimento
di/dei
dati
e
cassetta
nastro
messaggi
anziché
cassetta
del
nastro
per
i
messaggi.
L’omissione
articoli
e
preposizioni
non
è
propria
di
tutte
le
microlingue
ma
solo
di
quelle
scientifiche,
tecniche
e
giuridico-burocratiche.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.1.
Aspetti
morfosintattici:
stile
nominale:
nominalizzazione
È
la
trasformazione
di
un
sintagma
verbale
in
uno
nominale.
Rende
il
discorso
più
tecnico;
permette
di
tematizzare
le
informazioni
nuove
all’inizio
della
frase
e
di
conferire
una
maggiore
oggettività
al
punto
di
vista
dell’emittente.
Esempio:
Lingua
standard
«Fleming
scoprì
la
penicillina
e
questo
permise
di
sconfiggere
le
affezioni
batteriche».
Linguaggio
scientifico
«La
scoperta
della
penicillina
da
parte
di
Fleming
permise
di
sconfiggere
le
affezioni
batteriche».
Inglese
(struttura
ancor
più
semplificata
grazie
al
gen.
sass.)
«Fleming’s
discovery
of
penicillin
allowed
to
defeat
bacterial
infections».
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.1.
Aspetti
morfosintattici:
stile
nominale:
nominalizzazione
Un
fenomeno
simile
alla
nominalizzazione
è
l’eliminazione
delle
frasi
relative
e
la
loro
sostituzione
con
aggettivi
affiancati
al
nome.
Esempio:
«Una
procedura
che
può
creare
pericoli»

«Una
procedura
pericolosa»
Entrambe
le
versioni
sono
possibili
nella
lingua
standard,
ma
nelle
lingue
speciali
la
seconda
è
preferita,
per
eliminare
le
possibili
ambiguità
insite
nel
pronome
relativo.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.1.
Aspetti
morfosintattici:
stile
nominale:
nominalizzazione
Altre
strategie
per
evitare
il
ricorso
alle
preposizioni
relative:
 uso
di
locuzioni
preposizionali.
Es.
in
medicina:
patients
with
(=
who
suffer
from)
single-vessel
coronary
artery
disease;
patients
at
discharge
(=
who
were
discharged)
from
hospital.
 uso
degli
aggettivi
in
-ble
in
inglese
e
-bile
in
italiano.
Es.
in
fisica:
reversible
change
(=
change
which
can
be
reversed);
codice
convertibile
(=
che
si
può
convertire).
 uso
di
participi
passati.
Es.
updated
error
correction
code
(=
code
of
correction
of
errors
which
has
been
updated);
la
distanza
effettivamente
percorsa
(=
la
distanza
che
è
stata
effettivamente
percorsa);
atto
secretato
(=
atto
che
è
stato
sottoposto
al
segreto
processuale).
 uso
della
forma
verbale
in
-ing
per
l’inglese
e
del
participio
presente
in
italiano.
Es.
lesions
involving
(=
which
involve)
peripheral
nerve
axons;
un’asta
isolante
(=
che
isola).
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.1.
Aspetti
morfosintattici:
stile
nominale:
pre-
e
postmodificazione
Un
sostantivo
“testa”
(head
noun)
può
subire
una
premodificazione
o
postmodificazione
per
mezzo
di
aggettivi,
sostantivi,
avverbi
e
forme
nominali
del
verbo.
Il
fenomeno
interessa
soprattutto
il
tedesco
e
l’inglese.
Esempi:
- root
mean
square
error
(statistica)
- energy-level
full-employment
budget
surplus
(economia)
-
an
easy
to
carry
stackable
3.5
pound
heavy
2
inch
wide
2
pole
AC-DC
lythium
leadless
battery
(tecnologia)
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.1.
Aspetti
morfosintattici:
stile
nominale:
pre-
e
postmodificazione
L’alta
percentuale
di
elementi
lessicali
che
caratterizza
lo
stile
nominale
può
talora
nuocere
alla
chiarezza
e
alla
facilità
di
comprensione
del
testo.
In
questi
casi,
errori
di
traduzione
possono
essere
evitati
solo
sulla
base
della
conoscenza
della
materia
da
parte
del
traduttore.
Esempio
tratto
da
un
manuale
che
descrive
punte
di
trapano
per
la
perforazione
di
materiali
molto
duri:
concrete
drilling
=
“trapanare
dentro
il
cemento”
diamond
drilling
≠
“trapanare
dentro
un
diamante”
ma
=
“punta
di
diamante
che
serve
per
trapanare
nel
cemento”
Nel
primo
caso
la
premodificazione
indica
una
caratteristica
costitutiva
intrinseca
dell’oggetto;
nel
secondo,
indica
la
funzione
dell’oggetto.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.2.
Aspetti
morfosintattici:
semplificazione
periodo
Nelle
lingue
speciali
la
struttura
del
periodo
tende
a
essere
semplificata
perché
l’attenzione
di
chi
legge
esige
una
costruzione
sintattica
semplice
per
potersi
concentrare
completamente
sulle
conoscenze
e
informazioni
che
vengono
trasmesse.
Meccanismi:
 andamento
paratattico
del
discorso
 riduzione
del
periodo
a
proposizioni
del
tipo
sintagma
nominale
+
verbo
+
sintagma
nominale
 potenziamento
del
ruolo
svolto
dal
sostantivo
e
conseguente
riduzione
del
verbo
a
copula
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.2.
Aspetti
morfosintattici:
semplificazione
periodo
Il
verbo
subisce
processi
che
sono
più
frequenti
nelle
lingue
speciali
che
nella
lingua
comune.
In
inglese,
la
forma
in
-ing,
permette
la
creazione
di
costrutti
che
conferiscono
alla
sintassi
una
notevole
compattezza:
 è
usata
nei
sintagmi
nominali
con
funzione
aggettivale
(changing
humidity)
o
sostantivale
(careful
sampling);
 può
essere
usata
all’inizio
di
una
frase
(Applying
the
loop
rule,…);
 può
essere
retta
da
una
preposizione
(by
experimenting);
 può
essere
usata
in
subordinate
introdotte
da
with
(But
with
monetary
policy
decisions
being
made
frequently,
fine
tuning
of
monetary
policy
is
indeed
possible).
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.3.
Aspetti
morfosintattici:
forme
passive
e
impersonali
La
preferenza
per
le
forme
passive
e
impersonali
è
dovuta
alla
necessità
di
tematizzare,
spersonalizzare
e
oggettivizzare
ciò
che
viene
scritto,
evidenziando
il
fatto,
il
processo
illustrato
e
non
l’agente.
Inoltre,
l’estensore
del
testo
tende
a
restare
in
secondo
piano
perché
ciò
che
conta
di
più
sono
le
informazioni.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.3.
Aspetti
morfosintattici:
forme
passive
e
impersonali
Esempio:
New
strings
may
be
created
by
combining
old
ones;
this
operation
is
called
“concatenation”.
Forma
tematica
del
sintagma
nominale
this
operation

coesione
testuale
tramite
la
compattazione
del
concetto
espresso
nella
prima
frase.
Passivo
is
called

oggettivizzazione
del
contenuto
trasmesso
e
collocazione
in
posizione
tematica
del
processo,
del
fatto,
dell’azione
che
sono
stati
descritti
nella
frase
precedente.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.3.
Aspetti
morfosintattici:
forme
passive
e
impersonali
Forma
passiva
deagentivata:
The
heat
exchanger
assembly
is
lowered
from
the
compartment.
Forme
verbali
stative,
senza
agente:
The
RS5-system
is
composed
of
an
undersea
acoustic
beacon,…
Agente
menzionato
esplicitamente
per
sottolineare
che
un’azione
è
compiuta
da
quel
determinato
agente
e
non
da
altri:
The
platform
is
lowered
and
raised
by
the
hoist
crank.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.3.
Aspetti
morfosintattici:
forme
passive
e
impersonali
Forme
impersonali
per
ampliare
la
portata
delle
affermazioni
e
presentarle
come
dati
oggettivi,
es.:
it
is
clear
that,
it
follows
that,
it
is
apparent
that.
I
riferimenti
a
se
stesso
da
parte
dell’autore
sono,
soprattutto
in
italiano,
nella
terza
persona
singolare
(l’autore,
chi
scrive).
Voce
attiva
e
passiva

diversa
funzione
pragmatica:
- passivo
(is
used)
per
illustrare
una
procedura
standardizzata
di
uso
comune
o
per
menzionare
studi
compiuti
da
altri
di
cui
l’autore
del
testo
accetta
i
risultati;
- attivo
(we
used)
per
indicare
una
scelta
procedurale
unica
o
per
evidenziare
che
la
propria
posizione
è
in
contrasto
con
quella
di
altri
studiosi.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.4.
Aspetti
morfosintattici:
uso
più
ristretto
di
modi
e
tempi
verbali
Indicativo
presente/present
simple:
tempo
più
utilizzato
nella
comunicazione
scientifica
per
presentare
fatti,
teorie,
osservazioni,
definizioni,
processi,
formulazioni
di
leggi
scientifiche,
ecc.
Esempi
di
differenze
italiano/inglese:
- microlingua
della
medicina:
le
riviste
in
inglese
impongono
un
rigido
uso
dei
tempi
verbali
che
non
c’è
in
italiano:
il
simple
present
per
indicare
l’ipotesi
da
verificare
e
le
conoscenze
già
acquisite,
il
simple
past
per
descrivere
l’esperimento,
il
present
perfect
per
descrivere
il
risultato.
- inglese
tecnico-scientifico:
nella
descrizione
di
un
macchinario,
il
tempo
è
il
present
tense
se
l’oggetto
della
descrizione
è
ancora
in
uso,
mentre
si
usa
il
past
tense
se
non
lo
è
più.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.4.
Aspetti
morfosintattici:
uso
più
ristretto
di
modi
e
tempi
verbali
Inglese:
- imperativo
per
istruzioni
dirette
ed
esemplificazioni
con
la
funzione
di
chiarire
concetti
e
teorie
(Assume
the
electron
is
moving
in
a
relativistic
way)
- costrutto
imperativo
let
us
+
infinito
senza
to
(Let
us
take
the
direction
of
motion
to
be
the
x
direction)
per
guidare
il
lettore
nell’argomentazione.
Italiano:
- infinito
per
istruzioni
dirette
(Digitare
una
misura
per
i
margini
della
pagina
dispari),
anche
se
per
influsso
dell’inglese
si
sta
diffondendo
la
seconda
persona
singolare
dell’imperativo;
- congiuntivo
esortativo
per
esemplificazioni
(Si
consideri…,
Si
prenda…).
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.5.
Aspetti
morfosintattici:
modalità
Modalità
=
atteggiamento
dell’emittente
del
messaggio
verso
ciò
che
viene
detto
(necessità,
probabilità,
possibilità,
ecc.).
Nelle
lingue
speciali,
la
scelta
dei
verbi
modali
inglesi
can,
will,
would,
should
e
may
può
essere
dettata
da
motivazioni
diverse
dalla
scelta
degli
stessi
modali
nella
lingua
comune.
Si
può
avere
l’uso
del
modale
will
per
esprimere
non
l’aspetto
temporale
del
futuro,
bensì
la
quasi
inevitabilità
di
un
dato
evento
in
determinate
circostanze
(The
image
will
not
appear
on
a
screen
[…]
because
the
light
does
not
converge
there)
o
l’impegno
dell’autore
a
cercare
una
soluzione
al
problema
esposto
(We
will
maintain
that
there
has
been
a
fundamental
misunderstanding
of
how
in
this
respect
the
economy
in
which
we
live
actually
works).
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
2.5.
Aspetti
morfosintattici:
modalità
Si
può
verificare
un
cambiamento
del
significato
di
should
e
may,
che
possono
assumere
una
funzione
comunicativa
performativa
o
prescrittiva.
Se
nella
lingua
comune
tali
modali
esprimono
un
suggerimento
più
che
un
comando,
nelle
istruzioni
indirette
should
e
may
possono
invece
assumere
il
valore
di
must,
ossia
di
obbligo
senza
possibilità
di
scelta.
Esempio
di
testo
in
cui
vengono
fornite
istruzioni
sul
funzionamento
di
una
macchina
o
sulla
corretta
esecuzione
di
un’operazione:
“Steel
weld
backing
should
be
sufficiently
thick
so
that
the
molten
metal
will
not
burn
through
the
backing.
[…]
For
steel
thicknesses
other
than
gage
material,
a
relief
groove
may
be
necessary”.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
3.1.
Aspetti
lessicali
e
terminologici:
lessico
tecnico
e
subtecnico
 termini
specifici
di
una
disciplina
normalmente
usati
dai
soli
specialisti
(es.
neo-formazioni
assolute
o
parole
della
lingua
comune
rideterminate
semanticamente)

lessico
tecnico;
 parole
della
lingua
comune
che
vengono
usate
nelle
lingue
speciali
senza
variazione
di
significato
a)
trasversalmente
a
tutte
le
discipline
oppure
b)
limitatamente
a
un
singolo
ambito
specialistico
(es.
raffreddare,
bollire,
mescolare
in
chimica)

lessico
subtecnico;
 parole
della
lingua
comune
che
vengono
usate
con
un’accezione
ristretta,
o
comunque
modificata,
in
un
singolo
ambito
specialistico
(es.
analisi
in
chimica
designa
l’indagine
sperimentale
che
permette
di
determinare
la
composizione
delle
sostanza,
mentre
in
matematica
identifica
una
branca
che
comprende
l’algebra
superiore
e
il
calcolo
differenziale)

lessico
subtecnico.
Le
lingue
speciali:
aspetti
macro-
e
microlinguistici
3.2.
Aspetti
lessicali
e
terminologici:
monoreferenzialità
e
stabilità
I
termini
(unità
lessicale
puramente
denotative,
prive
di
ambigue
connotazioni
culturali
e
individuali)
sono:
 Monoreferenziali,
o
tendenzialmente
non
ambigui:
usati
per
designare
un
solo
oggetto,
concetto,
processo,
privo
di
sinonimi.
La
monoreferenzialità
non
è
un
fattore
assoluto
ma
una
tendenza
delle
lingue
speciali.
 Tendenzialmente
stabili:
una
volta
accettati
dalla
comunità
scientifica
o
professionale,
è
difficile
cambiarli.
Ciò
accade
soprattutto
in
discipline
come
la
botanica,
la
zoologia,
la
chimica,
la
medicina,
la
mineralogia,
ecc.,
che
hanno
adottato
nomenclature
internazionali
di
base
neolatina.
In
altri
settori,
es.
l’informatica
e
l’economia,
la
stabilità
è
minacciata
dalla
progressiva
internazionalizzazione
della
ricerca
scientifica
e
dalla
mancanza
di
standardizzazione
terminologica.