INTRODUZIONE ALLA RELATIVITA’ GENERALE Galileo, lasciando cadere pietre di dimensioni diverse, aveva dimostrato che la gravità è indipendente dalla massa ossia che oggetti di massa diversa si muovono con la stessa accelerazione di gravità g. Dalla seconda legge di Newton segue: π = πΉ ππ ππ = πππ π π ππππ§ππππ la massa inerziale ππ rappresenta l’inerzia di un corpo e si misura attraverso l’accelerazione che una forza costante produce sul corpo Dalla legge di gravitazione universale segue: πΉ = πΊππ π π π π2 ππ = πππ π π ππππ£ππ‘ππ§ππππππ la massa gravitazionale mg è responsabile dell’attrazione gravitazionale tra due corpi apparentemente le due masse non hanno nulla in comune. Combinando le due equazioni si ha: π= πΊππ π π2 β ππ ππ Nel 1909 il fisico ungherese Loránd Eötvös dimostrò sperimentalmente l’uguaglianza tra massa inerziale e massa gravitazionale con una precisione dell’ordine di 10-8. Più recentemente Dicke è arrivato ad una precisione di 10-12. Tale uguaglianza prende il nome di PRINCIPIO DI EQUIVALENZA DEBOLE (PED). Einstein si rese conto che l’uguaglianza tra massa inerziale e massa gravitazionale era un fatto empirico di grandissima importanza e lo estese introducendo un fondamentale principio: PRINCIPIO DI EQUIVALENZA FORTE (PEF): Un sistema accelerato con accelerazione π è, localmente, perfettamente equivalente ad un sistema immerso in un campo gravitazionale avente accelerazione di gravità π = π Per capire il significato profondo di questo principio prendiamo in considerazione l’esperimento concettuale (gedankenexperiment) del razzo. L’astronave rappresenta un laboratorio spaziale senza oblò o dispositivi che permettano di guardare all’esterno. In questo laboratorio un fisico, attrezzato di metri, orologi e quant’altro necessario, effettua esperimenti per seguire il comportamento della materia, senza però poter osservare lo spazio esterno. Immaginiamo due osservatori collocati all’interno di due astronavi identiche. La prima, A, ferma sulla rampa di lancio e la seconda, B, in accelerazione nello spazio lontano da qualsiasi massa. Supponiamo anche che B si muova con un’accelerazione esattamente pari a quella di gravità sulla superficie terrestre. In base al PEF gli osservatori O e O’, qualunque esperimento essi effettueranno, troveranno esattamente gli stessi risultati. In altre parole, senza guardare fuori, nessuno dei due osservatori sarà in grado di stabilire se l’astronave si è già sollevata in volo. Gli effetti prodotti da un campo gravitazionale sono indistinguibili da quelli prodotti da un opportuno sistema di riferimento accelerato. Per definizione un riferimento si dice inerziale se in esso vale la legge d’inerzia, ovvero se un punto materiale non soggetto a forze si muove di moto rettilineo uniforme. In base al PEF si può ritenere localmente inerziale ogni riferimento in caduta libera in un campo gravitazionale. Non sono inerziali, in un campo gravitazionale, i riferimenti fermi o comunque che non siano in caduta libera in quanto avvertono la forza di gravità. DEFLESSIONE DELLA LUCE La luce è costituita di fotoni privi di massa e quindi non dovrebbe essere deviata dal campo gravitazionale. Mediante il principio di equivalenza si dimostra che anche la luce deve essere deviata dalla gravità. Supponiamo di aver montato su una parete dell’astronave un faretto che emetta un fascio di luce laser parallela al pavimento. Se il sistema è inerziale e lontano da campi gravitazionali il fascio si manterrà parallelo al pavimento. Cosa succede se ora l’astronave si muove con accelerazione pari a g verso l’alto? A causa dell’accelerazione l’osservatore all’interno dell’astronave vedrà il fascio luminoso seguire una traiettoria curvata verso il basso, esattamente uguale a quella che seguirebbe un qualsiasi altro corpo. L’osservatore all’interno dell’astronave, non potendo guardare all’esterno, non può sapere se l’astronave è in accelerazione g verso l’alto o è fermo sulla superficie di un pianeta avente accelerazione di gravità g verso il basso. In questo caso, l’osservatore all’interno dell’astronave, attribuisce la deviazione della luce alla forza gravitazionale. Secondo la relatività generale, la forza di gravità è in grado di deviare la traiettoria della luce, malgrado essa non abbia massa. EFFETTI DEL CAMPO GRAVITAZIONALE SULLO SPAZIO-TEMPO Supponiamo di avere un enorme disco rotante sul quale siano segnate due circonferenze: una circonferenza π΄ molto piccola e una circonferenze π΅ grandissima. Questo riferimento, a causa della rotazione, non rappresenta un sistema inerziale. Al di sotto di questo disco si trova un altro disco identico ma non rotante sul quale sono segnate altre due circonferenze uguali π΄′ e π΅′ . Questo secondo disco, dato che non ruota, rappresenta un sistema di riferimento inerziale. I due osservatori verificano l’uguaglianza dei loro metri nel centro dei dischi. I due osservatori misurano i raggi π e π′ e le circonferenze π΄ e π΄′ e verificano che sono uguali. I raggi sono trasversi al moto e di conseguenza non subiscono effetti relativistici mentre per quanto riguarda le circonferenze, essendo queste molto piccole, sono trascurabili gli effetti relativistici. Facendo il rapporto ππππππππππππ§π ππππππ entrambi gli osservatori otterranno: π΄ π = π΄′ π′ = 2π quindi è valida la GEOMETRIA EUCLIDEA. I due osservatori si portano sulla circonferenza esterna. In questo caso, essendo grandissima, si osservano effetti relativistici. Per quanto riguarda i raggi b e b′ la situazione è analoga alla precedente per cui misureranno lo stesso valore. Per quanto riguarda le circonferenze π΅ e π΅′ invece la situazione sarà diversa in quanto, essendo i raggi molto grandi, le velocità sono relativistiche e di conseguenza π΅ ≠ π΅′ . L’osservatore a bordo del disco in quiete verifica nuovamente la validità della relazione π΅′ π′ π΅ π = 2π GEOMETRIA EUCLIDEA mentre questo non è vero per l’osservatore in rotazione < π. La conclusione è quindi che, per l’osservatore nel sistema rotante, la geometria euclidea non è valida. L’osservatore a bordo del disco rotante avverte la forza centripeta ma, in base al PEF, questa forza è equivalente alla forza causata dalla presenza di una massa che esercita una attrazione gravitazionale diretta verso l’esterno. LA PRESENZA DI MASSE RENDE LO SPAZIO NON EUCLIDEO. Supponiamo di avere quattro orologi denominati: π΄, π΄′ , π΅, π΅′ . (vedi figura) Come per le lunghezze, essendo le velocità reciproche molto ridotte, si troverà che π΄ e π΄′ indicheranno lo stesso tempo. Questo stesso tempo lo misurerà anche π΅′ , in quiete rispetto ad π΄′ . L’osservatore in quiete troverà invece che l’orologio π΅, in moto relativistico, indicherà un tempo dilatato rispetto a π΅′ e conseguentemente anche rispetto ad π΄. Da ciò segue che nel riferimento in rotazione gli orologi non sono sincronizzati (riferimento non inerziale). L’osservatore a bordo del disco rotante avverte la forza centripeta ma, in base al PEF, questa forza è equivalente alla forza causata dalla presenza di una massa che esercita una attrazione gravitazionale diretta verso l’esterno. LA PRESENZA DI MASSE MODIFICA IL RITMO DEGLI OROLOGI. In particolare lo scorrere del tempo risulta essere rallentato rispetto al tempo misurato da un orologio posto in assenza di gravità. βπ‘ = βπ 1 + 2π π2 con π = − πΊπ π potenziale gravitazionale SPAZIO-TEMPO CURVO πͺ < ππ π I matematici dell’800 avevano dimostrato che la geometria euclidea non è l’unica geometria possibile. Esistono altre geometrie possibili in cui il valore del π rapporto ≠ ππ. π« πͺ > ππ π l’effetto del campo gravitazionale è quello di modificare lo spazio rendendolo non euclideo. πͺ π = ππ METRICA DELLO SPAZIO-TEMPO La distribuzione di materia ed energia determina la curvatura e quindi la metrica La metrica determina il moto degli oggetti nello spazio-tempo In presenza di campo gravitazionale le masse si muovono in uno spazio-tempo curvo descrivendo delle geodetiche ( linea più breve nello spazio-tempo) 1 π ππ − πππ π = −8ππΊπππ 2 π ππ = tensore di curvatura di Ricci π = scalare di curvatura πππ = tensore metrico πππ = tensore energia-impulso VERIFICHE SPERIMENTALI DELLA RELATIVITA’ GENERALE ο· Precessione del perielio ο· Deflessione della luce - Lente gravitazionale ο· Red-shift gravitazionale ο· Onde gravitazionali ο· GPS: global positioning system Precessione del perielio In astronomia viene chiamato precessione del perielio il fenomeno per cui, per effetto delle interazioni gravitazionali tra i pianeti del sistema solare, le loro orbite non sono ellissi fisse e immutabili, come previsto dalle leggi di Keplero, ma cambiano lentamente forma. Tra tutti i pianeti del sistema solare, Mercurio è quello che presenta la precessione del perielio più accentuata, essendo il più vicino al Sole. Il fenomeno è previsto dalla teoria della gravitazione universale di Isaac Newton, ma i valori previsti non sono in accordo con i dati sperimentali. Le previsioni fornite dalla relatività generale sono invece in ottimo accordo. Deflessione della luce - Lente gravitazionale la luce subisce segue il percorso a distanza minima (geodetica). In prossimità di grandi masse la geometria dello spazio-tempo non è euclidea e le geodetiche non sono le rette. Se la luce proveniente da una stella, nel suo viaggio verso la Terra, passa in prossimità del Sole, essa verrà deviata e la stella ad un osservatore sulla Terra apparirà nella posizione B invece che in quella reale A. Einstein propose di verificare tale deviazione durante un’eclisse in quanto grazie ad essa è possibile osservare la posizione apparente di stelle molto vicine al bordo del disco solare. Confrontando poi la posizione di queste stelle in tale situazione con la posizione delle stesse stelle in assenza del Sole è possibile misurare la deviazione della Luce. La verifica fu fatta con successo in occasione dell’eclisse di Sole del 1919. L’esistenza delle lenti gravitazionali è un altro fenomeno fisico previsto dalla teoria della relatività generale. Quando un corpo di grande massa viene a trovarsi fra una sorgente di luce e l'osservatore, i raggi di luce provenienti dalla sorgente vengano deviati in modo tale da provocare un'amplificazione del segnale luminoso simile a quella causata da una lente. Red-shift gravitazionale Un fotone emesso da una stella deve risalire il campo gravitazionale per allontanarsi dalla stella. La luce emessa dal Sole per esempio, mentre si allontana dallo stesso, spende energia ed arriva sulla. Dato che l’energia di un fotone è pari a πΈ = π β π se l’energia diminuisce diminuirà anche la frequenza. Tale fenomeno venne chiamato spostamento gravitazionale verso il rosso. Onde gravitazionale Se una grande quantità di materia subisce una rapida accelerazione la curvatura dello spazio-tempo subisce una “increspatura” e vengono generate onde gravitazionali, simili alle onde dell’acqua. Tali onde furono previste teoricamente da Einstein e scoperte nel 2016 Grazie alla misura effettuata con gli interferometri gemelli LIGO. GPS: global positioning system 24 satelliti che orbitano ad una altitudine da terra di circa 20000 ππ con un periodo di rotazione di 12 ore. Ogni satellite ha un orologio atomico a bordo. Il ricevitore GPS compara i segnali degli orologi di diversi satelliti per usare poi il metodo del posizionamento sferico per individuare la sua posizione sulla superficie della Terra. Affinchè possa funzionare correttamente ci deve essere perfetta sincronia tra gli orologi a bordo dei satelliti e quelli a Terra. Per un corretto funzionamento occorre tener in considerazione sia la R.R. che la R.G. in quanto a causa del loro moto orbitale a velocità molto elevate gli orologi a bordo dei satellite hanno un ritardo di 7μs/giorno mentre gli orologi a Terra (campo gravitazionale più intenso) hanno un ritardo di 46μs/giorno. Se non si tenesse conto di questi fattori si avrebbe un errore di circa 10 ππ al giorno.