INVERSIONE DEI DATI GEOFISICI Determinare le caratteristiche fisiche e geometriche delle strutture sepolte da osservazioni fatte su una superficie Le tecniche di inversione dipendono dalla scala dei “bersagli” bersagli da studiare studiare. In geofisica la scala delle strutture va da qualche metro (geofisica ingegneristica) a qualche decina-centinaia di metri (Geofisica di esplorazione) ingegneristica), esplorazione), fino alle decine-centinaia di km (Geofisica della Terra Solida). L inversione può essere applicata alle misure attive (sorgente artificiale) o L’inversione passive (sorgente naturale). La tabella seguente mostra vari esempi di sistema fisico, della fisica sottostante, della quantità fisica a cui siamo interessati e del tipo di dati osservati. L’inversione dei dati geofisici è complessa perché : 1) non sii misura i di direttamente tt t lla grandezza d d da iinvertire ti 2) L’inversione non è univoca perché le incognite sono i parametri fisici e le geometrie delle strutture Sistema fisico Equazioni descriventi Quantità fisica Dati osservati Campo gravitazione terrestre Legge di gravità di Newton Densità Campo gravitazionale Campo magnetico terrestre Equazioni di Maxwell Suscettività magnetica Campo magnetico Velocità e densità Velocigrammi Campo Equazione elastico (Onde d'onda sismiche)) Supponiamo di avere un’equazione un equazione o un sistema di equazioni scritte in termini di parametri dei materiali incogniti, per es. nel caso di un campo d’onda sismico, equazioni che descrivono l’origine e la propagazione delle onde diffuse in un mezzo mezzo. Possiamo porre 2 tipi di problemi: 1) Problema diretto, in cui i parametri sono noti e il campo d’onda è l’incognita; 2) Problema inverso, in cui i dati sono le osservazioni del campo d’onda. Le incognite sono i parametri dei materiali e le superfici di discontinuità. Il problema diretto, detto anche forward modeling, richiede un grosso dispendio di energie e la soluzione non è valutabile dal punto di vista statistico. Le tecniche di inversione sono sufficientemente robuste nel senso che i risultati peggiorano dolcemente quando le condizioni non sono ideali. Per esempio, se una superficie venisse riconosciuta perfettamente per dati perfetti, noi cerchiamo dei metodi di inversione in grado di farci riconoscere la superficie leggermente deformata per dati leggermente “rumorosi”, con l’errore nell’immagine della struttura proporzionale all’errore nei dati. L'obiettivo del problema inverso è trovare il miglior modello, m, tale che d G(m) d=G(m) dove G è un operatore descrivente la relazione esplicita tra i dati osservati, d, e ip parametri del modello. L'operatore G è chiamato operatore diretto, operatore di osservazione, oppure funzione di osservazione. In un contesto più generale, G rappresenta le equazioni che governano il collegamento dai parametri del modello ai dati osservati (cioè la fisica sottostante). I matematici definiscono un problema come “ben posto” o “mal posto” in b base a 3 requisiti: i iti Ha soluzione Che è unica Dipende contin continuamente amente dai dati dati, do dove e per dati si intende una na q quantità antità nota che riguarda il problema, non solo brutalmente i dati di misura. L’esistenza L esistenza e l’unicità l unicità delle soluzioni può essere forzata ampliando o restringendo lo spazio delle soluzioni (spazio del modello). La stabilità invece dipende dagli errori di misura misura, ma può essere ricavata con informazioni addizionali (vincoli a priori). Problema inverso lineare Nel caso del problema inverso lineare discreto descrivente un sistema lineare d e m sono vettori, lineare, ettori e il problema può p ò essere scritto come d=Gm dove G è una matrice,, spesso p chiamata la matrice di osservazione. Esempio: Il campo gravitazionale terrestre Dalla Legge di Gravitazione di Newton, sappiamo che l'espressione matematica per la gravità è: d=a=KM/r2 dove a è una misura dell'accelerazione g gravitazionale locale,, K è la costante di gravitazione universale, M è la (densità) di massa locale in prossimità della superficie ed r2 è la distanza dalla massa al punto di osservazione. osservazione Per esempio, consideriamo il caso in cui effettuiamo 5 misure sulla superficie terrestre. In tal caso, il nostro vettore dei dati, d, è un vettore (in formato) colonna di dimensione (5x1). S pponiamo inoltre di avere Supponiamo a ere una na distribuzione distrib ione di cinque cinq e masse al di sotto della ssuperficie perficie . Quindi, possiamo costruire un sistema lineare che collega le cinque masse incognite ai cinque dati puntuali come segue: Il sistema ha cinque equazioni, G, con cinque incognite, m. Per ottenere i parametri del modello che si adattano ai nostri dati, possiamo invertire la matrice G: m=G-1d Tuttavia, non tutte le matrici quadrate sono invertibili (G è il più delle volte non invertibile). Questo perché non abbiamo la garanzia di avere informazione sufficiente per determinare unicamente la soluzione di un'equazione q data a meno di avere misure indipendenti (cioè misure aggiungenti ciascuna un'informazione univoca sul sistema). In termini algebrici, la matrice G è deficiente in rango (cioè ammette autovalori nulli), quindi non è invertibile. invertibile Inoltre, se noi aggiungiamo ulteriori osservazioni (cioè ulteriori equazioni), allora la matrice G non rimane più di tipo quadrato. Anche in tal caso non abbiamo la g garanzia di ottenere un rango g p pieno p per la matrice delle osservazioni. Perciò molti problemi inversi sono considerati sotto determinati, intendendo in tal modo che non abbiamo soluzioni univoche al problema inverso. Se abbiamo un sistema a pieno rango, rango allora la nostra soluzione può essere unica unica. L’ equazione d=G m mette in relazione un vettore di dati di dimensioni n (numero osservazioni) e un vettore del modello di dimensione m ( numero dei parametri del modello). In generale n>m (problema sovradeterminato) e G non è quadrata (righe>colonne). Se G è quadrata, quadrata possiamo risolvere ll’equazione equazione direttamente per ottenere m (modello). (modello) Basta infatti moltiplicare ambo i membri per l’inversa G -1 poiché G G-1 = I (matrice identità) si ottiene: G-1 d = m Possiamo scrivere un’ equazione che misura il misfit del modello: E = [ d-Gm d Gm ] Se il modello fitta esattamente tutti i dati, allora E è un vettore di dimensione n con gli elementi nulli. Poiché questo non avviene, il problema inverso viene progettato per trovare un modello che renda minimo E. Un modo comune è quello di considerare il quadrato dell’errore: Forma generalizzata mest = G-g dobs dove G-g è ll’inversa inversa generalizzata ERRORE di PREDIZIONE obs ei= di pre – di pre Essendo d = G mest ERRORE TOTALE N E= Σ ei i=1 2 MATRICE RISOLUZIONE DATI di pre est =Gm -g obs = G [G d -g obs ] = [G G ] d N matrice N= t i risoluzione i l i dei d i dati d ti N= I (matrice identità) d pre = d obs MATRICE RISOLUZIONE MODELLO tru Gm est m = d obs -g g obs =G d -gg tru = G [G m tru ]=Rm R= matrice risoluzione dei parametri del modello Problema inverso non lineare I problemi inversi non lineari presentano una relazione più complessa tra dati e modello d=G(m) In questo caso G non è un operatore lineare e non può essere separato in modo da rappresentare una mappatura lineare dei parametri del modello che trasforma m nei dati. dati Nel cercare la soluzione, la prima priorità è comprendere la struttura del problema e dare una risposta teorica ai tre quesiti di Hadamard . Solamente in una fase di studio successivo la regolarizzazione e l'interpretazione della dipendenza della soluzione (o delle soluzioni soluzioni, a seconda delle condizioni di unicità) dai parametri e dai dati/misure (probabilistiche o altre) può essere fatto. L’inversione L inversione geofisica consiste nel trovare un valore ottimale di una funzione di misfit, funzione che definisce la differenza (o la similarità) tra dati osservati e dati sintetici calcolati assumendo un determinato modello della Terra. La superficie di misfit misfit, intesa come una funzione del modello dei parametri parametri, può essere molto complicata, con molti massimi e minimi. Il minimo dei minimi è detto minimo globale o assoluto, mentre tutti gli altri sono chiamati minimi locali. Purtroppo non è facile trovare il minimo assoluto. Esistono metodi: di ottimizzazione locale (metodi del gradiente discendente, steepestgradient), g ad e ), cche e tentano e a od di trovare o aeu un minimo o locale oca e nelle e e vicinanze c a e de della a soluzione iniziale). Sono metodi deterministici: usano le proprietà locali della funzione di misfit per calcolare e aggiornare p gg l’ultima soluzione trovata e p procedere nella direzione di un altro minimo. di ottimizzazione globale: questi metodi sono di natura probabilistica ed usano informazioni globali sulla superficie di misfit per aggiornare la soluzione più recente. PROPRIETA’ SOLUZIONI METODI D’INVERSIONE Le soluzioni dei problemi inversi devono godere di alcune proprietà fondamentali: 1) ESISTENZA : implica che esista almeno un modello che possa spiegare i dati. 2) UNICITA’ : ognii modello d ll d deve generare un iinsieme i unico i di d dati. ti 3) STABILITA’ : la stabilità indica come piccoli errori nei dati possono propagarsi nel modello; una soluzione stabile è insensibile a piccoli errori nei dati. L’instabilità può condurre alla non-unicità. 4) ROBUSTEZZA: la robustezza indica il livello di insensibilità delle soluzioni rispetto ad un piccolo numero di grandi errori nei dati. CLASSIFICAZIONE METODI D’INVERSIONE Sulla base del metodo di ricerca adottato per trovare la soluzione ottimale, i metodi d’inversione possono essere classificati come: 1. Metodi di inversione lineare o linearizzata 2. Metodi lineari iterativi o del gradiente 3 Metodo enumerativo o della griglia di ricerca (Trial and Error) 3. 4. Metodo Monte Carlo 5. Metodi Monte Carlo controllati Un buon metodo ((Hedgehog) g g) è basato sulla ricerca dei minimi di una funzione MULTIDIMENSIONALE, co b combinando do i metodi MONTECARLO TRIAL-AND-ERROR Individua un primo investiga in maniera punto di minimo sistematica i punti adiacenti La funzione MULTIDIMENSIONALE è la CURVA di DISPERSIONE del MODO FONDAMENTALE di RAYLEIGH/LOVE I parametri dello spazio dei modelli esplorati sono ggeneralmente le velocità Vs e ggli spessori p H degli g strati Fissato un modello di Terra (caratterizzato da spessori H, Vs, Vp, ρ) con la tecnica della SOMMA dei MODI, si calcola una curva di dispersione teorica. È accettata come soluzione se e solo se: 1) La curva di dispersione teorica è compresa tra le barre di errore della curva sperimentale. 2) L’r L’r.m.s. m s (root ( t mean square)) tra t le l curve di dispersione di i teorica t i e sperimentale i t l è inferiore a una soglia prefissata (circa 60% della media degli errori calcolati sulla curva sperimentale). La ricerca sistematica con il metodo TRIAL-AND-ERROR è effettuata variando i valori dei parametri di una quantità pari al loro p p potere risolutivo Parametro P1=Vs P2=H Valore centrale Vso Ho Potere risolutivo Δ Vs ΔH Per le Vs, Vs il potere risolutivo è calcolato mediante: 1) La quantità δU(Ti)/ δVsj si stima con le derivate (combinazione della curva di dispersione sperimentale e un modello di Terra iniziale) 2) L’incertezza σ(Ti) è l’errore ai diversi periodi della curva sperimentale Per gli spessori H, il potere risolutivo è stabilito dall’operatore quanto più ampio è il range di periodi campionati nella curva sperimentale, tanto maggiore sarà la profondità investigabile quanto più piccola è l’incertezza sulla curva sperimentale, tanto maggiore sarà il potere risolutivo sulle velocità e sugli spessori degli strati da invertire. Potere risolutivo di un set di dati rispetto ai parametri strutturali Il passo di variazione dPj lungo l’asse del parametro Pj coincide con il potere risolutivo σ(Pj) sullo stesso Pj. Il potere risolutivo σ(Pj) dipende a sua volta dalle incertezze nei valori sperimentali della funzione dei parametri. Quanto Q t più iù piccola i l è l’i l’incertezza t sulla ll curva sperimentale, i t l ttanto t migliore è il potere risolutivo sui parametri da invertire. La risoluzione massima per un dato parametro Pj (potere risolutivo ottimistico, step massimo per il parametro Pj) è definita come: ⎡⎛ ∂u (T ) ⎞ −1 ⎤ i ⎟ ( σ ott (Pj ) = min ⎢⎜⎜ σ Ti )⎥ u ⎥ ⎢⎝ ∂Pj ⎟⎠ ⎣ ⎦ Essendo u la velocità di fase o di gruppo osservata al periodo Ti, σu(Ti) ll’errore errore sperimentale sperimentale, N il numero di periodi campionati campionati. Il parametro Pj cambia di una quantità ∂Pj dal suo valore iniziale mentre gli altri parametri rimangono fissi Inversione non lineare hedgehog (Valyus et al.,1968; Panza, 1981) P1, P2, P1 P2 P3, P3 P4 Vs velocities (m/s) P5, P6, P7 layer thickness (m) Parameters Min Max Step P1 160 220 30 P2 130 270 70 P3 160 280 60 P4 150 450 150 P5 1 9 4 P6 4 14 5 P7 9 21 6 Lo spazio dei parametri viene esplorato mediante uno step d’indagine legato all’ errore sperimentale. Il modello è accettato come soluzione quando r.m.s è inferiore ad una quantità definita a priori. (a) (b) (a) Curve di dispersione della velocità di gruppo relative ai segnali con 50 60, 50, 60 70, 70 e 80m di offsets, offsets con la curva di dispersione media (punti pieni) e le relative barre di errore 2σ. (b) Modelli di velocità delle onde di taglio, Vs (linee nere) e area esplorata (linea grigia) (Nunziata et al al., 1999a) VESUVIO Reggia gg di Portici SAMPLING DEPTH Vs models ( (Hedgehog g g solutions) obtained at Epipoli, Siracusa from the inversion of the group velocity dispersion curve. curve The stratigraphic sequence q is hypothesized according to the geology l off the h investigated area. FTAN in Archeological sites Vs models (Hedgehog solutions) obtained at St. Nicolò l’Arena church Catania church, from the inversion ve s o oof tthee group velocity dispersion curve. The stratigraphic sequence of a close drilling is also shown. Velocità Vs relative a tutti i prodotti napoletani ottenute con misure in foro (Comune di Napoli, 1994) e con i metodi FTAN-Hedgehog (Nunziata et al., 2004). Confronto tra velocità di fase calcolate con FTAN (tra segnali registrati a 50 e 80m dalla sorgente) e SASW. Le linee tratteggiate rappresentano le velocità di fase calcolate per le soluzioni Hedgehog. Il confronto SASW-FTAN è buono a piccole distanze intergeofoniche (10 m). m) A distanze maggiori, maggiori le velocità di fase, fase a causa di un erroneo numero di cicli, possono essere erroneamente interpretate come velocità più alte (Nunziata et al., 1999a). FTAN and down-hole measuremets Site 10 Comparison between down-hole Vs measurements (Comune di Napoli, 1994) and the Vs models inverted from average FTAN group velocity with Hedgehog non-linear method at Napoli.