"I DCA DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
ALIMENTARE:
CLINICA E TERAPIA"
Monza 12 maggio 2016
Dott.ssa Claudia Silvestre
Psicologa-Psicoterapeuta
«L’uomo è ciò che mangia»mangia»- Feuerbach 1862
Il cibo assume significato sociale quando l’atto di alimentarsi si
rifà ad una trama fitta di simboli e di linguaggi di una specifica
cultura
Relazione tra il corpo di carne e il corpo simbolico
I soggetti con DCA attentano il codice simbolico del contesto di
vita familiare a partire dalla tavola, dal cibo
Separazione versus alienazione
Separazione
“Generatività sociale”
“La vita di ciascuno è attraversata
dalla necessità di vivere una vita
propria che possa essere sentita
come scelta”
Alienazione
“Desiderio di essere desiderato”
Caratteristiche topiche dei soggetti con DCA
• Difetto dell’autoconsapevolezza
• Eccedenza ponderale e mantenimento peso a livello ridotto prima dell’inedia
patologica
• Ricerca magrezza alla conquista di un’identità indipendente
• Negazione magrezza
• Pensiero costante intorno al cibo
• Iperattività
• Ricerca di perfezione
• Sconvolgimento condotta alimentare
• Rituali per evitare sensazione di fame
• Quadri familiari: continuum tra quattro tratti figurali (Madre coccodrillo, Madre
narcisistica, Padre norma, Padre amante)
Tratti caratteriali comuni
“Cementificazione identitaria”
• Negazione
• Rifiuto
• Essere evasivi/non sempre veritieri
• Incapacità di vedersi e di reagire
Direzione della cura
Da perduto senso del tempo e della realtà
alla metaforizzazione del sintomo
(la parola piena, precedenti interessi e possibili progetti futuri)
Progetto innovativo ambulatorio DCA
Progetto innovativo ambulatorio DCA
Obiettivi:
• dal corpo oggettivo del sintomo al corpo storico
• consentire di recuperare il valore di risorsa della
eterogeneità soggettiva
• personalizzato reinserimento sociale
Progetto innovativo ambulatorio DCA
Risposta integrata di cura su 3 versanti:
• MEDICO PSICHIATRICO
• MEDICO DIETOLOGICO
• PSICOLOGICO (terapia individuale e psicoterapia di gruppo)
UNA VITA SOTTILE – Greta 18 anni
“L’anoressia e la bulimia non sono mali incurabili: nonostante sia
complicato, per i soggetti che ne hanno sofferto, eliminare
completamente questo genere di disturbi dalla propria vita, è possibile
guarire. Esistono anche delle specifiche terapie adatte come quelle
effettuate in ospedale mirate sia ad ottenere risultati abbastanza
veloci sia ad aiutare il malato a ricostituire il suo fisico, le sue forze.
Un rimedio importante è sicuramente quello psicologico: qui con tanta
forza, impegno, affetto e capacità di ascolto si comincia a rivolgere
attenzione alle proprie prospettive, ai personali progetti, a dare valore
ai propri sogni e soprattutto alle difficoltà e alla mancanza di
autostima”