IL CAPITALE 1) Domanda di capitale 2) Offerta di capitale Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl CAPITALE FINANZIARIO E CAPITALE REALE Col termine capitale i si può riferire a due concetti differenti Il capitale finanziario è costituito dalla moneta e dalle altre forme di attività cartacea che ne hanno la stessa funzione Il capitale reale è rappresentato dalle attrezzature produttive che generano un flusso di servizi produttivi nel tempo Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl IL K DELLA FUNZIONE DI PRODUZIONE E’ IL CAPITALE REALE. Avendo imparato questa fondamentale differenza, il tutto però viene meglio se ragioniamo così: Le imprese hanno bisogno di acquistare capitale reale per produrre. Ma per acquistare capitale reale, devono avere capitale finanziario (tradotto….i macchinari per far funzionare l’azienda li pagano in soldi, non in natura….). Quindi dal punto di vista dell’impresa, domandare capitale finanziario o capitale reale è la stessa cosa….o meglio, prima domandano il primo al fine di utilizzarlo per acquistare il secondo (che è quello che entra nella funzione di produzione). Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl LA DOMANDA DI CAPITALE (assumendo il lavoro come fisso) Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl LA DOMANDA DI CAPITALE REALE La domanda di capitale reale da parte delle imprese è analoga alla domanda di lavoro La regola per un’impresa concorrenziale che domanda i servizi del fattore capitale è: VMPK = P×MPK = r Se dal lato dell’output l’impresa opera in un mercato non concorrenziale allora la regola è: MRPK = MR×MPK = r In entrambi i casi r è il costo unitario per i servizi del capitale Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Il lato sinistro rappresenta quello che l’imprenditore guadagna dall’acquisto di un’unità aggiuntiva di capitale (vale a dire, il valore del prodotto marginale del capitale). Il lato destro rappresenta quello che l’imprenditore paga per l’acquisto di un’unità aggiuntiva di capitale. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl I CALCOLI CHE GUIDANO L’ACQUISTO DI UN BENE CAPITALE Il criterio di scelta per l’acquisizione di un bene capitale prevede il calcolo del valore attuale netto (NPV) del flusso dei profitti generati dal bene capitale in oggetto Se si prevede che, per ciascuno dei prossimi N anni, il bene genererà ricavi aggiuntivi per R, che sia necessario un costo di manutenzione pari ad M, e che poi sarà rivenduto al prezzo S al termine di tale periodo, allora il valore attuale netto è pari a: R−M R−M R−M S NPV = + 2 + ... + N + N (1 + i ) (1 + i ) (1 + i ) (1 + i ) Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl I CALCOLI CHE GUIDANO L’ACQUISTO DI UN BENE CAPITALE Una volta calcolato il NPV, esso va confrontato con il costo d’acquisto del bene capitale PK ⇒ ⇒ se NPV > PK, allora è profittevole acquistare il bene capitale ⇒ se NPV < PK, allora non è profittevole acquistare il bene capitale Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl L’OFFERTA DI CAPITALE Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Offerta di capitale, tasso di interesse ed equilibrio nel mercato dei fondi prestabili Anche l’offerta di capitale deve essere presa in considerazione per la determinazione del tasso di interesse I risparmiatori (ma anche altri operatori economici) offrono i propri risparmi in cambio di una remunerazione rappresentata dal tasso d’interesse Dall’intersezione della curva di domanda di fondi per l’acquisto di beni capitali (e non solo) e della curva di offerta di fondi dei risparmiatori (e di altri operatori), scaturisce il tasso d’interesse di mercato Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Figura 14-17: Equilibrio nel mercato dei fondi prestabili Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Interesse nominale Vs interesse reale Se prestate 100 euro con un tasso nominale del 5%, significa che alla scadenza ci rimborsano 105 euro. Il valore nominale del prestito è quindi 105 euro. Se nel frattempo l’inflazione è stata del 5%, in termini reali con i vostri 105 euro nominali potete fare le stesse cose che facevate prima con i 100 euro. Il valore reale del prestito quindi è sempre lo stesso. Tasso di interesse reale= tasso di interesse nominale meno l’inflazione (r=i-π) Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Sul libro, per qualche strano motivo, il tasso di interesse nominale viene chiamato “n” e il tasso di inflazione “q”. In ogni caso, quello che vi interessa è che gli agenti operano le loro decisioni sulla base del tasso di interesse reale, che è uguale a quello nominale meno l’inflazione. Comunque vogliate chiamare queste variabili! Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl IMPORTANTE L’incontro tra chi offre capitale finanziario (=i risparmiatori) e chi lo domanda (=le imprese, al fine di comprare capitale reale) può avvenire: - in modo indiretto, cioè con la mediazione del sistema bancario - in modo diretto: l’impresa si rivolge direttamente ai risparmiatori, emettendo azioni o obbligazioni. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl IL MERCATO DELLE AZIONI E DELLE OBBLIGAZIONI Negli USA, il ricorso diretto al mercato dei capitali (azioni e obbligazioni) è il modo principale attraverso cui le imprese si finanziano. In Europa, è ancora centrale il sistema bancario. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl LE OBBLIGAZIONI Un’obbligazione rappresenta un prestito da parte dell’acquirente nei confronti dell’impresa. A seconda della scadenza, può essere a breve o a lungo termine (si va dai 90 giorni ai 30 anni). Il prestito obbligazionario più famoso: Il debito pubblico (i risparmiatori prestano soldi allo Stato ricevendo in cambio un titolo obbligazionario: BOT,CCT, BTP). Buoni Ordinari del Tesoro (3 mesi, 6 mesi, 3 anni) Certificati Credito del Tesoro (10 anni) Buoni Tesoro Pluriennali (30 anni) Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Come funzionano le obbligazioni? Emittente: Viale Berti Spa Tasso di interesse: i=10% Valore nominale= 10.000 euro Scadenza: 30 anni Cedola: annuale Rating: AA+ Vuol dire che la società Vial Berti S.p.a. si impegna a rimborsare tra 30 anni il valore nominale di 10.000 euro. Nel frattempo però paga una cedola annuale di 1000 euro (il 10% di 10.000 euro), che rappresenta il costoopportunità per il risparmiatore. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Tutto questo se si compra all’emissione; cioè al momento in cui l’impresa emette l’obbligazione, e incassa subito i 10.000 euro (capitale finanziario che utilizza per comprare capitale reale). In questo caso quindi, il prezzo dell’obbligazione (cioè il valore a cui viene scambiata) è uguale al suo valore nominale (il valore a cui è stata acquistata) ed è: Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Che succede nel corso del tempo se il tasso di interesse cambia? i=5% A quel punto, le nuove emissioni di obbligazioni (da queste e da altre imprese), su un valore nominale di 10.000 rendono una cedola annuale di 500 euro, e non più di 1.000. Se l’obbligazione è quotata, vuol dire che – dopo l’emissione – è scambiata su un mercato: il mercato obbligazionario, adeguatamente regolato. Come in tutti i mercati, se la domanda cresce, il prezzo sale; se scende il prezzo scende( e se l’offerta sale, il prezzo scende, se scende, il prezzo sale!) Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Dopo la discesa del tasso di interesse, siccome la “vecchia” obbligazione paga cedole più alte, i risparmiatori sul mercato obbligazionario (quindi non all’emissione!) vorranno comprarla. Crescerà la domanda per l’obbligazione Viale Berti SRL, e quindi il suo prezzo, che sarà superiore al valore nominale (si dirà che l’obbligazione è quotata sopra la pari; convenzionalmente, si assume il valore nominale uguale a 100 per confrontare prezzo corrente con valore nominale). Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Quindi esiste una relazione negativa tra tasso di interesse nominale e prezzo dell’obbligazione quotata. Se i scende, il prezzo dell’obbligazione sul mercato salirà. Se i sale, il prezzo scende. Quindi, tornando al nostro esempio, se avete comprato l’obbligazione Viale Berti Spa all’emissione, dopo la discesa di i se volete potete venderla sul mercato obbligazionario (il mercato secondario) e guadagnare una plusvalenza. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Formalmente Se un’obbligazione della durata di 10 anni mi viene restituita alla scadenza al valore 100, e io l’ho comprata al prezzo P, il suo rendimento (i) è pari a: i= (100-P) / P Cioè: P= 100/ (1+i) Ecco, “formalizzato”, il ragionamento che vede una relazione inversa tra rendimento e prezzo. Se il tasso di interesse sale (e le nuove obbligazioni rendono di più), il prezzo del titolo scende (perché gli investitori vorranno disfarsene, visto che le nuove obbligazioni rendono di più). Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Nella realtà non esiste un unico tasso di interesse. Il rendimento dell’obbligazione è il risultato di tre tanti “rischi” che si corrono comprando quel titolo: - il rischio di credito = devo essere compensato per il rischio che la società Viale Berti Spa fallisca e io perda i miei 10.000 euro. Ecco perché esistono le società di rating, che danno un giudizio sull’affidabilità dell’impresa che emette l’obbligazione - il rischio-liquidità (non sarà facile disfarsi del titolo, una volta acquistato), il rischio-valuta (la valuta in cui è espresso il titolo può deprezzarsi) Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Dal ruolo giocato da questi tre rischi (credito, liquidità, valuta) dipende la domanda dell’obbligazione, e quindi il suo prezzo. E quindi il suo tasso di interesse. Se gli investitori non si fidano dell’emittente (a causa ad esempio del rischio di credito) la domanda scende, il prezzo scende e quindi il rendimento sale. Lo spread rispetto al rendimento di titoli più sicuri, in poche parole, sale. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl LE AZIONI Un’azione rappresenta invece una quota di proprietà dell’impresa Possedere un’azione, dà diritto a ricevere una quota corrispondente dei profitti dell’impresa. In teoria, il prezzo di un’azione rappresenta il valore attuale dei profitti futuri che incorpora anche il premio per il rischio Le azioni vengono emesse dalle imprese, e scambiate sul mercato chiamato Borsa Valori. Il prezzo sale se le aspettative di profitto futuro migliorano, il prezzo scende se le aspettativa di profitto futuro peggiorano. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Chi decide di investire in azioni effettua una scelta basandosi non solo sul suo rendimento, ma anche sul rischio Il grafico seguente vi mostra uno dei concetti basilari – e più importanti – della finanza: la frontiera rischiorendimento Se voglio rendimento maggiore, devo accettare più rischio (=meno sicurezza) E viceversa Il rendimento delle azioni è quindi la somma di: Dividendi + plusvalenze derivanti dalla variazione del prezzo (la quotazione in borsa) Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl Figura 14-18: Il trade-off tra sicurezza e rendimento atteso Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl L’ipotesi di perfetta efficienza dei mercati finanziari Secondo l’ipotesi dei mercati efficienti, per un dato livello di rischio, tutte le informazioni disponibili sui rendimenti presenti e futuri di una impresa sono automaticamente incorporati nel prezzo delle sue azioni. Più in generale quindi, il prezzo dei titoli finanziari riflette i fondamentali di tutto ciò che sta dentro quel titolo finanziario: prospettive di guadagno futuro, solidità, stabilità, default-risk. I prezzi si muovono solo in virtù di queste considerazioni. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl La crisi finanziaria del 2008 rimarrà nella storia per aver insegnato al mondo che quest’ipotesi non è valida. Attualmente stiamo pagando le conseguenze di quest’errore, e lo faremo ancora negli anni a venire. Robert H. Frank Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl