Ciao a tutti! L’ultima volta abbiamo parlato delle distanze delle stelle, oggi studieremo la loro vita. Ricordiamo che l’Astronomia è una scienza osservativa e non permette la sperimentazione. Si procede quindi con l’elaborazione di Teorie e la loro verifica. La teoria dice che stelle si formano da grandi nubi di gas e polvere. Lentamente questo gas evolve, si modifica e viene restituito agli spazi interstellari al termine dell’evoluzione. Quando si parla di “nubi” di materiale, si intende qualcosa di profondamente diverso da quello cui siamo abituati: per gli Astronomi si parla di nube quando in quello spazio c’è una 1 particella per centimetro cubo (cioè una particella per ogni spazio uguale a un piccolo cucchiaino da caffè). Tanto per confrontare: nella nebbia fitta, sono presenti almeno 200 miliardi di miliardi di particelle per cucchiaino da caffè!!! Osservazione Bene, in queste nubi possono addensarsi dischi di polvere e gas che sono i “genitori” di un eventuale sistema planetario. Ma per poter essere sicuri di questa teoria è stata necessaria una verifica osservativa, che 1 è arrivata grazie al Telescopio Spaziale Hubble (Hubble Space Telescope). Esso ci ha dato le prime immagini di quelli che si pensano essere dischi “protoplanetari”, cioè da pianeti in fase di formazione. In queste nubi le varie particelle si attraggono l’un l’altra grazie all’attrazione gravitazionale (vi ricordate? quella che fa sì che una penna che ci scivola dalle mani cada a terra o anche quella che trattiene le particelle di atmosfera attorno al nostro pianeta). Dapprima si formano degli ammassi di gas che continuano ad attirare altre particelle. Man mano che le particelle diventano più “fitte”, si urtano sempre più frequentemente ed aumenta la temperatura della nube. Quando la temperatura al centro della nube ha raggiunto i 5 o 6 milioni di gradi si innesca la fusione nucleare. È in quel momento che si forma la stella, con una struttura a strati, un po’ come quella di una cipolla. Se schematizziamo una stella come un’enorme sfera di gas incandescente, la condizione fondamentale che deve essere soddisfatta è quella dell’equilibrio. Le forze che agiscono, in questo nostro modello semplificato, sono due: 1. la attrazione gravitazionale che spinge tutte le particelle della stella verso il centro più denso 2. la forza espansiva, che viene dal centro dove avvengono le reazioni nucleari 2 Esempio: Immaginate un gigantesco pallone su cui molte “mani” premono dall’esterno per comprimerlo e altrettante spingono dall’interno per espanderlo. Le varie fasi di evoluzione delle stelle possono essere interpretate come una continua ricerca di equilibrio fra la pressione degli strati esterni, dovuta alla gravità e che tende a comprimere la stella, e la pressione della energia prodotta che tende ad espandere la stella. Nelle parti centrali delle stelle, a temperature di milioni di gradi e densità elevatissime, avvengono le reazioni nucleari, che rilasciano enormi quantità di energia. Questa energia si propaga poi verso le parti esterne della stella e viene emessa nello spazio. Un po’ di numeri: - l’ energia prodotta nell’interno del Sole impiega milioni di anni per arrivare in superficie 3 - ogni secondo il nostro Sole brucia nella sua parte interna 600 milioni di tonnellate di idrogeno e le trasforma in 596 milioni di tonnellate di Elio - la differenza di massa, 4 milioni di tonnellate, viene convertita in energia. Le principali reazioni che avvengono nel cuore di stelle come il nostro Sole sono la fusione di 4 nuclei di idrogeno (protoni) in un nucleo di Elio e la successiva fusione di 3 nuclei di Elio in un nucleo di Carbonio. Il “combustibile” per la produzione di energia è il materiale stesso di cui sono composte: idrogeno in grande maggioranza, ma anche elio, carbonio e altri elementi in piccolissima percentuale. La produzione di energia è dovuta al bruciamento nucleare di questi elementi in altri più pesanti, come abbiamo visto nel caso di idrogeno ed elio. Ad un certo punto esaurirà il “combustibile”, cioè il gas di idrogeno di cui sono principalmente composte. 4 Una volta esaurito l’idrogeno nel nucleo della stella, le reazioni nucleari si interrompono. Di conseguenza manca la pressione, dovuta alla radiazione prodotta che cerca di uscire: quindi prende il sopravvento la pressione degli strati più esterni. La stelle si contrae, la densità del nucleo aumenta e di conseguenza aumenta anche la sua temperatura. Di nuovo, a temperature e densità assai più elevate, si riaccendono le reazioni nucleari, questa volta fra nuclei di Elio che si fondono per dare luogo ad un nucleo di Carbonio. La pressione dovuta all’energia sviluppata dalle nuove reazioni nucleari riporta la stella in equilibrio. Ma anche l’elio finirà e il meccanismo si ripeterà fra nuclei di carbonio. Ancora una volta l’evoluzione stellare è una questione di equilibrio, anche se le stelle non seguono tutte, come vedremo, la stessa evoluzione che dipende, principalmente, dalla loro massa iniziale. Esempio: potremmo immaginare il tutto come un tiro alla fune cui pian piano si aggiungono alle due estremità della fune alternativamente delle persone che tirano gli estremi della fune. Se le persone sono in numero adeguato, avremo momenti in cui prevale un gruppo rispetto all’altro. Vediamo quale sarà, secondo le attuali teorie , il futuro del Sole. 5 Quando l’idrogeno al centro del Sole si esaurirà, il nucleo comincerà a contrarsi e gli strati esterni della stella si espanderanno, aumentando il volume della stella anche di migliaia di volte: è lo stato di gigante rossa. Gli strati esterni verranno persi (perché l’attrazione gravitazionale non sarà sufficiente a trattenerli) e andranno a formare una nebulosa, mentre al centro rimarrà una stella calda, densissima e molto piccola, circa 10.000 chilometri di diametro, quasi grande come la nostra Terra: è lo stato di nana bianca. In questo stadio di gigante rossa gli strati esterni si espanderanno e quindi si raffredderanno; la nostra stella apparirà più grande, fino a centinaia di volte il Sole attuale, e più luminosa, perchè aumenterà la superficie che emette radiazione. Vediamo ora due casi particolari di evoluzione stellare, di cui forse avete sentito parlare “Novae” e “Supernovae”. I nomi sembrano simili, ma si tratta di fenomeni diversissimi fra loro. 6 Le Novae sono note fin dall’antichità e appaiono come una sorta di moderata “esplosione” di una stella e il suo improvviso aumento di splendore: dove prima non si vedeva nulla all’improvviso compare una “stella nuova”. Si tratta di un fenomeno dovuto allo scambio di massa fra due stelle molto diverse di un sistema doppio, e può ripresentare periodicamente un aumento improvviso di luminosità. Le Supernovae, conosciute solo dal 1885, sono visibili solo al telescopio nelle galassie esterne alla nostra. Sono dovute alla rottura improvvisa dell’equilibrio stellare. Nel susseguirsi delle reazioni nucleari si arriva a dover bruciare il ferro nel nucleo della stella. Ma questa reazione, a differenza delle altre, invece di sviluppare energia la richiede! 7 La stella viene così a perdere il proprio equilibrio. Gli strati esterni precipitano sul nucleo e questo dà luogo a un’esplosione. Gli strati esterni vengono espulsi a velocità elevatissima, anche 30.000 chilometri al secondo, e iniziano a espandersi. Al centro rimane una piccolissima e densissima stella di neutroni. Abbiamo visto una panoramica delle stelle. Ricordiamo per chiudere che le varie fasi di evoluzione delle stelle possono essere interpretate come una continua ricerca di equilibrio fra la pressione degli strati esterni, dovuta alla gravità e che tende a comprimere la stella, e la pressione della energia prodotta che tende ad espandere la stella. Ricorda che se vuoi avere altre informazioni, vedere più immagini o anche rivolgere una domanda direttamente ad un astronomo puoi recarti sul sito Web www.scopriticielo.it. Entra nel sito e clicca sul tuo Osservatorio, quello di Monte Rosa. 8