I mattoni biologici dell’empatia Jean Decety domani alla SISSA per spiegare le origini biologiche di questa fondamentale abilità sociale L’empatia ci rende umani: è la capacità di rispecchiarci nelle emozioni altrui e crea quella fondamentale coesione che sta alla base della nostra società. La capacità di essere empatici ha origine nel nostro cervello, in strutture antiche e basilari che costituiscono i mattoni anche di forme molto complesse di empatia. Di questo parlerà Jean Decety, uno dei maggiori esperti mondiali sull’argomento, in una conferenza che si terrà alla SISSA domani 20 settembre. Senza l’empatia non sapremmo commuoverci guardando un film, non ci sentiremmo di dover consolare una persona in lacrime, non risponderemmo ad un sorriso restituendolo. Non saremmo tante di quelle cose che ci rendono umani e che ci fanno sentire simili ai nostri simili. Non saremmo nemmeno in grado di costruire una società. Empatia è la capacità di cogliere in maniera istintiva le emozioni dell’altro “come se” fossero le nostre. Jean Decety, neuroscienziato dell’Università di Chicago, è uno dei maggiori esperti modiali sull’argomento . “Il primo al mondo, forse” commenta Giorgia Silani, neuroscienziata della SISSA fra gli organizzatori della conferenza insieme a Raffaella Rumiati, professore alla SISSA. “Abbiamo invitato Decety perché anche noi qui alla SISSA studiamo le basi biologiche dell’empatia e il suo contributo in questo campo è fondamentale, siamo onorati che abbia accettato il nostro invito”. Decety terrà un intervento dal titolo “Empathy and empathic concern – Evolution, neurobiological mechanism and implications in the practice of medicine”. La tesi di Decety è che nel nostro cervello esistano delle strutture in grado di elaborare delle forme basilari di empatia, molto antiche connesse a meccanismi subcorticali e “subormonali” al nocciolo del nostro sistema nervoso. Queste strutture antiche deriverebbero da primordiali pressioni selettive associate a funzioni importantissime per noi esseri umani, come la comunicazione, la cura parentale e l’attaccamento sociale. È proprio da queste strutture base che poi deriverebbero forme anche molto complesse ed evolute di empatia. “Lo studio di questi mattoni dell’empatia è importante anche nella pratica clinica,” spiega Decety. “L’empatia infatti è associata a vantaggi evidenti sia per il medico che per il paziente e può avere un uso ‘ausiliare’ nella cura dei malati”. Decety è disponibile per interviste, previo contatto con l’ufficio stampa. Jean Decety è professore al dipartimento di Psicologia dell’Università di Chicago e uno dei maggiori esperti mondiali di empatia. È anche editor della rivista Social Neuroscience e membro degli editorial board di altre importanti riviste, come Neuropsychologia, Frontiers in Emotion Science e del Scientific World Journal. Contatti: Ufficio comunicazione: [email protected] 040 3787644 | 340 5473118, 333 5275592 via Bonomea, 265 34136 Trieste Maggiori informazioni sulla SISSA: www.sissa.it