Forza Fabio, è un infortunio superabile

«Forza Fabio, è un infortunio superabile»
Il fisioterapista della Dinamo Ugo D'Alessandro fa gli auguri allo sfortunato scalatore di Villacidro
Il fisioterapista della Dinamo Ugo D'Alessandro
» SASSARI
L'immagine del ginocchio gonfio di Fabio Aru ha fatto il giro
del web ed è finita sulle pagine
sportive di quasi tutti i quotidiani. A una settimana dalla
caduta la gamba del Cavaliere
dei quattro mori continua a essere gonfia come un palloncino. E se è vero che Fabio è in
mani sicure viene da chiedersi
quanto è stata dura la botta
per provocale un danno del
genere. Ugo D'Alessandro è il
fisioterapista della Dinamo ed
è un professionista che in anni
di carriera ha rimesso a posto
decine di ginocchia e non solo.
Che colpo ha preso Aru?
«Dalle immagini non è possibile e nemmeno giusto fare
diagnosi. Diciamo che il colpo
deve essere stato violento. E
forse non si ttatta solo di un
trauma confusivo».
Gli esami clinici hanno
escluso fratture o distorsioni.
«Se c'è solo una contusione
il problema non è grave. In genere traumi da cadute hanno
prognosi che variano da 1 a
20-30 giorni di cure. Dipende
molto dalla violenza della botta ma anche dalla capacità di
recupero dei pazienti».
Che cosa si fa in casi del genere?
«La prima cosa è non caricare l'arto. Ci vuole riposo asso-
luto, ghiaccio e antinfiammatori. Poi si può cominciale la fisioterapia in acqua e utilizzare
altri strumenti come il laser e
gli ultrasuoni. In genere si risolve tutto in pochi giorni. Però dipende anche dal paziente».
Ma è possibile perdere un
Giro d'Italia per una caduta?
«Io penso che il team di Fabio Aru abbia deciso di fermare il suo capitano non tanto
per la contusione al ginocchio
quanto per l'interruzione del
lavoro di avvicinamento alla
corsa. L'aver sospeso gli allenamenti alla vigilia del via può diventare un problema. L'Astana avrà fatto i suoi calcoli sapendo quanta voglia aveva
Aru di correre il Giro».
Se fosse successo a un giocatore della Dinamo...
«Sono raffronti che non si
possono fare. Il ginocchio di
un giocatore di basket fa un lavoro di carico diverso da quello di un ciclista. Per Aru c'è forse il problema di non rischiare
olUe al Giro anche la stagione.
A questo punto auguro di rifarsi al Tour o in qualche grande
classica. E, da fisioterapista,
non nascondo di avere ancora
la speranza di vederlo al via da
Alghero».
Antonio Leda