la Biennale di Venezia Danza Musica Teatro 2016 COMUNICATO

la Biennale di Venezia
Danza Musica Teatro 2016
COMUNICATO STAMPA
Per il 2016 le manifestazioni dei Settori Danza Musica Teatro della Biennale di Venezia,
presieduta da Paolo Baratta, si svolgeranno secondo il seguente calendario:
- dal 17 al 26 giugno il 10. Festival Internazionale di Danza Contemporanea diretto dal
coreografo Virgilio Sieni
- dal 26 luglio al 14 agosto il 44. Festival Internazionale del Teatro diretto dal regista catalano Àlex
Rigola
- dal 7 al 16 ottobre il 60. Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto dal
compositore Ivan Fedele.
Dichiara Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia: "25 coreografi per il Festival di Danza,
9 prime mondiali e 9 prime italiane, oltre 100 danzatori per il College, lavori all'esterno in 5 campi di
Venezia e in 15 spazi al chiuso della città; per il Festival di Musica 85 compositori con presenza
prevalente dei trenta/quarantenni, equamente divisi tra italiani e stranieri, 26 concerti con 46 prime
assolute, 27 prime italiane, 25 commissioni e in più i 4 lavori di teatro musicale organizzati nel
programma del College; il Festival del Teatro, prolungato a coprire il periodo dal 26 luglio al 14
agosto, integra gli spettacoli (10) e laboratori di Biennale College (17) di cui 9 saranno presentati nel
Festival insieme alle residenze di 4 compagnie. L'elenco dei registi è ancora una volta arricchito dalla
presenza di alcune delle più significative personalità internazionali. Sia per la Danza che per la Musica
che per il Teatro la Biennale è occasione sempre più importante per offrire al pubblico e alle giovani
generazioni di artisti un diretto contatto con le più importanti esperienze nazionali e internazionali".
BIENNALE DANZA
Alla decima edizione il Festival di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia (17 > 26
giugno) si struttura secondo una modalità che integra l'ospitalità di grandi interpreti e compagnie con i
laboratori destinati alla creazione di Biennale College - Danza: "La colonna vertebrale del Festival scrive il direttore Virgilio Sieni - è rappresentata dalla presenza di coreografi che presenteranno la loro
opera con la propria compagnia e parallelamente, attraverso residenze, lavoreranno alla preparazione di
brani inediti all’interno dei percorsi di Biennale College".
Dal 17 al 26 giugno Venezia ospiterà 25 danzatori e coreografi della scena contemporanea, autori di
32 titoli, di cui 9 saranno presentati in prima mondiale e altrettanti in prima per l'Italia. Gli
spettacoli si snoderanno ciclicamente all'interno della città (dalla tarda mattinata a sera), costruendo
percorsi o "mappe" tra gli spazi della Biennale all'Arsenale (Teatro Piccolo Arsenale, Sale d'Armi,
Teatro alle Tese, Tese dei Soppalchi) e luoghi sia all'aperto che al chiuso distribuiti tra i sestieri di San
Marco, Dorsoduro, Castello, fino all'Isola di San Giorgio.
Il 10. Festival ospita figure fondanti della danza contemporanea come Maguy Marin, Leone d'oro
alla carriera 2016, con il poetico Duo d'Eden, e Trisha Brown con Planes, Opal Loop, Locos, For M.G.:
The Movie, opere che ripercorrono le tappe artistiche, dagli anni '60 ai '90, della coreografa americana.
Accanto ci saranno importanti coreografi dal segno radicale, appartenenti alla generazione successiva:
Anne Teresa De Keersmaeker, che firma Vortex Temporum, culmine di un lavoro incardinato sulla
musica, che in questo caso è l'omonima partitura-capolavoro di Gérard Grisey, eseguita dal vivo
dall'Ensemble Ictus; Shobana Jeyasingh, pioniera del multiculturalismo in danza, al Festival con Outlander,
un evento speciale sviluppato e ispirato dal dialogo tra arte e architettura, all'interno del Cenacolo palladiano della
Fondazione G. Cini; Adriana Borriello, che presenta il secondo movimento del ciclo Col corpo capisco,
fondato, come tutta la sua ricerca, su una visione antropologica del corpo; Thomas Hauert e la sua
compagnia Zoo con Inaudible, giocato sul diverso concetto di interpretazione di musica e coreografia.
Altri coreografi invitati al Festival, per lo più quarantenni affermatisi in tempi recenti, sono: Nacera Belaza, la
cui origine franco-algerina innerva una ricerca a cavallo fra due culture in spettacoli come Sur le fil e La
traversée; la tedesca Isabelle Schad in coppia con l'artista di origine francese Laurent Goldring, autori
di un originale percorso all'incrocio tra danza, performance e arti visive, di cui Der Bau, ispirato
all'omonimo racconto kafkiano incompiuto e postumo, è un esempio; Marina Giovannini, che
presenta Duetto nero, ulteriore tassello della sua personale indagine su tecnica e naturalità del gesto; e
ancora Emanuel Gat, esponente della nuova danza israeliana affermatasi anche in Europa, che alla
Biennale riserva la prima mondiale di Sunny, nato sulle musiche, eseguite dal vivo, di Awir Leon.
Il Festival accende, inoltre, i riflettori su un nutrito gruppo di trentenni che hanno fatto le loro
esperienze artistiche nei vari Paesi d'Europa: la svizzera Yasmine Hugonnet, con studi di classico e
moderno compiuti tra Parigi e Losanna, dove attualmente è in residenza (Teatro Sévelin), autrice di una
danza fatta di sottili risonanze fra i corpi, a Venezia con La ronde; l'italiana Annamaria Ajmone, che lo
scorso anno aveva stupito il pubblico della Biennale con un assolo allo squero di San Trovaso, presente
al Festival con Tiny Extended, sollecitato dal rapporto tra immagine in movimento e danza; Gabriel
Schenker, nato a Washington, cresciuto a Rio e da undici anni residente a Bruxelles, dove ha fatto
esperienze con Thomas Hauert/Zoo e Anne Teresa de Keersmaeker/Rosas, a Venezia con l'assolo
Pulse Constallations costruito sulla stratificata rete di ritmi della partitura di John McGuire; il catalano
Albert Quesada, di stanza a Bruxelles e come Schenker attivo nella compagnia Thomas Hauert/Zoo,
alla Biennale con l'eterna magia del flamenco, di cui esplora la simbiosi di danza e musica in
OneTwoThreeOneTwo; il newyorchese Daniel Linehan, associato al deSingel di Anversa poi al Sadler's
Wells di Londra e attualmente all'Opera di Lille, interessato alle interazioni tra la danza e le altre arti musica, video, testo, canzoni, immagini - come nello spettacolo presentato a Venezia, dbdbb; Francesca
Foscarini, Premio Positano 2015 nella sezione contemporaneo, attiva con Sciarroni prima di avviare
una ricerca in proprio, di cui a Venezia si vedrà Back Pack; Lara Russo, che studia danza e fotografia a
Barcellona e Berlino prima di stabilirsi a Bologna e vincere nel 2013 Giovane danza d'autore con
Allumin-io, indagine sulla materia e l'umano che ora prosegue in Ra-me; Daniele Ninarello, con studi
all'Accademia di Rotterdam e attivo fra l'Italia e i Paesi del Nord Europa, ha lavorato con Bruno
Listopad, Felix Ruckert, Virgilio Sieni, Sidi Larbi Cherkaoui, sarà a Venezia con il sassofonista Dan
Kinzelman per un percorso parallelo di suono e movimento, Kudoku; infine la ventinovenne Camilla
Monga, studi nella danza (Scuola Paolo Grassi) e nell'arte (Accademia di Brera), prima di partecipare a
un percorso di ricerca al P.A.R.T.S., da cui nasce Quartetto per oggetti, ispirato alla poliritmia del
capolavoro di Varèse, Ionisation, per il Festival ampliato in 13 Objects.
Biennale College - Danza 2016 trova un contesto internazionale nel Festival, all'interno del quale
presenta 13 brevi spettacoli, interpretati dagli oltre 100 giovani danzatori selezionati attraverso un
bando internazionale. Gli spettacoli nascono dai percorsi formativi del College: ogni percorso, della
durata di una a due settimane, si compone di lezioni di tecnica contemporanea la mattina (con Laura
Aris, Albert Quesada, Milena Twiehaus, Sandy Williams, Ty Boomershine, Sanna Myllylahtie) e di una
fase creativa con il coreografo scelto il pomeriggio.
Guidano i laboratori e firmano gli spettacoli con i danzatori di Biennale College - Danza coreografi che
per la maggior parte sono presenti anche al Festival: Emanuel Gat (Venice), Yasmine Hugonnet
(Unfolding Figures), Thomas Hauert (Tools for dance improvisations), Adriana Borriello (La conoscenza della
non conoscenza), Nacera Belaza (La procession), Isabelle Schad e Laurent Goldring (Collective Jumps),
Annamaria Ajmone (Imaginary Gardens with Real Toads in them), Claudia Castellucci (Verso la specie),
Elisabetta Consonni (Abbastanza spazio per la più tenera delle attenzioni), Olivia Grandville e Magali
Caillet-Gajan (Levée des conflits di Boris Charmatz), Sandy Williams (My Walking is my Dancing),
Virgilio Sieni (Danze sulla debolezza). Alcuni dei percorsi con i relativi esiti coreografici sono aperti,
secondo una pratica intesa come trasmissione cara a Sieni e a molta coreografia europea, a non
professionisti, coinvolgendo un'intera comunità di adolescenti, anziani, cittadini.
Per il quarto anno consecutivo verrà presentato Vita Nova, ciclo di danze destinate ai più giovani
danzatori, dai 10 ai 16 anni, che lavorano sui linguaggi della danza contemporanea. Autori delle
coreografie per Vita Nova sono: Marina Giovannini, Manfredi Perego, Chelo Zoppi.
Infine, un laboratorio destinato a giovani critici, condotto da Massimo Marino e Lorenzo Donati,
creerà un blog multimediale che testimonierà le attività e il dietro le quinte di tutta la Biennale Danza
2016.
Il Festival ospita la presentazione del progetto europeo Ergonomica. Connecting dance and architecture in
urban areas, dedicato alla relazione fra danza e architettura, intesa come "strumento di rigenerazione
urbana".
Gli enti e le istituzioni che hanno collaborato a questa edizione della Biennale Danza sono: la
Fondazione Giorgio Cini, attraverso l'Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, che ha
commissionato a Shobana Jeyasingh l'evento speciale del Festival, Outlander; l'AMAT - Associazione
Marchigiana Attività Teatrali, la Fondazione Teatro Goldoni Livorno e l'Accademia sull'Arte
del gesto/Firenze che hanno realizzato la sezione Vita Nova; Pro Helvetia – Fondazione svizzera
per la cultura che sostiene il lavoro di Thomas Hauert; Palazzo Grassi – Punta della Dogana che,
per il terzo anno, ospita negli spazi del Teatrino di Palazzo Grassi alcuni spettacoli; e inoltre il Teatro
La Fenice di Venezia, il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, il Polo Museale Regionale
del Veneto, il CTR – Centro Teatrale di Ricerca.
BIENNALE TEATRO
Giunto alla 44ma edizione, il Festival Internazionale del Teatro, che si svolgerà dal 26 luglio al 14
agosto, si caratterizza, come la Danza, per l'integrazione tra spettacoli e laboratori. Registi, attori,
drammaturghi non sono solo autori e protagonisti degli spettacoli ospiti, ma diventano partecipanti del
Festival per tutta la sua durata in qualità di maestri dei giovani artisti selezionati di Biennale College Teatro. Venezia e il Festival sono anche il luogo che offre residenza ad alcune compagnie per elaborare
fasi dei loro futuri lavori, un luogo di confronto tra artisti, studiosi e un pubblico di appassionati.
Parallelamente ai 10 spettacoli ospitati si svolgeranno 17 laboratori, di cui 9 avranno un esito aperto
al pubblico, al pari delle residenze di 4 compagnie, che apriranno il loro percorso agli spettatori; 19,
infine, gli incontri in programma con tutti gli artisti partecipanti al Festival.
Coerentemente alle scelte operate in questi anni, il Direttore Àlex Rigola propone un teatro di forte
impatto, che "artiglia" la realtà attraverso la riscrittura e la trasfigurazione dei classici, con azioni
sceniche che portano la vita reale e i suoi reali protagonisti in scena, o ancora con il pubblico che
diventa co-protagonista dello spettacolo sovvertendo le regole del fare teatro. Così Oskaras
Koršunovas firma il suo personale Gabbiano, restituendo il dramma cechoviano al suo grado zero,
purificato da un secolo di pathos e con una scena scarnificata al massimo: non c'è il lago, non c'è la
tenuta estiva, non c'è il teatro, ci sono solo gli attori e gli spettatori, nel ruolo di osservatori di coloro
che vivono/recitano sul palcoscenico. Jan Klata, regista e drammaturgo alla testa dello Stary Teatr di
Cracovia, il teatro di Kantor, Grotowski, Wajda e Lupa, arriva per la prima volta in Italia inseguito dalla
fama del suo teatro politico e dall'appellativo di "theatre dj" per la velocità con cui mixa scene, musica,
movimenti, immagini, effetti di suoni e di luci. Alla Biennale porta il suo ultimo spettacolo, premiato in
patria con lo Yorick d'oro per la migliore riscrittura shakespeariana del 2015: Re Lear, dramma sul
potere e la vecchiaia, riadattato dallo stesso Klata, che sposta la vicenda sulle sponde del Tevere ai
nostri giorni, e immerge lo spettacolo nei suoni di James Leyland Kirby, alias The Caretaker, outsider
della scena elettronica digitale, nelle coreografie di Macko Prusak, e nelle immagini live dei video in
scena.
Anche Christiane Jatahy, di nuovo a Venezia dopo l'esordio in Italia alla Biennale dello scorso anno,
trasporta le più famose Tre sorelle del teatro europeo in uno spiazzante Brasile di oggi, condensando la
vicenda cechoviana in quella dei cinque personaggi principali e intrecciando la prospettiva teatrale con
quella cinematografica (che riprende lo spettacolo live): al pubblico la scelta tra le due opzioni. E se
andassimo a Mosca?, questo il titolo, dove Mosca simboleggia l'utopia, il luogo dei nostri desideri, oppure
il punto di svolta, il salto nel vuoto verso qualcosa di totalmente nuovo, chiede alle tre sorelle Irina,
Maša, Olga e al pubblico se sia possibile cambiare.
Ancora più radicale è l'operazione compiuta dal catalano Roger Bernat con Please, continue (Hamlet),
realizzata con l'artista olandese Yan Duyvendak. Ridotta la vicenda del "pallido prence" più famoso al
mondo a un mero fatto di cronaca nera, dove Amleto è un giovane sbandato che uccide il padre della
sua ex fidanazata, lo spettacolo ne mette in scena il processo secondo tutte le regole. Il teatro è l'aula di
un tribunale dove veri pubblici ministeri, giudici, avvocati nel ruolo di se stessi processano Amleto,
accusato dell'omicidio del padre di Ofelia, con gli spettatori nel ruolo di giudici popolari. Dopo aver
raggiunto oltre 100 rappresentazioni in tanti Paesi del mondo, fra cui l'Italia, è il risultato finale, ogni
volta diverso, a restituire intatto il problema sfuggente della ricerca della verità.
E' sempre la cronaca tragica e dolorosa - di Bastian Bosse, giovane omicida di compagni e professori e
poi suicida, e di Natascha Kampusch, sfuggita dopo dieci anni di prigionia al suo carnefice e carceriere
- a ispirare Le chagrin d'ogre di Fabrice Murgia, spettacolo che lo rivelò venticinquenne alla scena
europea. Due storie parallele con cui Murgia va oltre il dettaglio e la biografia dei singoli per indagare
l'universo adolescenziale, il suo immaginario, tutto quel malessere che porta sull'orlo della deriva nel
momento cruciale del passaggio all'età adulta. Lo fa attraverso un'estetica iperrealistica, che sfuma la
realtà in un universo onirico.
Leone d'argento di questa edizione del Festival, Valeria Raimondi ed Enrico Castellani di Babilonia
Teatri trovano ispirazione nell'autenticità della vita e come tale la portano in scena. Accade in Pinocchio,
riproposto alla Biennale, dove protagonisti sono tre Pinocchi contemporanei, ovvero i non-attori
dell'Associazione "Gli amici di Luca", che hanno vissuto esperienze di coma e ne portano i segni nel
fisico e nello spirito. Sono sul palco a condividere la propria vicenda in uno spettacolo lucido e tenero,
dove la fiaba di Pinocchio, di cui restano soltanto pochi frammenti, diventa una chiave per scavare
nella vita di ognuno.
Su un piano più intimistico si svolge Clôture de l’amour del drammaturgo, regista e coreografo Pascal
Rambert: due monologhi e due sguardi diversi che raccontano la violenza della fine di un amore. Lo
spettacolo è una prova d'attore ed è diventato un cult di Rambert, che ne ha firmato la messinscena in
tante lingue del mondo: Giappone, Stati Uniti, Russia, Croazia, Italia.
Su un versante totalmente antinaturalistico e quasi metafisico si colloca il teatro di Romeo Castellucci,
a Venezia con Ethica (Natura e origine della mente), primo di un ciclo di cinque azioni sceniche ispirate
all'opera spinoziana. Questa prima azione scenica aveva avuto il suo incubatore nel laboratorio tenuto
da Castellucci per Biennale College - Teatro 2013: il lavoro è stato poi ripreso e sviluppato, anche con
l'inserzione di un dialogo scritto da Claudia Castellucci, per debuttare in Francia e ora tornare in prima
nazionale a Venezia.
Nel Festival trova spazio un affettuoso omaggio a Bob Wilson, maestro dell'astrattismo in scena, dove
il gesto è il testo e la luce e il suono hanno un loro vocabolario. Intitolato semplicemente Bob, lo
spettacolo è stato realizzato nel 1998 e riallestito nel 2011 per il settantesimo compleanno del regista
texano da Anne Bogart, militante di un teatro d'avanguardia che ha influenzato la maggior parte del
teatro americano contemporaneo, nonché promotrice di un importante metodo di recitazione elaborato
con il regista giapponese Tadashi Suzuki.
Con un tocco di vitalità ispanica, Rigola riserva al Festival una tribù immaginaria di danzatori, acrobati,
attori, ma anche cavalli, pappagalli e un corvo: il Baro d'Evel Cirk, che condurrà il pubblico in un
mondo fantastico che fa appello alla parte più profonda di noi stessi. Bestias, che ha debuttato a Lione lo
scorso anno, si svolge sul confine tra ciò che di istintivo e selvaggio c'è in noi e sull'intelligenza e le
emozioni di cui gli animali sono capaci, sui legami sottili, rispettosi e teneri che si creano fra gli uni e gli
altri. Guidata da Camille Decourtye (cantante e acrobata) e Blaï Mateu Trias (clown), entrambi
specializzati al Centre National des Arts du Cirque di Châlons-en-Champagne, la compagnia s'inscrive
nella pluridisciplinarietà del nuovo circo: collaborano allo spettacolo l'illustratore Bonnefrite, la
compagnia di danza catalana Mal Pelo di Maria Muñoz e Pep Ramis, il musicista Nicolas Lafourest.
Anche quest'anno sono nomi indiscussi della scena internazionale a guidare i 17 laboratori di Biennale
College - Teatro, da cui sortiranno 9 brevi performance che si intrecceranno agli spettacoli del
Festival.
Roger Bernat, Pascal Rambert, Stefan Kaegi, Jan Klata, Fabrice Murgia condurranno ognuno
laboratori "verso la creazione"; Declan Donnellan, Leone doro alla carriera di questa edizione,
Oskaras Koršunovas, Anne Bogart, Willem Dafoe terranno laboratori destinati al lavoro sull'attore
e la recitazione; la compagnia Baro d'Evel introdurrà ai linguaggi del circo; Romeo Castellucci e
Christiane Jatahy saranno i maestri dei due laboratori destinati alla regia; Martin Crimp, Simon
Stephens, Mark Ravenhill, esponenti della nota generazione "in-yer-face" del teatro inglese, sono i
maestri del tre laboratori di drammaturgia; a loro si affianca quello di Eva-Maria Voigtländer, di
stanza al Burgtheater di Vienna, che introdurrà la figura squisitamente tedesca del dramturg.
Quattro importanti compagnie saranno in residenza a Venezia per elaborare la prima fase di nuove
opere e mostreranno al pubblico l'esito del loro lavoro. Si tratta delle compagnie di Toni Servillo con i
Teatri Uniti, di Enrico Casagrande e Daniela Francesconi dei Motus, di Angelica Liddell con Atra
Bilis Teatro, di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, fondatori di Babilonia Teatri impegnati a
Venezia con ZeroFavole.
La giornalista televisiva Anna Pérez Pagès con i critici e saggisti di teatro Andrea Porcheddu e
Roberta Ferraresi condurranno il laboratorio di media e critica teatrale che racconterà giorno per
giorno il dietro le quinte della Biennale Teatro.
I bandi di partecipazione alla selezione per i laboratori di Biennale College – Teatro saranno pubblicati
sul sito della Biennale www.labiennale.org a partire dal 10 maggio 2016.
BIENNALE MUSICA
Musica da camera, grandi ensemble, jam session, dj-set, video e film in concerto, secondo una visione
del contemporaneo che in nome della ricerca abbraccia elettronica, jazz, folk, colto e popolare insieme:
è la musica nelle tante declinazioni possibili, uno spettro sonoro ampio nello spazio e nel tempo che il
Festival Internazionale di Musica Contemporanea, diretto da Ivan Fedele e giunto alla sua
sessantesima edizione, propone dal 7 al 16 ottobre.
I 26 appuntamenti del Festival riservano 46 prime assolute, 27 novità per l'Italia e 25
commissioni, fra cui spiccano quelle a Kaja Saarihao, Pascal Dusapin, Salvatore Sciarrino,
quest'ultimo premiato con il Leone d'oro alla carriera. Per la prima volta vengono commissionati
anche dj-set: il veneziano Giacomo Mazzucato, alias Yakamoto Kotzuga, e il duo M+A, ovvero
Michele Ducci e Alessandro Degli Angioli, esponenti della scena elettronica più recente e
internazionalmente noti. Nel panorama della musica digitale si colloca anche il concerto in prima
italiana del giapponese Ryo Murakami, appartenente all'ala più radicale e innovativa, che verrà
premiato con il Leone d'argento per le nuove realtà musicali. E', infine, l'ensemble KL4NG, l'ala più
avventurosa e spregiudicata dell'Accroche Note, a reinterpretare la musica d'avanguardia con l'ausilio di
un dj-set, creando una tessitura tra voce, strumenti e nuove tecnologie.
Fitta la presenza degli italiani, rappresentata da artisti di diverse generazioni: da Giacomo Manzoni,
Azio Corghi e Sylvano Bussotti, a Claudio Ambrosini, Luca Mosca, Michele dall'Ongaro,
Stefano Gervasoni, fino a Mauro Lanza, Vittorio Montalti, Gabriele Cosmi, per citarne solo alcuni.
Il "made in Italy" trova interpreti dedicati in ensemble dinamici come Sentieri Selvaggi e
Fontanamix, e ancora nell'Orchestra di Padova e del Veneto.
Ampia la panoramica sulla musica americana, soprattutto quella degli ultimi anni, con autori inclini a
intersecare le altre arti, dal cinema alla danza, e aperti alle influenze di tutti i generi: si va dal post
minimalismo di David Lang, Julia Wolfe, Jóhann Jóhannsson, alla scena "indie classical" di Tyondai
Braxton, Nico Muhly, Judd Greenstein e molti altri, tutti accomunati da una sensibilità "post-genre",
che ha fatto parlare di una nuova scuola newyorchese. Alfieri della scena americana sono i sofisticati
Bang On A Can All-Stars, ensemble classico ma anche rock e jazz band, e uno dei nostri maggiori
pianisti, attivissimo anche negli Stati Uniti, Emanuele Arciuli.
I concerti dell'Ensemble Modern, Accroche Note e dell'Ensemble U, che è per la prima volta in
Italia, presentano rispettivamente pagine della letteratura musicale tedesca - Enno Poppe, Jörg
Widmann, Arnulf Herrmann - francese - François-Bernard Mâche, Philippe Schoeller, Yann Robin - e
della meno frequentata area est europea, in particolare estone - Helena Tulve, Tatjana KozlovaJohannes, Märt-Matis Lill, Jüri Reinvere.
L'esplorazione delle connessioni tra immagini e musica trovano spazio in tanti concerti.
L'Ensemble Orchestral Contemporain dedica a Gérard Grisey, figura seminale della musica
europea del secondo novecento, un ritratto contrappuntato delle immagini dell'artista australiano
Andrew Quinn, create in tempo reale e “attivate” dai parametri sonori delle composizioni stesse. Nel
concerto dei Bang On A Can All-Stars, poi, alcuni dei brani nascono con e per cortometraggi
sperimentali, spesso firmati dagli stessi compositori, come Christian Marclay, che lavora sulle
connessioni tra suono, rumore, fotografia, video, film, ed è stato premiato alla Biennale con un Leone
d'oro nel 2011 per The Clock, in cui campionava innumerevoli fotogrammi di film per un kolossal di 24
ore. Il connubio tra musica e cinema d'arte si compie con il concerto delle Percussions de
Strasbourg, in cui due capolavori del cinema sperimentale americano ed europeo degli anni '20 - A
Hollywood extra di Robert Florey e Entr'Acte di René Clair - sono commentati in musica dal trentacinquenne
compositore spagnolo Javier Elipe Jimeno.
Alcuni concerti affrontano il rapporto con la tradizione, dando luogo ad operazioni originali. Il
violoncellista argentino Fernando Caida Greco propone la letteratura tardo barocca di Joseph Marie
Clément dall’Abaco come "punto di ripartenza per il futuro": in un dialogo a distanza intercala gli 11
Capricci di dall'Abaco a un prologo, un epilogo e 10 intermezzi commissionati a sei autori italiani (Sonia
Bo, Umberto Pedraglio, Alessandra Ravera, Paolo Rosato, Alessandra Bellino, Andrea
Manzoli). Il concerto del Divertimento Ensemble mette al centro il rapporto complesso che tre
compositori iraniani con studi in Europa - Alireza Farhang, Karen Keyhani, Mehdi Khayami - hanno
con la loro tradizione e la loro cultura musicale. I musicisti di Tempo Reale - Francesco Canavese,
Francesco Casciaro, Francesco Giomi, Damiano Meacci - si rivolgono al passato più recente, forti di un
pensiero "ecologico": alla velocità del consumo tecnologico e alla repentina obsolescenza dei mezzi
informatici oppongono il recupero di quei "dispositivi" - dal giradischi al frullatore, per esempio lasciati ai margini da questa accelerazione per creare un proprio teatro sonoro, una Symphony Device. Alla
jazz band Locomotive, capitanata dal sassofonista Raffaele Casarano, ospite d'eccezione Paolo
Fresu, Ivan Fedele ha chiesto di rileggere un materiale storico - le canzoni popolari di Venezia,
conosciute come i "canti da battello" che nel 700 si diffondono in tutta Europa - in chiave
jazzistica.
Sul versante del teatro musicale, tema cruciale della musica contemporanea, verranno presentati
quattro brevi atti unici - Funeral Play di Caterina Di Cecca, Il flauto tragico di Roberto Vetrano,
Troposfera di Francesco Ciurlo e Trascrizione di un errore di Alexander Chernyshkov - nati
dall'esperienza innovativa di Biennale College, volta a promuovere giovani talenti offrendo loro di
operare a contatto di grandi maestri per la messa a punto di creazioni. Selezionati tramite bando
internazionale, gli autori degli atti unici, poco più che trentenni, ognuno insieme al proprio team librettista, regista, scenografo - stanno seguendo già da marzo le varie fasi di tutoraggio e di produzione
che porteranno alla realizzazione dei loro progetti. A seguirli nell'articolazione delle diverse fasi sono:
Salvatore Sciarrino e Luca Mosca per la musica, Nicholas Hunt e Franco Ripa di Meana per la regia,
Sergio Casesi e Giuliano Corti per la drammaturgia.
Fra le tante formazioni d'eccellenza che partecipano al Festival ricordiamo: l'Ensemble Geometrie
Variabili, nato dall'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e Quatuor Diotima, che inaugurano il
Festival; Repertorio Zero, un quartetto classico che si tinge di suoni elettrici, accompagnato per
l'occasione dal campione del flauto Flavio Caroli; l'eclettica London Sinfonietta, diretta da Marco
Angius, fra le compagini più prestigiose e più seguite dal pubblico in Europa.
Fra le collaborazioni del 60. Festival Internazionale di Musica Contemporanea ricordiamo quella con Tempo
Reale, uno dei più importanti centri informatici, fondato da Luciano Berio, fucina di sperimentazioni e punto di
aggregazione per tanti compositori.
Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la
Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della
Biennale di Venezia.
Da oggi tutte le informazioni sulle attività 2016 dei Settori Danza Musica e Teatro sono disponibili sul
sito www.labiennale.org
Le immagini dei Festival di Danza, Musica e Teatro sono scaricabili al seguente indirizzo:
http://ftp.labiennale.org (username: dmtfoto; password: 2016).
Roma, 5 maggio 2016
Ufficio stampa la Biennale di Venezia
Tel. 041/5218886/5218776
E mail: [email protected]
Ufficio promozione pubblico la Biennale di Venezia
Tel. 041/5218828
E mail: [email protected]