Gesù secondo il Corano 1 fra Luca Vivenzi Introduzione Gesù nel Corano non è solo nominato, ma rappresenta, insieme ad altri, uno dei personaggi maggiori. I riferimenti a lui non formano una cristologia anche perché la natura del Corano non è teologica2. Della tematica affronteremo due aspetti: la missione di Gesù e la polemica sulla sua identità. Lungo il percorso vedremo intrecciarsi espressioni negative e positive verso la persona di Gesù. Ricordiamo che uno dei problemi fondamentali per quanto riguarda le fonti dei riferimenti a Cristo nel Corano è la provenienza dai testi Apocrifi. 1. PROFETA, MESSAGGERO E TAUMATURGO Tra i Profeti del Corano, Gesù (‘Isa) occupa un posto di rilievo: egli infatti ha delle prerogative specialissime rispetto agli altri Profeti, è considerato rasul (Messaggero, Inviato, legislatore, persona a cui è affidata una missione speciale) come Adamo, Noè, Abramo, Mosè ed è presentato dal Corano come persona fin dal principio sotto la protezione di Dio, «contro Satana, il dannato». Egli è «un Segno per gli uomini» e un «atto di clemenza»3 di Dio. Inoltre Gesù è uno dei tre privilegiati (con Mosè e Muhammad), su cui Allah ha fatto discendere il Libro che è presso Dio: E facemmo seguir loro (ai profeti) Gesù, figlio di Maria, a conferma della Torah rivelata prima di lui, e gli demmo il Vangelo pieno di retta guida e luce, confermante la Torah rivelata prima di esso, retta guida e ammonimento ai timorati di Dio. Giudichi dunque la gente del Vangelo secondo quel che Iddio ha ivi rivelato, perché coloro che non giudicano secondo la Rivelazione di Dio, sono i perversi4. Ed è l’unico che (come «segno» per gli uomini) è nato senza concorso d’uomo da Maria vergine ed è stato innalzato presso Dio prima della sua morte come presagio dell’Ora del Giudizio Finale in cui ritornerà. Essendo per il Corano i Profeti tutti uguali fra loro, Gesù non fa eccezione e nonostante le sue prerogative egli resta un semplice uomo, un Profeta come gli altri: 1 2 3 4 Per le citazioni del Corano si è usata la traduzione di A. Bausani, Firenze 1988. Cf. Giuseppe Rizzardi, Introduzione all’Islam, Brescia 1992, p. 89. Cor 19, 21. Cor 5, 46-47. 1 In verità Noi t’abbiam dato la «rivelazione» come l’abbiam data a Noè e ai Profeti che lo seguirono, e l’abbiam data ad Abramo e a Ismaele e a Isacco e a Giacobbe e alle Tribù e a Gesù e a Giobbe e a Giona e ad Aronne e a Salomone, e a Davide demmo i Salmi5. A Gesù viene però dato da Dio uno Spirito di Santità che lo colloca in una gerarchia superiore tra i Profeti di Allah: Di tali Messaggeri Divini alcuni li abbiamo resi superiori ad altri; fra essi c’è chi parlò con Dio, ed Egli ne ha elevati alcuni di vari gradi. Così demmo a Gesù figlio di Maria, prove chiare e lo confermammo con lo Spirito di Santità6. Nella Sura 19 si parla prima di Zaccaria e della richiesta che fa a Dio di avere un figlio, nonostante la moglie sia sterile7. Poi la Sura parla di Maria e del suo concepimento: E nel Libro ricorda Maria, quando s’appartò dalla sua gente lungi in un luogo d’oriente - ed essa prese, a proteggersi da loro, un velo, e Noi le inviammo il Nostro Spirito8 che apparve a lei sotto forma d’uomo perfetto. - Ella gli disse: «Io mi rifugio nel Misericordioso, avanti a te, se tu sei timorato di Dio!». Le disse: «Io sono il Messaggero del tuo Signore, per donarti un fanciullo purissimo». «Come potrò avere un figlio, rispose Maria, se nessun uomo m’ha toccata mai, e non sono una donna cattiva?». Disse: «Così sarà. Perché il tuo Signore ha detto: “Cosa facile per me è questa”, e Noi, per certo faremo di Lui un Segno per gli uomini, un atto di clemenza Nostra: questa cosa è decretata». Ed essa lo concepì e s’appartò col frutto del suo seno in luogo lontano9. Gesù stesso poi, ancora neonato, si autoproclama Profeta: Ed essa (Maria) indicò loro il neonato, e dissero: «Come parlerem noi a chi è ancora nella culla bambino?» Egli disse: «In verità io sono il Servo di Dio, il quale mi ha dato il Libro e mi ha fatto Profeta, e m’ha benedetto dovunque io mi sia e m’ha prescritto la Preghiera e l’Elemosina finché sarò in vita e m’ha fatto dolce con mia madre, non mi ha fatto violento e scellerato. Sia pace su di me, il dì che nacqui e il dì che muoio e il dì quando sarò suscitato a Vita!». Questo è Gesù Figlio di Maria, secondo parola di verità che alcuni mettono in dubbio10. E oltre che Profeta e Messaggero di Dio, è anche taumaturgo: Ed Egli (Dio) gli insegnerà11 il Libro e la saggezza e la Torah e il vangelo e lo manderà come suo Messaggero ai figli di Israele ai quali egli dirà: «Io vi porto un segno del vostro Signore. Ecco che io vi creerò con dell’argilla una figura d’uccello e poi vi soffierò sopra e diventerà un uccello vivo col permesso di Dio; e guarirò anche, col permesso di Dio, il cieco nato e il lebbroso e risusciterò i morti e vi dirò anche quel che mangiate e quel che conservate nelle vostre case. In tutto questo vi sarà un Segno per voi, se siete credenti»12. 5 Cor 4, 163. Cor 2, 253. 7 E Dio gli risponde: avrai «un figlio di nome Giovanni: un nome uguale non ponemmo prima». 8 Si riferisce all’arcangelo Gabriele. 9 Cor 19, 16-26. 10 Cor 19, 29-34. 11 E’ l’angelo che parla a Maria e dice cosa Dio farà per Gesù, e chi sarà e come opererà. 12 Cor 3, 48-49. 6 2 Vediamo in questi ultimi versetti l’influenza dei Vangeli Apocrifi sul Corano. Possiamo infatti leggere (in riferimento al brano del Corano precedentemente citato) un episodio dello PseudoMatteo: Accadde dopo che, alla vista di tutti, Gesù prese del fango e plasmò dodici passeri. Quando Gesù fece questo era di Sabato e con lui c’erano molti fanciulli. Un giudeo, vedendolo fare questo, disse a Giuseppe: «Non vedi Giuseppe che il fanciullo Gesù compie di Sabato ciò che non gli è lecito fare? Con il fango plasmò dodici passeri». Udito ciò Giuseppe lo rimproverò dicendo: «Perché fai di Sabato cose che non ci è lecito fare?». Udendo le parole di Giuseppe e picchiando le mani una contro l’altra, disse ai suoi passeri: «Volate!». E alla voce del suo comando presero a volare. Mentre tutti erano lì e vedevano e udivano, disse agli uccelli: «Andate e volate per la terra e per tutto il mondo e vivrete!». I presenti vedendo tali prodigi erano pieni di grande stupore (...)13. 2.GESÙ È L’«INVIATO DI ALLAH» AI CRISTIANI. NON È DIO, MA SOLO «FIGLIO DI MARIA». Nel Corano abbiamo l'affermazione che Allah è «l'Unico» (al-Wâhid) e che «non c’è dio al di fuori di Iddio» (lâ ilâha illâ Allâh) come usa dire la professione di fede musulmana (shahâda), il primo pilastro del culto islamico: abbiamo in questo, una grande somiglianza tra il monoteismo biblico e quello coranico. Nella Sura 112, del Culto sincero, ai versetti 1-4 dice: Dì: «Egli, Dio, è uno, / Dio, l'Eterno. / Non generò né fu generato / e nessuno Gli è pari». Questa citazione la ritroviamo spesso sulle cupole delle moschee e costituisce uno dei testi basilari del catechismo musulmano. Gesù stesso nel Corano non fa che riaffermare questa verità. Infatti Egli è Dio, non v’ha altro Dio che Lui, Conoscitore dell’Invisibile e del Visibile, il Clemente, il Misericordioso! Egli è Dio: non v’ha altro Dio che Lui, il Re, il Santo, la Pace, il Fedele, il Custode, il Possente, il Soggiogatore, il Grandissimo. Sia gloria a Dio oltre quei che a Lui associano! Egli è Dio, il Creatore, il Plasmatore, il Forgiatore, Suoi sono i nomi bellissimi, e canta le Sue lodi tutto quel ch’è nei cieli e sulla terra, egli è il Possente Sapiente!14 E che Dio «non s’è scelta compagna, nè alcun figlio»15. Infatti Dio «non generò e non fu generato»16, e «rifiutan fede a Dio quelli che dicono: “Il Cristo, Figlio di Maria è Dio”. Rispondi loro: “Chi potrebbe impedirlo a Dio, se Egli volesse annientare il Cristo Figlio di Maria, e sua madre e tutti coloro che sono sulla terra?”»17. I Vangeli Apocrifi e alcune eresie cristiane dei primi secoli, quali l’arianesimo che negava la divinità di Cristo; o il nestorianesimo con la sua diffusione, specie in Arabia e in Oriente, dopo i 13 L. MORALDI (a cura di), Vangeli Apocrifi, Casale Monferrato 1996, p. 126. Cor 59, 22-24. 15 Cor 72, 3. 16 Cor 112, 3. 17 Cor 5, 17. 14 3 Concilii di Efeso e Calcedonia; o i colliridiani che adorando Maria potevano far pensare ad un’altra divinità associata dai cristiani a Dio: tutte queste parziali o errate conoscenze di cui, si pensa, Muhammad sia venuto a conoscenza indirettamente o di persona nei suoi viaggi, condizionarono in qualche modo la stesura del Corano. Il Corano si rifà molto ai vangeli apocrifi e afferma che Gesù non è Dio ma solo figlio di Maria e che non esiste la Trinità; in esso Gesù stesso preannuncia Muhammad come ultimo dei Profeti e restauratore della verità originaria. Confrontiamo cosa dice il Corano in un passo: in esso Gesù stesso viene direttamente chiamato in causa e interrogato da Dio riguardo alla sua divinità; cosa che egli nega nel modo più assoluto. E quando Dio disse: «O Gesù, figlio di Maria! Sei tu che hai detto agli uomini »Prendete me e mia madre come dei oltre Dio»? «E rispose Gesù: “Gloria a Te! Come mai potrei dire ciò che non ho il diritto di dire? Se lo avessi detto Tu lo avresti saputo: Tu conosci ciò ch’é nell’intimo mio ed io non conosco ciò ch’é nell’intimo Tuo18. Tu solo sei il fondo conoscitor degli arcani! Io non dissi loro se non quello che Tu mi ordinasti di dire, cioè: ‘Adorate Iddio, mio Signore e Signor vostro’ e fui testimone contro di loro finchè fui tra loro e, quando Tu mi chiamasti a Te, restasti Tu allora a spiarli, poichè Tu osservi ogni cosa”»19. Egli stesso poi nella «Sura dei ranghi serrati» profetizza la venuta di Muhammad: (Rammenta) quanto disse Gesù figlio di Maria: «O figli d’Israele! Io sono il Messaggero di Dio a voi inviato, a conferma di quella Torah che fu data prima di me, e ad annunzio lieto di un Messaggero che verrà dopo di me e il cui nome è Ahmad!»20. È interessante notare che questi brani del Corano sono molto simili al già citato Vangelo di Barnaba che, se nella versione originale è realmente esistito, tuttavia quello del XV-XVI secolo è considerato «un falso storico» ed una copia rimaneggiata dell’autentico vangelo apocrifo. Esso è in ogni caso rivelativo della mentalità islamica riguardo i temi che stiamo trattando. Nel Corano abbiamo quindi la chiara affermazione che Gesù è «figlio di Maria» e quando si parla di lui si aggiunge quasi sempre, accanto al suo nome «figlio di Maria» per sottolineare che egli non è figlio di Dio come invece i cristiani pensano, ma solo un Suo Messaggero e che esiste un Dio unico e assoluto e non tre divinità: 18 Abbiamo qui una riaffermata negazione di quello che leggiamo nei Vangeli riguardo al rapporto tra Gesù e il Padre, specie nel Vangelo di Giovanni. 19 Cor 5, 116-117. Non si capisce come mai Dio che (come viene riaffermato più volte) conosce ogni cosa non sappia cosa Gesù ha detto: il dialogo tra Dio e Gesù ha evidentemente lo scopo (pur rischiando di cadere in contraddizione e nel ridicolo) di far affermare da Gesù stesso la sua non divinità. 20 Cor 61, 6. Il nome Ahmad ha la stessa radice (h-m-d) e significato di Muhammad e vuol dire «il lodato»: con questo passo si definisce che Gesù ha preannunziato Muhammad, il quale riceve la stessa profezia data ai precedenti Messaggeri di Dio e la completa. 4 O uomini! È venuto a voi il Messaggero con la Verità data dal Vostro Signore. Credete dunque e sarà meglio per voi. Ma se rifiutate la Fede, sappiate che Dio è tutto ciò che è nei cieli e che è sulla terra e Dio è saggio e sapiente. O Gente del Libro21! Non siate stravaganti nella vostra religione e non dite di Dio altro che la Verità! Ché il Cristo Gesù figlio di Maria non è che il Messaggero di Dio, il suo Verbo che Egli depose in Maria, uno Spirito da lui esalato. Credete dunque in Dio e nei suoi Messaggeri e non dite «Tre!». Basta! E sarà meglio per voi! Perché Dio è un Dio solo, troppo glorioso e alto per avere un figlio! A lui appartiene tutto quello ch’é nei cieli e ch’é sulla terra, Lui solo basta a proteggerci! Il Cristo non ha disdegnato di essere un semplice servo di Dio (...)22. Dopo queste affermazioni, i versetti coranici, che parlano di Gesù come del Messia, o come una Parola, un Verbo di Dio, o come di uno Spirito che emana da Lui, hanno avuto poco spazio nei commenti posteriori e non hanno suscitato la minima curiosità per approfondire quello che i cristiani intendono esprimere con questi termini. L’Islam anzi esita a considerare i cristiani come veri monoteisti. L’attacco contro il dogma della divinità di Gesù va visto anche in stretta relazione alla negazione di quello che viene considerato il triteismo cristiano. Certamente Muhammad nei suoi viaggi ebbe contatti con cristiani e monaci, alcuni anche nella penisola arabica; essi erano spesso di correnti eretiche, spesso fuggiti dopo la condanna dei Concili di Nicea e Calcedonia e parlavano di Dio, Gesù e Maria al punto tale da far pensare a tre dei. Una inadeguata informazione e una certa terminologia cristiana, hanno probabilmente generato in lui una certa confusione e reazione al fatto che quando alcuni cristiani parlavano di Trinità essa sarebbe stata composta da Dio, da Gesù e da Maria.23 Muhammad, teso a lottare strenuamente contro i Meccani politeisti e ad affermare l’assoluta trascendenza divina per cui è stato inviato, si è sentito spinto a ribellarsi a questa «triade» e a ribadire il messaggio di un Dio unico. Si tenga anche presente che per il Corano l'espressione «figlio di Dio» implica una concretezza di rapporti carnali. Nella Sura 5, al versetto 72, leggiamo: Certo sono empi quelli che dicono: «Il Cristo figlio di Maria è Dio», mentre il Cristo disse: «O Figli di Israele! Adorate Dio, mio e vostro Signore!». E certo chi a Dio dà compagni, Dio gli chiude le porte del Paradiso: la sua dimora è il Fuoco, e gli ingiusti non avranno alleati. Dice il Bausani che forse le parole messe in bocca a Gesù si riferiscono a Mt 4, 10. Confrontando il v. 72 col verso 116 di questa stessa Sura, sembra che Muhammad considerasse la Trinità cristiana come formata da Dio, Gesù e Maria. La questione fu ed è oggetto di interminabili dispute fra i cristiani che rimproverano a Muhammad l’ignoranza delle Scritture, e i musulmani che ora per lo 21 Si riferisce qui ai cristiani. 4, 170-172. 23 Altri parlano di tre altre divinità: Dio, Gesù e lo Spirito Santo, o San Giuseppe, ecc. secondo le varie interpretazioni degli «esperti» musulmani. 22 5 più rispondono che «di fatto» la vera trinità cristiana è quella, data l’enorme importanza del culto di Maria.24 L’Islam vedeva già negli arabi pagani politeisti coloro che commettevano un peccato mostruoso poichè attribuivano ad Allah figli e figlie. Ma anche i cristiani vengono poi classificati tra costoro. Nella Sura 19 (di Maria) ove si annuncia il concepimento verginale di Gesù, viene affermato in modo netto: «Il Misericordioso, dicono gli empi, s'è preso un figlio». Avete profferito una affermazione abominevole! Poco manca che si spacchino i cieli e si squarci la terra e crollino in polvere i monti per ciò ch'essi hanno attribuito al Misericordioso, un figlio!25 Ne consegue che (siccome il Corano completa, corregge e riassume tutte le rivelazioni precedenti), poiché i musulmani prendono come unica verità assoluta quella del Corano, non hanno nessun interesse a leggere altri libri per confrontarsi con loro (e quindi neppure l’Antico e il Nuovo Testamento che giudicano erronei): infatti, tutto ciò che essi devono sapere di Cristo e dei cristiani pensano sia detto in modo esatto nel Libro per eccellenza, il Corano, tramite Muhammad il vero e ultimo messaggero di Dio. Da notare anche che nel Corano Gesù viene chiamato Verbo di Dio: ma questo non è inteso nel senso cristiano. Egli è «Parola di Dio» essendo frutto della Sua parola creatrice depositata nel seno di Maria26. Così come il fatto di essere chiamato «Spirito di Dio» significa che è il soffio vivificante di Dio (ruh) che lo ha fatto nascere nel seno di Maria27, così come ha creato Adamo28 e fatto nascere tutti gli uomini29. L’assoluta trascendenza di Dio si afferma anche quando si parla del concepimento verginale di Maria e si sottolinea la sua purezza (purezza intesa naturalmente nel senso islamico, sapendo che l’Islam ignora il peccato originale). Parlandone si accentua il fatto che non è da Dio prendersi un Figlio proprio per negare la divinità di Gesù e la Trinità ed evidenziare invece l’assoluta unità di Dio: Gesù infatti è, seppur Profeta, un 24 BAUSANI A., L'Islam, Milano 1992, pp. 537-538. 25 Cor 19, 88-91. Cor 3, 39. 27 Cor 21, 91. 28 Cor 15, 29. 29 Cor 32, 9. 26 6 semplice uomo, e quindi Maria non è Madre di Dio come è invece considerata nel mondo cristiano. Nella «Sura delle Donne» si legge un ammonimento: O Gente del Libro!30 Non siate stravaganti nella vostra religione e non dite di Dio altro che la Verità! Ché il Cristo Gesù figlio di Maria non è che il Messaggero di Dio, il Suo Verbo che egli depose in Maria, uno Spirito da Lui esalato. Credete dunque in Dio e nei suoi Messaggeri e non dite «Tre»! Basta! E sarà meglio per voi perchè Dio è un Dio solo, troppo glorioso e alto per avere un figlio! A lui appartiene tutto quello ch'è nei cieli e quel ch'è sulla terra, Lui solo basta a proteggerci!31 Dice M. Watt che certamente questi versetti possono essere interpretati come se si riferissero alla dottrina trinitaria dell'ortodossia cristiana. Ma se li si legge senza opinioni preconcette, appare naturale intenderli nel senso che si riferiscano ad una interpretazione eretica della dottrina della Trinità, a volte chiamata «triteismo». Nelle professioni di fede ortodosse i cristiani dichiarano la loro fede in un unico Dio e negano ufficialmente di credere in tre dei. In altre parole i cristiani sono monoteisti e non tri-teisti. Certo alcuni cristiani ingenui possono essere caduti in qualcosa di simile all'errore del triteismo, ma come triteisti essi sono eretici32. Conclusione Possiamo concludere dicendo che il tema del Cristo è molto presente nella letteratura islamica del Corano,in quella apologetica, del sufismo fino alla letteratura contemporanea. I pronunciamenti coranici sono e rimangono irremovibili nella tradizione. Ci chiediamo se all’origine del testo islamico ci fosse stato l’incontro con la vera dottrina cristiana … quali sarebbero state le conseguenze oggi? 30 Si riferisce ai due popoli che hanno precedentemente ricevuto il Libro: ebrei e cristiani. Cor 4, 171. 32 Cf. WATT MONTGOMERY W.- WELCH A. T., L’Islam. Maometto e il Corano, «Storia delle Religioni», vol.4, Milano 1981 p. 146 31 7