I incontro, relatore L. Balboni - Istituto Comprensivo Completo di Asola

Bisogni Educativi Speciali
Primo Incontro
Lucia Balboni
CTI Asola
27 febbraio 2014
ARGOMENTI
-I PRESUPPOSTI TEORICI
- LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER L’INCLUSIONE
- LA DIDATTICA PER LA SCUOLA DI TUTTI E DI CIASCUNO
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USR Lombardia – Formazione BES
Gli attrezzi a nostra disposizione
⊛ DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012
«Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica»
LA DIRETTIVA E’ UN DOCUMENTO TECNICO
⊛ CIRCOLARE MINISTERIALE n.8 del 6 marzo 2013
«Indicazioni»
LA CIRCOLARE E’ UN DOCUMENTO TECNICOPOLITICO
⊛ NOTA 2563 del 22 novembre 2013
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali.
A.S. 2013-2014. Chiarimenti”
⊛ Linee guida «Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni
Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione
scolastica»: concetti chiave e orientamenti per l’azione
(Milano dicembre 2013)
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USR Lombardia – Formazione BES
QUALCHE SIGNIFICATO UTILE
Cos’è una direttiva ministeriale?
è un atto che obbliga a realizzare
determinati obiettivi (contenuti in Leggi) lasciando la
scelta dei mezzi per farlo
È uno strumento con il quale si procede
all’armonizzazione delle legislazioni nazionali
(L. 104 - L. 53 - L. 170 + Linee guida)
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USR Lombardia – Formazione BES
DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012
Premessa
Si tratta di un documento di
particolare interesse che
delinea e precisa la strategia
inclusiva della scuola italiana
e che si inserisce sul percorso
di inclusione scolastica e di
realizzazione del diritto
all’apprendimento per tutti gli
alunni e gli studenti in
situazione di difficoltà
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USR Lombardia – Formazione BES
CONSEGUENZE della DIRETTIVA MINISTERIALE 27/12/2012
-La scuola si assume la responsabilità della lettura dei reali
bisogni di inclusione
-La scuola attiva le risorse per l’inclusione secondo
l’approccio della «speciale normalità»
-La scuola elabora modelli di inclusione e fa cultura
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USR Lombardia – Formazione BES
CIRCOLARE MINISTERIALE del 6 marzo 2013
-Ridefinizione dell’approccio: dalla certificazione delle disabilità
all’inclusione delle diversità
-Quali sono i BES
-Il Piano Didattico Personalizzato
-Azioni a livello di singole Istituzioni Scolastiche
-Azioni a livello territoriale
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USR Lombardia – Formazione BES
Indice Linee Guida
"LE SCUOLE E 'GLI STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA: CONCETTI CHIAVE E ORIENTAMENTI
PER L'AZIONE"
1. Finalità del documento
2. La scuola inclusiva
2.1 Definire i BES
2.2 Evitare gli automatismi
2.3 Progettare in funzione dell’inclusione
3. Le diverse situazioni di BES
3.1 La lettura dei BES e la logica dell’ICF
3.2. Procedura di individuazione BES
3.3 Griglie di rilevazione
4. Ruoli e Compiti a livello di singola
Istituzione Scolastica
4.1 Il team docenti / consiglio di classe e il
PDP
4.2 Personalizzazione e individualizzazione
4.3 Misure dispensative e strumenti
compensativi
5. Ruoli e organismi d’istituto
5.1 Funzioni d’Istituto
5.2 Il GLI
5.3 il Dirigente Scolastico
6. Verifiche e valutazione
6.1 Alunni con disabilità
6.2 Alunni con DSA
6.2a Dispensa dalla Lingua straniera scritta
6.2b Esonero dalla Lingua straniera scritta
6.2d Esame di Stato
6.2c Documento del 15 maggio
6.3 Gli alunni non certificati
7. L'organizzazione regionale a supporto
dell'attuazione della Direttiva
8. Glossario - normativa di riferimento
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USR Lombardia – Formazione BES
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
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USR Lombardia – Formazione BES
B.E.S.= Partiamo dal concetto
Deriva dai paesi anglosassoni dai quali si vorrebbe anche far derivare l’approccio
metodologico che per l’Italia è assai problematico in considerazione della storia che ci
caratterizza:
• Dalle classi differenziali all’integrazione nella scuola pubblica
• Dai Programmi Ministeriali all’Autonomia scolastica
• Dalla certificazione 104 alle risorse di personale
• …………………………………………..
Non possiamo negare che il cambiamento in atto ha origini pluridecennali:
 Alla fine degli anni ‘70 viene riformata la «Scuola Media» che passa dall’attuazione
dei programmi ministeriali alla elaborazione di programmazioni curricolari a livello
collegiale e di singolo docente. E’ la prima volta che la scuola italiana pone
l’accento sulla necessità di individuare le «esigenze del contesto socio-culturale e
delle situazioni di partenza degli alunni» individuando metodi, materiali e sussidi
adeguati. Si evince inoltre l’esigenza di sottoporre il processo didattico a continue
verifiche che informano sui risultati raggiunti e servano da guida per gli interventi
successivi
 Il DPR 275/99 stabilisce che le istituzioni scolastiche nel determinare il curricolo
devono partire dalle effettive esigenze formative degli alunni concretamente
rilevate
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USR Lombardia – Formazione BES
Quindi ….
Non è sufficiente preoccuparsi di definire chi sono i BES
bensì, è importante, cambiare il modo di insegnare e
valutare affinché ogni studente in relazione alla sua
condizione e alla sua manifesta difficoltà, trovi la giusta
risposta.
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USR Lombardia – Formazione BES
RICERCA (Lucangeli, 2007)
GLI INSEGNANTI MODIFICANO COSÌ IL LORO APPROCCIO ALLA RELAZIONE EDUCATIVA
1997
2007
• Si distrae, non sta attento
• Legge stentatamente
• Non sta mai fermo
• Non mi ascolta
• Mi sfida
• Ha la testa tra le nuvole
• Non è portato alla
matematica
• Dimentica subito ciò che
studia
• È timido, chiuso
• Ha un disturbo
dell’attenzione
• È dislessico
• È iperattivo
• È demotivato
• È bullismo
• Ha un disturbo
dell’attenzione
• È discalculico
• Ha un deficit di memoria
• È un po’ autistico
DANIEL PENNAC
«Ero negato a scuola e non era mai stato altro
che questo. Il tempo sarebbe passato, certo, e
poi la crescita, certo, e i casi delle vita, certo,
ma io avrei attraversato l‘esistenza senza
giungere ad alcun risultato. Era ben più di una
certezza, ero io. Di ciò alcuni bambini si
convincono molto presto e se non trovano
nessuno che li faccia ricredere, siccome non si
può vivere senza passione, in mancanza di
meglio sviluppano la passione del fallimento».
Diario di scuola
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Una nozione di disagio scolastico
•
L’insieme di difficoltà che invece di concorrere all’aumento delle risorse
personali impediscono all’alunno di vivere in modo positivo le relazioni
scolastiche, raggiungere un rendimento sufficiente e, in alcuni casi, vivere
un rapporto positivo con se stesso.
•
Le difficoltà possono riguardare diverse aree:
l’area del sé
l’area del ruolo studente
l’area della relazione con i compagni
l’area del rapporto con i saperi
-
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USR Lombardia – Formazione BES
DISTURBO, DIFFICOLTÁ, DISABILITÁ
DIFFICOLTÁ
L’espressione difficoltà di apprendimento viene utilizzata per indicare una forma non
grave (quindi che non soddisfa i criteri clinici per il Disturbo) di ritardo sul piano
dell'apprendimento.
Un riferimento va alle aree dello svantaggio linguistico-culturale dei BES
DISTURBO
Si riferisce ad una condizione neurobiologica complessa di origine costituzionale in
assenza di disturbi neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali importanti e primari e in
presenza di normali opportunità scolastiche.
Riferimento legislativo legga 170/2010.
DISABILITÁ
Disabilità: per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature
menomazioni fisiche, mentali, intelletuali o sensoriali
Riferimento legislativo legge 104 1992
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USR Lombardia – Formazione BES
Difficoltà scolastiche
Difficoltà relazionali
Aggressività o chiusura
Difficoltà nel linguaggio
Difficoltà di espressione
Disagio
Ritardi psicomotori
Disturbi della simbolizzazione
Scarsa autostima
Disturbi dell’attenzione e ipercinesia
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USR Lombardia – Formazione BES
Per «difficoltà di apprendimento», si intendono diverse “tipologie di problematiche
scolastiche che possono impedire, ostacolare o semplicemente rallentare il normale
processo dell’apprendere”. (Daniela Lucangeli)
Non sono dunque difficoltà associabili a patologie, ma riguardano sia lo studente
(caratteristiche della personalità, stile di vita, motivazione) che il contesto
(caratteristiche
socioculturali
dell’ambiente,
aspetti
familiari,
dell’istituzione scolastica).
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qualità
Disturbo
- QUANTITATIVO = MENOMAZIONE =
DEFICIT PERMANENTE = HANDICAP
- QUALITATIVO = DIVERSITA’ =
DISORDINE
I DISTURBI QUALITATIVI
NON SONO MISURABILI
SONO APPREZZABILI
SONO DESCRIVIBILI
SONO NARRABILI
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Insistenza del prefisso “DIS”
Dislessia, disortografia, dislalia, distonia, dispercezione,
disfluenza….
in tutti questi termini il prefisso “DIS” indica “contrariato”,
“disordinato”
riferibile
pertanto
ad
una
competenza
esistente, ma non in modo ottimale, pertanto, “lettura
contrariata”, scrittura disordinata”, ecc.
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I Disturbi Evolutivi
I disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche comprendono gruppi di condizioni
morbose
che
si
manifestano
con
specifiche
e
significative
compromissioni
dell’apprendimento delle abilità scolastiche.
Queste compromissioni nell’apprendimento non sono il risultato diretto di altre patologie.
L’eziologia non è nota, ma si suppone che vi sia un intervento significativo di fattori
biologici, i quali interagiscono in modo significativo con fattori non biologici (ICD-10, 1992).
F80 - Disturbi evolutivi specifici dell’eloquio e del linguaggio
F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche
F82 - Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria
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USR Lombardia – Formazione BES
I Disturbi Evolutivi
Sono qualitativi a carico dei processi cognitivi (che attengono cioè all’organizzazione
del pensiero e al coordinamento dell’agire in ogni sua manifestazione), che si presentano
con elevata familiarità fin dai primi anni di vita e sono di natura neuro-motoria, in
quanto sempre associati a disturbi qualitativi della motricità, dell’integrazione
sensoriale, a disordini del linguaggio, della sequenzialità in genere, dell’organizzazione
spazio- temporale.
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I Disturbi Evolutivi
Dal DSM - IV
(Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, noto
anche con la sigla DSM derivante dall'originario titolo
dell'edizione statunitense Diagnostic and Statistical Manual of
Mental Disorders)
Dal DSM -IV
I risultati ottenuti dal bambino in test
DISTURBO DELLA LETTURA
standardizzati, somministrati
individualmente, su lettura, calcolo o
DISTURBO DELL’ESPRESSIONE
espressione scritta risultano
SCRITTA
significativamente al di sotto di quanto
previsto in base all’età, all’istruzione, e al
DISTURBO DEL CALCOLO
livello di intelligenza. Essi interferiscono in
modo significativo con i risultati scolastici
DISTURBO NON ALTRIMENTI
o con le attività della vita quotidiana che
SPECIFICATO
richiedono capacità di lettura, di calcolo o
di scrittura (DSM-IV, 1996).
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USR Lombardia – Formazione BES
Dal manuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD-10)
ASSE 2 DISTURBI SPECIFICI DELLO SVILUPPO
F80 - F80.9 Disturbi evolutivi specifici dell’eloquio e del linguaggio
F81 - F81.9 Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche
F82 Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria
F83 Disturbi evolutivi specifici misti
F88 Altri disturbi dello sviluppo psicologico
F89 Disturbi dello sviluppo psicologico non specificati
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USR Lombardia – Formazione BES
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F81 - Abilità Disturbi evolutivi specifici delle abilita’ scolastiche
F81.0 – Disturbo specifico di lettura
F81.1 – Disturbo specifico della compitazione
F81.2 – Disturbo specifico delle abilità aritmetiche
F81.3 – Disturbi misti delle abilità scolastiche
F81.8 – Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche
F81.9 – Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche non specificati
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USR Lombardia – Formazione BES
Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici
dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della
coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine nell’età
evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il
funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la
disabilità e il disturbo specifico.
Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi
specifici, non vengono o possono non venir certificate ai sensi della legge
104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure
previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno.
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Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività
A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder),corrispondente all’acronimo
che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e
dell’iperattività.
L’ADHD si può riscontrare anche spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche,
ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e
di socializzazione con i coetanei. Si è stimato che il disturbo, in forma grave tale da
compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1% della popolazione
scolastica, cioè quasi 80.000 alunni.
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ADHD
Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva:
Disturbo oppositivo provocatorio;
Disturbo della condotta in adolescenza;
Disturbi specifici dell'apprendimento;
Disturbi d'ansia;
Disturbi dell'umore, etc.
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Funzionamento cognitivo limite
Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le
espressioni di funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), ma anche con
altre espressioni (per es. disturbo evolutivo specifico misto, codice F83) e specifiche
differenziazioni - qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170 - richiedono
particolare considerazione. Si può stimare che questi casi si aggirino intorno al 2,5%
dell’intera popolazione scolastica, cioè circa 200.000 alunni.
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USR Lombardia – Formazione BES
Si tratta di bambini o ragazzi il cui QI globale (quoziente
intellettivo) risponde a una misura che va dai 70 agli 85
punti e non presenta elementi di specificità. Per alcuni di loro
il ritardo è legato a fattori neurobiologici ed è
frequentemente in comorbilità con altri disturbi. Per altri, si
tratta soltanto di una forma lieve di difficoltà tale per cui, se
adeguatamente sostenuti e indirizzati verso i percorsi
scolastici più consoni alle loro caratteristiche, gli interessati
potranno avere una vita normale. Gli interventi educativi e
didattici hanno come sempre ed anche in questi casi
un’importanza fondamentale.
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Riscontri documentali
Disabilità
DSA e Disturbi Evolutivi
Specifici
Area dello svantaggio
Socio – economicoculturale
certificazioni
DSA: certificazioni
Anche in attesa del rilascio
della certificazione, si devono
comunque accertare le difficoltà
e adottare un piano didattico
personalizzato
Altri disturbi: relazioni di
specialisti, considerazioni
pedagogiche e didattiche,
riscontri oggettivi di difficoltà
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linguistico culturale
Svantaggi diversi :
 segnalazioni ai o dai servizi sociali
 relazioni di eventuali esperti
considerazioni pedagogiche e didattiche dei
docenti
Riscontri oggettivi
USR Lombardia – Formazione BES
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USR Lombardia – Formazione BES
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USR Lombardia – Formazione BES
PREMESSA
IL PROCESSO DELL’INTEGRAZIONE IN ITALIA: EVOLUZIONE VERSO UN MODELLO
AL «PLURALE»
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USR Lombardia – Formazione BES
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USR Lombardia – Formazione BES
«…in particolare nei sistemi educativi e formativi
INCLUDERE
significa rimuovere ogni barriera agli
apprendimenti ed alla
partecipazione superando la logica e la pratica dei Bisogni Educativi
Speciali»
(Booth T., Ainscow M.)
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USR Lombardia – Formazione BES
I PRINCIPI CHIAVE DELL’INCLUSIONE (Manzi)
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USR Lombardia – Formazione BES
ICF
Classification of Functioning, Disability and Health
“La Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato nel 2001 uno
strumento di classificazione che analizza e descrive la disabilità
come esperienza umana che tutti possono sperimentare. Tale
strumento, denominato ICF, propone un approccio all’individuo
normodotato e diversamente abile dalla portata innovativa e
multidisciplinare.
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USR Lombardia – Formazione BES
Cos’è l’ICF ?
E’ la classificazione delle caratteristiche della salute delle
persone all’interno del contesto delle loro situazioni di vita
individuali e degli impatti ambientali.
Prima:
“salute” = assenza di malattia
Ora:
“salute” = stato di benessere fisico, psichico e sociale
L’individuo non viene considerato in sé ma nel rapporto dinamico ed
interattivo con il proprio ambiente di vita
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USR Lombardia – Formazione BES
Una nuova prospettiva
OLTRE IL MODELLO MEDICO
(la disabilità è un problema della persona causato direttamente da
malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di
assistenza specialistica. La gestione della disabilità mira alla cura o
all’adattamento dell’individuo e a un cambiamento comportamentale)
OLTRE IL MODELLO SOCIALE
(la disabilità è un problema principalmente creato dalla società e va
affrontato in termini di piena integrazione nella società)
PROSPETTIVA BIOPSICOSOCIALE
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USR Lombardia – Formazione BES
L’ICF
Condizioni fisiche
(disturbo o malattia)
Funzioni corporee
Attività personali
Strutture corporee
Partecipazione
sociale
Fattori contestuali
Fattori personali
Fattori ambientali
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USR Lombardia – Formazione BES
Parlare di classificazione bio-psico-sociale
significa spostare l’accento dalle cause
della
disabilità
ai
suoi
effetti,
alle
restrizioni delle attività che comporta e
alle limitazioni alla partecipazione sociale.
La
disabilità
sfavorevole
tra
nasce
l’individuo
dall’incontro
e
il
suo
contesto di vita. Quindi si richiede grande
attenzione all’interazione fra le capacità di
funzionamento di una persona e il contesto
ambientale, sociale, culturale e personale
in cui vive.
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USR Lombardia – Formazione BES
Presupposti teorico / pedagogici
Concezione tradizionale
Menomazione
Disabilità
Handicap
Secondo ICF
Non più disabilità’ ma
“limitazione delle attività
personali”
Non più “handicap” ma ”diversa
partecipazione sociale”
Disabilità come risultante
dell’interazione tra
funzionamento umano e fattori
contestuali.
Disabilità come fenomeno
sociale multidimensionale
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USR Lombardia – Formazione BES
Focus
L’osservazione dell’alunno sul piano dell’attività e della partecipazione
devono indurre a trovare per ciascuno i facilitatori e le barriere
Es. La mamma aiuta ogni giorno Pierino a svolgere i compiti ed in modo
puntuale prepara la cartella
L’azione della mamma come la classifichiamo?
FACILITATORE
BARRIERA
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USR Lombardia – Formazione BES
Nel 2001, lo Special Educational Needs and Disability Act del Regno Unito e il
relativo Code of Practice specificano meglio i bisogni del bambino,
raggruppandoli in quattro grandi aree: comunicazione e interazione, cognizione
e apprendimento, sviluppo del comportamento, emozione e socialità, attività
sensoriale e fisica. Sulla base di questa ripartizione dei bisogni vengono meglio
specificati i Bisogni Educativi Speciali:
(…) Si trovano difficoltà di apprendimento, generale e specifiche, difficoltà
comportamentali, emozionali e sociali, difficoltà di comunicazione e di
interazione, difficoltà di linguaggio, disturbo dello spettro autistico, difficoltà
sensoriali e fisiche, minorazioni uditive, minorazioni visive, difficoltà fisiche e
mediche. (Department for Education and Skills, 2001, p. 45)
Nel Manuale del Coordinatore scolastico per i BES ( The SENCO Handbook;
Cowne, 2003, p.14) si specifica ulteriormente che il bambino con BES
(…) è un bambino che non risponde nella maniera attesa al curricolo o non
riesce a fronteggiare il normale ambiente di classe senza aiuto aggiuntivo.
45
USR Lombardia – Formazione BES
L’educazione e la didattica inclusiva
non si interrogano su come integrare in un contesto già dato
ma
propongono di modificare epistemologie e culture educative in grado di sostenere il
cambiamento di sistemi, organizzazioni e
pratiche di insegnamento in modo da farle
corrispondere alle differenze di tutti i bambini, alunni e studenti.
Dall’adattamento degli studenti al
cambiamento richiesto all’istituzione e
all’analisi delle barriere alla partecipazione
e all’apprendimento di tutti.
46
USR Lombardia – Formazione BES
Nuovi scenari
Ogni persona si trova nella ricorrente necessità di
riorganizzare e reinventare i propri saperi, le proprie
competenze e persino il proprio stesso lavoro. Le
tecniche e le competenze diventano obsolete nel volgere
di pochi anni. Per questo l’obiettivo della scuola non può
essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di
singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di
formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e
culturale, affinché possa affrontare positivamente
l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e
professionali, presenti e futuri.
Le trasmissioni standardizzate e normative delle
conoscenze, che comunicano contenuti invariati pensati
per individui medi, non sono più adeguate.
[Cultura scuola persona. Indicazioni per il curricolo]
La logica di fondo
Indicazioni
Nazionali
Direttiva B.E.S.
Alunni
Contesto
Ripensare la scuola
Riorganizzare le risorse ( umane, materiali, professionali)
in un quadro coerente e sistematico secondo una logica
processuale focalizzata sul soggetto che apprende
Sondaggio IPSOS MORI,2007
Pone l’accento sul divario esistente tra ciò che la scuola propone e le
pratiche didattiche desiderate dai ragazzi.
Alla domanda presente nel questionario:
“Quali sono le tre attività, tra quelle
dell’elenco che pratichi più
frequentemente ?
Sondaggio IPSOS MORI,2007
 Le risposte date sono state:
 52% “copiare dalla lavagna e dal libro”
 33% “ ascoltare l’insegnante che spiega a lungo”
 29% “svolgere una discussione in classe
Sondaggio IPSOS MORI,2007
Tra le attività che hanno totalizzato minore
punteggio ci sono proprio quelle che risultano
maggiormente produttive per gli studenti con
BES:
 “disegnare mappe e fare foto pe ricordare” (7%);
 “lavorare al computer” (16%).
Sondaggio IPSOS MORI,2007
Nella stessa indagine alla fine è stato
chiesto ai ragazzi di indicare modi di
apprendere che preferiscono.
Ai primi posti si trovano:
 “lavorare in gruppo” con il 55%
 “usare il computer” con il 31%.
IN CLASSE
 osservazione del funzionamento in classe
 strategie di intervento (a livello formale)
PDP
PEI
• attivare didattica ( livello pratico) :
• personalizzata
• individualizzata
• flessibile
• inclusiva
La soluzione?
NO
TANTE
DIDATTICHE
SEPARATE
DIDATTICA
INCLUSIVA
= DIDATTICA PER TUTTI
Quali metodologie sono adatte per
l’apprendimento di TUTTI?
 Didattica metacognitiva
 Apprendimento cooperativo (organizzazione
della classe per gruppi)
 Apprendimento significativo attraverso le mappe
concettuali e mentali
 Tutoraggio
Quali sono le strategie organizzative adottare
come docente?
 strutturazione della lezione
 lavoro sul metodo di studio
 utilizzo di testi semplificati,
facilitati
 utilizzo degli organizzatori grafici
dell’apprendimento
 utilizzo degli anticipatori
Il ruolo del docente cambia
da trasmettitore
e depositario di
conoscenze
a facilitatore e
organizzatore dei
processi di
apprendimento
ATTENZIONE ALLE CARATTERISTICHE DI
TUTTI
IL PICCOLO NICOLAS E I SUOI GENITORI
DUE VOLTE LA STESSA DOMANDA:
1) COMPETENZA DI APPRENDIMENTO ESPLICITO
2) COLLEGAMENTO CON IL VISSUTO
TEMPI
FATICA
STRATEGIE