SESSUOLOGIANewsOnLIne
1
Notiziario del Centro Italiano di Sessuologia
GIORNALE DI INFORMAZIONE
Pubblicazione non periodica
Numero 1 - 10 Giugno 2016
A cura di:
Giuliana Proietti e Walter La Gatta
Dal 1959
l’Associazione riunisce studiosi, professionisti,
operatori sociali interessati agli aspetti umani,
educativi, clinici della sessualità.
L’INTERVISTA A…
Gabriella Rifelli, Segretario Generale del CIS
stimato sessuologo, come il Prof.
Giorgio Rifelli?
GR Una domanda da un milione di
dollari! Ho avuto la fortuna che,
nonostante l’importanza acquisita
nella sua professione, è sempre
rimasto prima di tutto un papà; la mia
memoria di bambina va ai tanti
momenti
di
gioco,
ai
suoi
insegnamenti che prescindevano
l’essere sessuologo e, soprattutto, al
suo essere sempre presente. Da
adolescente
ho
cominciato
a
percepire anche il suo aspetto
professionale: il suo essere stimato
dai colleghi e dagli allievi mi rendeva
fiera e mi permetteva di essere
riconosciuta come “figlia di Rifelli”
facendomi sentire ancora più unica;
tuttora, mi riempie di orgoglio.
La prima pagina della nostra antica rivista,
“Sessuologia News”, riportava il tradizionale
articolo del Prof.Giorgio Rifelli, illustrato dalla
vignetta dell’efficacissimo Dr. Lepore, che
abbiamo il piacere di continuare ad ospitare.
In mancanza del Prof. Rifelli, abbiamo ritenuto
giusto non affidare questo spazio ad altri e
sostituirlo con un’intervista. Per questo primo
numero la scelta non poteva che cadere sulla
Dr.ssa Gabriella Rifelli, Segretario Generale
del CIS e figlia del nostro grande mentore.
GP Cosa è significato per te, come
bambina e come adolescente,
avere per papà un famoso e
potevo apprendere dall’avere come
padre Giorgio Rifelli e il passo verso
la sessuologia è stato a quel punto
naturale
e
soprattutto
più
consapevole.
GP Hai mai pensato che da grande
avresti fatto un altro mestiere,
anziché la sessuologa?
GR In realtà, proprio “sessuologa”,
non lo pensavo. A undici anni ho
decretato
che
sarei
diventata
psicologa dell’età evolutiva, con il
senno di poi penso fosse per trovare
un ambito in parte diverso da quello
di mio padre. Una volta percorsa la
mia strada più differenziata, ho
potuto integrare tutto quello che
La vignetta di Lepore
GP Come vivi il ruolo di Segretario
Generale del CIS?
GR Lo sento come una grande
responsabilità: questo ruolo è stato
SESSUOLOGIANewsOnline 2
di mio padre per anni e nei miei
progetti non c’era certo l’idea di
ricoprirlo così improvvisamente.
Il CIS costituisce un’importante realtà
nel mondo
della
sessuologia,
riconosciuta per la propria tradizione
di serietà, quindi non è facile
raccogliere questa eredità. È la sfida
per me e tutti i componenti del
Consiglio Direttivo e i Soci CIS:
vogliamo proseguire apportando le
nostre energie e competenze.
in questa direzione. Ma non è di
facile attuazione. La sessuologia è
una disciplina trasversale che attinge
a vari ambiti: psicologico, medico,
sociologico, filosofico, etico e così
via; anche per questo la definizione
della professione di “sessuologo” è
complessa, sia per noi professionisti,
sia giuridicamente. La sessuologia è
disciplina giovane e, come nel lavoro
clinico, per crescere ci vuole tempo e
pazienza.
GP Quali sono le iniziative
attualmente in cantiere per le
attività del CIS?
GP Sessuologia News torna ai
suoi lettori, ma online: quale è il
messaggio che, come Segretario
Generale del CIS, vorresti lanciare
da queste pagine?
GR Tantissime. Elencando quelle più
importanti vi sono: accrescere la
presenza sui nuovi media per offrire
un servizio più efficace ai Soci e
favorirne la partecipazione; allargare
e rafforzare la nostra presenza
nazionale e quindi i servizi offerti sul
territorio; creare sinergie con il
mondo medico cogliendo l’occasione
del Congresso Nazionale del 2017;
avviare nuovi corsi specialistici come
il “Master in Criminologia e
Psicopatologia della Sessualità” e il
“corso di Educazione Sessuale”;
aumentare
i
seminari
e
gli
aggiornamenti dedicati ai Soci.
GP A chi consiglieresti in
particolare di intraprendere la
carriera di sessuologo clinico o di
consulente in sessuologia?
GR Ritengo che la caratteristica
fondamentale per fare questa
professione sia quella di essere
disponibili a mettersi in discussione e
essere il più possibile consapevoli di
noi stessi. La sessualità è parte
fondante la nostra identità, da questo
non possiamo prescindere, diventa
oggetto di studio ma è anche parte di
noi, per questo non è un lavoro
semplice ma intriso di possibili
confusioni emotive che, se non
consapevoli, possono solo creare
danno.
GP Cosa occorrerebbe cambiare o
migliorare in Italia per favorire la
visibilità della nostra professione?
GR Non penso che il problema sia la
visibilità, ma di trasmettere la serietà
ed importanza della professione di
sessuologo,
facilmente
dequalificabile per via dell’oggetto
stesso di studio. Il lavoro che sta
facendo la FISS per ottenere il
riconoscimento della professione va
GR Abbiamo avuto tantissime
sollecitazioni a mantenere vivo
“Sessuologia
News Online“
e
finalmente si può ripartire. Ringrazio
Voi della redazione per esservi
attivati nel poter rilanciare il
notiziario.
Poi il messaggio. Il CIS sta
diventando sempre più “OnLine” e
spero che tutti gli interessati possano
sentirsi sempre più vicini e
“connessi” ad un’Associazione in cui
io credo profondamente e che si sta
modernizzando pur mantenendo
integra l’impronta della sua storia e
dei suoi importanti Esponenti.
Ringrazio la Dr.ssa Gabriella Rifelli per questa
intervista e le faccio molti auguri di buon
lavoro, per il CIS e per la nostra professione.
Giuliana Proietti
Cerchi un sessuologo?
Il CIS mette a disposizione un Albo in
cui è possibile trovare i sessuologi
della propria regione.
Cerca “Albo” su:
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La notizia che fa discutere
LA NUOVA LEGGE SULLA
PROSTITUZIONE IN FRANCIA
di Walter La Gatta
Il 14 aprile scorso, dopo una lunga
maratona parlamentare, in Francia è
entrata in vigore una legge che rende un
reato l’acquisto di atti sessuali e dunque,
di fatto, criminalizza i clienti delle
prostitute. L'acquisto di atti sessuali è ora
sanzionato con una multa di 1.500 euro
(che arriva a 3.500 euro in caso di
recidiva).
Il testo approvato elimina, inoltre, il reato
di adescamento, che era stato
reintrodotto nel 2003, e comprende una
serie di misure per migliorare la
protezione e la riabilitazione delle
prostitute (con sostegni finanziari e
facilitazioni per cercare un’abitazione).
L'Unione Nazionale dei Ginecologi e
Ostetrici francese (Syngof) denuncia ora
il fatto che "i dispositivi di legge non
funzionano e gli aiuti finanziari sono
insufficienti per combattere contro la
precarietà
delle
prostitute".
In effetti, considerato che il numero dei
lavoratori del sesso in Francia si aggira
sulle 30.000 unità, vi sarebbero solo € 160
per persona all'anno: davvero pochi per
cambiare
lavoro…
I medici denunciano dunque il fatto che
questa nuova legge mette a rischio la
salute delle prostitute "a causa della
clandestinità in cui sono costrette ad
operare, che causa loro ansia e stress e le
mette maggiormente a rischio di subire
violenza fisica, stupri, e malattie a
trasmissione
sessuale”.
Una situazione pericolosa, già descritta
da uno studio condotto nel 2013, il quale
dimostrava che un terzo delle prostitute
francesi convive con una malattia cronica
come l'AIDS, l'epatite o il diabete, per non
parlare degli stati d’ansia, le depressioni
e
i pensieri suicidari, segnalati in
percentuali che vanno dal 49% al 65%
nelle
lavoratrici
del
sesso.
Le prostitute che operano in strada, ad
esempio, sostengono che ora i clienti
vogliono trovare luoghi più appartati per
usufruire dei loro servizi, e questo le fa
sentire molto più insicure di quando
potevano appartarsi ai margini della
città.
In conclusione, viene da chiedersi se
questa legge, che voleva combattere la
prostituzione cambiando la mentalità dei
potenziali clienti non stia in realtà
trasformando il mestiere più antico del
mondo nel più pericoloso del mondo.
SESSUOLOGIANewsOnline 3
Opinioni a
Confronto
Abbiamo posto le seguenti
tre domande a due
sessuologi:
Dr. Giada Mondini e
Dr. Fabrizio Quattrini.
1. Cosa ci permette di
distinguere un
comportamento
deviante da uno
trasgressivo?
2. E' stato giusto
abbandonare la vecchia
dizione "perversioni" in
favore di quella
attualmente in uso,
"parafilie"?
3. Nel DSM-5 non è stata
inserita la dipendenza
sessuale. E' un male o
un bene?
GIADA MONDINI
Psicologa, psicoterapeuta e sessuologa
clinica
Membro del Consiglio Direttivo del
Centro Italiano di Sessuologia; Attività
clinica al Servizio di Sessuologia del
Dipartimento di Psicologia dell'Università
di Bologna
1. GM Se per trasgressione si intende un
movimento critico nei confronti di pesanti
normative
conservatrici;
se
per
trasgressione si intende disubbidienza a
leggi ritenute infine superate ed ingiuste,
allora la risposta è facile: il trasgressore
degno del nome, è socialmente attivo e
coltiva la passione politica, gruppale con
modalità innovative e progressiste, senza
annullare sé stesso o l’altro. All’opposto il
comportamento deviante che caratterizza
la perversità, non è in grado di tener
conto
dell’alterità,
scambiata
per
“alienazione”, e bada esclusivamente al
proprio tornaconto. Tipicamente il
perverso, in ambito sessuale e non
soltanto, è persona incapace di attingere
alle “gioie” del consenso e della
condivisione. Il comportamento deviante
non agisce “con”, bensì, “sopra”, dal che
consegue quasi fatalmente, un agire
“contro”. L’esempio più tragico della
perversità, è su tutti i giornali del nostro
tempo: il femminicida o candidato tale,
persuaso di agire per amore, che può
persino pensare di sé stesso, di essere
anticonformista
e
trasgressore.
Fortunatamente non tutte le perversioni
arrivano all’assassinio.
perversioni. Io sono figlia della scuola del
Prof. Giorgio Rifelli e lo dico con orgoglio
e con quella “gioia”, di cui parlavo sopra.
Per tali ragioni, preferisco il linguaggio
evocativo al linguaggio tecnico e trovo
rischioso abbandonare un termine così
ricco di significati, anche se a volte
inquietanti, per uno, così neutro e
aristocratico.
L’elemento specifico rimane comunque
un atto di sopraffazione, che tende
oggettivamente
alla
mortificazione
dell’interlocutore o dell’interlocutrice per il
tramite del disconoscimento della parità,
tra esseri umani. Sappiamo che la
violenza colpevolizza, sporca, tocca …
Abbatte
l’identità
e
l’anima.
Riguardo invece alle ragioni più
profonde, al momento lascio aperta una
riflessione ai lettori e ai clinici.
2. GM Il problema di come chiamare le
cose è importante. Non saprei dire se sia
stato giusto o meno; mi viene da dire che
sia senz’altro più facile parlare di
“parafilia” che non di “perversione”. Il
termine “parafilia” è figlio della nostra
società, che predilige il linguaggio
tecnico a discapito del linguaggio
evocativo, come suggeriva la parola
“perversione”.
Esattamente
ciò
è
accaduto con il termine Malattie a
Trasmissione Sessuale (MTS), oggi
preferito alla dicitura utilizzata fino a poco
tempo fa, che richiamava alla memoria la
Dea Venere, riferendosi alle pene
dell’amore: le “Malattie Veneree”. La
cultura medica attuale pensa di fare un
passo avanti, tutte le volte che conquista
chiarezza e oggettività, sottraendo ai
territori dell’ambiguità e della confusione.
Ma
ci
sono
dei
territori,
che
inevitabilmente suscitano tali sentimenti.
Esattamente
ciò
che
il
termine
“perversione” evoca, e non solo ... In
questo senso, intendo dire che è più
facile utilizzare la parola “parafilia”: ci
protegge almeno in parte, dal fare i conti
con quei pensieri, fantasie, emozioni che
invece più facilmente emergono dentro di
noi, volente o nolente, utilizzando la
parola “perversione”.
Psicoterapeuta Sessuologo
Penso che le parole mediche e cliniche,
non dovrebbero essere lontane dal
senso comune, rendendo il dialogo con i
pazienti, semplicemente più umano e
popolare, anche quando le cose si fanno
più complesse, come nel territorio delle
3. GM Rifletterei più sulle ragioni per le
quali non sia stata inserita la Dipendenza
Sessuale all’interno del DSM, piuttosto
che sulla questione del giusto o dello
sbagliato. Tenendo conto dell’incidenza
di questa problematica e delle 500 voci
diagnostiche di cui conta la nuova
edizione del DSM, senz’altro questa
omissione, non deve essere trascurata.
Riguardo alle ragioni più di superficie,
non ci sono sufficienti studi empirici da
giustificare la sua presenza nel DSM-5.
Persistono ad oggi delle difficoltà a più
livelli
fenomenologici:
nella
denominazione,
definizione
e
classificazione di questo disturbo.
FABRIZIO QUATTRINI
Adj. Professor University of L’Aquila
(Italy), Adj. Professor LUdeS University
Lugano Switzeralnd, Istituto Italiano di
Sessuologia Scientifica di Roma. Autore
del libro “Parafile e Devianza” edito da
Giunti.
1. FQ La devianza come la trasgressione
appartengono alla cultura di un popolo.
In linea generale viene considerato
deviante tutto quello che la società non
riconosce come “normale”, intendendo
con tale termine un comportamento che
gli individui non riconoscono e non
considerano statisticamente rilevante
per/in
quella
società.
Anche
la
trasgressione in qualche modo si
discosta
da
una
“normalità”
statisticamente
rilevata
in
quella
cultura/società, ma a mio avviso si
distingue dalla devianza perché non
contempla necessariamente possibili
SESSUOLOGIANewsOnline 4
forme di violenza e violazione della
norma giuridica vigente.
Quando
ci
riferiamo
all’elemento
trasgressivo nella sfera intimo-eroticosessuale è facile cadere nella tentazione
di
giudicare.
Gli
individui
che
trasgrediscono sono e/o possono essere
facilmente giudicabili e pur discostandosi
dalla norma e dai concetti normativi sono
fedeli ai propri desideri sessuali. Ecco
allora che la trasgressione osservata in
un continuum normativo – trasgressivo –
parafilia - Disturbo Parafilico - Sex
Offender può essere inquadrata come il
desiderio di sperimentare le personali
fantasie
erotico-sessuali,
come
espressione di una massima apertura
alla sessualità intesa come divertente,
gratificante
e
allontanata
dall’ingombrante
principio
della
procreatività.
2. FQ In realtà la vecchia dizione di
perversione è stata eliminata dai manuali
diagnostici e psichiatrici già nel 1980,
permettendo quindi di associare ad una
sessualità “atipica”, non convenzionale
un concetto meno invalidante e
giudicante. Parafilia, appare quindi un
termine che sostiene un’importante
evoluzione del rispetto dell’altro diverso
da sé in ambito sessuale e sessuologico.
Evitare i giudizi e i pregiudizi in generale
dovrebbe essere la regola di base
quando si parla di relazioni umane, nella
sessualità si amplifica confermando
l’esperienza
del
benessere.
Assolutamente favorevole al cambio di
tendenza ricordando però che ciò che un
tempo veniva erroneamente definito
perverso,
oggi,
più
che
al
comportamento parafilico (concetto limite
e vicinissimo a trasgressione) è
sovrapponibile a quello di Disturbo
Parafilico.
3. FQ La proposta di alcuni autori
americani di inserire all’interno del nuovo
DSM 5 il tema della Dipendenza
Sessuale sotto il termine più completo di
Hypersexual Disorder non ha avuto esito
positivo. A mio avviso la complessità del
concetto non ha permesso di avvalorare
specifiche
teorie
sulle
cause
dell’ipersessualità, cosa molto diversa se
osservate semplicemente all’interno dei
comportamenti di dipendenza sessuale.
Chiaramente, oggi sono molte le persone
che vivono una qualche forma di
dipendenza sessuale soprattutto se il
comportamento sessuale è associato alle
nuove tecnologie e alla pornografia.
Questo aspetto se non regolamentato
all’interno di una chiara diagnostica può
non permettere ai clinici di intervenire in
modo chiaro ed esaustivo aiutando i
pazienti a ritrovare un benessere psicosessuale. Per quanto la Dipendenza
Sessuale si caratterizza nell’individuo
con la stessa modalità osservata nelle
altre forme di dipendenza (ciclo
neurobiologico
della
dipendenza),
l’intervento clinico necessita di precise e
chiare linee guida dove oltre ad educare
al rispetto per se stessi e per l’altro
diverso
da
sé
è
fondamentale
rieducare/educare
alla
sessualità.
persone come nella collettività, gli
elementi costitutivi dello sviluppo e i
fattori di crescita affettiva e culturali insiti
nella sessualità.
Ringraziamo i colleghi Giada Mondini e
Fabrizio Quattrini per la partecipazione a
questa rubrica, pensata per stimolare
una
discussione
sui
temi
della
sessuologia. Le sottolineature sono state
apposte dalla redazione ed anche esse
rappresentano un’opinione: relativa, in
questo caso, ai concetti-chiave espressi
dai due intervistati, in risposta alle nostre
domande.
Nel prossimo numero dedicheremo uno
spazio ai vostri commenti su questi
argomenti e su queste posizioni. Scrivete
a
[email protected].
La sessualità risulta dalla integrazione di
componenti
anatomo-fisiologiche,
psicologiche, erotiche creative, spirituali
e sociali e richiede quindi uno studio
multidisciplinare ed interdisciplinare.
Si
avvisa
che
gli
interventi
eccessivamente lunghi potranno essere
sintetizzati, per ragioni di spazio, a
discrezione
della
redazione.
Grazie per la collaborazione.
GP - WLG
E’ uscito il nuovo numero della
Rivista di Sessuologia. Gli utenti
registrati potranno accedere ai
contenuti online, sul sito del CIS:
www.cisonline.net
La sessualità è fondamento naturale
delle relazioni sociali e svolge funzioni
diverse di pari dignità e importanza:
consente la trasmissione della vita e
promuove la strutturazione della persona
e le relazioni interpersonali.
La sessualità è un diritto personale
fondamentale
ed
inalienabile
da
realizzare attraverso scelte eticamente
libere e responsabili nel rispetto degli altri
e della necessaria regolazione sociale
dei diritti individuali.
La riflessione sulla sessualità impegna in
una ricerca di significati che superi i limiti
del costume. Si afferma pertanto il diritto
di ognuno al rispetto delle fondamentali
opzioni
personali,
religiose
e/o
ideologiche che scaturiscono da tale
riflessione.
Il CIS considerando la sessualità uno dei
valori dell'umanità intende contribuire a
promuovere, mantenere e recuperare la
salute sessuale anche in concreto
riferimento alla enunciazione elaborata
dall'Organizzazione
Mondiale
della
Sanità (1975):
"La salute sessuale risulta dalla
integrazione degli aspetti somatici,
affettivi, intellettivi e sociali dell'essere
sessuato
che
consentono
la
valorizzazione della persona, della
comunicazione e dell'amore"
Il CIS nel considerare la dimensione
etica della sessualità:
• si ispira ai valori giudaico-cristiani sui
quali si è fondata la cultura occidentale
• auspica la elaborazione di una
regolamentazione giuridica e sociale per
gli interventi sulla sessualità connessi
con le esigenze e gli orientamenti della
bioetica;
• promuove l'applicazione del proprio
codice deontologico per le professioni
sessuologiche.
FONDAMENTI
ANTROPOLOGICI E LINEE
PROGRAMMATICHE del CIS
Il Centro Italiano di Sessuologia (CIS)
indica i fondamenti antropologici che lo
caratterizzano fin dalla sua fondazione e
motivano la sua ragione d'essere nel
rispetto di una legittima pluralità di
interpretazioni della sessualità e di una
essenziale libertà nella ricerca scientifica.
Il CIS intende operare perché emergano,
si rafforzino e si recuperino, nelle singole
Il CIS, nell'affermare la pari dignità e
opportunità per ogni persona di qualsiasi
razza, sesso, età, religione, ceto sociale
e censo, si dichiara contrario ad ogni
discriminazione sessuale. Il CIS si
oppone a qualsiasi uso strumentale della
sessualità umana quali:
• la mercificazione
sessuata;
•
l'esercizio
commercializzato
sessuologica;
della
persona
incompetente
e/o
della
professione
• l'uso della sessualità come strumento o
mezzo di potere;
• ogni forma di violenza sessuale.
SESSUOLOGIANewsOnLIne
5
COS’E’ LA FEMMINILITA’?
di Agnès Giard
Centro Italiano di Sessuologia
8 Ottobre 2016
9.30-13.00
Ci sono Paesi in cui le donne non
hanno il diritto di circolare a cavallo di
una moto, in quanto devono rimanere
"donne". Ci sono altri Paesi che
incoraggiano le atlete a ridurre il loro
clitoride in modo da rimanere nella
categoria "femminile". Cosa è peggio?
La citazione
Per le donne i migliori
afrodisiaci sono le parole. Il
punto G è nelle orecchie. Colui
che cerca più in basso sta
sprecando il suo tempo.
Isabel Allende
Seminario
DISFORIA DI GENERE
Supporto al percorso di
Transizione
Villaggio del Fanciullo Bologna
Via Scipione dal Ferro 4
IL Centro Italiano di
Sessuologia organizza
all'interno della Settimana
del Benessere Sessuale
indetta dalla FISS un
seminario aperto a tutti per
arricchire e o aggiornare le
conoscenze sul tema della
disforia di genere.
La partecipazione è gratuita,
è richiesta l'iscrizione
scrivendo una mail a:
[email protected]
Hai qualcosa di interessante
da proporre per la
pubblicazione su queste
pagine?
Scrivi a:
[email protected]
oppure telefona al
347-0375949
(Dr. Giuliana Proietti)
Il 2 gennaio 2013, Suaidi Yahya,
Sindaco di Lhokseumawe (la seconda
città della provincia indonesiana di
Aceh), ha annunciato che vieterà alle
donne di sedersi a cavalcioni su veicoli
a due ruote, “per seguire i precetti
della Sharia” (?). “Non è accettabile
per una donna sedersi a cavalcioni.
Applichiamo la legge islamica qui" ha
detto. Con il pretesto che questa
postura darebbe alle donne un aspetto
troppo maschile o troppo provocatorio,
è ora vietato sedersi nel posto
posteriore di una moto a cavalcioni.
Devono
sedersi
all'amazzone,
precariamente arroccate dietro al
pilota. Che importa se così si mettono
in pericolo le loro vite. E' più femminile,
ha detto il sindaco, che commenta:
"Vogliamo onorare le donne attraverso
questa legge, perché sono creature
fragili".
La donna è una creatura da
fragilizzare
Può sembrare contraddittorio esporre
le donne al rischio di una caduta
rovinosa per il fatto che esse sono più
fragili. Ma le contraddizioni rivelano
spesso una logica inarrestabile: l'opera
di addestramento mentale passa
attraverso il corpo. Poiché le donne
sembrano essere "naturalmente"
fragili, dobbiamo indebolirle e questo
può passare attraverso tutti i tipi di
espedienti. Siamo in grado di
costringerle a camminare sui tacchi
alti, per esempio. A coltivare un look
famelico. A ridurre le dimensioni del
loro sesso (chiediamo agli uomini di
ridurre le dimensioni del pene?). O di
sedersi all'amazzone. Perché sarebbe
inutile contestare Suaidi Yahya.
Perché il suo ragionamento, anche se
assurdo, è lo stesso che abbiamo tra
le giovani occidentali quando si
impongono loro regimi che minano la
loro vita: il 90-97% delle anoressiche
sono ragazze. Tutte soffrono di
carenze ossee irreversibili. Ecco come
produrre l'immagine della femminilità.
(continua pag. 6)
Andar per Libri…
Identità di genere Riflessioni
cliniche e letture fenomenologiche
sulla costruzione delle identità
transessuali
Questo volume esplora il tema
dell’identità, e in particolare lo spettro
sfaccettato delle identità di genere.
Con la quinta edizione del DSM, ciò
che prima veniva definito Disturbo
dell’Identità di Genere, viene
rinominato Disforia di Genere. Tale
variazione pone l’accento sul carico di
sofferenza delle persone che vivono
una distanza emotiva fra la propria
identità psichica e l’esperienza
corporea. Nella trattazione del volume
si descrivono gli elementi storici,
sociali, legislativi e classificatori
dell’identità di genere negli approcci
della clinica psicodinamica e
dell’indagine fenomenologica. Il tema
del genere e le sue declinazioni
alternative alle polarità maschile e
femminile vengono approfonditi nella
ricostruzione del tema più ampio
dell’identità soggettiva, dalla sua
costituzione nel bambino,
all’evoluzione adolescenziale fino ai
possibili sviluppi psicotici. Questo
volume è frutto di un lavoro di ricerca e
riflessione maturato nel contesto della
presa in carico delle persone durante il
percorso di transizione di genere e che
afferiscono alla Clinica Psichiatrica di
Trieste.
SESSUOLOGIANewsOnline 6
"Se corri troppo veloce, il tuo utero
cadrà"
Come vivere bene,
anche se in coppia
Franco Angeli Editore
La sua carriera è stata offuscata
dalla controversia sul test di genere
cui fu sottoposta dopo aver vinto il
titolo a Berlino. Le furono infatti
trovati sia ormoni maschili, sia
ormoni
femminili.
La Semenya non ha potuto
gareggiare per circa un anno, a
seguito di una decisione della
I.A.A.F.
(L’Associazione
Internazionale delle Federazioni di
Atletica Leggera) in quanto i suoi
livelli di testosterone sono stati
considerati eccessivi per una donna:
in questo modo la Federazione ha
sottoposto l’atleta a pressioni e
curiosità, invece di proteggerla.
La sua storia
tuttavia ha
sensibilizzato la comunità olimpica
ed ha obbligato medici e dirigenti a
ragionare su una questione che fino
a qualche anno fa era considerata
tabù.
WLG
di
Giuliana Proietti e Walter La Gatta
Libreria Feltrinelli
PESCARA
Via Milano, Angolo Via Trento
ore 18.00
Corso di
Sessuologia Clinica
A.R.P.C.I.
Scuola di specializzazione in
Psicoterapia basata sulla
Teoria dell’Attaccamento.
Sito Web: www.arpci.it
email: [email protected]
Telefono: 339 3922335
RISPOSTE CORRETTE
Per questa atleta probabilmente si
apriranno nuove controversie anche
nei prossimi giochi di Rio, visto che
negli
ultimi
allenamenti
la
campionessa ha raggiunto degli
ottimi tempi (e dunque ci si aspetta
che
possa
ancora
vincere).
Campionesse con le ali tarpate
Nei decenni successivi (1940-1960),
molte atlete sono accusate di non
Presentazione del Libro
Sex Quiz di pag. 7
1.a – 2.b – 3.c – 4.a – 5.b – 6.b
– 7.c – 8.a
Nel 1967, l'americana Kathrine Switzer
ha illegalmente partecipato alla
maratona di Boston registrandosi con il
nome di un uomo per passare
inosservata. Il direttore della maratona
la notò e cominciò a correrle dietro per
strapparle il suo pettorale ed espellerla
dalla gara. Difesa dal fidanzato, riuscì
a terminare la gara. Fu uno shock. La
Switzer è diventata il simbolo del diritto
femminile all'uguaglianza nello sport.
Negli anni '60, le donne non potevano
percorrere più di 800 metri nelle
competizioni ufficiali. Esse non ci
riescono fino al 1984, durante la
maratona olimpica di Boston: qui
finalmente viene loro consentito di
partecipare. E ancora. Viene loro
imposto il "test di genere" per
allontanare coloro che appaiono
troppo virili. Questa storia inizia negli
anni Trenta, come la racconta Anaïs
Bohuon in un affascinante libro sulla
storia delle competizioni sportive. Le
straordinarie conquiste sportive di
alcune atlete di sesso femminile
seminano scompiglio nelle menti.
Questa cosa è contro le regole.
Caster
Semenya
è
una
atleta sudafricana,
specializzata
negli 800 metri piani, disciplina di
cui è stata campionessa mondiale
a Berlino
nel
2009 e
vicecampionessa olimpica a Londra nel
2012.
Il PERSONAGGIO
MISTERIOSO è…
"Certificato di femminilità"
obbligatorio ai giochi olimpici
Il caso di Caster Semenya
Sabato 8 Ottobre 2016
in occasione della
SETTIMANA DEL BENESSERE
SESSUALE
organizzata dalla Federazione
Italiana Sessuologia Scientifica
Helen S. Kaplan, sessuologa
Nella maggior parte delle società
umane, la femminilità è artificialmente
costruita sulla base di un discorso che
impone il dovere di essere più piccole,
più sottili, più leggere, più vulnerabili,
più instabili, più tenere e deperibili.
Questi discorsi servono per evitare che
la donna impari a rinforzare i propri
muscoli, di nutrirsi, di istruirsi o di
difendersi come gli uomini. Queste
misure assumono la forma di
penalizzazioni. In Occidente, le donne
non avevano il diritto di correre la
maratona fino a tempi molto recenti.
"Dicevano alle donne: se ti affatichi
troppo, il tuo utero cadrà". Come
ricorda l'americana Kathrine Switzer, la
prima donna a completare una
maratona con un pettorale registrato,
anche i medici sono coinvolti nella
disinformazione.
Quarantadue
chilometri di gara? Impossibile per il
corpo di una donna, dicono. Bisogna
vedere il film "Free to run" (uscito nelle
sale a febbraio 2016) per capire.
La curiosità
SESSUOLOGIANewsOnline 7
essere " donne autentiche", tra cui le
campionesse del blocco sovietico, dai
corpi inquietanti. I loro organi sessuali
vengono esaminati. Il primo controllo
sistematico sulla sessualità viene
introdotto nel 1966. Si tratta all’inizio di
un test ginecologico. Poi si aggiunge il
test di Barr per verificare che le atlete
abbiano i due cromosomi X. Tra il
1972 e il 1991, su circa 6561 atlete
sottoposte a test, circa 13 sono
escluse dalle competizioni perché
presentano cromosomi atipici (XXY,
Xo , ecc). Ma i medici non sono
d'accordo su questo. Si può essere
donne con una bizzarra costituzione
genetica. Nel 1992 viene introdotto un
altro
esame
genetico,
sempre
controverso. Verrà eliminato nel 2005.
Le sportive di alto livello sono, per
definizione, fuori dagli standard
"In assenza di criteri standard, che si
cerca di stabilire, ma che appaiono
ogni volta arbitrari e fallibili, la
definizione della femminilità resta
quindi quella dei canoni culturali che
provocano
dubbio
quando
una
qualsiasi donna non sia loro conforme.
[...] Le attuali norme del CIO, in ogni
caso, prevedono un'indagine sul sesso
delle atlete denunciate come ‘di
genere sospetto’. Tuttavia questi criteri
estetici che definiscono il genere sono
in realtà paradossali, perché nello
sport i requisiti e gli effetti fisici di
alcune attività favoriscono le donne
che, per definizione, trasgrediscono gli
standard
della
femminilità”
(fonte:
Michael
Raz).
Molto significativamente, le atlete che
vengono stigmatizzate per mancanza
di femminilità, sono fisicamente
"ricondotte alla normalità" attraverso la
rimozione parziale del clitoride: in un
articolo pubblicato nel 2013 (proprio
nel periodo dal quale le donne
residenti a Lhokseumawe, Indonesia,
non hanno più il diritto di andare in
moto a cavalcioni come passeggere),
due endocrinologi francesi denunciano
pratiche abusive delle federazioni che
impongono vaginoplastiche o, peggio
ancora, ablazioni parziali del clitoride
nelle loro atlete.
Il Comitato Olimpico Internazionale
(CIO) e l'Associazione Internazionale
delle Federazioni di Atletica (IAAF),
che si occupano di rilevare il doping da
ormoni maschili, eliminano dalle gare
le donne che superano il tasso di 10
nanomoli per litro (nmol / L), il limite
minimo per gli uomini. Avere un
grande clitoride non ha alcuna
influenza sulla produzione di ormoni
maschili.
del
cambiamento
del
millennio).
Perché imporre alle atlete questa
mutilazione sessuale? Le cosiddette
"prove" della femminilità sono, qui
come altrove, modi travestiti di
penalizzare le donne, di creare loro
handicap artificiali, per indebolirle, in
modo che rimangano, ancora, degli
esseri in posizione di inferiorità. Nella
loro testa e nei loro corpi.
Twenge JM, Sherman RA, Wells BE
Changes in American Adults' Sexual
Behavior and Attitudes, 1972-2012, Arch
Sex Behav. 2015 Nov;44(8):2273-85. doi:
10.1007/s10508-015-0540-2. Epub 2015
May 5.
Sessualità femminile
…
Saluto Aurore, nata tre settimane fa
all'aurora, con organi potenzialmente
doppi.
Agnès Giard,
antropologa, ricercatrice presso il
laboratorio Sophiapol (EA3932)
dell’Università di Parigi Ovest,
giornalista , autrice di numerosi
libri, cura il Blog Les 400 culs su
Liberation.
Traduzione: Giuliana Proietti
IL PERSONAGGIO
MISTERIOSO: chi è?
La risposta è a pag. 6
RICERCHE IN
SESSUOLOGIA
Omosessualità
La percentuale di adulti che hanno
riferito di aver avuto un'esperienza
sessuale con una persona dello stesso
sesso è raddoppiata negli Stati Uniti,
rispetto alla situazione degli anni
novanta. L'indagine rivela un rapido
cambiamento
degli
atteggiamenti
culturali
verso
la
sessualità.
Lo studio, che si basa su un campione
di 33.700 persone, mostra anche che
l'approvazione dell'omosessualità è
aumentata in tutte le generazioni,
soprattutto nella generazione dei
"Millennials" (i ragazzi nati negli anni
Una ricerca, composta di tre studi, ha
seguito 229 coppie di lungo periodo, la
maggior parte delle quali eterosessuali
di età compresa tra i 18 i 68 anni; le
coppie hanno riferito di aver fatto
sesso una media di una o due volte a
settimana.
Per uno di questi studi, 44 coppie
hanno tenuto un diario per tre
settimane riportando ogni giorno il loro
desiderio sessuale la loro percezione
del livello di desiderio del partner. In
un altro studio, 84 coppie hanno
semplicemente riferito i livelli generali
deli loro desiderio, la loro percezione
del desiderio del partner e la loro
felicità nel rapporto. Nel terzo studio,
101 coppie hanno tenuto un diario per
tre settimane, per scrivere su questi tre
argomenti
Tutti e tre gli studi hanno dimostrato la
stessa cosa: gli uomini costantemente
sottovalutano il desiderio della partner,
mentre le donne hanno avuto una
lettura più accurata sui bisogni
sessuali del partner. Nei giorni in cui
gli uomini pensavano che la loro
partner era meno sessualmente
interessata, le donne riferivano di
essere soddisfatte e impegnate nel
loro rapporto. I ricercatori ritengono
che gli uomini sottovalutino il desiderio
femminile per non correre il rischio di
sentirsi dire di no (cosa che, secondo
gli autori, li infastidisce molto).
Muise, Amy; Stanton, Sarah C. E.; Kim,
James J.; Impett, Emily A.
Not in the mood? Men under- (not over-)
perceive their partner’s sexual desire in
established intimate relationships.
Journal of Personality and Social
Psychology, Vol 110(5), May 2016, 725742.
Adolescenti e Pornografia
L’esposizione degli adolescenti a
materiale
sessualmente
esplicito,
come avviene spesso in Internet può
causare incertezza sessuale perché
quei contenuti possono entrare in
conflitto con ciò che gli adolescenti
hanno imparato a conoscere sul
sesso. Uno studio ha esaminato se la
SESSUOLOGIANewsOnline 8
relazione tra uso di pornografia e
incertezza sessuale dipenda più da
differenze di genere oppure da
disposizioni sessuali (ad esempio,
orientamento sessuale impersonale e
orientamento
“hypergendered”). Il
campione era composto di 1765
adolescenti olandesi (età 13-17). Lo
studio ha scoperto che l'uso di
pornografia
produce
incertezza
sessuale specialmente tra ragazze con
un
basso
orientamento
“hypergendered” e ragazze con un
orientamento sessuale impersonale
relativamente alto. Per chi volesse
approfondire,
un
orientamento
sessuale “impersonale” si riferisce al
grado in cui si crede che i rapporti
sessuali senza legame emotivo e
impegno relazionale siano accettabili e
piacevoli
(Malamuth et al., 2000;
Malamuth,
Linz,
Heavey,
Barnes,
&
Acker,
1995)
Un orientamento “hypergendered”
racchiude
il
concetto
di
“ipermascolinità” per gli uomini e la
“iperfemminilità”
per
le
donne
(Hamburger, Hogben, McGowan, &
Dawson, 1996; Kreiger & Dumka,
2006). L’ipermascolinità si riferisce alla
tendenza degli uomini a impegnarsi in
un comportamento ostile e dominante
(Mosher
&
Sirkin,
1984
).
L’iperfemminilità
si
riferisce
all'accettazione dell’ oggettivazione
femminile e del predominio maschile,
oltre
che
all’essere
d’accordo
sull’importanza di essere fisicamente
attraenti, al fine di attirare a sé gli
uomini.(Murnen & Byrne, 1991).
Johanna M. F. Oosten
Sexually Explicit Internet Material
and
Adolescents’
Sexual
Uncertainty:
The
Role
of
Disposition-Content Congruency
Archives of Sexual Behavior, 2015
Sex Quiz su…
Master s e Johnson
b. Wlliam Johnson e Mary Masters
c) Robert Masters e Mary Johnson
2) Masters e Johnson sono stati:
a. Sempre coniugati tra loro, fino alla
morte;
b. Collaboratori, poi coniugati, poi
divorziati;
c. Colleghi, senza rapporti sentimentali
tra loro.
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
Agnès Giard
antropologa della sessualità,
ricercatrice associata presso
Laboratorio Sophiapol (EA 3932)
Università di Parigi Ovest
3) Il loro libro più famoso, “la
risposta sessuale umana” uscì
nel…
a. 1946
b. 1956
c. 1966
Walter La Gatta
psicoterapeuta sessuologo
Ancona – Terni
Delegato Regionale CIS
Marche – Abruzzo
4) Nel libro “Omosessualità in
prospettiva” parlarono per primi di:
Antonio S. Lepore
a. Terapie di conversione:
trasformare gli omosessuali in
eterosessuali;
b. Diritti degli omosessuali;
c. Terapie per facilitare il “coming out”.
5) La risposta sessuale, secondo
Masters e Johnson, consta di
queste fasi:
a. Desiderio, eccitazione, fase di
plateau, orgasmo e risoluzione;
b. Eccitazione, fase di plateau,
orgasmo e risoluzione;
c. Eccitazione, Desiderio, fase di
plateau, orgasmo e risoluzione.
6. Masters e Johnson hanno
pubblicato anche un libro sull’AIDS.
a. Falso: l’AIDS è arrivata molto tempo
dopo il loro pensionamento;
b. Vero, ma fu un flop;
c. Falso, i due ricercatori si sono
occupati unicamente di disfunzioni
sessuali.
7. Cosa accadde nel 1994?
a. I due ricercatori ottennero il Nobel;
b. I due ricercatori aprirono il Masters
and Johnson Institute;
c. I due ricercatori chiusero il Masters
and Johnson Institute.
Vignettista
Giada Mondini
Psicologa, psicoterapeuta e
sessuologa clinica
Attività clinica al Servizio di
Sessuologia del Dipartimento di
Psicologia dell'Università di
Bologna.
Membro del Consiglio Direttivo
del Centro Italiano di
Sessuologia
Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
Ancona – Terni
www.clinicadellacoppia.it
Fabrizio Quattrini
Psicoterapeuta Sessuologo
Adj. Professor University of
L’Aquila (Italy); Adj. Professor
LUdeS University Lugano
Switzeralnd
Istituto Italiano di
Sessuologia Scientifica di
Roma
8. I due ricercatori sono:
a. Ancora entrambi viventi
b. Entrambi deceduti
c. Uno deceduto, uno malato di
Alzheimer.
Gabriella Rifelli
1) I famosi sessuologi Masters e
Johnson si chiamavano:
GP
Centro Italiano di
Sessuologia
a. William Masters e Virginia Johnson
Le risposte esatte sono a pag. 6
Psicoterapeuta Sessuologa
Segretario Generale del CIS
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SESSUOLOGIANewsOnLIne