Università degli Studi di Cagliari Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura A.A. 2014/2015 Il sistema costruttivo XLAM Studente Roberto Porru Relatore Prof. Ing. Emanuele Mura “Nulla al mondo può prendere il posto della perseveranza. Non il talento, nulla è più comune di uomini di talento falliti. Non il genio, il genio incompreso è ormai un luogo comune. Non l’istruzione, il mondo è pieno di derelitti istruiti. Solo la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti.” -Calvin Coolidge- Indice 1. Introduzione 8 1.1 Prefabbricazione 1.2 Legno lamellare 1.3 Legno lamellare a strati incrociati 8 9 10 2. Analisi del materiale 11 2.1 Descrizione delle caratteristiche strutturali 2.2 Comportamento della piastra 2.3 Comportamento della parete 2.4 Comportamento in caso di incendio 2.5 Comportamento in caso di sisma 2.6 Caratteristiche energetiche 2.7 Isolamento acustico 2.8 Durabilità del materiale 3. Produzione 3.1 Scelta del materiale 3.2 Preparazione delle tavole 3.3 Essicazione 3.4 Piallazione 3.5 Incollaggio delle lamelle 11 11 12 13 14 16 18 19 21 21 22 22 23 23 4. Classificazione 24 5. Cantiere 26 4.1 DImensionamento 4.2 Aspetto estetico 5.1 Area di stoccaggio 5.2 Ordinativo e trasporto 24 25 27 27 5.3 Realizzazione ponteggi 28 9. Vantaggi e svantaggi 74 6. Messa in opera 30 10. Conclusioni 76 11. Curriculum 78 6.1 Fondazioni e strutture di base 6.2 Tirafondi e dime di attesa 6.3 Travi radice di tracciatura 6.4 Pannellatura portante verticale 6.5 Elementi secondari: travi e pilastri 6.6 Solai e strutture orizzontali 6.7 Piani successivi 6.8 Coperture 30 31 32 33 34 34 35 35 7. Normativa italiana 37 8. Progetti XLAM in Europa 43 7.1 DPR 380/2001 7.2 Norme Tecniche sulle Costruzioni 7.3 Eurocode 5 e Istruzioni CNR DT/206 7.4 Altezza massima edifici in legno 8.1 Complesso Murray Grove 8.2 Complesso e-3 8.3 Casa Montarina 8.4 Casa unifamiliare 8.5 Centro Polifunzionale Sociale 8.6 Social Main Street 8.7 Complesso via Cenni 8.8 Ecoscuola “Adriano Olivetti” 8.9 Complesso ex-Longinotti 8.10 Asilo “La Velocca” 37 37 41 42 44 47 49 51 54 56 60 62 66 71 11.1 Complesso residenziale nel parco Molentargius a Cagliari 11.2 Mercato rionale nell’area di Santa Chiara a Cagliari 11.3 Centro Studi AfterSchool a Istanbul 11.4 Faro commemorativo della tragedia nell’Isola del Giglio 12. Bibliografia 78 80 82 84 1. Introduzione zate da una messa in opero a secco, quindi senza utilizzo di malte o altri composti, ma il loro assemblaggio avviene mediante incastri e giunti. Nel corso degli ultimi decenni il settore dell’edilizia è in continua evoluzione nella ricerca di prestazioni energetiche e sostenibili che possano corrispondere ai fabbisogni moderni. Questa ricerca ha portato al perfezionamento dell’utilizzo di diversi materiali e sistemi costruttivi. Uno dei materiali che è stato oggetto di studio e perfezionamento nelle tecniche di applicazione è il legno, che ha cambiato la sua configurazione sia dal punto di vista prestazionale che da quello compositivo, passando da elemento puntuale a elemento lineare. Questa nuova tecnologia è il legno lamellare, che ha migliorato le sue prestazioni sia energetiche che meccaniche. 1.1Prefabbricazione Uno dei concetti che ha preso piede durante questo ultimo periodo di ricerca di nuove tecnologie e soluzioni è quello della prefabbricazione. Con prefabbricato si intende un elemento o componente edilizio realizzato fuori opera. Per alcune delle tecnologie più recenti, quale acciaio, legno o materiali sintetici, la prefabbricazione è una caretteristica necessaria, poiché la fabbricazione dei vari elementi non può avvenire in loco, ma ha derivazione industiale. Questo tipo di tecnologie sono caratteriz8 1.2 1.2 Esempio dell’applicazione della tecnica di Giuseppe del Rosso 1.1 Schema del concetto di prefabbricazione 1.3 Pannello XLAM da 3 e 5 strati Legno lamellare La nascita del legno lamellare è riconducibile all’esigenza di superare due limiti del legno: quello dimensionale e quello legato alla curvatura. Da un solo tronco di albero è infatti impossibile ottenere elementi di sezione e lunghezza che permettano il superamento di luci libere superiori ai 20-30 metri, ed inoltre, il comportamento tipico dei fusti non permette di ottenere travi con curvatura e sezione sufficiente. A questo problema lavorò anche Leonardo da Vinci. Fu lui infatti a intuire la possibilità di sfruttare la resistenza per scorrimento delle lamelle di legno opportunamente sagomate per ottenere luci importanti e curvature ad arco. Alla fine del 1700 Giuseppe del Rosso introdusse la soluzione per un arco in legno, in cui si prevedeva la sovrapposizione di strati di legno posti di piatto e fasciati con cinghie metalliche che impedivano lo scorrimento delle lamelle. Nell’Ottocento ci furono numerose teorie a riguardo, le più importanti attribuibili a Delorme, Emy, Migneron e Wiebeking. Nel 1905 Otto Hetzer, un carpentiere svizzero adottò come soluzione per la co9 2. Analisi del Materiale struzione di un arco, quella della sovrapposizione di più strati, posti di piatto, che fossero tenuti insieme da un collante a base di caseina. Ed è a questa intuizione che dobbiamo la nascita del lamellare moderno. 1.3 Legno lamellare a strati incrociati I pannelli XLAM nascono in Germania nella seconda metà degli anni ’90, in Europa hanno avuto un lento processo di diffusione, ma a partire dall’inizio del nuovo millennio a questa parte sono una delle tecniche più conosciute e apprezate. La grande rivoluzione sta nel cambiamento di concezione dell’elemento strutturale in legno, che passa da lineare e unidirezionale a bidirezionale, utilizzabile sia come solaio che come parete. Questa tecnologia è caratterizzata da dei pannelli di legno massiccio che vengono sovrapposti e incollati l’uno sopra l’altro, con un’orientazione tale che ogni singolo strato presenti la fibratura ruotata di 90° rispetto ai due adiacenti. L’incrocio degli strati ha come diretta conseguenza il superamento di uno dei problemi proncipali del materiale legno, cioè l’ anisotropia. Il numero degli strati sovrapposti varia partendo da un numero minimo di tre. I legni principalmente utilizzati sono quelli di conifere, in modo particolare l’Abete rosso. Legno lamellare eterogeneo Legno massello Modulo elastico parallelo 116.000 N/cm2 116.000 N/cm2 105.000 N/cm2 Modulo elastico perpendicolare 3.900 N/cm2 3.200 N/cm2 3.500 N/cm2 Modulo di taglio 7.200 N/cm2 5.900 N/cm2 6.600 N/cm2 Flessione 240 N/cm2 240 N/cm2 230 N/cm2 Resistenza di calcolo a trazione parallela alle fibre 165 N/cm2 140 N/cm2 14 0 N/cm2 Resistenza di calcolo a trazione perpendicolare alle fibre 4 N/cm2 3,5 N/cm2 4 N/cm2 Resistenza di calcolo a compressione parallela alle fibre 240 N/cm2 210 N/cm2 200 N/cm2 Resistenza di calcolo a compressione perpendicolare alle fibre 27 N/cm2 24 N/cm2 25 N/cm2 Resistenza di calcolo a taglio parallelo alle fibre 27 N/cm2 22 N/cm2 25 N/cm2 2.1 Tabella di riferimento caratteristiche meccaniche del legno a seconda della tecnologia (l’essenza presa in esame è l’abete rosso) 1.4 Schema montaggio pannello a strati incrociati 10 Legno lamellare omogeneo 2.1 Descrizione delle caratteristiche strutturali Le caratteristiche strutturali del pannello XLAM dipendono principalmente dalla stratigrafia dell’elemento, infatti esso dipende dal comportamento strutturale del legno delle singole tavole che lo compongano. Tali strati sono considerati unidirezionali, in funzione della direzione della fibratura. Grazie al collegamento rigido tra i singoli strati si ha un’amplificazione delle prestazioni naturali del materiale. Il comportamento del pannello soggetto a flessione può essere descritto come lo studio delle tensioni sui singoli strati in funzione delle rispettive caratteristiche meccaniche, anche in funzione del ruolo degli strati orientati trasversalmente rispetto alla direzione considerata, che garantiscono un collegamento rigido tra i pannelli. 2.2 Comportamento della piastra Nella maggioranza dei casi, nell’edilizia abitativa multipiano in legno, il rapporto tra le due dimensioni della lastra solaio ha un valore compreso tra 1 e 1,7. La presenza delle pareti che si trovano al di sopra e al di sotto della piastra nei piani intermedi influenza il tipo di vincolo e quindi il comportamento flessionale che gene11 ra due piani di flessione tra loro ortogonali. La lastra ha quindi un comportamento a piastra. Se dividiamo la piastra in strisce orizzontali e verticali, la flessione della piastra, considerando le condizioni geometriche della stessa, è costituita da due momenti flettenti che variano a seconda della coppia di strisce. La deformazione flessionale della piastra determina che le tensioni tra loro ortogonali si influenzino a vicenda, non modificando la distribuzione ma solo il loro valore. I momenti flettenti, e quindi lo stato torsionale, avranno valore differente in ogni punto in funzione dei seguenti parametri: • forma geometrica della piastra e situazione a contorno; • tipo di carico applicato e andamento del diagramma di carico; • vincolo della piastra lungo i bordi. Casi complessi dal punto di vista delle condizioni al contorno vanno analizzati in maniera accurata, così da valutare il quadro completo sul comportamento della piastra soggetta a carico. Le solette XLAM richiedono in media uno spessore compreso tra 1/35 ed 1/40 della luce che determina la flessione massima della soletta. 2.3 Comportamento della parete Quando il pannello XLAM è utilizzato 12 2.2 Schema comportamento della piastra 2.3 Schema comportamento della parete come elemento di parete deve assumere le funzioni contemporaneamente: quella di elemento compresso, per contrastare lo sforzo assiale verticale, e quella di lastra, per contrastare le azioni orizzontali e funzionare come controventatura. Avendo questa doppia funzione i pannelli presentano di norma gli strati esterni orientati nella direzione verticale. Rigidezza e resistenza sono anche in questo caso garantite dalla composizione stratigrafica. Il comportamento strutturale non dipende però solo dalla stratigrafia, ma anche dalla presenza di eventuali aperture, che dovranno essere considerate in sede di calcolo. 2.4 Comportamento in caso di incendio 2.4 Grafico della variazione di temperatura sulla faccia non esposta di un pannello in XLAM (1000°C sulla faccia esposta) Le strutture in legno, anche se costituite da un materiale combustibile, presentano una buona resistenza al fuoco. È infatti raro il caso in cui la struttura in legno faccia da combustibile agli incendi, ma spesso ne subiscono le conseguenza, manifestando un comportamento migliore rispetto ad altri materiali. Il legno naturale infatti brucia da 0,5 a 1,0 mm/min a seconda delle essenze, da verifiche in laboratorio risulta che i pannelli XLAM brucino ad una velocità di 0,65mm/ min e il processo di carbonizzazione procede dall’esterno verso l’interno, e il legno 13 non ancora bruciato conserva comunque l’efficienza strutturale nonostante l’incremento della temperatura. Il raggiungimento della rottura avviene lentamente, solo quando la sezione utile non è più sufficiente a sopportare i carichi. I tempi di rottura variano da alcuni minuti ad alcune ore, lasciando quindi un intervallo notevole per l’evacuazione in sicurezza. La resistenza al fuoco, ossia la capacità di un elemento o di una struttura di assolvere alla propria funzione nel momento in cui viene investito da un incendio, è espressa in termini di tempo. Essa non dipende solo dalle proprietà intrinseche del materiale, ma anche da criteri costruttivi e dalle modalità di realizzazione della struttura. Inoltre altro elemento importante è la resistenza al fuoco degli elementi di giunto e la loro modalità di investimento. La resistenza al fuoco della struttura è dunque calcolabile in funzione di tutti questi parametri, tabellati e disciplinati dalla norma CNR 206/2007. Per reazione al fuoco si intende invece la capacità di un materiale di contribuire a un incendio e di propagarlo. In base a questo dato sono assegnate delle classi comprese tra 0 e 5 con l’aumentare del loro contributo alla combustione. I prodotti in legno sono collocati tra le classi 3 e 4. 14 2.5 2.6 Grafico delle forze sismiche agenti su un edificio in XLAM 2.5 Schema esplicativo per calcolo della sezione resistente in caso di incendio Comportamento in caso di sisma Gli edifici in XLAM hanno una massa molto ridotta rispetto ad edifici realizzati in calcestruzzo armato di analoghe dimensioni, per questo motivo l’azione del sisma è dello stesso ordine di grandezza di quella del vento, e non è quindi trascurabile. La progettazione per azioni orizzontali ha pertanto un peso significativo anche in zone a basso rischio sismico. Possiamo considerare l’edificio in XLAM come una struttura scatolare in cui solai e pareti sono costituiti da diaframmi composti da pannelli connessi tramite sistemi di collegamento meccanici. Quando l’edificio viene colpito da un sisma l’energia viene trasferita dagli orizzontamenti alle pareti di piano, in funzione della propria rigidezza, e da questi ai piani inferiori fino alle fondazioni. Le pareti saranno soggette ad azioni di scorrimento e sollevamento a causa dell’effetto delle azioni orizzontali. Le principali deformazioni si verificheranno quindi nelle unioni meccaniche, che rappresentano il punto di minore uniformità nella struttura, mentre la deformazione del pannello è molto più contenuta. Le sollecitazioni derivanti dalle azioni sismiche agenti sui vari elementi strutturali possono essere calcolate per edifici rispondenti ai criteri di regolarità strutturale in pianta ed elevazione indicati dalle Norme Tecniche per le Costruzioni del 15 2008. Perciò bisogna procedere secondo un’analisi statico lineare considerando l’azione sismica agente nelle due direzioni principali ortogonali e assumendo il primo modo di vibrare dell’edificio come una distribuzione di spostamenti che aumentano in modo lineare al crescere dell’altezza dell’edificio. Per garantire il comportamento scatolare è necessario che non intervengano prima cedimenti per la perdita di geometria locale o globale, cioè la scatola strutturale non si apra ma resti chiusa, quindi connessa e solidale. Per ottenere questo risultato si deve garantire un’adeguata riserva di resistenza ai vari elementi strutturali, così da rimanere sempre in campo elastico ed evitare eccessive deformazioni. Altro importante fattore è la progettazione degli elementi senza effettuare eccessivi sovradimensionamenti. La resistenza alle azioni orizzontali risulta maggiore ai piani bassi e diminuisce ai piani alti in proporzione alla variazione in altezza del taglio di piano. Si deve quindi cercare di ottenere un comportamento simultaneo e compatibile in tutte le unioni meccaniche tra i diversi elementi. 2.6 Caratteristiche energetiche Dato il basso peso specifico del materiale assumono importanza le problematiche 16 A - Cartongesso B - Linstelli in legno C - Pannello isolante D - Pannello multistrato in legno E - Barriera al vapore F - Pannello in lana di roccia G - Cartone bitumato H - Polistirene espanso I - Guaina di separazione L - Ghiaia 2.8 Isolamento di un tetto piano A - Cartongesso B - Pannello multistrato in legno C-D Pannello in lana di roccia E - Listelli in legno F - Guaina G - Listelli H - Intercapedine d’aria I - Rivestimento in legno 2.8 Isolamento di una parete 2.9 Confronto fra valori di resistenza termica di alcuni materiali edili inerenti l’isolamento termico e acustico. È necessario quindi procedere con la stratificazione di materiali diversi, così da ottenere pacchetti che garantiscano un elevato grado di comfort termico. Giocano un ruolo importante le caratteristiche proprie del materiale, che influenzano la trasmittanza termica totale, la trasmittanza termica periodica, lo sfasamento e costante di tempo e l’ isolamento acustico. Per quanto riguarda la conduttività termica la parete in legno XLAM presenta un buon valore rispetto ad altri materiali con caratteristiche portanti. Un edificio con poca massa solitamente ha oscillazioni termiche maggiori rispetto ad uno con massa maggiore. All’interno dell’edificio, quindi, si avranno temperature massime più alte in estate. Da un’analisi della costante di tempo si può evincere che con pareti in legno e strati di isolante si possono ottenere condizioni di comfort ugualmente positive, se non addirittura migliori. Per garantire un isolamento termico con la tecnologia XLAM non esiste un unico modo di operare, ma si possono utilizzare le classiche tecniche di posa di alcuni materiali di finitura, purché si operi sempre nel rispetto delle caratteristiche del materiale e nella consapevolezza di usare un materiale di origine organica. L’esigenza di avere uno spazio fisico per 17 ospitare gli impianti obbliga quasi necessariamente a realizzare un’intercapedine di circa 40-60 centimetri rifinita con uno strato di cartongesso. Lo spazio intermedio dovrebbe sempre essere riempito di materiale isolante, compatibilmente con le caratteristiche di ecosostenibilità dell’edificio. Possiamo quindi classificare le tecniche di isolamento in tre categorie: - pareti con rivestimento a cappotto tradizionale; - pareti ventilate; - pareti rivestite. 2.7 Durabilità materiale Hylot. Hesp. Lyctus Termiti n d Abete bianco 4 NR R R NR 4 4 Abete Rosso 4 NR R R NR 4 4 Douglasia Europea 4 NR R R NR 2 3 Larice 2 NR R R NR 2 3 Pino sivestre 3 NR R R NR 1 3 2 R NR NR NR 1 4 R - Resistente 2.10 Schema sulla diffusione del suono in un edificio Trattabilità Funghi Rovere Isolamento acustico Negli edifici la propagazione del rumore avviene essenzialmente attraverso tre modalità: - propagazione per via aerea; - propagazione per vibrazione attraverso le strutture; - propagazione attraverso gli impianti tecnologici. Il livello sonoro misurabile internamente ad un ambiente è dato dalla somma del rumore trasmesso attraverso queste modalità. Le prestazioni acustiche dei pannelli in XLAM offrono di per se ottimi risultati, grazie alla stratificazione. Infatti, la propagazione del suono viene notevolmente ridotta in corrispondenza dei giunti tra i diversi strati. 18 Nome NR - Non Resistente Durabilità 1 - Molto durabile 2 - Durabile 3 - Moderatamente durabile 4 - Poco durabile 5 - Non Durabile Trattabilità 1 - Permeabile 2 - Moderatamente resistente 3 - Resistente 4 - Estremamente resistente 2.12 Durabilità naturale, classificazione secondo UNI EN 350-2 Materiale Densità (kg/m3) E (N/m3) v cb Smorzamento Mattoni 1900-2300 1,6x1010 0,2 2750 0,01-0,02 Intonaco 1700 0,44x10 0,2 1600 0,005-0,5 Cartongesso 650 16x1010 0,3 6800 0,01-0,03 Legno di abete 480 5x1010 0,4 3150 0,01-0,04 Sughero 120-250 0,025*1010 0,4 465 0,13-0,17 10 2.11 Proprietà fisiche di alcuni materiali Le prestazioni sono ulteriormente migliorabili se si considerano i seguenti aspetti: - il principio massa-molla-massa, applicabile sia in parete, tetto e solaio in XLAM; - le masse aggiuntive sono importanti per ridurre il passaggio di rumore a frequenze basse e al calpestio; - coibentazioni leggere e rigide hanno bisogno di masse aggiuntive. 2.8 Durabilità del materiale La durabilità di un edificio in legno è principalmente dipendente dalla cura con cui si occupa della sua protezione e dagli accorgimenti tecnici adoperati. Se viene prestata abbastanza cura nello studio dell’isolamento della struttura dai fattori esterni la durata di una struttura in legno è superiore a quelle si molti altri materiali di costruzione, tra cui il calcestruzzo. La principale causa del degrado del legno è l’acqua, poiché la sua presenza è fondamentale per l’innesco di fenomeni di depauperamento che possono avere conseguenze disastrose per la struttura. Non sono comunque da sottovalutare gli errori di responsabilità umana, tra cui quelli di progettazione, di superficialità nell’esecuzione e di poca conoscenza del comportamento del materiale. Tra le cause di origine naturale si possono distinguere quelle per attacchi biotici e abiotici: le prime sono dovute alla natura organica della materia e le seconde sono 19 dovute, invece, ai cicli di umidificazione, all’esposizione ai raggi UV e agli agenti chimici. La protezione può essere ridotta in due metodiche distinte: - protezione attiva del legno, mediante impregnanti e fungicidi idonei alla protezione del legno e alla distruzione di funghi e batteri; - protezione passiva del legno, mediante un sistema di accorgimenti tecnici e soluzioni architettoniche atte ad impedire all’acqua di entrare in contatto con il legno. Importante in questo senso è la combinazione di queste due tecniche con la scelta dell’essenza del legno da adoperare. 3. Produzione 3.1 Fase di controllo e stoccaggio dei pannelli finiti XLAM Il legno lamellare di tipo moderno viene prodotto industrialmente in stabilimento con procedimenti simili a quelli del brevetto Hetzer ma, rispetto a questi, per la sua produzione si impiegano moderne tecnologie e materiali sintetici per l’incollaggio delle lamelle. Secondo quanto disposto dalle NTC del 14/01/2008 gli elementi strutturali di legno lamellare devono essere realizzati in maniera conforme ai criteri per l’ottenimento della certificazione di qualità del prodotto rilasciata in Italia da un organismo di certificazione accreditato. 3.1 3.2 Fase di esaminazione e verifica delle tavole 20 Scelta del materiale Il legname utilizzato per la realizzazione dei pannelli è generalmente di conifera, le cui essenze maggiormente impiegate sono abete rosso e bianco, pino, douglasia e larice. Ognuna di queste essenze ha delle caratteristiche strutturali e di carattere energetico molto simili. Le principali differenze sono riscontrabili in parametri di carattere estetico, come colore e versatilità nei trattamenti. Il primo e principale accertamento svolto sul materiale riguarda la marcatura CE e quindi, la certificazione di accompagnamento obbligatoria, che costituisce una garanzia e un requisito imprescindile. 21 3.2 Preparazione delle tavole La prima fase è quella della produzione delle tavole che andranno a costituire gli strati di ogni pannello. Questa fase è molto delicata e richiede una certa competenza per via della totale soggettività della scelta. Un fattore da tenere in considerazione è la presenza di nodi all’interno delle tavole che costituiscono il principale indice della qualità delle tavole e delle sue caratteristiche meccaniche. Questa fase avviene direttamente nell’accatastamento in stabilimento, quando le tavole hanno ancora una dimensione che varia dai 2 ai 6 metri di lunghezza e presentano un contenuto di umidità variabile. 3.4Piallatura 3.3 Fase di preparazione delle tavole 3.5 Esempio di “giunto a dita” 3.3Essiccazione Questa fase consiste nell’inserimento delle tavole all’interno di un forno mantenuto a temperatura costante e verificata in ogni punto. Questo tipo di verifica non è sufficiente a garantire lo stesso livello di umidità delle tavole una volta uscite dal forno. Per questo motivo si procede allo stoccaggio delle tavole in apposite aree a temperatura uniforme e controllata di circa 15°C e umidità intorno al 60% con lo scopo di stabilizzarle regolando lo scambio igrometrico tra le stesse. Questo è uno dei princiali accorgimenti da seguire nella lavorazione delle lamelle. 22 Questo proccesso avviene sui quattro lati della tavola, con successiva intestazione, al fine di preparare la realizzazione dei “giunti a dita”, un tipo di giunzione delle singole tavole realizzato con due pettini a incastro che vengono accoppiati lungo il piano della tavola, interponendo uno strato di collante. La modalità di realizzazione del giunto è molto delicata perché condiziona la resistenza a flessione dell’elemento finale, dipendendo questa dalla resistenza a trazione delle singole lamelle e quindi del giunto stesso. Una volta terminata quella dei lati della tavola si procede con la piallatura per la regolarizzazione delle superfici, scartando quelle lamelle che non risultano complanari dopo questa operazione. 3.5 3.4 Primo controllo e piallatura 3.6 Fase di incollagio lamelle e successiva pressatura Incollaggio delle lamelle Il processo di incollaggio prevede la disposizione delle tavole su dei piani, il posizionamento del collante (scelto tra collanti poliuretanici rispondenti a precise normative ed obblighi riguardante il tenore di emissione di formaldeide) e la successiva pressatura. Questo procedimento avviene ad una temperatura costante di 20°C e una percentuale di umidità controllata compresa tra 60 e 65%. Una volta terminata questa fase si procede con un ultimo controllo sulla regolarità delle facce. 23 4. Classificazione Le sezioni di legno lamellare vanno inquadrate secondo una classificazione basata sulla resistenza dell’elemento. L’elemento strutturale può essere realizzato dall’assemblaggio di lamelle tra loro omogenee oppure eterogenee in termini di resistenza. Nella suddivisione in classi del legno lamellare, oltre alla sigla distintiva del materiale viene assegnata ad ognuna di esse una specifica dicitura, che ne identifica univocamente le caratteristiche. Nello specifico si legge un codice composto da GL, seguito dal numero che indica la resistenza, e da “h” per lamelle con caratteristice omogenee e “c” per lamelle eterogenee. 4.1 Dimensione degli elementi I pannelli in XLAM sono utilizzati per la realizzazione di elementi di parete o solaio assumendo le dimensioni necessarie, con grande versatilità. Ogni produttore definisce la dimensione dei pannelli in funzione delle esigenze del contesto in esame. Le misure massime si aggirano intorno ai 24 metri di lunghezza, 6 metri di altezza e 0,50 metri di spessore. I più diffusi sono comunque quelli con dimensioni che permettano un facile trasporto e che siano in accordo con le esigenze medie di progettazione. 24 Resistenze caratteristiche Classi GL24h GL24c GL28h GL28C GL32h GL32c GL36h GL36c Flessione 240 210 280 280 320 320 360 360 Caratteristiche A B C Aspetto e colore Equilibrato Sufficientemente equilibrato Senza esigenze Incollaggio Senza giunti aperti Giunti aperti <100mm/m Giunti aperti <100 mm/m Taglio 270 220 320 270 380 320 430 380 Trazione parallela 165 140 195 165 25 195 260 225 Trazione perpendicolare 40 35 45 40 50 45 60 50 Compressione parallela 240 210 265 24 290 265 310 290 Struttura Grossolana ammessa Grossolana ammessa Senza esigenze Compressione perpendicolare 270 240 300 270 330 300 360 330 Nodi Fino a 50mm di diametro Nosi sporadici ammessi Ammessi Massa per unità di volume caratteristica 380 350 410 380 430 410 450 430 Cavicchi Solo di rami naturali Ammessi Ammessi Modulo elastico medio parallelo 116000 116000 126000 126000 137000 137000 147000 147000 Sacche di resina Ammesse Ammesse Ammesse Modulo elasticomedio caratteristico parallelo 940000 94000 102000 102000 111000 111000 119000 119000 Inclusione di Corteccia Non ammesse Ammesse se sporadiche Ammesse Lacerazioni Ammesse se sporadiche Ammesse se <50mm di lunghezza Ammesse Midollo Ammesso se < 400 mm Ammesso Ammesso Attacco di insetti Non ammesso Non ammesso Ammesso se sporadico Alburno Fino al 20% Ammesso Ammesso Qualità tempramento delle superfici Ammesse piccole imperfezioni sporadiche Ammesse imperfezioni sporadiche Senza esigneze Modulo elastico medio perpendicolare 3900 3200 4200 3900 4600 4200 4900 4600 Modulo di taglio medio 7200 5900 7800 7200 8500 7800 9100 8500 4.1 Tabella di riferimento delle caratteristiche legno lamellare 4.2 Aspetto estetico degli elementi I pannelli XLAM vengono realizzati in moderni stabilimenti industriali e possono essere realizzati allo stato grezzo oppure completamente rifiniti. Nell’ultimo caso è molto probabile che l’elemento debba essere direttamente a vista, magari rifinito solamente con trattamenti antidegrado e prestando massima attenzione alla rifinitura tra un pannello e l’altro. Tutte le richieste come maschiature, spigolature o forature per coprigiunti e connessioni vengono ugualmente predisposte in sede di realizzazione. Anche i tagli e le aperture di porte e finestre sono predisposti durante la fabbricazione, dove spesso vengono già installati i telai per gli infissi. 4.2 Tabella di classificazione delle lamelle in funzione dell’estetica 25 5. Cantiere A differenza di alcune tecniche convenzionali, quali muratura e cemento armato, la realizzazione delle strutture con pannelli XLAM risente in maniera marcata dell’approccio più o meno spinto alla prefabbricazione, frutto a sua volta di scelte progettuali. Questo ha come diretta conseguenza la diversa organizzazione delle sottofasi in cantiere. Le sottofasi costruttive possono essere così riassunte: - realizzazione delle fondazioni e della struttura di trasmissione dei carichi; - posa dei tirafondi e dime di attesa; - posizionamento delle “travi di tracciatura”; - montaggio della pannellatura verticale; - realizzazione di eventuali pilastrature e travatura di piano; - posizionamento dei pannelli solaio e delle strutture orizzontali di piano; - montaggio dei piani successivi; - posa in opera della copertura. Questa sequenza ricorda quella della struttura portante a pannelli portanti in calcestruzzo, ma rispetto a questa, diverge per il minore costo degli impianti per la messa in opera dei panelli in XLAM, molto più leggieri e quindi più gestibili rispetto a quelli in calcestruzzo armato, che richiedono macchinari di maggiori dimensioni e quindi più costosi. 26 Altra differenza tra gli altri cantieri e quello con pannelli in XLAM è l’assenza di lavorazioni xe e la rapidità di escuzione delle fasi costruttive, nonché la manodopera contenuta. 5. Esempio di cantiere XLAM 5.2 Esempio di cantiere XLAM durante la messa in opera 5.3 Stoccaggio delle pareti con controllo verticalità 5.1 Area di stoccaggio 5.2 Ordinativo e trasporto Nei cantieri tradizionali è necessario predisporre un’area per lo stoccaggio del materiale. Questo si verifica per l’incompatibilità tra i tempi di posa in opera e quelli di attesa della consegna, quindi è necessario accumulare il materiale che va smaltito lentamente. Per le strutture in XLAM multipiano i tempi di smaltimento sono ridotti notevolmente, si passa dall’ordine delle settimane a quello delle ore. Ne consegue la minore importanza delle aree di stoccaggio rispetto all’edilizia tradizionale. È importante infatti dislocare il materiale direttamente in prossimità della zona di montaggio. È opportuno posizionare le pareti in posizione verticale e le piastre in posizione orizzontale, coprendoli sempre con teli in PVC impermeabili al fine di evitare che le condizioni atmosferiche possano deteriorarne le condizioni estetiche e meccaniche. Una fase molto delicata e importante in questa tipologia di cantiere è quella 27 dell’ordinatura e del seguente trasporto dei materiali. Considerando che dal momento dell’ordine a quello dell’arrivo i tempi di aggirano tra le 2 e le 6 settimane, è necessario programmare in maniera molto precisa sia gli ordini che le consegne, al fine di evitare la carenza di materiale o l’accavallarsi delle consegne, che costituirebbero un grosso problema in un cantiere sprovvisto di adeguati spazi di stoccaggio. Il direttore dei lavori deve definire le modalità di carico e scarico del materiale, nonché le modalità di imballaggio e quelle di confezionamento dei moduli e delle lastre. 5.3 Realizzazione ponteggi Il multipiano in pannelli XLAM ha una dinamica evolutiva molto più veloce di qualsiasi altra costruzione convenzionale. Questo significa che anche la realizzazione dei ponteggi di servizio della struttura deve svilupparsi altrettanto velocemente. La realizzazione dei ponteggi per i cantieri in XLAM diverge da quelle dei cantieri convenzionali per la tipologia di fissaggio di facciata. Questa avviene con l’ausilio di appositi vitoni a occhiello, nei quali vengono inseriti degli elementi tubolari a L, a loro volta fissati ai ponteggi tramite cravatte-giunto. Se le pareti a cui si fissa l’ancoraggio non sono fissate su tutti i lati, compresi i bordi 28 5.4 Trasporto dei pannelli in XLAM in cantiere in seguito alla fase di imballaggio e protezione superiore e inferiore, si verifica quasi sempre una perdita di verticalità della pareta, per questo il montaggio corretto prevede il fissaggio al piano inferiore solo quando è stato montato e fissato il solaio del piano superiore. Per quanto riguarda i piani di carico, questi vanno predisposti a ogni livello per permettere la normale gestione del materiale. Importante in questa fase è assicurarsi che non vengano utilizzati i balconi come piani di carico, per non modificare lo schema statico della struttura e impedirne il regolare funzionamento. Per i ponteggi e i piani di carico deve essere eseguito un calcolo statico specifico e separato. 5.5 Ancoraggio vitone ad occhiello 29 6. Messa in opera La realizzazione di una struttura in pannelli XLAM presenta un iter procedurale molto simile a quello di una struttura in pannelli di calcestruzzo armato, le cui sottofasi sono quelle indicate nel capitolo relativo al cantiere. Lo studio di ogni sottofase è però differente, poiché il materiale ha caratteristiche differenti; si deve, quindi, studiare una corretta risoluzione per ogni step della realizzazione. 6.1 Fondazioni e struttura di base L’edificio in pannelli XLAM possiede come tutti gli edifici un apparato di fondazione o una parte della struttura preposta a trasmettere i carichi al terreno. Si possono verificare due diversi tipi di nodi tra la struttura in XLAM e la struttura di base: quando la prima si connette direttamente alla fondazione, oppure quando questa è direttamente collegate al piano seminterrato in calcestruzzo armato. Nel caso di attacco diretto il problema principale sta nel tenere asciutta e pulita la parte di legno a contatto con il calcestruzzo, per evitare la risalita capillare e le infiltrazioni laterali, così da evitare il degrado del legno. È in linea di massima da evitare la possibilità di interrare parte del pannello nel terreno, anche se impermeabilizzato e pro30 6.2 Getto di completamento e controllo complanarità del piano di posa in calcestruzzo 6.1 Fondazione e struttura di base ottimale tetto. La soluzione migliore è la realizzazione di cordoli verticali in calcestruzzo che partano dalla quota di imposta superiore della fondazione e arrivino alla quota 0,00. Nel caso sia presente un piano seminterrato è auspicabile realizzare una soletta piena come piano di base per la struttura in XLAM. Importante accorgimento in questo caso è la necessità di avere un getto piano e perfettamente complanare, per la necessità di avere una perfetta complanarità dei piani d’appoggio dei pannelli. Alcuni accorgimenti in tal senso sono il posizionamento di dime specifiche e la predisposizione di un livello di malta autolivellante di qualche millimetro. Una tecnica che invece risulta del tutto errata, perché muta il piano di scarico dei pannelli, è la compensazione con spessori metallici. 6.2 6.3 Posizionamento dei tirafondi e delle dime di attesa Tirafondi e dime di attesa Come detto in precedenza avere una superficie di getto perfettamente complanare e priva di irregolarità è un requisito imprescindibile per una corretta e veloce messa in opera. Per non incorrere in problemi legati a questo è necessario pragrammare le operazioni sia in fase progettuale che in fase di realizzazione. L’operazione più diffusa e semplice è 31 quella di progettare un sistema di ancoraggio legno-calcestruzzo armato che sia di riferimento sia per il getto che per la connessione con i pannelli. La quota di posizionamento dei piatti, posti sulla parte orizzontale della dima, deve corrispondere alla quota del getto finito. Per evitare che in fase di getto le dime si spostino, è bene predisporre dei piatti o distanziatori saldati alle armature. Il posizionamento delle dime e dei piatti necessita di una strumentazione di precisione a causa dell’importanza di tale operazione. Il calcestruzzo di getto deve avere una discreta fluidità per permettere un’omogenea distribuzione degli inerti. 6.3 6.4 Esempo di travi radice di tracciatura 6.6 Sollevamento di una parete portante XLAM Travi radice di tracciatura La trave radice è un elemento lineare realizzato in diversi materiali, di spessore compreso tra i 10 e 20 centimetri e di larghezza pari o superiore a quella del pannello XLAM. Questa trave va posta tra la soletta e il pannello stesso, allo scopo di avere un elemento poco sensibile all’umidità a diretto contatto con il calcestruzzo. Per questo tipo di elementi si possono ultizzare diversi profili scatolari in acciaio, cordoli in calcestruzzo prefabbricato oppure il larice lamellare o massello. Per motivi energetici, acustici e di continuità del materiale si opta spesso per l’utilizzo del larice 32 lamellare. La trave di tracciatura ha anche altri scopi, tra cui quello di rendere ben chiaro il perimetro sul quale fissare i pannelli con degli elementi maneggevoli ma allo stesso tempo rigidi. Ciò ne facilita il posizionamento, poiché sarà sufficiente far coincidere la testa della trave con quella del pannello, in quanto la coincidenza degli spigoli laterali è garantita dalle staffe verticali di attesa. 6.5 Posizionamento delle travi radice di tracciatura 6.7 Posizionamento della parete sulle travi radice di traccaitura 6.4 Pannellatura portante verticale Il montaggio dei pannelli verticali dipende dal tipo di soluzione che viene scelta in fase di progettazione, che varia dall’utilizzo di pannelli di grandi dimensioni già intagliati e che presentano giunti e fresature, ai pannelli di piccole dimensioni ancora da assemblare e intagliare. Per quanto rigurada l’esecuzione, la differenza tra le diverse soluzioni è legata alla facilità di movimentazione dei singoli elementi. Le fasi di montaggio dei pannelli seguono una sequenza che resta invariata: - aggancio del pannello al piano di carico; - trasporto presso la zona di montaggio; - verticalizzazione del pannello e posizionamento dei tiranti; - avvitatura alle staffe di attesa; - giunzione verticale con i pannelli attigui. Il collegamento tra pareti ortogonali deve 33 avvenire sempre mediante l’utilizzo di viti autoperforanti, evitando il fissaggio nella direzione parallela alla fibratura del legno. Questo si ottiene se si interpone la vite con un’angolazione tale da essere più o meno certi di intercettare le fibre nella maniera corretta. 6.5 Elementi secondari: travi e pilastri L’utilizzo di una struttura a comportamento scatolare non esclude la possibilità che all’interno del perimetro siano collocati elementi lineari quali triavi e pilastri. Questa esigenza è dovuta all’esigenza di ridurre la lunghezza delle campate dei solai ed è quindi piuttosto frequente. Nella posa in opera degli elementi e nella loro progettazione bisogna assicurare che il tipo di connessione possa trasmettere i carichi in maniera corretta. I nodi di congiunzione tra i diversi elementi devono sempre essere realizzati con un contatto diretto legno-legno, praticando anche tagli e fresature su travi e pilastri o altri tipi di connessioni previstre in fase di progettazione. 6.6 6.7 Piani successivi Il montaggio dei piani successivi è in sostanza una ripetizione dei procedimenti già descritti nei paragrafi precedenti con l’eccezione per il collegamento legno-calcestruzzo che diventa un collegamento legno-legno. Il problema che sorge è quello relativo ai riferimenti per il posizionamento dei pannelli verticali, per il cui posizionamento si partirà da un punto fisso, come per esempio il vertice del vano scala o dell’edificio stesso. 6.8 Posizionamento di un pilastro sul tirafondo 6.8Copertura Solai e strutture orizzontali La posa in opera dei solai in XLAM è una delle procedure più semplici. La caratteristiche principale di questo sistema è legata alla movimentazione e al montaggio di strutture a lastre leggere e semplici da poizionare che non richiedono puntellatura e 34 strutture provvisorie. Nel posizionamento delle lastre bisogna seguire attentamente gli schemi di montaggio e le lastre devono essere numerate secondo le disposizioni di progetto. Una volta posizionata l’intera campitura dei solai, si procede all’inserimento delle tavole di giunzione e alla relativa chiodatura o avvitatura. 6.7 Esempio di trave in legno lamellare 6.8 Schema di montaggio pareti ortogonali Il posizionamento della copertura è la fase finale della realizzazione strutturale. La scelta della tipologia di copertura piana o a falda più o meno complessa è una scelta architettonica e tecnologica. Nel caso di copertura piana il problema principale risulta essere quello dello smaltimento delle acque, i cui dettagli devono essere progettati e ben rappresentati 35 in modo da evitare problemi che possano compromettere il buon funzionamento della struttura. Nel caso di una copertura inclinata a vista si prevede normalmente la seguente stratigrafia: - orditura principale in legno lamellare; - orditura secondaria, in genere complanare grazie alla possibilità di realizzare giunti mediante tagli e incisioni; - perlinato; - barriera al vapore; - strato isolante; - listellato di ripartizione con eventuali listoni di gronda; - tavolato di chiusura; - manto impermeabile di guaina ardesiata; - tegole di copertura. Una volta terminata la fasi di realizzazione della copertura si devono disporre le gronde e i pluviali per la raccolta e smaltimento delle acque meteoriche. 7. Normativa italiana Capitolo 4. Costruzioni civili e industriali 7. Progettazione per azioni sismiche 11. Materiali e prodotti a base di legno Paragrafo Contenuto 4.4 Costruzioni in legno: vengono definiti i metodi e i requisiti generali per la valutazione della sicurezza secondo il metodo degli SLU 7.7 Vengono definite le tipologie strutturali e le corrispondenti classi di duttilità per le costruzioni in legno, relativamente alla progettazione in relazione alle azioni sismiche 11.7 Vengono definiti i materiali e i profdotti industriali a base legno in funzione delle proprietà, definendo le procedure per le qualificazioni 7.1 Contenuro delle NTC 14/01/2008 per il legno Durante la fase della progettazione strutturale vengono prese molteplici decisioni, che hanno ripercussioni sia sulle funzioni portanti, sia su quelle energetiche e di sicurezza. Tutte queste decisioni devono rispettare un regolamento normativo. 7.1 DPR 380/2001 È la legge Quadro nel settore dell’edilizia e contiene i principi fondamentali e generali e le disposizioni per la disciplina dell’attività edilizia. Il Decreto è un compendio delle indicazioni contenute nelle normative previgenti in relazione a vari aspetti che regolano il settore delle costruzioni. L’Art. 52 prescrive l’obbligo di effettuare la progettazione secondo le indicazioni contenute nelle Norme Tecniche sulle Costruzioni. 7.2 Norme Tecniche sulle Costruzioni - D.M. 14/01/2008 Queste norme entrano in vigore in data 1 luglio 2009, e definiscono per i diversi materiali da costruzione i principi da adottare per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni nei riguardi delle prestazioni richieste in termini di resistenza meccanica e stabilità, anche in caso d’incendio, e di durabilità secondo il metodo 36 37 agli Stati Limite. Per quanto riguarda le costruzioni in legno sono presenti 3 sottoparagrafi, che disciplinano diversi aspetti della progettazione: - Paragrafo 4.4 “Costruzioni in legno”; Contenuto all’interno del capitolo relativo alle “Costruzioni civili e industriali”, è riferito alla progettazione per le combinazioni fondamentali agli Stati Limite. Definisce i requisiti generali e le metodologie di valutazione della sicurezza in termini di resistenza, stabilità, funzionalità, robustezza e durabilità di strutture portanti realizzate con legno strutturale (legno massiccio segato, squadrato o tondo) o con prodotti a base di legno (legno lamellare incollato e pannelli a base di legno) assemblate con mezzi di unione meccanici o mediante incollaggio. All’interno del capitolo sono definiti i valori dei coefficienti parziali di sicurezza sui materiali (γm) e i valori del coefficiente di modificazione delle resistenze (Kmod), ossia il coefficiente ≤ 1 che modifica il valore della resistenza di progetto in funzione dell’umidità del legno (definita in funzione della classe di servizio nella quale la struttura si trova ad operare) e della classe di durata del carico. Nel capitolo sono riportati i principali metodi di analisi per le verifiche agli Stati Limite senza però definire alcuna formula di calcolo. Occorre pertanto far riferimento 38 Classe di servizio 1 È caratterizzata da un’umidità del materiale in equilibrio con l’ambiente a una temperatura di 20°C e un’umidutà relativa dell’aria circostante che non superi il 65% Classe di servizio 2 È caratterizzata da un’umidità del materiale in equilibrio con l’ambiente a una temperatura di 20°C e un’umidità relativa dell’aria circostanteche superi l’85% solo poche settimane all’anno Classe di servizio 3 È caratterizzata da umidità più elevata di quella della classe di servizio 2 7.4 Classi di servizio 7.2 Coefficienti di sicurezza parziali (γm) per le proprietà dei materiali applicabili in Italia 7.5 Valori di Kmod per legno massiccio, legno lamellare ed LVL 7.3 Classi di durata dei carichi 7.6 Tipologie strutturali e fattori di struttura massimi q per le classi di duttilità ad altri documenti normativi, come l’Eurocodice 5 e le Istruzioni CNR DT/206. Rimane comunque obbligatorio utilizzare i valori dei coefficienti di sicurezza definiti all’interno del Paragrafo 4.4. - Paragrafo 7.7 “Costruzioni in legno”; Contenuto all’interno del capitolo “Progettazioni per azioni sismiche”, definisce le regole aggiuntive per la progettazione delle strutture di legno nei confronti delle azioni sismiche. Il capitolo riprende quasi interamente il contenuto del corrispondente Capitolo 8 dell’Eurocodice 8 (UNI EN 1998-1 Eurocodice 8 – “Progettazione delle strutture per la resistenza sismica – Parte 1: Regole generali, azioni sismiche e regole per gli edifici”) con alcune integrazioni specifiche riferite al caso italiano. In questo paragrafo vengono individuate le tipologie strutturali ammesse in zona sismica e suddivise in due classi di duttilità dove vengono anche definiti i corrispondenti valori del fattore di struttura “q”: - Classe A - Strutture aventi un’alta capacità di dissipazione energetica e valori di “q” compresi fra 3 e 5; - Classe B - Strutture aventi una bassa capacità di dissipazione energetica e valori di “q” compresi fra 2 e 2,5. Le Norme Tecniche ammettono anche la progettazione delle strutture nell’ipotesi di comportamento scarsamente dissipativo 39 40 per le quali il fattore di struttura “q” assumerà il valore 1,5. Tutto il capitolo, pur contenendo comunque le informazioni e le regole essenziali necessarie alla progettazione delle costruzioni di legno nei confronti delle azioni sismiche è molto vecchio come concezione e peraltro abbastanza sintetico. È comunque in corso di elaborazione a livello europeo un aggiornamento, che tenga conto dei progressi scientifici raggiunti e dell’evoluzione tecnologica che si è avuta negli ultimi anni nel settore delle costruzioni in legno. - qualificati sotto la responsabilità del fornitore. Lo scopo del paragrafo e delle indicazioni in esso contenute è quello di fornire le informazioni necessarie affinché la produzione, fornitura e utilizzazione dei prodotti a base di legno per uso strutturale possano avvenire in applicazione di un sistema di assicurazione della qualità e di rintracciabilità, che consenta di poter individuare ogni passaggio intermedio dal momento della classificazione e marchiatura dei singoli componenti fino al momento della messa in opera degli stessi. - Paragrafo 11.7 “Materiali e prodotti a base di legno”; Contenuto all’interno del capitolo sui “Materiali e prodotti per uso strutturale”, fornisce tutte le informazioni necessarie affinché i materiali e i prodotti strutturali a base di legno possano essere: - prescritti dal progettista, secondo le esigenze del progetto e in base a caratteristiche meccaniche e fisiche definite all’interno di specifiche norme di prodotto; - accettati dal Direttore dei Lavori mediante acquisizione della documentazione di qualificazione conforme alle caratteristiche definite in fase progettuale, nonché mediante eventuali prove sperimentali di accettazione; - identificati univocamente a cura del fornitore; 7.3 Eurocodice 5 e Istruzioni CNR DT/206 I due documenti sono sostanzialmente analoghi e definiscono le regole di progettazione, calcolo ed esecuzione delle strutture di legno, relativamente ai requisiti di resistenza meccanica, funzionalità, durabilità e resistenza al fuoco e si basano sul metodo semiprobabilistico agli stati limite. All’interno di entrambe le norme vengono affrontati i seguenti argomenti specifici relativi alla progettazione: - criteri generali e basi di calcolo; - proprietà dei materiali; - durabilità; - basi di analisi strutturale; - stati limite ultimi; - stati limite di esercizio; - collegamenti con elementi meccanici; 41 - componenti e assemblaggi; - particolari strutturali e controllo. Le istruzioni CNR DT/206 contengono alcuni argomenti specifici non trattati all’interno dell’Eurocodice 5, come il calcolo dei solai misti legno-calcestruzzo, dei collegamenti con barre incollate e dei giunti di carpenteria. 7.4 Altezza massima degli edifici in legno Una delle questioni più frequenti che si presentano quando si parla di edifici in legno è quella relativa all’altezza massima consentita. Nel paragrafo 7.2.2 delle suddette NTC del 14/01/2008 viene fatta una distinzione tra le costruzioni che si trovano in “Ex Zona Sismica 1” e quelle che si trovano al di fuori. Per quanto riguarda le prime vi è un limite di 2 piani fuori terra oltre quelli interrati, mentre per le altre l’unico limite è il principio prestazionale. 42 Zona Sismica 1 Altre zone Condizioni di progetto Numero di piani consentito Strutture che non accedono alle riserve anealistiche 2 + interrati Strutture che accedono alle riserve anealistiche Nessuna limitazione, vale il principio prestazionale Nessuna limitazione, vale il principio prestazionale 7.7 Limitazioni del numero di piani per strutture in legno 8. Progetti XLAM in Europa Per comprendere meglio quelle che sono le applicazioni dell’XLAM nello scenario dell’architettura europea, sono riportati di seguito una serie di esempi, con diverse caratteristiche sia per qunto riguarda l’utilizzo del materiale che la destinazione d’uso della costruzione. Questo capitolo ha lo scopo di mostrare ed evidenziare quali sono le reali potenzialità e applicazioni dei pannelli XLAM. Tutti gli esempi elencati sono tra i più importanti per ottima riuscita prestazionale da diversi punti di vista, a partire da quello dei costi e tempi di progettazione e messa in opera fino a quello energetico e meccanico. 43 8.1 Complesso Murray Grove Nazione: Regno Unito Città: Londra Anno: 2009 Architetto: Waugh Thistleton Architects Il complesso residenziale, costruito nel 2008, è stato progettato dallo studio Waugh Thistleton Architects, mentre il progetto strutturale è dello studio Techniker e Jenkins & Potter. L’edificio è costruito interamente con pannelli in XLAM, compresi il vano ascensori e le scale, per una altezza totale di 9 piani, affermandosi come la più alta struttura realizzata con questa tecnologia. La pianta di ogni piano è riconducibile ad un quadrato in cui sono ricavati da 2 a 4 appartamenti per piano. I vani, che vengono separati da setti portanti, vengono organizzati intorno ad un nucleo centrale in cui trovano posto i 2 corpi scala contrapposti e gli ascensori. Osservando i 9 piani di altezza nel loro insieme, il volume può essere considerato come una vera e propria torre in cui le chiusure perimetrali contribuiscono a conferire rigidezza ai setti portanti interni. Ogni elemento costruttivo è stato progettato all’insegna della funzionalità e dell’ottimizzazione delle caratteristiche della soluzione tecnologica adottata. Infatti, l’utilizzo di elementi prefabbricati lunghi 44 fino a 14 metri, appositamente predisposti per le esigenze progettuali con forature per porte e finestre, ha permesso di ridurre drasticamente la durata delle operazioni in cantiere, che si è infatti concluso in sole 9 settimane, consentendo notevoli risparmi sia in termini economici che energetici. Studiando infatti le analisi energetiche dei progettisti, l’edificio permetterà una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente a circa 21 anni di esercizio di un fabbricato tradizionale di dimensioni e caratteristiche equivalenti. I pannelli, movimentati in cantiere grazie ad una gru, sono stati assemblati e collegati grazie all’utilizzo di connettori metallici e chiodi che hanno permesso di ottenere la struttura scatolare tipica di questo sistema costruttivo. Il montaggio di tutta la struttura in XLAM in elevazione ha richiesto 27 giorni. Le aperture lungo le facciate sono state studiate per garantire le migliori condizioni di aerazione ed illuminazione degli alloggi. Inoltre, la soluzione a “taglio angolare”, ovvero aperture adiacenti lungo i 4 spigoli dell’edificio, ha permesso di offrire ad ogni appartamento uno spazio aperto riservato. La struttura portante in legno è protetta all’esterno da uno strato isolante ad alte prestazioni, che a sua volta è coperto da un rivestimento con cavità di ventilazione. Questo rivestimento è realizzando unen45 do pannelli in legno mineralizzato delle dimensioni di 1200x230 mm, ricavati utilizzando per il 70% scarti derivanti dalla lavorazione del legno. La particolare composizione cromatica è dovuta all’utilizzo di oltre 5000 pannelli in 3 differenti sfumature di colore diverse, facendo assumere così alle facciate un aspetto pixel-frame che gioca sulla percezione della volumetria in funzione delle variabili condizioni di luce. 46 8.2 Complesso e-3 Nazione: Germania Città: Berlino Anno: 2013 Architetto: Kaden Klingbeil Architekten L’edificio, realizzato a Berlino sulla Esmarchstrasse, è divenuto per svariati motivi un vero e proprio caso al centro delle cronache della città di Berlino. Risulta essere, infatti, il primo edificio il legno alto ben 7 piani a fare la sua comparsa in una città da sempre legata a strutture in murature massive. Il progetto ha rappresentato una duplice eccezione per i regolamenti edilizi della città, che impongono specifiche misure antincendio molto rigide. Prima dell’aggiornamento del regolamento edilizio del 2002, costruire in legno era limitato a tre piani. Il nuovo regolamento edilizio berlinese consente, invece, costruzioni lignee fino a cinque piani. Un edificio ligneo a sette piani è una cosa del tutto eccezionale. Con ingegneri specializzati sono state elaborate soluzioni che dimostrano come un alto livello di sicurezza antincendio possa essere ottenuto se vengono applicati concetti particolari sia sul lato della costruzione edilizia che su quello dell’impiantistica. La soluzione proposta dai progettisti è sta47 ta basata in sostanza su 2 strategie: una riguardante il comportamento delle strutture, e l’altra riguardante la possibilità di evacuazione dell’edificio. I pannelli prefabbricati in legno XLAM vengono utilizzati in questa costruzione come elementi di tamponamento di un telaio in legno massiccio fissato con connettori metallici, permettendo di alternare le parti opache e quelle trasparenti con maggiore libertà. Inoltre i pannelli in legno sono stati rivestiti con uno strato in gesso sia all’interno che all’esterno, permettendo di creare una protezione antincendio. Sono stati inoltre introdotti 2 setti centrali in calcestruzzo armato per ospitare tutti i cavedi impiantistici principali e per agire da elementi di controventamento del telaio. Viene poi introdotto un ulteriore elemento innovativo collocando all’esterno il corpo scale e gli ascensori, in modo da realizzare una via d’esodo sicura in caso di incendi, senza rischi di propagazione del fumo. Risultano infine interessanti le analisi effettuate sui consumi energetici. Per riscaldare un appartamento di 140 mq sono infatti necessari meno di 500 KWh all’anno, ottenendo un notevole risparmio economico nel medio periodo. A questi vantaggio si devono aggiungere i benefici ambientali che possono essere ottenuti dal ricorso alla tecnologia del legno e che spiegano la notorietà a livello cittadino di questo intervento. 48 8.3 Casa Montarina Nazione: Svizzera Città: Lugano Anno: 2005-2007 Architetto: Felder & Steiger L’intervento, progettato dallo studio Felder & Steiger a Lugano, si caratterizza per la particolare condizione di avere le sembianze di una torre residenziale senza tuttavia possedere la stessa densità di questa tipologia abitativa. L’edificio ospita infatti solo 4 alloggi che sono tuttavia concepiti come l’aggregazione di 4 abitazioni monofamiliari in un unico volume. La soluzione elaborata dai progettisti sfrutta abilmente la notevole pendenza del lotto per ottenere due coppie di appartamenti in duplex e triplex sovrapposti tra di loro. Tutte e quattro le unità presentano un ingresso indipendente ed ognuna gode di uno spazio esterno a contatto diretto con il giardino oppure in copertura, dove sono disponibili due ampie terrazze. Una scala collocata all’interno permette il collegamento dei diversi livelli di ogni appartamento. Analizzando il progetto dal punto di vista costruttivo, si osserva come la costruzione tenti di ottimizzare la soluzione tecnologica adottata facendo lavorare le parti portanti in base all’andamento del terre49 no. Le strutture in elevazione sono, infatti, realizzate in legno con elementi disposti a telaio, opportunamente controventati da setti portanti in legno disposti in direzione ortogonale alle curve di livello del suolo. Ovviamente, dovendo contrastare la spinta esercitata dal terreno, le strutture contro terra sono realizzate in calcestruzzo armato. Su questa massa cementizia vengono installate le strutture in legno che presentano solai in pannelli incrociati e tamponamenti in legno. Risulta anche particolare la disposizione delle aperture sulle pareti esterne, con finestre a tutt’altezza che privilegiano l’orientamento est-ovest seguendo così la naturale esposizione solare del sito. Oltre ad una certa attenzione nei confronti di un approccio sostenibile alla costruzione, il progetto ha previsto anche alcuni accorgimenti per il contenimento dei consumi di energia, grazie all’introduzione di pompe ad energia geotermica e 4 scambiatori di calore indipendenti. 50 8.4 Casa unifamiliare Nazione: Italia Città: Bione (BS) Anno: 2012-2013 Architetto: Marçio Tolotti (Estudoquadro) Questo progetto è opera dell’architetto di origini brasiliane Marçio Tolotti titolare di Estudoquadro, ed è situato a Bione, comune in provincia di Brescia. È stata progettata e realizzata tra il 2012 e il 2013. Il progetto è caratterizzato dallo sfruttamento completo della tecnologia XLAM per la realizzazione di un’abitazione di circa 200mq, in un terreno in montagna, che presenta un dislivello di 7,50 metri. L’edificio si sviluppa in lunghezza su un unico livello ed è diviso in tre sezioni che si inclinano in funzione dell’andamento del terreno e all’esposizione del lotto. Le tre parti, di diversa larghezza, sono concatenate in modo da permettere una continuità degli spazi interni e quindi delle funzioni. L’ingresso è orientato a nord– ovest, chiuso e protetto da elementi scorrevoli in legno, il blocco centrale ospita invece la cucina, il bagno, la camera e la sala da pranzo, mentre la parte finale è orientata a sud–est, rivolta verso i boschi e la valle, completamente permeabile grazie alle ampie vetrate e ospitante le funzioni principali della casa, come il soggiorno, la camera padronale ed un bagno di 51 servizio. Le vetrate, disposte a sud–ovest, garantiscono un apporto di calore gratuito nei mesi invernali. L’intera sezione dell’edificio viene divisa lungo la sua lunghezza, tramite una parete che segue il colmo della copertura, presentando così due zone distinte, una rivolta verso il monte che ospita i servizi e l’altra rivolta verso valle che invece ospita un’alternanza di spazi pubblici e privati. L’organizzazione volumetrica garantisce una splendida visione panoramica sull’ambiente naturale circostante costituito dai pendii del bresciano. Tutta la struttura dell’abitazione è infatti in legno lamellare XLAM ed il suo montaggio prevede tempistiche di circa una settimana (con esclusione degli impianti) diminuendo notevolmente i tempi e i costi di cantiere. Come visto nei capitoli precedenti i pannelli possono essere rifiniti sia esternamente che internamente. In questo caso, però, l’idea è quella di avere un edificio totalmente integrato con la natura, sia nella forma, che ricorda un fienile, sia nei materiali, lasciando il legno di larice totalmente a vista sia all’interno che all’esterno. Questa abitazione, definita passiva, si colloca in classe energetica A+ e consuma meno di 10 KWh/mqa, consentendo così un notevole risparmio energetico, un basso impatto ambientale e una diminuzione delle emissioni nocive dovute ai prodotti 52 di scarto. È definita passiva perché autosufficiente dal punto di vista dell’apporto di calore, eliminando completamente il bisogno dei tipici impianti di riscaldamento e di raffrescamento. Le vetrate che interrompono la struttura in legno consentono di immettere calore all’interno della casa e di mantenerlo grazie ad un recuperatore che utilizza un sistema di ventilazione meccanica controllata. Per il recupero dell’acqua piovana, con scopo di irrigazione e sanitario, è stato installato un serbatoio da 10000 litri. 53 8.5 Centro Polifunzionale Sociale Nazione: Italia Città: Brescia Anno: 2011-2012 Architetto: ABnormA Architetture L’intervento riguardante la realizzazione di un edificio a funzione sociale si inserisce in un’area triangolare di circa 3000 mq ai margini del centro storico di Brescia a ridosso della linea ferroviaria. L’edificio sorge su un’area sulla quale era situato un deposito demolito di cui resta solo un lato delle pareti perimetrali, il nuovo corpo si sviluppa su due piani fuori terra e uno in quota ribassata di circa 3 m rispetto al piano di campagna. Per sfruttare la maggiore superficie possibile con il minimo impatto volumetrico si è scelto un impianto a corte chiusa con un sistema distributivo su ballatoi interni. Il cantiere per la realizzazione dell’opera è rimasto attivo 365 giorni, dal 17 gennaio 2011 al 16 gennaio 2012. Elemento connotante l’intervento è il rivestimento in legno, che denuncia in modo esplicito la struttura dell’edificio realizzata integralmente in pannelli di legno XLAM, materiale dalle caratteristiche prestazionali compatibili con l’ambiente e il risparmio energetico e che arricchisce con la sua irregolare scabrosità il prospetto essenziale degli edifici. Il complesso ospita quat54 tro realtà associative. Nell’edificio è inoltre presente un’area residenziale progettata in coerenza con la vocazione sociale del complesso; sono stati infatti realizzati appartamenti in co-housing per studenti, tipologia decisamente rara nell’hinterland bresciano. Il progetto del centro polifunzionale sociale prevede la realizzazione di tre corpi principali realizzati in legno XLAM che si intersecano a formare una corte centrale irrigidita dalla presenza di una struttura in acciaio a sostegno dei solai e dei ballatoi distributivi. L’acqua calda dell’edificio per uso sanitario e per il riscaldamento viene prodotta da due impianti distinti: il primo costituito da una pompa di calore geotermica che sfrutta come volano termico l’acqua di falda, e il secondo da una centrale a biomassa (legna da ardere). Quest’ultima rappresenta la funzione tecnologica più “pesante”, per la quale è stato creato un corpo collaterale separato dalla struttura che prevede la possibilità di accesso a furgoni e mezzi da lavoro per consentire il carico e lo scarico del combustibile. La richiesta di energia elettrica dell’edificio è in parte assorbita dai pannelli fotovoltaici integrati, installati sulle falde del tetto orientate a Est e sulle coperture piane inclinando opportunamente i pannelli con l’ausilio di strutture leggere che limitano la percezione visiva dal fronte strada. 55 8.6 Social Main Street Nazione: Italia Città: Milano Anno: Architetto: URBAM + Dante Benini & Part- ners Architects Progettando nell’ambito del social housing, ovvero per clienti con un reddito identificato ma non sufficiente per acquistare, i progettisti dello studio URBAM + Dante Benini & Partners Architects hanno dovuto sviluppare a Milano un prototipo che si potesse replicare ed esportare, con inoltre un segno architettonico che fosse sinonimo di benessere. Il progetto sviluppato è stato quindi definito Social Main Street, in quanto a questo va il compito di rappresentare la strada maestra per il sociale. Per quanto riguarda l’analisi tecnica del progetto, si osserva come la composizione nasca da una forma elementare, il parallelepipedo, dato l’incremento di costi che sarebbe seguito ad un incremento della complessità di questa forma. Viene quindi presentata una torre in legno con 100 appartamenti e 2 piano adibiti a box per auto. Fino ad oggi la costruzione in XLAM più alta è quella a Murray Grove a Londra vista in precedenza, ma qui si arriverà a 15 piani, utilizzando un basamento tradi56 zionale di calcestruzzo armato di 3 piani con un cavedio centrale con struttura in metallo e tramezzi in legno. Risulterà dunque essere la costruzione in legno più alta del pianeta. Il progetto ha previsto un pieno sfruttamento dello spazio, dove tutto è adibito ad una funzione, prevedendo soluzioni di alta qualità per fornite indicazioni all’interno e all’esterno del palazzo. Ad ogni piano ci saranno zone giardino, mentre a piani alterni sono state previste postazioni Wi-Fi ed un cortile per il gioco dei bambini, il tutto completato da una palestra sulla copertura che sarà verde, per fare massa termica, con aree di svago e la possibilità di installare pannelli solari. Inoltre un serbatoio per l’acqua piovana permetterà l’irrigazione, il lavaggio delle aree comuni e lo scarico delle acque nere, mentre un sistema automatizzato autogenerante provvederà alla vaporizzazione ascensionale del cavedio centrale. Nella progettazione dell’edificio è stata posta attenzione nel cercare la massima razionalizzazione delle forme e degli spazi, utilizzando una pianta quadrata e schemi prospettici semplici e modulari. Basandosi sulla pianta, è stata studiata la distribuzione degli appartamenti di taglio minimo, ovvero 48 metri quadri, definita come cellula minima, scegliendo un’impostazione che garantisse 10 alloggi per 57 piano. È stato scelto un posizionamento a corona intorno ad una corte interna per permettere di dare forma all’edificio senza tuttavia condizionarne il contenuto. Infatti, salendo i vari piani, è possibile avere alloggi di dimensioni maggiori, grazie all’aggregazione delle cellule base. Ripetendo lo schema sono state, infatti, ottenute le abitazioni più grandi fino ad arrivare agli ultimi piani, dove sono collocati appartamenti di 100 metri quadri. Questo è stato possibile grazie allo svincolamento della pianta dell’edificio dal suo sistema distributivo e strutturale, cosa che ha permesso di ottenere un’estrema flessibilità sulla scelta delle tipologie abitative ed una notevole adattabilità in caso di possibili trasformazioni per cambio di esigenze da parte dei gestori del complesso. La distribuzione verticale viene consentita da 2 corpi separati di scale ed ascensori, la cui struttura ha inoltre una funzione portante per l’intero edificio. La distribuzione orizzontale è invece permessa da passerelle ancorate al perimetro interno della corona di appartamenti. Il profilo interno su cui corre la passerella ed il profilo esterno dell’edificio sono anche i setti portanti dell’involucro, con una soluzione che enfatizza la volontà di assicurare libertà e flessibilità degli interni per ogni possibile soluzione di spazi. Per dare al cavedio centrale anche funzioni di alta qualità sono stati studiati alcu58 ni piani particolari: ad intervalli regolari, sui vari piani, si potranno infatti trovare salette attrezzate allestibili ad area studio, area relax, sala lettura o piccoli giardinetti di natura rocciosa o vegetativa in base alle condizioni ambientali e di luce, comunque progettate per una facile gestione e manutenzione. Per contenere maggiormente i costi di costruzione, sono state utilizzate solo 3 tipologie di serramenti: finestratura grande, finestratura piccola per i bagni e bow-window. Osservando il prospetto, si nota come le posizioni in facciata delle finestrature siano scandite da un passo costante e modulare, con ampie possibilità di prefabbricazione. I bow-window, colorati con tonalità sgargianti per dare dinamicità al prospetto, sono anch’essi elementi prefabbricati, e vengono realizzati a forma di prisma con base a triangolo rettangolo, con tasselli annegati per il fissaggio al muro del prefabbricato già predisposto per l’alloggiamento. Grazie alla dinamicità della dislocazione dei bow-window, il loro differente orientamento e la scelta di un’ampia gamma cromatica, si sono ottenuti molteplici effetti: una forte identità personale dell’edificio, una forte identità individuale per ogni famiglia, un annullamento di ogni effetto di massificazione, una concentrazione ed omologazione che il fabbricato, per conto della sua mole imponente, assumerebbe facilmente. 59 8.7 Complesso via Cenni Nazione: Italia Città: Milano Anno: 2012-2013 Architetto: Fabrizio Rossi Prodi L’intervento di edilizia sociale a Milano si sviluppa su un’area complessiva di 17.000 metri quadrati secondo il progetto dell’architetto Fabrizio Rossi Prodi di Firenze. Il progetto nasce dal concetto di comunità e come questa possa essere sviluppata e consolidata anche in un contesto urbanistico monofunzionale e con una presenza limitata di poli aggreganti quale quello dell’ambito di via Cenni. In particolare il progetto si basa sulla considerazione che ad una varietà da un punto di vista tipologico degli alloggi corrisponde una varietà da un punto di vista sociale. Il punto di partenza è desunto dalla tradizione, ben rappresentata dalla cascina presente nell’area di via Cenni, così come lo sono le regole compositive di generazione e di articolazione del volume, l’impianto a corte e il tema dell’incastellamento, l’espressione invece è contemporanea. Elemento generatore del progetto è lo spazio aperto concepito come flusso di attività non solo tra i due margini costruiti adiacenti, della caserma e del deposito ATM, ma anche tra la città costruita e il sistema di città di transizione dove sono 60 presenti gli elementi principali del verde metropolitano. La continuità tra la dimensione privata dell’alloggio e quella pubblica degli spazi aperti è ben espressa dai temi architettonici delle terrazze e delle logge, elementi di caratterizzazione plastica del volume ma soprattutto espressione di una relazione tra il dentro e il fuori, tra la vita del singolo cittadino e quella dell’intera comunità. Il sistema costruttivo dell’edificio, 4 torri di 9 piani, per un totale di 123 appartamenti, é a pannelli portanti in legno XLAM. Si tratta di una soluzione preferita sia per motivi di carattere ecologico-ambientale sia per le potenzialità tecniche che consentono la realizzazione di edifici multipiano con elevate prestazioni in termini di sicurezza strutturale e comfort abitativo. Il valore della flessibilità proposto nella distribuzione degli spazi interni dell’alloggio, garantito dallo stesso sistema costruttivo, consente una personalizzazione dell’ambiente della casa secondo una modalità partecipata. Le peculiarità dell’involucro consentono, inoltre, la realizzazione di un edificio in classe energetica A in modo da ottenere un risparmio nella conduzione degli edifici. Altro importante traguardo raggiunto da questo edificio è i tempo di realizzazione, che ha superato le aspettative e si è ridotto a soli 18 mesi di cantiere. 61 8.8 Ecoscuola “Adriano Olivetti” Nazione: Italia Città: Scarmagno Anno: 2011-2012 Architetto: FFWD-Architettura Nel 2007 i comuni dell’Unione Collinare del Piccolo Anfiteatro Morenico Canavesano (Strambino, Scarmagno, Vialfrè, Romano Canavese, Perosa Canavese, Mercenasco, San Martino Canavese) decisero di realizzare un nuovo edificio per razionalizzare i propri plessi scolastici ormai inadeguati e di piccole dimensioni, in parte ancora costituiti da aule pluriclasse. Con l’ausilio di uno studio sulla migliore localizzazione del plesso scolastico venne scelta un’area nel comune di Scarmagno di proprietà comunale già urbanizzata e destinata ad impianti sportivi a poca distanza dal centro storico, dall’autostrada TorinoIvrea-Aosta e dal celebre complesso industriale dell’Olivetti. Il progetto della nuova scuola è stato assegnato nel 2008 allo studio associato FFWD Architettura. La nuova scuola, prevista per circa 130 allievi, si compone di spazi per la didattica (aule, laboratori e sala polivalente) ed una mensa, oltre gli spazi connettivi, per una superficie edificata complessiva di mq 1.200. I lavori sono iniziati nel mese di Settembre 2011 e si sono conclusi nello stesso mese del 2012 consentendo l’inizio dell’anno 62 scolastico 2012-2013 già nella nuova struttura. La sostenibilità ambientale ed energetica e l’inserimento paesaggistico sono stati i principi guida per il progetto della nuova scuola elementare. La forma del fabbricato è di tipo compatto con tetto piano e risulta disposto secondo l’orientamento Nord-Sud, ideale per conseguire una buona efficienza termica ed energetica. Nel lato Sud in cui si ottiene il massimo soleggiamento degli ambienti sono state disposte le aule contraddistinte da grandi vetrate. Nel lato nord che necessita, invece, di minori aperture sono state previste le parti destinate alle attività complementari, ai servizi ed agli spazi connettivi. La distribuzione degli spazi è semplice ed intuitiva: su due livelli per la parte principale del fabbricato destinata alle aule e ad un piano per le parte destinata a mensa, direttamente accessibile dall’ingresso principale e dalla corte interna caratterizzata da un prato verde. Il rivestimento delle facciate è stato principalmente realizzato in doghe di legno di larice sia per favorire un più delicato inserimento dell’edificio nel contesto paesaggistico della piana di Scarmagno contraddistinto ancora da macchie boscate e sia come segno concreto e visibile della sostenibilità ambientale ed energetica perseguita nella progettazione e realizzazione della nuova scuola. Gli sfondati dei prospetti interni verso la corte 63 a giardino sono, invece, rivestiti da pannelli in fibrocemento di colore bianco che si alternano alle ampie vetrate realizzate con serramenti in alluminio ad alte prestazioni energetiche adeguatamente protetti dallo sporto del fabbricato che funge anche da elemento frangisole. Le vetrate nel lato Sud sono poi ulteriormente schermate da un sistema di veneziane elettrificate del medesimo colore dei pannelli delle pareti: la regolazione della luminosità degli spazi interni determina perciò al contempo un dialogo tra il monocromatico dinamismo delle facciate con il prato della corte interna. Le grandi vetrate facilitano il contatto tra gli spazi interni dell’edificio con gli spazi esterni: le aule ed il locale mensa risultano “immersi” nello spazio verde della corte interna e nel paesaggio circostante, che nel corridoio al primo piano viene variamente incorniciato da un giocoso sistema di aperture. Le strutture portanti dell’edificio sono interamente realizzate con il sistema costruttivo in legno XLAM. Tra i vantaggi che si ricervavano in questo edificio e sono stati ottenuti grazie all’utilizzo di questa tecnologia ricordiamo: una maggiore velocità nella posa degli elementi strutturali, un minore consumo in cantiere di acqua e di energia elettrica ed una maggiore sostenibilità ambientale considerando che il legname oggi utilizzato è certificato e proviene da foreste a gestione controllata. 64 Un’altra significativa scelta progettuale è stata quella di non prevedere per l’impianto di riscaldamento l’uso di combustibili fossili. Pertanto è stato realizzato un impianto geotermico costituito da una pompa del tipo terreno/acqua che alimenta l’impianto termico costituito da pannelli radianti a pavimento in grado di assicurare un notevole comfort igrotermico. Il consumo di energia elettrica viene calmierato da un impianto fotovoltaico posto sul tetto dell’edificio, mentre l’acqua calda sanitaria viene fornita dai pannelli solari. Il necessario ricambio dell’aria nei locali dell’edificio è stato realizzato tramite un’Unità di Trattamento dell’Aria, con canalizzazioni di distribuzione aria poste nei controsoffitti. L’insieme di queste soluzioni impiantistiche hanno consentito alla nuova scuola di essere certificata nella classe energetica A+ con un consumo pari a 6,5 kWh/mc. 65 8.9 Complesso ex-Longinotti Nazione: Italia Città: Firenze Anno: 2011 Architetto: Case S.p.a Il complesso residenziale è stato realizzato nell’area che è stata fino al 1974 sede delle industrie Longinotti a Firenze. Da allora sono stati realizzati diversi progetti di riqualificazione urbana che hanno portato l’area di progetto alla conformazione attuale. Risulta però tuttora incompleto il recupero urbano del grande isolato compreso tra via Datini, via Erbosa, via Traversari e viale Giannotti. È stata quindi presentata il 13 marzo 2006 una variante urbanistica finalizzata alla “riduzione del disagio abitativo dei conduttori di immobili assoggettati a misure esecutive di rilascio”, caratterizzata da un forte carattere di sperimentazione e di biocompatibilità a basso impatto ambientale. Seguendo tali prescrizioni, è nato il progetto dell’edificio A, articolato sull’allineamento con edifici esistenti lungo il marciapiede di viale Giannotti, con gli arretramenti di 2 metri al piano terra ed al sesto piano nel rispetto delle normative. Osservando il fronte sui viali, si notano i caratteristici sporti scorrevoli nelle logge che, nell’utilizzo giornaliero, schermano dai 66 raggi solari e dal rumore degli autoveicoli, formando con i vari scorrimenti un fronte dinamico. Nel fronte sul retro, la composizione del prospetto è regolata nella parte centrale dal ritmo delle finestre quadrate, cui si aggiungono alcune zone arretrate per realizzare logge di pertinenza. Studiando invece l’edificio B, si osserva la pianta a corte, con 2 appartamenti a piano ed il piano terra dotato di accessi ai garage ed ai vari alloggi. Sul fronte lungo via Traversari è posizionato un volume utilizzato per la collocazione degli impianti, mentre la superficie rimanente è destinata a funzioni condominiali e parcheggio per cicli e motocicli. Infine l’edificio C, adibito a ludoteca, si inserisce all’interno della piazza adiacente, con un carattere di notevole leggerezza ed opportunamente colorata per assecondare il gradimento dei bambini che frequentano il parco sul quale si affaccia. Analizzata la composizione architettonica dei 3 edifici, ci si può concentrare sullo studio delle tecnologie costruttive. Le strutture sono infatti completamente realizzate utilizzando pannelli di legno massiccio XLAM. Questi vengono disposti ortogonalmente uno rispetto all’altro, così da formare elementi rigidi, resistenti e stabili, di spessore variabile tra gli 8 cm ed i 30 cm. L’ottimizzazione nell’utilizzo della tecnolo67 gia a pareti portanti in XLAM ha permesso di realizzare una struttura con elevato numero di piani (fino a 6 nell’edificio A), in cui le pareti ed i solai sono formati da diaframmi costituiti da pannelli in legno massiccio molto rigidi e resistenti, collegati tra loro grazie ad unioni meccaniche. In particolare, per l’edificio di 6 piani, la struttura verrà realizzata grazie a: – fondazioni e piano interrato con struttura in calcestruzzo armato; – 6 piani fuori terra con struttura interamente a pannelli in legno XLAM, incluse pareti, solai di interpiano e di copertura, scale e vani ascensore; – finiture tradizionali con intonaco e pannelli di rivestimento in legno-cemento lungo le facciate esterne, pannelli in cartongesso per le pareti interne, pavimentazioni in ceramica e controsoffitti in cartongesso. La resistenza sismica dell’edificio è stata dominante sin dalle prime fasi della progettazione rispetto agli altri aspetti. Lo studio progettuale ha dovuto affrontare ben 3 aspetti. Allo stato attuale, non si ha, infatti, conoscenza di realizzazioni di edifici a struttura in legno di queste dimensioni e con questo sistema costruttivo realizzate in zona sismica. In secondo luogo, l’essere partiti da una soluzione architettonica pensata nelle fasi iniziali per un sistema intelaiato in calcestruzzo armato, con soluzioni particolarmente impegnative dal punto di vista 68 strutturale (il corpo dell’edificio che va dal 1° al 5° piano sporge a sbalzo su 2 fronti rispetto al piano terreno, per poi riprendere la stessa configurazione planimetrica all’ultimo piano), ha reso ancora più impegnativa la progettazione. Come terzo aspetto, deve essere considerata l’attuale carenza di indicazioni sia progettuali che costruttive all’interno del quadro normativo sia italiano che europeo, che ha reso necessario uno sforzo progettuale maggiore per ricavare e motivare le scelte progettuali ed i metodi di calcolo adottati, così da garantire il pieno rispetto dei requisiti di sicurezza previsti dalla normativa in vigore. Come soluzione per i giunti tra i diversi pannelli verticali dello stesso piano si è optato per una sequenza di più pannelli che costituiscolo la stessa parete. L’utilizzo di questa soluzione, a differenza della realizzazione delle pareti con un unico pannello già dotato di tutte le aperture, permette di ottenere un migliore comportamento strutturale dell’edificio nei confronti delle azioni sismiche, una maggiore praticità e velocità durante le fasi di trasporto e montaggio dell’edificio. Durante la fase di modellazione, gli edifici sono stati elaborati schematizzando, oltre ai componenti strutturali in legno, anche tutti gli elementi di connessione meccanica con le relative caratteristiche di resistenza e rigidezza. 69 L’azione sismica è stata calcolata considerando l’edifico in Classe IV secondo il D.M. 14/01/2008, cioè come costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche di particolare importanza, anziché in Classe II, come previsto per gli edifici di civile abitazione, prevedendo quindi una condizione di carico notevolmente più gravosa rispetto a quella imposta dalla normativa. Sono state inoltre pienamente rispettare le indicazioni riportate nelle “Linee guida per l’edilizia sostenibile” della regione Toscana, e per la progettazione è stato fatto riferimento alle “Linee guida per l’edilizia in legno”, pubblicate dalla regione Toscana nel 2009, che hanno costituito un valido ed efficace strumento di supporto. Analizzando anche la resistenza al fuoco degli elementi strutturali, si osservano prestazioni di tutto rispetto: infatti la resistenza la fuoco è REI 60, con campate dei solai fino a 5,70 metri. 70 8.10 Asilo “La Velocca” Nazione: Italia Città: Poggio Picenze (AQ) Anno: 2010 Architetto: Marco Borriello Questo progetto è quello utilizzato da “Treviso x l’Aquila”, che ha lo scopo di donare un asilo nido al comune di Poggio Picenze in provincia dell’Aquila. Un comune che fa parte di un comprensorio di cinque località e che a causa del sisma ha perso completamente l’edificio pre-esistente. Quest’asilo è progettato per ospitare quaranta bambini di un’età compresa tra i tre mesi e i tre anni e prevede una struttura di elevato livello qualitativo dove ovviamente saranno rispettati tutti i requisiti di sicurezza, antisismicità e compatibilità con i moderni parametri di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico. Questi obiettivi sono stati raggiungibili grazie all’utilizzo della tecnologia del legno lamellare XLAM, applicata in maniera rigorosa sia in fase di progettazione che in fase di cantiere. In questo progetto sono presenti varie soluzioni che, come abbiamo già visto nei capitoli precedenti, sono essenziali per il raggiungimento di performance eccellenti in campo sismico e di isolamento termico. Il cordolo di base è realizzato in travatu71 ra di legno lamellare di larice fissato alla platea con idonei tasselli, impermeabilizzando con guaina sulla faccia inferiore a contatto con il calcestruzzo, il tutto a protezione delle pareti. Il fissaggio della parete stessa è fatto mediante staffe di acciaio zincato alla platea ed ai cordoli. La parete esterna portante è composta da una parete non a vista. L’isolamento termico continuo sulle pareti esterne è costituito da pannelli rigidi in lana di roccia di spessore 100 mm. L’isolamento alla base della parete è composto da pannelli di polistirene di densità 30 Kg/m3 posizionato su tutto il perimetro fino a 50 cm da terra per uno spessore 100mm. Il rivestimento interno delle pareti portanti è costituito da pannelli in lana di legno dello spessore di 50 mm fissati alla struttura in legno con apposita ferramenta, si hanno poi dei montanti tra i quali si ha lana di roccia, ancora più verso l’interno vengono applicate due lastre di cartongesso. Le pareti portanti interne sono sempre costituire da pannelli multistrato di abete rosso di spessore 97 mm. Da entrambi i lati si ha un’intercapedine costituita da un’ossatura metallica tra i cui montanti si ha lana di roccia. Le pareti divisorie sono di due tipi costituite in modo quasi identico, cambia lo spessore dell’ossatura metallica con l’interposizione di lana di roccia, nel primo caso ha spessore 75 mm, nel secondo 100 mm. 72 La copertura è a falda inclinata, composta di travature principali e secondarie in legno lamellare di abete rosso. Il perlinato in abete rosso ha uno spessore di 34 mm. Il tutto tagliato a misura, impregnato con prodotto fungo battericida-antimuffa alle resine vegetali e Sali di boro in soluzione acquosa. Tutte queste soluzioni, applicate in maniera rigorosa e precisa, hanno permesso all’edificio di ottenere la classificazione energetica A+ con un consumo di energia pari a 6,2 kWh/mc con una spesa molto contenuta rispetto ad altri edifici della stessa classe. 73 9. Vantaggi e svantaggi La costruzione di un edificio in XLAM è una scelta che presenta diversi vantaggi e svantaggi, sia per quanto riguarda le caratteristiche del materiale che la sua messa in opera. Dal punto di vista prestazionale abbiamo visto che grazie all’utilizzo del legno lamellare si ha il superamento del limite della campata libera e della curvatura. Da non trascurare è inoltre l’aumento delle prestazioni meccaniche dovute all’incrocio della nervatura tra le lamelle dei pannelli. Per quanto riguarda il fattore energetico i vantaggi legati all’utizzo di questa tecnologia sono molteplici, sia diretti che indiretti. Diretti perché l’energia impiegata nel processo produttivo è molto inferiore rispetto a quella che occorre per la realizzazione di abitazioni con cemento armato o in mattoni. A costi meno elevati e in meno tempo è possibile demolire manufatti in legno dove quest’ultimo è utilizzabile nuovamente in altri settori; indiretti poiché un edificio realizzato con questa tecnologia presentano un alto livello prestazionale di isolamento termico e acustico. Con l’utilizzo di questa tecnica costruttiva sono diversi anche i vantaggi di carattere economico e tempistico, strettamente legati tra loro. L’utilizzo di pannelli XLAM per l’edilizia consente di ottenere un edifi74 cio ad alta classe energetica anche con spessore molto ridotto rispetto ai materiali da costruzione tradizionali. Dal punto di vista sismico si consideri che il legno è un materiale con una rigidezza molto bassa e questo permette di assorbire l’energia del sisma; una costruzione in legno molto leggera risponde molto meglio alle sollecitazioni. Un altro importante vantaggio è quello della tempistica legata ai tempi di cantiere, notevolmente ridotti grazie alla maggior facilità di messa in opera dei pannelli XLAM e al loro peso ridotto, nonché all’assenza di lavorazioni umide, che richiedono molto tempo e manodopera. Si può considerare un’arma a doppio taglio l’accuratezza e la precisione del progetto con pannelli prefabbricati, che quasi non contempla le variazioni in corso d’opera. Se da un lato questo è molto positivo poiché non lascia nulla al caso, dall’altro si presenta come un grosso problema da affrontare in caso di imprevisto. La progettazione di un edificio in XLAM necessita di un’approfondita conoscenza del materiale e del suo comportamento. Questa conoscenza non è però diffusa tra i progettisti italiani e europei, il che rende più costosa la prestazione. Allo stesso modo la ditta di costruzione dovrà essere specializzata in questo tipo di edifici, rendendo il preventivo sicuramente più alto rispetto ad una ditta comune. 75 10. Conclusioni La cultura della progettazione con elementi strutturali lignei è ancora oggi, soprattutto in Italia, prerogativa di un ristretto numero di professionisti specializzati, mentre la crescente espansione del mercato edilizio in questa direzione richiederebbe una maggiore diffusione di competenze specifiche. Un altro grosso problema che si presenta in Italia, più che nel resto dell’Europa, è l’assenza dell’edificio in legno nella cultura più tradizionale. Questo problema è riscontrabile soprattutto nel comprtamento del committente che, non conoscendo il materiale, poiché assente nel panorama locale, è più propenso a scartarlo a favore di un materiale e una tecnologia tradizionali. Non giocano a favore della tecnologia del lamellare, e del legno in generale, i pregiudizi sulla sua durabilità e resistenza. Tradizionalmente l’abitazione è vista come una garanzia ed un bene che si tramanderà per generazioni, ed è idea comune che il legno non sia il materiale adatto al perseguimento di questo obiettivo. Inoltre nel centro e sud Italia la reperibilità del materiale legno è più limitata rispetto ad altri materiali da costruzione, come la pietra o la terra, e questo si ripercuote sui costi. Altro fattore che sicuramente influenza la 76 scelta del committente è la grande manutenzione che gli edifici in legno richiedono per mantenere un livello prestazionale alto. Ritengo comunque che il maggior limite alla diffusione della costruzione in XLAM e alla conoscenza dei suoi vantaggi e delle sue potenzialità sia da ricercare nella mancanza del materiale legno nella nostra cultura, nonché nella necessità di un’approfondita conoscenza delle sue applicazioni sia da parte dei progettisti che da parte delle ditte di costruzione. 77 12. Bibliografia - J. Natterer, T. Herzog, M. Volz, Grande atlante di architettura: Atlante del Legno, Ed. UTET, 1999 - Martelli, U. Sannino, A. Parducci, F. Braga, Moderni sistemi e tecnologie antisismici: Una guida per il progettista, Ed. 21mo Secolo, 2007 - Bernasconi, Xlam: proprietà e caratteristiche di un materiale innovativo, Convegno “L’altro massiccio – caratteristiche e possibilità d’impiego del materiale”, Novembre 2008 - A. Presutti, P. Evangelista, Edifici multipiano in legno a pannelli portanti in XLAM, Dario Flaccovio Editore, Marzo 2014 - M. Piazza, R. Tomasi, R. Modena, Strutture in legno, Ed. HOEPLI, 2009 - L. Zevi, E. Milone, M. Nicoletti, R. Perris, Il nuovissimo manuale dell’Architetto, Mancosu Editore, Gennaio 2003