FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE,
SOCIOLOGIA, COMUNICAZIONE
CORSO DI LAUREA IN «COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE E SVILUPPO»
Insegnamento
ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA E COMUNICAZIONE
A.A. 2016-2017
(PROF. M. BONOLIS)
Seconda parte del corso
Testo di riferimento:
Neil J. Smelser, Manuale di sociologia
Argomenti:
- SISTEMA CULTURALE (CAP. II)
- STRUTTURA SOCIALE (CAP. III)
- PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE
(CAP. IV)
- PROCESSI E MODELLI DI
INTERAZIONE (CAP. V)
- FENOMENI ORGANIZZATIVI (CAP. VI)
- DEVIANZA E CONTROLLO SOCIALE
(CAP. VII)
- LA VITA URBANA (CAP. VIII)
- COMPORTAMENTO COLLETTIVO (CAP.
XIX)
- STRATIFICAZIONE SOCIALE (CAP. IX)
- RELIGIONE (CAP. XV)
- ECONOMIA E SOCIETA’ (CAP. XVI)
- SISTEMA POLITICO (CAP. XVII)
- DINAMICHE DEMOGRAFICHE
(CAP. XVIII)
- MUTAMENTO SOCIALE (CAP. XX)
CAPITOLO II
CONCETTO DI CULTURA.
RISPOSTE E SIGNIFICATI
APPRESI.
CULTURA E PROCESSO
CULTURALE.
LINGUAGGIO (COME ESEMPIO).
AUTORIFERIMENTO.
TEMA DEL CONTROLLO
(REGOLAZIONE DEL
COMPORTAMENTO E
CANALIZZAZIONE PULSIONALE).
PROCESSO CULTURALE COME
SELEZIONE.
UNIVERSALI CULTURALI. PRO E
CONTRO A PROPOSITO DELLA
CONSISTENZA DEL CONCETTO.
ETNOCENTRISMO, RELATIVISMO
CULTURALE, EVOLUZIONISMO.
W. GOODENOUGH
(Elementi)
CONCETTI.
RELAZIONI FRA CONCETTI.
VERITA’ E CREDENZE.
INFORMAZIONI E SIGNIFICATI.
CONCOSCENZA EMPIRICA E
CONOSCENZA ESISTENZIALE.
ONTOLOGIA E SENSAZIONE DI
OGGETTIVITA’.
VALORI.
NORME (REGOLE).
INTERDIPENDENZA DEGLI
ELEMENTI E SANZIONI.
REPRESSIONE E RESTITUZIONE.
LINGUAGGIO. DEFINIZIONE.
ESPERIENZA NORMATIVA.
IDENTITA’.
IDEOLOGIA. DEFINIZIONE.
IDEOLOGIA E OPINIONE.
FUNZIONI
1) RIDUZIONE TENSIONE
SOCIALE (G. MYRDAL).
2) ESPRESSIONE DI INTERESSI.
3) FONTE DI SIGNIFICATO.
CONFLITTO CULTURALE
(DURKHEIM, OGBURN, BORDIEU).
DIVERSITA’ CULTURALE
1) CULTURA DI MASSA E
CULTURA POPOLARE.
2) SUBCULTURE (*).
3) CONTROCULTURE
(PROGETTO OPPOSITIVO).
(*)
CONCETTO DI SUBCULTURA
DEFINIZIONE MANUALISTICA
SOTTOINSIEME DI ELEMENTI
CULTURALI SIA IMMATERIALI
CHE MATERIALI…
(VALORI, CONOSCENZE,
LINGUAGGI, NORME DI
COMPORTAMENTO, STILI DI
VITA, STRUMENTI DI LAVORO)
…ELABORATO O UTILIZZATO DA
UN DATO SETTORE O SEGMENTO
O STRATO DI UNA SOCIETÀ
(UNA CLASSE, UNA COMUNITÀ
REGIONALE, UNA MINORANZA
ETNICA, UN'ASSOCIAZIONE
POLITICA, RELIGIOSA, SPORTIVA,
UNA CATEGORIA
PROFESSIONALE,
UN'ORGANIZZAZIONE COME LA
BUROCRAZIA, L'ESERCITO, UNA
GRANDE AZIENDA, OPPURE UNA
COMUNITÀ DEVIANTE COME LA
MALAVITA DI UNA METROPOLI O
LA MAFIA).
DEFINIZIONE ESSENZIALE
COMUNITA’ INTERPRETATIVA.
(Sei quadri concettuali - Testo L. Sciolla)
1.
SOCIETA’CULTURA
MODELLO FUNZIONALISTA
CONCETTO DI FUNZIONE
CONCETTO DI STRUTTURA
VARIANTI DEL CONCETTO DI
STRUTTURA IN SOCIOLOGIA
CONDIZIONE NORMATIVA
RAPPRESENTAZIONE (VEDI FILE
A PARTE)
ESPERIENZA ELEMENTARE
B. MALINOWSKI
R.K. MERTON
R. RADCLIFFE-BROWN
2.
SOCIETA’CULTURA
MODELLO CAUSALISTA
Causazione psichica - V. PARETO
Causazione sociale – K. MARX
Causazione sociale – E. DURKHEIM
Determinismo storico – Soc. della conosc.
Istituzionalismo – Produzione culturale
3.
SOCIETA’CULTURA
MODELLO STRUMENTALE
Utilità (Costi/Benefici).
Concetto di norma sociale
Razionalizzazione ex post (Ideologie)
Deterrenza) (Comportamentismo)
Attesa e previsione benefici
Teoria della scelta razionale (VEDI FILE A
PARTE)
4.
SOCIETA’CULTURA
MODELLO INTERAZIONISTA
Esperienza e routine
Rituale e produzione di significati
Teoria dei due stati del sociale (Durkheim)
5.
SOCIETA’CULTURA
MODELLO STRUTTURALISTA
Invarianza e predisposizionalità
Dualismo «primitivo»
Opposizioni binarie della mente
Significati nascosti
6.
CULTURASOCIETA’
1) MODELLO PARSONSIANO, DETTO ANCHE
MODELLO DELL’ATTORE SOCIALIZZATO.
INTERIORIZZZAZIONE DEGLI ELEMENTI
CULTURALI IN SEQUENZA ORDINATA
(VALORI): DAI BISOGNI DISPOSIZIONE AI
COMPORTAMENTI.
2) VARIANTE DELL’IDENTITA’ SOCIALE AL
MODELLO PARSONSIANO.
GRUPPI DI APPARTENENZA E GRUPPI DI
RIFERIMENTO.
CONDIVISIONE E CONGRUENZA TRA
NORMA E COMPORTAMENTO DI GRUPPO
(UNIFORMITA’) IN RAPPORTO AL
SENTIMENTO DI APPARTENENZA.
IDENTITA’ DI GRUPPO E CONTROLLO
SOCIALE (ALTERNATIVE DI
COMPORTAMENTO).
CAPITOLO III
CONCETTO DI RUOLO.
ANALISI COMPOSIZIONALE DEI
RUOLI IN PARSONS.
PROPRIETA’ DEI RUOLI.
BISOGNI SOCIALI ovvero
“REQUISITI FUNZIONALI DEI
SISTEMI SOCIALI” (Parsons):
comunicazione, produzione
distribuzione, protezione, sostituzione,
controllo.
CONCETTO DI SOCIETA’
1) TERRITORIO DI
RIFERIMENTO.
2) INDIPENDENZA POLITICA (°).
3) RIPRODUZIONE
DEMOGRAFICA.
4) SISTEMA CULTURALE
NORMATIVO. (°)
(°) Precisazioni (Smelser)
Gerhard Lenski (1966)
DESCRIZIONE TIPOLOGICA
1) SOCIETA’ DI CACCIA E
RACCOLTA
Forza fisica Sussistenza
2) SOCIETA’ ORTICOLE
Coltivazione
Sussistenza
Consanguineità Clan
3) SOCIETA’ AGRICOLE
Progresso tecnico
Eccedenza (surplus)
Nuove professioni
LussoMonarchie
Area non produttiva
4) SOCIETA’ INDUSTRIALE
Produttività
Mutamenti di scala
Taylorismo; Fordismo
Democrazie
Rappresentanza
degli interessi.
Pluralismo
CONCETTI FONDAMENTALI DEL
MODELLO
1) Sistema economico E sistema
politico
2) SURPLUS
3) Espansione evolutiva delle
disuguaglianze
4) Contrazione evolutiva delle
disuguaglianze
FERDINAND TOENNIES
(GEMEINSCHAFT UND
GESELLSCHAFT)
1) VOLONTA’ ESSENZIALE E
VOLONTA’ ARBITRARIA.
2) ANTEPREDICATIVITA’ E
PREDICATIVITA’.
3) DUE TIPI DI MOTIVAZIONE
INDIVIDUALE.
4) CONTROLLO SOCIALE E
COESIONE. SOCIALE (A) PER
‘APPARTENENZA’ (B) PER
ORDINAMENTO. VEDI
REPRESSIONE E
RESTITUZIONE, DUE FORME
DI ‘DIRITTO’.
5) DIVISIONE DEL LAVORO.
PRIMATO DELLA
RECIPROCITA’ E PRIMATO
DELLA
COMPLEMENTARIETA’.
6) TRADIZIONE E RELIGIOSITA’
contro PROCEDURE DI
STATUIZIONE (POLITICA).
CAPITOLO IV
DEFINIZIONE DI
SOCIALIZZAZIONE.
PRESUPPOSTI DEL PROCESSO
1) INTERAZIONE (DA
SENSITIVITA’ IN PARSONS)
“Aspettative di ruolo”
2) CONFORMITA’
“Propensione alla conformità”
3) ADATTAMENTO (DA
PLASTICITA’ IN PARSONS)
“Modifica del comportamento”
PRINCIPALI TEORIE DELLA
SOCIALIZZAZIONE -_ASSE DEL
CONDIZIONAMENTO
(INTERNO/ESTERNO)
I (Sé)
C.H. Cooley, G.H. Mead
E. Erikson, R. Spitz
PD
S. Freud
L. Kohlberg
C
J. Piaget
LEGENDA – I=Interazionismo, Bacone, «esterno».
C=Cognitivismo, Cartesio, «interno».
PD=Psicodinamica (a metà strada fra I e C).
CHARLES HORTON COOLEY
PERSONALITA’ E INTERAZIONE
“Looking Glass Self” (EGO/ALTER)
1) Ns. pensiero → Giudizio Alii
2) Ns. pensiero →Reazione Alii
3) Ns. pensiero →Ns. reazione
GEORGE HERBERT MEAD
PERSONALITÀ E INTERAZIONE
IMITAZIONE
GIOCO LIBERO
(“Altro significativo”)
GIOCO ORGANIZZATO
(“Altro generalizzato”)
GEORGE HERBERT MEAD
PERSONALITÀ E INTERAZIONE
DUE TIPI DI «ALTER»
1) “SIGNIFICATIVO”
2) “GENERALIZZATO”
CATEGORIALITÀ
ESEMPIO DEL RUOLO
A) “ESTERIORITÀ”
B) “COERCIZIONE”
FATTO SOCIALE
JEAN PIAGET
I LIMITI ‘INTERNI’
DELL’APPRENDIMENTO
1) STADIO SENSO-MOTORIO (≤2)
2) STADIO PRE-OPERATIVO (2≤7)
3) STADIO DELLE OPERAZIONI
CONCRETE (7≤12)
4) STADIO DELLE OPERAZIONI
FORMALI (12≤15)
LAWRENCE KOHLBERG
PERSONALITÀ E SVILUPPO
MORALE
1) SANZIONI NEGATIVE
2) SANZIONI POSITIVE
3) RICERCA APPROVAZIONE
4) CONFINE GIUSTO/INGIUSTO
5) UNIVERSALIZZAZIONE COME
‘IMMAGINAZIONE’ &
ASTRAZIONE
6) ETICITA’
Richiamo a Freud
Cfr file della Prima Parte del Corso
Isomorfismo tra sviluppo psicosessuale
(decentramento erogeno), formazione
delle istanze emotive e di controllo delle
emozioni, partizione delle funzioni e
delle strutture cognitive.
ERIK ERIKSON
PERSONALITÀ ‘SOCIALE’
1) FIDUCIA/SFIDUCIA (≤1) (come
R. Spitz)
2) AUTONOMIA/VERGOGNA (1≤2)
(ctrl Sé)
3) INIZIATIVA/SENSO DI COLPA
(2≤5)
(reattività, curiosità)
4) ATTIVITA’/INFERIORITA’ (612) (prestazione)
5) IDENTITA’/CONFUSIONE (1217) (pubertà, prospettiva, scelte)
6) INTIMITA’/ISOLAMENTO (1820’) (affetti)
7) IMPEGNO/STAGNAZIONE (30’50’)
8) INTEGRITA’/DISPERAZIONE
(≤60’) (bilancio, autostima)
ORVILLE BRIM
SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA E
SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA
COMPORTAMENTO INTERNO/
ASSOLUTIZZAZIONE /
MOTIVAZIONE, STABILITA’,
ADESIONE E OBBEDIENZA
COMPORTAMENTO ESTERNO /
RELATIVIZZAZIONE / CAPACITA’
SPECIFICHE, MODIFICABILITA’,
VALUTAZIONE E DECISIONE
LE PRECONDIZIONI DELLA
SOCIALIZZAZIONE
(René Spitz)
CASI DI INDIGENZA E
PRIVAZIONE MATERIALE
DIVERSI ESITI DEL TENTATIVO DI
‘RIPRESA’ DEL PROCESSO DI
APPRENDIMENTO
ISTITUZIONALIZZAZIONE
IMPERSONALITA’ DEL
TRATTAMENTO
DIFFERENZA TRA
ORFANATROFIO E ASILO NIDO
CARCERARIO
DIFFERENZA DI ESITI IN
ESPERIEMENTO ETOLOGICO
(scimmie con alimentazione automatica
e scimmie con fantoccio)
CURA, ASSISTENZA, BENI
ADDIZIONALI,RICONOSCIMENTO
FIDUCIA E ‘DISPOSIZIONE’
ALL’AFFIDAMENTO
(APPRENDIMENTO)
CAPITOLO VII
SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA
Schema dei passaggi
1) Età presociologica
2) Tradizione durkheimiana
3) Impostazione sociologica
4) Varietà teorie
TEORIE NON SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA
Edonismo classico e primo positivismo
Due modelli esplicativi e un problema aperto
CONDIZIONI (+) →→→COMPORTAMENTO (+) →→→PENA-CAUSA
←←←←←←←←←←←←←←← ( )
(+)
CONDIZIONI-CAUSA→→→→→COMPORTAMENTO
CONDIZIONI-CAUSA: INTERNO / ESTERNO
TEORIE NON SOCIOLOGICHE
DELLA DEVIANZA
1) EDONISMO CLASSICO (‘DETERRENZA’)
Cesare Beccaria (1764)
Geremy Bentham (1789)
Jack P. Gibbs (1960-’80)
SEVERITA’
CERTEZZA
CELERITA’
SENSIBILIZZAZ.
PUNITI + INFO AI
NON VIOLATORI
VIOLAZIONE
2) PRIMO POSITIVISMO
Cesare Lombroso (1876)
William Sheldon (1949)
DETERMINISMO CAUSALE, ANORMALITA’,
GUARIGIONE, CONTROLLO
H. J. EYSENCK (1960-1980)
1) Teoria dell’apprendimento
(“Learning Theory”)
Schema
S→R
2) Effetti cumulativi – Rinforzo –
Plasticità ontogenetica decrescente
3) S→O→R
4) PB = PC, E
Problemi
(I) Occasionalità / Settorialità
(II) Condizionamento unidirezionale
WILLIAM SHELDON (1949)
Teoria (non sociologica, per eccellenza) in due
punti + due sul paradosso della sua conferma
1) SOMATOTIPO→TEMPERAMENTO
Endomorfia
Mesomorfia
Ectomorfia
Viscerotonia
Somatomia
Cerebrotonia
2) CONSEGUENZE DI UNO SQUILIBRIO
7–1–1
1–7–1
1–1–7
Maniaco depressivo
Paranoico
Schizofrenico
MA …
3) RUOLO DEL CONTESTO
4) CONFERMA EX POST FACTO
NATURALISMO DI SHELDON
ENDOMORFIA
↓
↓
Massa
Pinguedine
(VISCEROTONIA)
COMFORT FISICO
MANGIARE
SONNO PROFONDO
SOCIEVOLEZZA
LENTEZZA
MESOMORFIA
↓
↓
Organi motori
(SOMATOMIA)
ECTOMORFIA
↓
↓
Sistema nervoso
(CEREBROTONIA)
AVVENTURA
ATTIVISMO
RUMORE
CAUSTROFOBIA
GRINTA
PRIVACY
IPERSENSIBILITA’
SOLITUDINE
SOCIOFOBIA
SONNO LEGGERO
NATURALISMO DI SHELDON
Paradosso confermativo e richiami connessi
1) Teorema di William Thomas
2) “Profezia che si autoavvera” (R. K. Merton,
R. Boudon)
3) Conseguenze non intenzionali (Max Weber)
4) Concetto di interazione
SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA
Principi teorici qualificanti
1) Ego(C)/Alter(D)/Osservatore
2) Dati di Valore # Valori
3) Norma / Violazione / Aspettativa –
Concetto di «norma sociale» – Norma e
norma sociale
4) Contesto del «gruppo»
5) Contesto della «situazione»
6) Contesto del «ruolo»
7) Contesto della settorialità
8) Direzione; Intensità; Varianza
9) Continuum ‘conformità-devianza’
10) Rifiuto di definizioni analitiche
(intrinseche; essenzialiste)
F.H. ALLPORT (1934)
d. d.
L. di T.
d. a.
MEMORANDUM
SITUAZIONE
ATTORE (SOCIALE)
OSSERVATORE
TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA
DEVIANZA
Strutturaliste
E. DURKHEIM
R. K. MERTON
Genetico-culturali
E. SUTHERLAND
Sub-culturali
A. COHEN
W. MILLER
Labelist
E. LEMERT
W. GOVE
H. BECKER
H. HUGHES
Conflittualiste
(Radicals)
J. TAYLOR
P. WALTON
J. YOUNG
R. QUINNEY
ROBERT KING MERTON (1949)
“Modi di adattamento”
Mezzi
istituzionalizzati
Mete
culturali
CONFORMISMO
+
+
INNOVAZIONE
--
+
RITUALISMO
+
--
RIBELLIONE
±
±
RINUNCIA
--
--
IMPOSTAZIONE DEL MODELLO DI MERTON
1)
E’ UN MODELLO FORMALE, NEL SENSO CHE I
CONCETTI DEI QUALI SI COMPONE SI RIFERISCONO
A QUALSIASI «TIPO» DI ORGANIZZAZIONE, O
GRUPPO, O INSIEME SOCIALE
2)
IL SUO OGGETTO E’ L’INTEGRAZIONE DI TALE
INSIEME SOCIALE
3)
LE COMPONENTI PRINCIPALI DI TALE
INTEGRAZIONE SONO TRE E SONO OMOLOGHE (CHE
NON VUOL DIRE CONCETTUALMENTE IDENTICHE) A
QUELLE PARSONSIANE DENOMINATE “CENTRI”
4)
IL SIGNIFICATO SOCIOLOGICO DELLA NOZIONE DI
INTEGRAZIONE SI CHIARISCE PER QUESTA VIA
5)
SISTEMA CULTURALE DEI FINI (FM)
6)
MEZZI COME RISORSE-OPPORTUNITÁ
7)
COMPONENTE NORMATIVA DEI MEZZI (MI)
8)
ADEGUATEZZA TELEOLOGICA DEI MEZZI
ISTITUZIONALIZZATI E ADEGUATEZZA ETICA
9)
IL SOGGETTO DI ADATTAMENTO (SA)
10) LE DUE FONTI DI ADATTAMENTO (FC↔MI→SA; FCMI→SA)
IMPOSTAZIONE DEL MODELLO DI MERTON
IL TEMA DELL’ANOMIA
a) IL PUNTO 10) AFFERMA CHE LE FONTI DI
ADATTAMENTO (FC↔MI→SA; FC-MI→SA) VANNO
RIFERITE A DUE CONDIZIONI, NON
NECESSARIAMENTE ALTERNATIVE:
L’INTEGRAZIONE MEZZI-FINI E
L’INTEGRAZIONE DEL SOGGETTO DI
ADATTAMENTO RISPETTO ALLO STATO DI
INTEGRAZIONE MEZZI-FINI
b) IL CONCETTO DI ANOMIA DESIGNA UNO
‘SLITTAMENTO’ FRA GLI ESTREMI DEL PRIMO
LIVELLO DI INTEGRAZIONE, NEL SENSO DI UNA
SOPRAVVALUTAZIONE DEI FINI RISPETTO AI
MEZZI E, NELLO STESSO TEMPO, NEL SENSO DI
UNA INDETERMINAZIONE ORDINATA DEI PRIMI E
DEI SECONDI
c) CORRELATIVAMENTE, IL SOGGETTO DI
ADATTAMENTO PUO’ DAL SUO CANTO
ESASPERARE LO STATO DI ANOMIA
PRODUCENDO COMPORTAMENTI COSTITUTIVI
DI QUESTA STESSA MANCATA INTEGRAZIONE
TRA MEZZI ISTITUZIONALIZZATI E FINI
CULTURALI
DIBATTITO SUL MODELLO DI
MERTON (anni Sessanta)
1) RILIEVO CRITICO ALL’AUTORE – La
devianza è solo un punto di arrivo – Resta
indeterminato il nesso esplicativo
2) RISPOSTA DI MERTON – I mezzi sono
opportunità, perciò tutto dipende dalla
posizione sociale
3) SECONDO RILIEVO
(CONTRORISPOSTA) – Allora è lecito
dubitare anche della omogeneità dei fini; e
delle stesse motivazioni
4) RISPOSTA PROPOSITIVA – E’ in atto un
principio di “stiramento dei valori” (valuestretch), che produce, di fatto,
differenziazione
Hyman RODMAN (1963)
sul modello di Merton
“Value Stretch Theory”
VALORI, METE
+
ASPIRAZIONE
Divario di concordanza
ASPETTAZIONE
Surplus di soddisfazione
TOLLERANZA
VEDI IN J. MADGE
1) Teoria della dissonanza cognitiva (L. Festinger)
2) “The American Dilemma” (G. Myrdal)
Teorie sub-culturali della devianza
MODELLO ADATTIVO
“PROBLEMI”
ESPRESSIVI
STRUMENTALI
↓
↓
MODI STANDARD←←
↓
↑
↓
NO
↓
↑
←←←SOLUZIONE?→→→
↓
↓
↓
↓
↓
↓
↓
MODI NON STANDARD
↓
↓
FORMAZIONE
SUB-CULTURALE
Teorie sub-culturali della devianza
MODELLO ADATTIVO
A. COHEN
(Delinquent Boys Theory)
SOCIALIZZAZIONE
↓
STANDARD CLASSE MEDIA
↓
DIFFERENZIAZIONE OPPORTUNITÁ
↓
AMBIVALENZA
IDENTIFICAZIONE/DISTACCO
↓
FORMAZIONE REATTIVA
↓
● Gratuità
● Malignità
● Distruttività
Teorie sub-culturali della devianza
MODELLO TRADIZIONALISTA
W. MILLER
(Female-based Household Theory)
1) Evitare di cacciarsi nei guai
2) “Toughness”
3) Furbizia – Ricerca del ‘minimo
sforzo’
4) Spirito emozionale della
‘caccia’
5) Mito del destino
6) Adesione ai contesti di
‘Autonomia & Forza’
“LABELING THEORY”
(Edwin Lemert e suoi epigoni)
1) NESSUN ATTO E’ INTRINSECAMENTE
DEVIANTE – CENTRALITA’ DELLA
“REAZIONE SOCIALE”
2) MA REAZIONE ED EFFETTI DELLA
REAZIONE DIPENDONO DALLA FORZA
DEI GRUPPI SOCIALI
3) CRIMINALE NON E’ CHI VIOLA LA
LEGGE MA CHI E’ DESIGNATO TALE DA:
a) AUTORITA’ COSTITUITE b) SOGGETTI
COLLETTIVI c) OPINIONE PUBBLICA
4) I POLI ‘DEVIANZA-NORMALITÁ’ NON
SONO UNA DICOTOMIA
“LABELING THEORY”
(Edwin Lemert e suoi epigoni)
Distinzione tra “devianza putativa” e “devianza
comportamentale”. La “carriera deviante”
1) DEVIAZIONE PRIMARIA (d.c.)
2) SANZIONI SOCIALI (--)
3) ANCORA DEVIAZIONE PRIMARIA (d.c.)
4) PIU’ FORTI SANZIONI SOCIALI (----)
5) ANCORA DEVIAZIONE PRIMARIA (d.c.)
6) OSTILITÁ, SCENDE LA
TOLLERANZA, STIGMA
(----) →→(d.p.)
7) CONTROREAZIONE E
RINFORZO DELLA
DEVIAZIONE (d.c.)
8) ACCETTAZIONE
STATUS E ADATTAMENTO (d.c. = d.p.)