FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIOLOGIA, COMUNICAZIONE CORSO DI LAUREA IN «COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E SVILUPPO» Insegnamento ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA E COMUNICAZIONE A.A. 2016-2017 (PROF. M. BONOLIS) Seconda parte del corso Testo di riferimento: Neil J. Smelser, Manuale di sociologia Argomenti: - SISTEMA CULTURALE (CAP. II) - STRUTTURA SOCIALE (CAP. III) - PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE (CAP. IV) - PROCESSI E MODELLI DI INTERAZIONE (CAP. V) - FENOMENI ORGANIZZATIVI (CAP. VI) - DEVIANZA E CONTROLLO SOCIALE (CAP. VII) - LA VITA URBANA (CAP. VIII) - COMPORTAMENTO COLLETTIVO (CAP. XIX) - STRATIFICAZIONE SOCIALE (CAP. IX) - RELIGIONE (CAP. XV) - ECONOMIA E SOCIETA’ (CAP. XVI) - SISTEMA POLITICO (CAP. XVII) - DINAMICHE DEMOGRAFICHE (CAP. XVIII) - MUTAMENTO SOCIALE (CAP. XX) CAPITOLO II CONCETTO DI CULTURA. RISPOSTE E SIGNIFICATI APPRESI. CULTURA E PROCESSO CULTURALE. LINGUAGGIO (COME ESEMPIO). AUTORIFERIMENTO. TEMA DEL CONTROLLO (REGOLAZIONE DEL COMPORTAMENTO E CANALIZZAZIONE PULSIONALE). PROCESSO CULTURALE COME SELEZIONE. UNIVERSALI CULTURALI. PRO E CONTRO A PROPOSITO DELLA CONSISTENZA DEL CONCETTO. ETNOCENTRISMO, RELATIVISMO CULTURALE, EVOLUZIONISMO. W. GOODENOUGH (Elementi) CONCETTI. RELAZIONI FRA CONCETTI. VERITA’ E CREDENZE. INFORMAZIONI E SIGNIFICATI. CONCOSCENZA EMPIRICA E CONOSCENZA ESISTENZIALE. ONTOLOGIA E SENSAZIONE DI OGGETTIVITA’. VALORI. NORME (REGOLE). INTERDIPENDENZA DEGLI ELEMENTI E SANZIONI. REPRESSIONE E RESTITUZIONE. LINGUAGGIO. DEFINIZIONE. ESPERIENZA NORMATIVA. IDENTITA’. IDEOLOGIA. DEFINIZIONE. IDEOLOGIA E OPINIONE. FUNZIONI 1) RIDUZIONE TENSIONE SOCIALE (G. MYRDAL). 2) ESPRESSIONE DI INTERESSI. 3) FONTE DI SIGNIFICATO. CONFLITTO CULTURALE (DURKHEIM, OGBURN, BORDIEU). DIVERSITA’ CULTURALE 1) CULTURA DI MASSA E CULTURA POPOLARE. 2) SUBCULTURE (*). 3) CONTROCULTURE (PROGETTO OPPOSITIVO). (*) CONCETTO DI SUBCULTURA DEFINIZIONE MANUALISTICA SOTTOINSIEME DI ELEMENTI CULTURALI SIA IMMATERIALI CHE MATERIALI… (VALORI, CONOSCENZE, LINGUAGGI, NORME DI COMPORTAMENTO, STILI DI VITA, STRUMENTI DI LAVORO) …ELABORATO O UTILIZZATO DA UN DATO SETTORE O SEGMENTO O STRATO DI UNA SOCIETÀ (UNA CLASSE, UNA COMUNITÀ REGIONALE, UNA MINORANZA ETNICA, UN'ASSOCIAZIONE POLITICA, RELIGIOSA, SPORTIVA, UNA CATEGORIA PROFESSIONALE, UN'ORGANIZZAZIONE COME LA BUROCRAZIA, L'ESERCITO, UNA GRANDE AZIENDA, OPPURE UNA COMUNITÀ DEVIANTE COME LA MALAVITA DI UNA METROPOLI O LA MAFIA). DEFINIZIONE ESSENZIALE COMUNITA’ INTERPRETATIVA. (Sei quadri concettuali - Testo L. Sciolla) 1. SOCIETA’CULTURA MODELLO FUNZIONALISTA CONCETTO DI FUNZIONE CONCETTO DI STRUTTURA VARIANTI DEL CONCETTO DI STRUTTURA IN SOCIOLOGIA CONDIZIONE NORMATIVA RAPPRESENTAZIONE (VEDI FILE A PARTE) ESPERIENZA ELEMENTARE B. MALINOWSKI R.K. MERTON R. RADCLIFFE-BROWN 2. SOCIETA’CULTURA MODELLO CAUSALISTA Causazione psichica - V. PARETO Causazione sociale – K. MARX Causazione sociale – E. DURKHEIM Determinismo storico – Soc. della conosc. Istituzionalismo – Produzione culturale 3. SOCIETA’CULTURA MODELLO STRUMENTALE Utilità (Costi/Benefici). Concetto di norma sociale Razionalizzazione ex post (Ideologie) Deterrenza) (Comportamentismo) Attesa e previsione benefici Teoria della scelta razionale (VEDI FILE A PARTE) 4. SOCIETA’CULTURA MODELLO INTERAZIONISTA Esperienza e routine Rituale e produzione di significati Teoria dei due stati del sociale (Durkheim) 5. SOCIETA’CULTURA MODELLO STRUTTURALISTA Invarianza e predisposizionalità Dualismo «primitivo» Opposizioni binarie della mente Significati nascosti 6. CULTURASOCIETA’ 1) MODELLO PARSONSIANO, DETTO ANCHE MODELLO DELL’ATTORE SOCIALIZZATO. INTERIORIZZZAZIONE DEGLI ELEMENTI CULTURALI IN SEQUENZA ORDINATA (VALORI): DAI BISOGNI DISPOSIZIONE AI COMPORTAMENTI. 2) VARIANTE DELL’IDENTITA’ SOCIALE AL MODELLO PARSONSIANO. GRUPPI DI APPARTENENZA E GRUPPI DI RIFERIMENTO. CONDIVISIONE E CONGRUENZA TRA NORMA E COMPORTAMENTO DI GRUPPO (UNIFORMITA’) IN RAPPORTO AL SENTIMENTO DI APPARTENENZA. IDENTITA’ DI GRUPPO E CONTROLLO SOCIALE (ALTERNATIVE DI COMPORTAMENTO). CAPITOLO III CONCETTO DI RUOLO. ANALISI COMPOSIZIONALE DEI RUOLI IN PARSONS. PROPRIETA’ DEI RUOLI. BISOGNI SOCIALI ovvero “REQUISITI FUNZIONALI DEI SISTEMI SOCIALI” (Parsons): comunicazione, produzione distribuzione, protezione, sostituzione, controllo. CONCETTO DI SOCIETA’ 1) TERRITORIO DI RIFERIMENTO. 2) INDIPENDENZA POLITICA (°). 3) RIPRODUZIONE DEMOGRAFICA. 4) SISTEMA CULTURALE NORMATIVO. (°) (°) Precisazioni (Smelser) Gerhard Lenski (1966) DESCRIZIONE TIPOLOGICA 1) SOCIETA’ DI CACCIA E RACCOLTA Forza fisica Sussistenza 2) SOCIETA’ ORTICOLE Coltivazione Sussistenza Consanguineità Clan 3) SOCIETA’ AGRICOLE Progresso tecnico Eccedenza (surplus) Nuove professioni LussoMonarchie Area non produttiva 4) SOCIETA’ INDUSTRIALE Produttività Mutamenti di scala Taylorismo; Fordismo Democrazie Rappresentanza degli interessi. Pluralismo CONCETTI FONDAMENTALI DEL MODELLO 1) Sistema economico E sistema politico 2) SURPLUS 3) Espansione evolutiva delle disuguaglianze 4) Contrazione evolutiva delle disuguaglianze FERDINAND TOENNIES (GEMEINSCHAFT UND GESELLSCHAFT) 1) VOLONTA’ ESSENZIALE E VOLONTA’ ARBITRARIA. 2) ANTEPREDICATIVITA’ E PREDICATIVITA’. 3) DUE TIPI DI MOTIVAZIONE INDIVIDUALE. 4) CONTROLLO SOCIALE E COESIONE. SOCIALE (A) PER ‘APPARTENENZA’ (B) PER ORDINAMENTO. VEDI REPRESSIONE E RESTITUZIONE, DUE FORME DI ‘DIRITTO’. 5) DIVISIONE DEL LAVORO. PRIMATO DELLA RECIPROCITA’ E PRIMATO DELLA COMPLEMENTARIETA’. 6) TRADIZIONE E RELIGIOSITA’ contro PROCEDURE DI STATUIZIONE (POLITICA). CAPITOLO IV DEFINIZIONE DI SOCIALIZZAZIONE. PRESUPPOSTI DEL PROCESSO 1) INTERAZIONE (DA SENSITIVITA’ IN PARSONS) “Aspettative di ruolo” 2) CONFORMITA’ “Propensione alla conformità” 3) ADATTAMENTO (DA PLASTICITA’ IN PARSONS) “Modifica del comportamento” PRINCIPALI TEORIE DELLA SOCIALIZZAZIONE -_ASSE DEL CONDIZIONAMENTO (INTERNO/ESTERNO) I (Sé) C.H. Cooley, G.H. Mead E. Erikson, R. Spitz PD S. Freud L. Kohlberg C J. Piaget LEGENDA – I=Interazionismo, Bacone, «esterno». C=Cognitivismo, Cartesio, «interno». PD=Psicodinamica (a metà strada fra I e C). CHARLES HORTON COOLEY PERSONALITA’ E INTERAZIONE “Looking Glass Self” (EGO/ALTER) 1) Ns. pensiero → Giudizio Alii 2) Ns. pensiero →Reazione Alii 3) Ns. pensiero →Ns. reazione GEORGE HERBERT MEAD PERSONALITÀ E INTERAZIONE IMITAZIONE GIOCO LIBERO (“Altro significativo”) GIOCO ORGANIZZATO (“Altro generalizzato”) GEORGE HERBERT MEAD PERSONALITÀ E INTERAZIONE DUE TIPI DI «ALTER» 1) “SIGNIFICATIVO” 2) “GENERALIZZATO” CATEGORIALITÀ ESEMPIO DEL RUOLO A) “ESTERIORITÀ” B) “COERCIZIONE” FATTO SOCIALE JEAN PIAGET I LIMITI ‘INTERNI’ DELL’APPRENDIMENTO 1) STADIO SENSO-MOTORIO (≤2) 2) STADIO PRE-OPERATIVO (2≤7) 3) STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (7≤12) 4) STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI (12≤15) LAWRENCE KOHLBERG PERSONALITÀ E SVILUPPO MORALE 1) SANZIONI NEGATIVE 2) SANZIONI POSITIVE 3) RICERCA APPROVAZIONE 4) CONFINE GIUSTO/INGIUSTO 5) UNIVERSALIZZAZIONE COME ‘IMMAGINAZIONE’ & ASTRAZIONE 6) ETICITA’ Richiamo a Freud Cfr file della Prima Parte del Corso Isomorfismo tra sviluppo psicosessuale (decentramento erogeno), formazione delle istanze emotive e di controllo delle emozioni, partizione delle funzioni e delle strutture cognitive. ERIK ERIKSON PERSONALITÀ ‘SOCIALE’ 1) FIDUCIA/SFIDUCIA (≤1) (come R. Spitz) 2) AUTONOMIA/VERGOGNA (1≤2) (ctrl Sé) 3) INIZIATIVA/SENSO DI COLPA (2≤5) (reattività, curiosità) 4) ATTIVITA’/INFERIORITA’ (612) (prestazione) 5) IDENTITA’/CONFUSIONE (1217) (pubertà, prospettiva, scelte) 6) INTIMITA’/ISOLAMENTO (1820’) (affetti) 7) IMPEGNO/STAGNAZIONE (30’50’) 8) INTEGRITA’/DISPERAZIONE (≤60’) (bilancio, autostima) ORVILLE BRIM SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA E SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA COMPORTAMENTO INTERNO/ ASSOLUTIZZAZIONE / MOTIVAZIONE, STABILITA’, ADESIONE E OBBEDIENZA COMPORTAMENTO ESTERNO / RELATIVIZZAZIONE / CAPACITA’ SPECIFICHE, MODIFICABILITA’, VALUTAZIONE E DECISIONE LE PRECONDIZIONI DELLA SOCIALIZZAZIONE (René Spitz) CASI DI INDIGENZA E PRIVAZIONE MATERIALE DIVERSI ESITI DEL TENTATIVO DI ‘RIPRESA’ DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO ISTITUZIONALIZZAZIONE IMPERSONALITA’ DEL TRATTAMENTO DIFFERENZA TRA ORFANATROFIO E ASILO NIDO CARCERARIO DIFFERENZA DI ESITI IN ESPERIEMENTO ETOLOGICO (scimmie con alimentazione automatica e scimmie con fantoccio) CURA, ASSISTENZA, BENI ADDIZIONALI,RICONOSCIMENTO FIDUCIA E ‘DISPOSIZIONE’ ALL’AFFIDAMENTO (APPRENDIMENTO) CAPITOLO VII SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA Schema dei passaggi 1) Età presociologica 2) Tradizione durkheimiana 3) Impostazione sociologica 4) Varietà teorie TEORIE NON SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA Edonismo classico e primo positivismo Due modelli esplicativi e un problema aperto CONDIZIONI (+) →→→COMPORTAMENTO (+) →→→PENA-CAUSA ←←←←←←←←←←←←←←← ( ) (+) CONDIZIONI-CAUSA→→→→→COMPORTAMENTO CONDIZIONI-CAUSA: INTERNO / ESTERNO TEORIE NON SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA 1) EDONISMO CLASSICO (‘DETERRENZA’) Cesare Beccaria (1764) Geremy Bentham (1789) Jack P. Gibbs (1960-’80) SEVERITA’ CERTEZZA CELERITA’ SENSIBILIZZAZ. PUNITI + INFO AI NON VIOLATORI VIOLAZIONE 2) PRIMO POSITIVISMO Cesare Lombroso (1876) William Sheldon (1949) DETERMINISMO CAUSALE, ANORMALITA’, GUARIGIONE, CONTROLLO H. J. EYSENCK (1960-1980) 1) Teoria dell’apprendimento (“Learning Theory”) Schema S→R 2) Effetti cumulativi – Rinforzo – Plasticità ontogenetica decrescente 3) S→O→R 4) PB = PC, E Problemi (I) Occasionalità / Settorialità (II) Condizionamento unidirezionale WILLIAM SHELDON (1949) Teoria (non sociologica, per eccellenza) in due punti + due sul paradosso della sua conferma 1) SOMATOTIPO→TEMPERAMENTO Endomorfia Mesomorfia Ectomorfia Viscerotonia Somatomia Cerebrotonia 2) CONSEGUENZE DI UNO SQUILIBRIO 7–1–1 1–7–1 1–1–7 Maniaco depressivo Paranoico Schizofrenico MA … 3) RUOLO DEL CONTESTO 4) CONFERMA EX POST FACTO NATURALISMO DI SHELDON ENDOMORFIA ↓ ↓ Massa Pinguedine (VISCEROTONIA) COMFORT FISICO MANGIARE SONNO PROFONDO SOCIEVOLEZZA LENTEZZA MESOMORFIA ↓ ↓ Organi motori (SOMATOMIA) ECTOMORFIA ↓ ↓ Sistema nervoso (CEREBROTONIA) AVVENTURA ATTIVISMO RUMORE CAUSTROFOBIA GRINTA PRIVACY IPERSENSIBILITA’ SOLITUDINE SOCIOFOBIA SONNO LEGGERO NATURALISMO DI SHELDON Paradosso confermativo e richiami connessi 1) Teorema di William Thomas 2) “Profezia che si autoavvera” (R. K. Merton, R. Boudon) 3) Conseguenze non intenzionali (Max Weber) 4) Concetto di interazione SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA Principi teorici qualificanti 1) Ego(C)/Alter(D)/Osservatore 2) Dati di Valore # Valori 3) Norma / Violazione / Aspettativa – Concetto di «norma sociale» – Norma e norma sociale 4) Contesto del «gruppo» 5) Contesto della «situazione» 6) Contesto del «ruolo» 7) Contesto della settorialità 8) Direzione; Intensità; Varianza 9) Continuum ‘conformità-devianza’ 10) Rifiuto di definizioni analitiche (intrinseche; essenzialiste) F.H. ALLPORT (1934) d. d. L. di T. d. a. MEMORANDUM SITUAZIONE ATTORE (SOCIALE) OSSERVATORE TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA Strutturaliste E. DURKHEIM R. K. MERTON Genetico-culturali E. SUTHERLAND Sub-culturali A. COHEN W. MILLER Labelist E. LEMERT W. GOVE H. BECKER H. HUGHES Conflittualiste (Radicals) J. TAYLOR P. WALTON J. YOUNG R. QUINNEY ROBERT KING MERTON (1949) “Modi di adattamento” Mezzi istituzionalizzati Mete culturali CONFORMISMO + + INNOVAZIONE -- + RITUALISMO + -- RIBELLIONE ± ± RINUNCIA -- -- IMPOSTAZIONE DEL MODELLO DI MERTON 1) E’ UN MODELLO FORMALE, NEL SENSO CHE I CONCETTI DEI QUALI SI COMPONE SI RIFERISCONO A QUALSIASI «TIPO» DI ORGANIZZAZIONE, O GRUPPO, O INSIEME SOCIALE 2) IL SUO OGGETTO E’ L’INTEGRAZIONE DI TALE INSIEME SOCIALE 3) LE COMPONENTI PRINCIPALI DI TALE INTEGRAZIONE SONO TRE E SONO OMOLOGHE (CHE NON VUOL DIRE CONCETTUALMENTE IDENTICHE) A QUELLE PARSONSIANE DENOMINATE “CENTRI” 4) IL SIGNIFICATO SOCIOLOGICO DELLA NOZIONE DI INTEGRAZIONE SI CHIARISCE PER QUESTA VIA 5) SISTEMA CULTURALE DEI FINI (FM) 6) MEZZI COME RISORSE-OPPORTUNITÁ 7) COMPONENTE NORMATIVA DEI MEZZI (MI) 8) ADEGUATEZZA TELEOLOGICA DEI MEZZI ISTITUZIONALIZZATI E ADEGUATEZZA ETICA 9) IL SOGGETTO DI ADATTAMENTO (SA) 10) LE DUE FONTI DI ADATTAMENTO (FC↔MI→SA; FCMI→SA) IMPOSTAZIONE DEL MODELLO DI MERTON IL TEMA DELL’ANOMIA a) IL PUNTO 10) AFFERMA CHE LE FONTI DI ADATTAMENTO (FC↔MI→SA; FC-MI→SA) VANNO RIFERITE A DUE CONDIZIONI, NON NECESSARIAMENTE ALTERNATIVE: L’INTEGRAZIONE MEZZI-FINI E L’INTEGRAZIONE DEL SOGGETTO DI ADATTAMENTO RISPETTO ALLO STATO DI INTEGRAZIONE MEZZI-FINI b) IL CONCETTO DI ANOMIA DESIGNA UNO ‘SLITTAMENTO’ FRA GLI ESTREMI DEL PRIMO LIVELLO DI INTEGRAZIONE, NEL SENSO DI UNA SOPRAVVALUTAZIONE DEI FINI RISPETTO AI MEZZI E, NELLO STESSO TEMPO, NEL SENSO DI UNA INDETERMINAZIONE ORDINATA DEI PRIMI E DEI SECONDI c) CORRELATIVAMENTE, IL SOGGETTO DI ADATTAMENTO PUO’ DAL SUO CANTO ESASPERARE LO STATO DI ANOMIA PRODUCENDO COMPORTAMENTI COSTITUTIVI DI QUESTA STESSA MANCATA INTEGRAZIONE TRA MEZZI ISTITUZIONALIZZATI E FINI CULTURALI DIBATTITO SUL MODELLO DI MERTON (anni Sessanta) 1) RILIEVO CRITICO ALL’AUTORE – La devianza è solo un punto di arrivo – Resta indeterminato il nesso esplicativo 2) RISPOSTA DI MERTON – I mezzi sono opportunità, perciò tutto dipende dalla posizione sociale 3) SECONDO RILIEVO (CONTRORISPOSTA) – Allora è lecito dubitare anche della omogeneità dei fini; e delle stesse motivazioni 4) RISPOSTA PROPOSITIVA – E’ in atto un principio di “stiramento dei valori” (valuestretch), che produce, di fatto, differenziazione Hyman RODMAN (1963) sul modello di Merton “Value Stretch Theory” VALORI, METE + ASPIRAZIONE Divario di concordanza ASPETTAZIONE Surplus di soddisfazione TOLLERANZA VEDI IN J. MADGE 1) Teoria della dissonanza cognitiva (L. Festinger) 2) “The American Dilemma” (G. Myrdal) Teorie sub-culturali della devianza MODELLO ADATTIVO “PROBLEMI” ESPRESSIVI STRUMENTALI ↓ ↓ MODI STANDARD←← ↓ ↑ ↓ NO ↓ ↑ ←←←SOLUZIONE?→→→ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ MODI NON STANDARD ↓ ↓ FORMAZIONE SUB-CULTURALE Teorie sub-culturali della devianza MODELLO ADATTIVO A. COHEN (Delinquent Boys Theory) SOCIALIZZAZIONE ↓ STANDARD CLASSE MEDIA ↓ DIFFERENZIAZIONE OPPORTUNITÁ ↓ AMBIVALENZA IDENTIFICAZIONE/DISTACCO ↓ FORMAZIONE REATTIVA ↓ ● Gratuità ● Malignità ● Distruttività Teorie sub-culturali della devianza MODELLO TRADIZIONALISTA W. MILLER (Female-based Household Theory) 1) Evitare di cacciarsi nei guai 2) “Toughness” 3) Furbizia – Ricerca del ‘minimo sforzo’ 4) Spirito emozionale della ‘caccia’ 5) Mito del destino 6) Adesione ai contesti di ‘Autonomia & Forza’ “LABELING THEORY” (Edwin Lemert e suoi epigoni) 1) NESSUN ATTO E’ INTRINSECAMENTE DEVIANTE – CENTRALITA’ DELLA “REAZIONE SOCIALE” 2) MA REAZIONE ED EFFETTI DELLA REAZIONE DIPENDONO DALLA FORZA DEI GRUPPI SOCIALI 3) CRIMINALE NON E’ CHI VIOLA LA LEGGE MA CHI E’ DESIGNATO TALE DA: a) AUTORITA’ COSTITUITE b) SOGGETTI COLLETTIVI c) OPINIONE PUBBLICA 4) I POLI ‘DEVIANZA-NORMALITÁ’ NON SONO UNA DICOTOMIA “LABELING THEORY” (Edwin Lemert e suoi epigoni) Distinzione tra “devianza putativa” e “devianza comportamentale”. La “carriera deviante” 1) DEVIAZIONE PRIMARIA (d.c.) 2) SANZIONI SOCIALI (--) 3) ANCORA DEVIAZIONE PRIMARIA (d.c.) 4) PIU’ FORTI SANZIONI SOCIALI (----) 5) ANCORA DEVIAZIONE PRIMARIA (d.c.) 6) OSTILITÁ, SCENDE LA TOLLERANZA, STIGMA (----) →→(d.p.) 7) CONTROREAZIONE E RINFORZO DELLA DEVIAZIONE (d.c.) 8) ACCETTAZIONE STATUS E ADATTAMENTO (d.c. = d.p.)