FISCO E CONTABILITA’
La contabilità economico-patrimoniale parte dalla riclassificazione del conto del
patrimonio
Il primo passaggio operativo, necessario per l'avvio del sistema di rendicontazione economicopatrimoniale, è la riclassificazione delle voci già inserite nell'ex conto del patrimonio (chiuso il 31
dicembre dell'anno precedente nel rispetto del Dpr 194/1996), secondo la nuova articolazione
prevista dal piano dei conti patrimoniale di cui al Dlgs 118/2011.
L’operazione
La riclassificazione è una attività di natura formale che trasla le voci dal vecchio «conto del
patrimonio» presenti nel prospetto di cui al Dpr 194/1996 alle voci del nuovo «stato patrimoniale»
secondo lo schema di cui al Dlgs 118/2011. Deve essere fatta al massimo livello di dettaglio del
piano dei conti patrimoniale (settimo livello) ed è proprio per questo che risulta abbastanza
complessa. Tale operazione è definita “formale” in quanto, in questa fase, i valori delle voci
patrimoniali non vengono modificati. L'attività è limitata alla ripresa di ogni singola voce del conto
del patrimonio a cui viene attribuita la nuova classificazione prevista dal piano dei conti
patrimoniale. Eventuali errori riscontrati all'interno del vecchio con del patrimonio potranno
essere corretti con specifiche scritture successive alla riapertura formale dei conti.
Alcuni spunti operativi
Tra le principali operazioni che l'ente dovrà effettuare in questa prima fase si segnalano le
seguenti attività:
1) stampare l'elenco dei propri residui attivi e passivi al 5° livello;
2) verificare che il totale di tali residui corrisponda al valore iscritto nel conto del patrimonio
dell'anno precedente. Se così non fosse, le eventuali rettifiche saranno registrate in partita doppia
con le «Rettifiche di valutazione», nella fase successiva a quella di riclassificazione e di apertura dei
conti;
3) verificare che la classificazione finanziaria delle voci a residuo sia stata eseguita correttamente
(in quanto spesso le riclassificazioni hanno riguardato i capitoli e non le singole voci di credito e di
debito);
4) collegare i residui attivi e passivi alle nuove voci patrimoniali;
5) inserire il nuovo conto patrimoniale in ogni singolo elemento dell'inventario dei beni mobili e
immobili;
6) verificare se gli eventuali incassi e pagamenti effettuati nel corso del primo anno di avvio siano
stati coerenti con il conto patrimoniale iscritto all'inizio del primo esercizio di avvio. Ciò al fine di
evitare che un residuo vengo iscritto in un conto patrimoniale e che il suo movimento finanziario
venga registrato in un conto diverso.
L'errore che potrebbe riscontrarsi con maggiore facilità è proprio quest'ultimo. La riclassificazione
infatti, nella maggior parte degli enti, viene effettuata ad esercizio 2016 ormai chiuso e quindi può
accadere che l'incasso o il pagamento di un residuo sia stato registrato in partita doppia
utilizzando il codice siope, in quanto la procedura informatica non poteva individuare il corretto
conto patrimoniale di riferimento. La verifica quindi dovrà essere finalizzata ad evitare che un
credito o un debito sia stata riaperto (con la riclassificazione) in un conto diverso da quello poi
effettivamente utilizzato in sede di emissione di mandato o reversale.
Per completare poi il processo di riclassificazione formale dovrà essere registrata la prima scrittura
in partita doppia con la quale si consente l'apertura dei conti; una scrittura “Diversi a Diversi” in
cui in Dare posizioneremo tutti i conti dell'attivo ed in Avere tutti quelli del passivo del nuovo
Stato patrimoniale alla data dell'1/1, il cui totale dovrà comunque corrispondere a quello
dell'esercizio precedente. Trattandosi di attività formale, questa fase non incide sulla
composizione del patrimonio netto; ogni eventuale errore di riclassificazione potrà essere corretto
con l'approvazione dello stato patrimoniale di fine esercizio.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 23/03/2017
Autori: Daniela Ghiandoni e Elena Masini