Cellula - Istituto Comprensivo Piazza al Serchio

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Percorso per la scuola primaria
Scopriamo il mondo microscopico
Laboratori del Sapere Scientifico dell’IC di Piazza al Serchio
2010-2013
Traguardi di competenza generale
(dalle indicazioni Nazionali)

L’alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo
stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere.

Esplora i fenomeni con un approccio scientifico: con l’aiuto dell’insegnante, dei
compagni, in modo autonomo, osserva e descrive lo svolgersi dei fatti, formula
domande, anche sulla base di ipotesi personali, propone e realizza semplici
esperimenti.

Individua nei fenomeni somiglianze e differenze, fa misurazioni, registra dati
significativi, identifica relazioni spazio/temporali.

Individua aspetti quantitativi e qualitativi nei fenomeni, produce rappresentazioni
grafiche e schemi di livello adeguato, elabora semplici modelli.

Espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio
appropriato.

Trova da varie fonti (libri, internet, discorsi degli adulti, ecc.) informazioni e
spiegazioni sui problemi che lo interessano
Obiettivi essenziali di apprendimento
(dai curricula d’istituto)
COMPETENZE COMPORTAMENTALI

lavorare in gruppo, collaborando attivamente con i compagni e gli insegnanti

rispettare i turni negli interventi

Saper porre domande e fare richieste

ascoltare le opinioni degli altri

accettare i suggerimenti

rispettare i tempi di consegna
COMPETENZE METACOGNITIVE

imparare dai propri errori

attribuire il giusto valore all’impegno personale

ripercorrere e comunicare in modo ordinato il percorso svolto

riflettere sulle conoscenze acquisite per la risoluzione del compito
COMPETENZE DISCIPLINARI

Osservare e descrivere i materiali e le procedure usando le «parole giuste»:








usare appropriatamente e con ricchezza adeguata termini linguistici, azioni finalizzate, piccole variazioni progettate in
una delle fenomenologie esplorate, inserita in un contesto di gioco o esperienza ricca.
Isolare, e contrastare con altri, aspetti specifici di una fenomenologia: mettendone in relazione la specificità con gli
aspetti caratteristici di percezione, azione, linguaggio, e con semplici attività di interpretazione di quello che succede e
valutazione di quello che potrebbe succedere
Descrivere e interpretare il funzionamento del corpo come sistema complesso situato in un ambiente;
costruire modelli plausibili sul funzionamento dei diversi apparati, elaborare primi modelli intuitivi
di struttura cellulare
Classificare i viventi, la materia e i fenomeni naturali
Eseguire e progettare esperienze di laboratorio e realizzare semplici modelli per la spiegazione dei
fenomeni
Documentare le proprie esperienze attraverso la ricerca del materiale necessario (anche con l’uso delle
tecnologie informatiche e della rete), l’organizzazione delle conoscenze acquisite, la verbalizzazione e la
produzione di testi scritti, anche con l’uso di tabelle, grafici, mappe
Approccio metodologico

Esplorazione delle fenomenologie fondamentali che caratterizzano l’ambiente quotidiano naturale

Per ogni fenomenologia: uso e precisazione in contesto delle parole più comuni
Aggiustamento percezione-azione-pensiero-linguaggio in relazione a oggetti, fatti e pratiche
“naturali” e “artificiali”, in relazione ai diversi fenomeni analizzati procedendo con questa tecnica
metodologica:
-Conversazione iniziale per capire quali erano le esperienze pregresse dei bambini
-Sperimentazioni con le sostanze e i materiali proposti dai bambini durante la prima conversazione
e in quelle successive
-Domande stimolo “che cosa succederà se…” “come potremo fare a…”
- Realizzazione guidata delle esperienze
- Libera sperimentazione dei materiali a disposizione
-Conversazioni
-Rielaborazioni grafiche
- Riflessioni di gruppo
Produzione di testi e relazioni

Le attività proposte sono state svolte in piccolo e grande gruppo.
Nel piccolo gruppo (una metodologia e non solo un’organizzazione della «classe»), l'insegnante lavora al
massimo con 4-5 alunni. L'attività dura dai 15 ai 30 minuti in base all’attività e anche all'età, almeno
una volta alla settimana. L'insegnante punta allo sviluppo delle competenze linguistiche e alla relazione.
Le attività vengono riprese in modo sistematico nel corso della settimana con rielaborazioni attraverso
verbalizzazione, disegni, diagrammi di flusso.
Materiali apparecchi e strumenti impiegati

a)Materiali: cipolle, foglie verdi, infusione di erbe e fiori di prato, patate,
cellule della mucosa boccale, tintura di iodio, acqua distillata.

b) Apparecchi: i microscopi ottici (monoculari o bioculari) in dotazione
all’Istituto Comprensivo di Piazza al Serchio (lab. scientifico),
fotocamera.

c) Strumenti: bisturi, pinzette, lamette da barba, vetrini portaoggetti e
coprioggetti, spruzzette in plastica, vetrerie varie (provette, becker,
pipette contagocce Pasteur,..)

Materiale per il disegno e la rappresentazione (fogli, pennarelli, matite
etc.)

Telecamera e macchina fotografica per la registrazione e documentazione
delle esperienze
Ambienti in cui si è sviluppato il percorso
Gli ambienti sono stata l’aula o il «laboratorio»

Gli ambienti di apprendimento non sono sole le aule e gli spazi
strutturati secondo criteri che possano favorire il lavoro ma
soprattutto setting che possano ripensare l’“ambiente scuola”,
quello dell’organizzazione degli spazi e dei tempi
dell’apprendimento, quello degli obiettivi formativi e, soprattutto
quello che riguarda il ruolo dei docenti. Gli insegnanti hanno piano
piano imparato (grazie anche a un costante supporto formativo) a
costruire il sapere insieme ai loro alunni, hanno provato ad
assumere uno stile educativo «democratico» e collaborativo e non
impositivo, di partecipazione e di scambio di gioiosa
collaborazione con i compagni e con i docenti.
Tempo impiegato

Per la messa a punto preliminare nel gruppo LSS: circa una settimana

Per la progettazione specifica e dettagliata nelle classi interessate:
2h

tempo-scuola di sviluppo del percorso: 10 h

per uscite esterne (trasferimento degli alunni alla sede del
laboratorio): 1h

Per la documentazione: la documentazione è stata fatta durante
tutto il percorso di ricerca-azione con diari di bordo, fotografie,
video. Per l’organizzazione dei materiali si sono impiegate circa 8
ore per docente.
Altre informazioni

La documentazione che segue non si riferisce ad un’unica
esperienza ma è il riassunto delle varie attività intraprese in
alcuni classi della scuola primaria dell’istituto.

Abbiamo deciso di documentare questa esperienza perché ci è
sembrata interessante e particolarmente coinvolgente. Ma in
questi 3 anni abbiamo fatto diversi percorsi che saranno visibili
sul sito dell’istituto in una sezione dedicata ai laboratori del
sapere scientifico:
http://www.comprensivopiazza.it/nuovo/index.php?siteid=4

I testi usati per la documentazione sono tratti dai lavori dei
bambini
Descrizione del percorso didattico
Il lavoro è stato svolto in alcune classi della scuola primaria dell’Istituto
Comprensivo con bambini di differenti età dai 6 agli 11 anni.
Particolarmente interessante è stata l’attività nelle pluriclassi dove si è
potuto assistere a un lavoro cooperativo con giochi di ruoli e tecniche
reali di peer to peer.
Il sapere scientifico si costruisce solo a partire da una varietà di
esperienze che diventano supporto, stimolo, “costruzione” quasi, ad
adottare punti di vista via via più allargati su quello che si vede, che
succede. In diverse situazioni le insegnante hanno notato la produttività
di fare ripetere la stessa esperienza, se i bambini sono messi in
condizione di svolgerla (anche più volte, spontaneamente) con la
motivazione di “vedere meglio cosa succede.
Descrizione del percorso didattico
Prima fase:
Formazione per i docenti coinvolti per l’uso del microscopio e la
preparazione di vetrini freschi sotto la guida di un docente esperto e di un
professore del Liceo scientifico che ha accettato di accompagnarci in
questo lavoro.
 Formazione per i docenti coinvolti sulle metodologie più adatte per
 Creare un ambiente di apprendimento adeguato all’espernza prevista.
 Guidare gli alunni all’osservazione stimolando interventi adeguati
 Facilitare l’esposizione sequenziale dell’esperienza
 Saper condurre un’esperienza scientifica in laboratorio
 Conoscere i materiali da proporre agli alunni
 Conoscere l’uso del microscopio e altre apparecchiature specialistiche
 Conoscere l’uso di strumenti multimediali
 programmazione dell’attività con l’insegnante della scuola secondaria
che ci ha fatto da tutor nel percorso

Descrizione del percorso didattico
Seconda fase:
 prima esperienza di osservazione di cellule vegetali al
microscopio, presso il laboratorio scientifico della scuola “media”
di Piazza. Qui gli alunni vengono trasferiti da un pulmino, poi divisi
in 2 gruppi: il gruppo che non entra subito in laboratorio impiega il
tempo leggendo libri della biblioteca di argomento scientifico.
Scopo dell’uscita è la conoscenza del microscopio ottico (ogni
apparecchio serve una coppia di alunni) e la preparazione di
vetrini con tessuto vegetale, sotto la guida di un’insegnante
esperta che funge da tutor dell’esperienza. Il percorso risulta così
articolato:
Descrizione del percorso didattico






a) Conoscere l’apparecchiatura e le sue parti (parte ottica e parte meccanica): oculare, tubo
ottico, obbiettivi, tavolo traslatore, sorgente luminosa,...).
b) Comprendere come avviene la costruzione dell’immagine. Si prova a leggere una lettera
dell’alfabeto corsivo scritta su carta: attraverso le lenti del tubo ottico il simbolo alfabetico
appare nell’oculare ingrandito e rovesciato. Inoltre si prende confidenza con le viti
macrometrica e micrometrica, che permettono la messa a fuoco degli oggetti avvicinando o
allontanando il tubo ottico.
c) Per rendere ottimale l’osservazione del preparato vengono date indicazioni utili per la
scelta dell’ingrandimento, cioè quale obbiettivo utilizzare fra i 3 montati sulla piattaforma
girevole (10x,40x,100x). Inizialmente conviene osservare il preparato con l’ingrandimento più
piccolo, perché più aumenta l’ingrandimento più si riduce il campo visivo. Per conoscere
l’ingrandimento totale si calcola il prodotto dei numeri scritti sull’oculare e sull’obbiettivo
prescelto: es: 10x 40= 400.
d) Conoscere la strumentazione di base del laboratorio (v. sopra Strumenti) con cui si andrà a
operare.
e) Preparare frammenti di tessuto vegetale (es. il tessuto cellulare della cipolla rossa e quello
di una foglia verde dove sono presenti anche i cloroplasti).
f) Osservare come si presenta al microscopio il vetrino preparato: la struttura della singola
cellula, la membrana cellulare, il nucleo contenente il codice genetico, il citoplasma. Nella
lamina inferiore della foglia verde gli alunni hanno individuato gli stomi e le macchie verdi
della clorofilla.
Descrizione del percorso didattico
Terza fase:


Il lavoro svolto nel laboratorio della scuola è stato ripreso in diverse lezioni dagli
insegnanti dei bambini, sono discussi in piccolo e grande gruppo, sono stati prodotti
schemi e semplici testi descrittivi, è stato preparato un testo collettivo che riassumeva
le «narrazioni» di tutti, cercando mano a mano di inserire un lessico sempre più specifico
Gli alunni hanno continuato l’esperienza presso la scuola primaria, con il medesimo
tutor, ma questa volta osservando cellule animali: hanno asportato materiale cellulare
dall’interno della guancia e hanno preparato individualmente dei vetrini secondo la
tecnica appresa. Così hanno potuto apprezzare la differenza di forma e struttura tra
cellula vegetale e animale. In questa fase già è potuta notare una maggior autonomia
operativa, una maggior confidenza con gli strumenti da utilizzare, i materiali da
preparare e anche più disinvoltura nell’uso del microscopio ottico. Il lavoro in piccoli
gruppi che a turno si alternavano ha garantito la partecipazione di tutti sia nel fare che
nel dire
Quarta fase:

Gli esperimenti sono proseguiti in aula, sotto guida delle rispettive insegnanti di classe,
In questa fase abbiamo ripetuto le esperienze già fatte e ne abbiamo provate di nuove: i
granuli di amido della patata e i microrganismi contenuti in un campione di acqua
stagnante ottenuto lasciando in infusione per alcuni giorni una manciata di erbe e fiori
recisi.
Quinta fase:

Documentazione delle attività svolte
Descrizione del percorso didattico
Contenuti del percorso:

Uso del Microscopio e della vetreria di
laboratorio

Cellula vegetale: struttura, cloroplasti e stomi

Cellula animale: le cellule della mucosa buccale

Il mondo in una goccia d’acqua
Uso del Microscopio e della vetreria di laboratorio
Gli alunni, divisi in piccoli gruppi hanno
potuto usare liberamente gli strumenti e
i materiali presentati, hanno imparato i
loro nomi, hanno manipolato, si sono
approcciati con qualche oggetto più
misterioso, ne hanno saggiato il
funzionamento (asprazione e rilascio con
una pasteur, vetrini portaoggetti e
coprioggetti, bisturi o lamette per le
sezioni).Questa prima fase è
indispensabile per coinvolgere i ragazzi e
renderli motivati verso l’attività da
proporre.
Uso del Microscopio e della vetreria di laboratorio
Uso del Microscopio e della vetreria di laboratorio
Conosciamo il microscopio anzi i microscopi

Ce ne sono due: uno con «due
occhi» il binoculare, uno con un
occhio solo, il monoculare, e hanno
tante parti.

Proviamo a toccarlo a muovere le
varie parti. I ragazzi più grandi
(quarta e quinta) imparano anche
a calcolare gli ingrandimenti delle
cose osservate.
Usiamo insieme il microscopio

Abbiamo imparato come funziona il
microscopio e scopriamo che quello che si
vede è un’immagine capovolta e
rovesciata rispetto a come viene disposta
sotto le lenti.

Ciascuno di noi ripete l’esperienza più
volte cambiando la lettera da guardare o
il piccolo disegnino e ci convinciamo che
è davvero così. Ne dovremo tenere conto
nella rappresentazione grafica
Usiamo insieme il microscopio
Anche la carta non sembra più
la stessa: non è così compatta
come ci appare abitualmente:
sembra polistirolo e il segno
della penna non appare così
preciso e continuo come sul
disegno esaminato a «occhio
nudo», ma spezzettato e
irregolare.
La R al microscopio, ingrandita 40 volte
La cellula vegetale
le cellule della cipolla
Tagliamo una cipolla in vari pezzi,
osserviamo che è composta da più
strati di tessuto
Con il bisturi preleviamo uno strato
sottile.
Ne tagliamo un pezzetto e lo
disponiamo su un vetrino
Con una pipetta aspiriamo un po’
d’acqua e ne versiamo una goccia sulla
cipolla, poi asciughiamo quella che non
viene assorbita.
Copriamo tutto con un secondo vetrino
e li posizioniamo sotto le lenti del
microscopio, selezionando
l’ingrandimento cento volte più
grande (10 obiettivo e 10 oculare).
Ed ecco il risultato: quelle cellette sono
le cellule. Le cellule sembrano
mattonelle di un pavimento perché
aderiscono perfettamente una contro
l’altra, senza lasciare spazi vuoti.
Adesso proviamo ad ingrandire
maggiormente: 400 volte, ci vuole un
po’ per trovare l’obiettivo giusto.
Osserviamo il risultato: le cellule sono
molto più grandi e per questo se ne
vedono di meno. Il campo osservato è
molto più piccolo
Per ricordare meglio come sono fatte le
disegniamo, mentre la maestra fa le
fotografie.
E registriamo, di volta in volta, le fasi
della procedura, così possiamo
ripeterla. Ci aiutiamo con disegni e
didascalie
Adesso proviamo ad aggiungere un
colorante: la tintura di iodio.
La aspiriamo dalla bottiglia con una
pipetta e ne versiamo una goccia sullo
strato di cipolla.
Alcuni preparati sono venuti molto bene,
altri sono un po’ carichi di colorante ma li
guardiamo tutti al microscopio e
fotografiamo quelli migliori.
Quindi, anche stavolta, asciughiamo
quello che non viene assorbito
Copriamo nuovamente il preparato con il
vetrino più piccolo e lo posizioniamo nel
microscopio
Adesso si vedono anche i nuclei: quei
puntini di colore scuro.
Il nucleo della cellula è la parte più
importante, quella che contiene tutte
le istruzioni per crescere, vivere e
riprodursi.
Altre esperienze con la cellula vegetale
Di seguito riportiamo alcune esperienze sulla cellula
vegetale relativamente alla ricerca dei cloroplasti e degli
stomi.
 Abbiamo prima utilizzzato la «pellicola» della cipolla e
abbiamo visto che non presenta cloroplasi.
 Abbiamo poi usato la pagina inferiore e superiore di
alcune foglie che abbiamo preso dalle piante che si
trovavano vicino alla nostra scuola

La cellula vegetale
i cloroplasti

Materiale: cipolla, pinzette, vetrini
porta-copri oggetto, blu di
metilene

Metodo: prelevare con la pinzetta
la sottile pellicola che si trova tra
due foglie interne, distenderla sul
vetrino,colorare e osservare al
microscopio.

Osservazione: si possono osservare
cellule di forma piu’ o meno
rettangolare con il nucleo, non
abbiamo visto i cloroplasti perché
la cipolla (il bulbo) non compie la
fotosintesi.
La cellula vegetale
ricerca dei cloroplasti

Materiale: foglia, pinzette, vetrini,
acqua distillata, microscopio

Metodo: solleva il lembo della faccia
superiore della foglia . Disponi il
campione su un vetrino portaoggetti
aggiungi una goccia di acqua , copri
con il coprioggetto e osserva al
microscopio.

Osservazione : nelle cellule vegetali
si osservano i cloroplasti che sono
responsabili della fotosintesi
clorofilliana .
La cellula vegetale
Gli stomi

Materiale: una foglia, pinzette, vetrini,
acqua distillata

Metodo: tagliamo un lembo
dell’epidermide della pagina inferiore, la
stendiamo sul vetrino portaoggetti e
osserviamo al microscopio.

Osservazione: strutture particolari , simili
a piccole bocche:gli stomi, delimitati dalle
cellule di guardia .
La cellula animale
la mucosa buccale

Il procedimento utilizzato è lo stesso che abbiamo narrato per la
cellula vegetale. Evitiamo quindi di riferire di nuovo ciascun passaggio
e inseriamo di seguito una scheda riassuntiva elaborata da alcuni
alunni di quinta elementare per documentare il loro lavoro e ripetere
l’esperienza. Con il secondo esperimento gli alunni si sono dimostrati
più autonomi nella preparazione dei vetrini e nell’uso del
microscopio. Questo ha favorito la discussione e la verbalizzazione
perché i bambini erano meno distratti dall’imparare a fare e
manipolare e più attenti a quello che succedeva.

In questa seconda esperienza si è evidenziato anche un maggiore
interesse e la motivazione è sempre stata alta, nonostante il tempo
abbastanza lungo di realizzazione
Materiale occorrente:

Microscopio, vetrino porta oggetto e copri
oggetto, spatolina, mucosa boccale interna, blu di
metilene, acqua
Procedimento:

Abbiamo raschiato con la spatolina la mucosa
interna della bocca, abbiamo messo il materiale
raccolto su un vetrino, abbiamo aggiunto una
goccia d’acqua, abbiamo coperto con il copri
oggetto e abbiamo messo una goccia di blu di
metilene con la pipetta Pasteur, disponendola
lungo un bordo del vetrino copri oggetto. Abbiamo
osservato al microscopio. E abbiamo fotografato
l’immagine con una fotocamera digitale.
Conclusioni:

Abbiamo visto delle cellule sparse, tondeggianti
contenenti all’interno una macchia più scura: il
nucleo. Sono molto diverse, come forma, alle
cellule della cipolla.
La mucosa buccale ingrandita
di 100
Alcune relazioni dei bambini
Le cellule della cipolla
La maestra ha sbucciato la cipolla in tante parti e ce ne ha dato una per uno, noi
dovevamo prendere con il bisturi, cioè un coltellino affilato, uno strato sottile di
cipolla e l’ho coperta con il coprivetrino. Subito dopo ho preso la pipetta Pasteur, l’ho
intinta nell’acqua, ne ho versato una goccia sul vetrino e l’ho messo nel microscopio.
Abbiamo regolato l’ingrandimento del microscopio fino a 100 volte e si vedevano delle
specie di mattonelle, unite fra loro, erano le cellule che formano la cipolla. Dopo
abbiamo aumentato l’ingrandimento fino a 400 e si vedeva molto più grande del 100.
Successivamente ho tolto il vetrino dal microscopio e l’ho appoggiato sul tavolo, ho
preso il colorante, cioè la tintura di iodio, con la pipetta che ho intinto nel colorante
e versato sul vetrino. Subito dopo, abbiamo rimesso il vetrino nel microscopio e
abbiamo ingrandito 400 volte, abbiamo visto che la differenza tra il vetrino colorato e
l’altro era che la tintura aveva reso visibili dei puntini neri, uno per ciascuna cellula:
sono i nuclei, cioè la parte fondamentale della cellula che contiene le istruzioni per
vivere, crescere e riprodursi.
Samuele V elementare
La cellula vegetale
Mercoledì e venuta a scuola una professoressa di Piazza che si chiama Giuseppina ed è venuta per farci
vedere come si fa ad usare il microscopio.
Ha tirato fuori dalla borsa tante attrezzature poi ci ha insegnato a guardare al microscopi e ausare gli
attrezzi.
Dopo ci ha dato un pezzo di cipolla e io ho tolto uno strato sottilissimo che abbiamo messo in cima a un
vetrino e coperto con un altro vetrino.
Poi, con una pompetta ho aggiunto una goccia d’acqua, quindi l’abbiamo messo sotto alle lenti del
microscopio, così abbiamo visto delle cellule che sembravano mattonelle del pavimento, perché tra loro
c’erano delle righe che le dividevano e ogni mattonella era una cellula.
Poi abbiamo preso la pompetta con cui abbiamo messo del colorante e abbiamo colorato lo strato di
sottile della cipolla. Dopo abbiamo messo il vetrino sotto le lenti del microscopio e messo
l’ingrandimento a 400 volte e si vedevano le cellule ancora più grandi.
Abbiamo imparato che le cellule sono le parti fondamentali degli esseri viventi e il nucleo contiene le
istruzioni per vivere, crescere e riprodursi.
Astrid III elementare
Mercoledì mattina, dopo la ricreazione, è venuta la professoressa che fa matematica alle medie.
Prima le maestre hanno parlato un po’ e dopo siamo andati in biblioteca e ci siamo presentati con
i nomi, lei si chiamava Giuseppina.
A scuola avevamo già un microscopio e lei ha portato un altro microscopio, tanti vetrini e il
colorante. Noi siamo andati a prendere una cipolla e una patata.
Per prima cosa abbiamo sbucciato la cipolla, abbiamo tolto uno strato sottile della cipolla, poi
l’abbiamo preso e portato sul vetrino, io l’ho coperto con un altro vetrino più piccolo, quindi ho
preso un po’ d’acqua con la pompetta e l’ho spruzzata sul vetrino. Subito dopo l’ho messo sul
microscopio che era regolato a 100 ingrandimenti ed abbiamo visto che le cellule erano come
mattonelle, dopo le abbiamo viste anche a 400 ingrandimenti ed erano più grandi.
Poi ho preso il colorante e l’ho messo sul vetrino, l’abbiamo posizionato sul microscopio che era
ingrandito di 440 volte, dentro a queste mattonelle si vedevano dei puntini neri che si chiamano
nuclei. Abbiamo imparato che:
La cellula è l’unità fondamentale degli organismi viventi, capace di riprodursi e di vivere
autonomamente.
Alessandro III elementare
Mercoledì è venuta una professoressa a farci vedere le cellule al microscopio. Hanno
dato a tutti un tovagliolino e, uno per ogni gruppo, una pipetta Pasteur, i cilindri
graduati, dei vetrini piccoli e grandi.
Dopo abbiamo attaccato la presa del microscopio alla corrente, abbiamo acceso la
luce e abbiamo ingrandito delle scritte.
Poi abbiamo preso la cipolla, la professoressa l’ha sbucciata e ci ha dato un pezzo di
cipolla per uno. Noi c’abbiamo tolto uno strato sottile, abbiamo preso un vetrino
grande, c’abbiamo messo lo strato sottile di cipolla e poi ci abbiamo messo sopra il
vetrino piccolo.
Subito dopo abbiamo messo una goccia d’acqua fra il vetrino grande e il vetrino
piccolo e li abbiamo messi sotto le lenti del microscopio. A turno abbiamo guardato e
si vedevano dei mattoncini tutti uniti, senza spazi.
Poi abbiamo preso il colorante che era giallo, abbiamo fatto come prima e abbiamo
visto che in ogni cellula c’era un puntino più scuro che è il nucleo, cioè la parte più
fondamentale della cellula, che contiene le istruzioni per vivere, crescere e
riprodursi.
Lorenzo IV elementare
Il mondo in una goccia d’acqua
Protozoi in una manciata di fieno

Materiale: barattolo, acqua, fieno,
vetrini, microscopio.

Preparazione: fai macerare il fieno
in acqua per circa 15 giorni.

Metodo: preleva una goccia
dell’infuso di fieno, ponila su un
vetrino portaoggetti e coprila con
il vetrino coprioggetto e osserva al
microscopio.

Osservazione: abbiamo visto un
gran numero di organismi piccoli e
tondeggianti che si muovevano
veloci in tutte le direzioni

Abbiamo isolato (con l’aiuto
dell’insegnante) un paramecio,e
un protozoo capace di movimento
che vive in acqua dolce.

Abbiamo fatto l’osservazione a
diversi ingrandimenti, ma non
siamo riusciti a fare le foto.
Risultati ottenuti

Tutti i bambini si sono dimostrati motivati e interessati rispetto alle attività
proposte

Hanno stabilito una relazione positiva con il docente e i compagni che si è
mantenuta anche nel gruppo «classe» migliorando notevolmente le capacità
attentive e il comportamento.

Hanno imparato a collaborare a osservare tutto quello che succedeva, a
considerare il lavoro proprio e quello dei compagni.

Hanno risposto senza esitazione sicuri che le loro considerazioni erano accettate
senza giudizio sia dai compagni che dall’insegnante

Hanno imparato a rispettare il proprio turno sia durante l’attività di manipolazione
che di verbalizzazione

Hanno migliorato le loro abilità manipolative: sono diventati più «sciolti» nell’uso
di strumenti e materiali
Risultati ottenuti

Hanno saputo mantenere tempi di lavoro e di concentrazione adeguati

Sono diventati autonomi nell’esecuzione delle procedure richieste

Hanno migliorato le loro capacità di rappresentazione grafica proponendo
«modelli» sempre più adeguati alle richieste

Hanno imparato a verbalizzare le procedure e le attività utilizzando un lessico
appropriato

Hanno arricchito il loro lessico personale

Hanno acquisito un lessico specifico

Hanno imparato a «leggere» immagini, tabelle, diagrammi

Sanno fare resoconti verbali ben organizzati
Valutazione dell’efficacia del percorso
Il percorso intrapreso ha portato benefici sia agli alunni coinvolti che agli insegnanti.
In questi tre anni i docenti sono stati accompagnati da una formazione costante con esperti che ha
consentito:

una riflessione epistemologica sulla disciplina, chiarendo il percorso a partire dall’infanzia avendo un occhio
attento all’evoluzione successiva. In qualche modo sono stati «costretti» a studiare individualmente, a farsi
domande, a prle all’esperto o al tutor del gruppo di lvoro, a trovare soluzioni condivise.

Una riflessione sulla valutazione (a che punto sono i bambini, quali gli steps da raggiungere, quali le attività da
programmare)

Una riflessione sulle metodologie da utilizzare. Tutte sono diventate molto più brave a costruire gli ambienti di
apprendimento adatti e ad avere molto più attenzione alla relazione con i bambini.

Una programmazione consapevole e utile per i bambini: ci si preoccupa di più cosa si cosruisce nella testa dei
bambini piuttosoto che della raffinatezza dei prodotti ottenuti.

una riflessione individuale sulle attività proposte (gli insegnanti le provavano prima a casa o in gruppi di lavoro
a scuola) in modo da organizzare prima le domande da fare, essere in grado di prevedere qualche imprevisto,
anticipare le riflessioni (quindi essere pronte alle risposte dei bambini), prevedere i tempi adeguati, saper
interrompere al momento giusto (evitare cali d’interesse o di concentrazione). In ogni situazione è molto
importante fare ancora un po’ di cose diverse e confrontarle via via fra loro, facendo ben intendere a bambini e
ragazzi che si continua a fare lo stesso gioco ma sempre in modo diverso: per divertirsi ancora e per capire
meglio

L’uso di strumenti diversi per la collaborazione fra colleghi e la riflessione rispetto alle attività svolte come la
mailing list del gruppo di lavoro

La condivisione delle esperienze: il lavoro di ciascuna poteva diventare la base da cui partire per il lavoro
delle altre, migliorando notevolmente le proposte e i tempi mano a mano che venivano riproposte
Valutazione dell’efficacia del percorso

Una ricaduta a cascata sui bambini che ne hanno beneficiato notevolmente
migliorando in generale le loro capacità come specificato nei risultati ottenuti
Quello che abbiamo rilevato come indispensabile è innanzitutto un breve
intervallo totalmente dedicato, prima di “andare in classe”, alla consapevolezza
adulta: che poi avrà modo di progredire parallelamente al lavoro in classe, e alle
necessità culturali e professionali che questo chiamerà in gioco.
Per cominciare, dunque, bisogna cominciare a provare, a guardare, a riflettere
sull’esperienza quotidiana via via chiamata in gioco, a domandarsi “come
potrebbe essere”. E bisogna cominciare a riflettere, sistematicamente e
collettivamente, su qualche testo o materiale che si presti a “cominciare”. Poi,
mano a mano che si va avanti a partire da qualcosa che si può supporre condiviso
a livello di base, si potranno chiedere e avere “spiegazioni” sempre più adatte
sia alla competenza culturale adulta, sia alla specifica mediazione adatta all’età
dei bambini/ragazzi a cui professionalmente ci si rivolge.
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