Percorso per la scuola primaria Scopriamo il mondo microscopico Laboratori del Sapere Scientifico dell’IC di Piazza al Serchio 2010-2013 Traguardi di competenza generale (dalle indicazioni Nazionali) L’alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere. Esplora i fenomeni con un approccio scientifico: con l’aiuto dell’insegnante, dei compagni, in modo autonomo, osserva e descrive lo svolgersi dei fatti, formula domande, anche sulla base di ipotesi personali, propone e realizza semplici esperimenti. Individua nei fenomeni somiglianze e differenze, fa misurazioni, registra dati significativi, identifica relazioni spazio/temporali. Individua aspetti quantitativi e qualitativi nei fenomeni, produce rappresentazioni grafiche e schemi di livello adeguato, elabora semplici modelli. Espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato. Trova da varie fonti (libri, internet, discorsi degli adulti, ecc.) informazioni e spiegazioni sui problemi che lo interessano Obiettivi essenziali di apprendimento (dai curricula d’istituto) COMPETENZE COMPORTAMENTALI lavorare in gruppo, collaborando attivamente con i compagni e gli insegnanti rispettare i turni negli interventi Saper porre domande e fare richieste ascoltare le opinioni degli altri accettare i suggerimenti rispettare i tempi di consegna COMPETENZE METACOGNITIVE imparare dai propri errori attribuire il giusto valore all’impegno personale ripercorrere e comunicare in modo ordinato il percorso svolto riflettere sulle conoscenze acquisite per la risoluzione del compito COMPETENZE DISCIPLINARI Osservare e descrivere i materiali e le procedure usando le «parole giuste»: usare appropriatamente e con ricchezza adeguata termini linguistici, azioni finalizzate, piccole variazioni progettate in una delle fenomenologie esplorate, inserita in un contesto di gioco o esperienza ricca. Isolare, e contrastare con altri, aspetti specifici di una fenomenologia: mettendone in relazione la specificità con gli aspetti caratteristici di percezione, azione, linguaggio, e con semplici attività di interpretazione di quello che succede e valutazione di quello che potrebbe succedere Descrivere e interpretare il funzionamento del corpo come sistema complesso situato in un ambiente; costruire modelli plausibili sul funzionamento dei diversi apparati, elaborare primi modelli intuitivi di struttura cellulare Classificare i viventi, la materia e i fenomeni naturali Eseguire e progettare esperienze di laboratorio e realizzare semplici modelli per la spiegazione dei fenomeni Documentare le proprie esperienze attraverso la ricerca del materiale necessario (anche con l’uso delle tecnologie informatiche e della rete), l’organizzazione delle conoscenze acquisite, la verbalizzazione e la produzione di testi scritti, anche con l’uso di tabelle, grafici, mappe Approccio metodologico Esplorazione delle fenomenologie fondamentali che caratterizzano l’ambiente quotidiano naturale Per ogni fenomenologia: uso e precisazione in contesto delle parole più comuni Aggiustamento percezione-azione-pensiero-linguaggio in relazione a oggetti, fatti e pratiche “naturali” e “artificiali”, in relazione ai diversi fenomeni analizzati procedendo con questa tecnica metodologica: -Conversazione iniziale per capire quali erano le esperienze pregresse dei bambini -Sperimentazioni con le sostanze e i materiali proposti dai bambini durante la prima conversazione e in quelle successive -Domande stimolo “che cosa succederà se…” “come potremo fare a…” - Realizzazione guidata delle esperienze - Libera sperimentazione dei materiali a disposizione -Conversazioni -Rielaborazioni grafiche - Riflessioni di gruppo Produzione di testi e relazioni Le attività proposte sono state svolte in piccolo e grande gruppo. Nel piccolo gruppo (una metodologia e non solo un’organizzazione della «classe»), l'insegnante lavora al massimo con 4-5 alunni. L'attività dura dai 15 ai 30 minuti in base all’attività e anche all'età, almeno una volta alla settimana. L'insegnante punta allo sviluppo delle competenze linguistiche e alla relazione. Le attività vengono riprese in modo sistematico nel corso della settimana con rielaborazioni attraverso verbalizzazione, disegni, diagrammi di flusso. Materiali apparecchi e strumenti impiegati a)Materiali: cipolle, foglie verdi, infusione di erbe e fiori di prato, patate, cellule della mucosa boccale, tintura di iodio, acqua distillata. b) Apparecchi: i microscopi ottici (monoculari o bioculari) in dotazione all’Istituto Comprensivo di Piazza al Serchio (lab. scientifico), fotocamera. c) Strumenti: bisturi, pinzette, lamette da barba, vetrini portaoggetti e coprioggetti, spruzzette in plastica, vetrerie varie (provette, becker, pipette contagocce Pasteur,..) Materiale per il disegno e la rappresentazione (fogli, pennarelli, matite etc.) Telecamera e macchina fotografica per la registrazione e documentazione delle esperienze Ambienti in cui si è sviluppato il percorso Gli ambienti sono stata l’aula o il «laboratorio» Gli ambienti di apprendimento non sono sole le aule e gli spazi strutturati secondo criteri che possano favorire il lavoro ma soprattutto setting che possano ripensare l’“ambiente scuola”, quello dell’organizzazione degli spazi e dei tempi dell’apprendimento, quello degli obiettivi formativi e, soprattutto quello che riguarda il ruolo dei docenti. Gli insegnanti hanno piano piano imparato (grazie anche a un costante supporto formativo) a costruire il sapere insieme ai loro alunni, hanno provato ad assumere uno stile educativo «democratico» e collaborativo e non impositivo, di partecipazione e di scambio di gioiosa collaborazione con i compagni e con i docenti. Tempo impiegato Per la messa a punto preliminare nel gruppo LSS: circa una settimana Per la progettazione specifica e dettagliata nelle classi interessate: 2h tempo-scuola di sviluppo del percorso: 10 h per uscite esterne (trasferimento degli alunni alla sede del laboratorio): 1h Per la documentazione: la documentazione è stata fatta durante tutto il percorso di ricerca-azione con diari di bordo, fotografie, video. Per l’organizzazione dei materiali si sono impiegate circa 8 ore per docente. Altre informazioni La documentazione che segue non si riferisce ad un’unica esperienza ma è il riassunto delle varie attività intraprese in alcuni classi della scuola primaria dell’istituto. Abbiamo deciso di documentare questa esperienza perché ci è sembrata interessante e particolarmente coinvolgente. Ma in questi 3 anni abbiamo fatto diversi percorsi che saranno visibili sul sito dell’istituto in una sezione dedicata ai laboratori del sapere scientifico: http://www.comprensivopiazza.it/nuovo/index.php?siteid=4 I testi usati per la documentazione sono tratti dai lavori dei bambini Descrizione del percorso didattico Il lavoro è stato svolto in alcune classi della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo con bambini di differenti età dai 6 agli 11 anni. Particolarmente interessante è stata l’attività nelle pluriclassi dove si è potuto assistere a un lavoro cooperativo con giochi di ruoli e tecniche reali di peer to peer. Il sapere scientifico si costruisce solo a partire da una varietà di esperienze che diventano supporto, stimolo, “costruzione” quasi, ad adottare punti di vista via via più allargati su quello che si vede, che succede. In diverse situazioni le insegnante hanno notato la produttività di fare ripetere la stessa esperienza, se i bambini sono messi in condizione di svolgerla (anche più volte, spontaneamente) con la motivazione di “vedere meglio cosa succede. Descrizione del percorso didattico Prima fase: Formazione per i docenti coinvolti per l’uso del microscopio e la preparazione di vetrini freschi sotto la guida di un docente esperto e di un professore del Liceo scientifico che ha accettato di accompagnarci in questo lavoro. Formazione per i docenti coinvolti sulle metodologie più adatte per Creare un ambiente di apprendimento adeguato all’espernza prevista. Guidare gli alunni all’osservazione stimolando interventi adeguati Facilitare l’esposizione sequenziale dell’esperienza Saper condurre un’esperienza scientifica in laboratorio Conoscere i materiali da proporre agli alunni Conoscere l’uso del microscopio e altre apparecchiature specialistiche Conoscere l’uso di strumenti multimediali programmazione dell’attività con l’insegnante della scuola secondaria che ci ha fatto da tutor nel percorso Descrizione del percorso didattico Seconda fase: prima esperienza di osservazione di cellule vegetali al microscopio, presso il laboratorio scientifico della scuola “media” di Piazza. Qui gli alunni vengono trasferiti da un pulmino, poi divisi in 2 gruppi: il gruppo che non entra subito in laboratorio impiega il tempo leggendo libri della biblioteca di argomento scientifico. Scopo dell’uscita è la conoscenza del microscopio ottico (ogni apparecchio serve una coppia di alunni) e la preparazione di vetrini con tessuto vegetale, sotto la guida di un’insegnante esperta che funge da tutor dell’esperienza. Il percorso risulta così articolato: Descrizione del percorso didattico a) Conoscere l’apparecchiatura e le sue parti (parte ottica e parte meccanica): oculare, tubo ottico, obbiettivi, tavolo traslatore, sorgente luminosa,...). b) Comprendere come avviene la costruzione dell’immagine. Si prova a leggere una lettera dell’alfabeto corsivo scritta su carta: attraverso le lenti del tubo ottico il simbolo alfabetico appare nell’oculare ingrandito e rovesciato. Inoltre si prende confidenza con le viti macrometrica e micrometrica, che permettono la messa a fuoco degli oggetti avvicinando o allontanando il tubo ottico. c) Per rendere ottimale l’osservazione del preparato vengono date indicazioni utili per la scelta dell’ingrandimento, cioè quale obbiettivo utilizzare fra i 3 montati sulla piattaforma girevole (10x,40x,100x). Inizialmente conviene osservare il preparato con l’ingrandimento più piccolo, perché più aumenta l’ingrandimento più si riduce il campo visivo. Per conoscere l’ingrandimento totale si calcola il prodotto dei numeri scritti sull’oculare e sull’obbiettivo prescelto: es: 10x 40= 400. d) Conoscere la strumentazione di base del laboratorio (v. sopra Strumenti) con cui si andrà a operare. e) Preparare frammenti di tessuto vegetale (es. il tessuto cellulare della cipolla rossa e quello di una foglia verde dove sono presenti anche i cloroplasti). f) Osservare come si presenta al microscopio il vetrino preparato: la struttura della singola cellula, la membrana cellulare, il nucleo contenente il codice genetico, il citoplasma. Nella lamina inferiore della foglia verde gli alunni hanno individuato gli stomi e le macchie verdi della clorofilla. Descrizione del percorso didattico Terza fase: Il lavoro svolto nel laboratorio della scuola è stato ripreso in diverse lezioni dagli insegnanti dei bambini, sono discussi in piccolo e grande gruppo, sono stati prodotti schemi e semplici testi descrittivi, è stato preparato un testo collettivo che riassumeva le «narrazioni» di tutti, cercando mano a mano di inserire un lessico sempre più specifico Gli alunni hanno continuato l’esperienza presso la scuola primaria, con il medesimo tutor, ma questa volta osservando cellule animali: hanno asportato materiale cellulare dall’interno della guancia e hanno preparato individualmente dei vetrini secondo la tecnica appresa. Così hanno potuto apprezzare la differenza di forma e struttura tra cellula vegetale e animale. In questa fase già è potuta notare una maggior autonomia operativa, una maggior confidenza con gli strumenti da utilizzare, i materiali da preparare e anche più disinvoltura nell’uso del microscopio ottico. Il lavoro in piccoli gruppi che a turno si alternavano ha garantito la partecipazione di tutti sia nel fare che nel dire Quarta fase: Gli esperimenti sono proseguiti in aula, sotto guida delle rispettive insegnanti di classe, In questa fase abbiamo ripetuto le esperienze già fatte e ne abbiamo provate di nuove: i granuli di amido della patata e i microrganismi contenuti in un campione di acqua stagnante ottenuto lasciando in infusione per alcuni giorni una manciata di erbe e fiori recisi. Quinta fase: Documentazione delle attività svolte Descrizione del percorso didattico Contenuti del percorso: Uso del Microscopio e della vetreria di laboratorio Cellula vegetale: struttura, cloroplasti e stomi Cellula animale: le cellule della mucosa buccale Il mondo in una goccia d’acqua Uso del Microscopio e della vetreria di laboratorio Gli alunni, divisi in piccoli gruppi hanno potuto usare liberamente gli strumenti e i materiali presentati, hanno imparato i loro nomi, hanno manipolato, si sono approcciati con qualche oggetto più misterioso, ne hanno saggiato il funzionamento (asprazione e rilascio con una pasteur, vetrini portaoggetti e coprioggetti, bisturi o lamette per le sezioni).Questa prima fase è indispensabile per coinvolgere i ragazzi e renderli motivati verso l’attività da proporre. Uso del Microscopio e della vetreria di laboratorio Uso del Microscopio e della vetreria di laboratorio Conosciamo il microscopio anzi i microscopi Ce ne sono due: uno con «due occhi» il binoculare, uno con un occhio solo, il monoculare, e hanno tante parti. Proviamo a toccarlo a muovere le varie parti. I ragazzi più grandi (quarta e quinta) imparano anche a calcolare gli ingrandimenti delle cose osservate. Usiamo insieme il microscopio Abbiamo imparato come funziona il microscopio e scopriamo che quello che si vede è un’immagine capovolta e rovesciata rispetto a come viene disposta sotto le lenti. Ciascuno di noi ripete l’esperienza più volte cambiando la lettera da guardare o il piccolo disegnino e ci convinciamo che è davvero così. Ne dovremo tenere conto nella rappresentazione grafica Usiamo insieme il microscopio Anche la carta non sembra più la stessa: non è così compatta come ci appare abitualmente: sembra polistirolo e il segno della penna non appare così preciso e continuo come sul disegno esaminato a «occhio nudo», ma spezzettato e irregolare. La R al microscopio, ingrandita 40 volte La cellula vegetale le cellule della cipolla Tagliamo una cipolla in vari pezzi, osserviamo che è composta da più strati di tessuto Con il bisturi preleviamo uno strato sottile. Ne tagliamo un pezzetto e lo disponiamo su un vetrino Con una pipetta aspiriamo un po’ d’acqua e ne versiamo una goccia sulla cipolla, poi asciughiamo quella che non viene assorbita. Copriamo tutto con un secondo vetrino e li posizioniamo sotto le lenti del microscopio, selezionando l’ingrandimento cento volte più grande (10 obiettivo e 10 oculare). Ed ecco il risultato: quelle cellette sono le cellule. Le cellule sembrano mattonelle di un pavimento perché aderiscono perfettamente una contro l’altra, senza lasciare spazi vuoti. Adesso proviamo ad ingrandire maggiormente: 400 volte, ci vuole un po’ per trovare l’obiettivo giusto. Osserviamo il risultato: le cellule sono molto più grandi e per questo se ne vedono di meno. Il campo osservato è molto più piccolo Per ricordare meglio come sono fatte le disegniamo, mentre la maestra fa le fotografie. E registriamo, di volta in volta, le fasi della procedura, così possiamo ripeterla. Ci aiutiamo con disegni e didascalie Adesso proviamo ad aggiungere un colorante: la tintura di iodio. La aspiriamo dalla bottiglia con una pipetta e ne versiamo una goccia sullo strato di cipolla. Alcuni preparati sono venuti molto bene, altri sono un po’ carichi di colorante ma li guardiamo tutti al microscopio e fotografiamo quelli migliori. Quindi, anche stavolta, asciughiamo quello che non viene assorbito Copriamo nuovamente il preparato con il vetrino più piccolo e lo posizioniamo nel microscopio Adesso si vedono anche i nuclei: quei puntini di colore scuro. Il nucleo della cellula è la parte più importante, quella che contiene tutte le istruzioni per crescere, vivere e riprodursi. Altre esperienze con la cellula vegetale Di seguito riportiamo alcune esperienze sulla cellula vegetale relativamente alla ricerca dei cloroplasti e degli stomi. Abbiamo prima utilizzzato la «pellicola» della cipolla e abbiamo visto che non presenta cloroplasi. Abbiamo poi usato la pagina inferiore e superiore di alcune foglie che abbiamo preso dalle piante che si trovavano vicino alla nostra scuola La cellula vegetale i cloroplasti Materiale: cipolla, pinzette, vetrini porta-copri oggetto, blu di metilene Metodo: prelevare con la pinzetta la sottile pellicola che si trova tra due foglie interne, distenderla sul vetrino,colorare e osservare al microscopio. Osservazione: si possono osservare cellule di forma piu’ o meno rettangolare con il nucleo, non abbiamo visto i cloroplasti perché la cipolla (il bulbo) non compie la fotosintesi. La cellula vegetale ricerca dei cloroplasti Materiale: foglia, pinzette, vetrini, acqua distillata, microscopio Metodo: solleva il lembo della faccia superiore della foglia . Disponi il campione su un vetrino portaoggetti aggiungi una goccia di acqua , copri con il coprioggetto e osserva al microscopio. Osservazione : nelle cellule vegetali si osservano i cloroplasti che sono responsabili della fotosintesi clorofilliana . La cellula vegetale Gli stomi Materiale: una foglia, pinzette, vetrini, acqua distillata Metodo: tagliamo un lembo dell’epidermide della pagina inferiore, la stendiamo sul vetrino portaoggetti e osserviamo al microscopio. Osservazione: strutture particolari , simili a piccole bocche:gli stomi, delimitati dalle cellule di guardia . La cellula animale la mucosa buccale Il procedimento utilizzato è lo stesso che abbiamo narrato per la cellula vegetale. Evitiamo quindi di riferire di nuovo ciascun passaggio e inseriamo di seguito una scheda riassuntiva elaborata da alcuni alunni di quinta elementare per documentare il loro lavoro e ripetere l’esperienza. Con il secondo esperimento gli alunni si sono dimostrati più autonomi nella preparazione dei vetrini e nell’uso del microscopio. Questo ha favorito la discussione e la verbalizzazione perché i bambini erano meno distratti dall’imparare a fare e manipolare e più attenti a quello che succedeva. In questa seconda esperienza si è evidenziato anche un maggiore interesse e la motivazione è sempre stata alta, nonostante il tempo abbastanza lungo di realizzazione Materiale occorrente: Microscopio, vetrino porta oggetto e copri oggetto, spatolina, mucosa boccale interna, blu di metilene, acqua Procedimento: Abbiamo raschiato con la spatolina la mucosa interna della bocca, abbiamo messo il materiale raccolto su un vetrino, abbiamo aggiunto una goccia d’acqua, abbiamo coperto con il copri oggetto e abbiamo messo una goccia di blu di metilene con la pipetta Pasteur, disponendola lungo un bordo del vetrino copri oggetto. Abbiamo osservato al microscopio. E abbiamo fotografato l’immagine con una fotocamera digitale. Conclusioni: Abbiamo visto delle cellule sparse, tondeggianti contenenti all’interno una macchia più scura: il nucleo. Sono molto diverse, come forma, alle cellule della cipolla. La mucosa buccale ingrandita di 100 Alcune relazioni dei bambini Le cellule della cipolla La maestra ha sbucciato la cipolla in tante parti e ce ne ha dato una per uno, noi dovevamo prendere con il bisturi, cioè un coltellino affilato, uno strato sottile di cipolla e l’ho coperta con il coprivetrino. Subito dopo ho preso la pipetta Pasteur, l’ho intinta nell’acqua, ne ho versato una goccia sul vetrino e l’ho messo nel microscopio. Abbiamo regolato l’ingrandimento del microscopio fino a 100 volte e si vedevano delle specie di mattonelle, unite fra loro, erano le cellule che formano la cipolla. Dopo abbiamo aumentato l’ingrandimento fino a 400 e si vedeva molto più grande del 100. Successivamente ho tolto il vetrino dal microscopio e l’ho appoggiato sul tavolo, ho preso il colorante, cioè la tintura di iodio, con la pipetta che ho intinto nel colorante e versato sul vetrino. Subito dopo, abbiamo rimesso il vetrino nel microscopio e abbiamo ingrandito 400 volte, abbiamo visto che la differenza tra il vetrino colorato e l’altro era che la tintura aveva reso visibili dei puntini neri, uno per ciascuna cellula: sono i nuclei, cioè la parte fondamentale della cellula che contiene le istruzioni per vivere, crescere e riprodursi. Samuele V elementare La cellula vegetale Mercoledì e venuta a scuola una professoressa di Piazza che si chiama Giuseppina ed è venuta per farci vedere come si fa ad usare il microscopio. Ha tirato fuori dalla borsa tante attrezzature poi ci ha insegnato a guardare al microscopi e ausare gli attrezzi. Dopo ci ha dato un pezzo di cipolla e io ho tolto uno strato sottilissimo che abbiamo messo in cima a un vetrino e coperto con un altro vetrino. Poi, con una pompetta ho aggiunto una goccia d’acqua, quindi l’abbiamo messo sotto alle lenti del microscopio, così abbiamo visto delle cellule che sembravano mattonelle del pavimento, perché tra loro c’erano delle righe che le dividevano e ogni mattonella era una cellula. Poi abbiamo preso la pompetta con cui abbiamo messo del colorante e abbiamo colorato lo strato di sottile della cipolla. Dopo abbiamo messo il vetrino sotto le lenti del microscopio e messo l’ingrandimento a 400 volte e si vedevano le cellule ancora più grandi. Abbiamo imparato che le cellule sono le parti fondamentali degli esseri viventi e il nucleo contiene le istruzioni per vivere, crescere e riprodursi. Astrid III elementare Mercoledì mattina, dopo la ricreazione, è venuta la professoressa che fa matematica alle medie. Prima le maestre hanno parlato un po’ e dopo siamo andati in biblioteca e ci siamo presentati con i nomi, lei si chiamava Giuseppina. A scuola avevamo già un microscopio e lei ha portato un altro microscopio, tanti vetrini e il colorante. Noi siamo andati a prendere una cipolla e una patata. Per prima cosa abbiamo sbucciato la cipolla, abbiamo tolto uno strato sottile della cipolla, poi l’abbiamo preso e portato sul vetrino, io l’ho coperto con un altro vetrino più piccolo, quindi ho preso un po’ d’acqua con la pompetta e l’ho spruzzata sul vetrino. Subito dopo l’ho messo sul microscopio che era regolato a 100 ingrandimenti ed abbiamo visto che le cellule erano come mattonelle, dopo le abbiamo viste anche a 400 ingrandimenti ed erano più grandi. Poi ho preso il colorante e l’ho messo sul vetrino, l’abbiamo posizionato sul microscopio che era ingrandito di 440 volte, dentro a queste mattonelle si vedevano dei puntini neri che si chiamano nuclei. Abbiamo imparato che: La cellula è l’unità fondamentale degli organismi viventi, capace di riprodursi e di vivere autonomamente. Alessandro III elementare Mercoledì è venuta una professoressa a farci vedere le cellule al microscopio. Hanno dato a tutti un tovagliolino e, uno per ogni gruppo, una pipetta Pasteur, i cilindri graduati, dei vetrini piccoli e grandi. Dopo abbiamo attaccato la presa del microscopio alla corrente, abbiamo acceso la luce e abbiamo ingrandito delle scritte. Poi abbiamo preso la cipolla, la professoressa l’ha sbucciata e ci ha dato un pezzo di cipolla per uno. Noi c’abbiamo tolto uno strato sottile, abbiamo preso un vetrino grande, c’abbiamo messo lo strato sottile di cipolla e poi ci abbiamo messo sopra il vetrino piccolo. Subito dopo abbiamo messo una goccia d’acqua fra il vetrino grande e il vetrino piccolo e li abbiamo messi sotto le lenti del microscopio. A turno abbiamo guardato e si vedevano dei mattoncini tutti uniti, senza spazi. Poi abbiamo preso il colorante che era giallo, abbiamo fatto come prima e abbiamo visto che in ogni cellula c’era un puntino più scuro che è il nucleo, cioè la parte più fondamentale della cellula, che contiene le istruzioni per vivere, crescere e riprodursi. Lorenzo IV elementare Il mondo in una goccia d’acqua Protozoi in una manciata di fieno Materiale: barattolo, acqua, fieno, vetrini, microscopio. Preparazione: fai macerare il fieno in acqua per circa 15 giorni. Metodo: preleva una goccia dell’infuso di fieno, ponila su un vetrino portaoggetti e coprila con il vetrino coprioggetto e osserva al microscopio. Osservazione: abbiamo visto un gran numero di organismi piccoli e tondeggianti che si muovevano veloci in tutte le direzioni Abbiamo isolato (con l’aiuto dell’insegnante) un paramecio,e un protozoo capace di movimento che vive in acqua dolce. Abbiamo fatto l’osservazione a diversi ingrandimenti, ma non siamo riusciti a fare le foto. Risultati ottenuti Tutti i bambini si sono dimostrati motivati e interessati rispetto alle attività proposte Hanno stabilito una relazione positiva con il docente e i compagni che si è mantenuta anche nel gruppo «classe» migliorando notevolmente le capacità attentive e il comportamento. Hanno imparato a collaborare a osservare tutto quello che succedeva, a considerare il lavoro proprio e quello dei compagni. Hanno risposto senza esitazione sicuri che le loro considerazioni erano accettate senza giudizio sia dai compagni che dall’insegnante Hanno imparato a rispettare il proprio turno sia durante l’attività di manipolazione che di verbalizzazione Hanno migliorato le loro abilità manipolative: sono diventati più «sciolti» nell’uso di strumenti e materiali Risultati ottenuti Hanno saputo mantenere tempi di lavoro e di concentrazione adeguati Sono diventati autonomi nell’esecuzione delle procedure richieste Hanno migliorato le loro capacità di rappresentazione grafica proponendo «modelli» sempre più adeguati alle richieste Hanno imparato a verbalizzare le procedure e le attività utilizzando un lessico appropriato Hanno arricchito il loro lessico personale Hanno acquisito un lessico specifico Hanno imparato a «leggere» immagini, tabelle, diagrammi Sanno fare resoconti verbali ben organizzati Valutazione dell’efficacia del percorso Il percorso intrapreso ha portato benefici sia agli alunni coinvolti che agli insegnanti. In questi tre anni i docenti sono stati accompagnati da una formazione costante con esperti che ha consentito: una riflessione epistemologica sulla disciplina, chiarendo il percorso a partire dall’infanzia avendo un occhio attento all’evoluzione successiva. In qualche modo sono stati «costretti» a studiare individualmente, a farsi domande, a prle all’esperto o al tutor del gruppo di lvoro, a trovare soluzioni condivise. Una riflessione sulla valutazione (a che punto sono i bambini, quali gli steps da raggiungere, quali le attività da programmare) Una riflessione sulle metodologie da utilizzare. Tutte sono diventate molto più brave a costruire gli ambienti di apprendimento adatti e ad avere molto più attenzione alla relazione con i bambini. Una programmazione consapevole e utile per i bambini: ci si preoccupa di più cosa si cosruisce nella testa dei bambini piuttosoto che della raffinatezza dei prodotti ottenuti. una riflessione individuale sulle attività proposte (gli insegnanti le provavano prima a casa o in gruppi di lavoro a scuola) in modo da organizzare prima le domande da fare, essere in grado di prevedere qualche imprevisto, anticipare le riflessioni (quindi essere pronte alle risposte dei bambini), prevedere i tempi adeguati, saper interrompere al momento giusto (evitare cali d’interesse o di concentrazione). In ogni situazione è molto importante fare ancora un po’ di cose diverse e confrontarle via via fra loro, facendo ben intendere a bambini e ragazzi che si continua a fare lo stesso gioco ma sempre in modo diverso: per divertirsi ancora e per capire meglio L’uso di strumenti diversi per la collaborazione fra colleghi e la riflessione rispetto alle attività svolte come la mailing list del gruppo di lavoro La condivisione delle esperienze: il lavoro di ciascuna poteva diventare la base da cui partire per il lavoro delle altre, migliorando notevolmente le proposte e i tempi mano a mano che venivano riproposte Valutazione dell’efficacia del percorso Una ricaduta a cascata sui bambini che ne hanno beneficiato notevolmente migliorando in generale le loro capacità come specificato nei risultati ottenuti Quello che abbiamo rilevato come indispensabile è innanzitutto un breve intervallo totalmente dedicato, prima di “andare in classe”, alla consapevolezza adulta: che poi avrà modo di progredire parallelamente al lavoro in classe, e alle necessità culturali e professionali che questo chiamerà in gioco. Per cominciare, dunque, bisogna cominciare a provare, a guardare, a riflettere sull’esperienza quotidiana via via chiamata in gioco, a domandarsi “come potrebbe essere”. E bisogna cominciare a riflettere, sistematicamente e collettivamente, su qualche testo o materiale che si presti a “cominciare”. Poi, mano a mano che si va avanti a partire da qualcosa che si può supporre condiviso a livello di base, si potranno chiedere e avere “spiegazioni” sempre più adatte sia alla competenza culturale adulta, sia alla specifica mediazione adatta all’età dei bambini/ragazzi a cui professionalmente ci si rivolge.