TEORIA DEL VAGO E DELL'INDEFINITO
La "teoria del piacere" da una parte costituisce il nucleo della filosofia
pessimistica e dall'altro il punto d'arrivo della poetica. Se nella realtà il piacere
infinito è irraggiungibile, l'uomo può figurarsi infiniti piaceri attraverso
l'immaginazione. L'immaginazione è la compensazione di una realtà di infelicità
e di noia.
Lo stimolo all'immaginazione a costruire una realtà parallela dove l'uomo ha un
illusorio appagamento al suo piacere infinito arriva soprattutto da ciò che è
vago indefinito, ignoto. Le due teorie che illustrano questa ricerca sono la
teoria della visione e del suono. Nella prima si esprime come piacevole la vista
quando è impedita da un ostacolo perché "l'anima si finge ciò che non vede" e
dal limite nascono idee vaghe ed indefinite. Nella teoria del suono Leopardi
elenca una seri di suoni suggestivi perché vaghi.
Anche nella poetica le immagini sono tanto più belle quanto più riescono a
suscitare sensazioni vaghe. Alcune immagini sono belle perché evocano
sensazioni che ci hanno affascinati da fanciulli. La poesia non è che il recupero
di immagini della fanciullezza effettuato dalla memoria. Gli antichi erano
maestri della poesia vaga, perché più vicini alla natura potevano immaginare
più facilmente. Ai tempi moderni la possibilità di una poesia d'immaginazione è
ormai preclusa e non resta che una poesia sentimentale, nutrita di idee e
filosofica. Leopardi, pur consci di appartenere a questo periodo non abbandona
la poesia d'immaginazione.